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Autore: Shiori Desu    19/08/2015    7 recensioni
Dal primo capitolo:
Lucy diede un pugno sul bancone, nascondendo poi una smorfia di dolore. “E va bene. Volevi fare una scommessa? Scommettiamo.” Proferì decisa la maga rivolgendosi al Dragon Slayer.
Lui si limitò a fissarla interrogativo.
“Scegli un mago di questa gilda, e scommetto che riuscirò a sedurlo nel giro di una settimana al massimo.”

Nalu con qualche accenno di Gale e Gruvia.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GIORNO 7 - La seduzione è un'arte

LA SEDUZIONE E' UN'ARTE

GIORNO 7

 

Lucy fece un paio di respiri pesanti, gli occhi ancora pregni di sonno per essere aperti; si accoccolò meglio accanto a quella fonte di calore che le aveva tenuto compagnia per tutta la notte, mentre un sorriso involontario le si dipinse in volto.

Un leggero profumo muschiato estremamente familiare al suo olfatto le pizzicò il naso e, facendosi guidare dall’istinto, appoggiò il capo su quella pelle ruvida che avrebbe riconosciuto tra mille, inalando a pieni polmoni quell’odore così particolare.

Si stiracchiò leggermente, e con non poca fatica riuscì finalmente a socchiudere gli occhi: accanto a lei Natsu dormiva tranquillamente, scomposto, con un braccio e una gamba che uscivano pericolosamente dal letto, le lenzuola candide che lo coprivano fino al bacino che contrastavano con la sua carnagione olivastra, l’addome nudo che si abbassava ritmicamente ad ogni lento respiro che usciva dalla sua bocca dolcemente socchiusa.

Lucy si prese qualche momento per contemplare il viso sereno del Dragon Slayer ad appena qualche sospiro di distanza dal suo, la testa ancora appoggiata sulla sua spalla scomoda.

Avrebbe voluto sfiorare quel volto, accarezzarlo delicatamente senza il timore di poterlo svegliare, ma non ce la fece; la sua mano rimase immobile sul ventre di Natsu.

La maga corrucciò la fronte, come destatasi da un sogno bizzarro, rendendosi improvvisamente conto che stava abbracciando quel ragazzo mezzo nudo nel suo letto.

Si sedette, i pochi ricordi del giorno precedente rischiosamente confusi.

“Cos’è successo?” si trovò a chiedere, senza però sapere se voler sentire davvero la risposta.

Scosse con vigore il Dragon Slayer, ancora beatamente addormentato accanto a lei. “Natsu svegliati, cos’è successo?!”

Come unica risposta l’altro si girò lentamente dall’altra parte, emettendo qualche suono indistinto con la voce impastata dal sonno.

Con qualche difficoltà, Lucy riuscì a buttarlo giù dal letto con un tonfo sordo, accorgendosi solo in quel momento dei vestiti sparsi a terra di lui.

Dopo qualche lamento, Natsu si sedette sul pavimento a gambe incrociate, massaggiandosi la testa. “Oi, ma che modi sono?!”

“Cos’è successo questa notte?” Lucy si portò una mano alla fronte, il capo che aveva iniziato improvvisamente a pulsarle di dolore.

“Secondo te? Eravamo a let-”

La maga non lo lasciò terminare, e si accasciò sul cuscino piagnucolando. “No no no, non può essere…non può…essere…”

Non può essere successo davvero, come siamo arrivati a questo?! E ieri cosa è accaduto, perché non ricordo niente-

“Lucy?”

Lei si girò, le sopracciglia corrucciate, in volto l’espressione sofferente e timorosa di chi sta aspettando una brutta notizia.

Natsu la stava osservando colmo di perplessità. “Abbiamo dormito.”

Solo il silenzio riempì gli istanti successivi.

Lucy fece vagare lo sguardo per tutta la stanza prima di parlare, parte del viso ancora sprofondata nel cuscino. “E…basta?”

“Sei delusa?” domandò inaspettatamente lui, un sorriso furbo che gli colorò il volto.

La ragazza tornò rapidamente a sedersi sul letto. “No no, anzi, anzi…” agitò convulsamente le mani, un leggero rossore le tingeva le gote. “E’ che…ahm…cos- perché tu stavi dormendo nel mio letto? Perché io stavo dormendo con te nel mio letto? Perché stavo dormendo abbracciata a te nel mio letto?!” senza rendersene conto, la sua voce si faceva sempre più alta e acuta mentre poneva quei quesiti.

“Lucy, troppe domande in una volta. Lo sai benissimo che dormo nel tuo letto perché è comodo. E tu dormivi nel tuo letto perché- bè, perché è il tuo letto. E immagino che mi stessi abbracciando perché mi ritieni comodo, o almeno questo è quello che mi hai detto ieri sera mentre ti accompagnavo in braccio.” una pausa. “Davvero mi stavi abbracciando?”

Una risatina nervosa. “Ah no, insomma…bè no, certo che no è che- aspetta, mi hai accompagnata in braccio?” più parlava con lui e più i suoi ricordi si facevano confusi.

L’altro annuì serio. “Non ricordi proprio niente di ieri?”

Lucy si concentrò, cercando di richiamare alla sua mente qualche frammento di ricordo che potesse aiutarla a ricostruire la giornata precedente. “Ricordo solo che eravamo alla gilda e…c’era una gara?” andò a cercare con lo sguardo il segno di assenso dell’altro. “E poi…” corrucciò le sopracciglia. “…no, nient’altro.”

“Ti sei presa una bella sbronza, Lucy.”

“Cosa?!”

“Ti è servito appena qualche boccale e bam, ubriaca fradicia!” Natsu rise di gusto prima di continuare. “Non riuscivi nemmeno a stare in piedi da sola, così ti ho accompagnata a casa.” una breve pausa. “…mi dispiaceva lasciarti sola in quelle condizioni, così sono rimasto.” aggiunse poi quasi sussurrando, lo sguardo abbandonato su un punto indefinito della stanza.

Per qualche strano motivo, la maga rimase quasi sorpresa da quella spiegazione. “Ah…grazie allora.” non sapeva cos’altro aggiungere.

Finalmente Natsu si alzò in piedi e cominciò a vestirsi; Lucy fece per scendere dal letto ma si bloccò non appena i suoi piedi toccarono terra.
Appoggiò le mani sul bordo del materasso, stringendo involontariamente le lenzuola.

“Ieri…ho fatto qualcosa di stupido?” chiese lei a mezza voce.

“Mmmh…no, niente che nessun ubriaco non avrebbe fatto.” scherzò il Dragon Slayer.

Lei annuì, gli occhi puntati sul pavimento. “Ho detto qualcosa che non avrei dovuto dire?”

A quella domanda il ragazzo si bloccò.

Rimase immobile per qualche istante, gli occhi quasi spalancati che fissavano un punto lontano. “Hai detto…” la sua voce sembrava quasi irreale, come una debole eco proveniente da un passato incerto.

Improvvisamente riprese a muoversi, infilando la giacca. “…hai detto tante cose ieri…non- non ricordo.”

La maga strinse più forte le lenzuola, un leggero tremolio delle mani che accompagnò quel gesto.

Aveva come l’impressione che le stesse sfuggendo qualcosa, come se Natsu la stesse tenendo all’oscuro di un segreto che lei stessa aveva rivelato ma che poi aveva rimosso dalla sua memoria.

Il ragazzo indossò velocemente la sciarpa e spalancò le finestre. “Ci vediamo alla gilda?”

Lucy si alzò in piedi barcollando, il dolore alla testa che si fece nuovamente sentire.

“Non lo so, magari resto un po’ a casa a riposare…”

“Ma non parteciperai anche tu a Miss Fairy Tail?”

“Ah…è oggi, me ne ero dimenticata…vedo come mi sento più tardi.” cercò di accompagnare quell’affermazione con un sorriso, invano.

Il Dragon Slayer annuì semplicemente, poi uscì dalla finestra con un balzo, lasciando la maga sola con i suoi ricordi sfocati e i suoi pensieri oscillanti come un’onda nel mare.

La maga rimase a fissare quella finestra aperta per un periodo di tempo che le riuscì difficile determinare.

Si sentiva estremamente stanca, e se fosse svenuta non si sarebbe di certo stupita; tentava imperterrita di ricordare qualcosa della giornata precedente, ma i suoi ricordi si fermavano appena all’inizio del pomeriggio: da quel momento in poi non aveva più alcuna memoria come testimone della sua effettiva esistenza.

Si sedette alla scrivania, le fitte lancinanti alla testa che si facevano sempre più frequenti e dolorose, come a volerla ammonire che ogni sforzo per ricordare era pressoché inutile e penoso.

Fece un paio di respiri profondi, cercando di eliminare quell’ansia che le aveva improvvisamente attanagliato il corpo e la mente, rendendola sempre più debole.

E’ inutile provare a ricordare, devo fidarmi di quello che ha detto Natsu. E se mai avessi detto o fatto qualcosa di estremamente stupido, è evidente che la colpa sarebbe dell’alcool.

Ma quei pensieri non l’aiutarono affatto a calmarla.

Si prese la testa dolorante tra le mani, chiuse gli occhi per qualche istante.

Un’immagine assolutamente inaspettata illuminò il buio della sua mente: un campo di grano dorato, gli ultimi spasmi di un tramonto rosato che coloravano il cielo; un odore fresco di terra le aleggiava intorno, le spighe ispide le punzecchiavano le gambe e, sotto un vento caldo ma non afoso, esse ondeggiavano lievemente, producendo un fruscio allegro.

Si sentì improvvisamente ispirata da quella visione.

Prese il primo foglio che le  capitò sottomano, afferrò una penna e iniziò a scrivere.

Le parole sembravano fluirle naturalmente dal cuore per poi riversarsi nella sua mano, che procedeva nella scrittura senza esitazioni.

Mano a mano che l’inchiostro si spandeva sul foglio, sul volto della ragazza si formava un sorriso sincero, quasi commosso.

Non ne sapeva il motivo, ma quella semplice immagine che la sua mente aveva deciso di donarle, le aveva finalmente fatto tornare l’ispirazione per scrivere.

Era un’immagine tanto semplice quanto importante.

Era un’immagine dell’estate.

 

*

 

Lucy rilesse per l’ennesima volta la poesia che aveva composto.

Aveva perso il conto di quante volte avesse riletto quelle parole, e nonostante si sentisse complessivamente soddisfatta di ciò che aveva creato, le sembrava che mancasse qualcosa.

Aveva descritto alla perfezione l’immagine che le era balenata nella mente qualche tempo prima, eppure le pareva di aver dimenticato un dettaglio di estrema importanza, un dettaglio che forse non era nemmeno presente in quella breve visione.

Camminava su e giù per il suo piccolo appartamento, i passi lenti e brevi, una mano che stringeva il foglio e l’altra che le tormentava le labbra.

Più ripeteva quelle parole, più la mancanza di quel dettaglio a lei ignoto la infastidiva.

Ma come posso scrivere di qualcosa a me sconosciuto? Non so nemmeno io di cosa si tratta…

Abbandonò il foglio sul letto, continuò a camminare lentamente coprendosi il volto con le mani.

Più ci pensava e più quel dettaglio sembrava sfuggirle, come se la sua mente volesse tenerla all’oscuro di tale particolare.

Fece un lungo e pesante sospiro in segno di resa. “E’ inutile, dovrò farne a meno.”

Lanciò uno sguardo fuori dalla finestra; non aveva idea di quanto tempo fosse passato da quando Natsu se ne era andato, ed evitò volutamente di guardare l’orologio.

Rilesse un’ultima volta la poesia, e in quel momento decise che avrebbe partecipato a Miss Fairy Tail.

In realtà non le importava affatto del premio che avrebbe potuto vincere, sentiva solo il forte bisogno di leggere la sua opera a voce alta, davanti a una folla di persone.

In realtà non le importava nemmeno della folla nel suo insieme, ma sentiva solo il bisogno che Natsu la ascoltasse.

Si vestì più lentamente di quanto avrebbe dovuto, sovrappensiero, e uscì con solo quel foglio tra le mani.

In quel momento sentì di non aver bisogno d'altro.

 

*

 

“Mira! Sono qui per iscrivermi al concorso, quando inizia?”

La barista squadrò Lucy dubbiosa da dietro il bancone, un sorriso debole accompagnò le sue parole. “Ahm…veramente è finito circa un’ora fa.”

“…ah.”

Mirajane abbassò lo sguardo e, percependo la forte delusione della bionda, aggiunse un semplice “Mi dispiace.”

Lucy cercò di scacciare quell’improvviso sentimento di sconforto che le aveva attanagliato il cuore con prepotenza.

Fece fatica a mettere insieme più di qualche parola. “Non- non è niente. E chi ha vinto?”

L’altra maga sorrise sinceramente, inclinando leggermente la testa. “Wendy.”

Lucy non si aspettava minimamente di udire quel nome; si sedette su uno sgabello, onestamente interessata.

“Alla fine ha partecipato anche lei?” era una domanda retorica, ma aveva bisogno di un’ulteriore conferma.

Mirajane annuì contenta. “Sì, la sua è stata un’esibizione davvero carina.” una pausa in cui fece vagare il suo sguardo oceanino per tutta la gilda, indicando poi un punto lontano. “Ora è là che festeggia.”

La maga degli spiriti stellari si voltò, posando i suoi occhi su un tavolo allegro circondato dalla maggior parte dei maghi della gilda.

Wendy sorrideva imbarazzata ma felice, e parlava allegra con tutte le persone che aveva intorno; Natsu, seduto scomposto al suo fianco, le dava di tanto in tanto qualche leggera pacca sulla spalla, evidentemente orgoglioso della piccola Dragon Slayer.

Lucy faticò a voltarsi di nuovo verso la barista. “Dopo andrò a complimentarmi con lei.” un sorriso dolce le illuminò il viso.

“Tu che esibizione avresti portato?” le domandò affabile Mirajane mentre riempiva un paio di boccali.

Ci fu un momento di silenzio prima che l’altra riuscisse a rispondere. “Ahm…avrei letto una poesia, niente di che.” appoggiò sul bancone il foglio che fino ad allora aveva tenuto ben stretto tra le mani.

La barista avrebbe voluto chiedere qualcosa a riguardo, ma Lucy bloccò la sua domanda sul nascere. “Mira, posso averne uno anch’io?” chiese indicando i boccali.

L’altra maga dapprima corrugò la fronte, poi si aprì in un sorriso. “Ma certo.” una lunga pausa accompagnò i suoi movimenti esperti che andarono a riempire un bicchiere per Lucy. “Ti ricordo però che tu e Natsu mi dovete pagare ancora tutti quelli di ieri.”

La maga degli spiriti stellari alzò un dito per ribattere, aprì la leggermente la bocca, ma poi si trattenne.
Non voleva più pensare a ciò che era accaduto il giorno prima, così si limitò ad annuire e a mordersi il labbro inferiore.

Bevve tutto il contenuto del suo boccale in appena un paio di sorsi, poi si alzò. “Aggiungi anche questo al conto, non ho soldi con me.”  e senza aspettare la risposta di Mirajane, si allontanò, decisa ad unirsi al resto del rumoroso tavolo in fondo alla sala.

Ad appena qualche passo dal raggiungere i suoi compagni, essa si bloccò.

Restò a guardali attentamente per diversi istanti, beandosi delle loro risate e delle loro voci allegre, sorridendo al pensiero di quanto bene voleva ad ognuno di loro.

Ma la sua attenzione venne catturata specialmente da Juvia: era seduta a parlottare amichevolmente con la sua vicina e, per qualche strana ragione, Lucy la trovò estremamente diversa.

Sembrava rilassata, in pace con sé stessa; sorrideva sinceramente, i suoi occhi ravvivati da una luce nuova.

Poco distante da lei, in piedi ed appoggiato ad una colonna, Gray stava guardando dolcemente la maga dell’acqua, un leggero sorriso che gli increspava le labbra e che non riusciva a nascondere.

Lucy si sentì profondamente colpita da quell’immagine; era la prima volta che vedeva Gray guardare Juvia da lontano e non il contrario.

La maga degli spiriti stellari sorrise nostalgica quando ripensò al loro bacio, intravisto appena qualche sera prima.

Scosse la testa, cercando di scacciare quei pensieri, poi si avvicinò a Wendy.

“Wendy, congratulazioni! Ho sentito che hai vinto il concorso!”

“Lucy-san!” l’altra le regalò un enorme sorriso. “Sì, all’inizio ero agitata, ma poi è andato tutto per il meglio!”

Lucy si rese conto che la stava ascoltando appena. Sentiva gli occhi di Natsu puntati su di lei, e la distraevano profondamente.

La voce del Dragon Slayer le fece provare un tuffo al cuore. “E’ stata davvero brava!” donò a Wendy l’ennesima pacca sulla spalla e un sorriso smagliante. “E tu Lucy? Stai meglio?”

La maga cercò di guardarlo, ma non riuscì a sostenere il suo sguardo per più di qualche istante.

“Sì, sto bene…” le sembrò di mentire. “Ora però torno a casa, mi sento ancora un po’ debole.” nemmeno lei sapeva se stesse dicendo la verità.

Dopo qualche breve e rapido saluto, uscì dalla gilda.

L’aria fresca della sera imminente le punzecchiava la pelle e le scompigliava lievemente i capelli, che le solleticavano allegramente il collo.

Incrociò le braccia, abbassò lo sguardo sulla strada che si muoveva lentamente sotto i suoi piedi.

Perché non sono riuscita a guardarlo? Perché adesso mi costa fatica anche solo guardare il suo volto?

Inspirò e trattenne il fiato.

Non posso andare avanti così.

Espirò.

Devo dirgli cosa provo, è l’unica soluzione.

Inspirò.

Lui non si accorgerà mai che non lo vedo più come un amico.

Espirò.

E a me non va di stare male per questa cosa.

Inspirò.

Devo solo non fare supposizioni sulla sua potenziale reazione. Se non ricambia i miei sentimenti, fa lo stesso.
Lucy stai calma; alla prossima occasione gli dirai tutto, lui ti dirà qualcosa come mi dispiace Lucy, ma per me sei solo un’amica e tutto tornerà come prima.
Devo solo sentire quelle parole dette da lui e mi metterò il cuore in pace.
Andrà tutto bene-

Tossì.

Si era dimenticata di espirare.

Mi ero detta di non fare supposizioni…

Tornò a respirare regolarmente.

Sovrappensiero, raggiunse la sua abitazione prima di quanto non si aspettasse.

Non appena entrò in casa corse ad aprire la finestra della sua stanza; non sapeva perché, ma le sembrava la cosa più giusta da fare.

Una folata di vento però sparse i fogli che teneva sulla scrivania per tutto l’appartamento.

Sbuffando, iniziò a raccoglierli lentamente.

“Il foglio!” improvvisamente si ricordò di aver dimenticato la poesia sul bancone della gilda.

Si sedette a terra, appoggiando la schiena contro il bordo del letto, lasciando cadere i pochi fogli che aveva raccolto di nuovo sul pavimento.

Si portò le ginocchia al petto, su cui poi appoggiò le braccia.

E’ una stupida poesia sull’estate, di che mi preoccupo? Mira l’avrà già buttata…e in ogni caso posso sempre riscriverla, l’ho letta così tante volte che l’ho praticamente imparata a memoria.

Appoggiò la testa sulle braccia.

O forse l’ho sempre saputa?

Restò in quella posizione per un tempo che le riuscì difficile stabilire, ma era quasi certa che passarono ore; rischiò di addormentarsi più di una volta, ma non voleva andare a letto, non doveva.

“Lucy?”

Poi di nuovo quella voce, di nuovo un tuffo al cuore.

Forse era quello che stava aspettando.

“Ciao, Natsu.” la sua voce risultò più fredda e distaccata di quanto non volesse.

Il Dragon Slayer balzò all’interno della casa.

“Mira mi ha chiesto di riportarti questo, l’hai dimenticato alla gilda.” e le allungò un foglio ripiegato che essa riconobbe immediatamente.

“Ah…grazie, ma non ce n’era bisogno.”

Appoggiò di nuovo la fronte sulle braccia, abbandonate a loro volta sulle sue ginocchia.

E’ il momento, glielo devo dire, o adesso o mai più.

Forse è meglio mai più.

Sentì un nodo alla gola.

No no no, Lucy smettila, almeno alza la testa e guardalo in faccia.

“Lucy?”

Il cuore della maga iniziò ad accelerare inevitabilmente il ritmo dei battiti.

Perché continua a ripetere il mio nome, so come mi chiamo, perché non se ne sta zitto e-

“Oi, Lu-”

“Natsu, devo dirti una cosa.” la sua voce fuoriuscì incredibilmente atona.

L’altro non rispose, solo un silenzio pesante colmò quel vuoto di parole.

Il ragazzo non sembrava nemmeno voler chiedere spiegazioni, tanto che Lucy alzò finalmente il capo per accertarsi che fosse ancora lì.

Effettivamente stava ancora in piedi davanti a lei, un’espressione indecifrabile sul volto illuminato appena dalla debole luce della luna.

Infine si degnò di risponderle. “Dimmi.” poi si sedette a terra di fronte a lei, le gambe incrociate che sfioravano i suoi piedi.

Lucy spostò lo sguardo da un lato, il pavimento ancora cosparso di fogli le sembrò improvvisamente interessante.

Si schiarì la gola, ma non riuscì a parlare.

In realtà non sapeva nemmeno se voleva parlare.

Il cuore continuava a martellarle nel petto, quasi impedendole di respirare correttamente.

Passò quasi un minuto di totale silenzio, interrotto soltanto da qualche lieve fruscio di alcuni fogli mossi dal vento.

Poi la voce di Natsu la fece trasalire. “Mentre venivo qua ho letto quella poesia…non me ne intendo di queste cose, ma mi sembra bella.”

La maga spalancò gli occhi, sentì le guance accaldarsi improvvisamente.

“So- sono felice…che ti sia piaciuta.” deglutì a vuoto.

Nonostante avesse i piedi a contatto con la pelle di Natsu, li sentiva estremamente freddi; non riusciva a capire se il tremolio che percepiva fosse dato effettivamente dal freddo o dall’agitazione.

“E’ una poesia sull’estate” continuò lui appoggiando le mani sulle ginocchia.

Lucy annuì semplicemente, anche se non avrebbe voluto farlo.

Una breve pausa. “Hai freddo, Lucy?”

Lei impiegò più di qualche istante per rispondere; strinse i pugni, digrignò i denti.

“No.”

“Ma i tuoi pied-”

“No.” stava appena sussurrando, ma la sua voce risultò così decisa che sentì Natsu irrigidirsi.

“Perché sei così stupido e ingenuo e-”

“Oi, ti ho solo chiesto se avevi fred-”

“No!” urlò.

Poi tornò a mormorare. “No. Non è una poesia sull’estate…è una poesia su di te.” confessò più a se stessa che al diretto interessato.

Avrebbe voluto guardare il viso del Dragon Slayer, ma si ritrovò a chiudere gli occhi.

Avrebbe voluto allontanarsi da lui, ma rimase seduta immobile nella speranza che nemmeno lui si muovesse.

Avrebbe voluto baciarlo, ma si morse semplicemente le labbra.

Avrebbe voluto fare tante cose contrastanti, ma non sapeva nemmeno se una di loro fosse la cosa giusta da fare.

Si affidò unicamente alle sue corde vocali, sperando che non la tradissero, lasciando finalmente libere tutte quelle parole che nemmeno lei stessa pensava fossero prigioniere nel suo cuore, nella sua mente, nella sua gola.

“Non capisco mai se fai finta di non capire o se non capisci davvero. Non capisco mai cosa pensi quando mi guardi con quello sguardo neutro. Non capisco mai se fingi di non notare certe cose o se non te ne accorgi veramente, non capisco se quando scherzi una parte di te faccia sul serio, non capisco se-” la sua voce si spezzò; sentì gli angoli degli occhi inumidirsi, e più teneva lo sguardo basso, più correva il rischio che una lacrima le solcasse una guancia.

“Non capisco…odio tutte queste cose di te.”

Natsu non intervenne e la lasciò continuare.

Lucy sentiva i suoi occhi attenti puntati sul suo volto, ma non aveva la forza di voltare il capo per verificare se fosse davvero così.

Ormai sentiva le parole esondare dalla sua bocca, e anche solo tentare di fermarsi le sembrava inutile.

“E odio anche quando entri dalla finestra, odio quando resti a dormire da me e io sono costretta a stare sul pavimento in uno schifoso sacco a pelo, odio quando non mi presti la tua giacca se ho freddo, odio quando non riesci a stare zitto, odio quando dovresti dire qualcosa ma non lo fai, odio quando continui a ripetere il mio nome, odio-”

Natsu si mosse.

Si inginocchiò, poi le prese il volto tra le mani, costringendola a guardarlo.

Il suo sguardo era così acceso e deciso che Lucy non riuscì più a staccare i suoi occhi da lui, quasi per timore.

“Lucy, anch’io odio tantissime cose di te.”

Poi posò le labbra sulle sue.

Lucy si immobilizzò.

Sentì il respiro troncarsi nel petto.

Gli occhi spalancati sulle palpebre chiuse del Dragon Slayer.

Un ciuffo di capelli rosa le solleticò una guancia.

Un tramonto rosato di un pomeriggio estivo.

La maga chiuse lentamente gli occhi.

Inalò il suo profumo.

L’odore muschiato della terra.

Sentì la sua pelle ruvida sfiorarle un polpaccio.

Le spighe che mi circondano le gambe.

Lo sentì riprendere fiato per un brevissimo istante.

Il fruscio di un vento caldo.

Sorrise, la bocca di lui ancora sulla sua.

Si sedette più comodamente per rispondere meglio a quel bacio.

Sentiva il suo calore abbracciarla, toccarla, sfiorarla, un calore forte ma dolce, non opprimente.

La sua bocca era ancora più calda di quell’abbraccio, della sua pelle che continuava a solleticarle il corpo.

Avrebbe voluto che quel bacio durasse in eterno, di questo era finalmente certa; ma si staccò lentamente da lui, il suo viso che la seguì per qualche istante come un magnete segue il ferro.

Le loro labbra erano ancora terribilmente vicine.

Lucy spostò ritmicamente il suo sguardo dagli occhi alla bocca di lui, ancora leggermente socchiusa.

“Quello…quello che stavo cercando di dire è che…credo di essermi innamorata di te.” sussurrò.

“Lo so, me lo hai detto anche ieri sera.”

“Co-cosa?” la maga corrugò la fronte e increspò le labbra, confusa.

Lui non diede nessuna formale spiegazione. “Ma sono felice che tu l’abbia ridetto, soprattutto senza essere ubriaca.” sorrise, poi riprese a baciarla.

Lei non obiettò, e rispose con vigore a quel nuovo bacio.

Dopo pochi istanti però si separò nuovamente da lui. “Aspetta! Tu…tu mi hai baciata!”

Natsu la osservò, disorientato da quell’affermazione. “Sì ma…mi ha baciato anche tu, insomma-”

“No, cioè…quello che-” la maga si alzò rapidamente e corse verso la scrivania.

Oggi è l’ultimo giorno, l’ultimo giorno in cui posso vincere quella scommessa! E visto che mi ha baciata…

Non che le importasse più di tanto di quella stupida scommessa, ma quel bacio sarebbe stato ancora più gradito se fosse stato l’emblema della sua vittoria.

Afferrò agitata l’orologio sulla scrivania.

Lo fissò per qualche momento, incredula.

Sorrise.

Sentì avvicinarsi Natsu alle sue spalle. “Cos’è successo?”

Gli mostrò l’orologio: segnava mezzanotte e quattro minuti.

“Hai vinto.”

Natsu osservò dubbioso prima l’ora e poi la maga. “Vinto cosa?”

“La scommessa.”

“Quale scommessa?”

Lucy appoggiò l’orologio sulla scrivania con più forza del previsto, producendo un rumore sordo che si propagò per tutta la stanza.

Si voltò verso Natsu, fissandolo minacciosa. “Quella che abbiamo fatto una settimana fa.”

Lui si portò una mano alla nuca, per poi spostare il suo sguardo da un estremo all’altro della camera. “Ah sì…qu- quella scommessa, certo…”

La maga alzò le braccia al cielo, rabbiosa. “Non mi dire che te ne eri dimenticato!” iniziò a camminare nervosa su e giù per la stanza.

“Ma certo che n-”

Non lo lasciò terminare.

Io tutta questa settimana sono stata in ansia, ho cercato di inventare non so quanti modi diversi per farmi baciare da te, ho cercato persino di sedurti mentre tu…tu avevi dimenticato la scommessa?!”

“Aspetta, tu hai cercato di sedurmi?”

Lucy aprì la bocca, sconvolta. “Non te ne sei nemmeno accorto?!”

Lui fece spallucce, inarcò la bocca in una smorfia. “La seduzione è un'arte, Lucy, e tu mi sembri tutto tranne che un'artista.

La maga chiuse gli occhi per qualche istante prima di rispondere, adirata. “Inserisci anche mi dici sempre cose cattive nella lista delle cose che odio di te.

“Oooh avanti Lucy, non è veroma poi, di cosa trattava questa scommessa?”

Lei lo fulminò con lo sguardo ed inspirò profondamente, cercando di calmarsi. “Senti, non importa.”  iniziò a raccogliere i fogli ancora tutti sparsi a terra, inevitabilmente furiosa.

“E dai Lucy, perché te la devi prendere per tut-”

Un ulteriore sguardo minatorio gli ordinò di non continuare.

Natsu si coricò stremato sul letto, sospirando.

Prima che la maga tornasse all’attacco passarono diversi minuti, nei quali riuscì finalmente a sbollire la sua ira. “E’ davvero un peccato che ti sia dimenticato di questa scommessa, perché il premio in palio ti piaceva parecchio.”

Il Dragon Slayer alzò il capo. “Eh? Quale premio?”

“Se tu avessi vinto, avresti potuto dormire nel mio letto per ben due mesi.” un sorriso compiaciuto si dipinse sul volto della giovane.

Natsu si sedette rapidamente. “Due mesi?! Quindi io potrei dormire su questo materasso per due mesi?!”

Lei non rispose, si limitò ad inarcare le sopracciglia mentre continuava a raccogliere fogli.

“Da quello che hai detto, io tecnicamente ho vinto questa scommessa…”

“Sì, mi hai baciata dopo la mezzanotte, quindi la settimana che ci eravamo dati come tempo limite era già scaduta.”

“Perciò potrei restare qua a dormire già da stasera.” azzardò lui.

Lucy finì di sistemare tutti i fogli sulla scrivania prima di rispondere. 
Si avvicinò a lui e gli stampò un inaspettato bacio sulle labbra. “Questa volta credo non mi dispiacerebbe affatto.” sussurrò sorridendo.

Ci fu qualche momento di silenzio.

“Natsu?”

“Mmh?”

“La tua bocca sa…sa di fiammifero bruciato.” constatò infine lei, lambendosi con la punta della lingua un angolo delle labbra.

“Ho sempre questo gusto in bocca.”

“Ah. Dovrò abituarmi allora.” si ritrovò a sorridere di nuovo nell’osservare quel volto tanto conosciuto quanto amato.

Finalmente aveva trovato quel dettaglio che mancava sia alla sua visione che alla sua poesia.

Il sapore dell’estate.

Ma sapeva di fiammifero, e non era certo una cosa così romantica da essere inserita in una sentimentale visione di un campo di grano né tantomeno in una poesia.

Eppure stranamente le piaceva.

Forse dovrei scommettere più spesso.

 

Angolo Autrice:

Dopo un anno giusto dalla pubblicazione del primo capitolo, sono finalmente riuscita a concludere questa storia, e spero che il finale non vi abbia deluso ;w; Naturalmente, se vi va, fatemi sapere le vostre opinioni e i vostri pareri, sono sempre ben accetti!
Alla fine Natsu ne è uscito vincitore, ma anche Lucy ha avuto la sua fetta di vittoria~
Credo che ormai lo sappiano tutti, ma mi sento in dovere di specificare che la parola natsu, in giapponese, significa estate, e ho quindi provato a giocare (passatemi l’espressione, non so se ce l’ho fatta, lol) con questo termine.
Infine, vi informo che mi sono decisa a scrivere anche il breve epilogo di cui vi ho accennato la volta scorsa, e posso dirvi con certezza che sarà pubblicato il 31 agosto (questa volta prometto che non ritarderò, vi do la mia parola uù). Sarà ambientato qualche mese dopo questo settimo giorno e sarà davvero breve, ma spero lo apprezzerete lo stesso ;w;
Naturalmente vi ringrazio per aver seguito questa storia fino alla sua conclusione, ma visto che qua gli angoli autrice si fanno sempre più lunghi, vi ringrazierò come si deve alla fine dell’epilogo, quando sarà tutto effettivamente finito (gioite, per questa volta vi siete risparmiati sdolcinati e commossi ringraziamenti).
Non mi resta che salutarvi, e spero di ritrovarvi tra una dozzina di giorni!

Shi

  
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