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Autore: Neflehim    31/08/2015    3 recensioni
Si sfregò violentemente le braccia contro le mani, come a voler scrostare via la sporcizia che si sentiva appiccicata addosso.
Voltò la testa verso la strada e poi di nuovo dietro di lui, verso il portone da cui era appena uscito.
Il cuore gli si strinse in una morsa e qualunque organo interno lo sostenesse sembrò dolergli.
Si portò una mano al volto e sorrise mestamente.
Quando era iniziato?
Quando aveva creato quell'orribile armatura fatta di menzogne,ipocrisia e sentimenti nascosti?
Quanto ancora doveva immergersi in quel mare di melma che stava cancellando ogni singolo pezzo della sua innocenza prima di riuscire a distruggere completamente la sua vecchia personalità?
Sentì il cellulare vibrare.
Quando lesse il nome sul display, sorrise di nuovo amaramente.
" Ho bisogno di te.
- Kenma-"

Chiuse gli occhi e sospirò.
Con la mente e il cuore distrutto come lo aveva in quel momento, si rese conto che Kenma non era l'unico ad averne bisogno quella notte.
"Sto Arrivando.
-Hinata-"

[Coppie: KenmaxHinata;HinataXKageyama;KurooXKenma]
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kozune Kenma, Shouyou Hinata, Tetsurou Kuroo, Tobio Kageyama, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È ora di smettere di cercare la felicità nello stesso posto in cui l'hai persa






<< Ciao Shouyo...>>
Si sedette di scatto sentendo quella voce dall'altro capo del telefono.
" Suga-san?!"
Una risata conosciuta gli scaldò il cuore.
<< Non sei cambiato... non guardi mai il numero prima di rispondere!>>
Shouyo sorrise.
" Suga-san , siete in Giappone?"
<< Si, io e Daichi abbiamo deciso di passare una settimana qui a casa.>>
" Wow! E' una cosa fantastica Suga-san!"
Un'altra risata.
<< Sono contento Shouyo...>>
Il rosso aggrottò le sopracciglia confuso.
"Ah si?"
Un sospiro.
<< L'ultima volta che ti ho visto , il sorriso che mi hai fatto era piuttosto finto.>>
Rimase in silenzio.
Il cuore a mille e il respiro mancante.
Non si doveva stupire così tanto: era di Suga-sa che si parlava.
A lui non sfuggiva nulla.
<< Senti Shouyo... stiamo organizzando una partitella di ritrovo con la squadra. Inviteremo anche la Nekoma e la Fukurodani. Che ne dici di partecipare? >>
Il ragazzo ci pensò su un attimo.
Se glielo avesse proposto qualche anno prima, durante il liceo, non avrebbe avuto un minimo di esitazione.
Ora era tutto un altro paio di maniche.
Una partita avrebbe voluto dire rivedere Tobio e non sapeva se avrebbe retto.
Eppure... un partita!
Da quanto non sentiva più il brivido d'eccitazione che gli procuravano?
Anni.
<< Shouyo … hai più giocato? >>
Un sospiro.
Qualche volta con Kenma. Ma in una squadra? No,non più...”
<< Oh... quindi con Tobio...>>
Emise un verso di stizza.
No... diciamo che preferiva raccontarmi nei particolari la sua storia con il Grande Re invece di giocare.”
Silenzio.
<< Mi dispiace Shouyo.>>
Non si stupì di nuovo che sapesse cosa c'era sotto.
Prima che partissero, Suga-san aveva dimostrato di essere l'unico ad aver compreso che non andava tutto bene.
Suga-san era l'unico a cui aveva lasciato intravedere le sue lacrime.
Neppure Kenma aveva avuto questo onore.
Solo lui.
Sapeva che Suga—san non avrebbe mai giudicato- non che Kenma l'avesse mai fatto... sarebbe stato paradossale visto la situazione simile in cui si trovava- e che lo avrebbe confortato.
Era come un fratello maggiore, comprensivo ed affettuoso che sapeva sempre quello che doveva dire o fare.
Per questo lo aveva sempre adorato.
Non ti preoccupare … sapevo a che andavo incontro.”
Un sospiro.
<< Verrai? >>
Una semplice domanda come si aspettava da lui.
Conoscendo la sua situazione non cercava di convincerlo.
Prese la sua decisione.
Si... sarà divertente giocare di nuovo tutti assieme.>>


****




Ho chiuso con te Kageyama... basta, trovati un altro migliore amico da usare come psicologo.”

 
Quella frase continuava a rimbombargli nella testa senza possibilità di farcela uscire.
Se chiudeva gli occhi rivedeva l'espressione delusa ed esausta di Shouyo, ma comunque determinata a farla finita.

SI poteva davvero mettere un punto definitivo ad un'amicizia che durava anni?
Lui pareva averlo fatto.
E la colpa era solamente sua.
Mi hai usato.
Era questo che aveva letto tra le righe quando Hinata aveva chiuso i ponti con lui.
Non voleva farlo.
Non aveva mai voluto questo, ma l'aveva fatto.
Come poteva rimediare?
Era passata una settimana da quando aveva visto l'ultima volta e gli mancava terribilmente .
Ricordò una frase fatta che spesso dicevano i film:
Ti rendi conto di quanto é importante una persona, nel momento in cui la perdi del tutto.
Era proprio quello che gli stava accadendo.
Si rigirò per l'ennesima volte nel letto,cercando di trovare una posizione migliore ma il letto gli pareva fatto di spine.
Sospirò e si alzò seduto. Si prese la testa tra le mani e scompigliò i capelli.
Guardò l'orologio : le cinque del mattino.
Avrebbe sbattuto il pugno sul letto dalla frustrazione se non fosse per il compagno che ancora riposava al suo fianco.
Cercando di fare il minor rumore possibile si diresse in salone,chiudendosi la porta della camera alle spalle.
Poggiò la schiena al muro lì accanto.
Non poteva continuare così.
Tooru non ci sarebbe cascato ancora nei suoi sorrisi falsi e negli sguardi sfuggenti.
Sentì dei rumori nell'altra stanza.
Il cuore accelerò.
La porta accanto a lui si aprì cigolando.
L'amante uscì con i capelli stranamente perfetti. Come sempre.
Eppure non aveva un pettine sul comodino.
Un mistero. Come lo era quello sulle attrici che in ogni film avevano i capelli completamente acconciati e il trucco rifatto.
Buongiorno Tobio.”
Il tono era leggermente ironico. Leggermente.
Il moro non rispose, sapendo che l'altro non se l'aspettava.
Si staccò dal muro e sprofondò nel divanetto del loro salone e sapeva che presto il compagno avrebbe preso posto accanto a lui.
Infatti dopo un sospiro Tooru lo seguì.
Allora... che succede?”
Poggiò la testa sullo schienale ma non disse nulla.
Come sta chibi-chan?”
Un sussulto e Tobio si irrigidì.
Centro.
Tobio... sono giorni che non dormi come si deve. Cosa ha fatto Chibi-chan?”
Il moro rimase ancora in silenzio per qualche secondo.
Ha chiuso i ponti con me.”
Nessuno sguardo allucinato, ne esclamazioni di stupore.
Si voltò verso Tooru aspettandosi delle parole che non arrivarono.
Non quelle che pensava lui.
Mi chiedevo quanto ancora sarebbe andato avanti.”
Kageyama sgranò gli occhi e Tooru gli sorrise compassionevole.
Sei così ingenuo Tobio... troppo.”

Il respiro era ancora accelerato.
I corpi caldi e sudati.
Pensi andrà bene?”
La voce di Shouyo gli entrò nelle orecchie in un sussurro.
E' solo una partita... non penso possa accadere qualcosa di peggio no?”
Silenzio.
Sei ancora sicuro di voler partire con me ?”
Kenma annuì senza esitare e Shouyo sorrise.
Si alzò dal letto e prese il portatile.
Entrò nel sito web delle compagnie aeree e digitò data e destinazione.
Rimase un attimo a fissare lo schermo che gli chiedeva se voleva anche i biglietti del ritorno.
Il movimento online andò bene e Shouyo si ridistese tra le lenzuola.
Kenma gli si accoccolò di nuovo sul petto.
Quanto ancora, continuerà a fare male?”mormorò in un lamento il più piccolo.
Non era da Kenma usare un tono del genere ma non poteva biasimarlo.
Non lo so.”
Ed era vero.
Non poteva dare risposte a domande che anche lui si faceva ogni mattina. Ovviamente il soffitto se le teneva per se e lui rimaneva a fissarlo per ore.
E' per questo che me ne voglio andare .”
Kenma sospirò.
Aveva trovato in qualche modo la sua risposta e forse era nel ragazzo accanto a lui.
Fai ancora in tempo a modificare i biglietti?”
Hinata si alzò sulle braccia e lo fissò allarmato.
Kenma gli sorrise e lo baciò.




******

Il giorno tanto atteso, in bene o in male, arrivò.
L'ansia di Hinata iniziava a crescere.
Non era più così sicuro di aver fatto bene ad accettare.
Tremante, si sistemò la camicia ma più volte mancò l'asola, fino a quando due mani non fermarono le sue.
Alzò lo sguardo trovandosi davanti due occhi inespressivi.
Ti stai agitando troppo, Shouyo.”
Quello alzò un sopracciglio “ Kenma, la tua maglietta è al contrario.”

Dopo essersi assicurati che tutti i vestiti fossero al loro posto, presero l'autobus per dirigersi al campo dove avevano predisposto l'incontro.
Scesi entrambi, presero un bel respiro, preparandosi mentalmente.
Shouyo!”
Quel richiamo li fece voltare ed in lontananza videro due teste conosciute : Sugawara-san e Daichi-san stavano venendo loro incontro con un bel sorriso, che il rosso non esitò ad ricambiare e perfino Kenma ne accennò uno a labbra stirate.
Daichi-san, Suga-san!”
Saltò loro tra le braccia ed i due risero riuscendo a rimanere a malapena sulle loro gambe.
Piano Shouyo!”
Lo rimisero a terra come se fosse un bambino e gli diedero delle pacche affettuose.
Forza, gli altri sono già arrivati!”
La frase di Daichi-san gelò entrambi di nuovo e il moro ricevette una bella gomitata tra le costole che gli spezzò il fiato.
Scusate , scusate!”
Un sorriso tirato da parte di entrambi fu la loro risposta.
Si diressero tutti verso il campo come già detto lo trovarono già pieno di tutti i giocatori, compresi quelli insperati.
Furono accolti tutti e quattro con sorrisi e pacche sulle spalle.
Prima di iniziare scambiarono quattro chiacchiere su come avevano passato quegli anni in cui non si erano visti.
Dopo mezz'ora decisero di iniziare ma ci fu un imprevisto.
Mi hanno chiamato Bokuto-san e Keiji-san e si scusano ma non possono venire oggi. Quindi a noi mancano dei giocatori.”
Ci pensarono un po' su e Hinata, cercando abilmente di evitare le occhiate insistenti di Kageyama e quelle troppo attente di Suga-san, ne lanciò una a Kenma che la ricambiò annuendo.
Entrambe le loro squadre avevano giocatori in abbondanza.
Fecero un passo avanti e il silenzio calò nel campo.
Io e Kenma sappiamo intenderci bene.”
Kageyama e Kuroo rimasero impietriti.
Non si aspettavano quel comportamento.
Proprio no.
Un tempo quei due avrebbero fatto di tutto pur di portare la squadra alla vittoria.
Ora invece...
Hinata lanciò uno sguardo di scuse a Sugawara-san ma quello gli sorrise ed annuì.
Tobio si sforzò di non guardarlo neppure e quando con la coda dell'occhio lo vide intenzionato a parlargli, prese per un braccio Kenma e lo trascinò verso gli altri della Fukurodani.
Esattamente come avevano detto, lui e Kenma riuscirono ad intendersela bene realizzando molti punti.
Anche le loro squadre d'origine non se la cavarono male e la Fukurodani vinse con uno scarto minimo.
Alla fine decisero di recarsi tutti in un bar di conoscenza di quelli della Nekoma, per prendersi un drink e Shouyo e Kenma non si separarono un attimo.
Avevano deciso di adottare quella strategia a casa del primo per non avere problemi e la cosa non parve piacere a nessuno dei duecausa problemi”.
Si sentivano esclusi, proprio come volevano i due ragazzi per non soffrire ulteriormente.
La serata passò relativamente bene ed in fretta.
Alle dieci decisero di lasciarsi in quanto molti di loro avrebbero dovuto prendere il treno per tornare a casa.
Quando ormai quelli della Fukurodani si erano defilati e anche molti della Nekoma – tutti tranne Kuroo in realtà - Sugawara-san raccolse da terra due fogli della forma di biglietti aerei.
Senza pensarci lesse i nomi e s'impietrì.
Prese per un braccio Hinata e gli tese i biglietti.
Oh grazie Suga-san!”
Il ragazzo lo fissò preoccupato “ Shouyo … vuoi andare in Inghilterra?”
Il rosso arrossì e lanciò uno sguardo ansioso prima a Kageyama che si era gelato e poi a Kuroo ancora del tutto indifferente.
Si … raggiungerò mia madre per le vacanze.”
Detto questo prese un bel respiro e consegnò uno dei fogli a Kenma che lo prese inespressivo.
Mi ero dimenticato di darteli a casa. Partiamo tra due settimane.”
Il ragazzo annuì e dopo aver salutato tutti presero l'autobus per tornare a casa.
Che fosse sua o di Kenma, ormai non aveva più molta differenza visto la quantità enorme di tempo che passavano assieme. Natsu ormai si era così abituata alla presenza di Kenma a casa loro, che a priori la mattina, preparava la colazione anche per lui.
Solo quando non li videro più, Suga-san parve riscuotersi dal suo torpore e fece lo stesso con gli altri mormorando “Biglietto di andata...”
Tutti si girarono verso di lui, Kuroo compreso. “ Come Kōshi?”
Prese un bel respiro prima di rispondere “ Su entrambi i fogli c'era scritto solo andata...”
Il silenzio scioccato fu ciò che seguì le sue parole.


******



Non si era mai fatto molti problemi trovarsi una donna con cui finire a letto, Tetsurou Kuroo.
Era un passatempo con cui gli piaceva trastullarsi, durante i giorni in cui la noia raggiungeva livelli troppo alti per essere quantificati.
Ci riusciva anche perfettamente bene, visto il fascino da bel tenebroso che la sua sola presenza emanava, attirando le sfortunate donzelle tra le sue braccia con un battito di ciglia.
Quella sera però, nessuna attirava la sua attenzione e la voglia di soddisfarsi era sotto le scarpe nonostante il suo corpo lo pretendesse.
Si guardava attorno, le ragazze gli passavano accanto al bancone ammiccando maliziose ma lui non reagiva.
La testa era da un altra parte.
Lo era dalla sera prima.
Quella mattina l'aveva passata steso sul divano con i pensieri ingarbugliati e i sentimenti sottosopra.
Le parole del senpai della Karasuno continuavano a tormentarlo.
Il solo pensiero che Kenma avesse deciso di trasferirsi con Hinata in Inghilterra gli era insopportabile.
Da quanto tempo si conoscevano?
Non lo ricordava neppure più.
Tanto comunque.
Quanti anni aveva?
Forse così era più facile.
Sei anni, si.


Tetsurou! Andiamo a salutare i vicini!”
Il bambino sbuffò infastidito dall'insistenza della madre.
Mamma non mi va.”
Non poté fare nulla per convincerla a lasciarlo a casa.
Ho saputo che anche loro hanno un bambino e non sarebbe carino escluderlo così...”
Si ritrovò davanti alla porta della casa affianco alla loro, ancorato alle gambe della madre, intimidito dalla figura imponente che avrebbe aperto.
Si rilassò leggermente quando si ritrovò davanti ad un bambino paffuta che li fissò senza particolare sorpresa.
Sua madre si abbassò all'altezza dei suoi occhi e sorrise con tenerezza.
Ciao piccolo. Siamo i vicini e volevamo conoscervi. I tuoi genitori sono in casa?”
Il bambino la fissò un attimo e poi entrò in casa.
Mamma ci sono i vicini “ sentirono dirgli.
Dei passi veloci ed una bella signora venne ad accoglierli.
Li fece sedere in salone e d'istinto Tetsurou si voltò alla ricerca del bambino che era venuto ad aprire.
Kenma é in camera sua. Perché non gli porti dei biscotti e fate amicizia?”
Si ritrovò davanti alla porta del bambino senza accorgersene.
Bussò più volte prima che gli venisse ad aprire.
Lo fece entrare senza neppure guardarlo e tornò a dedicare attenzione al suo videogioco.
Passarono i minuti in silenzio, ma non gli diede particolarmente fastidio.
Non era un amante del chiasso in ogni caso.
Si guardò attorno cercando di capire qualcosa del nuovo vicino ma non c'era molto da vedere.
La stanza era piuttosto spoglia per un bambino della sua età.
Nessun poster o oggetto personale, che non fossero libri e videogiochi.
Si alzò avvicinandosi alla libreria.
Nulla di fatto.
Nessun genere in particolare, nulla di nulla.
Alla fine tornò deluso al suo posto e si concentrò su Kenma davanti a lui.
Era piccolo.
Anche per i suoi cinque anni.
I capelli di uno strano color meshato. Era naturale?
Era un po' improbabile che i genitori gli tingessero i capelli.
Gli occhi erano allungati.
Un gatto.
Fu la prima immagine che gli venne in mente. Poi il bambino si strofinò un occhio e la seconda fu:
Un gatto annoiato.
Sorrise e decise finalmente di avvicinarsi.
E' divertente?”
Kenma alzò lo sguardo scuro su di lui, una leggera nota di curiosità.
Insomma... normale.”
Non gli piacque particolarmente quella risposta ma aveva capito che poche cose riuscivano ad entusiasmare quel bambino.
Sorrise.
Era il suo vicino e si doveva prendere cura di lui.
Lo prese per mano e senza ascoltare le sue proteste, uscì dalla stanza di corsa.
Non gli permise di impuntarsi sulle scale e se lo trascinò via.
Prima di uscire urlò “Mamma,signora io e Kenma andiamo al parco a giocare!”
Arrivati al luogo si fermò e lo vide accasciarsi a terra.
Si avvicinò preoccupato ma il bambino non gli permise di aiutarlo.
Come ti chiami?”
Gli occhi inespressivi parvero fulminarlo.
Tetsurou Kuroo.”
Kenma prese un bel respiro e si alzò in piedi.
Ti odio.”


Si, in effetti il loro primo approccio non fu dei migliori.
Da quel giorno Kenma iniziò ad evitarlo come la peste e ci riusciva abbastanza bene, nonostante i suoi sforzi.
L'anno dopo Kenma entrò nella sua stessa scuola elementare.
Ricordava come era successo.
Una rissa.

Da quando era entrato nella sua scuola Kuroo lo aveva osservato assiduamente, proprio come gli aveva chiesto la madre di Kenma.
Tetsurou, mio figlio non è bravo a socializzar con le persone e potrebbe essere frainteso. Per favore bada a lui a scuola.
O qualcosa del genere.
Fosse facile signora …” mormorò al vento ed un suo amico lì vicino che lo sentì lo fissò confuso.
Cosa non é facile?”
Scosse la testa e tornò a fissare il punto dove prima aveva visto Kenma.
Non gli piacque quello che vide: dei bambini più grandi lo stavano spingendo dietro la palestra e lui se ne stava tra loro con il volto inespressivo.
Una vena prese a pulsare sulla tempia.
Quell'idiota!”esclamò prima di affrettarsi a seguirli.
Arrivò appena dopo il secondo pugno.
Rischiò anche di prendersi il secondo quando si mise di fronte al bambino caduto a terra dolorante.
Fortunatamente l'altro bambino lo riconobbe e fermò il colpo appena in tempo.
Kuroo-san?”
Lo guardò male.
Che state facendo?”
Quelli sorrisero.
Gli diamo una lezione ! Non ha fatto quello che volevamo.”
Già. C'erano i gruppi che dominavano la scuola anche alle elementari e Kuroo era uno di quelli più temuti.
E non ti sei accorto che lui fa parte dl mio gruppo? Mi state sfidando per caso?”
Quelli sbiancarono e scapparono via.
Dietro di se sentì un rumore e si voltò “ Da quando farei parte del tuo gruppo Kuroo?”
Tetsurou sorrise “ Da ora.”
Kenma si scosse un po' di polvere e tolse il rivolo di sangue dalla bocca.
Non mi piace fare fatica, dovresti saperlo.”
Non ho mai detto che dovrai farla.”
Kuroo gli si avvicinò e gli passò un braccio attorno alle spalle trascinandoselo all'interno della scuola.
Ora non mi ti scollerò di dosso, lo sai?”
Kenma alzò gli occhi al cielo “ Dovrò parlare con mia madre per questo.”
Rise.


Da quel giorno aveva mantenuto la promessa ed erano stati inseparabili.
Lui gli guardava le spalle e Kenma continuava a vivere tranquillo la sua vita.
Sorrise perché gli era sempre andato bene così.
Hinata Shouyo aveva iniziato l'amico al cambiamento.
Dal suo arrivo, Kenma aveva iniziato ad interessarsi al resto del mondo .
Il mondo di Hinata.
La pallavolo quando la giocava Shouyo lo entusiasmava quanto l'inizio di un nuovo gioco.
Quando li aveva visti assieme alla partita della settimana prima aveva visto il suo fallimento.
Hinata era riuscito in ciò in cui lui aveva toppato in tutti quegli anni.
Inoltre non era riuscito a comprenderlo.
Non era riuscito a tenerselo vicino ed ora lo stava perdendo in definitiva.
Inghilterra.
Quanto era lontana dal Giappone?
Domanda idiota.
Tanto, bastava come risposta.
Lo avrebbe perso davvero?
Davvero...
Hei tesoro, che ne dici di divertirci un po' invece di rimanere qui tutto solo?”
Si voltò verso la donna che lo carezzava sulle spalle.
Era bella, niente da ridire.
Corpo da favola e gambe da urlo e non ci avrebbe pensato due volte un altro giorno.
Non quella sera.
Mi dispiace ma sto andando via” le disse mentre pagava il suo drink.
Quella non demorse “Potremmo andarcene via assieme che ne pensi?”
Kuroo le sorrise. Uno normale senza la solita vena maliziosa “ Non stasera.”
Uscì dal locale e l'aria gelida della sera gli schiaffeggiò il viso.
Diamine presto sarebbe arrivato Agosto e ancora faceva diciannove gradi la sera!
Le sue gambe andarono da sole, la testa da un altra parte.
Si ritrovò davanti ad un palazzo conosciuto e la decisione era già presa.
Suonò il campanello con su scritto Kozume Kenma e aspettò.

******



Un'altra settimana quasi in bianco, dopo la notizia della partenza imminente e quasi sicuramente permanente di Hinata.
Alla fine, dopo essersi svegliato per troppi giorni alle cinque di mattina, aveva deciso di andare a farsi un giro quella sera, perché tanto Tobio non riusciva ad essere di compagnia.
Ricordò del nuovo centro commerciale all'interno del distretto commerciale e decise di dargli un occhiata.
Quanto sarebbe durato?
Dopo la partenza del Chibi-chan Tobio sarebbe tornato quello di sempre o sarebbe tutto peggiorato?
Non riusciva a darsi una risposta così si mise a guardare i capi davanti a lui.
Oikawa-san?”
Riconobbe quella voce e si voltò.
Cos'era, uno scherzo?
Chibi-chan?”
Gli occhi marroni sgranati, i capelli ramati sparati in ogni dove la bocca leggermente spalancata.
Non c'erano dubbi.
Lo vide chiudere la bocca che si trasformò in una smorfia.
Sorrise Tooru.
Non un sorriso sincero ovviamente. Uno amaro e leggermente mesto.
Gli pareva di perseguitarlo, Shou-chan.
Più cercava un modo di non farlo soffrire più di quanto già facesse con la sua sola presenza accanto a Tobio e meno ci riusciva.
Chibi-chan... prendiamo un caffè assieme vuoi?” lo pregò Oikawa, vedendo che l'altro non desiderava altro che essere a mille miglia lontano da lì.
In quegli anni ha pensato molto a lui. A come stesse ma soprattutto a come facesse a sopportare il dolore di vedere la persona che amava al fianco di qualcun altro.
Di restarci suo amico addirittura.
Io devo andare”bisbigliò Shouyo. Non avrebbe saputo veramente cosa dire. Cosa fare.
Non era mai stato portato alla rissa. Se fosse stato Tanaka-san gli avrebbe tirato un pugno in viso.
Asahi-san lo avrebbe annichilito con lo sguardo. Noya-san... Noya-san era imprevedibile.
Tsukishima lui avrebbe detto parole taglienti per poi uscirne in grande stile come sempre.
Daichi-san e Sugawara-san forse gli avrebbero fatto un discorsetto o cose del genere.
Ma lui non era mai stato così. Ne lo sarebbe mai stato. E neppure voleva esserlo.
Devo andare...”mormorò facendo un passo indietro.
Per favore...” lo invitò Tooru agganciando lo sguardo al suo e dopo pochi minuti si ritrovarono tutti e due alla caffetteria del centro commerciale.
Ordinarono da bere e Shouyo si mosse agitato sul posto.
Alle sue gambe una grande busta contenente un trolley e altri oggetti che sarebbero stati utili per il viaggio.
Oikawa-san iniziò a parlare solo quando le loro ordinazione furono poggiate sui tavoli.
Come stai?”gli chiede Tooru interessato sinceramente.
Lo era sempre stato di Chibi-chan.
Dal giorno in cui lo aveva incontrato a quello in cui lo aveva visto distrutto alla finestra di casa di Tobio. Anni prima.
-Male- avrebbe voluto rispondergli Shouyo. Forse ci avrebbe aggiunto anche un – a causa tua- ma sarebbe stata una bugia. E a lui non piaceva dire bugie. Odiava farlo.
Alzò le spalle e disse “ Non penso che tu voglia davvero saperlo.”
Alzò un sopracciglio Oikawa e stava per ribattere quando il ragazzo sorrise “ Piuttosto penso che tu cerchi di trovare il modo di poter dormire di notte almeno un paio d'ore prima che Tobio decida di svegliarsi...”
Stavolta Oikawa Tooru poteva dire di essere sinceramente interdetto.
Sorrise Shouyo e abbassò lo sguardo “ Conosco i miei pazienti Oikawa-san” Quasi scoppiò in una risata per il modo in cui si era chiamato “ Ma soprattutto conosco Tobio e so perfettamente che quando tiene a qualcosa o a qualcuno e questo gli viene portata via … resta sveglio tutta la notte in modo che il giorno seguente possa risultare agli altri più lucido. Ovviamente sbaglia ma é impossibile cambiare una persona dalle radici.”
Oikawa annuì.
Rimasero in silenzio a sorseggiare le loro bevande.
Non avrebbe dovuto stupirsi così tanto per come il ragazzo lo stava affrontando a viso aperto.
Era da lui.
Non si era mai nascosto dietro un dito per le cose importanti il Chibi-chan.
Non lo aveva fatto neppure nelle partite.
Lo ammirava .
Quanto coraggio ci vuole ad amare una persona che ama qualcun altro?
Cosa ci spinge a non odiarlo?
Quanto mi odi Chibi-chan?”domandò scherzoso ma serio allo stesso tempo.
Non ti odio.”
Per la terza volta in pochi minuti, Tooru si ritrovò senza parole. Cosa rara.
Dovresti.”
Shouyo rise amaramente “ E che ci guadagnerei ad odiarti, Oikawa-san? Tobio inizierebbe ad amarmi per caso?”

Oikawa dovette ammettere che aveva ragione da vendere.
No. Almeno non per questo.”
Shouyo prese la sua busta e lo fissò un attimo prima di andarsene.
Per questo non ti odio. Dormi sogni tranquilli Oikawa-san.”


******


Aeroporto.
Due giorni dopo.



Era arrivato il momento.
Stavano partendo sul serio .
Kenma lo fissò esitante e Shouyo cercò di sorridergli.
Il passo che stavano facendo era enorme ma importantissimo per la loro vita.
Fa paura...”mormorò il compagno.
Shouyo lo fissò aspettando il resto.
Il futuro ignoto intendo.”
Il ragazzo sorrise amaramente “ Il futuro ci fa paura solo perché il passato ha già fatto abbastanza male. Ti fa paura pensare in un futuro che potrebbe farti anche peggio. Eppure non possiamo avere un domani migliore se continuiamo a pensare a ieri non pensi?”
L'amico annuì e sorrise a Natsu accanto a lui che gli aveva preso la mano .
Erano diventati molto uniti quei due nel tempo in cui Kenma aveva praticamente vissuto da loro.
Shouyo?”
Si gelò.
Non pensava che sarebbe venuto all'aeroporto.
Si voltò lentamente e di nuovo lo sguardo naturalmente truce e la capigliatura scura non lasciò scanso ad equivoci su chi fosse.
Kageyama...” si meglio iniziare a prendere le distanze dovute.
Te ne vai sul serio.”
Sorrise.
Sempre diretto .
Si.”
Non rispose subito Tobio. Rimuginò un po' sopra a quello che voleva dire. Tipico di lui.
Non voglio.”
Il ragazzo alzò un sopracciglio mentre vedeva allontanarsi leggermente Kenma e Natsu per lasciarli un po' soli.
Non é mai stata una scelta che potevi prendere tu.”
Stavolta lo fissò negli occhi quando gli parlò “ Ti voglio bene.”
Fece talmente male che dovette chiudere gli occhi per non piangere. Si era ripromesso che non lo avrebbe più fatto e stavolta aveva due giorni di viaggio prima di potersi rintanare in una camera.
Prese un bel respiro e rispose a fatica esternando finalmente quello che per troppo tempo si era tenuto dentro “ Ed io ti amo. Bel casino eh?”
Kageyama rimase impietrito ed in quel momento Shouyo ricordò la reazione di Tetsuro che gli aveva raccontato Kenma.
Probabilmente era qualcosa di molto simile a questa.
La chiamata del loro volo riscosse Tobio dallo stato di trance in cui era caduto e solo in quel momento l'altro decise di parlare di nuovo.
Devo andarmene per sopravviverti Tobio. Non posso più restare qui. Non più. Vai avanti con la tua vita, questa è l'unica cosa che ti chiedo dopo tanti anni di amicizia. L'unica.”
Gli voltò le spalle e raggiunse Kenma e Natsu al gate.




   
 
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