Xehanort
si stava dirigendo verso lo studio del suo maestro, Ansem il saggio, guida e
capo degli abitanti di Radiant Gadern e anche colui che lo aveva trovato anni
prima. Xehanort però non ricordava ancora chi fosse, anche se ogni tanto
sognava dei cavalieri con delle strane spade, a forma di chiave.
Non sapeva
spiegarselo, ma aveva deciso di non raccontare a nessuno di quei sogni.
Adesso
pensava solo a raggiungere Ansem, e chiedergli quel permesso tanto sperato,
quello che lui insieme a Braig, Dilan, Even, Aeleus e Ienzo, gli altri 5
apprendisti d’Ansem, desideravano. Non sapevano spiegarselo, sapevano solo che
era importante.
In quel
momento arrivò Even; era di fretta, sembrava stese cercando qualcuno:
"Xehanort, finalmente ti ho trovato!", disse senza fiato.
Xehanort,
senza sorprendersi, essendo abituato a vedere quella scena gli chiese: "Che
cosa succede? Avete già cominciato?".
"No,
non ancora. Prima di procedere vorremmo avere il permesso dal maestro.”.
"Sempre
ad aspettare i permessi... potreste anche lanciarvi da soli qualche volta,
no?"
"Lo
sai benissimo che se disobbedissimo, Ansem ci scaccerebbe!"
"No,
non lo farebbe. Anche se non lo ammetterà mai, lui desidera quanto noi sapere
come nascono gli Heartless, e sopratutto cosa succede al corpo di chi lo
diventa”.
"Sarà
come dici tu. Io personalmente preferisco continuare a studiare prima di
procedere.”.
"Come
preferisci. Tu e Ienzo siete sempre alla ricerca della soluzione sui libri,
come se potessero spiegare tutto.”.
"Beh,
sempre meglio di te, che passi il tempo solo a cercare di ricordare il tuo
passato. Anche se dovessi riuscire a ricordarlo, poi che cosa faresti?”.
"va
beh, ho capito. Comunque che cosa volevi dirmi?"
"è
arrivato un visitatore, dice di provenire da un altro mondo e che desidera
parlare con il maestro!"
"Adesso
dov'è?"
"L'ho
portato dal maestro."
"Forse
è l'occasione giusta per chiederglielo. Se sono fortunato, lo straniero potrebbe
essere interessato anche lui, sopratutto se viene da un altro mondo.”.
Detto
questo si allontanò, lasciando Even da solo: "Patetico tentativo, non
riuscirà mai ad ottenere il permesso". Detto questo si allontanò anche
lui.
Xehanort
stava per aprire la porta, quando pensò che forse fosse meglio sapere di cosa
stavano parlando, prima di intervenire. Sapeva che se avesse disturbato una
discussione importante, non avrebbe ottenuto il permesso per l'esperimento.
Vide che
lo straniero non era tale, solo che Even non l'aveva mai visto. Di recente
veniva spesso a trovare il maestro. Aveva scoperto che era un re, e che era
diventato molto amico del maestro.
A quel
punto decise di entrare.
Appena
entrato disse: "Maestro. Riguardo all’esperimento, con il tuo permesso,
vorrei procedere... “.
"Basta”
disse Ansem.
"Dimentica
tutto questo parlare di porte segrete e del cuore di tutti i mondi."
"Ma,
maestro! Stavo pensando... "
"Xehanort.
E’ meglio dimenticare tutto ciò."
Xehanort
guardò Ansem con gli occhi pieni d'oddio, ma purtroppo non poteva fare nulla,
non in quel momento.
"Sì,
maestro."
Mentre
usciva guardo bene l'ospite. Li sembrava così strano che quel essere potesse
essere un re, piccolo com'era.
Xehanort
si diresse nei sotterranei, dove c'erano le stanze e i laboratori. Andò a
chiamare Braig e Dilan, gli unici che come lui desideravo condurre
l'esperimento, con o senza permesso. Li trovò nella biblioteca. Non appena i
loro sguardi s’incrociarono, capirono com'era andata.
"Allora,
vuoi procedere lo stesso, Xehanort?"
"SI.
Il maestro è solo uno stolto. Crede che riusciremo a dimenticare tutto, e fa
finta di non capire la grand’opportunità che abbiamo a disposizione.
Procediamo!"
"Ok,
ma dobbiamo chiedere comunque l'aiuto anche di Even, Aeleus e Ienzo. Lo sai che
senza di loro rischia di andare tutto a monte.”.
"Se
riuscite a convincerli, va bene. Vi aspetto, sapete voi dove."
Detto
questo, si avviò.