*Fanfiction
partecipante al primo Five Day For ZoSan indetto dal Forum
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ANGOLO
DELLA DEMENZA
Buongiorno di nuovo, miei prodi
e coraggiosi lettori! Eccomi tornata con la seconda flash che, insieme
alla prima, era quella che mi convinceva di meno. So che è
un'idea davvero cretina, ma le ho scritte entrambe di fretta (si
perché ho avuto più di due mesi per pensarci, ma
non mi veniva in mente niente di meglio da scrivere) e questo
è ciò che mi è uscito. Me le sono
tolte entrambe all'inizio, sperando che non facessero davvero
così schifo.
Con tutta probabilità, è davvero una cosa che,
anche se si tratta di AU, potrebbe forse mai succedere nella vita di
questi due; ma mi era sembrata abbastanza divertente. Sarò
quasi sicuramente ricaduta nell'OOC, ma questi due non mi ispirano
tenerezza, ma solo tante botte e insulti. Con ammmore, questo
è ovvio.
Ringrazio Mariaace
e killer_joe
che hanno recensito il capitolo precedente, sperando che lo facciano
anche per questa immensa stupidata! E chi l'ha messa tra le preferite;
grazie! *gongola*
A domani!
Peace & Love!
Parola: Spada
Non tutti i danni vengono per nuocere
Che
Zoro amasse passare le sue giornate in palestra ad allenarsi, non era
un mistero. Non lo era nemmeno il fatto che amasse anche
destreggiarsi con l'arte delle spade, e tutti annessi e connessi.
Sanji
non riusciva molto bene a comprendere quella sua passione; ma
d'altronde nemmeno il suo ragazzo sembrava capacitarsi del fatto che
il biondo mettesse la cucina sopra ogni altra cosa. Tante volte,
pensava, anche sopra di lui.
Il
verde adorava talmente tanto le spade, che era arrivato a tenersene
tre in casa; da collezione, diceva lui. A chiunque era proibito
toccarle, a maggior ragione a Sanji, che di quelle cose non capiva
assolutamente niente, e sicuramente maneggiandole o si sarebbe
procurato delle ferite mortali, o ancora peggio, avrebbe potuto
romperle.
Quel
giorno Zoro si era assentato per un momento dal loro appartamento, e
Sanji si era ritrovato a fissare quelle tre armi con estremo
interesse. Era finito col pensare che cosa avrebbe provato nel
tenerne una in mano, e dal pensiero all'atto vero e proprio non ci
andò molto.
“Beh,
pesante è pesante...” commentò ad alta
voce, staccando quella più
bassa dal muro su cui era esposta; per poco non gli scivolò
dalle
mani, rischiando di rovinare il bel parquet.
Il
cuoco la riprese in tempo prima che distruggesse il suo prezioso e
curato pavimento, portandola all'altezza dei suoi occhi azzurri.
La
sfilò dal fodero, facendo sì che la luce le
rimbalzasse addosso,
creando lame di luce sul metallo, che accecarono Sanji.
Nemmeno
il tempo di ammirarla per bene, che questa volta la spada gli cadde
davvero dalle mani, schiantandosi a terra e andando in mille pezzi.
“O
porca put...”
Non
finì la sua imprecazione che subito pensò di
riparare al danno
appena compiuto, prima che Zoro si decidesse di fare lui tanti
piccoli pezzettini.
Corse
nel mobile vicino alla porta d'ingresso, prendendo la super colla,
ben consapevole che non fosse un'idea geniale; ma sul momento non gli
veniva in mente nulla di più intelligente.
Incollò
il tutto alla bell'e meglio, riponendo la spada al suo posto e
aspettando inevitabilmente che Zoro tornasse.
“Ben
tornato!” cinguettò, accogliendo il suo ragazzo
con un bacio a
stampo, non appena varcò la soglia.
Zoro
lo guardò storto.
“Cosa
c'è che non va?” chiese sospettoso. Non era da
Sanji accoglierlo
in quel modo; di sicuro aveva combinato danno.
“No,
ma va! Perché pensi questo?” rispose nervoso,
mentre si sfregava
le mani sudate.
Era
più che palese che fosse successo qualcosa.
“Che
cosa mi nascondi?”
Sanji
si rabbuiò.
“Non
ti fidi di me?” chiese, cercando di celare il suo misfatto.
“No”
“Fottiti”
Ci
fu ancora uno scambio di battute simili, finché la faccenda
non si
risolse come al solito, in camera da letto.
Zoro
avrebbe scoperto presto che cosa aveva combinato il cuoco di casa, e
lo avrebbe rincorso con la spada mozzata minacciandolo di
infilargliela dove sapeva lui.
Inutile
dire che le urla di Sanji si sentirono per tutto il quartiere.