Da
quando era tornata, Tonks si era recata spesso al
cimitero, sempre da sola.
Questa
volta però era diverso, Bill si era offerto di andare con lei e nel mentre
avrebbe portato dei fiori anche a Fred. Lui non sopportava i cimiteri, le poche
volte che vi si era recato, negli ultimi due anni, era stato su sollecitazione
di sua madre e, comunque, ci era andato sempre in compagnia di qualcuno. Non
sapeva spiegarselo, essere lì, osservare la lapide… tutte le volte era come se
suo fratello morisse di nuovo, la sensazione era la stessa: con una persona al
suo fianco era diverso, come se quella seconda presenza al suo fianco gli desse
la forza per affrontare l’aria intrisa di dolore e desolazione del posto.
Nell’ultimo periodo lui e Tonks si erano avvicinati
l’uno all’altro, in particolar modo Bill che si accorgeva che i suoi sentimenti
nei confronti della ragazza stavano cambiando, non si trattava più di semplice
affetto o amicizia. Per il momento, però, si accontentava di starle vicino
senza rivelarle nulla, non sapendo che quello che provava, invece, era chiaro a
molte persone: lo si poteva intuire dal suo comportamento, dalle sue parole e
dalle sue azioni.
L’unica a non essersene accorta era la diretta interessata.
Era
una giornata di inizio Gennaio, particolarmente fredda,aveva nevicato per tutta
la notte e ora le aiuole e i tetti erano nascosti da un manto bianco; nelle
strade, invece, erano già intervenuti gli operatori magici rendendole
percorribili.
Bill
stava aspettando Tonks all’ingresso del cimitero,
adeguatamente riparato dal freddo da un caldo mantello invernale e da un paio di
guanti in lana; la ragazza non tardò a Materializzarsi nel luogo del loro
incontro.
Insieme
andarono a comperare dei fiori e poi entrarono.
Camminarono
lungo un viale di cipressi dal quale si snodavano una serie di stradine; la
tomba più vicina era quella di Fred, sepolto vicino ai fratelli di Molly morti
nella prima guerra contro Voldemort. La foto sulla
lapide era stata scattata al matrimonio di Bill e Fleur,
lo avevano preso alla sprovvista perché non amava farsi fotografare: in quel
momento nessuno avrebbe mai pensato che quell’immagine sarebbe stata il suo
ricordo più recente.
Gli
occhi di Bill divennero lucidi non appena si fu chinato a posare i fiori:
nonostante fossero passati due anni e mezzo, ogni qualvolta ritornava in quel
luogo non riusciva a non provare una morsa allo stomaco e quella sgradevole
sensazione poi si propagava lungo tutto il suo corpo e l’unica soluzione era
lasciarla uscire sottoforma di lacrime.
Tonks gli posò una mano sulla spalla, stringendola;
appena si riprese, Bill si alzò e dopo aver salutato un’ultima volta Fred che
sorrise ad entrambi, i due proseguirono lungo il sentierino,
in silenzio.
Arrivati
alla tomba di Remus, mentre Tonks
posava i suoi fiori, Bill notò qualcosa che il giorno del funerale non c’era.
Una striscia in marmo bianco circondava la lapide e la foto di Remus era stata spostata più in alto, nel punto in cui le
due pietre si univano.
Il
ragazzo vide Tonks inginocchiarsi e posare i fiori,
poi con un gesto delicato lei aveva accarezzato la foto di Remus,
che le sorrideva felice; infine aveva fatto scorrere la mano lungo la parte
bianca della lapide per poi alzarsi.
“Come
mai hai fatto aggiungere…” non finì la frase perché Tonks
si era girata verso di lui e nonostante gli occhi lucidi stava sorridendo.
Tonks si girò nuovamente verso la tomba. “Vedi questo è…”
stava per scoppiare in lacrime ma riuscì a resistere inspirando profondamente,
“Lui è…” Questa volta, però, non riuscì a trattenersi, nascose il viso tra le
mani. Istintivamente Bill l’abbracciò e non appena si fu calmata la lasciò
andare.
Ripresero a camminare, questa volta verso l’uscita.
“Scusa,
non dovevo interferire.” Le disse Bill seriamente dispiaciuto.
“Tu
non hai fatto nulla. Prima o poi dovrò riuscire a parlane, il fatto è che… non
sono ancora pronta.”
Una
volta usciti si sedettero su una panchina e il ragazzo le passò una mano
intorno alla spalle facendola appoggiare contro di lui.
Quel
gesto stupì Tonks che ancora una volta, però, lo
scambiò per un atto di profonda amicizia.
“Grazie,” sussurrò Bill dopo qualche istante di silenzio.
“Per
cosa?” Gli chiese Tonks sciogliendosi dall’abbraccio
e prendendo un fazzoletto dalla tasca interna del mantello.
“Io…
faccio fatica ad entrare nei cimiteri, da solo non ci riesco.” Ammise, infine.
“Non venivo qui da almeno un anno e non sono mai rimasto per più di pochi
minuti, giusto il tempo di arrivare dalla lapide di Fred, posare due fiori e
tornare indietro. Mi sono sempre vergognato per questo.”
“È
un modo di reagire… molte persone non riescono nemmeno a fare quello che hai
fatto tu.” Tonks si asciugò una lacrima e nel mentre
l’orologio di un campanile nelle vicinanze batté le tre.
“Dobbiamo
tornare verso Diagon Alley,”
disse Bill, guardandola negli occhi e sorridendole, un timido raggio di sole
gli illuminava il volto rendendo più evidenti le cicatrici che sfiguravano il
suo volto.
Dopo essersi alzati dalla panchina si Smaterializzarono.
“Ci vediamo stasera.” Gli disse Tonks una volta che
furono comparsi in Diagon Alley.
“Stasera? Ah, giusto, la cena…” Bill assunse uno sguardo preoccupato. “So che
ti sembrerà strano, ma potresti evitare di dire quello che abbiamo fatto oggi?”
Anche
se perplessa Tonks annuì. Poi ognuno andò per la sua
strada.
Quella sera si sarebbero rivisti: sapendo della lunga amicizia tra lei e
Charlie, Molly aveva deciso di invitarla a cena, in quel modo avrebbe anche
verificato se il messaggio non proprio velato dell’estate precedente era stato
recepito dal suo secondogenito. In realtà Molly, pensando che a Charlie
interessasse Tonks, aveva preso un colossale granchio
ma questo non poteva saperlo: se solo si fosse dimenticata per un istante delle
sue teorie e avesse osservato attentamente i due ragazzi, lo avrebbe capito.
Quella
sera Tonks si presentò alla Tana in perfetto orario.
Come sempre i piatti cucinati dalla signora Weasley
erano prelibati e la compagnia era eccellente; per la prima volta vide la tanto
decantata Audrey, sia Bill che George gliene avevano parlato, per non parlare
di Molly che la nominava in tutte le lettere che le scriveva.
La serata fu molto piacevole, l’unica cosa che lasciò un po’ perplessa Tonks fu la freddezza di Bill, era abituata a conversare
con lui, le piaceva la sua compagnia, ma quella sera le aveva rivolto la parola
sì e no tre volte e nemmeno in tono così tanto amichevole. Tutto ciò, contando
in particolar modo l’ora trascorsa insieme nel pomeriggio, era strano e anche
lievemente irritante. Prima di giungere a conclusioni affrettate, però, decise
di chiedergli cosa non andasse. Bill le rispose sottovoce che aveva mal di
testa. Tonks non credette molto a quella risposta, ma
poi decise di non pensarci e di godersi il resto della serata. Dopo, però, capì
lo strano comportamento del ragazzo. Nell’unico momento in cui Molly aveva
lasciato la cucina, Charlie le aveva detto che non poteva scherzare troppo con
lei perché già sua madre aveva supposto una love story tra loro due durante la
cena dell’estate precedente.
Senza
sapere realmente quali fossero i sentimenti di Bill, Charlie aveva aggiunto:
“Suppongo
che anche mio fratello stasera ti stia trattando in modo un po’ freddo, ma se
mia madre dovesse anche solo supporre un attaccamento tra voi due, non lo
lascerebbe più stare.”
“In che senso?” Quella frase l’aveva leggermente alterata.
“Nel senso che ha minacciato di fare la radiografia alle future ragazze che
porteremo a casa. E siccome la pace familiare sembra durare, almeno per ora,
credo non voglia dare a Molly nessuna scusa, nessun appiglio per farla
rincominciare a sragionare. E nemmeno io, quindi scusa se sarò un po’ freddo…
però ti voglio bene.” Charlie fece appena in tempo a sorriderle che Molly fece
ritorno nella stanza e, dopo aver controllato la situazione, si risedette a tavola
al fianco della sua futura nuora.
“Comunque ti manderò una lettera non appena ritornato in Romania,” le sussurrò
il ragazzo di sfuggita. Si sentiva un po’ vigliacco, non aveva voluto
raccontare il reale motivo… non credeva che Tonks
avrebbe preso molto bene la notizia che lei, secondo Molly, non avrebbe mai più
potuto essere felice di nuovo.
A fine serata Tonks salutò Charlie che il giorno dopo
sarebbe ripartito e, stando attenta a non farsi sentire, gli ricordò la
promessa della lettera. Poi salutò anche Bill con un abbraccio ringraziandolo,
sempre sottovoce, per il pomeriggio trascorso insieme.
Infine andò da Molly la quale non si era accorta di nulla, troppo presa da Ginny ed Hermione.
Quando finalmente riuscì ad arrivare a casa e ad infilarsi sotto al piumone
ripensò alla strana giornata appena passata e al bizzarro comportamento dei
suoi amici. Nonostante le perplessità si addormentò con il sorriso sulle
labbra.