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Autore: _ Arya _    20/09/2015    8 recensioni
Questa storia é il seguito di "On adventure with the Pirate" e riprende qualche mese dopo l'epilogo.
Rumplestiltskin ha dichiarato guerra ad Emma Swan, e di conseguenza a tutta la sua famiglia e il suo regno. La sua intenzione é quella di scagliare una maledizione simile a quella di Regina, ma peggiore: lasciare a tutti i propri ricordi, e far perdere ad Emma le persone che pié ama: suo marito e suo figlio.
La maledizione verrà lanciata... ma tutto andrà secondo i piani dell'Oscuro?
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[Dal Prologo]
-No! Killian no... non voglio perderti...- sussurrai quasi senza voce tra i singhiozzi, e lo guardai con disperazione in quello stato dal quale non poteva far nulla per liberarsi.
-Ti amo...- vidi le sue labbra pronunciare, prima di iniziare a contorcersi sotto il controllo del suo acerrimo nemico, che sembrava gli stesse causando dolore in ogni fibra del corpo. Era come se lo stesse causando anche a me, perché io e lui eravamo una cosa sola
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO

 









 
EMMA POV

Ricordavo ancora il momento esatto in cui Rumplestiltskin ci aveva dichiarato guerra tre mesi prima, bruciando completamente uno dei villaggi del nostro regno con tutti i suoi abitanti. Uomini, donne, bambini. Tutti.
E la cosa peggiore, era che l'aveva fatto per colpa mia, per iniziare la sua lenta vendetta nei miei confronti.
Era iniziata così la grande guerra, perfino peggiore di quella ai tempi di Regina. L'Oscuro aveva aperto tutte le prigioni per fare degli uomini peggiori della Foresta Incantata il suo esercito personale, e nonostante avessimo fatto molte vittime, altrettante ce n'erano state tra di noi.
Anche Hook portava ancora sul fianco destro la cicatrice di quando un mese prima era stato portato a casa da mio padre gravemente ferito: era allora che avevo deciso di smettere di fare la madre a tempo pieno, per quanto mi dispiacesse lasciare Liam, e quando il mio uomo era ripartito per il fronte, mi ero unita a lui. Non avrei potuto permettergli di morire senza essere al suo fianco per salvarlo, perché avevamo ormai imparato che insieme eravamo più forti.
Ero pentita di non aver chiesto un addestramento magico, ma prima non ne avevo mai visto la necessità. Nel periodo di pace, felicità e avventura, non avevo mai trovato motivo per cui imparare a fare incantesimi.
Eppure adesso mi avrebbe fatto comodo.
Adesso che eravamo prigionieri della nave “Revenge” di Barbanera.
Anche lui si era salvato, in qualche modo. E anche lui faceva parte dell'esercito di Rumplestiltskin, che l'aveva incaricato di portarci al suo cospetto.
Dopo essere stati convinti dalle fate a lasciare il palazzo perché non più sicuro per noi, eravamo salpati tutti con la Jolly Roger per cercare di raggiungere Arendelle e chiedere aiuto militare e magari magico: ma le cose erano andate male, e quando avevamo fatto tappa in un villaggio per fare rifornimenti, gli uomini di Barbanera erano riusciti a catturarci dopo aver messo tutti fuori gioco con della polvere soporifera. E ci eravamo svegliati incatenati nella Revenge, con Barbanera ad accoglierci.
I miei pensieri furono interrotti dalla luce che provenne dalla botola appena aperta, ed istintivamente strinsi Liam tra le mie braccia con forza, e Hook fece lo stesso con me.
Perché l'ombra che preannunciò l'uomo in arrivo non era quella del solito pirata brutto ma magrolino che ci portava da mangiare, bensì molto più grande. Enorme. Impressa nella mia mente da quasi due anni.
Barbanera.
-Buongiorno, adorati ospiti. La famiglia reale al completo... se solo l'Oscuro non mi avesse pagato tanto, vi avrei tenuti tutti per me. Come giocattolini!
-Cosa vuoi- sibilai tra i denti con odio, e sistemai mio figlio tra le braccia di suo padre.
-Mia cara Emma Swan! Quando vi ho accolti non ci ho fatto molto caso ma... siete cresciuta, vostra altezza, e in così poco tempo.- fece un profondo e goffo inchino.
-Sì, e tu sei ingrassato- non riuscii a trattenermi, spaventando la mia famiglia che mi pregò a bassa voce di smetterla, Hook compreso.
-Avete anche mantenuto il vostro spirito, mia cara. Devo proprio ammetterlo, non ho mai avuto una prigioniera tanto ribelle!
-Scusa, non è colpa mia se non mi sei mai piaciuto...- dissi quasi dolcemente, alzandomi in piedi nonostante le grosse catene alle caviglie che mi rendevano piuttosto instabile -Ma purtroppo... tu puzzi!
-Swan, fa' silenzio!- esclamò Hook guardandomi supplichevole, ma non poté far niente avendo il nostro bambino tra le braccia. Tuttavia era proprio lui il motivo per cui avevo deciso di attirare l'attenzione del grosso pirata, avevo visto come l'aveva guardato. I due si odiavano da anni, e non potevo neanche immaginare cosa avrebbe potuto fargli se avesse deciso di intrattenersi con lui.
-Mi dispiace, se non vi piace l'odore di uomo non posso farci molto... voi preferite l'odore di pivelli.- ghignò rivolto a Hook -Ma guardatelo, il temuto Capitan Uncino che stringe un marmocchio tra le braccia... mi viene da ridere!
Quest'ultimo digrignò i denti, ma non disse nulla. Sapevo bene quanto gli costasse, ma sapevo anche quale fosse il motivo per cui si stava trattenendo: noi. Me e Liam. Non voleva far arrabbiare il bruto e rischiare che ne subissimo le conseguenze. In qualche modo, ci stavamo proteggendo a vicenda.
-Sì, un pivello che ti ha buttato giù dalla passerella! Me la ricordo bene la scena! Legato e spinto giù... com'è che ti sei salvato, gli squali hanno pensato che tutto quel grasso avrebbe potuto fargli male alla salute?- lo sbeffeggiai per far tornare l'attenzione su di me scoppiando in una risata, così certa che non si sarebbe abbassato a colpire una donna che sussultai nel momento in cui mi afferrò il polso con forza, tanto da farmi male.
-Lasciala stare!- gridò Hook, e dopo aver lasciato Liam a mio padre si alzò in piedi per venire in mio soccorso, liberandomi dalla presa dell'altro.
-Prenditela con qualcuno della tua stazza, mia moglie non devi neanche sfiorarla con un dito. O giuro che ti farò penare così tanto che alla fine mi implorerai di ucciderti. Ma io non lo farò, ti lascerò in una pena eterna, tanto che non saprai più distinguere la realtà dagli incubi.
-Killian lo apprezzo, ma per favore, non metterti in mezzo!- esclamai e mi parai davanti a lui prima che Barbanera potesse reagire. Era ovvio che apprezzassi il gesto, il fatto che volesse proteggermi, ma doveva cercare di farsi furbo e capire che se lui avesse provocato quell'uomo non se la sarebbe cavata con poco. Probabilmente avrebbe potuto anche ucciderlo, non ero certa che Rumple lo volesse vivo a tutti i costi.
L'omone invece di avere qualsiasi tipo di reazione violenta scoppiò a ridere per l'ennesima volta, lasciandoci tutti basiti.
-Beh, che c'è? Perché dovrei picchiare un “uomo” che non è neanche stato capace di insegnare alla sua donna chi è che porta i pantaloni in casa?
-Non reagire- sussurrai al diretto interessato, mentre l'altro continuava a ridere apparentemente divertito. Era chiaro come il sole che volesse provocarlo mettendo in dubbio la sua mascolinità, ed immaginavo che per un uomo, soprattutto un pirata, dovesse essere difficile resistere dal reagire. Ma in quel momento l'avrei legato io stessa se fosse stato necessario: non potevo rischiare di perderlo per una situazione che in qualche modo dipendeva da me. Per quanto tutti avessero cercato di convincermi del contrario, nulla aveva potuto farmi cambiare idea del fatto che quella guerra fosse colpa mia. Solo per una convinzione malata di quel codardo di Rumplestiltskin, ma comunque mia.
-Che c'è Hook? Non vuoi insegnarle chi è che comanda? Le permetti perfino di indossare i pantaloni, letteralmente. Le donne dovrebbero portare i loro eleganti abiti che ci permettano di scoparcele in qualsiasi momento vogliamo!
Stavolta cercai di non reagire neanch'io, e strinsi forte la mano al mio uomo, mentre sentivo dietro di noi anche i miei genitori piuttosto frustrati del fatto che non potessero far nulla.
-Va bene, glielo insegnerò io per te.- fece, ed inaspettatamente con la spada tagliò le mie catene per attirarmi a lui, causando le grida da parte di tutti gli altri.
Sentii Hook tirare così forte, che se fosse stato possibile ero certa avrebbe spezzato le sue, di catene, grazie alla forza di volontà.
-Che cosa vuoi da me.- borbottai cercando di non far trasparire quanto fossi spaventata, perché stavolta completamente senza via d'uscita e le sue intenzioni erano piuttosto chiare.
-Domarti. Sei una donna tesoro, non dovresti comportarti da uomo. In più, non sarà terribile... ammetto che non sei il mio tipo, preferisco le rosse... ma sei piuttosto bella, quindi farò un'eccezione!- esclamò con un sorriso soddisfatto, e senza la minima delicatezza mi prese il viso tra le mani sudicie e mi baciò.
Sputai nella sua bocca senza pensarci due volte nello stesso momento in cui i miei genitori e Hook gridarono, e i bambini scoppiarono a piangere.
-Mi avrai quando l'inferno gelerà, Barbanera!- esclamai disgustata, pulendomi con una manica -Baci da schifo, ci credo che non hai una donna!


HOOK POV
-Swan ti scongiuro, non provocarlo!- gridai tirando le catene per l'ennesima volta, sperando che per miracolo si spezzassero e mi permettessero di correre in suo soccorso.
Quando l'aveva attirata a sé avevo sentito il sangue gelarmi nelle vene, e mi ero odiato come non mai per non poterla proteggerla e tenere al sicuro tra le mie braccia. Ma non potevo permettergli di andare oltre, avrei preferito morire piuttosto che guardare quel mostro farle del male.
Per quanto amassi il suo carattere combattivo e determinato, avrei voluto che per una volta stesse in silenzio e gli chiedesse scusa, così magari l'avrebbe risparmiata.
-Chiudi quella bocca Hook, se non vuoi che uccida la tua mogliettina!- gridò invece quello in preda all'ira, strattonandola per un braccio e facendola gridare; grida che mi lacerarono nel profondo, tanto da farmi sentire realmente un forte dolore al petto.
-Prendi me al posto suo, torturami, fa' quello che vuoi, ma per favore, non lei...- lo supplicai, non vedendo nessun'altra alternativa. Mai avrei voluto supplicare quel codardo, ma per Emma avrei fatto questo ed altro.
-Potrei, sai? Ma così è più divertente... così ti farò più male. Ucciderti sarebbe troppo facile! Mi guarderai far godere la tua donna, e magari quando te la ridarò sarà più docile! Ora che ci penso, credo dovrai ringraziarmi!
Detto questo non fece passare un solo attimo che le strappò di dosso il panciotto, spingendola al muro con violenza e stringendole il seno, ora coperto soltanto dalla stoffa leggera della camicia.
-Lascia stare mia figlia, codardo! Se proprio vuoi una donna... prendi me, ma non lei!- intervenne Snow tra le lacrime, e sua figlia gridava di dolore straziandomi il cuore ancora una volta.
-Mi dispiace, nulla di personale Altezza. Ma per far male al capitano da strapazzo, deve essere vostra figlia...
-Ho detto di no!- gridò Emma dimenandosi, ma quello le prese la testa e la sbatté contro la parete facendola gridare di nuovo, e approfittò della sua debolezza per slacciarle i pantaloni.
Con la vista ormai talmente offuscata dalle lacrime non riuscii a vedere cosa fece la ragazza per rivoltare la situazione e far urlare di dolore lui, ma lo vidi piegarsi su sé stesso, cosa che non poté che farmi gioire nonostante tutto.
-Te l'ho detto, schifoso! Non devi neanche provare a toccarmi! Ti castro con le mie stesse mani!
-Posso fare anche a meno di te, sgualdrina!- gridò con rabbia e la spinse con violenza contro la parete opposta, e quella scivolò a terra troppo lontano perché potessi soccorrerla.
Il capitano scoppiò in quella che era ormai l'ennesima risata e senza dire una parola risalì le scale per chiuderci nuovamente nella botola.
-Emma!- gridammo all'unisono io ed i suoi genitori, uno più preoccupato dell'altro, e cercai nuovamente di spezzare le catene per poterla raggiungere e assicurarmi che fosse tutto a posto.
Ci guardammo tra di noi con disperazione non vedendola muoversi, tutti e tre in lacrime: e i bambini piangevano così forte che sembrava avessero capito anche loro cosa fosse successo.
-Sto bene.- bofonchiò a sorpresa tossendo e sputando sangue, poi si trascinò fino a noi: non attesi un solo attimo, e non appena fu abbastanza vicina la presi e la strinsi tra le braccia, chiudendo gli occhi e lasciando che le ultime lacrime mi scivolassero via.
-Stai bene tesoro? Davvero?- sussurrai allontanandola leggermente per poterla guardare meglio, e lei sorrise.
-Sì. Non ha capito con chi ha a che fare! So difendermi io.
Non piangeva, neanche una sola lacrima, ma il tremore la tradì rivelandone il lato fragile, quella parte di lei che aveva avuto paura, almeno per un po', che le fosse fatto del male. Quindi senza aggiungere altro la strinsi nuovamente, e tentai di accertarmi che la ferita alla testa non fosse grave, nonostante stesse perdendo sangue.
Fortunatamente anche i genitori reagirono in fretta, e Snow mi passò un pezzo di stoffa bagnato, che poggiai sulla ferita provocando un leggero sussulto da parte della ragazza.
-Non dovevi reagire tesoro, lo so che lui ha provocato ma...
-Se la sarebbe presa con te. È te che odia. Ho reagito per... per distogliere l'attenzione da te, perché avrebbe potuto ucciderti. Mentre sono certa che Rumple mi voglia viva.
-Avrebbe potuto ugualmente farti del male! Ci è mancato così poco che...
-Zitto!- esclamò divincolandosi dall'abbraccio -Avrei preferito quello piuttosto che vederti morto, se permetti! Solo perché sono una donna non vuol dire che non posso essere io a proteggere te!
-Oh Swan, non c'entra nulla il fatto che tu sia una donna! È che non l'avrei sopportato, se ti avesse fatto qualcosa!
-Già, come io non avrei sopportato se avesse fatto qualcosa a te. Se ti avesse ucciso!
-Ti amo da morire...- sussurrai e la strinsi nuovamente, questa volta baciandola con passione incurante del fatto che i suoi genitori fossero lì accanto e che suo padre avrebbe potuto darmi un pugno. Nel frattempo lei ricambiò allo stesso modo, e potei finalmente essere sicuro che stesse bene.
Dopo aver rassicurato anche i suoi genitori, riprese in braccio un Liam piuttosto affamato, e ci mettemmo in disparte per quanto potessi muovermi in modo che potesse allattarlo con calma.
Nostro figlio era davvero cresciuto, aveva 8 mesi ormai, ed era un bambino molto curioso e vivace. Nonostante ancora non avesse mai pronunciato consapevolmente le parole “mamma” o “papà”, era solito borbottare così tanto da far sembrare che stesse parlando. Purtroppo però in questi ultimi 10 giorni aveva smesso quasi del tutto, e sia io che Emma eravamo preoccupati che potesse in qualche modo rimanere segnato da quest'esperienza, in qualunque maniera fosse andata a finire.
-Starà bene, tesoro. Staremo tutti bene, vedrai che troveremo il modo di uscire da questa situazione... ci riusciamo sempre.- cercai di rassicurare la sua muta preoccupazione che traspariva dal suo sguardo.
-Non lo so... di solito uno di noi è sempre stato libero! Ora siamo entrambi imprigionati... ci ho provato a usare la magia, sai? Ma niente, non vuole saperne. Io non avrei voluto tutto questo per nostro figlio...
-Lo so, neanch'io. Ma supereremo tutto, siamo una famiglia che non si da' per vinta.
-Già...- fece pensierosa, accarezzando la testa al piccolo -Ma mi chiedo che razza di intenzioni abbia Rumple. Insomma, siamo in viaggio da 10 giorni! Lui potrebbe semplicemente materializzarsi con uno schiocco di dita, no? Non ha senso tutto questo, e ammetto che la cosa mi spaventa. E Liam! Già finito di mangiare, non hai più fame?
Mi voltai verso mio figlio che sembrava riluttante a continuare la poppata, e si era limitato a stringersi tra le braccia di sua madre. Non aveva gattonato neanche una volta da quando eravamo lì, probabilmente aveva paura come noi.
-Non è così poco, sta bene. La tua testa come va?
-Sto bene... non è niente. Credevo peggio perché la botta è stata un po' forte...
-“Un po'”...- borbottai cingendole le spalle per poi poggiarmi contro il muro di legno insieme a lei, e posai la mano su quella del piccolo, che me la strinse.
Avrei tanto voluto che quei giorni fossero stati un incubo, come d'altronde gli ultimi tre mesi, e che fossimo in viaggio sulla nostra nave, allegri e spensierati, come i primi tempi.


EMMA POV
Rimasi in quell'angolino con Hook e Liam per un tempo indefinito, ma sicuramente non molto breve, prima di rendermi conto che non ci stavamo più muovendo.
Mi scambiai un'occhiata con l'uomo e i miei genitori, e nessuno volle esprimere le sue preoccupazioni ad alta voce.
Perché se ci eravamo fermati voleva dire che eravamo giunti a destinazione. Da Rumplestiltskin, e non avendo la minima idea di cosa volesse farci avevo paura che la storia potesse avere un fine non molto lieto. Perché la mia dannata magia non voleva più collaborare?! Avrei potuto trasportarci tutti di nuovo a casa, o sulla Jolly Roger, o comunque in un posto sicuro, lontano dal pericolo. Soprattutto per via dei bambini, perché era davvero troppo fargli vivere un'esperienza del genere, avrebbero potuto rimanere traumatizzati a vita, e se fosse successo non avrei mai potuto perdonarmelo.
Quando sentimmo la botola aprirsi nuovamente, mi ricoprii velocemente e tornammo vicino agli altri per rimanere uniti, per quanto potesse servire.
Il primo a scendere fu nuovamente Barbanera, e Hook mi strinse il braccio con tanta forza da farmi quasi male. Dolore che sopportai con gioia, dato che era molto meglio dell'essere scaraventata contro le pareti di mogano dall'altro pirata.
-Tranquillo principino, non sono venuto per fare del male alla tua ragazza.- sbuffò quello con una risata, ma nessuno fece in tempo a tranquillizzarsi che dietro di lui comparve Rumplestiltskin.
Aveva una pelle strana, come anche i suoi occhi... era tornato ad essere completamente l'Oscuro, con pochissimi segni di umanità ancora intatti. Come aveva potuto ridursi in quella maniera?
-Già già già... lui non le farà niente, perché l'onore spetta soltanto a me!- esordì l'Oscuro, con una voce divertita quanto inquietante.
-Non avvicinarti a lei!
-Lontano da mia figlia!
Sia Hook che mio padre mi si pararono davanti, mentre mia madre si avvicinò col piccolo Leopold e mi strinse un braccio, nemmeno lei intenzionata a lasciarmi andare.
-Oh, così sarà ancora più divertente! Io non ho intenzione di avvicinarmi a lei... sapete, ci sono modi migliori per far soffrire qualcuno! Per esempio, portargli via le persone amate... come lei ha fatto con mio figlio e mia moglie.
-Rumple, per la miseria, io non te li ho portati via! Se te li sei lasciati scappare che colpa ne ho?! Sii ragionevole, sei un uomo intelligente!- esclamai, non muovendomi dal mio posto soltanto per tenere al sicuro Liam.
-Intelligente? Oh sì, lo sono. Ragionevole? Non dopo quel che mi hai fatto, mia cara. Non dopo che mi hai rovinato la vita! Sciò, sciò!- fece infastidito, e gli bastò uno schiocco di dita per scaraventare via mio padre e mio marito, e per una volta ringraziai che fossero legati o avrebbero potuto farsi seriamente male.
Io cercai di indietreggiare, ma non servì a nulla e il demone mi si parò davanti con un sorriso crudele: mi spaventò così tanto soprattutto perché il suo sguardo non era rivolto a me... ma al bambino. Al mio bambino.
Iniziai pian piano a capire in cosa consistesse il suo piano, almeno in parte, e non potei impedire alle lacrime di scivolare via. Voleva ripagarmi con quella che secondo lui era la mia stessa moneta: portarmi via mio figlio.
-Ti prego! È ancora così, piccolo... ha bisogno dei suoi genitori!- lo supplicai, stringendolo forte al petto, pur sapendo che avrebbe potuto strapparmelo via senza la minima difficoltà.
-Può sopravvivere anche senza di voi. Come dire... ci sono tante persone che vorrebbero un bambino e non possono averlo...
-No! Ti prego, ti prego... farò qualunque cosa tu mi chieda, ma non portarmelo via!
Con la coda dell'occhio vidi gli uomini intenti a liberarsi da una stretta invisibile: probabilmente Rumple li aveva immobilizzati con la magia.
-Tu non meriti alcuna pietà, Emma Swan.- sussurrò continuando ad avvicinarsi a me, costringendomi ad aderire completamente contro il muro, spaventata e disperata -Ma ti farò un regalo. Ti dirò ciò che succederà ora, nel giro di pochi minuti...
Deglutii, e non riuscii a dire niente. A cosa sarebbero servite le mie parole se non a farlo arrabbiare ancora di più? Non potevo far altro che ascoltarlo, e sperare che la sua vendetta avesse qualche buco, qualche rimedio. Qualunque cosa mi avrebbe evitato di perdere mio figlio.
-Ho già lanciato la maledizione, prima di scendere qui. Tra poco la vedrai avvicinarsi coi tuoi occhi... ho, diciamo, isolato questa parte di nave per poterti prima incontrare... ma sta già agendo. Ben presto, tutti gli abitanti della Foresta Incantata finiranno in un altro mondo, un mondo in cui io avrò il pieno controllo su tutto. Ho perfezionato la maledizione che avevo prestato a Regina... quindi manterrete tutti i vostri ricordi. Sarete miei schiavi, i miei burattini. Ma non è poi così terribile, no? Ma vedi, cara Emma... tuo figlio non verrà. Sarà spedito al di fuori dei confini, e qualcun altro si prenderà cura di lui. Chi? Non ne ho idea! Chi lo troverà per primo, immagino! E poi... neanche tuo marito verrà con noi. Tuttavia non lo manderò via... lui rimarrà qui. Da morto, ovviamente
-NO!- gridai in lacrime, mentre lui rideva nuovamente imitato da Barbanera -Non puoi! Belle e Bae non sono morti! Ti prego, no... perché...
-Perché?!- esclamò, portandomi una mano alla gola, e avvicinando la testa tanto da farmi sentire il suo alito pestilenziale -Perché tu dovrai perdere tutto, Emma Swan. Dovresti ringraziarmi del fatto che tuo figlio vivrà... io in fondo ho un animo tenero, e non potrei fare del male a un bambino.
-Lo strappi ai suoi genitori! E Hook... non... non puoi, uccidi me...- continuai a supplicare tra lacrime e singhiozzi, mentre una parte di me iniziò a percepire una magia oscura, oscura e potente che si stava facendo sempre più vicina. La sentivo come un vortice di vento gelato, un vento destinato a strappar via tutta la felicità che avevo in corpo, tutta la gioia, la speranza, la forza.
Non volevo credere che avrei perso mio marito e mio figlio nel giro di pochi attimi, doveva essere un brutto incubo da cui mi sarei svegliata nel mio letto, tra le braccia del mio pirata. Piangevo senza ritegno, come se sperassi in tal modo di impietosire quell'essere senza cuore, che mi riscossi solamente nel momento in cui lo vidi sollevare Hook a mezz'aria.
-No! Killian no... non voglio perderti...- sussurrai quasi senza voce tra i singhiozzi, e lo guardai con disperazione in quello stato dal quale non poteva far nulla per liberarsi.
-Ti amo...- vidi le sue labbra pronunciare, prima di iniziare a contorcersi sotto il controllo del suo acerrimo nemico, che sembrava gli stesse causando dolore in ogni fibra del corpo. Era come se lo stesse causando anche a me, perché io e lui eravamo una cosa sola.
Ormai gridavamo tutti, io, i miei genitori, i bambini, e nessuno sembrava poterne fare a meno: allo stesso tempo gli altri due ridevano, ridevano e godevano della sofferenza che stavano provocando.
-Va bene, va bene... purtroppo non ho molto tempo, anche se mi sarebbe piaciuto divertirmi ancora un po'. Addio, mio caro capitano!- sghignazzò l'Oscuro, e sotto il mio sguardo terrorizzato ed in preda allo shock, lo scaraventò con tutta forza contro il barile di rum accanto a me, e il suono della sua testa che sbatteva fu così lacerante che mi sembrò mi si stesse squarciando il petto.
Piansi ancora più forte e mi chinai su di lui, per constatare con orrore che un'enorme pozza di sangue si stava formando sotto il suo capo.
Il suo petto invece era fermo.
Aveva smesso di alzarsi e abbassarsi.
Il cuore aveva smesso di battere.
-A te l'onore Barbanera, finiscilo pure... per sicurezza!
E fu allora che qualcosa dentro di me andò in contrasto con l'ambiente circostante: il braccio del pirata assassino sembrava quasi muoversi al rallentatore, insieme alla nuvola nera ormai sul punto di avvolgerci.
Una potente forza interiore sembrò sussurrarmi con dolcezza che non avrei perso mio figlio, e non avrei perso l'uomo che amavo.
Istintivamente strinsi Liam a me, e poggiai la mano libera su quella di Killian.
Sentii l'aria venirmi meno, ma allo stesso tempo un'inspiegabile sorta di leggerezza mi permise di ascoltare il silenzio prima di perdere i sensi.
Silenzio. Totale silenzio, più nessuna risata, nessun rumore di pelle squarciata, solo silenzio.
Pace e silenzio.
Fu soltanto per quello che diedi tregua ai miei sensi e mi lasciai finalmente andare.


 
***
 

 
Londra, 2 Febbraio 2015.

Rumori strani.
Suoni sconosciuti.
Suoni sconosciuti e assordanti mi riempirono la testa.
E voci: voci potenti, quasi grida, voci determinate.
Aprii gli occhi d'istinto, e quando incrociai lo sguardo con quello di una donna, ebbi soltanto le forze di fare una domanda.
-Loro come stanno?
Poi tossii, e vidi la mano di quella portare qualcosa di trasparente sul mio viso, per coprirmi il naso e la bocca.
-Sono tutti vivi. Deve stare calma ora, si rilassi. Siete tutti vivi.
Siete tutti vivi.
Io ero viva.
Liam era vivo.
E Killian era vivo.
Mi bastò quello per sorridere: la mia magia ci aveva salvati per la seconda volta... la magia bianca. Quella che alla fine, continuava a prevalere in me.
Col cuore colmo di speranza, ma stremata, lasciai i sensi cedere ad un sonno profondo.






















 
Angolo dell'autrice;
Ciao! Come promesso, dopo aver finito l'altra ff, inizio col postare il prologo di questa. (A proposito, per rispondere alle recensioni preferirei essere comoda e avere tempo, lo faccio appena torno a casa qualche giorno! Ma grazie a tutti :) )
Sono passati pochi mesi dall'epilogo, circa 7, e tutti sono impegnati in una guerra contro Rumple, che vuole vendicarsi in maniera piuttosto malsana... anche se forse, ha un piano di fondo.
Non tutto sembra essere andato come sperava però, ed Emma nel momento del bisogno è riuscita ad utilizzare la magia per cercare di portare tutti in salvo... anche se con "tutti", si intende solo Killian e Liam, non avendo il controllo sui suoi poteri.
Ho la trama già bene in mente, almeno per metà della storia... ma continuerò a postare questa e l'altra tornata a casa, ora non ho molto tempo per scrivere!
Spero che questo inizio della seconda parte vi possa incuriosire, e spero di non deludere!
Un abbraccio :*


 
   
 
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