Capitolo 77: Chiacchierate
La sera calò, i Mugiwara e i pirati di Shanks, si erano accampati nei dintorni del villaggio. Gli
abitanti, venendo a sapere delle loro intenzione di aiutarli, avevano cercato
di ringraziarli con il poco cibo che avevano, ma essi si rifiutarono, decidendo
invece che sarebbero stati loro ad offrire la cena a quelle persone.
Si vergognavano a togliere il cibo di bocca a quelle povere persone e
questo per loro era il minimo.
Le loro risorse scarseggiavano, ma andando a caccia potevano rimediare
qualcosa, dato che per loro i grandi bestioni che vivevano nella foresta, non
erano un vero e proprio problema.
Zoro infatti era riuscito ad accoppare una tigre e un gorilla gigante, senza
troppi sforzi, mentre Tashigi aveva avuto qualche
problema a mettere fine alla vita di un povero animale innocente, che se la
sarebbe mangiata senza problemi.
Lo spadaccino la guardò seccato “Mi dici perché sei voluta venire?”
“Volevo aiutarti!” disse semplicemente il membro della marina.
“Bhe la prossima volta, mi aiuteresti di più se
aiutassi Sanji a cucinare o distribuire il cibo agli
abitanti!” disse Zoro, mentre legava le zampe della tigre e il gorilla per
trasportarli tutti insieme.
“Sei un maschilista. Non credevo fossi il tipo di persona che pensa che il
posto della donna è in cucina!” disse Tashigi offesa.
“Non sono un maschilista, volevo semplicemente dire che avresti dovuto
trovarti qualcos’altro da fare se non sei in grado di uccidere un animale per
sfamarti!” disse Zoro.
Tashiji mise il broncio e stette in silenzio per
un po’.
Lo spadaccino, che di solito avrebbe apprezzato quel silenzio, sentendo una
certa tensione da parte del membro della marina, si fermò, lasciò la fune con
cui trasportava gli animali e ponendosi davanti a lei disse “Ora mi vuoi dire
che ti prende?”
Tashiji sbuffò “C’è che non riesco a capirti! Sembra che la mia presenza ti dia sempre
fastidio!”
Zoro sbuffò.
“Allora? È così?” chiese Tashiji determinata a
voler sapere la risposta.
“No, non è così è solo che… ah lasciamo perdere!” disse Zoro cercando di
riprendere il cammino, ma la ragazza afferrandogli il braccio disse “No, non
lasciamo perdere. Sei sempre scontroso con me. Anche quando ci è capitato di
baciarci eri nervoso e anche quando ci siamo spinti oltre. Quindi io mi chiedo
quale è il tuo problema?”
“Non ho nessun problema!” disse Zoro cercando di scostarsi dal membro della
marina, che sembrava invece non intenzionata a non mollarlo.
“Si invece. C’è qualcosa che ti infastidisce, dimmi cos’è o non ti lasciò
andare!” disse Tashiji sebbene sapesse che Zoro
avrebbe potuto liberarsi come niente.
“Tu! Tu mi infastidisci!” urlò Zoro.
“Cosa? Prima dici che sono un fastidio ora dici che lo sono? Deciditi!”
disse la ragazza confusa e contrariata.
“Si…cioè no…accidenti!” disse lo spadaccino liberandosi dalla presa della
ragazza e voltandosi di spalle. Non gli piaceva come si stavano mettendo le
cose.
“Zoro…!” disse Tashigi esasperata
“Mi innervosisce questa situazione!” disse l’interpellato.
“Quale?” chiese Tashigi non riuscendo più a
seguirlo.
“Tu…io…noi due…mi infastidisce il fatto che mi sto innamorando di te!”
disse Zoro tutto di un fiato, sorprendendo la ragazza.
“Ti stai innamorando di me?” disse Tashigi
commossa, prendendo di sorpresa Zoro che non si era realmente accorto di quanto
detto.
“Non è quello c-che v-volevo dire… io e…e c-che tu…” Zoro sbuffò
esasperato.
“Ti crea problemi che io sia un marine, come a me mi crea ansia il fatto
che tu sia un pirata!” disse comprendendo finalmente le ragioni dello
spadaccino, il quale però imbarazzato dalla piega che aveva preso il discorso,
riprese il cammino, senza più rispondere alle domande del marine.
“Siete stati gentili a invitare tutti gli abitanti al banchetto, ma come
potete sfamare tutti noi?” chiese l’uomo che aveva raccontato la storia del suo
villaggio a Shanks.
L’uomo dai capelli rossi sorrise divertito “Non si preoccupi, so che la
maggior parte di noi, può sembrarle un semplice pirata, con abilità non diverse
da qualsiasi essere umano, ma mi creda che qui tra noi, non c’è una persona
normale. Ecco, guardi!” disse Shanks, che proprio in
quel momento aveva visto Zoro e Tashiji tornare con
dietro due bestioni che a colpo d’occhio, diverse tonnellate ciascuno.
L’uomo spalancò gli occhi “Come è possibile…come fa a trasportare quei
bestioni…e come ha fatto a ucciderli?”
“E quello è niente. Dovresti vederlo con le spade. L’acciaio sembra burro
quando incontra la lama delle sue Katane!” disse Usopp aggiungendosi al discorso “E lui non è nemmeno il più
forte!”
“E chi è?” chiese incuriosito “La renna parlante scommetto! Lui è un
possessore di un frutto del diavolo, non può essere altrimenti!”
Chopper che era accanto a Usopp cominciò a
gongolare per il complimento fatto.
“Non conosco la forza dei pirati di Shanks,
quindi la mia classifica è Shanks, Rufy e Zoro!” disse Usopp.
“Anche la mia, anche la mia!” disse Chopper saltellando.
“Mi reputi più forte di Rufy?” disse Shanks incuriosito.
“Bhe sei uno dei quattro imperatori e poi dalla
tua parte hai l’esperienza, ma sono sicuro che mio padre ti da filo da torcere,
proprio come io sono a un passo da Zoro e Rufy!”
disse il cecchino colpendosi il petto.
“Ehi, vedi di sgonfiare un po’ la tua presunzione!” disse Nami che si stava avvicinando, seguita da colei che si
definiva sua madre.
Non ne poteva più di averla appresso ed aveva raggiunto i suoi compagni per
chiedere al marito della donna, di allontanarla per un po’.
Ella una volta libera dalla presenza costante della signora, si diresse
verso Robin, che si era isolata dal gruppo, andandosi a sedere su uno scoglio
molto vicino al mare, tanto che gli spruzzi dell’acqua di tanto in tanto le
sfioravano la pelle.
Ella era assorta nei suoi pensieri, tanto che sobbalzò quando sentì la voce
della navigatrice.
“Non è pericoloso per te stare così vicino all’acqua?”
“Nami…n-non mi sono accorta di te!” disse Robin
seriamente.
L’interpellata le si sedette accanto e senza giri di parole disse “Questo
non è da te. Quindi posso dire con certezza che hai qualcosa che ti preoccupa!”
Robin stette in silenzio e fissò il sole ormai quasi inghiottito dalle
acque del mare.
“Robin, dimmi cos’hai. Mi sono accorta che oggi hai mentito a Rufy, quando hai detto di non conoscere Crois
e Regina, mi domando il perché!” disse Nami cercando
di guardarla negli occhi, ma la donna continuava a fissare l’orizzonte.
“Robin, siamo come sorelle e ci siamo ripromesse di essere sempre sincere
l’una verso l’altra e anche verso i nostri compagni dalla faccenda di Ennies Lobby. L’averci nascosto parecchie cose ad allora,
ci è quasi costato caro, non fare lo stesso errore!”
“Non è niente che possa mettere in pericolo voi, tranquilla!” disse Robin
incrociando il suo sguardo.
“Forse no, ma fa soffrire te. Avevi perso quella tristezza e quel dolore
che caratterizzavano i tuoi occhi e ora eccoli qui che mi stanno fissando. Se
soffri tu, soffriamo anche noi!” disse Nami
poggiandole una mano sulla spalla.
“è qualcosa di cui non vado fiera, ma che ho dovuto fare. Non vi era altro
modo e Regina e Crois fanno parte di questa mia scelta!” disse Robin sospirando.
“Dimmi pure. Non ti giudicherò!” disse Nami.
“Crois e Regina erano alleati di Crocodile proprio come me, ci siamo separati poco prima di Alabasta e io li consideravo quasi degli amici” cominciò a
raccontare l’archeologa e vedendo la confusione negli occhi di Nami continuò “Erano brave persone allora, cioè erano
pirati della miglior specie diciamo. Non commettevano cattiverie se non
costretti da Crocodile e i suoi principali alleati.
Proprio come me, cercavano di sopravviere e per
questo abbiamo legato, ma la differenza tra me e loro era che non erano
ricercati dal mondo intero, il governo non era interessato alle loro testa,
quindi quando per si presentò l’occasione, lasciarono la ciurma di Crocodile, decisero di andarsene e io approfittai di questa
situazione!”
“Cosa vuoi dire? Li denunciasti per aggraziarti Crocodile?”
chiese Nami sapendo che Robin non era proprio pulita.
L’archeologa scosse la testa “No, li aiutai a scappare, ma in cambio
affidai loro qualcosa!”
Nami a quelle parole si fece più curiosa “Che
cosa?”
Robin si morse il labbro nervosamente “Come tu sai ero il braccio destro di
Crocodile, ma delle volte lui pretendeva qualcosa di
più e se non l’avessi accontentato mi avrebbe consegnato al governo!”
Nami dallo shock si alzò in piedi di scatto e
nervosamente disse “L-lui n-non p-può averti ab-bligato
ha c-compiacerlo. N-non avrebbe p-potuto denunciarti al Governo s-senza che
anche l-lui ci rimanesse immischiato!”
Robin sorrise, sebbene non fosse un sorriso di felicità “Nami nel governo ci sono anche degli impostori. Persone che
si spacciano per i guerrieri della giustizia, solo per accaparrarsi tramite
accordi di altri pirati, le taglie di altri pirati. Crocodile
avrebbe potuto consegnarmi a uno di questi impostori, che mi avrebbe consegnata
viva o morta ai capi, spacciandomi per una loro cattura e poi si sarebbero
beccati la ricompensa!”
Nami si risedette nuovamente, ma era
visibilmente tesa “Continua!”
Robin sospirò “Bhe Nami,
dovresti sapere cosa può implicare un certo rapporto fisico in una donna!”
“Non mi dire che…” cominciò la navigatrice senza trovare il coraggio di
continuare ad andare avanti.
“Si, sono rimasta incinta. Crocodile non lo ha
mai saputo. Quello che gli interessava era solo il potere, non gli sarebbe
importato niente di un figlio e quindi ricorrendo ai miei poteri sono riuscita
a nascondergli la gravidanza. È stata proprio Regina ad aiutarmi a partorire.
Lei sapeva tutto e dato che mi fidavo di lei e data la sua intenzione di voler
fuggire da quell’inferno a cui io non avrei mai potuto sottrarmi da sola le
affidai la bambina, mia figlia!” Robin si asciugò la lacrima che le stava
percorrendo la guancia.
Nami era incredula.
“Regina aveva detto che voleva tornare sulla retta via, insieme a Crois e io mi sono fidata. Ho sperato una vita migliore per
mia figlia e invece niente è andato come avrei voluto. Sembra che il destino ce
l’abbia con me e che sia intenzionato a perseguitare anche le persone con cui
ho un legame e questo…questo sta diventando davvero troppo per me!” disse Robin
cominciando a piangere più copiosamente “Io non riesco più a sopportare tutto Nami. Non so cosa devo fare adesso!”
Nami sentì una stretta al cuore. Era dai tempi
di Ennies Lobbies che non
vedeva la donna in tanta pena e non potè fare a meno
di abbracciarla. L’unico modo che trovava in quel momento per darle conforto
era farle sapere che le era vicino.
Passò diverso tempo e i singhiozzi di Robin si calmarono.
“Vedrai che troveremo un modo per risolvere questa situazione!” disse Nami
“Come?” disse Robin.
“Intanto dobbiamo scoprire dov’è e poi puoi riprendertela, sempre se Regina
non l’ha…”
“è viva. O almeno così mi ha detto Regina, ma Nami…non
posso semplicemente riprendermela. Io l’ho abbandonata, probabilmente non vorrà
sapere niente di me e io fossi al suo posto non me ne andrei con una donna che
non mi ha voluto!”
“Ma lo hai fatto per il suo bene!” disse Nami
cercando di rincuorarla.
“E ho fatto proprio un bel lavoro. Come può perdonarmi di averla lasciata
in mano a degli assassini a vivere in un villaggio di pirati, assistendo a
chissà quali orrori!”
Nami sospirò, non sapendo proprio come
aiutarla.
La cena aveva rallegrato tutti gli abitanti, che a parer dei pirati,
avevano già acquistato un po’ di colorito e di forze.
Era una vera soddisfazione per i Mugiwara e i
pirati di Shanks vedere i volti fino a poco prima,
tristi e depressi, con un sorriso ed era una gioia vedere i bambini che si
facevano incantare dai racconti di Usopp e Yasopp, i quali avevano entrambi la caratteristica di
ingrandire le cose, mettendo la loro persona a personificare l’eroe della
storia.
Tashiji era intenta a coinvolgere i bambini più
restii a unirsi agli altri ad ascoltare la storia e Chopper le dava una mano,
dato che sembrava che i fanciulli avessero una predilezione per lui. Franky era impegnato a spiegare a diversi abitanti come
migliorare di un poco la loro vita in quelle catapecchie, anche solo tappando i
buchi del tetto, dai quali entrava al pioggia, con una semplice riparazione che
portava loro via poco tempo e energia.
Brook si era messo a suonare il suo vecchio
violino e con piacere potè vedere qualche anziana
coppia, cominciare a ballare a ritmo delle sue note.
Rufy aveva fatto a gara con Shanks su chi mangiava più carne, ma quest’ultimo si arrese
abbastanza presto e ora si doveva subire le prese in giro da parte del ragazzo
e da parte di Lucky lou, che era ancora intento a
mangiare carne su carne.
Ogni pirata aveva trovato il modo per impiegare il tempo, solo Zoro non si
era unito a loro. Era intento a fissare il fuoco, mentre beveva quello che
doveva essere il suo decimo bicchiere di rum.
“Non ti sembra di esagerare?!” disse Sanji
avvicinandosi a lui.
“Cosa fai? La mamma che controlla ora?” disse Zoro alquanto ubriaco.
Sanji alzò le spalle “Il fegato è tuo, ma in
genere sai quando fermarti e quindi stai cercando di non pensare a qualcosa.
Fammi indovinare…Tashigi?” disse divertito.
“Fai poco lo spiritoso e dimmi come diavolo fai a innamorarti di tutte le
donne che vedi e poi tornare quello di sempre… l’amore fa schifo!” disse quest’ultimo
pezzo in un sussurro.
Sanji non potè che
scoppiare a ridere “Finalmente te ne sei accorto…bhe
era ora. Tu e Tashiji era da un po’ che vi
rincorrevate!”
“Io non ho rincorso nessuno. Io ero tranquillo per i cavoli miei quando è
piombata quella!” disse seccato Zoro.
“E qual è il problema? Tu le piaci, lei piace a te e allora?”
Zoro si fece serio e prese un sorso della sua bibita “Allora…se ne andrà!”
Sanji si fece serio “Come Lily e con lei non mi
sono ripreso subito, anzi mi ritrovo a pensare a lei più di quanto vorrei, così
la sua mancanza torna a farsi sentire in un modo soffocante!”
“Già e tu rimani come un cretino a pensare se le cose avrebbero potuto
andare diversamente e niente e nessuno riesce a toglierti questo chiodo fisso
dalla testa!” disse Zoro riferendosi a se stesso.
“Vero!” rispose Sanji.
“Ecco perché l’amore fa schifo. Stavo così bene da solo quando le donne
nemmeno le guardavo!” disse Zoro cercando da bere altro liquido, ma una volta
accortosi che il rum nel suo calice di legno era terminato, seccato lo getto
nel fuoco, infischiandosi del fatto che si poteva ancora usare e riusare.
“Io invece credo che sia un sentimento bellissimo. Ti fa soffrire, ma
meglio amare e aver perso piuttosto che non aver mai provato l’amore!”
“Non la penso così! Io voglio diventare lo spadaccino migliore al mondo e
per come mi sento ora, con la testa che comincia a battere annunciandomi che
presto mi verrà un’emicrania allucinante, non riuscirei nemmeno ad affettare un
pezzo di pane!” disse Zoro seccato.
“A mio avviso ti manca poco per realizzare il tuo sogno e quindi ti puoi permettere
qualche distrazione, sei un essere umano dopo tutto. Tashigi
e una bella donna e sappiamo che avrete una bambina insieme, quindi un modo per
stare insieme lo troverete!” disse Sanji.
“In quel futuro, Rufy era morto e la ciurma si
era sciolta. Non ero più un pirata a cui Tashiji
doveva dare la caccia e quindi la nostra relazione era possibile!” disse Zoro.
“Bhe si, il futuro tecnicamente è cambiato, ma…”
cominciò il cuoco venendo però interrotto.
“Ma cosa? Finche Rufy continuerà a navigare io
sarò al suo fianco e una promessa che mi sono fatto e non ho intenzione di
infrangerla!” disse Zoro “Quello che
provo per Tashigi non mi farà cambiare idea!”
“Rufy non ti obbliga a stare al suo fianco!”
disse Sanji.
“Mi obbligo io!” disse Zoro convinto.
“D’accordo, e se Tashiji restasse con noi?” disse
Sanji.
“Ma per favore. È un membro della marina,
ha i suoi principi da rispettare che sono discordanti da quelli dei
pirati e io non le chiederò mai di
restare!” disse Zoro.
“Ma noi non siamo pirati come gli altri. I nostri ideali sono simili a
quelli della marina, se poi quest’ultima non l’accetta non è colpa nostra, ma
sta di fatto che non andrebbe contro i suoi principi!” disse Sanji “Perché non provi
a parlarle e…”
Zoro si alzò di scatto e guardando il cuoco disse “Se vorrà restare per me
va bene, ma la scelta sarà sua e di nessun altro, capito? Ognuno deve scegliere
la sua strada indipendentemente da quello che vogliono gli altri!”
“Quindi saresti pronto per lasciarla andare?” disse Sanji
serio.
Zoro strinse i pugni “Tu lo eri?”
Il cuoco abbassò la testa “No! Avrei voluto urlarle di restare e di non
spezzarmi il cuore!”
“E allora perché non gliel’hai detto?” chiese Zoro.
Sanji si alzò per guardarlo negli occhi e
facendo un sorriso triste disse “Perché sembra che sul punto di vista delle
scelte siamo d’accordo. Lei voleva andare ed era giusto così. Non importava
quello che volevo io!”
Zoro annuì “Quindi ho il tuo appoggio sopracciglio arrotolato?”
Sanji sorrise divertito “certo marimo!”
Ecco qua un nuovo
capitolo, sta volta non vi ho fatto aspettare molto.
Sinceramente pensavo
di entrare un po’ nell’azione, ma
stavano venendo troppe pagine e ho deciso di terminare un po’ prima.
Ci sono solo
chiacchiere in questo capitolo, ma mi servivano per sviluppare la mia idea, che
non centra niente con quello a cui avevo pensato all’inizio.
Non so se vi piace
quello che ho fatto capitare a Robin, ma l’ho sognato e mi è piaciuto ed
essendo molto meglio di quello che avevo programmato, ho preso la palla al
volo.
Purtroppo vedo che i
lettori e recensori sono diminuiti, ma capisco che una storia che non viene
aggiornata da mesi, possa far perdere interesse. Capita anche a me. Ma spero
che a coloro che continuano a seguirmi, questo capitolo sia piaciuto.
Bhe a presto e ciau ciau
Neko =^_^