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Autore: Neko    05/10/2015    6 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 77: Chiacchierate

 

La sera calò, i Mugiwara e i pirati di Shanks, si erano accampati nei dintorni del villaggio. Gli abitanti, venendo a sapere delle loro intenzione di aiutarli, avevano cercato di ringraziarli con il poco cibo che avevano, ma essi si rifiutarono, decidendo invece che sarebbero stati loro ad offrire la cena a quelle persone.

Si vergognavano a togliere il cibo di bocca a quelle povere persone e questo per loro era il minimo.

Le loro risorse scarseggiavano, ma andando a caccia potevano rimediare qualcosa, dato che per loro i grandi bestioni che vivevano nella foresta, non erano un vero e proprio problema.

Zoro infatti era riuscito ad accoppare una tigre e un gorilla gigante, senza troppi sforzi, mentre Tashigi aveva avuto qualche problema a mettere fine alla vita di un povero animale innocente, che se la sarebbe mangiata senza problemi.

Lo spadaccino la guardò seccato “Mi dici perché sei voluta venire?”

“Volevo aiutarti!” disse semplicemente il membro della marina.

Bhe la prossima volta, mi aiuteresti di più se aiutassi Sanji a cucinare o distribuire il cibo agli abitanti!” disse Zoro, mentre legava le zampe della tigre e il gorilla per trasportarli tutti insieme.

“Sei un maschilista. Non credevo fossi il tipo di persona che pensa che il posto della donna è in cucina!” disse Tashigi offesa.

“Non sono un maschilista, volevo semplicemente dire che avresti dovuto trovarti qualcos’altro da fare se non sei in grado di uccidere un animale per sfamarti!” disse Zoro.

Tashiji mise il broncio e stette in silenzio per un po’.

Lo spadaccino, che di solito avrebbe apprezzato quel silenzio, sentendo una certa tensione da parte del membro della marina, si fermò, lasciò la fune con cui trasportava gli animali e ponendosi davanti a lei disse “Ora mi vuoi dire che ti prende?”

Tashiji sbuffò “C’è che non riesco a capirti!  Sembra che la mia presenza ti dia sempre fastidio!”

Zoro sbuffò.

“Allora? È così?” chiese Tashiji determinata a voler sapere la risposta.

“No, non è così è solo che… ah lasciamo perdere!” disse Zoro cercando di riprendere il cammino, ma la ragazza afferrandogli il braccio disse “No, non lasciamo perdere. Sei sempre scontroso con me. Anche quando ci è capitato di baciarci eri nervoso e anche quando ci siamo spinti oltre. Quindi io mi chiedo quale è il tuo problema?”

“Non ho nessun problema!” disse Zoro cercando di scostarsi dal membro della marina, che sembrava invece non intenzionata a non mollarlo.

“Si invece. C’è qualcosa che ti infastidisce, dimmi cos’è o non ti lasciò andare!” disse Tashiji sebbene sapesse che Zoro avrebbe potuto liberarsi come niente.

“Tu! Tu mi infastidisci!” urlò Zoro.

“Cosa? Prima dici che sono un fastidio ora dici che lo sono? Deciditi!” disse la ragazza confusa e contrariata.

“Si…cioè no…accidenti!” disse lo spadaccino liberandosi dalla presa della ragazza e voltandosi di spalle. Non gli piaceva come si stavano mettendo le cose.

“Zoro…!” disse Tashigi esasperata

“Mi innervosisce questa situazione!” disse l’interpellato.

“Quale?” chiese Tashigi non riuscendo più a seguirlo.

“Tu…io…noi due…mi infastidisce il fatto che mi sto innamorando di te!” disse Zoro tutto di un fiato, sorprendendo la ragazza.

“Ti stai innamorando di me?” disse Tashigi commossa, prendendo di sorpresa Zoro che non si era realmente accorto di quanto detto.

“Non è quello c-che v-volevo dire… io e…e c-che tu…” Zoro sbuffò esasperato.

“Ti crea problemi che io sia un marine, come a me mi crea ansia il fatto che tu sia un pirata!” disse comprendendo finalmente le ragioni dello spadaccino, il quale però imbarazzato dalla piega che aveva preso il discorso, riprese il cammino, senza più rispondere alle domande del marine.

 

“Siete stati gentili a invitare tutti gli abitanti al banchetto, ma come potete sfamare tutti noi?” chiese l’uomo che aveva raccontato la storia del suo villaggio a Shanks.

L’uomo dai capelli rossi sorrise divertito “Non si preoccupi, so che la maggior parte di noi, può sembrarle un semplice pirata, con abilità non diverse da qualsiasi essere umano, ma mi creda che qui tra noi, non c’è una persona normale. Ecco, guardi!” disse Shanks, che proprio in quel momento aveva visto Zoro e Tashiji tornare con dietro due bestioni che a colpo d’occhio, diverse tonnellate ciascuno.

L’uomo spalancò gli occhi “Come è possibile…come fa a trasportare quei bestioni…e come ha fatto a ucciderli?”

“E quello è niente. Dovresti vederlo con le spade. L’acciaio sembra burro quando incontra la lama delle sue Katane!” disse Usopp aggiungendosi al discorso “E lui non è nemmeno il più forte!”

“E chi è?” chiese incuriosito “La renna parlante scommetto! Lui è un possessore di un frutto del diavolo, non può essere altrimenti!”

Chopper che era accanto a Usopp cominciò a gongolare per il complimento fatto.

“Non conosco la forza dei pirati di Shanks, quindi la mia classifica è Shanks, Rufy e Zoro!” disse Usopp.

“Anche la mia, anche la mia!” disse Chopper saltellando.

“Mi reputi più forte di Rufy?” disse Shanks incuriosito.

Bhe sei uno dei quattro imperatori e poi dalla tua parte hai l’esperienza, ma sono sicuro che mio padre ti da filo da torcere, proprio come io sono a un passo da Zoro e Rufy!” disse il cecchino colpendosi il petto.

“Ehi, vedi di sgonfiare un po’ la tua presunzione!” disse Nami che si stava avvicinando, seguita da colei che si definiva sua madre.

Non ne poteva più di averla appresso ed aveva raggiunto i suoi compagni per chiedere al marito della donna, di allontanarla per un po’.

Ella una volta libera dalla presenza costante della signora, si diresse verso Robin, che si era isolata dal gruppo, andandosi a sedere su uno scoglio molto vicino al mare, tanto che gli spruzzi dell’acqua di tanto in tanto le sfioravano la pelle.

Ella era assorta nei suoi pensieri, tanto che sobbalzò quando sentì la voce della navigatrice.

“Non è pericoloso per te stare così vicino all’acqua?”

Nami…n-non mi sono accorta di te!” disse Robin seriamente.

L’interpellata le si sedette accanto e senza giri di parole disse “Questo non è da te. Quindi posso dire con certezza che hai qualcosa che ti preoccupa!”

Robin stette in silenzio e fissò il sole ormai quasi inghiottito dalle acque del mare.

“Robin, dimmi cos’hai. Mi sono accorta che oggi hai mentito a Rufy, quando hai detto di non conoscere Crois e Regina, mi domando il perché!” disse Nami cercando di guardarla negli occhi, ma la donna continuava a fissare l’orizzonte.

“Robin, siamo come sorelle e ci siamo ripromesse di essere sempre sincere l’una verso l’altra e anche verso i nostri compagni dalla faccenda di Ennies Lobby. L’averci nascosto parecchie cose ad allora, ci è quasi costato caro, non fare lo stesso errore!”

“Non è niente che possa mettere in pericolo voi, tranquilla!” disse Robin incrociando il suo sguardo.

“Forse no, ma fa soffrire te. Avevi perso quella tristezza e quel dolore che caratterizzavano i tuoi occhi e ora eccoli qui che mi stanno fissando. Se soffri tu, soffriamo anche noi!” disse Nami poggiandole una mano sulla spalla.

“è qualcosa di cui non vado fiera, ma che ho dovuto fare. Non vi era altro modo e Regina e Crois fanno parte di questa  mia scelta!” disse Robin sospirando.

“Dimmi pure. Non ti giudicherò!” disse Nami.

Crois e Regina erano alleati di Crocodile proprio come me, ci siamo separati poco prima di Alabasta e io li consideravo quasi degli amici” cominciò a raccontare l’archeologa e vedendo la confusione negli occhi di Nami continuò “Erano brave persone allora, cioè erano pirati della miglior specie diciamo. Non commettevano cattiverie se non costretti da Crocodile e i suoi principali alleati. Proprio come me, cercavano di sopravviere e per questo abbiamo legato, ma la differenza tra me e loro era che non erano ricercati dal mondo intero, il governo non era interessato alle loro testa, quindi quando per si presentò l’occasione, lasciarono la ciurma di Crocodile, decisero di andarsene e io approfittai di questa situazione!”

“Cosa vuoi dire? Li denunciasti per aggraziarti Crocodile?” chiese Nami sapendo che Robin non era proprio pulita.

L’archeologa scosse la testa “No, li aiutai a scappare, ma in cambio affidai loro qualcosa!”

Nami a quelle parole si fece più curiosa “Che cosa?”

Robin si morse il labbro nervosamente “Come tu sai ero il braccio destro di Crocodile, ma delle volte lui pretendeva qualcosa di più e se non l’avessi accontentato mi avrebbe consegnato al governo!”

Nami dallo shock si alzò in piedi di scatto e nervosamente disse “L-lui n-non p-può averti ab-bligato ha c-compiacerlo. N-non avrebbe p-potuto denunciarti al Governo s-senza che anche l-lui ci rimanesse immischiato!”

Robin sorrise, sebbene non fosse un sorriso di felicità “Nami nel governo ci sono anche degli impostori. Persone che si spacciano per i guerrieri della giustizia, solo per accaparrarsi tramite accordi di altri pirati, le taglie di altri pirati. Crocodile avrebbe potuto consegnarmi a uno di questi impostori, che mi avrebbe consegnata viva o morta ai capi, spacciandomi per una loro cattura e poi si sarebbero beccati la ricompensa!”

Nami si risedette nuovamente, ma era visibilmente tesa “Continua!”

Robin sospirò “Bhe Nami, dovresti sapere cosa può implicare un certo rapporto fisico in una donna!”

“Non mi dire che…” cominciò la navigatrice senza trovare il coraggio di continuare ad andare avanti.

“Si, sono rimasta incinta. Crocodile non lo ha mai saputo. Quello che gli interessava era solo il potere, non gli sarebbe importato niente di un figlio e quindi ricorrendo ai miei poteri sono riuscita a nascondergli la gravidanza. È stata proprio Regina ad aiutarmi a partorire. Lei sapeva tutto e dato che mi fidavo di lei e data la sua intenzione di voler fuggire da quell’inferno a cui io non avrei mai potuto sottrarmi da sola le affidai la bambina, mia figlia!” Robin si asciugò la lacrima che le stava percorrendo la guancia.

Nami era incredula.

“Regina aveva detto che voleva tornare sulla retta via, insieme a Crois e io mi sono fidata. Ho sperato una vita migliore per mia figlia e invece niente è andato come avrei voluto. Sembra che il destino ce l’abbia con me e che sia intenzionato a perseguitare anche le persone con cui ho un legame e questo…questo sta diventando davvero troppo per me!” disse Robin cominciando a piangere più copiosamente “Io non riesco più a sopportare tutto Nami. Non so cosa devo fare adesso!”

Nami sentì una stretta al cuore. Era dai tempi di Ennies Lobbies che non vedeva la donna in tanta pena e non potè fare a meno di abbracciarla. L’unico modo che trovava in quel momento per darle conforto era farle sapere che le era vicino.

Passò diverso tempo e i singhiozzi di Robin si calmarono.

“Vedrai che troveremo un modo per risolvere questa situazione!” disse Nami

“Come?” disse Robin.

“Intanto dobbiamo scoprire dov’è e poi puoi riprendertela, sempre se Regina non l’ha…”

“è viva. O almeno così mi ha detto Regina, ma Nami…non posso semplicemente riprendermela. Io l’ho abbandonata, probabilmente non vorrà sapere niente di me e io fossi al suo posto non me ne andrei con una donna che non  mi ha voluto!”

“Ma lo hai fatto per il suo bene!” disse Nami cercando di rincuorarla.

“E ho fatto proprio un bel lavoro. Come può perdonarmi di averla lasciata in mano a degli assassini a vivere in un villaggio di pirati, assistendo a chissà quali orrori!”

Nami sospirò, non sapendo proprio come aiutarla.

 

La cena aveva rallegrato tutti gli abitanti, che a parer dei pirati, avevano già acquistato un po’ di colorito e di forze.

Era una vera soddisfazione per i Mugiwara e i pirati di Shanks vedere i volti fino a poco prima, tristi e depressi, con un sorriso ed era una gioia vedere i bambini che si facevano incantare dai racconti di Usopp e Yasopp, i quali avevano entrambi la caratteristica di ingrandire le cose, mettendo la loro persona a personificare l’eroe della storia.

Tashiji era intenta a coinvolgere i bambini più restii a unirsi agli altri ad ascoltare la storia e Chopper le dava una mano, dato che sembrava che i fanciulli avessero una predilezione per lui. Franky era impegnato a spiegare a diversi abitanti come migliorare di un poco la loro vita in quelle catapecchie, anche solo tappando i buchi del tetto, dai quali entrava al pioggia, con una semplice riparazione che portava loro via poco tempo e energia.

Brook si era messo a suonare il suo vecchio violino e con piacere potè vedere qualche anziana coppia, cominciare a ballare a ritmo delle sue note.

Rufy aveva fatto a gara con Shanks su chi mangiava più carne, ma quest’ultimo si arrese abbastanza presto e ora si doveva subire le prese in giro da parte del ragazzo e da parte di Lucky lou, che era ancora intento a mangiare carne su carne.

Ogni pirata aveva trovato il modo per impiegare il tempo, solo Zoro non si era unito a loro. Era intento a fissare il fuoco, mentre beveva quello che doveva essere il suo decimo bicchiere di rum.

“Non ti sembra di esagerare?!” disse Sanji avvicinandosi a lui.

“Cosa fai? La mamma che controlla ora?” disse Zoro alquanto ubriaco.

Sanji alzò le spalle “Il fegato è tuo, ma in genere sai quando fermarti e quindi stai cercando di non pensare a qualcosa. Fammi indovinare…Tashigi?” disse divertito.

“Fai poco lo spiritoso e dimmi come diavolo fai a innamorarti di tutte le donne che vedi e poi tornare quello di sempre… l’amore fa schifo!” disse quest’ultimo pezzo in un sussurro.

Sanji non potè che scoppiare a ridere “Finalmente te ne sei accorto…bhe era ora. Tu e Tashiji era da un po’ che vi rincorrevate!”

“Io non ho rincorso nessuno. Io ero tranquillo per i cavoli miei quando è piombata quella!” disse seccato Zoro.

“E qual è il problema? Tu le piaci, lei piace a te e allora?”

Zoro si fece serio e prese un sorso della sua bibita “Allora…se ne andrà!”

Sanji si fece serio “Come Lily e con lei non mi sono ripreso subito, anzi mi ritrovo a pensare a lei più di quanto vorrei, così la sua mancanza torna a farsi sentire in un modo soffocante!”

“Già e tu rimani come un cretino a pensare se le cose avrebbero potuto andare diversamente e niente e nessuno riesce a toglierti questo chiodo fisso dalla testa!” disse Zoro riferendosi a se stesso.

“Vero!” rispose Sanji.

“Ecco perché l’amore fa schifo. Stavo così bene da solo quando le donne nemmeno le guardavo!” disse Zoro cercando da bere altro liquido, ma una volta accortosi che il rum nel suo calice di legno era terminato, seccato lo getto nel fuoco, infischiandosi del fatto che si poteva ancora usare e riusare.

“Io invece credo che sia un sentimento bellissimo. Ti fa soffrire, ma meglio amare e aver perso piuttosto che non aver mai provato l’amore!”

“Non la penso così! Io voglio diventare lo spadaccino migliore al mondo e per come mi sento ora, con la testa che comincia a battere annunciandomi che presto mi verrà un’emicrania allucinante, non riuscirei nemmeno ad affettare un pezzo di pane!” disse Zoro seccato.

“A mio avviso ti manca poco per realizzare il tuo sogno e quindi ti puoi permettere qualche distrazione, sei un essere umano dopo tutto. Tashigi e una bella donna e sappiamo che avrete una bambina insieme, quindi un modo per stare insieme lo troverete!” disse Sanji.

“In quel futuro, Rufy era morto e la ciurma si era sciolta. Non ero più un pirata a cui Tashiji doveva dare la caccia e quindi la nostra relazione era possibile!” disse Zoro.

Bhe si, il futuro tecnicamente è cambiato, ma…” cominciò il cuoco venendo però interrotto.

“Ma cosa? Finche Rufy continuerà a navigare io sarò al suo fianco e una promessa che mi sono fatto e non ho intenzione di infrangerla!” disse Zoro  “Quello che provo per Tashigi non mi farà cambiare idea!”

Rufy non ti obbliga a stare al suo fianco!” disse Sanji.

“Mi obbligo io!” disse Zoro convinto.

“D’accordo, e se Tashiji restasse con noi?” disse Sanji.

“Ma per favore. È un membro della marina,  ha i suoi principi da rispettare che sono discordanti da quelli dei pirati e io non le chiederò  mai di restare!” disse Zoro.

“Ma noi non siamo pirati come gli altri. I nostri ideali sono simili a quelli della marina, se poi quest’ultima non l’accetta non è colpa nostra, ma sta di fatto che non andrebbe contro i suoi principi!” disse Sanji “Perché  non provi a parlarle e…”

Zoro si alzò di scatto e guardando il cuoco disse “Se vorrà restare per me va bene, ma la scelta sarà sua e di nessun altro, capito? Ognuno deve scegliere la sua strada indipendentemente da quello che vogliono gli altri!”

“Quindi saresti pronto per lasciarla andare?” disse Sanji serio.

Zoro strinse i pugni “Tu lo eri?”

Il cuoco abbassò la testa “No! Avrei voluto urlarle di restare e di non spezzarmi il cuore!”

“E allora perché non gliel’hai detto?” chiese Zoro.

Sanji si alzò per guardarlo negli occhi e facendo un sorriso triste disse “Perché sembra che sul punto di vista delle scelte siamo d’accordo. Lei voleva andare ed era giusto così. Non importava quello che volevo io!”

Zoro annuì “Quindi ho il tuo appoggio sopracciglio arrotolato?”

Sanji sorrise divertito “certo marimo!”

 

Ecco qua un nuovo capitolo, sta volta non vi ho fatto aspettare molto.

Sinceramente pensavo di entrare un po’ nell’azione, ma  stavano venendo troppe pagine e ho deciso di terminare un po’ prima.

Ci sono solo chiacchiere in questo capitolo, ma mi servivano per sviluppare la mia idea, che non centra niente con quello a cui avevo pensato all’inizio.

Non so se vi piace quello che ho fatto capitare a Robin, ma l’ho sognato e mi è piaciuto ed essendo molto meglio di quello che avevo programmato, ho preso la palla al volo.

Purtroppo vedo che i lettori e recensori sono diminuiti, ma capisco che una storia che non viene aggiornata da mesi, possa far perdere interesse. Capita anche a me. Ma spero che a coloro che continuano a seguirmi, questo capitolo sia piaciuto.

Bhe a presto e ciau ciau

Neko =^_^

  
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