Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: SweetOblivion    16/02/2009    0 recensioni
Ci fu un tempo in cui tutti gli angeli –bianche ali di piume- ridevano e cantavano accanto a Dio. C’era un tempo in cui angeli malvagi bruciavano colpevoli tra le fiamme dell’inferno. C’è un tempo in cui angeli dalle ali di carbone scontano una pena che non hanno ancora commesso.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Si avvicinò lentamente, come se quei pochi centimetri fossero in realtà immensi kilometri. Sul pavimento vecchio e polveroso qualcosa brillava opaco, riflettendo timidamente i raggi vermigli della luna. Riusciva a scorgerne solo un frammento di metallo argentato, poiché il resto era completamente immerso nelle tenebre. Si morse un labbro. Una parte del suo cervello le chiedeva cosa stesse aspettando a raccogliere l’oggetto, mentre l’altra la fermava: non era suo, non erano affari che la riguardavano, probabilmente era solo uno stupido aggeggio che aveva perso l’angelo volando via.
Già, l’angelo, Aion, il suo capo. Che cosa strana, l’aveva desiderata lì così ardemente da trasportarla fin lì contro la sua volontà, o meglio annientando la sua volontà, e ora... l’aveva abbandonata senza dire più di una frase, senza spiegarle nulla!
Si sentiva offesa. E umiliata. Le sue guance si tinsero di rosso acceso pensando a quanto in quel momento probabilmente Aion stava ridendo di lei.
Ora risoluta, si chinò e raccolse l’oggetto da terra, lasciando un’orma di pulito al suo posto. Era una chiave. Una grossa e pesante chiave, forgiata con argento puro. Nella sua semplicità, era stupenda. Era lunga il doppio del palmo della sua mano e una delle due estremità terminava con un grande anello, a cui era annodato un fiocco di seta rosso fuoco.
Rigirò la chiave misteriosa tra le mani e trattenne il respiro non appena la vide: su un lato dell’argento era inciso un nome, quattro semplici lettere.
Alba.
Sobbalzò e la chiave le cadde di mano, andando a coprire nuovamente il vuoto di pulito sul pavimento. Com’era possibile? C’era il suo nome inciso lassù. Il suo ed era sicura ora che non fosse più un caso. Il figlio di Satana l’aveva voluta lì e le aveva consegnato una chiave destinata a lei, ma perchè? Cosa doveva aprire? E dove?
Si appoggiò alla balconata. Da quel lato della stanza, opposto rispetto a dove si era affacciata prima, non si vedeva la luna ma solo una sconfinata distesa di blu scuro. Solo una stella brillava nel cielo, nera come il carbone, dai riflessi argentati. Alba sapeva che nessun umano poteva scorgerla così nascosta e camuffata, ma solo lei in quel momento poteva ammirarla.
Aduial, la stella degli angeli neri, la salutava.
Sorrise e chiuse gli occhi. Uno scricchiolio, poi due e un altro ancora. Sinistri rumori di... qualcosa che crolla. Un pezzo di staccionata si staccò dal pavimento precipitando nel vuoto e, prima che Alba potesse rendersene conto, metà dell’intera balconata lo seguì. La ragazza aprì gli occhi, il viso sferzato dal vento forte e freddo. Stava precipitando. Era così presa dai suoi pensieri, dalla stella, dalla chiava, da tutta quella stranezza, che non se ne era nemmeno accorta, né aveva fatto attenzione!
Ci volle solo un millesimo di secondo prima che si accorgesse della gravità della situazione ed evocasse le proprie ali: due splendide ali piumate nere come la notte, lunghe e forti, apparvero sulla sua schiena. Le sbatté con vigore, per contrastare la forza di gravità la stava calamitando precipitosamente al suolo. Finalmente, riuscì a raddrizzarsi e a fermarsi a mezz’aria, ormai soltanto a un paio di metri dallo schianto. La balconata, o meglio i suoi resti, toccò il suolo in un boato che non prometteva nulla di buono. Alzò lo sguardo. Il tetto a punta senza quasi più sostegno si stava pericolosamente inclinando a sinistra, finché precipitò, staccandosi completamente. Era uno spettacolo fantastico e orribile nello stesso momento: la torre si stava disfando pezzo per pezzo, come se fosse stata bombardata alla base. Ancora una volta, Alba era immobile, incapace di fare o pensare qualcosa, affascinata e nello stesso tempo preoccupata per la scena a cui stava assistendo.
-Aaaaaaaaahhh
Un urlo soffocato uscì dalle sue labbra quando un macigno le colpì prima la testa, poi la spalla e infine l’ala sinistra, piegandola malamente. Precipitò, incapace di fermarsi.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: SweetOblivion