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Autore: littlegiulyy    20/10/2015    3 recensioni
Miley è una ragazza di 18 anni, fa parte del branco della tribù dei Wintu che hanno origini Californiane. Lei e il suo branco stanno per partire per un'avventura che la legherà a moltissime persone a La Push e alcune persone le sconvolgeranno la vita a partire da Embry Call. Il nuovo branco sta per raggiungere La Push per aiutare i licantropi di Forks e i Cullen nello scontro con i Volturi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Embry Call, Nuovo personaggio, Quileute, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
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CAPITOLO 11 "Il lupo misterioso"


POV MILEY

Continuo a camminare per il bosco lentamente… il sole sta per tramontare ma la luce nella foresta è già cupa e prossima a sparire totalmente. I rami filtrano una luce rossastra che colora le piante con toni caldi.
Affondo le zampe nella terra, passo dopo passo, la mia mente è totalmente libera. Oggi mi tocca fare il turno di ronda da sola dato che Martin doveva assolutamente parlare con Sam e Luke.
Chissà di cosa doveva parlargli poi… sono giorni che Martin è strano, fin troppo strano anche per lui e poi confabula sempre con Luke. Martin è il suo beta ma non è gusto che si tengano informazioni per loro, se sanno qualcosa devono dircelo!
Presa dalla noia scrollo il pelo e inizio a correre, sarà meglio attivarmi un attimo se non voglio appisolarmi durante il turno di ronda, Luke mi ammazzerebbe e mi darebbe altri tre giorni consecutivi di ronda.
Ripercorro il perimetro della zona che mi è stata assegnata circa cinque volte, il tempo non passa più oggi, mi mancano ancora due ore per finire qui e tornarmene a casa e farmi una bella doccia.
Mi guardo intorno velocemente e concentro il mio udito per sentire se sta arrivando qualcuno… via libera, perfetto!
Chiudo gli occhi e mi concentro, regolarizzo il mio respiro e sento il ritmo del mio respiro combaciare con il battito del mio cuore, l’aria si fa sempre più fresca intorno a me e raggiungo uno stato di equilibrio.
Lentamente riapro gli occhi e guardo la natura davanti a me con occhi meno precisi nei particolari, occhi decisamente umani.
Prendo i vestiti legati alla mia caviglia e li indosso, shorts e canottiera come sempre. Lego i capelli alti in testa e riprendo a camminare in direzione del mare. Percorro una strada quasi impenetrabile tra cespugli e roveti, senza curarmi dei rami che graffiano la mia pelle, tanto tra qualche ora sarà già passato tutto, no?
Arrivata sulla scogliera fisso l’enorme distesa d’acqua grigia che si estende davanti ai miei occhi, un’acqua così diversa da quella che c’è a casa mia… il sole sta per abbassarsi definitivamente oltre la linea di orizzonte e l’oceano grigio assume un colore ancora più cupo ma acceso da scie luminose rossastre al posto del bagliore argenteo che c'è di solito.
Chiudo gli occhi lentamente, inspiro molto forte per far entrare nelle mie narici il profumo di questo posto, il profumo del mare. Questo profumo che in qualche modo mi ricorda sempre Embry. La brezza marina si scontra con la mia pelle e il profumo misto di salsedine ed erba fresca mi entra dentro...
improvvisamente un altro odore si scontra con il mio infallibile olfatto i lupo.
Spalanco gli occhi di scatto e mi giro, ma avverto solo un leggero fruscio tra le foglie.
Inizio a correre in quella direzione senza neanche preoccuparmi di togliere in vestiti. Scoppio e riassumo la mia forma mutata. Corro più veloce che posso cercando di seguire la scia che sento, è un odore strano, non di vampiro sicuramente... 
Credo sia uno dei lupi che continua ad introdursi nel territorio Quileute.
Corro fino a non sentire più le zampe, ma non intendo fermarmi. Cerco di raggiungerlo correndo più forte che posso, niente ferma il mio passaggio, percorro circa un miglio inseguendolo, non mi sfuggirà. Continuo a correre ma all’improvviso la scia scompare e lascia spazio all’odore della natura che mi circonda.
Mi blocco improvvisamente e arresto la mia corsa, mi guardo intorno molto attentamente, cercando di scorgere qualcosa ma non vedo assolutamente niente. Quel bastardo dev’essersi ritrasformato, ecco perché non sento più il suo odore! Un ringhio nasce spontaneo dalla mia gola e guardandomi intorno un’ultima volta, inizio a correre in direzione di La Push.
 

Non potendo entrare in casa nuda, mi arrampico sull’albero sotto la mia finestra e con un balzo entro in camera mia senza che nessuno mi veda. Infilo subito le dottor Martens e inizio a scendere le scale quasi correndo, ancora infilandomi il vestito. Sento la voce di Embry provenire da sotto, dice qualcosa che non capisco e poi una risata collettiva segue la sua affermazione. 
Alcuni dei miei fratelli sono seduti al tavolo e stanno mangiando insieme ad altri membri del branco di La Push.
Embry, con un muffin gigante in mano, sentendo un rumore si volta immediatamente e sorride molto sfrontatamente nella mia direzione non appena riconosce la mia figura. Ricambio velocemente il suo sorriso di sfida con il petto che si abbassa e si solleva velocissimo per la sforzo fatto per la corsa. Con lo sguardo cerco Sam o Luke, o entrambi non mi interessa.
-“Sam! Luke! – li richiamo non appena li vedo- l’ho visto!”- dico quasi urlando, ancora con il fiatone che quasi mi impedisce di parlare. Tutti si voltano verso di me smettendo di parlare.
-“Chi Ley?”- mi chiede subito Martin improvvisamente preoccupatissimo
-“Non so chi fosse! Ma era li! Al confine col Canada, come l’altra volta!”-
-“Cos’è successo? Raccontaci tutto dettagliatamente – mi chiede subito Luke preoccupato – e siediti santo cielo, sembra che tu stia per morire”-
-“Scusatemi, ho corso fino a qui, un’ora ininterrottamente. Stavo facendo il mio solito turno di ronda, tutto normalissimo come sempre ma ad un certo punto ho deciso di riprendere forma umana…”-
-“Ma sei stupida?! Poteva succederti di tutto!”- mi interrompe subito Embry molto alterato.
-“E dai fratello, calmati, è pur sempre un lupo no? – inizia Jared difendendomi- anche se effettivamente sei stata irresponsabile”- ridacchia alla fine. Continuo il mio racconto...
-“Insomma, mi sono ritrasformata, mi sono avvicinata alla scogliera per guardare il mare e mentre ero lì, ho sentito improvvisamente il suo odore. Non so chi fosse, non appena mi sono voltata ho sentito un fruscio tra le foglie e ho iniziato subito a rincorrerlo, ma niente! Ho seguito per un po’ la sua scia, per circa un miglio, ma credo che alla fine si sia ritrasformato perché l’odore è totalmente scomparso improvvisamente…”- continuo molto pensierosa.
Questo “incontro” mi ha destabilizzata, non riesco a capire perché ma ho una strana sensazione…
-“E non hai visto il lupo con i tuoi occhi quindi, giusto?”- mi chiede Martin avvicinandosi
-“No”-
Noto lo sguardo di Martin incrociarsi per un attimo con quello di Luke e poi entrambi voltarsi verso Sam. Cosa sta succedendo?
-“C’è qualcosa che dovrei, o meglio, che dovremmo sapere?”- chiedo iniziando a innervosirmi e guardando anche tutti gli altri molto tesi.
-“Niente di importante. Andate pure…”- conclude Luke uscendo molto velocemente di casa e dirigendosi verso il bosco. Per un attimo guardo la sua figura sparire tra gli alberi. E’ una fuga questa?
-“Beh… Miley vuoi un muffin?”- mi chiede molto cortesemente Emily cercando evidentemente di cambiare argomento.
Sono sicura che ci sia qualcosa sotto qui.
-“Oh no grazie Emily, credo andrò a farmi una passeggiata per rilassare un attimo i nervi”- le dico sorridendo e uscendo velocemente dalla porta, senza curarmi di niente e nessuno. Devo stare un po' da sola.
Inzio a camminare verso il bosco per poi addentrarmici dentro sempre di più, ormai questo è diventato il posto perfetto per quando devo pensare a qualcosa.
Io quell’odore l’ho già sentito. Si, ne sono certa. Ma dove? Questa è la domanda. E’ come se l’avessi già sentito tante volte, come se fosse…familiare.
-“Cosa ci fai qui tutta sola ragazzina?”- una voce molto calda ma strafottente raggiunge le mie orecchie, mi volto di scatto.
Embry se ne sta in piedi dietro di me, a torso nudo, sorridendomi in quel suo modo così sfacciato… Guardo per un attimo la sua figura, i suoi addominali, i suoi pettorali, seguo la sua pelle ambrata fino ad arrivare ai suoi occhi, così scuri da perdermici dentro.
-“Avevo voglia di stare un po’ da sola…”-
-“Non dovresti venire qui nel bosco di notte, può essere pericoloso”-
-“Fai sul serio Call?!”- gli chiedo incrociando le braccia al petto e sorridendo a mia volta.
Per tutta risposta si siede su un sasso a qualche metro da me e inizia a fissarmi molto insistentemente.
-“…che fine hai fatto ieri sera? Ti aspettavo”- mi chiede infine piegando leggermente la testa di lato.
-“Ero stanca”-
-“Credevo che la stanchezza non potesse toccarti Ross, non sei tu quella che se ne va in giro dicendo quanto resistente sei? Sopporti ore di ronda e non hai la forza di venire a trovarmi? Mi deludi…”- continua ridacchiando e osservandomi.
-“Oh ma piantala.”-
-“Quanto mi piace quando ti arrabbi”-
-“Se tu mi avessi vista veramente arrabbiata, ti assicuro che non ti piacerebbe così tanto”-
-“Ma smettila, sei solo una ragazzina, cosa vuoi fare’”- continua scoppiando a ridere senza cercare di trattenere oltre la sua risata.
-“Come prima cosa chiuderti quella cazzo di bocca.”- concludo io decisamente indispettita. Quanto fastidio mi da. Non lo sopporto.
-“Attenzione! La ragazzina si è innervosita! Devo stare più attento, potrei farmi male. Ehi tu, sono qui, perché non ci provi?”- mi chiede continuando a ridere e cercando di provocarmi. So che questo è solo un modo per infastidirmi e spingermi a reagire, ma si sa, io non so proprio starmene zitta. Dopo avergli fatto il dito medio, rispondo alla provocazione e avvicinandomi cerco di tirargli un pugno nello stomaco ma molto velocemente, bloccandomi entrambi i polsi con la sua presa d’acciaio, mi tira a pochi centimetri dalle sue labbra.
Le sue meravigliose e morbidissime labbra.
 Il suo profumo mi inonda le narici e mi stordisce per un attimo. Per un attimo non riesco più a sostenere quella maschera di durezza che porto sempre con me, cedo per un secondo e appoggio la fronte sulla sua spalla per poi rialzarla subito e tornare dov’ero prima.
-“Ti odio”- gli sussurro a pochi centimetri dalle labbra.
-“L’altra notte non la pensavi così”- mi dice puntando il suo sguardo nei miei occhi e sorridendo sempre in quel modo così maledettamente fastidioso ma estremamente sexy.
-“L’altra notte non parlavo razionalmente”-
-“L’altra notte eri troppo impegnata a gridare il mio nome per parlare Ley…”- mi sussurra subito prima di premere le sue labbra sulle mie. Il mio cuore perde un battito… Il bacio si fa sempre più profondo, la sua lingua entra velocemente nella mia bocca e il bacio si fa sempre meno casto. Le mie mani vagano sui suoi pettorali, una sua mano sale sotto la mia maglietta fino ad arrivare al seno e si blocca lì. Con l'altra mano mi tiene bloccata per la schiena e l’unica cosa a chui riesco a pensare è che voglio lui.
Adesso. Qui.
Mentre continuiamo a baciarci, cerco di togliermi la maglietta, ma improvvisamente mi ferma. Rimaniamo per un po’ così, a guardarci negli occhi a pochi centimetri l’uno dall’altro, ancora ansimando per il desiderio. Perchè mi ha fermata?
-“E perché non hai risposto alle mie chiamate ieri e oggi?”- mi chiede d’un tratto cercando spiegazioni.
-“Mi si è rotto il telefono”- per tutta risposta mi guadagno uno sguardo molto scocciato.
-“Perderò la testa cercando di starti dietro Ley”-
Dopo avermi sistemato la maglietta e avermi coperta meglio, si alza velocemente in piedi e voltandosi di spalle, senza alcuna spiegazione, inizia a camminare in direzione di casa sua. Non ha alcuna intenzione di toccarmi questa sera.
Improvvisamente si arresta qualche metro più in là. Continua a starsene girato di spalle senza voltarsi.
-“Quando vorrai scappare da tutti i tuoi demoni, o semplicemente liberartene e farmi aprire qualche porta in più su di te, sai dove trovarmi”- conclude infine lui, per poi riprendere a camminare e scomparire nel buio della foresta.
Mi siedo sul sasso dove fino a poco fa c’era Embry. Mi accendo una sigaretta molto tranquillamente e chiudo gli occhi per rilassarmi.
Tiro dopo tiro, la sigaretta continua a consumarsi fino ad arrivare a 2/3. L’altra sera non sono andata da Embry non di proposito, ma perché davvero ero stanchissima. Ci stanno facendo fare dei turni assurdi, in più quando non sono in ronda o vado a scuola o mi tocca studiare… è tutto così difficile…
Un fruscio tra le piante davanti a me mi risveglia dai miei pensieri.
Cos’è stato?
Punto subito lo sguardo nel punto da cui proveniva il fruscio e mi alzo in piedi, ma non vedo niente. Un altro fruscio alla mia destra mi fa voltare. Butto la sigaretta e mi guardo intorno. Sono pronta.
-“Chi sei?”- urlo verso gli alberi. Nessuna risposta.
Non appena sento un nuovo rumore tra gli alberi, con uno scatto inizio a correre in quella direzione. La persona che fino a poco fa mi stava osservando inizia a scappare. Continuo a inseguirlo correndo più veloce che posso, le mie gambe continuano a correre senza mai fermarsi, senza una pausa. Corro tra gli alberi e i rami, saltando qua e là per evitare le radici e i sassi, ma la persona davanti a me è comunque più veloce e continua a stare davanti a me. Non riesco a riconoscerne la figura, vedo solo un ombra nera, quasi sicuramente maschile. Neanche la mia vista di lupo mi aiuta purtroppo.
Continuo a correre cercando di stargli dietro finché la sagoma davanti a me, facendo un balzo in avanti, assume un ‘altra forma e in un attimo, correndo sulle zampe molto più veloce, scompare tra gli alberi.
Non faccio neanche in tempo a trasformarmi che è già sparito. Ma chi diavolo era? Arresto la mia corsa e appoggio le mani sulle ginocchia per riprendere fiato. Perché continua a seguirmi?! Sono due giorni che rischia di farsi scoprire, ma osa così tanto solo con me.
Noto per terra qualcosa che luccica, mi abbasso per raccoglierlo e quando apro la mano ed osservo l’oggetto nelle mia mani, non posso non spalancare la bocca per la sorpresa. Inizio a rigirare fra le dita il piccolo braccialetto in argento con cinque lettere che formano la scritta “Miley”. Non riesco a capire il perché di tutta questa storia, chi è che mi stava guardando? E perché aveva questo braccialetto? Continuo a passarlo da una mano all’altra cercando di analizzarlo meglio alla luce della luna, mi ricorda qualcosa ma non so precisamente cosa…
Un ululato squarcia il silenzio della notte, un ululato che riconosco non appartenere a nessuno dei miei amici. Rabbrividisco all’idea di essere qua fuori totalmente da sola. E adesso che ho trovato questo, la situazione si fa ancora più preoccupante. Ci dev’essere un collegamento tra tutte queste cose, il braccialetto, l’odore famigliare, questa persona che mi osserva… chi è e cosa vuole da me?
Non appena riprendo un po’ di fiato decido che è meglio tornarsene a casa, tenendo stretto il braccialetto nella mano e con passo spedito mi dirigo verso casa. E’ meglio non raccontare niente a nessuno di questa storia, non capirebbero e si arrabbierebbero perché non mi sono trasformata fin da subito, oppure si preoccuperebbero  e poi…non so perché ma sento di dover tenere nascosta tutta questa storia.
 
Il giorno dopo…

Prendo in mano il volante e lentamente spingo l’acceleratore. Oggi Sam mi ha dato la sua macchina per venire a scuola per fortuna, di camminare tutti i giorni non ho proprio voglia! Sono state ore interminabili, non ce la facevo più.
Spingo più a fondo l’acceleratore e raggiungo i 90 km/h, svolto a destra per la via di Embry e in un attimo sono arrivata. Non c’è niente da fare, con la pelliccia o con un motore è tutta un'altra storia. Sorrido per un attimo a questo pensiero.
Scendo dalla macchina e chiudendo la portiera, inizio a correre sotto la pioggia per raggiungere l’entrata.
Non appena raggiungo il portico, mi guardo per un attimo prima di suonare. La gonna nera e la canottiera di raso rosa sono tutte bagnate, impreco mentalmente e suono il campanello.
Tiffany mi apre la porta e non appena mi vede mi rivolge un grandissimo sorriso.
-“Ciao cara! Entra pure, se no rischi di ammalarti! Oggi fa tanto freddo vero?”- mi chiede subito cortesemente.
-“Decisamente!”-
-“Poi tu sarai abituata al sole tutti i giorni, dev’essere una tortura per te questo tempo… vuoi del the?”- mi chiede dirigendosi velocemente verso la cucina.
-“Oh si grazie molto volentieri…”- rispondo guardandomi intorno.
Varie foto di Embry da piccolo sono appese al muro, non ci avevo mai fatto caso in tutte le volte che sono venuta da lui, era davvero un bellissimo bambino. Sorrido prendendo in mano un portafoto ed osservando l’immagine più da vicino.
-“Lì aveva 4 anni… mi faceva già dannare, era una vera peste da piccolo… - mi informa sua mamma sorridendo e appoggiandosi allo stipite della porta – Embry è ancora fuori, non so dove sia, ma dovrebbe tornare a momenti. Io devo andare perché inizio il turno fra 15 minuti, tu fai pure come se fossi a casa tua, tieni questo è il tuo the”- mi dice sorridendomi e porgendomi una tazza bollente.
-“Grazie mille, ma posso passare anche più tardi non c’è problema”- dico afferrando la tazza tra le mani.
-“Ma figurati! Miley fai come se fossi a casa tua davvero, avere una ragazza così dolce e gentile come te per casa mi fa solo piacere, e poi so quanto Embry tiene a te, non ti avrebbe mai portata a casa se no, te lo assicuro. Ci vediamo bella!”- mi saluta dandomi due baci sulle guance con un grande sorriso stampato in faccia ed esce chiudendosi la porta dietro di lei.
Arrossisco al pensiero dell’ultima frase della mamma del mio lupo e sorrido come una stupida. Mi guardo per un attimo intorno, incerta su cosa fare precisamente. Guardo la mia immagine in uno specchio appeso al muro e vedo i miei boccoli neri già quasi asciutti grazie al mio calore corporeo.
Alla fine decido di sedermi sul divano ed aspettare che Embry torni a casa. Oggi aveva una ronda e non è venuto a scuola, per fortuna Tiffany non mi ha fatto domande se no non avrei davvero saputo cosa dire! Inizio a sorseggiare il mio the fumante… Mi guardo per un attimo intorno e decido di alzarmi e andare a lasciare la tazza ormai vuota in cucina.
Non appena appoggio la tazza sul tavolo, noto la grande vetrata che da su un portico sul retro della casa, proprio davanti alla foresta. Mi appoggio sullo stipite della porta e guardo la pioggia scendere, questo tempo mi rilassa tantissimo.
 miei vestiti si sono già asciugati del tutto e non c’è neanche bisogno di asciugarli.
Vedo la figura di Embry sbucare dal bosco e venire verso l’entrata della casa. Indossa solo un paio di pantaloni corti e l’acqua che scende abbondantemente lo bagna tutto. Le gocce di pioggia percorrono tutto il suo corpo perfettamente scolpito, i capelli bagnati li ricadono sulla fronte attaccandosi e viene avanti con un andamento piuttosto annoiato. Non appena vede la mia figura sulla porta di casa, accelera il passo e arrivando sotto il portico, mi prende tra le sue braccia e alzandomi mi fa girare due volte.
-“Buongiorno…”- mi dice ridacchiando prima di fermare il mio viso tra le sue mani e baciarmi dolcemente.
-“Questo si che è un buongiorno”- commento io dopo esserci staccati.
Gli scosto dalla fronte i capelli bagnati e prendendolo per mano, lo porto dentro casa.
Saliamo le scale e andiamo verso il bagno. Non appena entriamo si toglie i pantaloni ormai fradici e con un asciugamano lo asciugo. Il suo corpo pur essendo stato bagnato per ore sotto la pioggia, è sempre bollente.
Prendendomi per mano mi porta in camera sua. Mi guardo intorno in questa stanza che ormai conosco fin troppo bene… svariati pacchetti di sigarette vuoti sono buttati sul comodino, la scrivania è cosparsa di libri aperti e sottolineati, poster di moto da cross sono attaccati alla parete sopra il letto e svariate foto che lo ritraggono in sella alla sua moto o con i suoi amici sono appese al muro, mentre la sedia è stracolma di vestiti ammassati. Sorrido pensando che in fin dei conti non siamo così diversi, in quanto a ordine nessuno nei due è perfetto. Decisamente no. 
Cerco di arrivare alla sua altezza alzandomi sulle punte, circondandogli il collo con le braccia lo stringo forte a me affondando la testa nell’incavo del suo collo.
-“Mi sei mancato”- sussurro piano continuando a tenerlo più che posso vicino a me.
-“Ti stavo aspettando, anche tu mi sei mancata…”- mi risponde dandomi un bacio sul braccio che circonda il suo collo e stringendomi forte.
-“Scusami per il mio comportamento di questi giorni, non so stare senza di te”-
-“Non preoccuparti. Ley non l’hai ancora capito ma l’unica cosa che mi interessa è che tu stia bene ok? E se c’è qualcosa vorrei che tu ne parlassi con me, sai che mi puoi dire qualsiasi cosa…”- afferma prendendomi il viso tra le mani e incarcerando i miei occhi nei suoi.
Non posso fare altro che baciarlo e baciarlo e ancora baciarlo. E’ incredibile come sia sempre così stronzo e strafottente con tutti e con me diventi sempre dolce. Penso per un attimo se raccontargli del mio “incontro” di ieri sera e del misterioso braccialetto, ma alla fine decido di lasciar stare, non ha senso farlo preoccupare per niente.
-“Ti amo”- gli dico a bassa voce guardandolo negli occhi. Un sorriso stupendo si apre sul suo viso.
-“Ti amo anche io Ross”- sorrido di rimando e dopo qualche altro bacio continua
-“Ascolta, questa sera Jared fa una festa per il suo compleanno alle 8.30 da lui…”-
-“Oddio è il suo compleanno?! E non me l’avete detto?? Devo fargli subito gli auguri”- inizio io subito preoccupatissima.
Oddio che figura ci faccio? Nessuno mi aveva detto che è il suo compleanno, e il regalo quando e dove lo vado a comprare?
-“Ehi calmati non c’è bisogno di niente tranquilla… il regalo da parte nostra l’ho già preso io – inizia ridacchiando – mi basta solo che tu ci degni della tua presenza!”- continua sorridendomi.
-“Hai già pensato a tutto! Certo che ci sarò e me lo chiedi?”-
-“Ti passo a prendere alle 8.15. Vestiti elegante – mi sussurra all’orecchio – anche se non credo ci sia bisogno di dirtelo”- continua iniziando a ridere squadrandomi dalla testa ai piedi.
-“Cosa intendi dire?”-
-“Boh… alla fine sei sempre elegante tu, guardati, sembri uscita da una rivista di moda. Si vede proprio che sei di San Diego”- continua guardando i miei vestiti, ancora con l’ombra di un sorriso sulla faccia.
-“Beh preferisco essere elegante che presa male”- affermo io incrociando le braccia al petto e voltandomi da un lato stizzita.
Come dovrei andare presa in giro? Qui sono tutti vestiti a caso, ma stiamo scherzando? Ho capito che si gela ma non mi interessa, tanto io il freddo neanche lo sento. Continua a ridere di gusto e abbracciandomi mi sistema la canottiera appena stropicciata.
-“Mi piaci così come sei bellezza, anzi senza vestiti sei ancora meglio”- mi sussurra all’orecchio prima di darmi un bacio sulla guancia e poi mordermi. Lo guardo per un attimo e gli mordo il labbro mettendo su il broncio.
Guardo l’orologio velocemente e… oddio ma è tardissimo!
-“Devo scappare! Devo prepararmi!”- dico divincolandomi dal suo abbraccio e iniziando a camminare verso l’uscita con lui alle mie calcagna.
-“Dai rimani ancora un po’…”-  mi volto di scatto a guardarlo, bloccandomi sul posto.
-“Ah adesso sei tu che mi chiedi di rimanere quando ieri sera sul più bello te ne sei andato?! Eh no caro mio, non funziona così, ci si vede dopo tesoro”- dico baciandolo sulla guancia velocemente, per poi uscire dalla porta e iniziare a camminare verso la macchina.
-“Per adesso te la sei cavata, ma questa notte non sarai così fortunata!”- sento che mi urla da sotto il portico.
Un sorriso che non riesco proprio a trattenere compare sul mio viso.
-“SEMPRE CHE IO VENGA QUESTA NOTTE. CIAO EMBRY”- gli urlo di rimando quasi seriamente.
Non appena mi giro non posso fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata.
Perché ci diamo sempre fastidio? E’ tutta una lotta la nostra relazione, una battaglia continua, siamo un fuoco insieme. Sorrido a questo pensiero… non potevo trovare un ragazzo migliore. Mi sta vicino, nonostante tutto, nonostante io abbia così tanti segreti da far paura a chiunque, nonostante io abbia un carattere così difficile, lui sa sempre cosa dirmi e cosa fare quando si tratta di me. Sembra sia nato per stare al mio fianco ed io al suo…
Con questi pensieri mi accorgo di essere arrivata finalmente a casa. Parcheggio davanti all’entrata e non appena entro, non trovando nessuno in casa, appoggio le chiavi della macchina sul tavolo circolare affianco alla cucina.
-“Sono tornata”- urlo velocemente prima di correre su per le scale.
-“Ciao Ley!”- sento la risposta di Emily venire da lontano, continuo la mia corsa verso camera mia. Devo fare presto se voglio essere appena presentabile, sono già le 6.45! Togliendomi subito i vestiti che ho addosso, mi infilo nella doccia e inizio a prepararmi, finalmente potrò rimettermi qualche mio bel vestito e i miei adoratissimi tacchi.
 
Ciao ragazzi! 
Ringrazio tutti i lettori per aver letto lo scorso capitolo e un ringraziamento speciale va a sole13 che continua a seguire la mia storia, capitolo dopo capitolo ;)
Allora questo misterioso lupo chi sarà? E che collegamento avrà con la nostra Miley? Sarà pericoloso oppure no?
Lo scoprirete nella prossima puntataaa ahahah :) 
Il prossimo capitolo conto di postarlo nel fine settimana, nel frattempo buona lettura a tutti e aspetto recensioni!!!!!
Un bacio, buona lettura :)



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