Sirius [1976]
« Da quel
giorno, il mago aiutò
gli abitanti del villaggio così come aveva fatto suo padre,
per evitare che la
pentola scalciasse via la pantofola e ricominciasse a saltellare
».
Andromeda chiuse il libro e guardò
Ninfadora dormire stretta al suo
pupazzo preferito. Con un lieve sorriso, si alzò e le
rimboccò le coperte. Poi
le posò un bacio sulla fronte e uscì dalla
cameretta, chiudendosi la porta alle
spalle.
Nella stanza a fianco, Ted l'aspettava sdraiato a
letto.
« Dorme? » chiese sottovoce.
« Profondamente » lo
rassicurò lei, accoccolandosi al suo fianco. «
Vorrei ben vedere, dopo tutto quello che ha fatto oggi! Mi piacerebbe
sapere
dove una bambina così piccola prende tutta quell'energia!
»
Ted rise e la strinse più forte a
sé, godendosi l'unico momento della
giornata in cui potevano rilassarsi in tranquillità.
Prendersi cura di
Ninfadora si stava dimostrando più impegnativo del previsto:
era
incredibilmente attiva, nonostante avesse solo tre anni. Appena aveva
iniziato
a gattonare, e poi a camminare, era stato impossibile tenerla ferma per
più di
due minuti. Andromeda aveva il suo bel da fare, durante il giorno, a
starle
dietro, impedendole di combinare guai in ogni angolo della casa. Per un
po' si
erano illusi che i colori a matita fossero un buon modo per tenerla
impegnata,
ma poi Ninfadora aveva scoperto quanto fosse più divertente
colorare tutto ciò
che non fosse pergamena.
A tutta questa vivacità, si aggiungevano
i problemi derivanti dal
fatto che fosse una Metamorfomagus: ormai era in grado di cambiare
quasi
completamente il suo aspetto, cosa che rendeva complicate le
passeggiate fuori
casa.
A detta di Lucy, Ted non era così vivace
a quell'età, quindi
Andromeda ancora si chiedeva da chi potesse aver preso. La risposta le
era
giunta qualche giorno prima, mentre le puliva i vestiti sporchi di
terra e
cibo, per la seconda volta in poche ore.
Un enorme gufo era entrato dalla finestra della
cucina, lasciando una
lettera sul tavolo. Dopo essersi assicurata che Ninfadora fosse al
sicuro da
ogni imminente pericolo, Andromeda l'aveva presa e aveva sorriso
davanti alla
calligrafia di Sirius. Sì, la bambina doveva aver preso da
suo cugino, non
c'era altra spiegazione. Quando lui aveva quell'età, lei
aveva già sedici anni,
quindi si ricordava bene quanto fosse difficile tenerlo fermo.
Ovviamente zia Walburga era molto più
severa di lei su come ci si
doveva comportare in casa, ma lontano dal suo sguardo Sirius faceva
quello che
voleva, cosa che non era cambiata dopo tredici anni.
La felicità per la lettera del suo
cugino preferito era scemata
quando aveva iniziato a leggerla. Era estate, quindi Sirius scriveva da
casa. Le
raccontava delle litigate con i genitori, con Regulus, "quello stupido
moccioso", delle giornate passate chiuso in camera sua per non vedere
il
resto della famiglia. Di quanto fosse stanco di avere "quella gente"
attorno, delle visite di Bellatrix e Rodolphus e dei loro discorsi
sempre più
estremisti sulla superiorità dei Purosangue.
Andromeda aveva letto quella lettera con
preoccupazione crescente.
Sembrava che Sirius si stesse sfogando con lei, non volendo forse
entrare nei
dettagli sulla sua situazione con gli amici al momento lontani.
Non ne posso
più Meda,
se devo passare ancora un'altra settimana in questa casa impazzisco! Da
quando
non ci sei più (una grande fortuna per te!) qui è
sempre più insopportabile.
Hanno chiuso un occhio quando sono diventato Grifondoro, ma credo
abbiano paura
che segua le tue orme. Be', non mi dispiacerebbe, starei sicuramente
meglio
lontano da loro! Magari un giorno ti verrò a trovare, devo
ancora vedere la mia
cuginetta! La vecchia arpia controlla ogni mio movimento, ma
troverò un modo.
Spero tu stia bene, a
presto.
Sirius
Ora, sdraiata sul letto tra le braccia di Ted,
Andromeda ripensò a
quella lettera. Gli aveva subito risposto cercando di confortarlo e di
convincerlo a non fare mosse avventate, ma conosceva Sirius.
Sospirò.
« Sei ancora preoccupata per Sirius?
» le chiese Ted, capendo al volo
la situazione.
Andromeda annuì. « Non ha
più scritto, ho paura che faccia qualcosa
di stupido ».
Ted le diede un bacio e le accarezzò i
lunghi capelli scuri.
« Non pensarci ora, dormi un po'. Vedrai
che starà bene ».
« Dromeda, una lettera per te!
È di Sirius! »
Meda si fiondò in salotto, aprendo
subito la busta.
Cugina, come va?
La libertà
mi ha
chiamato e io ho risposto! Dopo l'ennesima sfuriata della vecchia, ho
messo le
mie cose nel baule e me ne sono andato, per sempre!
Andromeda sussultò rumorosamente.
« Se n'è andato di casa!
» esclamò, scioccata.
« Cosa?! »
Ora starai guardando
questa lettera con disapprovazione e preoccupazione, lo so, ma stai
tranquilla,
sto bene! Anzi, a meraviglia! Sono dai Potter, ora, a casa di James.
Sono
arrivato da loro stanotte e mi hanno accolto senza fare domande (anche
se so
che prima o poi arriveranno, perché James stamattina ha
scritto a Remus e
Peter). Starò qui per il resto delle vacanze estive, hanno
accettato di
ospitarmi senza che glielo chiedessi, qui è l'esatto opposto
di casa Black. Sul
serio, Andromeda, non preoccuparti. Sicuramente mi rinnegheranno, ma
non mi
importa, non vedevo l'ora di liberarmi di loro.
Non mi dilungo troppo
per lettera, ho intenzione di venirti a trovare il prima possibile.
Prenderò il
Nottetempo fino a casa tua, quindi sarò assolutamente al
sicuro.
Ci vediamo presto!
Sirius
« Quel piccolo… Cosa gli
è saltato in mente, scappare di casa! »
Andromeda si era ripresa dallo shock e ora non
riusciva più a stare
ferma.
« Be', è quello che hai fatto
anche tu » disse Ted, cauto.
« È diverso, io avevo dei
progetti! Avevo te! »
« E lui ha i suoi amici »
cercò di farla ragionare lui, poggiandole
le mani sulle spalle per calmarla.
« Ha sedici anni, non è
nemmeno maggiorenne » ribatté lei,
guardandolo torva.
« Hai letto quello che ha scritto,
è dai Potter, starà bene. Si
tratta solo di qualche settimana prima che ricominci la scuola, poi
tornerà a
Hogwarts. E l'estate prossima sarà maggiorenne,
saprà badare a se stesso »
ragionò Ted, con un tono che sperava fosse rassicurante.
« Solo perché sarà
maggiorenne non vuol dire che saprà badare a se
stesso, è Sirius! » borbottò lei, non
del tutto convinta.
Dopo qualche attimo di silenzio, quando Andromeda
si fu calmata, Ted
le sollevò il mento per guardarla negli occhi.
« Ehi, Andromeda » disse,
accennando un sorriso. « Sirius verrà a
trovarci ».
Finalmente le labbra della donna si aprirono in un
sorriso e gli
occhi le luccicarono per la felicità.
« Ninfadora, hai sentito? Sirius viene a
trovarci! »
Quando finalmente, una settimana dopo, il
campanello suonò e
Andromeda corse ad aprire, aveva già dimenticato tutta la
preoccupazione di
quel pomeriggio. Non vedeva il cugino da cinque anni e quando se lo
ritrovò
davanti, alto, bello e sorridente, con i capelli che gli coprivano gli
occhi in
un'elegante scompostezza, non poté fare a meno di saltargli
al collo e
abbracciarlo forte.
Lui ricambiò l'abbraccio, quasi
sollevandola da terra.
« Mi sei mancata tantissimo, Meda
» le disse, stringendola a sé per
la prima volta dopo così tanto tempo.
Uno schianto li interruppe, facendoli voltare di
scatto verso
l'entrata. Ninfadora era ferma davanti all'ingresso, circondata dai
cocci del
vaso che fino a poco prima faceva bella mostra di sé sul
mobile vicino alla
porta.
Andromeda mise su un'espressione minacciosa, pronta
a sgridare la
figlia per l'ennesimo guaio che aveva combinato. Ma fu interrotta da
una risata
sguaiata alle sue spalle.
« Immagino che tu sia Ninfadora
» disse Sirius, sempre ridendo,
mentre i capelli della bambina viravano verso il rosa acceso.
« Piacere di
conoscerti, sono sicuro che ci divertiremo un sacco ».
Dimenticavo: la prima frase è l'ultima del racconto "Il Mago e il pentolone salterino", dalle Fiabe di Beda il Bardo.
Nymphy xxx