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Autore: Sakura Hikari    03/11/2015    3 recensioni
Raccolta di flashfic, scritte principalmente durante gli event organizzati sul gruppo "We are out for prompt":
1)Il tuo sorriso è la mia fonte di felicità (Ponds)
2)Oltre il velo (Jenny/Vastra)
3)Baci e sospiri (Jenny/Vastra)
4)L'Eterno e il Ladro (Doctor/Jack)
5)Promesse vuote (Rileven)
6)I would find you, and I would fall in love with you again (Ponds)
7)A ciascuno i suoi spazi (Ten&Donna)
8)L'ultimo scherzo crudele (Ten&Master)
9)Next destination: everywhere (Nine/Rose)
10)Gone (Rileven)
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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A ciascuno i suoi spazi


Prompt di Occhi di Nebbia: Ten/Donna Broship. "Donna che scaraventa fuori dal Tardis i vestiti di Ten per fare posto ai suoi"
Parole: 406


“Ehm, Donna? Tutto bene lì dentro?”, chiese titubante il Dottore, indugiando fuori dalla porta della camera dell’amica, da dove provenivano strani rumori.
“Per niente, marziano! Non ho più spazio nell’armadio!”, provenne attutita la voce frustrata di Donna.
“Com’è possibile? Ti ho offerto un’intera cabina armadio abbastanza capiente da contenere tutti gli abiti dei magazzini Harrods!”, esclamò stupito il Dottore, entrando nella stanza e trovando una scarmigliata Donna in mezzo ad un mare di gonne, abiti, maglie e cappelli: cappelli di tutti tipi, dimensione e colore sparsi ovunque.
“Credici. È colpa tua per avermi portato in quel pianeta dove tutti indossano quei buffi cappelli, non riuscivo a decidere quale mi piacesse di più!”, sbuffò Donna, raccogliendo una manciata di vestiti da terra e marciando fuori.
“E adesso dove stai portando tutte quelle cose?”, chiese il Dottore, sforzandosi di non farle notare che era stata proprio l’amica ad insistere affinché si fermassero lì una volta saputa l’esistenza di un pianeta simile.
“Li metterò nel tuo armadio. Tanto tu giri sempre con gli stessi due completi e quella specie di trench, scommetto che avrai un mucchio di spazio.”, dichiarò Donna, scendendo le scale verso la stanza dove il Dottore teneva il suo guardaroba.
“Oh no, no, no! Non toccherai il mio armadio!”, esclamò l’amico, affrettandosi a starle dietro.
“Andiamo! Che te ne farai mai di tutta questa roba?”, protestò Donna, smuovendo alcune grucce con un gesto secco. “Ad esempio questa”, continuò, prendendo una giacca colorata, realizzata con diverse stoffe. “È un pugno in un occhio, credimi.”
“Donna, sono i miei vestiti, potrò decidere io se sono utili o meno!”, protestò il Dottore, invano. Donna stava già passando in rassegna gli indumenti appesi con sguardo critico, ne scelse alcuni senza risparmiare sui commenti (“Pantaloni rosa! Orrendi!”, “Una divisa da pompiere? Davvero?”), e li buttò per terra.
“Donna, per favore! Se hai bisogno di più spazio puoi usare la stanza in fondo al corridoio, è vuota da anni! Ma non toccare le mie cose!”, protestò il Dottore, cercando di porre un freno a quell’assurda situazione. Santo cielo, in 900 anni id vita non gli era mai capitata una cosa del genere! “Vedrai che si troverà posto per tutte le cose inutili che hai comprato!”
Quella fu una mossa sbagliata. Qualche minuto dopo il Dottore, l’ultimo della gloriosa razza dei Signori del Tempo, si ritrovò fuori dalla Tardis a raccogliere i suoi indumenti, gettati via dalla sua incollerita compagna di viaggio umana.






 
  
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