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Autore: Cloe87    25/11/2015    5 recensioni
«Tu cosa ne pensi?» domandò sottovoce Eaco, osservando di sottecchi la neo Regina degli Inferi che sfoggiava una maglietta rosa confetto, con sopra stampato il segno della pace, mentre dava le ultime disposizioni a Radamante, a cui era stato affidato l’incarico di ripulire l’Europa e l’Africa dall’ondata di zombie.
«Che ha un bel culo»
«Sto parlando seriamente, Minosse!»
«Anche io!»
«Ehi, voi due, invece di stare lì a guardarmi il fondoschiena, che ne direste di darvi una mossa? I morti non ci tornano da soli nell’Ade!» la voce della diretta interessata li fece sobbalzare.
«Sì, signora. Subito signora!» si ritrovarono quindi a dire i due Giganti, presi in castagna, per poi affrettarsi a darsi da fare.
«Dannazione! Che sia telepate?» sfuggì di conseguenza ad Eaco, preoccupato per la figura barbina in cui era appena incappato, mentre sbraitava ordini a destra e a manca ai suoi sottoposti.
«E cosa vuoi che ne sappia io! Fino a ieri nemmeno sapevo che Ade avesse una figlia!» gli rispose di conseguenza Minosse, con un’alzata di spalle.
Genere: Comico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Wyvern Rhadamanthys
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Informiamo il gentile visitatore che i personaggi sono di proprietà del maestro Masami Kurumada, così come la storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma perché l’autrice è masochista e voleva incasinarsi con un’altra storia, dato che quelle che ha già in corso non le bastavano.

Il Regno dei Morti vi ringrazia per l’attenzione e vi augura una buona lettura.

 

 

 

QUANDO TI PIOMBA ADDOSSO UNA SGRADITA EREDITÀ E TI RITROVI A DOVER FERMARE UN’APOCALISSE ZOMBIE!

 

«Lucy, ti prego, dimmi che è un incubo» piagnucolò un ragazzo correndo per i corridoi del college, insieme ad alcuni sui compagni, mentre cercavano di mettersi in salvo dall’orda di cadaveri putrescenti, che avevano invaso l’edificio.

«Tranquillo, sei solo finito per sbaglio sul set di un film horror come comparsa, ma si sono dimenticati di dirtelo!» ironizzò la sua compagna di corso, chiedendosi per quale assurdo motivo avessero costruito l’università sopra un vecchio cimitero! Ma purtroppo non era esattamente il momento di perdersi in riflessioni inutili, ma piuttosto di trovare il modo di mettere in salvo quei ragazzi umani prima che fosse troppo tardi. Lucy scattò quindi in avanti verso l’uscita d’emergenza, aprendo così la porta, facendo segno agli altri studenti di scappare per le scale che portavano fuori dallo stabile, incitandoli a sbrigarsi.

«E tu?» le domandò quindi sorpreso un altro suo compagno, notando che la giovane non accennava ad unirsi al gruppo per scappare.

«Io ho un lavoretto da sbrigare!»

«Ma…» cercò di controbattere il ragazzo, ma la ragazza lo afferrò per un braccio per poi scaraventarlo oltre l’uscita d’emergenza, senza lasciargli il tempo di replicare, per poi chiudersi la porta alle spalle, ritrovandosi così faccia a caccia con gli zombie.

“Che palle! A quanto pare Ade riesce ad essere molesto pure nel Tartaro! Ma quella cretina non poteva sigillarlo come al solito?” si ritrovò quindi a pensare la ragazza. 

L’eclissi, e i cosmi che in quei giorni  erano esplosi per poi spegnersi, non gli erano infatti sfuggiti, ma onestamente non aveva pensato che Atena potesse essere così idiota da non prevedere che, distruggendo il corpo divino del Re degli Inferi (condannando così la sua anima a vagare nel Tartaro), si sarebbe scatenata un’apocalisse zombie, dato che non ci sarebbe più stato un cosmo in grado di mantenere gli equilibri tra il Regno dei Vivi e quello dei Morti. Ma purtroppo si era sbagliata, siccome la saggia Atena aveva fatto proprio quello!

Emise quindi un lungo respiro rassegnato per poi rivolgersi agli zombie, ormai un po’ troppo vicini per essere ignorati.

«Spiacenti, ma vi devo rispedire da dove siete venuti!» e detto questo, un potente cosmo oscuro invase il corridoio, mentre le mani di Lucy disegnavano nell’aria la sagoma di un portale, che si materializzò di fonte ai cadaveri, per poi spalancarsi ed inghiottirli; svanendo infine nel nulla, così com’era apparso. Lucy sì ritrovò quindi sola nel corridoio; ben conscia che quel gesto le sarebbe costato caro. Infatti un applauso risuonò ben presto nell’aria, insieme ad un cosmo altrettanto potente.

«Ciao, Ermes, come ti butta?»  salutò quindi la ragazza, con evidente poco entusiasmo, non appena la figura del dio si manifestò davanti a lei.

«Ottimo lavoro Chrysanthe! Davvero! Proprio un lavoro degno della figlia del Re degli Inferi. Anche se il tuo attuale corpo umano non rende giustizia alla tua vera bellezza divina!» si complimentò il messaggero di Zeus, facendo un giro completo attorno alla ragazza per osservarla meglio.

«Smettila di prendermi per i fondelli. Oggi non sono proprio in vena! E poi non sono più Chrysanthe da millenni, rammenti? Quindi se in questa vita mi chiami Lucy mi fai un favore, senza contare che il mio corpo originario non mi ha mai fatto impazzire! Quindi dacci un taglio!»

«Ma quanto siamo acide! E io che pensavo fossi felice di rivedere il tuo adorato cuginetto» mise il muso Ermes, facendo finta di essersi risentito.

«Senza offesa, ma dato che sei il messaggero di Zeus, porti solo rogna»

«Oh andiamo, non sempre i messaggi del Vecchio sono rogne. Infondo se fin’ora te la sei potuta spassare spacciandoti  per umana, è solo grazie a me e a lui, che abbiamo messo in scena la tua finta morte!» le rinfacciò infatti il dio messaggero.

«Quindi immagino che tu sia qui per informarmi che ho vinto alla lotteria!» ironizzò la ragazza.

«Beh, ecco, una lotteria no, ma un’eredità sì» e detto questo Ermes fece comparire la spada di Ade e gliela porse: «Zeus mi chiesto di consegnarti questa. Immagino sappi cosa vuol dire»

Lucy osservò prima Ermes, poi la spada e poi di nuovo il dio:

«Carina! Ma è un po’ troppo fantasy per i miei gusti! Ringrazia il Vecchio da parte mia e digli di metterla sopra il camino! Sull’Olimpo starà sicuramente meglio che nel mio monolocale»

«Chrysanthe, lo sai che non puoi permetterti di rifiutarla!» la redarguì però il messaggero di Zeus.

«E perché no?» domandò testarda la ragazza.

«È il tuo destino e lo sai! Per quanto tu possa scappare, questo è il tuo sangue! Così come sai perfettamente che le Pizie non hanno mai sba…» ma Ermes non riuscì a finire la frase perché venne afferrato per il collo e sbatto contro la parete del corridoio, ritrovandosi così ad osservare il viso furibondo di Lucy:

«Delle Pizie me ne fotto! Per colpa della loro profezia ho avuto un’infanzia ed un’adolescenza da incubo! Quindi mettiamo  subito in chiaro che non voglio avere nulla a che fare con tutto ciò che riguarda Ade! Sono stata chiara!» intimò infatti la ragazza ed Ermes sospirò rassegnato, liberandosi dalla sua presa:

«Come vuoi Chrysanthe, ma penso che tu possa anche capire che sia comunque necessario trovare alla svelta qualcuno che possa sostituire Ade, in modo da ristabilire l’ordine tra i vivi e i morti.  Quindi se tu sei così convinta del tuo rifiuto, non possiamo fare altro che ricorre a Lei. E immagino che tu sappia perfettamente chi intendo con Lei…»

Il viso di Lucy si rabbuiò, capendo perfettamente l’allusione.

«Siete un branco di stronzi!» fu infatti il suo commento, mentre afferrava la spada appartenuta ad Ade, ben conscia che con quel gesto i bei tempi del college erano finiti.

«Sapevo che avremo trovato un accordo!» sorrise di conseguenza compiaciuto Ermes, per poi aggiungere: «Non vorrai mica svolgere il tuo incarico con quel corpo umano vero?»

«E perché no? Atena lo fa!»

«Atena non regna in un posto in cui un corpo mortale, teoricamente muore! Inoltre, dato che Ade ha sempre cercato di tenere nascosta la tua esistenza, così come quella della profezia, penso che sarebbe più saggio rivendicare il trono con il tuo vero corpo, grazie al quale il tuo legame di sangue con il re degli Inferi è piuttosto evidente. Sai com’è, c’è chi potrebbe prenderla male se ci fosse il sospetto che l’Ade non sia stato dato in gestione ad uno di famiglia. Quindi devi pur dimostrate di essere la sua degna erede indossando la sua armatura, ma questo lo puoi fare solo grazie al tuo vero corpo, nel quale scorre il suo sangue. E come ben sai, il legame tra un dio e la sua armatura è anche un fatto si sangue, oltre che di cosmo» le fece però notare Ermes.

Un’imprecazione contro Ade sorse quindi spontanea dal profondo del cuore di Lucy. Ermes infatti aveva ragione e di conseguenza non le restò altro da fare che avviarsi con lui a riesumare il suo vecchio corpo, per poi seppellire quello nuovo, aprendo un portale spazio-dimensionale che li fece materializzare in una cripta sotterranea nella Città del Vaticano.

«Ah, però! Non avrei mai pensato che avessi nascosto il tuo corpo divino qui!» commentò Ermes, buttando l’occhio tra i sarcofagi e le tombe di cardinali e prelati, mentre Lucy faceva strada fino ad un sarcofago incassato in una nicchia e sul quale campeggiava il nome di un religioso del ‘800.

«A dire il vero non l’ho mai tenuto per molti secoli nello stesso posto. Sai, per precauzione. Infatti l’idea di metterlo qui mi è venuta ultimamente, dato che a nessuno sarebbe venuto in mente di cercare il corpo di una divinità pagana sconosciuta al mondo, nella roccaforte di un culto monoteistico» spiegò Lucy, estraendo il contenitore dalla nicchia per poi aprirlo, ritrovandosi faccia a faccia con se stessa. Un lungo brivido gelido le corse lungo la schiena osservando il suo vecchio corpo inanimato. Aveva quasi dimenticato quanto gli assomigliava; motivo per il quale aveva sempre odiato quelle fattezze: il segno visibile del loro legame di sangue e quando Ermes le porse la spada lei sussultò. Ritornare ad essere ciò che era; una dea, non le piaceva proprio per nulla, ma se questo era l’unico modo per preservare l’equilibrio del mondo senza dover togliere i sigilli a Lei, allora l’avrebbe fatto. Ciò che aveva sigillato millenni fa doveva rimanere tale a qualunque costo, anche perché, in caso contrario, per lei sarebbe stata una bella grana.

Bastò quindi un taglio netto alla gola per attuare il passaggio; morire per poter rinascere. Era una lezione che aveva dovuto imparare in fretta. Il dolore fu intenso, ma breve, per poi cadere in un abisso senza fine per un tempo imprecisato, fin quando non spalancò gli occhi, tossendo convulsamente, ritrovandosi ad osservare Ermes con in braccio il suo corpo mortale esanime ed insanguinato.

«Ben rinata tra noi Chrysanthe, figlia unigenita di Ade, Signore degl’Inferi e sua legittima erede al trono» l’omaggiò Ermes con un’ inchino: «Come vi sentite?»

«Una merda! Ho bisogno di una doccia! Sono piena di polvere e puzzo di muffa!»

«Però, gran belle parole toccanti dette da una dea appena risorta» commentò ironico Ermes.

«Perché? Che ti aspettavi? Un monologo pieno di retorica?» gli domando quindi Chrysanthe uscendo dal sarcofago in pietra.

«Onestamente? Un vaffanculo!» le rispose Ermes, strappandole un sorriso divertito.

«Oh, ma per quello c’è tempo, non disperare! Prima o poi ti ci mando, stanne certo!» lo rincuorò di conseguenza la dea, rivolgendogli il suo migliore sorriso strafottente.

  
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