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Autore: luna nueva 96    28/11/2015    1 recensioni
Ambientata due anni dopo la 2x07, storia divisa in due capitoli. Pubblicherò l'altro il prima possibile.
Presenza di contenuti forti e tematiche delicate.
"Selina e Bruce erano due punti che erano destinati a viaggiare in direzioni opposte: era scritto che Selina sarebbe sprofondata sempre più a fondo nella voragine e che Bruce sarebbe stato la stella più importante dell’elitè di Gotham, che avrebbe portato avanti l’azienda di famiglia, che avrebbe avuto a che fare con gente del suo rango, come Silver St.Cloude. Erano passati due anni da allora, anni in cui Selina aveva provato ad uscire fuori dalla sua vita, senza mai riuscirci davvero"
Assolutamente Bruce/Selina
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Wayne, Selina Kyle
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Selina Kyle non aveva mai avuto un posto da poter definire casa.  Era un nomade, un rapace libero di volare ovuque desiderasse. Senza una famiglia, degli amici-dei legami- chi mai  l’avrebbe cercata, qualora avesse lasciato la città? Se si fosse trasferita al Polo Nord, San Francisco, Buenos Aires? Per Gotham Selina era semplicemente un’ombra  che non lasciava traccia. Villa Wayne rappresentava la famosa eccezione che conferma la regola. Di certo non poteva considerarla casa sua, eppure non ricordava nemmeno un posto in cui si fosse fermata per così tanto tempo; soprattutto non  ricordava nessun posto in cui avesse un motivo per tornare.

Non appena si sedette sul divano sentì immediatamente i nervi distendersi e finalmente potè permettersi un respiro di sollievo. Durante la strada per arrivare fino a lì, seduta nella costosissima auto di Bruce, non aveva fatto altro che stare con i sensi all’erta per prevenire eventuali pericoli che potessero sopraggiungere da un momento all’altro. Come se il suo assalitore potesse riprendersi e dare la caccia a Bruce, che lo aveva steso. Non era successo nulla, per fortuna, ma non era riuscita a lasciar andare l’inquietudine, a poco era servita la mano di Bruce che, timida ma decisa, aveva stretto la sua. Solo ora si sentiva davvero al sicuro.

-Signorino Bruce siete torn-
Il maggiormodo di villa Wayne entrò repentimanente nella stanza, ma si bloccò alla vista della sua figura
-Ciao Alfred-
-Selina-

Le si avvicinò, scrutandola bene in viso, soffermandosi su un particolare punto della guancia. Selina portò d’istinto la mano in quel punto e la ritrasse subito dopo per il dolore. Si voltò verso la finestra e il suo riflesso le palesò un brutto ematoma violaceo. Alfred la guardò un’altra volta negli occhi, poi guardò Bruce che ancora si massaggiava la mano dolorante, e capì.

-Porta qualcosa da mangiare, Alfred- intervenne Bruce, seduto sull’altro divano- credo siamo entrambi molto affamati-

Il maggiordomo fece un gesto di assenso col capo e scomparve verso le cucine.  Calò il silenzio. Selina aveva lo sguardo basso e per la prima volta si sentiva davvero in difficoltà. Si era sentita ferita, umiliata e spaventata. Si era cacciata nei guai con dei malavitosi, e aveva dovuto pensarci Bruce Wayne a salvarla. Come se già non avesse troppi nemici a Gotham, già di per se. 
Spostò lo sguardo verso la finestra, che tante volte aveva usato per entrare o uscire da quella stanza. Non appena notò il suo sguardo Bruce d’istinto si alzò e la chiuse. Forse, sperò Selina, aveva paura che potesse fuggire ancora.

Era passato qualche mese da quando si erano visti l’ultima volta. La pubertà gli aveva fatto davvero bene. Bruce era sempre stato un bel bamb-ragazzo, ma ora era diventato alto e più robusto, gli occhi più profondi di quando ricordasse, i capelli più ribelli, le labbra più carnose, e quel leggero filo di barba che lo rendeva incredibilmente appetibile. Le sue stesse movenze erano diventate più aggraziate ed eleganti; si muoveva con passi decisi e sicuri, decisamente estranei al ragazzino ingenuo e goffo che aveva conosciuto anni prima.

Bruce si appoggiò allo stipite della finestra, la guardò, e la per la seconda volta sorrise.
-Hai allungato i capelli- disse semplicemente. Selina si portò le mani a toccare quei riccioli ribelli che in effetti in quel lasso di tempo aveva fatto allungare fino a sotto le spalle. L’aveva fatto per sembrare più femminile. L’aveva fatto per lui.

Entrò Alfred, portando un vassoio pieno di prelibatezze. –Vi lascio soli- disse.
Selina prese una briosche e la addentò subito. Odiava ammetterlo, ma non sempre, nonostante la sua scaltrezza, aveva le possibilità di mangiare.  Conosceva bene il digiuno, e, quando le era possibile, si cibava di quello che riusciva a rubare nei vari negozi o dal tavolo del Pinguino; sempre avanzi o roba sciatta. Si accontentava, come di tutto del resto, ma doveva ammettere che avere un piatto caldo assicurato ogni giorno doveva essere un bel privilegio. In più in quel momento si sentiva particolarmente debole e incline a divorare tutto ciò che ci fosse sul vassoio.

-E io che mi stavo preoccupando della tua salute- le arrivò alle orecchie il tono canzonatorio di Bruce. Riusciva ad essere signorile anche quando faceva ironia.
-Cerchi rogne ragazzino?- lei era più diretta
-Oh, no per carità. Non vorrei mai incorrere in un pericolo del genere-

-A proposito- disse Selina alzandosi e parandoglisi di fronte- Non farlo mai più-
Bruce accigliò lo sguardo e sbattè un paio di volte le ciglia, confuso. –Fare cosa?-
-Fare l’eroe ovviamente! Non essere  mai più così stupido-
Il ragazzo incrociò la braccia davanti a lei e inarcò un sopracciglio. –Selina tu stavi per-
-Avevo tutta la situazione sotto contr-!-
-STAVI PER ESSERE VIOLENTATA- 
Ci fu un attimo di silenzio in cui l’imbarazzo costrinse Cat ad abbassare lo sguardo.
-…ma scommetto che tu fossi assolutamente consapevole di questo, vero?- continuò Bruce- Fai questa sceneggiata semplicememente perché non vuoi che mi metta più  nei guai per proteggerti, giusto?-

Selina sbuffò girò il passo e si stese sgraziatamente sul divano. –Ti preferivo quando eri un bamboccio piagnucolone-
-Sono cambiate un po’ di cose da allora. Una parte di me vorrebbe essere ancora quel bambino-
Lo sguardo di Bruce divenne più intenso, coinvolto da segreti che probabilmente Selina non avrebbe mai scoperto. C’era stato un cambamento in Bruce negli ultimi tempi, qualcosa aveva fatto in modo che anche in lui ci fossero dei demoni da sconfiggere. Anche Bruce Wayne, l’anima più pura di questo mondo, alla fine era stata contaminata.
-Gotham ha preso anche te-

Bruce si inginocchiò ai suoi piedi e con il pollice tracciò il contorno del livido sulla sua guancia. Selina sussultò dal dolore ma non si ritrasse; non si sarebbe ritratta mai e poi mai, non con Bruce a pochi centimetri dal suo viso, che la guardava come se volesse mangiarla di baci. E così fu, dato che Bruce, leggero come una farfalla, appoggiò le labbra sulle sue per stamparle un bacio. Dolce e rapido, puro e privo di malizia, esattamente come il primo bacio che si erano scambiati, proprio in quella stanza, qualche anno prima.

-Mi dispiace deluderla signorina Kyle, ma non permetterò più a nessun criminale da due soldi di alzarti anche solo un dito addosso-
Selina si lasciò scappare un sorriso, mentre cercava di frenare le palpitazioni del suo cuore. –Anche perché non avrebbero vita facile. A quanto vedo sei diventato un maestro di kung fu-
-Alfred mi ha insegnato una cosa o due…- 

Ci fu qualche attimo di silenzio in cui semplicemente si guardarono negli occhi. Lo amava da morire, non riusciva a farne a meno. Lo amava quando sorrideva, incurvando solo i lato destro della boca verso l’alto; lo amava quando era nervoso e si scompigliava i capelli, già da se ribelli; lo amava quando erano a pochi centimetri l’uno dall’altra, come in quel momento,  e si mordeva le labbra per respingere la tentazione di baciarla. Lo amava soprattutto quando si prendeva cura di lei e le dava quell’amore che non aveva mai ricevuto nella sua vita. Cosa aveva fatto per meritare le attenzioni di Bruce Wayne? Lei era… era solo Cat. E Cat non era abbastanza, non lo era mai, soprattutto per lui.

-Non dovresti fare così- gli disse- Non dovresti fare così per me-
Il ragazzo la guardò interrogativo.
-Intendo dire che dovresti dare attenzioni del genere a persone più simili a te, persone come Silver St Cloude-
-Silver era una stronza-
-Silver è una stronza, ma non è questo il punto- affermò- Hai capito cosa intendo non farmelo ripetere, è già abbastanza umiliante-

Bruce sospirò e si sedette sul divano proprio affianco a lei, incrociando le mani sulle gambe.
-Speravo di non doverti rifare più il discorsetto, ma a quanto pare hai la testa più dura del marmo- si lasciò scappare una risata, e arrossì; poi tornò serio e continuò- Anni fa ti ho detto una cosa: ti ho detto che non avevo mai incontrato qualcuno come te, ti ho detto che mi fidavo di te più della mia stessa vita; e che… mi sentivo legato a te in un modo che non riuscivo a spiegarmi ma che non sarebbe cambiato. Mai-

Selina seguì il discorso di Bruce con il cuore che batteva all’impazzata. Conosceva a memoria quelle parole, erano le parole che tormentavano da quel lontano giorno i suoi sogni. Ma Bruce quella volta aggiunse dell’altro.
-A quel tempo ti dissi questo, ed era vero. Non è cambiato niente. L’unica cosa che è cambiata è che a quel sentimento che prima non riuscivo a spiegarmi… ora riesco persino a dargli un nome Selina. E credo che tu sappia bene di cosa di tratti, dato che credo che provi lo stesso per me-

Come anni prima anche questa volta Selina ebbe l’istinto di fuggire da quella situazione ingombrante. Provava una stranissima sensazione ogni volta che Bruce si esponeva in quel modo: era come se il cuore le volesse uscire dal petto dalla gioia e al tempo volesse scappare per non veder davvero realizzare quella prospettiva. Lo faceva perché aveva paura. Aveva paura di creare dei legami così forti da sentire dolore quando si sarebbero spezzati; aveva paura di lasciare al proprio passaggio una traccia ben marcata e non essere più solo un’ombra. Aveva paura che Gotham la punisse per questa sua debolezza.

E come al solito, prima che potessero uscire dal cancello infrangibile delle sue labbra queste parole, Bruce aveva già capito tutto.  
Si alzò e le lanciò qualcosa contro, che Selina prese al volo. Erano le chiavi della sua auto.

-E’ qui fuori, già pronta per partire. Hai voglia di fuggire e lo so, lo capisco. Ti lascio la tua libertà, anche perché senza non saresti Cat. L’unica cosa che voglio dirti è che… non importa quanto tu possa andare lontano Selina: noi due siamo legati e alla fine tornerai sempre da me-

Si avvicinò a lei e la baciò.

In quel momento Selina comprese che era quella la vera libertà. Era avere dei legami e decidere di portarli avanti. L’amore per Bruce non era una prigione da cui non poteva uscire, ma la casa a cui decideva spontaneamente di tornare. Ora lo sapeva, così come sapeva che sarebbe tornata.

Si diresse verso la finestra e l’aprì.
-Selina- si voltò un’ultima volta verso il ragazzo- La prossima volta che ci vediamo voglio fare l’amore con te-
Cat sorrise e sparì nei buio della notte.

Avrebbe contato i minuti. 
  
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