Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Khaleesi_Hale    01/12/2015    0 recensioni
GLI HUNGER GAMES. NON MI SEMBRA VERO CHE SARO' IO QUEST'ANNO A RAPPRESENTARE IL MIO DISTRETTO. NON SONO PRONTO, ANCHE SE FACCIO IL DURO ESTERIORMENTE, DENTRO HO PAURA. TEMO ANCORA DI PIU' QUELLO CHE SUCCEDERA' DA QUANDO CLOVE MI HA DETTO CHE SARA' LEI , IL TRIBUTO FEMMINA DEL NOSTRO DISTRETTO. DEVO SALVARLA IN QUALCHE MODO, IO LA AMO E LEI DEVE TORNARE. PENSO A TUTTO QUELLO CHE POTREI FARE PER PROTTEGERLA MA, ALLO STESSO TEMPO LA PAURA PRENDE IL CONTROLLO DELLA MIA MENTE, E INIZIO A IMMAGINARE A LE COSE ATROCI CHE POTREBBERO CAPITARLE.LA MIA PAURA AUMENTA , E A BREVE I GIOCHI HANNO INIZIO. NON SO SE RIUSCIRO' A UCCIDERE QULCUNO, MA PER CLOVE FAREI DI TUTTO. E MENTRE ME NE STO QUI SEDUTO AD ATTENDERE IL GIORNO, DELL'INIZIO DI QUESTO INFERNO PENSO A COME PUO' UN SOLO UOMO AD OBBLIGARE MIGLIAIA DI PERSONE A UCCIDERSI FRA LORO, A FARLE MORIRE DI FAME NEI DISTRETTI SENZA IL MINIMO RISENTIMENTO.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Clove. Sono le 02:41 esatte. Lo so con certezza perché la sveglia poggiata sul comodino accanto al mio letto proietta l'ora sul soffitto. Ed io mi sono persa nel fissarla già da qualche ora. Cato é rimasto con me finché non ho "preso"sonno. In realtà ho solo finto di addormentarmi. Sapevo che non avrei chiuso occhio, e non volevo che lui rimanesse tutta la notte sveglio per causa mia. Non riesco a dormire. Sono stanca, sono stanca del continuo brusio di pensieri nella mia mente. Penso talmente a tante cose contemporaneamente, e ho una tale confusione, che quasi non ricordo il mio nome. Sento il cervello pulsare, é come se fosse una bomba pronta ad esplodere. Ho una gran voglia di gridare senza apparente ragionr. Ho bisogno che la mia mente faccia silenzio. Anche solo per un secondo, il tempo di riprendere fiato. Sono stanca. Faccio qualsiasi cosa pur di smettere di pensare. Provo a concentrermi sul battito del mio cuore. Per qualche minuto funziona,ma poi eccoli, alcuni pensieri freddi oscuri che tornano a galla nella mia testa. Non posso annegare i miei demoni loro sanno nuotare. Le mie paure, le mie insicurezze. Adesso qui é come se fossi una statua di ghiaccio, non lascio trasparire la minima emozione come se non avessi paura di niente. Ma come sarà nell'arena?. Cosa penseranno di me le madri dei tributi che ucciderò. Penso che mi odieranno fino alla morte. Io lo fare al loro posto. Ogni tanto ho delle fitte al cuore. Come se qualcuno trapassasse con la mano il mio petto , lo afferrasse e lo stritolasse. É talmente realecome sensazione, che sembrerebbe quasi un dolore fisico. Tra una cosa e l'altra si fanno le 5:12. Tra circa un'ora dovrei alzarmi. Oggi ci alleniamo e ci confrontiamo con gli altri tributi. In seguito faremo una dimostrazione pratica delle nostre abilità sotto gli occhi degli strateghi. 5:20, decido di alzarmi. Anche se in realtà avrei un'altra mezz'ora e non di più prima di alzarmi, ma l'idea di stare distesa nel letto e annegare nelle mie paure mi spaventa. I pensieri che mi sormontano sono petinati non mi lasciano in pace. Mi sollevo di colpo e sposto dolcemente le lenziola che mi coprono. Scendo le scale del soppalco dove si trovano le nostre stanze da letto. Noto cha Cato é seduto sul divano, già pronto. Indossa una tuta attillata, a maniche corte, nera con le maniche e i bordi rossi e grigi. Vendendomi scendere scale le sue puoille si dilatano, mi guarda come se fossi una dea scesa in terra. É quasi emozionato nel vedermi. E senza spiccare parola, sia io che lui, ci dirigiamo verso il tavolo già imbantito per fare colazione. Mi siedo a capo tavola, mentre Cato si accomoda alla mia destra. Prendo una fetta di pane abrustolita e croccante, come piace a me, mentre Cato Beve un pò di Té. Faccio per tirare un morso, ma Cato mi interrompe: «-Loran mi ha dato questa tuta. Ha detto che dobbiamo indossarla per oggi, la tua é andata a prenderla.-avvicina la sua testa al mio orecchio e ridendo sussurra- mi prude da morire!» Accenno una piccola risata. E mentre sto per addentare il pane, il mio stomaco di colpo si chiude come un guscio e rifiuta ogni tipo di cibo. Così mi congedo da Cato con un ~Torno subito~ anche se so che non sarà così. Mi alzo dalla sedia e mo dirigo verso il bagno per preparami. Chiudo la porta a chiave e mi fiondo sotto la doccia. Finalmente! Le doccie mi rilassano molto. Credo di aver perso la cognizione del tempo perché, mentre per la millesima volta mi strofino i capelli, mi accorgo che la pelle delle mie dita é ragrinzita al massimo. Cosí capisco che é ora di uscire dal quel mio rifugio di acqua calda. Mentre apro le ante della doccia, tutto il vapore si sprigiona nella stanza facendo appannare lo specchio. Già lo specchio. Chissà perché l'idea di guardarmi allo specchio mi terrorizza. Afferro l'accappatoio blu notte con cui avvolgo il mio corpo. Noto che é molto lungo, mi arriva fino ai piedi, forse, é per il fatto che non sono particolarmente alta. E mentre finisco di asciugarmi le gambe, e alzo il capo verso l'alto, arriva l'inevitabile momento in cui non posso fare a meno di guardarmi allo specchio. L'immagine che vedo é sfuocata a causa del vapore, così con la manica dell'accapatoio strofino lo specchio e vedo una ragazza che mi somiglia ma che non sono io. Vedo una ragazza dagli occhi verdi e i capelli corvini, che sul volto ha una chiara espressione spaventata e preoccuoata. Si, sono preoccupata di quello che dovrò affrontare nell'arena. Il pensiero di dover uccidere qualcuno mi sta divorando dall'interno. Ma non dovrebbe essere così. Quando sarò li, nell'arena, non dovrò avere pietà di nessuno. Dovrò essere impavida, feroce, insensibile, quasi contenta del fatto di uccidere qualcuno per salvarmi la pelle, come mi é stato insegnato. Poi, mi viene in mente Cato. Non riesco minimamente ad immaginare cosa potrebbe succedere se dovessimo rimanere solo io e lui alla fine. A questo pensiero una lacrima riga il mio viso. Mi strofino prepotentemente gli occhi. Uno é particolarmente arrossato e mi brucia,forse per colpa dello shampo. Cotinuo a fissare la mia immagine riflessa per qualche minuto, fiché non noto, quasi con stupore una cosa di cui momentaneamente mi ero completamente scordata. Un'ampio ematoma violaceo campeggia sulla mia guancia sinistra. Non ricordavo che lo schiaffo di Langdon fosse stato così sonoro. Ma forse, ripensandoci lo era stato eccome. Ci aveva messo tutta la forza che aveva in corpo per tirarmelo. Tanto da provocare uno schiocco secco, e da buttarmi a terra. Un'espressione furiosa si forma sul mio viso. Odio con tutto il mio cuore quella chiazza viola nettemente visibile, e messa ancora più in risalto dalla mia pelle molto chiara. La odio perché é un segno di debolezza. E io detesto mostrarmi debole agli occhi degli altri. Guardo ancora, con disprezzo, per qualche istante quella macchia e con un'espressione furiosa mi avvolgo i capelli in un asciugamano ed esco dal bagno. Cato non é più seduto a tavola. In realtà non lo vedo da nessuna parte, così penso che magari é rientrato nella sua stanza a rilassarsi un pò, per quanto possa riuscirci, prima di andare. Percorro nuovamente le scale argentate, e mi dirigo verso la mia stanza. Lego i capelli ancora bagnati in una treccia, infilo la binacheria e poi la tuta attilata nera, rossa e grigia, uguale a quella di Cato, che Loran deve aver poggiato sul mio letto mentre ero sotto la doccia. Sono pronta. Mi siedo in un angolo del letto e comincio a pensare a tutte le mie paure e le mie insicurezze. Sembrerà stupido, ma ho una gran fobia dei ragni e degli insetti in generale. Il solo pensiero delle loro zampette sul mio corpo mi fa venire i brividi assurdi. Non sono una brava arrampicatrice. Non ho paura dell'altezza, ma non sono molto agile nell'arrampicarmi. E questo mi crea un grande svantaggio visto che mi é stato insegnato che i posto alti sono i più sicuri. Sono brava negli scontri a distanza. Sopratutto con i coltelli. Sono abilissima con quelli, sono la mia specialità. Una volta ho centrato, con un coltello lama 7', un coniglio distante 50 metri dritto in mezzo agli occhi. Questa é l'unica cosa "positiva" che mi viene in mente. La mia paura più grande é il senso di colpa. Non so come reagirà la mia mente dopo che ucciderò qualcuno. Ho sentito di alcuni tributi, che per il forte rimorso, si sono tolti la vita dentro l'arena. Oppure di altri che per reprimere le emozioni per ciò che avevano fatto erano diventati feroci, assasini spietati che trovavano uccidere facile come respirare. E io? Cosa finirò? A breve la mia vità cambierà in modo radicale, compiró azioni di cui mi pentiró amaramente, di cui dovrò convivere per il resto della mia esistenza, se sopravviveró. Perché dobbiamo sottometterci? Perché dobbiamo accettare gli Hunger Games? Perché nessuno si ribella? «-Ragazzi é ora!»- i miei pensieri vengono interrotti da una voce che proviene da infondo le scale, probabilmente é Loran. Mi alzo dal letto, e con passo felpato mi dirogo verso lo specchio. Vedo il mio riflesso, e sul mio volto compare la mia solita espressione impassibile che intimorisce molti. ~Vedi di non deludermi~ dico a me stessa. Esco dalla mia stanza, e nello stesso istante che varco la soglia della porta, Cato, mi tira per il polso e mi stringe a se: «-Fai vedere chi sei.» - mi sussurra, e posa delicatamente le sue labbra sulla mia fronte. *** Spazio Autrice. Questo capitolo non mi convince per niente. Lo so, non porta avanti la storia. Ma volevo scrivere un capitolo che si basasse sui pensieri e sulle insicurezze dei personaggio(in questo caso solo di Clove) prima di entrare nell'arena. Mi sono pentita amaramente di non aver scritto questa storia in 3° persona. Ma oramai l'ho iniziata e devo portarla al termine. Scusate la citazione di una canzone dei Bring , ma ho pensato che ci stesse bene (anche se in realtà odio quella canzone, ma quella frase é molto bella.) E ninete, siete ancora pochi , ma sono contenta lo stesso che a qualcuno siabpiaciuta. Fatemi sapere con qualche commento se vi piace o no, o un vostro parere in generale. ~Arna
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Khaleesi_Hale