Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: ___Page    05/12/2015    3 recensioni
Sono passati due anni dall'inaugurazione del locale di Sanji, Zoro e Law e tutto va a gonfie vele,al ristorante, alla scuola di danza e nelle loro vite.
Ma un nuovo spettacolo si avvicina e nuovi conflitti e amori prendono forma tra prove di musical e serate latine. Riusciranno gli allievi di Violet, Nami e Bibi a fare i conti con i propri sentimenti, a ritmo di musica e battiti di cuore?!
Ecco a voi il seguito di Shall we dance.
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass, Kidd, Nojiko, Penguin, Trafalgar, Lamy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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La guardo, le labbra schiuse e le palpebre abbassate per metà, mentre mugugna e sospira, sentendo il cuore accelerare.
È bellissima, semplicemente bellissima, con i capelli biondi sparsi sul cuscino e l’espressione così rilassata.
-Ah Pen…- soffia, schioccando la lingua, e io ghigno soddisfatto, senza smettere di muovere il polpastrello circolarmente.
Potrei stare ore a guardarla in questo stato, sdraiata sul mio letto. È così incredibilmente giusta qui sul mio letto, sembra incastrarsi alla perfezione con il materasso e anche con me quando si ferma a dormire, il che sta capitando molto spesso ultimamente.
Non so se sia perché l’ho quasi persa, forse è solo una scusa, ma sono sempre così riluttante a lasciarla andare che praticamente viviamo in simbiosi. So che è una cosa del primo periodo ma, finché dura, me lo voglio godere.
Ciò che spero non cambi mai è la costante voglia che abbiamo sempre di possederci e fare l’amore.
Solo dopo avere fatto l’amore con Lamy la prima volta ho capito quanto fosse idiota la mia convinzione che la danza fosse la massima espressione di sintonia tra due corpi in movimento.
Non che io fossi vergine sia chiaro. Solo, non aveva mai avuto un rapporto con Lamy.
La amo così tanto che mi sento quasi scoppiare.
Amo ballare con lei, amo andare al cinema con lei, amo persino discutere con lei.
Amo farci l’amore e amo farla stare bene come in questo momento.
Inspira a pieni polmoni e andrei avanti ancora se non fosse che dobbiamo trovarci con gli altri tra un quarto d’ora.
È strano pensare che quelle che prima erano uscite di un gruppo di amici ora sono uscite a quattro coppie ma non è che faccia poi molta differenza.
Franky e Baby continuano a discutere per tutto solo che ora Franky riesce a risolvere prendendola a baciandola di prepotenza, Sabo e Koala sono tornati quelli di un tempo a parte che ora è lui che pende dalle labbra di lei, un dettaglio per cui non manchiamo quasi mai di prenderlo in giro, e Chopper e Shirahoshi… beh sono Chopper e Shirahoshi.
Socchiude un occhio per guardarmi quando smetto di massaggiarla e io allargo di più il sorriso nel sentirla mugugnare una protesta.
-Dobbiamo andare o facciamo tardi- le spiego e lei si solleva con la schiena, puntellandosi su gomiti e avambracci.
Mi osserva attentamente mentre richiudo i bottoni della camicia, quasi malinconica per il fatto che mi sto rivestendo, e poi posa i suoi grandi occhi chiari sul mio volto, lasciandoli brillare innamorati. Mi toglie il fiato il modo in cui mi guarda. Come se fossi la cosa più bella sulla faccia della terra.
Mi allungo verso di lei, risvegliandola dalla sua trance con un bacio, che la fa sobbalzare appena ma al quale risponde quasi immediatamente, passandomi una mano tra i capelli.
Mi sollevo e lei si siede rapida sul letto per infilare i sandali, muovendo le dita con evidente sollievo.
-Ah Pen- sospira di nuovo come poco fa -Sei veramente un mago a fare i massaggi ai piedi-
 

 
***

 
-Cosa ne dici?!- mi domanda, le mani sui fianchi e il fiato un po’ corto per la tensione.
Studio attento il suo operato, rigirandomi in bocca la sigaretta spenta.
Ho imparato a non fumare più come prima da quando c’è Leo ma il bisogno di sentire il sapore del tabacco a volte è troppo impellente e così facendo ho trovato una mezza soluzione.
E stasera, non lo ammetterei mai ad alta voce, ma la verità è che il fatto che Zoro abbia cercato proprio il mio aiuto mi ha messo sotto pressione. Perché sarà anche un idiota muschiato e tutto il resto, un Marimo senza filtri, tatto, né senso dell’orientamento ma resta pur sempre un fratello e mi lusinga si sia affidato a me, anche perché so quanto per lui sia stata dura chiedermi supporto e quanto ci tenga ad imparare bene a fare questa cosa.
Senza contare che voglio essere un bravo zio.
Smuovo le spalle, cercando di autoconvincermi che sono un esperto in materia e non semplicemente appena meno incapace di lui in questa particolare attività, che ho imparato come si deve da neanche due settimane.
-Mi sembra ben fatto- gli concedo, da insegnante severo ma capace di riconoscere i meriti altrui quale sono -Di certo meglio dei cinque precedenti-
Zoro ghigna, annuendo secco, prima di lanciare un’occhiata all’orologio.
-Che dici, venti minuti saranno troppi?!- mi domanda, accigliandosi appena.
Lo guardo impassibile qualche istante, sentendomi molto Law, per poi riportare gli occhi sul bambolotto appoggiato sul tavolo, infilato in quello che sembra un ammasso di cotone tenuto insieme con lo scotch e senza una forma definita e, a dirla tutta, infilato pure un po’ storto.
Venti minuti?!
Ci ha messo venti minuti per metterglielo così?!
Glielo avesse messo alla perfezione, considerato che io ce ne metto ancora sette o otto per rivestire mio figlio, potrei dirgli che va bene ma così…
Alzo una mano e gliela batto sulla spalla, sentendolo sospirare sconsolato.
-Animo, Marimo! Abbiamo ancora sette mesi di tempo, non ti abbattere e prendi un altro pannolino!-
 

 
***
 
 
Continuo ad accarezzargli la coscia con la pianta del piede, mentre continuo a scaricare le foto che abbiamo fatto dopo la serata cubana su Whattsapp, dopo avere ringraziato Marco per avermele mandate.
Gli lancio un occhio e sorrido, sentendomi serena e giusta come non mai, qui sul divano di casa sua, con lui così rilassato, le mani intrecciate sul capo biondo, intendo a guardare “The Snacht”, uno dei suoi film preferiti.
Abbiamo scoperto di avere moltissimo in comune, io e Killer, e, nonostante quello che si potrebbe pensare vedendolo, è incredibilmente dolce con me. Mi porta la colazione a letto quando dormo qui, offre sempre lui se usciamo a cena o al cinema, viene a prendermi a danza quando non ho la macchina.
Le nostre serate non sono mai noiose, qualunque cosa decidiamo di fare, che sia guardare un film, chiacchierare, giocare alla playstation o fare l’amore.
Sì, lo chiamo già fare l’amore perché questo è per me e, anche se ancora non me lo ha detto, sento da come mi tocca e mi bacia che è lo stesso per lui.
E l’intesa sessuale che abbiamo... Quella è sicuramente la cosa in comune che mi soddisfa più di tutte. E niente mi rende felice come stare su a ridere e scherzare con lui dopo averlo fatto.
Sono felice, finalmente, dopo tanto tempo, posso affermare di essere davvero felice e Nojiko non fa che dirmi che me lo si legge anche in faccia e che tutto questo fa bene anche a lei.
Un’ondata d’affetto per la mia migliore amica mi pervade e decido di aprire una delle foto dove siamo vicine per guardarla più da vicino.
È uno scatto non in posa, solo del gruppo ballerini, fatto da Zoro e io e Nojiko stiamo ridendo per una battuta di una delle due, ora non ricordo quale. Basta questo semplice fotogramma per rendersi conto dell’intesa tra noi, di quell’amore che ci lega come fossimo sorelle, sin dall’infanzia.
Le voglio così bene che quasi mi viene da piangere per l’emozione.
Oh kami! Devo essere vicina al ciclo per piangere per una cosa del genere!
Maledetti ormoni!
Scuoto la testa per tornare in me e, già che ci sono, mi soffermo anche sulle facce degli altri. Questa foto è venuta davvero bene. Sghignazzo nel mettere a fuoco Koala che spinge indietro Sabo premendogli una mano sulla sua faccia, Franky che fa la sua posa super imitato da Chopper, con Shirahoshi che ride e Baby che li guarda a metà tra il rassegnato e il divertito. Bibi e Violet sono aggrappate alle braccia di Marco mentre Ace tiene una mano sulla pancia di Nami, con orgoglio mentre lei si pesta il pugno sulla fronte per chissà quale affermazione idiota uscita al futuro zio.
Sposto ancora gli occhi ed è allora che la metto a fuoco.
E come la metto a fuoco il calore mi pervade.
So che è colpa degli ormoni, non ho più dubbi ormai su quello che provo e per chi ma accidenti in questa foto Monet è davvero bellissima!
Deglutisco a vuoto, la pelle che formicola improvvisamente, imperlandosi appena di sudore.
"Comunque, se tu e Killer aveste voglia di provare qualcosa di… diverso, diciamo…Beh il mio numero ce l’hai!"
La sua voce risuona nella mia testa, facendomi sgranare appena gli occhi e muovere a disagio sul sofà.
Non posso credere di stare anche solo pensandolo!
Però… Insomma in fondo ho 24 anni, sono giovane, è giusto provare cose nuove, no?!
E poi se certe cose non le faccio ora che sono all’inizio di una relazione quando le faccio?!
Mi mordo il labbro inferiore, indecisa sul da farsi, aprendo e chiudendo un paio di volte la bocca.
Cosa faccio?! Cosa?!
E se si sciocca e scandalizza e non mi vuole più vedere?!
Mi soffermo a guardarlo, preso dal film.
In queste settimane ci siamo aperti completamente l’uno all’altra, parlandoci francamente di tutto.
Non è il tipo da scandalizzarsi e nemmeno che disdegna le cose strane.
Prendo un profondo respiro per chiamarlo.
-Killer…- soffio e lui si gira interrogativo verso di me, in attesa.
Lo fisso qualche istante, ancora un po’ titubante, finché qualcosa non scoppia dentro di me.
Oh al diavolo!
-Senti che ne dici di una serata un po’ alternativa?!-
 

 
***
 
 
Ridacchia contro la mia gola e io inspiro a pieni polmoni, godendomi il suo calore addosso, il suo calore che mi è mancato come l’aria.
Zoro e Nami sono da Violet e Sanji ma io e Bibi siamo rimasti a casa, a rischio di sembrare asociali. Avevamo troppo bisogno di passare del tempo da soli.
Le accarezzo la schiena, prima di stringermela addosso e baciarla tra i capelli, sentendo il corpo rilassarsi, rilassarsi per davvero dopo tutta la costante tensione in cui ho inconsciamente vissuto questi nove mesi.
So che mi ama, con tutta se stessa, ma è pur sempre stata in Russia circondata da ballerini di certo non messi male fisicamente parlando, indubbiamente molto bravi nella loro professione, che condividevano la sua più grande passione e che di certo sapevano che Lo Schiaccianoci non è solo l’attrezzo per aprire la frutta secca ma anche un balletto.
In poche parole, avevo paura che qualcuno potesse portarmela via e non perché non mi fido di lei. Era una paura generata dalla lontananza e che mi ha aperto gli occhi su quanto io sia effettivamente possessivo.
Ma mi importa poco, io sono fatto così quando si tratta della mia roba.
E lei è roba mia, eccome se lo è!
La sento sospirare e abbasso il viso cercando il suo, ancora premuto contro la mia carotide, per cercare il mio odore.
-A che stai pensando?!- le chiedo sottovoce, riuscendo a farle sollevare gli occhi felici e brillanti su di me.
Mi contempla un attimo, accarezzandomi dalla tempia alla mandibola, prima di confessarmi tutto quello che le passa nella testa, facendo di me il suo confidente e migliore amico, oltre che il suo uomo.
-Kaya è stata brava a sostituirmi quest’anno!- considera, cogliendomi alla sprovvista.
Mi fa strano che stesse pensando a quello, glielo abbiamo detto e ripetuto tutti per mesi e, per quanto sia zelante nel suo lavoro, ormai l’anno accademico è concluso, inutile continuare ad arrovellarsi su questo.
Un pensiero mi coglie improvviso, facendomi accigliare.
Non è che sta pensando di essere meno brava di lei?! Conoscendola, potrebbe essere benissimo.
E questo non mi sta affatto bene. Le scosto una ciocca dal viso, seguendo per un attimo il movimento della mia mano prima di infossare nuovamente i miei occhi nei suoi.
-È stata brava, molto brava, ma mai quanto te- le dico e subito le guance le si imporporano e si morde il labbro, senza però abbassare lo sguardo, gesto che un tempo avrebbe di sicuro compiuto.
Vorrei aggiungere che nessuno è eccezionale come lei ma non ci riesco, non è da me, e sono certo che comunque lo sa già, perché nessuno è capace di leggermi dentro come lei.
Tortura il bordo della mia camicia, sfiorandomi i pettorali con la punta delle dita, sgambettando nell’aria come una bambina e io so che qualcosa le frulla nella sua testolina azzurra, qualcosa che però è restia a dirmi.
-Bibi…- comincio ma si decide finalmente a parlare.
-Credi che sarebbe disposta a farlo ancora?!- mi domanda e il sangue mi si gela nelle vene.
Un senso di panico mi pervade mentre mi sollevo dalla posizione semisdraiata in cui mi trovo, in tensione e con il fiato sospeso.
-Di cosa stai parlando?- le chiedo, scosso, mentre nella mia testa un milione di possibilità prendono forma, tutte scartate in fretta perché troppo assurde o astruse, tutte formulate per evitare di pensare a quella più logica e ovvia.
Le hanno offerto un posto in Russia e lei vuole accettare e al solo pensiero mi sento male.
Dannazione!
-Law che ti prende?!-
La sua voce preoccupata mi raggiunge, risvegliandomi e quando torno a metterla a fuoco la trovo che mi osserva a sopracciglia corrugate.
-Amore, stai bene?!- chiede, circondandomi la mandibola e tirandosi su a sua volta.
-Perché vuoi che Kaya ti sostituisca?!- domando, consapevole che Bibi coglierà di sicuro qualcosa di strano nella mia voce.
E infatti eccola sgranare appena gli occhi e poi alzare un sopracciglio, lanciandomi un’occhiata di rimprovero.
-Cosa diavolo stai macinando nella tua mente contorta, Trafalgar Law?!-
La osservo, senza sapere cosa rispondere, senza parole, un’esperienza più unica che rara ma non le serve che io parli per capire.
-Non ho nessuna intenzione di tornare in Russia o di andare in nessun altro posto! Quest’esperienza mi è bastata, non metterti a farti film mentali inutili!- mi ammonisce e io rimango zitto senza sapere più cosa pensare.
-Ma allora perché…-
-Perché potrebbe servirmi una sostituta in futuro! Non so quando, non di certo a breve ma in un futuro non troppo lontano sì, perché ecco… insomma… Ora è il turno di Nami e Violet ha detto che per un po’ le basta e avanza Leo e quindi magari poi… sai…- prende a balbettare ed è il mio turno di sgranare gli occhi quando capisco di cosa sta parlando.
E un piacevole calore mi pervade mentre ghigno sghembo e porto una mano sul suo collo, obbligandola ad alzare gli occhi e guardarmi.
-Un futuro non troppo lontano?!- le chiedo conferma, sollevando il sopracciglio, strafottente e lei arrossisce ma sostiene il mio sguardo, sorridendo maliziosa.
-Ora come ora mi sembra prematuro ma sai…- soffia, ributtandosi su di me e avvicinandosi, provocandomi una scarica lungo la schiena -…nessuno ci  impedisce di cominciare ad allenarci- conclude, strusciando il bacino contro il mio.
Deglutisco a vuoto, sentendo la patta dei pantaloni tendersi e stringendo di più la presa su di lei per avvicinarmela ancora e soffiare direttamente sulle sue labbra, compiaciuto come non mai.
-Quanto sono stati lunghi questi nove mesi, Bibi?!- le chiedo e lei increspa le labbra ancora di più.
-Infiniti Law, sono stati infiniti-
 

 
***
 
 
Lo sento grugnire e addento la cannuccia della mia aranciata mentre mi giro a guardarlo, perplessa.
Lo trovo impegnato a ruminare la pizza da asporto che ho preso sulla strada per l’officina, decisa a fargli una sorpresa e so di esserci riuscita anche se dalla sua espressione e dai rumori che emette non sembrerebbe.
-Che hai Kidd?!- gli chiedo senza mezzi termini e lui sgrana gli occhi, voltandosi verso di me, colto in flagrante.
-Niente- borbotta e io sollevo un sopracciglio.
-Fammi il piacere!- lo ammonisco e lui finisce di masticare e mandar giù, prima di stringersi nelle spalle.
-Non capisco cosa ci sia di interessante a stare qui a guardare le stelle, sono sempre uguali, non cambiano mica!- esclama, con la sua rozza e rude semplicità e io non posso fare a meno di sospirare.
Sapevo di rischiare portandolo qui sulla collina di Amazon Lily a goderci la serata estiva nella sua macchina munita di tettuccio apribile, cenando con pizza e birra ma speravo cogliesse il gesto romantico che mi sono sforzata di fare.
Perché ammettiamolo, non è che il suo atteggiamento invogli molto a essere romantici, dato che lui manco di prova.
-Se vuoi ce ne andiamo!- lo avviso, trasmettendogli il mio fastidio, fastidio che lo raggiunge e lo fa irrigidire.
-Non ho detto che voglio andarmene!- mi fa presente e io lo fulmino.
Ma allora cosa vuole da me?!
-Senti, io volevo solo ritagliarci un po’ di tempo e farti rilassare visto che è un periodaccio al lavoro, ma se hai problemi con la mia idea, ripeto, ce ne possiamo andare! Portami alla mia macchina che me ne torno a casa!- sfurio, prima di incrociare le braccia al petto e infossare gli occhi nel cruscotto, imbronciata.
Cala il silenzio tra noi e io sto per cedere all’impulso di aprire la portiera e andarmene quando lui soffia dal naso e colgo con la coda dell’occhio che si sta passando pollice e indice sugli occhi, in un gesto stanco e per un attimo mi sento in colpa.
Non voglio aggiungere altro stress a quello che ha già.
Ma l’attimo passa così come è venuto e il sangue riprende a bollire nelle mie vene.
Che cavolo! Si sforzasse di godersi la mia presenza, forse lo aiuterebbe!
Apro la bocca per mandarlo al diavolo prima di andarmene ma la sua voce mi precede.
-Ti ho preso una cosa- esordisce, tentennante e io sgrano gli occhi.
-Come?!-
-Un regalo… una specie…- continua, lasciandomi sempre più interdetta.
Un brivido mi percorre nel comprendere che il suo apparente malumore era solo agitazione dovuta a questa cosa. So che non è bravo con sentimenti e annessi e connessi e il mio cuore prende a battere più forte, senza che io possa controllarlo.
Lo osservo attentamente infilare una mano nella tasca dei pantaloni ed estrarre un oggetto che lascia penzolare davanti a me, senza guardarmi.
Trattenendo il fiato, metto a fuoco una scarpetta da ballerina classica in miniatura, lilla, attaccata a una catenina e capisco dopo qualche attimo che si tratta di un portachiavi. Il dubbio che possa avermi preso una macchina mi fa per un attimo andare in bestia, perché sa che sono una a cui piace guadagnarsi le cose da sola, ma subito mi calmo nuovamente quando vedo che la chiave attaccata non è quella di una vettura ma più semplice, piatta e senza pulsanti.
Sembra la chiave di… di…
Oh kami!
Il cuore si ferma un attimo mentre lui si gira finalmente a incrociare i miei occhi.
-È la chiave di casa mia- mi informa e io emetto un verso inarticolato, incredula -Non ti sto chiedendo di venire a vivere con me!- si affretta ad aggiungere -So  che stiamo insieme da poco ma…- si interrompe un secondo, cercando le parole -…mi piacerebbe ti sentissi libera di venire e fermarti da me quando e quanto vuoi- conclude a fatica, muovendosi a disagio.
In un attimo, mi rendo conto di molte cose.
Di quanto riesce a essere dolce nella sua rudezza.
Di quanto effettivamente la mia presenza lui se la goda eccome e di quanto gli fa bene.
Di quanto sono immensamente e pienamente felice.
Non so come succede, non mi accorgo di essermi mossa finché non mi ritrovo a cavalcioni su di lui, le mani attorno al suo volto e la bocca premuta sulla sua. Lo bacio così passionalmente e inaspettatamente che rimane interdetto e ci mette qualche attimo prima di rispondere, grugnendo perché appena lo fa io subito mi stacco.
Ma devo dirglielo, non posso aspettare oltre.
Gli occhi mi brillano euforici e non lascio andare il suo volto.
-Ti amo, Kidd- soffio e lui sgrana gli occhi ma lo vedo bene il lampo che glieli attraversa.
E anche se so che è orgoglioso e non me lo dirà stasera, non m’importa, perché il gesto che ha fatto è la sua dichiarazione e tanto mi basta.
Così tanto che non gli lascio il tempo di ribattere in alcun modo, lo levo direttamene dall’impiccio, premendo decisa il palmo sulla leva del sedile per reclinarlo completamente, ritrovandomi sballottata sul suo petto, che è esattamente dove voglio stare.
Riprendo a baciarlo sulla gola e stavolta lo sento abbandonarsi subito e portare le sue grandi mani calde e rassicuranti sui miei fianchi, risalirli sollevando la maglietta e posarne una sulla nuca, per tenermi vicina, in un gesto così dolce che nessuno lo crederebbe possibile fatto da uno come lui.
Ma io lo conosco per quello che è e ci credo davvero, ci credo eccome che è proprio lui e che è qui con me.
Anche perché non vorrei nessun altro, stanotte, sotto questo cielo.
Devo essere onesta e quello che penso decido di dirlo anche a lui, ridendo, riuscendo anche a strappargli un roco sbuffo di divertimento.
-Non ho mai amato così tanto la mia macchina!- 






Angolo dell'autrice: 
E PAM! Tutta sulla macchina a consumare la batteria sperando di trovare un Kidd che ce la ripari! 
Ehhh ragazze/i anche questa è finita! 
Mannaggia come mi sono affezionata a sta scuola di danza! Non sapete quanto mi dispiace ma non potevo non aggiornare solo per non farla finire no?! 
Dunque per chi se lo stesse chiedendo, Zoro non ha imparato a mettere i pannolini durante questa serata ma prima della nascita della bambina sì! E Killer ha accettato la proposta di Bonney e ne è stato estremamente felice!
Io ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto, seguito, preferito la FF e in particolare Luna, Sara, Pandiva e Zorina per le recensioni, l'entusiasmo e il supporto! Mi avete fatto arrivare in fondo a questa storia e non so davvero come ringraziarvi! 
Vi mando un mega bacio e alla prossima folle storia! 
Piper. 

 
  
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