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Autore: _katherine_lls    15/12/2015    1 recensioni
A volte il tempo cambia le nostre scelte, guarisce le nostre ferite. Certo, lascia una cicatrice, ma pian piano questa smette di sanguinare, smette di fare così tanto male.
E se una missione li costringesse a rivedere le loro idee? Se li costringesse a trascorrere insieme le giornate di un intero anno? Se un attacco ad Hogsmeade li obbligasse a fare delle scelte avventate che cambieranno la loro vita? Se tra i mangiamorte più ricercati ci fosse lui, il suo amico d’infanzia, il suo amore segreto?
E se…
Ma la sveglia non era ancora suonata e tra le braccia di Morfeo tutto era possibile, persino la realizzazione del nostro più grande sogno o del nostro peggiore incubo. Lì tutti i dolori erano così lontani che non c’era alcuna possibilità che riuscissero a farci del male. E poi erano solo sogni…
Ma non sarebbero durati per sempre, prima o poi la sveglia avrebbe suonato.
Ma non quel giorno.
Merlino…
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Erano già due ore abbondanti che io e Malfoy avevamo a che fare con le cartelle dei prigionieri. Non mi era chiaro che cosa si fosse bevuto Harry: me ne aveva lasciate una tonnellata e mezza, ormai avevo gli occhi che si incrociavano e cominciava a diventare complicato lavorare bene.
“Merlino e Morgana, questa è doppia!” sbottò Malfoy alzandosi in piedi e cominciando a mettere sottosopra le cartelle che avevamo già controllato, già pronte per essere portate ad Azkaban.
“Malfoy, si può sapere che cacchio stai facendo adesso?” chiesi sconvolta quando lo vidi lanciare una cartella contro l’armadio.
“Mezzosangue, la cartella di questa Margareth l’ho già vista prima, avevo fatto un brutto pensiero sul motivo per cui è finita là dentro… Comunque, è la seconda cartella che mi capita in mano e qui c’è una accusa che non c’era sull’altra!” spiegò lui facendomi vedere la cartella che aveva appena pescato dal plico già pronto.
“Porco Salazar!” sbottai.
“Ehi!”
“Zitto, tu che te la sei presa con Merlino e Morgana. Dimmi che queste non sono le cartelle che dovevano fare le squadre di Blasie e di Daphne!” lo implorai con lo sguardo.
“Merda!”
“Ecco appunto! Se hanno fatto così con le cartelle non oso immaginare dove hanno messo i prigionieri!” mormorai disperata. Mi mancava solo che avessero sbagliato a dividere i prigionieri per piano e dopo sì che ero a posto e felice. Ore e ore di lavoro da rifare completamente.
“Li chiudo nelle segrete se hanno sbagliato!” sbottò Malfoy sistemando la cartella e prendendone un'altra dal mucchio mentre io mi alzavo per mettere a posto la mia e sistemare il disastro che aveva fatto lui a colpi di bacchetta.
“Malferett, magari la prossima volta sii così gentile da prenderne una alla volta e rimetterla giù bene senza lanciarla: sono andati fogli ovunque!” sbuffai mentre lui roteava gli occhi al cielo.
In testa te la do la cartella la prossima volta, cretino.
“Merda!” sbottò.
“Che c’è adesso? Non dirmi che ce n’è è un'altra doppia perché faccio chiamare le squadre e gliele faccio risistemare tutte da capo!”
“Non credo sia meglio della cartella doppia! Qualcuno si è dimenticato di mettere alcuni fogli dentro la cartella e sono mollati in giro!” cercò di spiegare il deficiente mentre io facevo seriamente fatica a trattenere le risate.
“Malfoy, sono i fogli che hai appena lanciato tu!” gli dissi mentre lo guardavo sgranare gli occhi e passarsi una mano sulla faccia ora leggermente rossa.
“Stare troppo in compagnia di Potty è deleterio!” si difese.
“Pare anche a me!” concordai ironica mentre finivo di mettere a posto le cartelle.
Dopo altre due ore e mezza di duro lavoro non avevamo ancora finito di fare permessi, ma almeno cominciavamo a vedere il fondo della scrivania.
“Hermione?” chiese Harry entrando senza bussare in ufficio, come d’abitudine insomma.
“Dimmi Harry!” sbottai mentre girata di schiena cercavo di recuperare un foglio che mi stava cadendo dietro al mobile. Sempre nei momenti migliori arrivava il mio migliore amico.
“Malfoy che ci fai tu qui?” chiese sorpreso.
“Gioco a scacchi Potter!” gli ripose ironico roteando gli occhi al cielo. “Do una mano alla Granger che era in seria difficoltà a finire la quantità di permessi che le sono arrivati sulla scrivania!”
“Quantità di permessi? Ma se erano solo dieci cartelle!” disse sorpreso Harry mentre io mi giravo con il foglio in mano, trucidandolo con lo sguardo.
“Dieci cartelle un tubo, Harry James Potter!” sbottai stringendo gli occhi in due fessure. Se quelle che avevamo fatto erano solo dieci cartelle io ero Morgana. Un multiplo di dieci semmai!
Harry si avvicinò alla pila di cartelle e cominciò a ridere di gusto mentre io e Malfoy lo guardavamo come se fosse improvvisamente impazzito.
“Potty, si può sapere che ti ridi?” chiese stizzito Malfoy.
“Avete fatto le cartelle dei prigionieri appena arrivati!” disse continuando a ridere mentre io mi schiaffavo una mano sulla fronte.
“E allora?” chiese Malfoy mentre io cominciavo a capire.
“Avranno il processo tra alcuni mesi, potevate non farle tutte in un pomeriggio!” sospirò il bambino sopravvissuto passandosi una mano tra i capelli.
“Potty e allora per quale santo motivo le hai messe nell’ufficio della Granger?” chiese allibito Malfoy.
“Ragazzi, cos’è questo tono alterato?” chiese Blaise entrando nel mio ufficio. Fossi stata in lui sarei anche schizzata fuori alla velocità della luce, perché oramai Malfoy doveva aver capito come c’erano finite lì le cartelle.
“Proprio te volevo, Zabini!”
“Dray, cosa è successo? Hai perso la strada per Malfoy Manor?”
“Acqua!”
“Ti hanno fatto la fiancata della macchina?” chiese Blasie mentre Malfoy cominciava a fumare dalle orecchie.
“Acqua!”
“Allora mi arrendo!” sospirò Blasie accennando un lieve sorriso.
“Adesso te la faccio io una domanda! Per quale cavolo di motivo hai portato le cartelle nell’ufficio della Granger?” chiese stringendo ancora di più gli occhi.
“Dovevano portarle nell’archivio, non nell’ufficio della Granger!” rispose allibito Zabini cominciando a controllare le pile di cartelle.
“Bene, allora mi sa che è il caso di fare un bel discorsetto alle squadre domani!” intervenne Harry. Sì, forse era meglio, sia su come ci si comporta in missione sia sul fatto che gli ordini dei superiori vanno eseguiti alla lettera! “Ragazzi, adesso possiamo seriamente andare a casa perché non so voi, ma per me è stata una giornata piuttosto impegnativa!”
“Potty, per una buon volta la penso come te!” intervenne Malfoy recuperando la giacca che aveva appoggiato sulla sedia.
“Perfetto allora a domani!” salutò Blasie, aprendo la porta del mio ufficio e uscendo con Harry e Malfoy.
“A domani!” salutai cominciando a raccogliere le mie cose per tornare a casa.
 
***
 
Mi materializzai ad Hogsmeade, dove ero convinta di trovare le squadre degli auror che pattugliavano il paese. Mi diressi da Madama Rosmerta per una burrobirra senza però incontrare nessuno del ministero. Hogsmeade era completamente deserta salvo per alcuni abitanti. Sempre a proposito di seguire alla lettera quello che dicono i superiori…
Entrai nel pub e salutai la donna ordinando un bicchiere di burrobirra.
“Madama Rosmerta, non è che per caso oggi hai visto qualche auror qui al pub?” chiesi non appena mi appoggiò davanti la burrobirra.
“No, nemmeno l’ombra. Adesso che ci penso oggi pomeriggio c’è stato un po’ di via vai, ma non c’erano auror!”
“Harry sarà felice di saperlo!” mormorai mentre cominciavo a bere la burrobirra.
Un rumore e un riflesso sulla vetrina del negozio mi distrassero. Ero convinta di aver visto un raggio di luce rossa. Nessuno pareva essersi accorto di nulla, ma continuai lo stesso a fissare la vetrina.
Un raggio di luce verde.
A meno che qualcuno non avesse deciso di mettersi a fare i fuochi d’artificio, quelli erano incantesimi.  Posai la burrobirra e uscii velocemente dal pub con la bacchetta puntata davanti a me, inveendo contro gli auror che avevano disubbidito per l’ennesima volta.
Arrivai alla piazza principale e riuscii a malapena a scansare un raggio rosso. C’erano mangiamorte ovunque che combattevano con i cittadini. Lanciai alcuni incantesimi e cercai un vicolo buio per mandare il mio patronus ad Harry nella speranza che riuscisse ad arrivare qua.
“Expecto Patronum!” mormorai appoggiata al muro di una casa mentre una lontra azzurrina con il mio messaggio saltava verso il cielo e scompariva dietro alle nuvole che avevano coperto la luna.
Uscii di nuovo e cominciai a lanciare incantesimi ai mangiamorte che continuavano ad arrivare. Ma quanti erano? Ne impastoiai uno e mi avvicinai per toglierli la maschera. Non aveva un volto, non aveva un nome, era un fantoccio. Creato per uccidere.
“Merda!” sbottai schiantando un altro mangiamorte. “Harry, ti prego, muoviti!” implorai mentre la battaglia continuava. Coloro che stavano combattendo contro i mangiamorte cominciavano già a dare segni di stanchezza e qualcuno si era anche beccato diverse Maledizioni.
“Stupeficium!” urlai contro un mangiamorte che si stava avvicinando a una bambina impaurita che stringeva il suo pupazzo. Mi avvicinai di corsa a lei schiantando ed impastoiando altri due fantocci. Proprio carina la loro idea, diversa da quelle standard di attacco. Ne potevano creare quanti ne volevano e non subivano perdite. Geniali.
“Bombarda Maxima!” urlò qualcuno da qualche parte facendo saltare in aria un portone, distraendo per un secondo i fantocci e a lasciandoci respirare.
“Expelliarmus!” urlai non appena vidi la bacchetta di un fantoccio puntata davanti a me. Erano troppi. Per ognuno che mettevamo fuori gioco ne arrivavano due. “Harry muoviti!”
“Stupeficium!” urlai contro un fantoccio senza accorgermi che un altro dietro di me aveva appoggiato la bacchetta sulla mia schiena.
“Avada ke…!”
“Avada Kedavra!” mormorò una voce che conoscevo benissimo. La cavalleria era arrivata. Tirai un sospiro di sollievo mentre mi giravo.
“Sono fantocci” mormorai stanca senza smettere di lanciare incantesimi.
“Lo so Granger! Neanche volendo avrebbero così tanti seguaci da poterli schierare tutti insieme!”
“Malfoy dietro di te!” mormorai quando si avvicinarono due mangiamorte con la bacchetta puntata davanti a loro. Mi girai anche io dalla parte opposta di Malfoy. Non ero in una situazione migliore. Arretrai fino a quando non sentii la sua schiena dietro la mia e sospirai di sollievo. Era strano, ma sapevo che lui mi avrebbe protetta anche a costo di rimetterci la vita e probabilmente l’avrei fatto anche io.
“Stupeficium!” urlai.
“Granger, tutto bene?” mi chiese mentre con due incantesimi non verbali faceva cadere a terra morti due fantocci.
“Una meraviglia Malfoy! Pensa che ero venuta qua solamente per una burrobirra!” sbottai schiantandone un altro mentre lui rise, continuando a combattere. Dopo cinque minuti non c’era più nessun fantoccio in arrivo e attorno a noi due c’erano parecchi corpi riversi sul pavimento: tutti quelli che eravamo riusciti a fare fuori.
“Complimenti Granger!” sorrise Malfoy passandosi una mano sui capelli e facendo una smorfia di dolore mentre del sangue gli colava dalla spalla sinistra.
“Malfoy sei ferito! Vatti a medicare!” sibilai.
“È solo un graffietto Granger, non entrare in modalità mamma chioccia!” sbottò lui mentre mi avvicinavo per vedere il taglio che aveva sul braccio,
“Malfoy, un graffietto che arriva fino all’osso. Vatti a medicare!” sbottai mentre intravidi con la coda dell’occhio Harry e Ginny che si dirigevano verso di noi.
“Hermione, grazie al cielo mi hai mandato quel Patronus!” mormorò Harry non appena fu abbastanza vicino perché potessi sentirlo.
“La situazione era abbastanza tragica, mi chiedo se gli auror incaricati abbiamo mai messo piede qua!” sbottai guardando Daphne e Blasie che con precisi movimenti della bacchetta radunavano i fantocci al centro della piazza e cercavano di curare gli abitanti di Hogsmeade.
Feci un passo all’indietro e andai a sbattere contro Malfoy, che protestò di dolore.
“Malfoy!” sbottai.
“Granger, sei tu quella che deve stare attenta a dove mette i piedi! Non sono stato io a pestarti!”
“Vatti a medicare cretino!” gli sibilai mentre lui alzava gli occhi al cielo.
“Potty, la Granger è in modalità mamma chioccia!” disse verso Harry ghignando.
“Gin aiutami!” mormorai in direzione della mia migliore amica che come me si era accorta della ferita dell’idiota patentato e con alcuni incantesimi di guarigione cercava di medicarlo senza che se ne accorgesse.
“Rossa, smettila di fare la medimaga sulla mia spalla!” sbottò Malfoy mentre Ginny continuava a recitare l’incantesimo.
“Fatto!” esclamò felice mentre la spalla di Malfoy smise di sanguinare e il taglio cominciò a rimarginarsi.
“1-0 per me Malfoy!” mormorai mentre lui sbuffava. Sarebbe stato di sicuro un anno interessante, considerando solo il primo giorno di lavoro.
“Potty, adesso fate fare la fine delle streghe ai fantocci, vero?” chiese Malfoy guardando Harry ignorandomi.
“Non so se è una buona idea farlo in centro alla piazza principale…”
“Potty, lo sai che qualsiasi cosa tu abbia intenzione di fare la devi fare in fretta. Gli incantesimi su di loro non durano in eterno!” sbottò Malfoy indicando con una mano un fantoccio che cominciava già a riaprire gli occhi.
“Merda!” mormorai quando lo stesso fantoccio si alzava in piedi seguito da altri e cominciava a distruggere le catene che lo legavano.
“Malfoy hai vinto tu!” mormorò Harry mentre io mi allontanai in cerca della bambina che avevo salvato durante lo scontro. La trovai nascosta in un vicolo buio che stringeva un coniglietto di peluche e piangeva in silenzio. Appena mi vide arrivare sussultò per lo spavento.
“Piccola, tranquilla. Non voglio farti del male. Vieni che andiamo in cerca della tua mamma!” mormorai avvicinandomi piano a lei e nascondendo la bacchetta mentre sentivo la voce di Harry che continuava a lanciare incantesimi.
“Come ti chiami?” le chiesi prendendola in braccio e asciugandole le lacrime.  Povera piccola, non avrebbe dovuto assistere a nulla di tutto ciò, non avrebbe dovuto vedere la bacchetta di quel fantoccio puntata addosso a se.
“Isabelle” mi rispose con voce rotta mentre un'altra lacrima rotolava sulla sua guancia.
“Tranquilla Isabelle, è tutto finito!” mormorai mentre prendevo la strada che si allontanava dalla piazza. Era meglio se non vedeva la fine che Malfoy aveva deciso di far fare a quei fantocci. Sicuramente alla fine avevano optato per darli fuoco.
Ritornai verso il centro del paese dopo quasi quindici minuti abbondati. Si alzava ancora del fumo dal punto dove prima avevano ammucchiato i fantocci.
“Granger? Si può sapere dove diavolo eri sparita prima? Una bacchetta in più sarebbe stata piuttosto utile!” mi disse Malfoy avvicinandosi mentre io continuavo a cullare la bambina che aveva preso sonno.
“Granger?” mi chiese guardandomi stralunato e indicando la bambina con un cenno della testa.
“Era in mezzo alla battaglia prima, ho schiantato il fantoccio prima che le lanciasse la maledizione. Era nascosta in un vicolo buio da sola. Devo trovare la mamma!” spiegai guardando Malfoy che stranamente allungò le braccia per prendere la piccola.
“Malfoy?”
“Sarai stanca Granger, è quasi mezz’ora che te la scarrozzi in giro!” mi rispose prendendola mentre la bambina mugugnava nel sonno e si accoccolava al suo petto. Per un attimo mi parve di intravedere un leggero sorriso sul viso di Malfoy. Forse un cuore ce l’aveva e forse aveva ragione Daphne quando diceva che non era poi quel mostro che sembrava.
“Comunque Granger, la gente sopravvissuta allo scontro è stata portata al San Mungo con una passaporta. Non ho sentito nessuno cercare una bambina così piccola. Quelli che non ce l’hanno fatta sono stati messi là da Blaise!” mi disse indicando con un cenno del capo il lato della piazza dove alcuni corpi erano stesi per terra. Non volevo andare a controllare. Non ne avevo le forze. Nessuno l’aveva cercata. La mamma della piccola sicuramente era tra quelli che non ce l’avevano fatta, o tra quelli che erano talmente feriti da non riuscire a passare la notte. Con il tempo avevo smesso di sperare. Non sapevo neppure come si facesse.
“Malfoy, tu hai idea di come fare per risalire ai dati della piccola?” chiesi. Se sapevo il suo nome sapevo anche il nome dei suoi genitori e magari uno dei due, o entrambi, erano ancora vivi.
“Anagrafe” mormorò pensoso Malfoy. All’ufficio Anagrafe del quarto piano. Peccato che fosse chiuso fino al pomeriggio del giorno dopo.
“Granger, andiamo!” mi disse ghignando lievemente e prendendomi il braccio. Aveva capito. Magari non era così scemo come sembrava, magari bisognava solo prenderlo con il piede giusto e conoscerlo meglio.
Ci materializzò all’interno del suo ufficio al ministero della magia.
“La lasciamo qua?” mi chiese indicando la piccola che in braccio a lui dormiva ancora accoccolata sul suo petto.
“E se si sveglia?”
“Hai ragione” sussurrò aprendo la porta del suo ufficio e chiamando l’ascensore.
“Granger, in che guaio mi hai cacciato?” chiese passando il Pass del ministero per entrare nella zona riservata.
“Malfoy, io non ti ho chiesto nulla. Se vuoi puoi lasciarmi la bambina e tornare indietro, continuo da sola!” gli risposi precedendolo lungo il corridoio che portava al archivio dell’anagrafe. Non rispose. Continuò a seguirmi e ripassò di nuovo il badge per sbloccare la porta. Non avevamo il permesso di stare lì fuori orario e senza un incarico.
“Bene! Almeno sai il nome di questa bambina?”
“Si chiama Isabelle, non so il cognome, non so quanti anni abbia!”
“Forse tre, forse quattro!” mi rispose Malfoy piegando la bocca in una smorfia. Non potevamo controllare tutte le cartelle.
“Si chiama Isabelle…” mugugnò posando la bambina su una poltrona e avvicinandosi al computer sulla scrivania per inserire il nome.
“Bene, sono in ordine dall’ultimo nato!” mormorai avvicinandomi “età metti tre, più piccola non può essere!” gli dissi.
“Isabelle Goldestein, Isabelle Spinnet, Isabelle Madley… Questa descrizione le assomiglia!” mi disse mentre leggevo velocemente la descrizione della piccola. Dalla foto dell’anno scorso sembrava lei.
“Stampa e andiamocene!” gli dissi. Per fortuna che il ministro mi aveva dato il permesso di portare computer e stampanti all’interno del ministero. Si faceva mille volte prima.
“Fatto, ma Granger, non potevamo aspettare che si svegliasse?”
“Malfoy, se è lei ho anche i dati di sua mamma e di suo papà così!” sibilai prendendo in braccio la bambina e uscendo dalla porta che Malfoy teneva aperta. Tornammo velocemente nel suo ufficio. Per fortuna il ministero a quell’ora era completamente vuoto e gli auror erano impegnati con il disastro che era appena successo ad Hogsmeade.
“Isabelle Madley. Madley… Non mi ricorda nulla!” mormorò Malfoy chiudendosi le porta alle spalle. “Bene Granger, adesso che si fa?” mi chiese mentre la bambina sul divanetto cominciava ad agitarsi.
“Ciao Isabelle!” salutai quando aprì gli occhi. Mi guardò confusa, poi sembrò ricordarsi chi ero.
“Dove è la mamma?” mi chiese. E adesso cosa le avrei risposto?
“La tua mamma adesso non è qua, ma possiamo trovarla. Ci aiuti?” chiese Malfoy uscendo dal cono d’ombra dove si era volutamente nascosto. La bambina sussultò appena lo vide e strinse più forte il peluche.
“Tranquilla, lui è con me!” le sussurrai complice facendo cenno a Malfoy di avvicinarsi. Se solo stesse zitto un secondo.
“Ciao Isabelle, io sono Draco!” proferì l’idiota avvicinandosi alla bambina e piegandosi sulle ginocchia per essere alla stessa altezza.
“Ciao Draco!” salutò la piccola senza allentare la presa sul peluche. Malfoy prese la foto che aveva stampato prima e me la porse. Perché lasciava sempre a me il lavoro sporco?
“Isabelle, sei tu questa?” le chiesi porgendole la foto, lei annuì lentamente e poi tornò a fissare Malfoy stringendo di più il suo peluche. Adesso dovevo solo verificare se Eleonor Goldstein o Frederic Madley erano ancora qui da qualche parte.
 
NOTE DELL’AUTRICE
Ciao a tutti.
Scusate per il mega ritardo con cui ho postato lo scorso capitolo… 
E anche per il super ritardo di questo, mea culpa da Beta
Spero che vi piaccia questo nuovo capitolo e ringrazio Ladyathena che ha recensito l’altro.
Alla Beta va un mega bacio e un grazie, e lei e Merlino sanno il motivo.
A presto con il prossimo capitolo.
Rowena
 
  
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