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Autore: Nene_92    20/12/2015    13 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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4 - Un arrivo molto movimentato


Parto subito scusandomi con alcuni di voi: ho scritto questo capitolo molto in fretta, praticamente di getto e alcuni dei personaggi non compaiono. Avrei potuto ragionarci di più e farli sbucare fuori da qualche parte, ma mi sono resa conto che il capitolo è giusto in questo modo: inserire tutti a tutti i costi sarebbe stata solo un'inutile forzatura.
Detto questo, prometto che nel prossimo compariranno quelli che al momento ho trascurato (in particolare gli appartenenti ad una certa Casa e capirete il perchè): voglio cimentarmi in una introspezione psicologica.
Inoltre ho notato che la maggioranza di voi è sadica (e la cosa mi piace!): nelle risposte buona parte di voi ha detto "l'autista è morto e degli studenti si sono fatti male", senza contare che alcuni mi hanno anche suggerito cosa poteva essere successo al proprio personaggio.

Vi ho ascoltato? Non l'ho fatto?

A voi le risposte! Vi lascio al capitolo senza ulteriori indugi ;)

Che la buona sorte possa essere sempre a vostro favo... Katniss esci subito dalla mia fanfiction! Siamo in Harry Potter qui! u.u


UN ARRIVO MOLTO MOVIMENTATO



Robin Rhodes si guardò intorno, una volta entrata dai portoni di quercia che delineavano l'ingresso del castello. 
Ok, lei, Didi, Water e Ani
prima erano rimaste per tutto il tempo nello scompartimento  e dopo c'era stato il caos con i dissenatori, ma possibile che durante tutto il viaggio sul treno non l'avesse ancora incrociata? O che non fosse ancora venuta a cercarla?

Si diresse in Sala Grande e gettò un'occhiata al tavolo dei Tassorosso. Individuò subito Water, seduta accanto a Michael e - ovviamente - Jonathan, ma ancora nessuna traccia di Joceline. 
In quel momento Water alzò lo sguardo su di lei. Non ci fu bisogno di parole tra loro. Si alzò immediatamente in piedi e la raggiunse. La stessa cosa fecero Diamante e Anastasia poco dopo.

"Avete visto Jo?" Chiese subito Robin senza giri di parole.
Ma le altre scossero la testa.
"Pensavo di trovarla al mio tavolo, ma non c'è." Fu la risposta di Water.
"E non l'abbiamo vista neanche sul treno, nè prima nè dopo l'attacco." Aggiunse Anastasia.
"Magari l'ha semplicemente perso." Provò ad ipotizzare Didi. 
"Se così fosse tirerei un sospiro di sollievo, ma ho una brutta sensazione." Ribattè Robin. Tornò a voltarsi verso il tavolo dei Tassorosso, nella speranza che la sua amica fosse comparsa lì mentre loro erano distratte. Speranza vana.

Joceline Widehart non si vedeva da nessuna parte.

Didi lanciò un'occhiata veloce al tavolo degli insegnanti, alla ricerca della Preside. "La McGranitt non si vede." Constatò però a malincuore. "A questo punto ci conviene avvisare un insegnante. Meglio metterlo in allarme per nulla - magari Jo ha davvero perso il treno - piuttosto che..." Non ebbe il coraggio di terminare la frase. E la sua voce si spense nel nulla. Ma le altre capirono comunque.

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È da ormai più di un millennio
 
che i fondatori mi feceron Cappello,
 
con il compito di nelle vostre menti scrutare
 
per potervi alla Casa giusta assegnare.
 
È forse Grifondoro la vostra via?
 
Coraggio da leoni e innata signoria.
 
Oppure Corvonero dal grande intelletto,
 
dalle vostre menti trarrà diletto.
 
Oppure Serpeverde, menti acute e ambiziose
 
di raggiungere le mete più elevate saranno gioiose.
 
Infine Tassorosso, casa dei grandi lavoratori,
 
nessun amico potrebbe valere più ori!
 
Quando sulle vostre teste posato sarò,
 
alla casa giusta vi assegnerò.
 
Non temete che possa sbagliare, di ciò son comandante,
 
io sono il Cappello Parlante!




Francisco guardò il piccolo professor Vitious, Vicepreside, schiarirsi la gola ed iniziare a scandire i nomi di quelli del primo anno. 
In mezzo ad essi, con la testa alta e lo sguardo fiero, era  presente anche l'ultimogenita di casa Grimm, Gretel. Appena la individuò nella fila le fece l'occhiolino e la vide rispondergli con un sorrisetto. 
Lui era il migliore amico di Eleonore da sempre e quella bambina l'aveva vista crescere. Dopo la sua gemella Gabriela ed Eleonore, Gretel era la sua terza sorella. 
Come per rispondere ai suoi pensieri, in quel momento si sedette di fianco a lui proprio Gabri, con una fascia al braccio e l'aria di chi era appena uscita da una battaglia mortale.
"Poppy non ti voleva lasciar andare eh?" Le chiese in un sussurro divertito lui.
"No, ma ho insistito fino a farla cedere. L'ho presa per disperazione. Cosa vuoi che sia un braccio rotto!" Rispose lei sempre in un sussurro. 
In uno dei primi scossoni del treno era caduta a terra malamente, rompendosi il braccio destro, ma questo non l'aveva demoralizzata. Chiamando in causa tutto il suo coraggio Grifondoro, si era rialzata in piedi, aveva evocato il suo patronus - un delfino - e iniziato a girare per gli scompartimenti, cercando di aiutare chiunque ne avesse bisogno. 
Franz trattenne appena uno sbuffo. Tipico di sua sorella cacciarsi nei guai. Fosse stato per lui, l'avrebbe chiusa in una campana di vetro per proteggerla da tutto e tutti, ma sapeva che lei non glielo avrebbe mai permesso. Gettò un'occhiata alla fila dei primini, che stava lentamente diminuendo.
"Gretel ha già dimostrato tutta la sua stoffa Grimm comunque." Aggiunse lei, per cambiare argomento.
"Ah sì?" Chiese interessato lui. 
"Mi ricordavo in quale scompartimento si era seduta ed è stato - ovviamente - uno dei primi che sono andata a controllare. Ma non ho fatto in tempo ad arrivare lì: ci siamo incrociate a metà strada. Teneva in riga un gruppetto di ragazzine terrorizzate del primo anno, aveva la bacchetta alzata e un alano argentato davanti a sè. E si comportava come se stesse passeggiando per il parco." 
Francisco scoppiò a ridere, attirando l'attenzione di molti Grifondoro e guadagnandosi un'occhiataccia da Dalton, il professore di pozioni. "E cosa ti aspettavi di diverso?" Chiese asciugandosi una lacrima con la mano. "In quella famiglia imparano a difendersi ancora prima di camminare. Credo che un patronus lo sappiano già evocare verso i sette-otto anni. Per lei quella ERA una passeggiata per il parco."*

"Grimm Gretel!" Chiamò proprio in quel momento il Vicepreside.

"Quello che mi interessa sapere però - tornò sul discorso il Grifondoro con tono serio - è perchè la tua collana non ti ha avvisato."
Anche Gabriela tornò seria a quella affermazione. Il suo gemello aveva ragione: la sua collana aveva un ciondolo molto particolare, a forma di stella, che si illuminava ogni volta che stava per arrivare un pericolo. Ma non quella volta. Quella volta era rimasto muto.

Come se non avesse in alcun modo avvertito il pericolo. Come se fosse del tutto priva di poteri magici. 

"Non ne ho idea." Rispose corrugando la fronte.
"GRIFONDORO!" Urlò in quel momento il Cappello, dopo cinque minuti di silenzio. Un mormorio di sorpresa attraversò la Sala. Una Grimm a Grifondoro? 

"Gretel a Grifondoro? Ahahah! Non vedo l'ora di sapere la reazione dei Grimm!" Esplose Fran. I gemelli Suarez furono tra i primi del loro tavolo ad alzarsi in piedi battendo le mani, pronti a festeggiare la nuova arrivata.

I loro problemi furono temporaneamente accantonati.


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Joseph Ashen sbuffò in maniera rumorosa. 
Lui, Lex, Page e Micah erano seduti su delle sedie fuori dall'ufficio della Preside, in attesa di essere chiamati all'interno. Page avrebbe anche potuto recarsi in Sala Grande per la cena e per assistere alla cerimonia dello Smistamento, ma non se l'era sentita di lasciare Micah da solo in quel momento. Non dopo ciò al quale aveva assistito. 

La McGrannit aveva fatto apparire per tutti dei vassoi e delle coppe incantate per riempirsi automaticamente, ma quasi nessuno di loro aveva toccato cibo. Non dopo la scena raccapricciante alla quale si erano trovati davanti nello scompartimento dell'autista. A Page, la cui scena era stata solo raccontata da Micah, era salito un conato di vomito. Non osava immaginare i suoi amici, che avevano assistito in prima persona.

"Ma quanto ci mettono con Federica? Insomma, è chiaro che non può essere stata lei!" Si lamentò Lex, dondolando il piede avanti e indietro in modo ritmico. 

In un primo momento gli Auror avevano chiesto a tutti i testimoni dell'evento di raccontare quanto accaduto, cercando di estrarre più dettagli possibili dai loro ricordi. Ma poi qualcosa era andato storto.

Quando i ragazzi erano arrivati nello scompartimento, nessuno era presente all'interno. Micah, approfittando della sua conoscenza dei motori, si era subito messo alla guida, cercando di fare il possibile per rallentare e stabilizzare la corsa. Gli altri in un primo momento lo avevano protetto, poi, quando avevano captato il segnale, avevano inviato i loro patroni verso la coda del treno, esattamente come concordato. 
Era stato uno spettacolo vedere le luci di tutti i loro patroni fondersi, illuminando la notte come se fosse stato giorno. E ancora più bello era stato vedere quello sorta di scudo argentato assumere la forma del treno e scacciare lontano le ombre.

Ma fu proprio quella luce argentata a consegnare ai loro occhi uno spettacolo raccapricciante. Lo scompartimento non era affatto vuoto: i corpi del macchinista, dell'autista e della signora del carrello erano in realtà ammassati in un angolo. 

Ma non li si poteva più chiamare corpi: erano rimaste solo le pelli. Non c'erano più ossa, non c'era più carne, non c'era più sangue. Solo pelli ripiegate e raggrinzite, che occupavano un minuscolo angolo.

"Quella di sicuro non è opera dei dissenatori." Aveva commentato Joseph, esprimendo ad alta voce i pensieri di tutti.

Ci era voluto l'intervento degli Auror e un'analisi del DNA per confermare chi erano i proprietari di quei residui.

Ma quel punto gli Auror avevano cacciato tutti gli altri testimoni fuori dallo studio e avevano iniziato a torchiare Federica. Da lì si potevano sentire le urla della Preside, completamente furiosa del fatto che una sua alunna venisse trattata in quel modo.

"Hanno bisogno di un capro espiatorio, è evidente. E qual migliore se non una mezza vampira? I corpi - o ciò che ne resta - erano totalmente dissanguati. Ma è chiaro che non è stata lei, non mancava solo il sangue. Mancava tutto. E se continueranno a battere su questa strada faranno solo la figura dei deficienti." Commentò aspramente Micah.

"Senza contare che non ne avrebbe avuto il tempo. E' stata con noi sempre, durante la riunione dei prefetti. Ed è venuta con noi quando ci siamo recati nello scompartimento. Ha fatto la smaterializzazione congiunta con me. L'attacco era già iniziato e loro erano già morti quando siamo arrivati noi." Concluse per lui il discorso Page.

"E l'unico motivo per cui si trovava là era perchè Eleonore gliel'ha ordinato. Altrimenti avrebbe girato per gli scompartimenti insieme a tutti gli altri." Aggiunse Joseph.

"Elly probabilmente pensava che una mezza vampira fosse più difficile da controllare, per un dissenatore. Altrimenti non l'avrebbe mai inviata alla testa del treno. Neanche lei poteva immaginare che sarebbe successo tutto questo casino." La difese subito Lex.

"Ma dov'è a proposito?" Chiese Page guardandosi intorno. 
Inizialmente la Caposcuola era con loro insieme a Daniel, ma dopo aver raccontato agli Auror di cosa avessero fatto per la difesa del treno, erano entrambi spariti.

"Credo che stia cercando di contattare suo padre." Le rispose di nuovo Lex. 

"Esattamente" Rispose una voce alle loro spalle. "La stanno ancora torchiando?" Eleonore e Daniel erano ricomparsi. Ma non erano da soli. Dietro di loro c'era Harry Potter. Il mago li guardò uno ad uno, poi sospirò. "Su forza, entrate tutti." 

Sarebbe stata una lunga notte.



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Federica alzò gli occhi al cielo, esasperata. "Quante volte devo ripeterglielo? NON SONO STATA IO! Ma prima di farvi diventare Auror vi sottopongono al test di stupidità? Mi aspettavo di meglio dalla squadra di Harry Potter." 

"Non peggiori la sua posizione, signorina Daylerk. Lei è già nei guai." Ripetè l'Auror ottusamente.

"E come diavolo avrei fatto? Ci sono venticinque testimoni pronti a giurare che ho passato con loro il pomeriggio, alla riunione dei prefetti. Poi, quando è partito l'attacco, sono stata portata con una smaterializzazione congiunta nel vagone del macchinista, insieme ad altre tre persone. Non ho passato un attimo da sola." Ribattè Federica. In quel momento i suoi canini acuminati spuntarono, come ogni volta in cui si sentiva minacciata.

"Questa storia sta diventando davvero ridicola!" Le dette man forte la McGrannitt.

"E' semplice: li ha ipnotizzati per far loro credere queste cose e avere un alibi." 

La Serpeverde a quel punto battè un pugno sulla scrivania, piena di rabbia. Non ne poteva più. Aveva avuto una giornata stancante, aveva lottato contro dei dissenatori e adesso veniva accusata di un crimine che non aveva commesso. Solo perchè si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato.

"N.O.N.-S.O.N.O.-S.T.A.T.A.-I.O"

Maledisse mentalmente Eleonore Grimm per averla mandata alla testa di quel maledettissimo treno. Stava per aggiungere un'altra cattiveria, ma la porta dietro di lei si aprì, facendo entrare Harry Potter, seguito proprio dall'oggetto delle sue maledizioni. E dagli altri compagni di scuola.

"Non è stata lei, per Merlino! Lo volete capire o no?" Si introdusse subito nella conversazione Caitrona.

L'Auror fece per ribattere, ma questa volta fu Harry a prendere in mano la situazione. 
"Basta così Carson. Me ne occupo io, grazie. Torna a casa. E' un ordine." 

Si era accertato con i suoi occhi che entrambi i figli stavano bene e adesso era pronto ad entrare in azione. 
Una parte di lui si rimproverava di non essere intervenuto prima, lasciando il tutto in mano ai suoi sottoposti, ma dall'altra la Guerra che aveva vissuto gli aveva lasciato un segno profondo nel cuore. Non voleva perdere nessun altro e i suoi figli erano al primo posto. 
Ma di certo lui non avrebbe mai accusato ciecamente una ragazzina, la cui unica colpa era il sangue che le scorreva nelle vene. Ed era rimasto sconcertato quando Eleonore, che lui conosceva sin da bambina - suo padre Brian era uno dei migliori nell'ufficio Auror - lo aveva raggiunto come una furia urlando che non si poteva permettere di trattare una ragazza in quel modo solo perchè in parte vampira. Gli aveva un po' ricordato lui da giovane. 
Tornato in ufficio avrebbe messo Carson alle scartoffie. Un tale deficiente non poteva di certo portare avanti le indagini.

"Minerva permetti?" Chiese rivolgendosi alla sua vecchia insegnate. "Vorrei usare il vecchio pensatoio di Albus, per capire se qualcosa ci è sfuggito. Ma se c'è una cosa di cui sono certo è che non è stata lei, signorina Daylerk." Aggiunse velocemente voltandosi verso la ragazza. "Le porgo le mie più sentite scuse, a nome di TUTTO l'ufficio Auror." 

Federica sospirò di sollievo. Non le era di certo piaciuto essere stata trattata in quel modo. Ma Harry Potter era lì davanti a lei, in quell'esatto momento e le stava chiedendo scusa. Di certo non era una cosa che capitava tutti i giorni. "Grazie." Si limitò perciò a dire con tono distaccato. Era ancora furibonda, ma era chiaro che in quella situazione non avrebbe potuto ottenere di più.

"Cosa dobbiamo fare quindi, esattamente?" Chiese Daniel.

"Fornirmi i vostri ricordi signor Freeman. Basterà estrarli con la bacchetta ed inserirli in questa boccetta di vetro. - Spiegò pazientemente il Capo Auror, facendone apparire una  "Provvederò personalmente ad analizzarli con calma. Ancora pochi minuti e potrete recarvi in Sala Grande per il resto del banchetto. E magari sarebbe utile avere anche quelli degli altri Prefetti, oltre che..." e qui cercò con lo sguardo la sua vecchia insegnante, che fino a quel momento lo aveva ascoltato con attenzione.
"Immagino che vorrai tutti i ricordi di tutti gli studenti." Completò lei per lui. "Cercheremo di fornirti ogni aiuto possibile, ma la stabilità psicologica di ogni ragazzo del Castello viene al primo posto." Aggiunse con decisione.

"Naturalmente." Concordò lui.

"Ma non abbiamo bisogno di cercare un colpevole! E' chiaro che è stata lei!" Provò di nuovo ad insistere l'Auror, puntando il dito contro Federica.

Un leggero bussare alla porta ruppe quell'attimo di imbarazzo.

"Che altro c'è adesso?" Chiesa la Preside con tono leggermente disperato. "Avanti!"

Un altro Auror entrò. "Chiedo scusa signore, ma hanno trovato..." Si interruppe però alla vista dei molti studenti presenti nella stanza. In particolare sembrò soffermarsi su Daniel.
"Per l'amor del cielo, Dawson! Finisca la frase!" Lo riprese la McGrannit impaziente.

L'auror aspettò un cenno d'intesa da parte del suo capo, prima di tornare a parlare. "Hanno trovato un altro... cadavere. Stessa modalità degli altri tre. Ma questa volta non era sul treno. Era nel bosco che si trova vicino ai binari, poco dopo il punto dal quale sembra essere partito l'attacco. E... " L'uomo fece un grosso respiro prima di completare la frase. Faceva fatica a pronunciare quelle fatidiche parole. "Si tratta di una studentessa. Joceline Widehart."

Se un dissenatore fosse entrato in quel momento nella stanza, si ritrovò a pensare Joseph, non avrebbe potuto peggiorare l'atmosfera più di così. A quelle parole l'aria si era come congelata.

Daniel aveva spalancato gli occhi, completamente sconvolto dalla notizia. Aveva quindi capito per quale motivo l'auror si era soffermato di più su di lui. La spilla da Prefetto, con lo stemma di Tassorosso, era in bella vista sul suo petto. Jocelyn era una sua compagna di casa e in quella stanza era quello che la conosceva meglio di tutti. "No! No! No!" Si ritrovò a ripetere come una cantilena, portandosi le mani sul viso.

"Ed ecco la prova che non è stata Federica - se mai ce ne fosse stato bisogno." Commentò Eleonore amaramente, mentre allungava una mano verso il braccio di Daniel. "E' stata con noi tutto il pomeriggio. Non è un vampiro vero e ipnotizzare anche una sola persona le richiede un dispendio di energie enorme. Sarebbe stato impossibile per lei ipnotizzarci tutti in condizioni normali, figurarsi dopo aver attaccato Jo." Si interruppe un attimo, solo per gettare un'occhiata in tralice all'auror, come per sfidarlo ad affermare il contrario. "Sempre se fosse stata capace di uscirne viva, da uno scontro con Jocelyne." Aggiunse poi, marcando per bene la conclusione.

"In che senso, uscirne viva?" Chiese a quel punto Harry Potter.

"Nel senso che Jo aveva dei geni della licantropia: suo nonno era un lupo mannaro e qualcosa le ha trasmesso. E se un mezzo vampiro si dovesse scontrare con un mezzo lupo mannaro... beh scommetterei tutto sul mezzo lupo." 


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* i Grimm derivano da generazioni e generazioni di cacciatori, perciò temono sempre qualche vendetta. Appena iniziano a manifestare magia involontaria vengono perciò posti sotto la guida di un istruttore privato, che dai cinque anni insegna loro a gestirla e vengono dotati di bacchetta, costruita ad hoc da artigiani privati (tanto qualsiasi cosa facciano sarà sempre colpa dell'efo domestico). Non è un'infanzia felice: mentre gli altri bambini pensano a giocare e divertirsi spensierati, loro imparano a cacciare e ad uccidere creature oscure, oltre che a gestire la paura.


Eccomi di nuovo!
Oppalè! A quanto pare qui c'è qualcosa che non torna. Voi che ne dite?
Domandona generale: come elaborano un lutto i vostri personaggi?




ps: non abituatevi a questi ritmi di aggiornamento, è solo un periodo in cui ho la mente che produce e molto molto molto tempo libero. (E segnalate sempre eventuali errori o sviste!)







  
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