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Autore: effe_95    22/12/2015    5 recensioni
Questa è la storia di diciannove ragazzi, i ragazzi della 5 A.
Questa è la storia di diciannove ragazzi e del loro ultimo anno di liceo, del loro affacciarsi a quello che verrà dopo, alla vita. Questa è la storia di Ivan con i suoi tatuaggi , è la storia di Giasone con le sue stelle da contare, è la storia di Italia con se stessa da trovare. E' la storia di Catena e dei fantasmi da affrontare, è la storia di Oscar con mani invisibili da afferrare. E' la storia di Fiorenza e della sua verità, è la storia di Telemaco alla ricerca di un perché, è la storia di Igor e dei suoi silenzi, è la storia di Cristiano e della sua violenza. E' la storia di Zoe, la storia di Zosimo e della sua magia, è la storia di Enea e della sua Roma da costruire. E' la storia di Sonia con la sua indifferenza, è la storia di Romeo, che non ama Giulietta. E' la storia di Aleksej, che non è perfetto, la storia di Miki che non sa ancora vedere, è la storia di Gabriele, la storia di Lisandro, è la storia di Beatrice che deve ancora imparare a conoscersi.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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I ragazzi della 5 A
 
33. Pandoro e Champagne, Cambiare idea e Conto alla rovescia.


31 Dicembre
 
-23.00-
 
Giasone non poteva fare a meno di pensare che quella sera l’Olimpo fosse proprio bello.
Se ne stava appoggiato al bancone con un bicchiere di champagne stretto tra le dita intorpidite dal freddo, e osservava con occhi persi le decorazioni che facevano sembrare l’intero locale sotto l’effetto di un incantesimo del ghiaccio. Dall’alto soffitto pendevano numerosi fiocchi di neve dalle dimensioni discutibili in vetro, avevano forme diverse e si alternavano frequentemente, per terra erano posati dei vasi neri ricchi di fiori dalle diverse sfumature di bianco, e dei piccoli pupazzi di neve solitari occupavano i banconi del bar.
Giasone si ritrovò a pensare che facesse davvero uno strano effetto vedere quella sorta di tempio greco ricoperto dalla neve,  lasciò oscillare leggermente il liquido gassoso nel bicchiere e fece per avvicinarlo di nuovo alle labbra quando Ivan si appoggiò al bancone accanto a lui. Il moro si sistemò con la schiena sul piano freddo di marmo, spostando impudentemente un piccolo pupazzo di neve appoggiato sopra, aveva le mani infilate delle tasche dei pantaloni stracciati, i lacci degli scarponi slacciati e un maglione blu leggermente sbottonato sul petto, dal quale spuntava una camicia stropicciata.
I capelli neri gli coronavano la testa come una criniera scombinata, e gli occhi verdi spiccavano particolarmente sul viso pallido come diamanti preziosi.
<< Stasera mamma e papà si sono proprio superati, vero? >>
Domandò Ivan mentre giocherellava distrattamente con lo strato di polvere bianca che ricopriva tutto il pavimento, in un tentativo funzionante di imitare la neve.
<< Già … considerato che hanno lasciato il locale aperto tutta la notte solo per noi … >>
<< Hanno anche organizzato un bancone pieno di pandori e champagne per dopo la mezzanotte, li ho contati sai? Sono dieci pandori e cinque bottiglie! >> Giasone lanciò un’occhiata veloce all’amico, Ivan sembrava agitato e ormai lo conosceva da troppi anni per non sapere che quando cominciava a parlare a vanvera di cose inutili aveva qualcosa di importante da dirgli, anche se non sapeva come farlo << Ne avanzeranno, saremo costretti a portarceli a casa e io dovrò fare colazione con il pandoro fino a Pasqua! Davvero non … >>
<< Oh, che succede? >> Giasone bloccò la tirata senza senso di Ivan strattonandogli le braccia che stava agitando convulsamente, il moro smise di agitarsi, puntò gli occhi verdi in quelli azzurri come il ghiaccio di Giasone e arrossì prepotentemente.
<< Mi sono dichiarato ad Italia … adesso stiamo insieme >>
Giasone spalancò leggermente la bocca e gli mollò le braccia per incrociare le proprie al petto, non poteva credere che finalmente, dopo cinque anni di sbavamenti, lacrime e delusioni, paura, avesse finalmente deciso di dichiararsi ad Italia.
<< Davvero?! Ma è fantastico! >> Esclamò il biondo menando un pugno non proprio gentile sulla spalla di Ivan, che tossicchiò leggermente e si grattò imbarazzato la nuca, ci aveva messo cinque giorni per dire a Giasone come stavano le cose, ne era ancora incredulo.
<< Già … è stato il giorno della Vigilia di Natale >> Commentò Ivan con un certo disagio, guardando Giasone di sottecchi per paura che potesse prendersela per quel lungo silenzio.
L’amico invece si accigliò leggermente, appoggiò nuovamente la schiena sul bancone, facendo definitivamente precipitare dall’altro lato il povero pupazzo di neve, e sospirò.
<< Ehm … anche a me è successa una cosa, la Vigilia … >> Ivan aggrottò le sopracciglia quando Giasone cominciò a balbettare tormentandosi le dita, non l’aveva mai visto imbarazzato o in difficoltà, soprattutto non con lui << Ho … ho incontrato Muriel e … >>
<< No! Vi siete messi insieme?! >> Giasone ebbe una voglia matta di strozzare Ivan quando urlò quelle parole a tutta la sala, facendo girare numerose teste nella sua direzione, gli mollò un ceffone dietro la nuca e sbuffò infastidito, cercando di non far vedere il rossore comparso a tradimento sulle guance.
<< Fa silenzio! Vuoi annunciarlo al mondo intero? >>
<< Annunciare cosa? >>
Ivan aveva fatto per replicare, ma venne interrotto bruscamente dall’arrivo di Oscar, anche lui stringeva tra le mani un bicchiere mezzo vuoto e sembrava piuttosto allegro, quella sera indossava dei jeans scuri e un maglione verde che faceva un po’ a pugni con l’ambiente.
<< Nulla … piuttosto, mi sembri abbastanza arzillo stasera >>
Lo punzecchiò leggermente infastidito Giasone, continuando a fulminare Ivan con lo sguardo, anche se l’amico l’aveva del tutto ignorato, rivolgendo la sua piena attenzione ad Oscar << Dici? A me sembra di essere piuttosto normale >> Si limitò a commentare il ragazzo sorseggiando la sua bibita, Ivan gli pizzicò fastidiosamente il braccio.
<< Normale non direi, hai un sorriso piuttosto fastidioso sulla faccia! >>
Sbottò Giasone sventolandogli la mano davanti al viso, Oscar ridacchiò divertito, poi il suo sguardo venne attratto da qualcuno. Nel locare era appena entrata Muriel, la sua figura atletica e slanciata era fasciata da un paio di jeans scuri, da una maglietta attillata rossa e da un paio di scarponi molto poco femminili, Giasone la trovò bellissima.
E ancora di più quando lei incrociò il suo sguardo e sorrise, non era molto truccata, indossava solo del rossetto rosso e del mascara, ma emanava il fascino dell’innocenza.
<< Ne parleremo un’altra volta >> Commentò Giasone con un filo di voce, e si allontanò per raggiungere la sua ragazza, Ivan e Oscar lo seguirono con lo sguardo fino a quando i due non si scambiarono un bacio, e a quel punto pensarono fosse meglio distoglierlo.
<< Allora, a me non lo dici cos’è successo? >> Lo pungolò Ivan guardandolo con i suoi grandi occhioni verdi, Oscar sorrise maliziosamente e scosse la testa divertito. Ivan mise su un broncio degno di un bambino, ma non insistette, probabilmente era qualcosa che andava custodito, qualcosa di profondo di cui Oscar voleva a tutti i costi conservare il ricordo.
<< Piuttosto, hai saputo la novità? >>
<< Quale novità? >> Per un momento Ivan ebbe paura che la notizia del suo fidanzamento con Italia si fosse già diffusa per tutta la scuola, ma l’amico aveva gli occhi puntati altrove.
<< Beatrice ed Enea … lei è riuscita a metterlo al guinzaglio >>
Ivan sgranò gli occhi quando sentì quelle parole, non avrebbe mai creduto che uno come Enea potesse provare un interesse talmente forte per qualcuno da decidere di intraprendere una relazione più o meno stabile.
<< Sul serio? Non ci credo! >>
<< Ci caschiamo tutti prima o poi >>
Ivan spostò lo sguardo su Italia, era bella nel suo vestito color panna, stretto in vita da una fascia beige e morbido sui fianchi e sulle gambe, i capelli le cadevano mossi sulle spalle, non indossava gli occhiali, ed era luminosa come uno di quei fiocchi di neve che tanto piacevano a sua mamma, si ritrovò inevitabilmente a sorridere.
<< A me non dispiace esserci caduto … >>
Oscar si voltò a guardarlo e intercettò il suo sguardo perso.
<< Nemmeno a me >>
 
-23: 35-
 
<< La smetti?! >>
<< No >>
<< E’ il quarto bicchiere che bevi Enea! >>
<< Solo il quarto? >>
Beatrice ed Enea stavano battibeccando da quando era cominciata la serata.
Visti da fuori nessuno avrebbe detto che avessero messo da parte le ostilità o che fossero fidanzati, litigavano probabilmente più di prima, e Beatrice aveva proprio l’aria di una che avrebbe tanto voluto rovesciare uno di quei bei calici pieni di bollicine sulla testa del presunto fidanzato. << Mollalo! >> Sbottò infastidita la ragazza, allungando una mano nella direzione di Enea, che se ne stava ben spaparanzato sul divano, riuscì solamente a sfiorare il vetro con la punta delle dita, perché lui allontanò il braccio con uno scatto felino.
Il liquido vacillò leggermente all’interno del contenitore, e alcune gocce caddero macchiando il divanetto, che fortunatamente era in pelle e non lasciarono troppi danni.
<< Quanto sei rompiscatole! Sono sobrio! Non sono nemmeno brillo, vedi? >>
Beatrice incrociò le braccia al petto e gli lanciò un’occhiataccia, cercando in tutti i modi di non farsi abbindolare da quegli occhi azzurri, dal sorriso accattivante che gli increspava in quel momento le labbra e dalla camicia azzurra che tirava sui muscoli delle braccia.
Stavano insieme da pochi giorni e già sentiva di perdere tutta la resistenza che aveva.
Restò in silenzio per qualche minuto, facendo abbassare la guardia al ragazzo, e quando Enea fece per accostare nuovamente il bicchiere alle labbra, Beatrice glielo strappò dalle mani, solo che il gesto le costò una caduta in avanti.
Il bicchiere si rovesciò per terra, atterrando sul tappeto ormai macchiato e zuppo, mentre lei si ritrovò completamente schiacciata sulle gambe di Enea, a pochi centimetri dal suo viso.
Enea sembrava piuttosto sorpreso di averla così vicino, e a quella distanza Beatrice poteva percepire il suo respiro leggermente affannoso e fruttato a causa dell’alcool bevuto.
Non era fastidioso come aveva sospettato, probabilmente, se non fosse stata orgogliosa per natura, ci sarebbe passata sopra e l’avrebbe baciato. Invece fece per tirarsi su, contrariata, prima che venisse stroncata brutalmente da Enea, che le afferrò saldamente le braccia.
Erano talmente piccole e fragili che poteva circondarle con tutto il palmo della mano.
<< Se vuoi darmi un bacio … non c’è bisogno di questi trucchetti >>
Le soffiò ad un centimetro dalle labbra, Beatrice si stizzì particolarmente a quelle parole, scostò malamente le mani del fidanzato e si tirò su a sedere.
<< Idiota! >> Lo rimbeccò incrociando le braccia al petto, Enea scoppiò a ridere genuinamente, cosa che fece sospettare a Beatrice che invece fosse brillo eccome.
<< Hai rovesciato il bicchiere, e adesso come la mettiamo? Ne voglio un altro >>
Commentò Enea facendo il gesto di tirarsi in pieni, Beatrice lo bloccò sul posto prima che potesse alzare il posteriore dal divano di pelle, e per bloccarlo appoggiò entrambi i gomiti sulle ginocchia del ragazzo, facendo anche abbastanza pressione.
<< Non esiste nemmeno! Va a finire che se ti ubriachi poi devo strapparti dalle braccia di Sonia! >> Beatrice si rese conto troppo tardi che la frase le era uscita proprio male, trattenne il fiato e i suoi timori vennero confermati quando Enea smise di fare pressione per alzarsi.
Azzardò uno sguardo al fidanzato e trasalì, Enea era arrabbiato, parecchio arrabbiato.
<< Spostati >> Le intimò con voce gelida, Beatrice ebbe l’impulso di farlo davvero, ma decise di impuntarsi, non voleva litigare con lui il giorno di Capodanno.
<< No, aspetta! >> Lo incalzò lei tenendo premuto ancora di più i gomiti sulle gambe di Enea, Beatrice era piuttosto sicura che a lui sarebbe bastato spostarla bruscamente per farla finire dall’altra parte del divano senza troppi complimenti, ma non lo fece. << Mi è uscita proprio male, non volevo dire che … >>
<< Oh Bea, che io sia poco affidabile lo sanno tutti. Non mi sorprende affatto che tu l’abbia pensato >> Beatrice rimase piuttosto spiazzata da quelle parole, scostò finalmente le braccia e guardò il fidanzato con le sopracciglia contratte.
<< E allora perché sei arrabbiato? >> Enea sospirò pesantemente e si passò una mano sui capelli castano/dorati, scombinando leggermente il ciuffo piastrato con tanta cura.
<< Perché impedendomi di alzarmi, hai permesso a Romeo di prendersi l’ultimo bicchiere rimasto! >> Beatrice sentì che le braccia le sarebbero cadute da un momento all’altro, provò il terribile desiderio di strozzare Enea con le sue stesse mani, e cominciò anche ad allungarle prima che lui le stringesse tra le sue e appoggiasse la fronte su quella di lei.
<< Cercherò di farti cambiare idea, va bene? >>
Sussurrò lui ad un centimetro dalle sue labbra, e in quel preciso istante l’istinto d’omicidio sparì completamente, sostituito da un irrefrenabile voglia di baciarlo, fece giusto in tempo a sfiorare le labbra di Enea che vennero bruscamente interrotti.
<< Ehi Bea, vuoi venire un attimo … >> Italia e Catena si bloccarono di colpo quando videro la scena, Enea e Beatrice si staccarono velocemente, lei quasi con foga, lui più rilassatamente. Le due ragazze erano rosse in viso ed estremamente imbarazzate.
<< Oh, noi non … >>
<< Arrivo subito! >>
Le interruppe bruscamente Beatrice tirandosi in piedi, le raggiunse e si allontanò senza nemmeno salutare Enea, ma al ragazzo non importò granché, la seguì mentre si allontanava con lo sguardo perennemente fissato sulle curve dei suoi fianchi.
Gli avrebbe fatto proprio piacere ricevere quel bacio.
 
-23:50-
 
Gabriele si sentiva uno schifo totale.
E non perché si fosse ubriacato, non aveva nemmeno bevuto una goccia di niente, e non aveva nemmeno mangiato. Scrutava con crescente fastidio sua sorella e Zosimo che ballavano un lento, e ridevano come se fossero terribilmente felici. In realtà a Gabriele non dava fastidio il rapporto che si era creato tra i due, aveva sempre pensato che Zosimo fosse un bravo ragazzo, faceva il rompiscatole perché era il compito del fratello maggiore.
Era infastidito perché sapeva di essere un completo idiota.
Perché sapeva benissimo che per quanto avrebbe sofferto, non sarebbe mai tornato sui suoi passi, e non perché fosse orgoglioso, non se n’era mai fatto niente dell’orgoglio, ma perché era piuttosto sicuro di aver fatto bene.
Era davvero sicuro che quello fosse il bene per Katerina.
Lanciò uno sguardo disinteressato all’orologio da polso e sospirò pesantemente, era quasi la mezzanotte e presto avrebbero cominciato il conto alla rovescia, doveva prepararsi per mettere in scena il suo sorriso finto migliore prima che arrivasse quel momento.
Fece una prova guardandosi nel vetro nero del cellulare, ma le labbra si abbassarono quasi automaticamente, sospirò pesantemente e fece per mettere via l’apparecchio, quando Jurij, il fratello gemello di Katerina, si mise seduto tranquillamente accanto a lui.
<< Cos’è quel muso lungo? >> Domandò appoggiando entrambi i gomiti sul bancone.
Gabriele pensò che Jurij fosse davvero l’ultima persona con cui avrebbe voluto parlare, lui e Katerina erano gemelli omozigoti, e sebbene Jurij avesse i tratti leggermente più marcati, i capelli corti e una sfumatura azzurra negli occhi, erano comunque molto simili << Lo sai che ciò che fai a Capodanno dura tutto l’anno? >>
<< Bah! >> Gabriele replicò a quella sciocchezza con un gesto noncurante della mano.
<< Stasera sei più intrattabile del solito >> Replicò prontamente Jurij, e Gabriele ebbe come la sensazione si aver già sentito quelle parole da qualcun altro, non troppo tempo addietro.
<< Me l’hanno detto parecchie volte … >>
Jurij fece per replicare prontamente qualcosa quando il suo sguardo venne attirato da altro, e anche Gabriele seguì la traiettoria del suo sguardo, si era creata una piccola confusione perché tutti si erano accorti che mancavano dieci secondi alla mezzanotte.
<< Facciamo il conto alla rovescia! >> Strillò ad alta voce Ivan, attirando l’attenzione di tutta la sala verso di se.
Gabriele non si alzò come Jurij, preferì osservare la scena dallo sgabello.
Contento di essersi distratto prima che i ricordi lo portassero indietro.
 
<< 10 … >>
E Gabriele desiderò che l’anno nuovo portasse meno dolore.
<< 9 … >>
Ed Enea desiderò di avere al più presto il suo bacio.
<< 8 … >>
E Romeo desiderò poter ballare ancora una volta con Fulvia.
<< 7 … >>
E Zosimo ripensò al suo Tronchetto di Natale.
<< 6 … >>
E gli sguardi di Fiorenza e Telemaco si incrociarono.
<< 5 … >>
E Zoe ripensò alla promessa stretta con Igor.
<< 4 … >>
Ed Oscar desiderò stringere ancora Catena tra le braccia.
<< 3 … >>
Ed Italia pregò affinché le cose andassero per il meglio.
<< 2 … >>
E Lisandro desiderò che Beatrice fosse felice.
<< 1 … >>
E pregarono perché i desideri dei ragazzi della 5 A si realizzassero sempre.
 
-24.00-
 

 
____________________
Effe_95

Buongiorno a tutti :)
Finalmente ho terminato il capitolo! 
Allora, come avevo accennato già la volta precedente, questo è l'ultimo capitolo dedicato alle feste Natalizie, dal possimo si proseguirà normalmente con la storia.
Ho notato che questi cinque capitoli non hanno avuto molto successo xD
Probabilmente la mia è stata una pessima idea, spero che con il ritorno al corso normale della vicenda, la situazione migliori :)
Questo capitolo è un po' particolare, soprattutto per quanto riguarda il finale.
Ma spero ugulamente che vi sia piaciuto, volevo dare l'impressione di una classe unita, e anche se non interagiscono tutti i personaggi, anche per questioni logistiche ( sono davvero troppi e sarei impazzita xD), spero si sia capita la mia intenzione.
Grazie mille a tutti, vi auguro un Buon Natale.
Alla prossima spero.
 
 
 

 
 
 
  
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