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Autore: Kary91    27/12/2015    2 recensioni
{Raccolta| Pre-Saga| Gale/Katniss | Slice of Life}
1 • Controllo. «E poi sarei io l’impulsivo, eh?»
2 • Tentativi. «Come potevo essere certo di saper nuotare, se non avevo mai rischiato di affogare? »
3 • Vincere. «Non riesci proprio ad accettare di perdere, vero?» «Perché, tu sì?»
4 • Sole. «Perché quella sera si era resa conto che preferiva ballare con la tempesta.»
5 • Innamorato. «Le sento le ragazze che sussurrano quando ci passano a fianco.»
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Hawthorne, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Primrose Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I don't love you (but I always will); '
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Cinque volte in cui Gale fregò Katniss (e una in cui rimase irrimediabilmente fregato).

 

III

The art of winning

_______________________

 

Nessuno di voi può vincere contro mia sorella.”

Prim sorrise con fare divertito e si avvicinò al camino; Rory, che era seduto sulla sedia più vicina al fuoco, si alzò subito per cederle il posto.

“Per forza, non ride praticamente mai!” osservò Gale, sciacquando l’ultimo dei piatti usati per la cena. Lo porse poi a Vick, che lo strofinò con un panno prima di riporlo assieme agli altri nell’unico mobile a scomparti della cucina.

Katniss indirizzò un’occhiataccia al migliore amico.

“Senti chi parla.”

Gale abbozzò un mezzo sorriso.

“Facciamo una prova” propose infine, rivolto alla ragazza. “Scommetto che almeno uno dei fratelli Hawthorne riuscirà a batterti a chi ride prima.”

“Sfida accettata” approvò Katniss, sedendosi a capotavola. “Chi dei tre vuole provare per primo?”

Rory si fiondò vicino a lei.

“Io sono il migliore a far ridere gli altri” osservò, prendendo posto di fronte alla ragazza. Il fratello maggiore lo prese per le ascelle e lo fece scendere dalla sedia.

“Il clown di famiglia gioca per ultimo” decise, rubandogli il posto. “Partiamo da quello più serio: cioè io.”

“Forse volevi dire il più scarso…” lo corresse Rory, sorridendo beffardo; Gale gli diede uno scappellotto sulla nuca.

“Cretino!” si lamentò il ragazzino, dandogli uno spintone. Quando si accorse che Prim e Vick li avevano raggiunti al tavolo e che la bambina stava ridendo, il suo sguardo si fece furibondo: in pochi istanti le sue orecchie diventarono rosse.

“Chi è che fa da arbitro?” chiese Vick, controllando che i due sfidanti fossero seduti esattamente uno di fronte all’altro.

“Prim” proposero all’unisono Katniss e Gale, senza distogliere lo sguardo l’uno dall’altra: erano pronti per incominciare.

La ragazzina annuì.

“Molto bene, le regole sono semplici…” incominciò, continuando a sorridere divertita. “… Il primo dei due che si mette a ridere perde. È vietato farsi il solletico, ma potete muovervi e parlare senza però allontanarvi dalla sedia.”

“Sono pronto” annunciò Gale, mettendosi a braccia conserte. Katniss confermò con un cenno del capo, esibendo lo sguardo più composto del suo repertorio.

“Allora si comincia” replicò Prim, sollevando tre dita. “Tre… due… uno… via!”

La sfida incominciò al suono delle incitazioni dei due fratelli Hawthorne.

“Dai, Gale!” esclamò Vick, battendo le mani sul tavolo.

“Fa’ l’imitazione di Sae la Zozza!” propose Rory, mettendogli le mani sulle spalle.

Gale li ignorò; si limitò a rimanere immobile, le labbra serrate e lo sguardo fisso in quello di Katniss. La ragazza, d’altro canto, continuava a mostrare la stessa compostezza dell’amico.

“Coraggio, fate qualche smorfia!” li incoraggiò ancora Rory, mettendosi a tamburellare con le dita contro il tavolo.

“Per ora sono in parità totale” annunciò dopo un minuto Prim, dall’alto del suo ruolo di arbitro. “Non credo che avremo un vincitore molto presto.”

“Ti sbagli” la corresse Gale, parlando con l’accento affettato di Capitol City. “Abbiamo già un vincitore; il signorino qui presente si chiama Vick[1]” commentò, attirando il fratellino a sé per la collottola.

“Che la fortuna possa essere a tuo favore, giovanotto” rincarò la dose, scuotendo una parrucca immaginaria.

I tre più piccoli del gruppo si misero a ridere. Gli angoli delle labbra di Katniss si inarcarono leggermente, ma la giovane rimase seria.

Gale sospirò.

“Riuscirei a farla ridere solo se inciampassi su uno degli scacchi di Rory e battessi la testa da qualche parte” concluse, passandosi una mano dietro la nuca.

Improvvisamente, Katniss smise di apparire così composta. Sgranò gli occhi e si schiacciò le guance con le mani, tirando fuori la lingua.

Il contrasto fra quella smorfia buffa e l’espressione perennemente seriosa della ragazza diede a Gale il colpo di grazia: l’adolescente scoppiò a ridere e Prim sollevò le braccia in cenno di vittoria.

“Katniss Everdeen vince il primo round!” annunciò, sorridendo al broncio di Rory.

“Eri orrenda!” commentò Gale fra le risa, ancora intento a pensare alla smorfia di Katniss.

 “Scusa?” replicò la ragazza, impermalendosi.

Il giovane si limitò a stringersi nelle spalle – cosa che irritò Katniss ancora di più.

“Tocca a Vick” annunciò infine Gale, cedendo il posto al più piccolo fra i tre fratelli.

Vick rivolse un sorriso timido alla sua sfidante e incrociò le gambe sulla sedia, prima di trarre un grosso respiro. Al via di Prim incominciò a cercare di toccarsi la lingua con il naso, ma non ottenne alcun risultato. Rory gli suggerì qualcosa nell’orecchio, ma le due sorelle Everdeen contestarono quel gesto.

“Niente consigli a bassa voce!” ricordò l’arbitro, sistemandosi una treccia.

“Che noia…” borbottò Rory roteando gli occhi, prima di lasciarsi cadere sulla sedia.

Katniss canticchiò una vecchia canzoncina popolare che di solito faceva ridere sia Vick che Prim, ma il ragazzino si limitò a sorridere. A quel punto, la ragazza tentò con una seconda smorfia.

Gale scoppiò a ridere di gusto come poco prima, ma Vick riuscì miracolosamente a trattenersi.

“Possibile che tu sia l’unico a sbellicarti ogni volta che faccio una boccaccia?” commentò Katniss, visibilmente infastidita.

L’amico tornò a stringersi nelle spalle.

“Tu che fai le boccacce sei improbabile più o meno quanto lo è Sae la Zozza che si fa il bagno.”

Katniss non ribatté: in fondo Gale non aveva tutti i torti.

Tornò a concentrarsi sul piccolo Vick, che stava ancora sorridendo; era evidente che non avrebbe retto a lungo.

“Di’ qualche parola ridicola!” le suggerì Prim, abbassando il tono di voce.

“Niente consigli a bassa voce!” le ricordarono Rory e Gale all’unisono, ripetendo quello che la ragazzina aveva detto loro poco prima.

“Moffetta” azzardò Katniss, fissando Vick con fare serioso. “Macaco. Rory la puzzola.”

“Ehi!” si difese il mezzano fra i fratelli, tornando a mettere il broncio. “Smettetela di tirare in mezzo sempre…”

S’interruppe nell’accorgersi che Vick era scoppiato a ridere.

“Non vale!” si lamentò subito, mentre Prim annunciava la seconda vittoria di Katniss. “Ha parlato: nelle regole originali non si può parlare!”

“Anche Gale ha parlato, prima” gli ricordò Katniss, sorridendo al migliore amico con fare di sfida. “Credo che perderai la scommessa, Lince Hawthorne[2].” aggiunse, rivolta a lui.

Gale scosse la testa.

“Non cantar vittoria troppo presto” replicò, appoggiando le mani sulle spalle di Rory. “Noi Hawthorne abbiamo tenuto il meglio per la fine.”

Rory mise da parte il broncio e si sedette di fronte a Katniss, fissandola con aria decisa.

“Non hai scampo contro di me” commentò tronfio, soffiandosi sulle unghie.

“Lo vedremo” replicò la ragazza, prima di voltarsi verso Prim.

“Pronti… Partenza... Via!” annunciò la sorella minore, battendo le mani per incitarli.

Fin da subito, Rory diede prova di poter dare del filo da torcere a Katniss: suonò l’inno di Panem percuotendosi il sedere per scandire il ritmo, raccontò una barzelletta e si esibì nel repertorio di boccacce più vasto mai posseduto da un ragazzino di dieci anni.

Tuttavia, mentre i suoi fratelli e Prim erano ormai sull’orlo delle lacrime per via del troppo ridere, Katniss rimaneva impassibile. Anzi, sembrava quasi impegnata a riflettere, più che concentrata per non lasciarsi sfuggire qualche sorriso.

Improvvisamente, il suo sguardo si spostò verso Gale. Il giovane ricambiò confuso per una frazione di secondo, prima di reagire.

“Non vale guardarsi intorno” ricordò, battendo l’indice al centro del tavolo, per far tornare la sua attenzione su Rory. “Gli sfidanti devono fissarsi.”

“Ha ragione” concordò Prim, mordicchiandosi il labbro.

Katniss tornò a guardare il ragazzino, un lieve sorriso a piegarle le labbra.

Rory prese quella reazione come un cedimento, ma Gale, che conosceva le sue espressioni meglio di chiunque altro, – fatta eccezione probabilmente di Prim – incominciò a preoccuparsi.

Quando Katniss sorrideva a quel modo o si trovava nei boschi o aveva un piano; e casa Hawthorne non era di certo situata in mezzo a qualche radura.

Ne ebbe la conferma qualche istante più tardi, quando la ragazza rizzò la schiena e si portò le braccia sul petto, assumendo un’espressione arrogante.

“Non toccare le trappole o me le rompi: è pericoloso e poi sono delicate. Ci vogliono mani esperte per maneggiarle” pronunciò infine rivolta a Rory, inspessendo il tono di voce. “Come ti chiami?”

Gale scosse la testa con fare incredulo, gli occhi assottigliati per il fastidio.

Rory abbozzò un sorriso, riconoscendo all’istante la vittima dell’imitazione di Katniss.

“Rory Hawthorne al suo servizio, signora” rispose, facendo un inchino. La ragazza continuò a mantenere il cipiglio sfrontato di poco prima.

“Beh, Dory Pawthorne, il furto è punibile con la morte. O non l’hai mai sentito dire?”

“Dory Pawthorne[3]…” ripeté il ragazzino, allargando il suo sorriso.

Gale lo tirò all’indietro per il colletto della camicia.

“Se ti azzardi a perdere adesso non te la perdono…” minacciò, prima di freddare Katniss con uno sguardo.

“Begli ami da pesca, li hai fatti tu?” continuò imperterrita la ragazza, raccogliendo alcuni soldatini che Vick aveva lasciato sul tavolo. Esibì un’espressione critica e infine tornò a gonfiare il petto. “Beh, si può ancora migliorare” osservò, con il solito tono di voce spesso.

A quel punto, Rory non riuscì più a resistere. Scoppiò a ridere e batté i pugni sul tavolo, mentre le sorelle Everdeen sollevavano le braccia in cenno di vittoria.

“E Katniss vince!” annunciò fra le risa Prim, sorridendo a mo’ di scusa in direzione di Rory. “Mi dispiace, Dory Pawthorne!”

“Non ci credo” sbottò amareggiato Gale, scuotendo la testa. “Per la cronaca, non mi somigliavi per niente” aggiunse poi con calma, mettendosi a braccia conserte. Katniss lo imitò e il ragazzo si affrettò a sciogliere la postura, un lieve rossore ad accendere la sua espressione seccata.

“Intanto ho vinto la scommessa…” replicò la ragazza, alzandosi. I due adolescenti si fissarono per qualche istante, quasi si stessero studiando.

Una luce di consapevolezza si fece strada all’improvviso sul volto di Gale.

“Non hai vinto” ribatté infine, sorridendo con fare beffardo. “Non ancora” precisò, prima di sparire nella stanza a fianco.

Rory e Prim si scambiarono un’occhiata confusa, ma Katniss si affrettò a seguirlo.

“Non riesci proprio ad accettare di perdere, vero?” osservò, parlando attraverso la porta socchiusa.

“Perché, tu sì?” replicò il ragazzo dall’altra stanza.

“Gale!” esclamò ammonitoria Hazelle dalla camera da letto. “Ero quasi riuscita a farle prendere sonno!”

“Scusa, mamma, ma è una cosa importante” rispose l’adolescente, tornando in cucina; fra le sue braccia, la sorellina di due anni e mezzo si guardava attorno insonnolita.

“Evviva!” saltò su a quel punto Vick, correndo ad abbracciare la piccola. “Posy può salvarci!”

“Abbiamo detto fratelli, non sorelle!” ricordò loro Prim. “Questo è un colpo basso!”

“Mi dispiace, ma in questa casa non c’è tre senza quattro” esclamò Gale, tornando a sorridere malandrino.

“Ben detto!” concordò Rory, che come il padre aveva da sempre un ossessione per il numero 4. Quella cifra era sempre stata il portafortuna della famiglia Hawthorne: dopotutto, Joel Hawthorne aveva avuto quattro figli, tutti con nomi di quattro lettere.

“Non preoccuparti, Prim” mormorò Katniss alla sorella, tornando ad occupare il suo posto a capotavola. “Vorrà dire che batterò anche Posy.”

Gale fece sedere la bimba sulla sedia di fronte a quella di Katniss; Posy, che si era messa a tirare il cordino della sua felpa, rivolse un sorriso spaesato alle due sorelle Everdeen.

“Io gioco!” dichiarò entusiasta, prima di scuotere la testa immusonita e incrociare le braccia sul petto. “Non faccio la nanna!”

“Tu farai la nanna eccome, altrimenti i tuoi fratelli dovranno vedersela con me!” s’introdusse nel discorso Hazelle, parlando dalla stanza a fianco.

“Ehi, sorellina!” esclamò Rory, inginocchiandosi di fianco alla sedia di Posy. “Devi far ridere Katniss, okay? Fai tutte le cose che ti ho insegnato io.”

“Niente suggerimenti!” l’ammonì Prim, mentre accarezzava intenerita i capelli della piccola. “Avete già imbrogliato un po’ troppo.”

“Non abbiamo imbrogliato!” si lamentò Rory. Vick lo zittì posandosi l’indice sulle labbra e Gale fece cenno a Prim di dare inizio alla sfida.

“Pronti… Partenza… No, Posy, devi restare sulla sedia! Via!”

La bambina la ignorò. Scese a terra e sollevò le braccia per farsi prendere in braccio da Gale. L’adolescente la sollevò e prese posto sulla sua sedia.

“Guarda Katniss” le sussurrò in un orecchio, afferrandole le manine. “Falle le boccacce!”

“Tira fuori la lingua, Posy!” la incitò ancora Rory, mostrandole una linguaccia.

“Silenzio, voi due!” ripeté con un sorriso Prim, posandosi le mani sui fianchi.

Posy sorrise e mostrò la lingua a Katniss, ma la ragazza non si scompose se non per appoggiarsi i pollici sulle guance e fare marameo alla bambina; Gale fece del suo meglio per trattenersi dal ridere, consapevole che, sentendolo, Posy l’avrebbe imitato.

“Posy, fai la faccia triste! Non devi ridere, mi raccomando!” le ricordò Vick, tenendo d’occhio la sua reazione alle boccacce dell’avversaria.

“Ehi, Pos, fai la faccia da pesce lesso!” intervenne ancora Rory, catturando la sua attenzione.

“Ma che ne sa lei di com’è fatto un pesce lesso?” lo prese in giro Prim.

Rory roteò gli occhi.

“Fai una faccia buffa!” la incoraggiò ancora Gale, indicandole Katniss. Nel sentirlo parlare Posy si distrasse e si voltò verso di lui.

“Faccia buffa!” ripeté con un sorriso birichino, schiacciandogli le guance con le mani.

“No, non a me!”

“Posy, guarda Katniss!” tentò di convincerla Rory, mentre la bambina affondava il volto nella felpa del fratello più grande. “Ok, non guardarla adesso” si corresse poi, quando si accorse che la ragazza stava nuovamente esibendo la boccaccia di prima.

“Avevamo detto niente suggerimenti!” gli ricordò Katniss, mentre la piccola tornava a voltarsi verso di lei. Posy sorrise, indicandola con l’indice. Era evidente che fosse sul punto di scoppiare a ridere, così Gale si affrettò a distrarla.

“Dammi un bacio, Pos!”

La bambina si affrettò a ricoprirgli la guancia di baci umidicci, del tutto ignara dello sguardo ammonitorio di Katniss contro il fratello più grande.

“Se continuate a fare così mi toccherà eliminare Posy” ricordò loro Prim, sedendosi di fianco alla sorella.

I tre maschi si zittirono all’istante. Posy, che stava ancora sbaciucchiando il fratello maggiore, venne fatta voltare verso Katniss, affinché la guardasse.

Fu in quel momento che a Gale venne un illuminazione. Ricordò la mattinata precedente, trascorsa a tenere d’occhio i fratelli minori, e i giochi poco educati che Rory aveva tentato d’insegnare alla sorellina. Cercò di attirare l’attenzione del fratello e, quando Rory ricambiò il suo sguardo, sollevò un braccio e lo piegò all’altezza del gomito: il ragazzino capì all’istante.

“Pos…” sussurrò, prima di rivolgere un sorrisetto innocente a Prim.

Quando la sorellina si voltò verso di lui, si appoggiò le labbra al gomito.

Lo sguardo di Posy si illuminò. Con un sorriso allegro rivolto a Katniss, sollevò il braccio.

“Puzzetta!” dichiarò poi entusiasta, prima di appoggiare la bocca contro l’incavo del gomito: ne uscì una pernacchia sonora ma spezzettata, poiché la piccola doveva riprendere fiato in continuazione per far proseguire il rumore.

Per una frazione di secondo, Katniss rimase in silenzio, lo sguardo corrucciato per la concentrazione. Infine, cedette. Si mise a ridere, divertita dall’espressione birichina di Posy.

“Sì!”

Vick e Rory esultarono all’unisono, mentre Gale si sistemava la sorellina sulle spalle per festeggiare la sua vittoria.

“Cos’è che dicevi, Prim?” la beffeggiò, guardando tuttavia Katniss. “Che nessuno dei fratelli Hawthorne avrebbe battuto tua sorella?”

“Avete imbrogliato!” replicò la ragazzina, agitando la mano della bimba più piccola. “Come si fa a resistere a Posy?”

“Ho comunque battuto te…” gli ricordò Katniss, riesumando l’occhiata di sfida che gli aveva rivolto poco prima. “… Bale Hawthorpe.”

“Sarà, eppure alla fine ho vinto lo stesso…” replicò beffardo Gale, rivolgendole un sorriso sghembo. “… Mi dispiace, Catnip, ma ti ho fregata. Come sempre, d’altronde.”

“Questo è da vedere” ribatté la ragazza, dandogli un pugno contro la spalla. “E comunque non ti conviene fare lo spaccone con me: ricordati che riesco a mirare dritto all’occhio quando caccio gli scoiattoli. Se mi infastidisci, prima o poi potrei cercare di fare lo stesso con te.”

“Non se prima cadi in una delle mie trappole…” scherzò Gale, tirandole giocoso la treccia.

Katniss sbuffò.

“Possibile che tu debba sempre avere l’ultima parola? Quasi quasi ti preferisco quando sei silenzioso.”

“Ed io ti preferisco quando fai le boccacce” replicò il ragazzo, abbozzando un sorrisetto.

Questa volta, il pugno che Katniss gli diede alla spalla fu ben più pesante del precedente; era davvero difficile averla vinta con Gale e quella era probabilmente una delle cose che più la irritavano di lui. A consolarla era il fatto che lui avrebbe potuto dire lo stesso di lei. Erano entrambi testardi e competitivi fino al midollo e non potevano fare a meno di scontrarsi all’infinito quando si trovavano in disaccordo su qualcosa.

Forse, in fondo, era per quello che quando erano uniti formavano una così bella squadra.

Forse era per quello che non potevano funzionare in alcun modo se non insieme.

 

 

 

 

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Raccolta scritta per la challenge 5 volte + 1 sul cosmic ocean

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Il prompt per questa seconda storia storia era “Vincere/Vittoria”. Ho invertito il prompt n° 4 con il n°3 perché questa storia era già scritta! Il prima possibile andrò avanti con la stesura della storia sul prompt “Sole”. Grazie infinite alle tre persone che hanno recensito i precedenti capitoli. Spero che questo nuovo capitolo possa piacervi! È un po’ meno incentrato su Gale e Katniss rispetto ai precedenti, ma avevo un po’ nostalgia dei tre fratelli Hawthorne >.< Un abbraccio e buone feste!




[1] Riferimento alla storia “The Winner loses it all”: il nome ‘Vick’ significa vincitore/conquistatore.

[2] Riferimento a “Baby Lince” e a “Se tu mi addomestichi”, dove per via di una serie di cose, Gale viene soprannominato “Lince”.

[3] Ovviamente qui Katniss sta scimmiottando Gale che, durante il loro primo incontro, aveva capito “Catnip” invece di Katniss.

   
 
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