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Autore: Jamin_a    28/12/2015    4 recensioni
"Tranquilla zucchero" Si alzò dalla poltrona e, avvicinandosi a lei, la sovrastò con la sua altezza.
"Non sarò di certo io a infrangere i tuoi sogni di gloria da stupida capitolina"
Disse aspramente, fissandola negli occhi e facendosi serio.
[...]
"Ma tu ..." Continuò l'uomo sfiorandole le dita con cui lei teneva ancora stretto il collo della bottiglia.
".. Devi tenere giù le mani dal mio alcol" concluse secco, rubandole l'oggetto dalle mani.
Haymitch fece un passo indietro, sorridendo soddisfatto.
Effie rimase immobile a guardarlo andar via.
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piccola raccolta di momenti Hayffie
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“Ho sentito dire che dopo più di vent’anni nel ruolo di mentore finalmente Haymitch Abernathy ci degna della sua presenza” Disse sarcastica, chiedendosi anche lei cosa avesse spinto il mentore ad essere presente quella sera. Forse era riuscito a capire quanto fosse da maleducati non presentarsi mai a quella festa, ma non sembrava molto da Haymitch fare una cosa del genere, anzi, era molto più probabile che fosse talmente ubriaco da aver preso il treno ed essersi trovato a Capitol City per sbaglio.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Effie Trinket, Haymitch Abernathy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, è passato praticamente un anno, lo so.
Non era in programma l'aggiornamento di questa storia, ma (come ormai mi capita sempre più raramente) ho fatto l'accesso su questo account e ho letto una recensione. Ricordo quando leggevo storie che mi piacevano e ci rimanevo male quando queste erano lasciate a metà.
Ciò non significa che ho intenzione di riprendere a scrivere, affatto ... ma mi era venuto in mente di avere un capitolo, lì abbandonato, pronto .. e mi sembrava da stronzi non pubblicarlo dopo aver letto quella recensione (quindi si, sto puntando il dito hahha questo capitolo è tutto per te :-* )
e eccolo qui, riletto velocemente perchè ho davvero poco tempo, spero non ci siano obrobri o schifezze.
Quindi, buona lettura e tenete botta.
Ci risentiremo, magari

I 66 Hunger Games erano appena finiti, almeno per il distretto dodici. I due tributi erano entrambi morti, il ragazzo, Timothy, era sopravvissuto addirittura al bagno di sangue, ma la sera stessa era stato trovato dalla ragazza del distretto 2, che gli aveva piantato una freccia nella tempia. Anche in quel caso Haymitch aveva stretto Effie tra le sue braccia, e le aveva impedito di guardare.

Li guardavano sempre assieme, i giochi, finché entrambi i loro tributi erano morti.
Era come un tacito accordo, una tregua. Per il resto dei giorni Effie continuava a fingere il suo entusiasmo e Haymitch a ubriacarsi fino a svenire, e si odiavano a vicenda per questo.
Effie ormai si stava davvero abituando a tutto quello. Il dolore e i sensi di colpa non diminuivano mai, ma aveva imparato a conviverci, così il suo sorriso diventava sempre più ampio, la sua voce sempre più ferma e i suoi modi di fare sempre più entusiasti, secondo Haymitch era solo tutto più irritante.
Eppure quando si sedevano assieme a vedere i giochi, nel privato del loro attico, lei si permetteva di piangere e Haymitch la sosteneva. 
Effie era convinta di aver trovato una specie di equilibrio in quell'assurda situazione.
Non appena entrambi i loro ragazzi erano morti lei si dirigeva verso il bagno a risistemare il trucco, e lui verso il bar a riempirsi il bicchiere.
Quella sera Effie non andò a rifarsi il trucco, ma a levarselo per andare a dormire. L'orologio segnava le 22:00 e lei era troppo stanca per uscire a guardare i giochi con gli altri. Solitamente scappava da quell'attico appena poteva, dopo l'inizio dei giochi, ma decise che, per una notte, restare a dormire ancora li non le avrebbe fatto così male.
Ovviamente si sbagliava. 
Non appena si addormentava i fantasmi dei suoi tributi venivano a tormentarle i sogni, e quindi non passava molto tempo  prima che si svegliasse di colpo dai suoi incubi.
Guardò l'orologio. Era solo la una e si era già svegliata tre volte.
Decise di alzarsi a bere qualcosa, una tisana magari l'avrebbe tranquillizzata un po'. 
Si avviò verso la cucina, ma a metà strada si bloccò di colpo, quando notò che sulla destra, sul bancone del piccolo bar all'interno del loro alloggio, c'era una bottiglia lasciata a metà, in mezzo al altre completamente vuote. 
Pensò che forse l'alcol l'avrebbe aiutata di più, rispetto a una tisana, in quel caso.
Si guardò attorno, come una persona che sta per compiere un omicidio e si accerta che il luogo del delitto sia sgombro da eventuali testimoni, e si avvicinò al bancone. Allungò un braccio e prese un bicchiere che riempì per intero con quel liquido azzurrino della bottiglia, che aveva un forte odore di alcol, e ricordava l'odore di Haymitch.
Lo bevve, tutto d'un fiato, e inevitabilmente si ritrovò piegata in due a tossire. 
Pensò che fosse una sensazione orribile, quella dell'alcol che le bruciava la gola, e non poté fare a meno di chiedersi come facesse il mentore a berne a litri.
"Non sei abituata eh, zucchero?" 
Una voce dietro a lei la vece sobbalzare e voltare di scatto. 
Haymitch, già visibilmente ubriaco, le si parò davanti.
"Non avevo detto giù le mani dal mio alcol?" Chiese serio, ricordando il loro primo incontro
Effie si stupì che l'uomo riuscisse ad avere una buona memoria anche con gli effetti del bere.
"Pensavo.." Si schiarì la voce "Bevessi per dimenticare"
Disse riempiendosi il bicchiere a metà e bevendo un altro paio di sorsi.
Haymitch si sedette accanto a lei, e si riempì il bicchiere a sua volta.
"Bevo per sopportare..." Sbiascico a bassa voce, più a se stesso che a Effie, che nel frattempo non era riuscita a trattenere un altro paio di colpi di tosse.
Poi si voltò a guardarla. Fece scorrere gli occhi su di lei, dai capelli biondi che le ricadevano morbi sulle spalle, gli occhi ancora leggermente lucidi per il bruciore dell'alcol, un pigiama leggero rosa le avvolgeva leggermente il corpo lasciando intravedere le sue forme, e la vestaglia aperta, abbinata al pigiama, le ricadeva dolcemente lungo i fianchi e lungo i lati dello sgabello, le gambe magre le uscivano leggere dalla gonna della camicia da notte, e i piedi nudi pendevano senza toccare terra, mette delle ciabatte, rigorosamente rosa, con le piume erano abbandonate ai piedi dello sgabello.
"Sai, mi piaci di più Effie, senza tutta quella roba addosso."
La ragazza arrossì violentemente, ricordandosi solo in quel momento dello stato, secondo lei pietoso, in cui si trovava .
Haymitch continuò a scrutarla, ed Effie chiuse violentemente la camicia da notte quando vide che gli occhi dell'uomo indugiavano un po' troppo su i suoi seni.
Haymitch sospirò e tornò a concentrarsi sul suo bicchiere.
"Non riesco a dormire, continuo a vedere le loro facce" disse Effie mentre sentiva la testa farsi leggera. 
"Benvenuta nel club ..." Sospirò lui. Alzando il bicchiere in segno di brindiai
"Non mi butterò sull'alcol come te" disse velocemente, come per mettere in chiaro le cose.
"Ah si zucchero? Cosa stai facendo adesso?" Rise lui.
"È diverso.." Ribatté seccata.
Il sorriso di Haymitch si spense, come offeso dalle parole della ragazza 
"Su questo non c'è dubbio zucchero" disse "non c'è il minimo dubbio" sottolineò ancora lui, disse duro.
Tutte le volte che gli sembrava che Effie fosse diversa lei se ne usciva con una frase da capitolina superficiale. E questo faceva imbestialire Haymitch.
Effie capì di aver toccato il tasto sbagliato, non voleva paragonare quello che provava lei al dolore di Haymitch, lui era stato nell'arena, e lei non avrebbe mai capito ciò che provava lui.
"Scusa..." Biascico lei. "Io non .."
"Voi capitolini.." La interruppe lui ".. voi "Non" mai." 
Haymitch sorrise rassegnato.
Effie si sentì offesa.
Si alzò di scatto per ritornare nella sua stanza, quando un giramento ti testa le fece quasi perdere l'equilibrio. 
Non aveva mai bevuto alcol in vita sua, all'infuori di qualche goccio di vino sui pasti, e il berlo tutto d'un colpo non aveva fatto altro che accelerare gli effetti.
"Uo! Piano zucchero!" Haymitch, che si alzò a sorreggerla.
Decise di lasciar perdere la loro discussione che avevano appena avuto, quando Effie si divincolò sua presa salda.
"L'ho detto io che non eri abituata"
Disse ridendo.
"Dai..Da..i... Ce la ... Faccio" si divincolò lei mentre cominciava a sentire la testa leggera. 
"Va bene vai." Disse sarcastico, ma quando Effie alzo un piede per infilare la ciabatta barcollo pericolosamente.
Lui la fermò di nuovo e si offrì di riaccompagnarla in camera. 
Effie accettò a malincuore, a quel punto Haymitch le cinse un fianco e quando le dita dell'uomo si posarono sul suo fianco, proprio appena sotto il suo seno, dove solo la stoffa leggera della camicia da notte le separava dalla pelle, un brivido leggero  percorse il corpo della ragazza. 
Effie gli mise istintivamente un braccio attorno al collo e un'altro brivido la percorse quando sfiorò le punte dei suoi capelli biondi.
Il tragitto verso la camera le sembrò lunghissimo. Non aveva mai pensato a Haymitch in quel modo, lui era si un bell'uomo, affascinate sicuramente, ma dai modi rozzi, e poi puzzava di alcol.
Anche lei però sapeva di alcol in quel momento. E forse fu proprio quello le inebriava il buon senso e le faceva vedere Haymitch come se fosse l'unico uomo desiderabile sulla terra.
Arrivati nella sua stanza lui la fece sedere sul bordo del letto, sedendosi a sua volta accanto a lei.
"Allora Effie,adesso devi dormire però" 
Lei rise "Non sono ubriaca" 
"No, però sei brilla, e a quanto pare, non sei abituata zucchero" ripeté lui.
Effie allungò una mano verso l'uomo fino a sfiorare la barba ispida.
"Hey, hey.." La spinse indietro lui 
"Che vuoi fare eh?" 
Effie era una bella ragazza, senza quel trucco e quelle parrucche. E aveva sempre quei vestiti succinti, per non parlare della sua camicia da notte, che lasciavano ben poco all'immaginazione. E Haymitch doveva ammettere a se stesso che ci avrebbe passato volentieri una notte assieme.
Ma lui non era abbastanza ubriaco per approfittare della ragazza che invece sembrava aver perso ogni freno, tanto che in quel momento gli era scoppiata a ridere in faccia senza nessun motivo.
"Dai Haymitch! Cos..cosa c'è di ...male .." Aveva sussurrato poi avvicinandosi di nuovo a lui.
Effie  era una capitolina, una capitolina strana e sopportabile a volte, ma pur sempre proveniente da quella città che tanto odiava. 
Già si sentiva idiota a preoccuparsi per i lei quando i loro tributi entravano nell'arena, figuriamoci se doveva reggerle il gioco anche dopo. Haymitch non ci pensava nemmeno a fare una cosa del genere.
"Senti zucchero" disse serio alzandosi in piedi e dandole le spalle, avviandosi verso la porta. Si prese una breve pausa, per pensare a cosa dirle, alla fine non voleva ferirla del tutto, pensò in fin dei conti, si lei era piena di difetti come ogni capitolino, ma un pochino a lei ci teneva.
"Non che tu non sia.."
Haymitch si voltò per finire la frase,stava per dire bella quando si accorse che era inutile. Effie si era addormentata. 
Haymitch sorrise mentre si chiuse la porta alle spalle "Buonanotte zucchero" sussurrò ironico, tornando ad avviarsi verso il bar.
  
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