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Autore: MaCk_a    07/01/2016    5 recensioni
Inghilterra, 1869.
Frederick è un giovane medico; disinteressato alle ricchezze e alla mondanità, sogna solo di poter sposare Lisa, amica di sempre. Tuttavia, quel sogno che gli era sempre apparso realizzabile, appare irraggiungibile in seguito alla comparsa di un conte italiano.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Frederick Martin non si era più recato dai Logan; la sua carriera da interprete era finita la sera in cui lui e Lorenzo avevano discusso. Il signor Logan non era riuscito a spiegarsi il comportamento del ragazzo, come del resto Lorenzo che, con la franca chiacchierata, non aveva previsto di intimidire il presunto rivale; comunque, il conte Ranieri e Joseph Logan se n’erano fatta una ragione, rassegnandosi a comunicare poco e alla meno peggio.

A soffrire davvero per l’assenza di Fred era Lisa e, dopo giorni spesi a rimuginare in silenzio, durante i quali s’era convinta che fosse stato Lorenzo a causare in qualche modo l’allontanamento dell’amico, la fanciulla aveva preso la decisione di vincere il proprio riserbo e chiedere spiegazioni al conte italiano; l’aveva avvicinato un pomeriggio, nel salottino al secondo piano, poco prima che il Sole tramontasse.

Lorenzo era solo. Ignorava, Lisa, che fino a qualche minuto prima fosse stato suo padre a fargli compagnia.

«Conte Lorenzo» bisbigliò la ragazza, entrando, rendendosi conto di quanto poco suonasse autoritaria la propria voce.

«Solo Lorenzo, vi prego» rispose lui, gentile, quando l’ebbe notata. Lisa, prendendo coraggio, assunse un’aria severa.

«Lorenzo, voi sapete perché Fred evita questa casa?»

I due si guardarono. L’uomo era assai meravigliato dalla schiettezza della domanda e, soprattutto, dal fatto che Lisa non avesse neanche tentato di formularla in maniera meno diretta. Evidentemente, non era più interessata a celare il proprio interesse nei confronti del giovane medico.

«Non guardatemi così, vi prego. Dite di esser venuto fin qui per conoscermi meglio… ebbene, ora vi ho mostrato un nuovo aspetto di me.»

Lorenzo abbassò lo sguardo per qualche secondo, per riflettere sul da farsi. Volse lo sguardo verso la finestra, che lasciava intravedere la dimora di Fred.

«Ciò che dite non è esatto, poiché non sono venuto qui per conoscervi meglio… non solo, almeno. Voi mi interessate e…»

«… e così avete pensato bene di allontanare Fred!»

L’occhiata che il conte volse alla fanciulla, questa volta, fu alquanto indignata; la rigidezza delle labbra suggeriva la voglia di spalancarle e lasciarsi andare a qualche commento poco piacevole ma, da gran signore qual era, Lorenzo Ranieri tacque e prese posto sul divano. Quando parlò, lo fece senza guardare l’altra.

«Mi dispiace davvero che voi mi riteniate tanto meschino, Lisa. Non immaginavo di dovermi dichiarare a voi in tal modo, ma poiché avete voglia di parlare, mi pare opportuno dire ogni cosa adesso. Come avete intuito, mi interessate; mi interessate come moglie. L’ho appena confessato a vostro padre, che si è mostrato a dir poco felice; tuttavia, so bene che il suo giubilo serve a poco, se voi non mi riservate che astio.

«Noto dalla vostra espressione che tale rivelazione vi disturba e lo capisco; in questo momento pensate solo a Fred. Lo so. Ma ritenevo necessario precisare le mie intenzioni prima di spiegarvi l’accaduto. Dunque, volendo sposarvi e avendo tuttavia notato il forte legame tra voi e il vostro amico, decisi di parlare a Fred, per illustrargli la mia situazione e chiedergli cosa provasse per voi. Vedete, se egli avesse dichiarato di amarvi, io sarei tornato in Italia immediatamente.»

Lisa tremò. Quindi, dato che Lorenzo era ancora lì, doveva dedurre che Fred non si era detto innamorato?

«Potrei sapere cosa Fred vi ha detto?»

Lorenzo tornò a guardarla e gli occhi di lei lo fecero tentennare; non voleva ferirla,

«Questo dovete chiederlo a lui.»

Lisa sedette. Due cose le erano chiare: che Lorenzo era un gentiluomo, troppo buono e cortese per comunicarle una notizia che l’avrebbe umiliata, e che lei era stata maleducata, prepotente e, soprattutto, sciocca. Spiando con la coda dell’occhio l’uomo che le era accanto, la ragazza dovette anche ammettere che fosse bello, e tuttavia le parve che gentilezza e fascino non fossero sufficienti per farglielo amare.

«Lorenzo, io non vi amo» annunciò, tentando di ammorbidire la voce. «E questo non dipende da ciò che Fred possa aver o non aver detto.»

L’uomo alzò un sopracciglio; guardò la ragazza con una curiosa espressione e, quando i loro sguardi s’incontrarono, rise. «Oh, Lisa! Neanch’io amo voi!

«Ascoltatemi… vi ho osservata, in Italia: siete intelligente, elegante e buona. Vi ho guardata pregare, in chiesa, e ho capito quanta purezza e onestà alberghino nel vostro cuore. E i bambini… eravate tanto dolce con loro, da farmi desiderare… io, che mai avevo avuto certe aspirazioni… insomma, Lisa! Vi stimo e vi rispetto; su stima e rispetto mi piacerebbe costruire un matrimonio.

«Siete giovane e vi credete innamorata; lo capisco, ma so che tale sensazione passerà e per questo non demordo. Per favore, pensate a ciò che ho detto: sono certo che saremmo felici, insieme.»

E Lisa ci aveva pensato davvero e, purtroppo, l’immagine del conte cattivo e geloso che si era costruita aveva finito per dissolversi. Il suo onesto discorso l’aveva colpita e la ragazza s’era ritrovata a fare delle considerazioni: lei e Fred erano sempre stati amici, solo amici, e Fred non aveva mai dimostrato sentimenti di natura diversa; Lorenzo non l’amava, ma in compenso la ammirava tanto da aver affrontato un lungo viaggio solo per conquistarla. Fred questo non lo avrebbe fatto. Fred probabilmente aveva anche confessato a Lorenzo di essere completamente indifferente a lei, e Lorenzo poi non le aveva detto nulla per non ferirla. Probabilmente. Ma ciò che è probabile non è certo e Lisa voleva esser sicura; come avrebbe potuto decidersi, altrimenti?

 

***

 

Fred non aveva più pensato a Lorenzo e Lisa, un po’ perché se l’era imposto, un po’ perché le condizioni di suo padre erano peggiorate: da ormai sette giorni, Stephen Martin era costretto a letto da una febbre che non accennava a scendere e Fred, stremato, si divideva tra lui e i suoi poveri pazienti. La sera, il ragazzo era tanto stanco da non avere neanche la forza di mangiare e si addormentava dove capitava; il 30 settembre si era appisolato nella sala da pranzo e lì sarebbe rimasto fino al mattino, se Joseph Logan non avesse preso a bussare con insistenza a una finestra.

«Ho saputo, Fred… quel Lorenzo, che razza di uomo… le ha detto… »

Joseph non aveva apprezzato la sincerità del conte; quando questi gli aveva chiesto la mano di Lisa, Logan ne era stato lieto, e aveva subito provveduto ad avvertire la moglie e la cognata; ma poi il conte, dopo neanche mezza giornata, era apparso meno convinto, aveva detto che ogni decisione sarebbe stata rimandata a data da destinarsi e, infine, aveva confessato quanto accaduto tra lui e Lisa. Joseph Logan, se avesse potuto, l’avrebbe picchiato quell’italiano!

«Fred, lei verrà qui. Ah, si crede furba la signorina, pensa che nessuno sospetti! Ti dico che verrà dopo la mezzanotte, e allora… Fred, io mi fido di te. Lo sai che mi sono sempre fidato.»

Il ragazzo, ripresosi improvvisamente da sonno e stanchezza, rimase in silenzio per qualche istante; sebbene si fosse già rassegnato all’idea, non riusciva a immaginare Lorenzo e Lisa sposati senza che ciò lo addolorasse. Eppure, neanche il dolore riusciva a smuoverlo dalla sciocca presa di posizione e così egli ammise di non aver capito molto il senso di quella visita, né di quella che avrebbe dovuto fargli Lisa. «Lorenzo le ha detto che mi crede innamorato di lei? Solo questo è il problema?» domandò, con una tranquillità assolutamente fuori luogo.

Joseph Logan gli rivolse un’occhiata esasperata e divertita insieme. «Fred, Lisa verrà a chiederti se tu la ami. Perché se tu le dici di sì, lei non sposerà Lorenzo; e se tu le dici di no… allora, probabilmente… »

Il signor Logan non terminò la frase e un imbarazzante silenzio calò nella trascurata sala; un silenzio che, com’era prevedibile, non fu Fred a rompere.

«Ragazzo mio, perché non vuoi parlare? La ami, sì o no? E se la ami, credi di poterle dedicare il tempo e le cure che merita? Fred, l’affetto non basta… serve devozione… »

Fred si avvicinò alla finestra dalla quale era visibile la dimora dell’amica. La voce di Logan faceva da fastidioso sottofondo. Poi vide qualcosa al confronto del quale il monotono ronzio diveniva il male minore.

«Insomma, Fred, se la ami, soprattutto se la ami, devi lasciarla andare!»

«Voi dovete andar via!» esclamò lui, voltandosi di scatto. Joseph rimase con la bocca spalancata. «Cosa?», balbettò scioccamente.

Fred spinse il vecchio in un’altra stanza e gli impose di salire al piano di sopra. «Nascondetevi e fate silenzio, per carità! Ho visto il cancello aprirsi, Lisa sta arrivando!»

E, difatti, nel giro di cinque minuti il giovane medico si ritrovò nuovamente ad aprire la porta-finestra della sala da pranzo, per lasciar entrare Lisa, costretto a fingere stupore; Joseph Logan, rifugiatosi in camera di Fred, pregava che tutto andasse per il meglio.

 

 

 

 

  
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