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Autore: Julia Weasley    14/03/2009    11 recensioni
Regulus Black sta per iniziare il suo sesto anno a Hogwarts: suo fratello Sirius è appena scappato di casa, nella comunità magica è scoppiata la guerra con i Mangiamorte, e Regulus si ritroverà a compiere la scelta che gli cambierà per sempre la vita.
In questa storia, Regulus subirà un enorme cambiamento, da semplice studente con grandi progetti a Mangiamorte al servizio di Voldemort a, infine, eroe solitario che affronterà l'estremo sacrificio a testa alta. Tutto questo sullo sfondo di un rapporto fraterno piuttosto complicato e di un amore sofferto ma eterno.
Storia vincitrice del premio Best Saga dei Never Ending Story Awards.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mangiamorte, Nuovo personaggio, Regulus Black, Sirius Black, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Rissa

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L
’autunno era alle porte. L’aria già fresca e gli alberi che cominciavano a coprirsi di chiome dorate annunciavano il suo imminente arrivo. Le prime foglie cadute frusciavano sui marciapiedi, sotto i passi dei londinesi che vi camminavano.

Tra questi, c’era una famiglia dall’aria per niente comune. Padre e madre, due signori vestiti di scuro, avanzavano a petto in fuori e naso all’insù, con aria di profonda arroganza, e liquidavano gli altri passanti con occhiate di puro disprezzo.
Lui era un uomo di circa cinquant’anni, con i capelli brizzolati raccolti in un codino elegante. Lei doveva avere almeno cinque anni di meno, il mento pronunciato, i capelli scuri raccolti in uno chignon e gli occhi grigi che mostravano uno sguardo duro e sprezzante.
Il terzo membro della famiglia era un ragazzo magro e minuto, di circa sedici anni. I capelli neri gli arrivavano poco sopra e spalle; gli occhi erano grigi come quelli della madre.
Nonostante non fosse molto alto, aveva un portamento fiero e i suoi modi aristocratici spiccavano quanto quelli dei genitori, sebbene stesse trascinando un pesante baule da viaggio.

“Siamo quasi arrivati, non siamo in ritardo” disse il padre, Orion Black.
“Credi che lo incontreremo?” domandò sua moglie Walburga, nervosa.
“Spero di no per lui” rispose quello. “Gli auguro proprio di no”.

Regulus non parlò e si costrinse a serrare la mascella. Preferiva non pensarci: certa gente per lui non doveva esistere più…

I Black svoltarono a destra e s’incamminarono nell’ingresso della stazione babbana di King’s Cross. Senza far caso agli annunci degli orari di partenza e arrivo dei treni che gli addetti mandavano via megafono, i tre attraversarono di nascosto la barriera del Binario Nove e Tre Quarti, ritrovandosi davanti all’Espresso per Hogwarts.
Il fumo biancastro usciva sotto forma di nuvoloni densi dalla locomotiva, e molti studenti erano già saliti.

“Forza, vai, mancano dieci minuti alla partenza” disse Walburga, guardando il grande orologio appeso alla parete. Regulus li salutò.
Era contento che i suoi genitori fossero così fieri di avere un figlio come lui. Non erano dei tipi affettuosi, ma lui riusciva lo stesso a capire quello che provavano. Orion gli appoggiò la mano sulla spalla e disse:

“Contiamo su di te per ripagare tutte le delusioni che ci ha procurato tuo fratello”.
“Non vi preoccupate. Sarete orgogliosi di me” rispose lui, desiderando ardentemente di accontentarli.

Dopodiché salì sul treno, e rimase a guardare dal finestrino mentre il treno cominciava a muoversi, finchè King’s Cross non sparì dietro una curva.
A quel punto si decise a cercare un posto libero nel treno già tutto pieno, e s’incamminò lungo il corridoio. Salutò alcuni compagni di Serpeverde, ma non si fermò con loro.

Un ragazzo magro, con i capelli scuri e unticci, il naso pronunciato e l’aria malsana gli fece un cenno a mo’ di saluto.

“Ciao, Piton, come stai?” chiese Regulus.
“Bene” rispose lui, con tutta l’aria di pensare il contrario. “Vuoi venire con noi?”

E gli indicò lo scompartimento dal quale si era appena affacciato.

“No grazie, ho detto a Queen che sarei andato da lei”.
“Va bene, ci vediamo più tardi, allora. Dobbiamo discutere delle ultime novità…”

Regulus sapeva a chi si riferiva. I loro discorsi erano perennemente incentrati su Lord Voldemort e i Mangiamorte. Annuì, gli rivolse un’occhiata eloquente e si allontanò.
Era appena giunto in fondo al primo vagone, quando la porta che comunicava con il secondo si aprì, e quattro ragazzi ne uscirono, chiacchierando allegramente.
Ci furono tesissimi istanti di assoluto silenzio dopo che quelli videro Regulus. Uno dei quattro, il più basso e grassoccio, squittì un “Oops…” e si nascose in fretta dietro a quello che gli era vicino, il quale si mordeva il labbro con aria preoccupata, il volto attraversato da parecchie cicatrici.

“Ci siamo…” disse un terzo con un’espressione scanzonata dietro gli occhiali tondi, e si passò distrattamente la mano tra i disordinati capelli scuri.

Ma Regulus non notò nessuno di loro tre; il suo sguardo era puntato sul quarto membro del gruppo, un ragazzo quasi uguale a lui, solo un po’ più alto e robusto e con uno sguardo sornione.

“Salve, Regulus” esordì Sirius, perfettamente tranquillo.
“Hai anche il coraggio di rivolgermi la parola?” disse.
“Dovrei esserne spaventato?” osservò Sirius, e il ragazzo con gli occhiali, James Potter, ridacchiò.
“Sei scappato di casa…”
“E allora? Non credo che per voi sia stata una gran perdita, o sbaglio? Scommetto che i nostri genitori non se ne sono minimamente preoccupati. Tanto hanno ancora il loro adorato Regulus, il figlio perfetto, il fratello migliore del mondo, la luce dei loro occhi!”

Eccolo che ricominciava. Regulus strinse i pugni. Non era colpa sua se i loro genitori preferivano spudoratamente lui a Sirius. Aveva cercato di farglielo capire in tutti i modi, ma non c’era stato verso. Se solo lui non fosse stato così ribelle...

“Quanto a me, mi stupisce che vi siete accorti della mia scomparsa. Non me l’aspettavo”.
“Sei stato cancellato dall’albero genealogico” lo informò Regulus, cercando di fargli capire la gravità della situazione.
“L’obiettivo era anche quello, in effetti. Ah, a proposito. Ho lasciato un Incantesimo di Adesione Permanente su tutte le pareti della mia camera, quindi è perfettamente inutile che cerchiate di staccare i miei poster…”

Regulus cercò di non pensare alle condizioni in cui aveva trovato la stanza di Sirius quando vi era entrato per cercarlo: colori di Grifondoro dappertutto, in aggiunta a parecchi poster di ragazze babbane in costumi da bagno un po’ troppo succinti.

“Sei uno schifoso traditore” disse Regulus, ripensando con rabbia alla delusione che aveva sopraffatto tutti loro, e per cui Sirius non mostrava il minimo rispetto.

Sirius scoppiò in una risata simile a un latrato e disse a Regulus di andare in posto poco carino, “insieme a tutti gli altri membri della nobile e antichissima casata dei Black”.

Fu un attimo. Regulus non si diede neanche la pena di estrarre la bacchetta magica: saltò addosso al fratello e gli sferrò un pugno in piena faccia, proprio come i Babbani che lui adorava tanto. E gliene avrebbe dato un altro se James non lo avesse afferrato per la collottola e sbattuto alla parete, sotto gli occhi esterrefatti di decine di studenti che si affacciavano dai propri scompartimenti, presi dalla curiosità.

“Lasciami, Remus!” gridò Sirius, cercando di divincolarsi dalla presa dell’amico e un livido viola cominciava ad allargarsi intorno al suo occhio destro. “Voglio fargliela pagare molto cara!”
“No, Sirius, lascia stare…”

Intanto gli studenti spettatori avevano iniziato a fare il tifo, ma la maggior parte di loro teneva per Sirius, il Malandrino. Non c’era storia: a casa loro Regulus poteva anche essere il fratello preferito, ma a scuola Sirius era mille volte più popolare.

“Levami le mani di dosso, tu!” sbottò lui amareggiato, rivolto a James Potter, ma quello lo minacciò con la bacchetta.
“Vattene subito, se non vuoi fare la fine di Mocciosus” disse.

Tutti sapevano a cosa si stesse riferendo. Poco più di un anno prima, Potter aveva umiliato Piton davanti a tutta la scuola, facendogli mostrare le mutande. Era stata la figura peggiore che gli avesse mai fatto fare, ma poche persone avevano considerato male il Grifondoro per la sua azione. Molti invece lo avevano ritenuto uno scherzo davvero divertente.
Regulus si divincolò dalla sua presa, lanciò un’ultima occhiata sprezzante a Sirius e passò al vagone successivo, seguito dagli insulti che l’altro gli urlava dietro.

Continua...

 

 

 

*Angolo autrice*

Piccole precisazioni temporali: al momento siamo nell'anno 1977, Regulus sta per iniziare il suo sesto anno a Hogwarts e Sirius il settimo. Quest'ultimo è scappato di casa durante l'estate appena trascorsa, ed è andato a vivere dai Potter, perciò i due fratelli si sono rivisti di nuovo solo adesso.
Non ci posso credere: 7 preferiti e 7 recensioni già al primo capitolo non me li sarei mai aspettati!

Alohomora (Grazie ancora per avere recensito i primi capitoli del Diario! In effetti, a quanto ne so, Silente aveva già passato il secolo quando Harry è arrivato a Hogwarts...anche a me sembra strano, ma mi pare di ricordare che la Rowling lo avesse accennato! Hai proprio ragione, il povero Regulus meritava di essere un po' felice nella sua breve vita)
Pepesale (sono contenta di averti sollevato il morale durante una brutta giornata! Sarò bene felice di rispondere alle tue domande! A presto)
Hermione Jean Granger (grazie, Sirius ha già fatto la sua plateale comparsa, come da copione, eheh!)
Pan_Tere94 (sono commossa per i tuoi complimenti! Comunque anche tu sei tra i miei autori preferiti, la tua raccolta di drabble su Draco è fantastica!)
Pervinca Potter 97 (non vedo l'ora di vedere la tua nuova creazione su Regulus!)
Azah Black (è proprio vero, Regulus rappresenta il lato oscuro di Sirius e visto che il lato oscuro mi attira parecchio, non posso che preferirlo al fratello maggiore! XD)
draco92 (ecco qua il nuovo capitolo, spero che non ti deluda!)

  
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