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Autore: EcateC    13/01/2016    3 recensioni
Tom Riddle è il classico uomo che piace alle donne. È bello, è carismatico e sa di potere, all'apparenza non potrebbe essere più perfetto. Ma attenzione però, il serpente più velenoso si nasconde proprio tra i fiori più belli. L'hanno imparato a loro spese sette protagoniste, alcune innocenti e altre colpevoli, rappresentanti ognuna una qualità importante per lo stesso Tom.
Se volete scoprire chi sono, e soprattutto se volete sapere chi è la sua preferita, questa storia fa al caso vostro.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Tom O. Riddle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Malandrini/I guerra magica
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Non morire mai, Tom Riddle.


 

 

Helena Corvonero stava rivivendo lo stesso incubo di quasi un millennio fa.

Uno studente aveva riaperto la Camera dei Segreti, proprio come aveva predetto a sua madre quel serpente a sonagli di Salazar.

Ricordava ancora le sue parole minacciose, quel cipiglio austero e sicuro di sé, beffardo nel suo essere crudele. Oramai erano passati talmente tanti anni, talmente tanti secoli, che Helena aveva dimenticato quel vaticinio, non credeva più che si potesse avverare. Dopo la fuga di Serpeverde ci fu in merito un grande allarmismo, gli studenti venivano sottoposti a svariati controlli, si chiamavano spesso i Maghi della Luce a perlustrare la scuola e a perquisire i ragazzi e molte volte il tutto sfociava in punizioni corporali e in vere e proprie torture, ma in compenso nulla era lasciato al caso, tutto era controllato. Peccato che già dal XII secolo questo clima di prevenzione sparì, e Hogwarts fu ritenuta, a torto o a ragione, la fortezza più sicura dello stato.

Oggi, la scuola pareva aver trovato il suo aggressore, un ragazzone alto e tenero, figlio di Godric e ineluttabilmente incapace di fare del male a qualcuno. Quando Helena l'aveva saputo quasi era quasi scoppiata a ridere, la prima volta dopo circa un millennio.

Non era stato lui ad aprire la Camera, Helena ne era più che sicura, però si sa che la parola dei fantasmi vale ben poco, nessuno l'ascoltò né tanto meno si degnò di chiedere il suo parere. E fu una cosa davvero stupida, chi meglio dei fantasmi antichi, che avevano assistito in prima persona all'origine dei fatti, poteva essere utile in questi casi? Ma né lei, né quella bestia del Barone Sanguinario, furono in alcun modo interpellati, e a causa di ciò oggi Hogwarts contava un fantasma in più e uno studente in meno.

-Povera bambina- si diceva la Corvonero -Quanti ne dovranno morire, oltre a lei?-

In effetti il pessimismo di Helena era giustificato, perché quel giovane Salazar vagava indisturbato in ogni angolo del castello, e poteva essere ovunque.

-Ciao-

Helena si eclissò istantaneamente.

-Non avere paura, non voglio farti del male-

La voce discreta di un ragazzo alto echeggiò armoniosa nell'aula variopinta di Divinazione. A Helena piaceva molto rintanarsi lì, quando veniva sera la torre di Divinazione diventava praticamente deserta, remota nel suo essere distante e priva di attrattive per i giovani della scuola. A differenza di molti altri fantasmi, infatti, lei non amava gli studenti ed evitava qualsiasi contatto con loro. Solo pochissimi avevano il privilegio di parlare con lei, ed erano tutti della sua Casa.

O, almeno, così era successo fino ad ora...

-Io non ho paura- gli rispose torva, mantenendo la sua invisibilità -Tu dovresti averne, figlio di Salazar, Hogwarts non è più un posto sicuro-

-Perché dici così?- le sorrise Tom Riddle, con gli occhi rivolti al soffitto -Al mondo non c'è posto più sicuro di Hogwarts, tu che sei qui da tanto tempo dovresti saperlo meglio di me-

Helena lo guardava dall'alto, malgrado si fosse resa invisibile si era comunque nascosta dietro a una trave di legno. Se ne sarebbe andata volentieri, ma c'era qualcosa in lui che l'attirava, le sembrava di averlo già visto da qualche parte.

-Era un posto sicuro, ma a causa della tracotanza della tua Casa non lo è più- gli disse con tono risentito -Voi tutti siete stati la rovina di Hogwarts, figli di Salazar, e io mi rifiuto di parlare con voi-

-Rovina... Che parolone- scherzò Tom, mentre scrutava il soffitto nella speranza di vederla -Se ti riferisci a quelle voci, sappi che sono tutte false, l'Erede non ha mai aperto la Camera, e la ragazza non è morta per colpa sua-

-Myrtle era mia amica- rimbeccò Helena -Tu stai disonorando la sua memoria!-

-Era anche amica mia... Stava per diventare la mia ragazza, se è per questo-

Lo stupore di Helena fu tanto che senza rendersene conto tornò visibile per una frazione di secondo. Tom la vide e sorrise.

-Ah, eccoti finalmente- le disse allegramente -Dai, Dama Grigia, scendi giù, mi sento stupido a parlare con il vuoto-

-Io non rispondo a quel nome!- gridò offesa e imbarazzata, pur nascondendosi meglio dietro la volta millenaria -Quello non è il mio nome!-

-Allora dimmi come ti chiami-

Lei esitò, presa in contro piede. Nessun Serpeverde le aveva mai chiesto come si chiamava, prima d'ora.

-Helena- gli rispose incerta, carica di timidezza -Helena Corvonero è il mio nome-

-Helena- ripeté il giovane, con voce armoniosa -Un nome bellissimo. Io sono Tom-

Il fantasma non disse niente, rimase fermo, in attesa.

-È stato un piacere conoscerti, Helena- continuò Riddle -Ora devo andare, ma se domani torno, mi prometti che ti farai vedere?-

-Perché ci tieni tanto a vedermi?-

-Perché sento il bisogno di confidarti un segreto, e mi piacerebbe farlo senza guardare per aria-

Helena sgranò gli occhi e osservò sbalordita quello strano ragazzo andarsene via.

Un segreto? Da un Prefetto Serpeverde!? Cosa poteva essere? Nessuno le aveva mai confidato un segreto da... Da sempre, ai fantasmi non si confidano i segreti, che follia. Era una situazione completamente nuova per lei, è un'ondata di entusiasmo misto ad eccitazione la travolse in un sol minuto.

Fu talmente curiosa di sapere cosa fosse, che la sera seguente si ripresentò puntuale ma pur sempre invisibile, nella speranza che quel Tom avesse mantenuto la parola data.

E infatti, incredibilmente, il fantasma lo vide arrivare. Tom entrò nell'aula con passi felpati; a differenza della sera prima, aveva i capelli umidi e spettinati, come se fosse appena uscito dalla doccia. Inoltre, senza la divisa verde argento che svettava, aveva un'aria molto più rassicurante, sembrava uno studente normale, non uno di Serpeverde.

-Helena?-

Lei certo non si fece aspettare. Gli apparì alle spalle, con un'espressione carica di curiosità, pronta a sentirsi rivelare quel benedetto segreto che l'aveva tormentata nelle ultime ventiquattro ore. Helena infatti è sempre stata molto curiosa, oltre che un po' invidiosa. Fu proprio la combinazione di questi due elementi che la spinsero ad acciuffare il prezioso Diadema, tanti secoli prima.

-Sei molto bella...-

-Qual è il segreto che devi dirmi?-

Tom le sorrise, sornione -Quanta fretta... Se te lo dico, prometti che non scapperai via?-

Helena promise ma non mantenne la parola: Appena Riddle le rivelò di essere lui il temuto Erede di Serpeverde, lei dovette fuggire via, in preda a un'angoscia senza precedenti.

Buffo pensare che i fantasmi abbiano paura, quando loro nel mondo babbano ne sono il simbolo per antonomasia. Ma quella volta, il timore dei ricordi passati non fu sufficiente per impedire ad Helena di fare ritorno da quel ragazzo, di conoscerlo, di vederlo. L'idea che l'Erede di Salazar Serpeverde, il suo antico e temibile maestro di pozioni, fosse lì davanti a lei, vivo e vegeto, le faceva affiorare sentimenti contrastanti, di paura e conforto, mai provati prima. Le sembrava di non essere morta da così tanto tempo, né il mondo le appariva più così estraneo e diverso da quello in cui era vissuta lei.

Soprattutto, quando trovava in Tom qualche traccia sbiadita del suo antico maestro, le pareva di tornare indietro nel passato, di rivedere Serpeverde in persona e tutti gli altri conoscenti, amici e nemici, che avevano animato la sua vita. In poche parole, le pareva di tornare viva.

 

-Noi siamo due eredi, Helena, siamo simili- le diceva durante le vacanze di Natale, quando la scuola era pressoché vuota -Tu sei l'unica che può capirmi, l'unica di cui io mi fida. Esiste forse qualcuno più simile a noi?-

 

Helena convenne di no.

Così nacque una stranissima amicizia, fatta di dialoghi, ricordi e uscite notturne. Tom le chiedeva sempre di parlargli dei fondatori, del loro carattere, dei loro gusti e perfino dei loro poteri, e in particolar modo le chiedeva di parlare del suo antenato. Riddle voleva sapere proprio ogni minimo dettaglio che lo riguardasse, le chiedeva quanto fosse forte, cosa sapesse fare, che livello di cultura avesse, i gusti, la bacchetta e altri particolari che, a dire il vero, il fantasma non poteva sapere... O non ricordava.

Il ragazzo scoprì però tantissime cose interessanti, ad esempio che la Hogwarts delle origini era dispensata dall'insegnamento di molte materie che lui riteneva stupide, come 'Volo' e 'Cura delle creature magiche', che lo studio dell'erbologia era riservato alle ragazze e che infine il rapporto conflittuale tra Serpeverde e Grifondoro si era manifestato fin dall'inizio, in quanto il primo voleva inserire tra le materie lo studio del latino, mentre il secondo l'arte della scherma e delle armi magiche.

-Che razza di zotico- si lasciò sfuggire Tom, disgustato -È ovvio che il latino è più importante, gli incantesimi hanno formule latine, i libri di alta magia sono scritti in latino, molti addirittura in greco antico. Come credeva di poter fare quel becero idiota?-

-Beh, Grifondoro proponeva la traduzione integrale di tutti i libri di magia- tentò Helena, stupita ma profondamente divertita -In modo da renderli accessibili a chiunque-

-Cosa mi tocca sentire, il volgare per i testi di magia, che scempio- le rispose Riddle, tragico -Appena diventerò io il preside, sistemerò tutto. Cinque belle ore di latino alla settimana, magari al posto di quella pagliacciata del Quidditch, e vedrai che gli studenti impareranno ad usare la bacchetta come si deve-

-Sei ambizioso, Tom Riddle. Aspiri a diventare preside di Hogwarts?- gli domandò amichevolmente, un po' perplessa.

-In realtà aspiro a molte cose. Anche a far tornare in vita le belle ragazze fantasma, per esempio-

Se fosse stata viva, la Corvonero sarebbe arrossita.

In effetti erano numerose le volte in cui lei si imbarazzava o si sentiva adulata da lui, che era davvero uno strano soggetto. Condivideva tutte le idee di Salazar Serpeverde, ma non sembrava per nulla ingiusto o prepotente come lo era lui.

Anche se, in realtà, Helena non aveva molti termini di giudizio, dato che tra i due parlava praticamente solo lei. Tom preferiva ascoltare, si esprimeva raramente e solo quando non riusciva a star zitto.

 

 

-Se avessi visto che belle feste c'erano!- gli disse Helena un mese dopo, presa dall'entusiasmo dei ricordi -C'erano tantissimi balli, le cetre e le arpe suonavano da sole e il cappello di sir Godric cantava e ci faceva ballare tutti insieme!-

-Non mi piacciono i balli- le disse Riddle con voce atona, mentre guardava con noia la figura argentea che svolazzava divertita da un muro all'altro.

Helena si fermò per sorridergli.

-Neanche a Salazar piacevano- gli disse -Era peggio di un orso, si chiudeva nei sotterranei e non c'era verso di farlo uscire. Solo mia madre riusciva a convincerlo, qualche volta-

-Non stento a crederci- le rispose Tom con un sorriso malizioso, che lei fece finta di non vedere.

-Peccato che tu non ci sia stato- gli confidò con gli occhi bassi -Saresti stato bene insieme a noi-

-Serpeverde mi avrebbe apprezzato?- le domandò a brucia pelo, ma Helena esitò prima di rispondere.

-Immagino di sì- gli rispose poco convinta -Per lui certe cose erano imprescindibili, chi non aveva origini magiche faceva meglio a stargli lontano... Ma con te credo che avrebbe fatto un'eccezione-

Tom annuì senza aggiungere altro, ed Helena colse nel suo sguardo assorto una vaga sfumatura di tristezza.

-Tu me lo ricordi- aggiunse dolcemente -Con qualche accortezza gli diverresti uguale. Dovresti farti crescere la barba e metterti al collo un bel medaglione, Salazar il suo lo portava sempre. E poi se trovi un paio di serpenti che ti seguano ovunque, allora sarebbe...-

-Medaglione?- la interruppe Tom malamente, come se si fosse riscosso all'improvviso -Serpeverde aveva un medaglione?-

-Sì, forse non te l'ho detto, tutti i fondatori avevano un proprio oggetto di rappresentanza, un cimelio a cui tenevano particolarmente-

-Davvero?-

Helena se ne compiacque, Tom aveva rizzato la schiena e la guardava con gli occhi che sfavillavano dalla curiosità. Nessuno aveva mai dimostrato tanto interesse per quello che diceva come Tom Riddle.

-Serpeverde aveva un medaglione- cominciò ad elencare -Sir Godric una spada lunga e affilata, è sempre stato un cavaliere molto belligerante a dire il vero, mia madre diceva sempre...-

-E poi?- le interruppe per la seconda volta, scocciato -Le donne che oggetti avevano!?-

-Oh... Ehm, donna Tosca una coppa da vino e mia madre...- Helena esitò, l'antico dolore la fece calare a terra senza che se ne rendesse conto -Mia madre...-

-Tua madre, Helena?- la imboccò lui, dolcemente -Su, non essere timida-

-Mia madre aveva un bellissimo Diadema con tanti topazi sul davanti-

Dirlo ad alta voce le rievocò tantissimi ricordi dolorosi: rivide come in un filmato la storia della sua morte, dalla fuga in Albania al piccone del Barone Sanguinario piantato dietro la sua schiena, ma Riddle parve ignorare del tutto il suo turbamento. Si era alzato in piedi con una mano stretta nei capelli, perso nei suoi pensieri, ma, a differenza di Helena, nelle sue labbra sottili aleggiava un sorriso entusiasta.

-Okey- disse più a se stesso che alla strega -Okey, fammi riprendere fiato- ridacchiò divertito, mentre Helena lo guardava interrogativa -Ho già detto che adoro parlare con te, Helena? Ma, senti una cosa, non è che puoi farmi vedere questo diadema?-

Il fantasma scosse subito la testa -È perduto- gli disse con aria solenne -Nessuno sa dove si trovi-

-Vorresti dire, nessuno tranne te-

-No, neanche io lo so...- mentì il fantasma, evitando accuratamente il suo sguardo.

-Guardami negli occhi e dimmi espressamente che non lo sai-

Helena ne rimase spiazzata. Il volto di Tom era rigido, gli occhi duri e semi chiusi erano fissi su di lei, mentre le labbra sottili erano così serrate da provocare un rigonfiamento nel mento. Non scherzava, era serio.

-Ribadisco che non so dove sia- balbettò imbarazzata -Ti ho detto che è perduto...-

Tom esitò prima di ribattere. Continuò a fissarla per un'altra manciata di secondi, e poi sbottò.

-Sei una sporca bugiarda- sentenziò sicuro, con i capelli simili a ragnatele sulle sopracciglia folte e corrugate -Credevo che avessi maturato una certa esperienza in queste cose, è da stupidi mentire a chi studia la Legilimanzia, non ti pare?-

-Sei un Legilimens?- gli domandò incredula, ricordandosi immediatamente che lo era anche Salazar.

-Non ancora, ma lo diventerò presto- le rispose a denti stretti -Ora però sono già in grado di riconoscere le menzogne e tu, Helena, mi hai mentito spudoratamente-

Il fantasma non sapeva cosa dire. Era vero, gli aveva mentito, ma l'aveva fatto per una buona causa.

-Io mi fidavo di te. Credevo che fossimo amici...-

-Ma noi siamo amici!- gli rispose lei sconvolta, temendo di perdere quell'unico amico e fonte di sfogo che le rimaneva.

-Non mi pare proprio, non sei sincera- il tono di Riddle era diplomatico, per nulla scosso dal dispiacere.

-Non potevo esserlo...- ammise Helena, accorata -Non essere arrabbiato con me, Tom Riddle, per piacere-

-E perché non potevi essere sincera?-

-Perché... Perché il Diadema è magico- gli confessò addolorata, ma Tom si limitò ad alzare le sopracciglia, freddo e perplesso al tempo stesso.

-Tutti gli oggetti dei fondatori avevano dei poteri magici, particolari- cominciò Helena -Solo i rispettivi proprietari sapevano qual era la natura di quei poteri, nessun altro...-

-Nessun altro tranne te- l'anticipò Tom, ed Helena annuì.

-Mia madre mi disse solo del Diadema, ero l'unica a cui l'avesse confessato-

-Naturalmente. Vai pure avanti-

-Ecco... Io glielo portai via, volevo che fosse mio, lo bramavo con tutta me stessa, ed ho infine ceduto alla tentazione-

Si vergognò subito di quelle parole, ma ciò che le fece Tom la sorprese. Le porse la sua mano pallida e affusolata, con un sorriso dolce come il miele. Helena cercò subito di afferrarla, ma la sua consistenza aeriforme non le permise altro che trapassarla. Avrebbe voluto stringerla forte, avrebbe voluto stringere lui forte, ma tutto quello che ottenne fu procurargli la pelle d'oca.

-Scusami, sono aria fredda-

-L'aria è l'elemento più forte e invincibile che ci sia- le disse con voce calda, liquida -Tra tutti è quello che preferisco-

Helena allora fu presa da una voglia indicibile, ed entrò dentro di lui. Lo trapassò interamente, con calma e attenzione, per poterlo sentire, anche se era impossibile per lei sentire, però voleva almeno provarci, e per un momento ci riuscì. Percepì il calore del suo corpo umano, colse il respiro caldo dalle sue labbra e i meravigliosi battiti del suo cuore. Talmente tanto bene, che quasi le parve di vedere quel cuore rosso che batteva regolare, e il sangue che fluiva e ogni atomo e fibra del suo corpo maschile e pieno di vita...

-Mi dispiace, Tom Riddle, non volevo- si scusò mortificata, uscendogli direttamente dalla schiena -Non so cosa mi sia preso...-

In realtà lo sapeva eccome. Sarebbe rimasta a godere di lui per un giorno intero, ma sapeva quanto fosse orribile per i vivi essere trapassati, e l'ultima cosa che voleva era contrariarlo.

-Dov'è il diadema?- le chiese perentorio, con la voce resa roca per il freddo.

-In Albania-

-In Albania- ripeté il ragazzo, concentrato -Non è il luogo del tuo decesso?-

-Sì, si trova nel punto in cui sono morta-

-Perfetto. Tranquilla, Helena, non voglio sapere altro- finse di rincuorarla, dolcemente.

 

Il Barone Sanguinario mi dirà il resto.

 

 

 

 

 

Note

Ciao a tutti! Questo capitolo è stato difficilotto, e ammetto che non ne sono del tutto soddisfatta. Inizialmente la “Vita” doveva appartenere a Nagini per il fatto che l'avesse mantenuto vivo durante l'infanzia di Harry [ok, un piccolo spoiler ;) ], ma poi ho ritenuto che nessuno come Helena Corvonero potesse essere attaccata a doppio filo alla vita. Ho immaginato che Tom si fosse avvicinato a lei senza sapere del Diadema e degli altri oggetti dei fondatori, ma solo per ricevere informazioni in merito al modus operandi di Salazar, che per me era considerato da Riddle come un vero e proprio mito (e qui emerge tutto il suo essere sedicenne, il Voldemort adulto non l'avrebbe mai fatto). Il momento del 'trapasso' è intenzionalmente equivoco. Fate pure due più due.

A presto! :)

   
 
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