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Autore: emmeypsilon    20/01/2016    2 recensioni
Una larga dinastia di mezzosangue decide di vendicarsi con la famiglia dei Malfoy.
Tale vendetta porta il nome di Nemesi, figlia del giovane purosangue Draco.
Quale sarà la reazione del nostro mago?
Sarà in grado di adempire al suo nuovo ruolo di padre?
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Fissai incantato il sorriso di Hermione, osservai le sue labbra muoversi e per un momento le immaginai a baciarmi il corpo. Spostai l’attenzione sui suoi capelli morbidi, lunghi e voluminosi, non di certo come era solita portarli durante gli anni di Hogwarts. Le sue mani afferrarono le mie, dita sottili e lisce come la seta, ricordai come la sera prima massaggiavano la mia schiena dopo una lunga giornata di lavoro.
Slanciata e sensuale si sollevò dal divano, dirigendosi verso la cucina.
“Draco?”
Il suono della sua voce mi riportò alla realtà.
Quello era il mio giorno di festa e avevo deciso di trascorrerlo oziando sul divano. Nudo. Con Hermione.

“I preparativi vanno bene comunque, grazie per averlo chiesto.”
“I preparativi per cosa?”
Anch’io mi sollevai dalla poltrona per dirigermi verso la cucina. Le afferrai i fianchi da dietro cominciando a baciarle il collo.
“Per la festa di Nemesi, sabato compirà cinque anni”

Oh già, la festa di Nemesi. Aveva insistito così tanto per invitare i suoi amici a casa che Hermione ed io proprio non eravamo stati capaci di dirle di ‘no’.
Hermione passava, ormai da mesi, gran parte del tempo con noi. Ci separavamo solo durante la cena del venerdì sera quando ero costretto a recarmi al Manor.
La novità più allettante di quei mesi era che, legalmente ed effettivamente, Hermione era diventata la madre di mia figlia. Avevo preso quella decisione circa cinque mesi prima quando, durante un colloquio a scuola, fecero i complimenti ad Hermione per i progressi di ‘sua’ figlia e il pomeriggio successivo Nemesi si era fatto scappare un ‘mamma’.
Hermione portava gli occhi a cuoricino da quel momento lì e non li aveva tolti più.
Nonostante ciò era del tutto ostile, rifiutava continuamente di accompagnarci dai miei.
Come darle torto d’altronde? Lì era stata torturata nelle maniere più crudeli ed io.. io non ero stato capace di difenderla, di oppormi.

“Lo sai che verranno anche i suoi nonni, no?”
Le chiesi con tono evidente, per poi continuare.
“Stavo per lanciargli una fattura perché erano ostinati nell’organizzare loro la festa, al Manor. Ma poi gli ho detto che nessun genitore porterebbe suo figlio di cinque anni lì dentro e..”
Sollevai le spalle prima di far caso al suo sguardo. La strinsi più forte come a dirle che ci sarei stato io con lei.
“Allora penso che dovrò conoscerli. Conoscerli meglio, intendo. Sono pur sempre i nonni di..”
“Di tua figlia. E poi sono i miei genitori, senza di loro io non sarei qui.”
Le sorrisi e la baciai.

Non fu affatto difficile riportarla a letto, era molto stanca nonostante fossero le undici del mattino.
“È questo il punto?”
“Mm si Draco, massaggia dolcemente”
Ero seduto a cavalcioni sul suo culo, intendo a scioglierle i nodi di nervi dietro la schiena. Dovevo ricambiare il favore d’altronde.
Massaggiai come mi era stato ordinato per più di dieci minuti, dopodiché ripresi a baciarle il corpo. Ogni volta era come la prima volta.
La raggiunsi con la schiena sulle lenzuola e la fissai negli occhi, in attesa di un consenso che non tardò ad arrivare.
Ero un gentiluomo.
Fu lei a prendere l’iniziativa e la cosa non mi meravigliò, entrambi stavamo scoprendo nuovi lati del carattere dell’altro. Lati che probabilmente non avevamo mai mostrato a nessuno e le ero grato, le ero davvero grato per quello che stava facendo.
Mi rendeva migliore ogni giorno di più, facendomi notare le piccole soddisfazioni della vita che prima ero solito ignorare, rendendomi partecipe dei suoi successi e delle sue delusioni, condividendo insieme i pasti, il lavoro, il letto. Eravamo una famiglia.

Salii nuovamente a cavalcioni sul suo corpo, ma stavolta il viso di Hermione era rivolto verso il mio. Incrociai le mie dita alle sue in un legame indissolubile che, almeno per quel momento, non ero intento a sciogliere.
Le tenni stretta la mano mentre, sentendola ansimare, le entrai dentro cominciando a muovermi simultaneamente non i nostri battiti cardiaci. Noi due e l’amore.


Arrivammo fuori scuola alle 16 in punto con la mia seconda bambina, la mia Porsche panamera. (L’ultima novità della settimana).
Sfilai gli occhiali da sole infilandoli appena sopra il bottone della camicia e corsi dal lato opposto dell’auto per far scendere Hermione.
Una donna dai lunghi capelli mossi osservava i bambini giocare. Notai subito un che di familiare nel suo profilo, ma non fui in grado di vedere altro perché dopo pochi secondi corse via verso la direzione opposta alla nostra.
Non ci pensai più di tanto e feci segno a Nem del nostro arrivo, sperando si muovesse o avrei corso il rischio di incontrare la grande cicciona rompipalle.
Così rompipalle che Hermione prese gentilmente l’incarico di occuparsi della vita scolastica di Nem, evitando che io commettessi un suicidio.
Quando ci vide cominciò a correre goffamente nella nostra direzione con lo zainetto in spalla e ci salutò entrambi con un bacio umidiccio prima di prendere le nostre mani.
Hermione ci mise poco e legarla al seggiolone sui sedili posteriori, a quanto pare quello stupido coso era obbligatorio per i babbani su vetture come la mia e con bambini a bordo. Non ci avevo capito nulla dalle istruzioni sul montaggio, per fortuna avevo Hermione che, prontamente, aveva risolto la situazione prima che lo bombardassi.
“Com’è andata a scuola? Hai mangiato?”
“Rufus non viene al mio compleanno mamma”
Rufus, il maledetto figlio di Astoria.
“Oh e perché?”
Hermione mi parve più triste della bambina. Possibile che la toccassero così tanto cose del genere?
“Dice che non dovevo esistere quindi non è giusto fare una festa per il mio compleanno”
“Che serpi questi bambini, non credere a niente amore. Hai tutto il diritto di festeggiare, cinque anni non si compiono mica tutti i giorni! Parlerò con la sua mamma, va bene?”
Sorrisi e portai lo sguardo sulla mia compagna.
“La madre di Rufus è Astoria, forse è meglio che ci parli io.”
La vidi aggrottare la fronte voltando il capo nella mia direzione.
“Un motivo in più per annodarle la bacchetta, per Merlino. Si può essere più cattivi di così?”


Oh si, io lo ero stato. Portavo questa croce con me da troppo tempo e tentavo di cancellarla ogni giorno. Vedevo sbiadire mano a mano l’idea di me con un drink in mano, già tutto ubriaco alle otto di sera e del tutto ignorante alla presenza di mia figlia in casa.
Mia figlia. Ringraziavo il cielo che mi fosse capitata una bambina del genere, accomodante e dolce, che non portasse rancore per tutte le mancanze che le avevo fatto subire.
Perché potevo capire benissimo quanto fosse brutta la noncuranza dei genitori, ma io avevo commesso una cosa ben peggiore. L’avevo incolpata, offesa, ripudiata, odiata. Anche se non direttamente, le avevo trasmesso tutto questo e lei aveva solo me. Il suo “papà”.
Ma poi te ne rendi conto.. ti rendi conto che nonostante le preoccupazioni, la febbre, i capricci e i pasti difficili, non c’è niente di lontanamente più appagante.
Dio, quanto ero stato stupido a non capirlo prima, speravo solo che Nemesi dimenticasse quello che ero stato.
Subito dopo cena mi gettai sul divano, accendendo la tv. Stavano trasmettendo un programma di cucina a cui non dedicai particolare attenzione. Avevo bisogno di parlarne con Hermione, lei doveva sapere.
“C’è qualcosa che non va? Ti sento un po’.. distante. Sei preoccupato?”
Mi allungò il solito bicchiere di Whisky e la osservai sedersi accanto a me e afferrarmi la mano libera.
Annuii. “Oggi è la giornata del ‘me ne pento’.”
Mi sorrise, come se sapesse perfettamente di cosa stessi parlando e questo mi incoraggiò a continuare.
“Mi pento di essere stato un ragazzino così crudele, proprio come Rufus. Mi pento di averti odiata ad Hogwarts, di essere stato un cattivo figlio e un pessimo padre, mi pento soprattutto di quest’ultima.”
Hermione poggiò la testa sulle mie gambe, lasciando che le accarezzassi i capelli.
Dopo pochi minuti ripresi a parlare.
“Ho lasciato che a prendersi cura dei suoi bisogni primari fossero gli elfi, mentre per tutto il resto c’erano i miei genitori. Volevo escludermi completamente da qualcosa che non sentivo mio ma se solo ci avessi provato.. io..”
Sospirai.
“Avrei senza dubbio cambiato idea”
Cominciai a parlare a raffica, le raccontai tutto.
Le raccontai della mia esperienza in Italia, di come l’avevo presentata ai miei genitori e degli anni successivi. Le raccontai di come ignoravo le sue richieste e le sue domande curiose sul mondo, lasciando che cominciasse ad ignorarmi anche lei.
Quella volta in cui Narcissa dovette portarla al ministero per intestarle una parte del MIO patrimonio e di come mi arrabbiai quando la vidi, a soli due anni, circondata dai giornalisti.

“È vero quello ha detto Rufus” Conclusi, bevendo l’ultimo sorso del mio terzo bicchiere.
Hermione a quel punto mi fissò negli occhi ed ebbi seriamente paura che mi mollasse in seduta stante.
“Ma tu non sei più quella persona, il piccolo Rufus che è in te ora è andato via. Pensa all’amore che consumiamo ogni notte..”
Prese ad accarezzarmi i capelli.
“Eppure sono una mezzosangue. Pensa alle cene che rispettosamente, come un bravo figlio, dedichi ai tuoi genitori. E pensa a Nem, che ti chiede se è carina ogni giorno, che ti chiama nel sonno e che, volente o nolente, ti molla un sacco di baci prima di dormire. Draco, io ti amo per quel che sei ora.”
Sbarrai gli occhi, non potevo crederci. La Granger mi amava.
E cosa avrei dovuto fare adesso?
Dirle che l’amavo anche io?
O ignorare le sue parole e ringraziarla per la bella confidenza?
Nel dubbio, cominciai a baciarla. Lentamente la tirai a me, cominciando a sbottonarle la camicia.
Lasciai che la gonna scivolasse ai suoi piedi, continuando a massaggiarle il corpo.
Mi sedetti sul divano lasciando che facesse lo stesso con me e, quando fui completamente nudo, si sedette a cavalcioni sulle mie gambe.
Con entrambe le mani le afferrai il girovita stretto, aiutandola nei movimenti. Ma non un solo secondo staccai le mie labbra dalle sue.
“Hermione?”
“Mmh?”
Ti amo”.
 
 
Il quinto compleanno di Nem arrivò prima del previsto. Aveva insistito e battibeccato una giornata intera con Hermione per indossare il suo vestito tutto nero.
“Dovresti mettere qualcosa di colorato e felice, perché proprio il nero?” Le chiedeva esasperata Hermione, ma non ci fu verso di convincerla.
I primi ad arrivare furono proprio i coniugi Potter con James e il suo fratellino di appena qualche mese, Albus. Hermione correva qua e là con vassoi colmi di cibo tra le mani ed il suo vestito rosa attillato che sembrava alzarsi sempre più ad ogni passo.
“Attenta al vestitino Granger, non vorrei che qualcuno ti veda le mutandine.”
Le riferii più serio possibile, e mi sorrise di tutta risposta.
Mano a mano l’attico si riempì di bambini, alcuni di loro senza alcun controllo con i poteri magici, ragion per cui ero accovacciato a quattro zampe sul pavimento a raccogliere i cocci di un vaso. Il mio vaso. Il mio vaso fatto a mano di oltre un secolo dal grande valore.

“papà?”
“Dimmi tesoro”
Fui avvolto dalle sue braccia esili.
“Questo è il più bellissimo compleanno del mondo perché sei qui con me e ho anche una mamma”
Mi stavo davvero commuovendo?
Le accarezzai il capo e proprio in quel momento bussarono al citofono, mancavano solo i miei genitori quindi fu una vera sorpresa quando, nel spalancare la porta di casa, mi accorsi che non erano loro.
Joanne?”





 
  Note dell'autrice: Mi scuso della poca constanza avuta, ma come potrete notare sto cercando di recuperare nella pubblicazione. Cosa ne pensate dell'entrata di Joanne e soprattutto cosa credete che voglia? Accetto consigli e critiche! Al prossimo capitolo, baci!
Ps. ecco una foto di Nemesi al suo compleanno:
  
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