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Autore: Phoenix Mars Lander    30/01/2016    3 recensioni
Da quando si è trasferito nel suo Bilocale A Prova Di Studente Universitario, Harry Styles non ha dato molto peso al muro decisamente poco spesso che separa il proprio appartamento da quello accanto.
Comincia a rendersene conto in modo alquanto brusco quando la sua vicina di casa muore, portandosi via con sé i pettegolezzi del tè delle cinque e lasciando al proprio posto la presenza ingombrante di Louis Tomlinson, un ragazzo che organizza troppe feste con tanto di musica troppo alta, canta a squarciagola sotto la doccia, si sveglia troppo tardi e ha il pessimo vizio di fumare sui gerani di Harry.
(Ovviamente Larry.
Il rating potrebbe cambiare nei prossimi capitoli.)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Terzo capitolo
The moon under water









«Okay, questa cosa sta diventando decisamente troppo inquietante.»
Zayn si limitò ad inarcare un sopracciglio, brandendo un mestolo in una mano e un cucchiaio di legno nell'altra.
«Potreste almeno mettere via quelle armi?»
Liam roteò gli occhi, alzandosi dal divano per riporre le stoviglie che lui e Zayn avevano trovato sparpagliate per caso insieme al resto del casino.
«Sono stoviglie, per tua informazione» precisò. «E servono per cucinare. Ricordami com'è che sopravvivi da solo?»
Louis incrociò le braccia al petto e mise il broncio. 
«Sopravvivo benissimo, grazie tante. Soprattutto quando due psicopatici non mi fanno l'interrogatorio minacciandomi con armi improprie
Liam e Zayn sbuffarono all'unisono.
«Permetti che abbiamo un paio di dubbi se vediamo Mr Odio Harry Styles E Fumerò Sui Suoi Gerani twittare qualcosa di quasi carino sul suddetto ragazzo?»
Louis rimase a fissarli con le sopracciglia aggrottate per un minuto buono, prima di chiedere, con voce grave, «che ne sapete che non mi stavo riferendo a Reginald Parsons?»
Nella stanza calò il silenzio.
Louis poteva quasi sentire i pensieri degli altri due - che oscillavano tra Dov'è il manicomio più vicino? e Styles l'ha lobotomizzato? - e si trattenne dallo scoppiare a ridere.
«Reginald Parsons» ripeté Liam dopo un lasso di tempo esagerato, come se avesse finalmente trovato risposta a tutte le sue domande.
Louis sorrise sotto i baffi.
Magari era la volta buona che si sarebbe deciso a portarsi Zayn a letto. E tutto grazie a Reginald Parsons.
Si ripromise di lasciargli dei fiori sul pianerottolo.
«Penseremo più tardi al tuo nuovo amico immaginario» decretò infine Liam, lasciando Louis a bocca aperta, punto sul vivo e oltraggiato.
Non si scherza su Reginald Parsons.
Gli avrebbe lasciato cento rose rosse sul pianerottolo.
«Ora, perché non ci dici cosa c'è tra te e Styles?»
«Possiamo fare da testimoni?» s'intromise Zayn con nonchalance.
«Vostro figlio si chiamerà Conchobar, vero?"
Liam si guadagnò un'occhiata basita da entrambi i ragazzi.
«Figlio?» chiese Louis mentre Zayn esclamava «Conchobar!? Come puoi chiamare un bambino Conchobar?»
«È un nome bellissimo» rincarò Liam, ignorando Louis. «E penso che si pronunci Connor.»
«È un nome pessimo» commentò Zayn con una smorfia.
«Magari Harry ha un cugino di nome Conchobar a cui tiene particolar-»
«Woah woah frenate» li interruppe Louis infilandosi fra i due, i palmi piantati sui loro toraci.
«Abbiamo capito che quando verrà il tempo dell'adozione per voi due dovrete divorziare temporaneamente - Zayn e Liam sbuffarono in sincrono - ma io e Styles non stiamo insieme, chiaro? Siamo solo amici.»
Entrambi inarcarono un sopracciglio, per nulla convinti.
«Amici?»
«Neanche quello, probabilmente» precisò Louis. «Siamo nemici con una tregua, più o meno. Almeno finché Styles non mi ucciderà per poi nascondere il mio cadavere fra i suoi fiorellini e mangiarmi prima dell'Apple pie.»
«...okay.»
Louis era sicuro che Zayn stesse controllando proprio in quel momento l'itinerario per l'istituto mentale più vicino su Google Maps.
Chissà se ci sarebbe stata la sua foto, nella versione street view del duemilatrenta.
Una bellissima immagine di Louis Tomlinson che viene strattonato mentre blatera cose sui gerani del suo vicino di casa e un certo Reginald Parsons.
Si riscosse da quella preview indesiderata della sua vita e tornò a concentrarsi sulle espressioni inquietate di Zayn e Liam.
«Adesso potete mettere via gli inviti al nostro matrimonio. O usarli per il vostro.»
Gli altri rimasero a guardarlo sbigottiti per un attimo e poi si arresero in due sospiri rassegnati assolutamente identici.
O, almeno, si arresero per circa due secondi e mezzo.
Poi Liam lanciò il contrattacco, così dal nulla, a tradimento, e Louis si ripromise che l'avrebbe strozzato nel sonno, un giorno o l'altro.
E avrebbe scavalcato il suo cadavere con tutti i suoi appunti di chimica organica in mano.
«Visto che siete solo nemici con una tregua non ti dispiacerà di certo invitarlo a vedere l'esibizione di Adam insieme a noi, giusto?»
Louis strinse i pugni. 
«No, certo che no» sibilò a denti stretti. «Anzi, sai una cosa? Stavo giusto pensando di chiederglielo, prima che voi mi trascinaste fuori dal suo appartamento.»
«Ah, davvero? Volevo dire, naturalmente non è un problema per te chiedergli di uscire con noi, dato che lui non ti piace in quel senso.» 
Sul serio, se non ci avesse pensato Liam a togliere quel sorrisino strafottente dalle labbra di Zayn l'avrebbe fatto Louis. In un modo molto meno piacevole.
«Naturalmente» ripeté Louis. «Vado subito.»
«Bene.»
«Bene.»
Qualche secondo dopo, Louis si ritrovò a braccia conserte e occhi spalancati sullo zerbino di Casa Styles, casa che non invidiava affatto perché, ora che ci pensava, chissà quante volte era costretta a sopportare la vista di quel Harry in particolare che ora si stava parando di fronte a lui con tutta la nonchalance del pianeta: un Harry completamente bagnato, avvolto unicamente da un asciugamano azzurro e ricoperto di tatuaggi resi lucidi dall'acqua che gli abbracciavano tutto il cor-
«Heilà» esordì Louis con voce decisamente troppo alta.
Harry aggrottò le sopracciglia.
«Pensavo fossi andato a riordinare l'appartamento coi tuoi amici?»
Louis si sforzò di tenere gli occhi ben piantati in quelli dell'altro. 
Non un centimetro più in basso.
«Sì! Eh, lo stiamo facendo. Riordinare l'appartamento, intendo. Ovviamente. Non che stessi pensando ad altro. Insomma, Zayn e Liam sono entrambi abbastanza affascinanti, ma non credo che mi risveglierei con tutti gli attributi al loro posto se mai dovessi provar- in ogni caso, mentre riordinavamo l'appartamento abbiamo pensato di chiederti se ti andrebbe di uscire con noi stasera.»
Harry rimase immobile a fissarlo per un attimo, i capelli bagnati che gli sfioravano la mandibola e un piccolo sorriso che stava palesemente lottando contro la sua forza di volontà per spaccargli indecentemente le labbra.
Louis sperò con tutte le proprie forze che Harry avesse la meglio perché, seriamente, ci mancava solo quello per completare il quadro che avrebbe intitolato Sudori freddi su tela - erezione in corso d'opera.
«Uscire con voi?»
Louis annuì. «C'è un nostro amico che si esibisce con la sua band a Camden Town. Nessuna sbronza inclusa nel pacchetto, giuro, solo buona musica.»
A quelle parole il sorriso di Harry si liberò, indisturbato, e Louis imprecò mentalmente contro mezzo calendario.
«Ci sto» rispose, il sorriso che continuava a importunargli le guance. «Posso portare anch'io un amico?»
«Uh, certo. Noi partiamo già adesso, ti mando l'indirizzo su Twitter.
»
Stava per battere in ritirata quando il suo personalissimo Cassetto Del Pessimo Sarcasmo decise di aprirsi all'improvviso e collegarsi alla sua bocca tanto per divertimento.
«Ah, un'ultima cosa. Stiamo facendo quest'indagine scolastica per vedere come reagiscono le persone di fronte a individui di sesso maschile quasi completamente nudi, quindi se sei d'accordo potresti presentarti esattamente così come sei ade-»
La porta gli si chiuse in faccia con un tonfo.
Louis alzò gli occhi al cielo e si voltò per tornarsene vittorioso – almeno in parte – al proprio appartamento, ma si bloccò un attimo alla vista della terza porta del pianerottolo che sbatteva con forza al suo fianco.
Ingoiò una risata.
Mille rose rosse.




Il The moon under water era un pub infilato in una traversa di Camden High Street e quella sera era così pieno di gente che a malapena si riusciva a raggiungere il bancone d'ebano per una birra.
Nonostante le numerose teste che si muovevano a tempo di musica o si piegavano all'indietro sotto il peso di una risata – e tra cui ne spiccavano una quindicina di un rosso abbagliante inconfondibilmente Made in Ireland – Louis vide immediatamente Harry fare la propria entrata.
E, seriamente, chi non l'avrebbe notato?
Louis si sentì all'improvviso troppo banale nel suo semplicissimo maglione grigio, mentre osservava il modo in cui la giacca nera dai ghirigori ocra fasciava il busto dell'altro, e il suo primo istinto fu quello di nascondersi sotto il tavolo, o scappare dalla porta del retro. E no, l'ultima allusione non era voluta.
Non ebbe il tempo di fare nessuna delle due cose, perché Harry si piazzò davanti a lui, Liam e Zayn in tutto il suo splendo- cattivo gusto in fatto di giacche.
«Ciao.»
«Ciao. Siete riusciti a trovare il pub, alla fine. Non ci speravo molto.»
E il premio per la miglior capacità di instaurare discorsi dell'anno va a... Louis Tomlinson!
«Nah, è stato facile» s'intromise una voce familiare. «È venuto fuori che è lo stesso pub in cui un mese fa abbiamo festeggiato i vent'anni di un nostro compagno di corso, solo che non ricordavamo il nome del posto.»
Louis staccò gli occhi dalla figura di Harry per posarli sul ragazzo biondo al suo fianco che stava sorridendo come se avesse appena vinto un milione di sterline alla lotteria e sapesse esattamente come sperperarle tutte nel giro di dodici ore.
«Io non ricordo neanche il nome del tipo, se è per questo» puntualizzò Harry.
Il biondo alzò gli occhi al cielo con fare melodrammatico. 
«Questo perché eri troppo occupato a mettere il broncio perché ti avevo – com'era? – trascinato via dalla serata pizza e maratona di In the flesh per socializzare con persone vive e vegete e fastidiose. Sono Niall comunque!» si presentò porgendo la mano a tutti e tre.
Louis, Zayn e Liam ricambiarono la stretta, presentandosi a loro volta, mentre Harry bofonchiava robe sulla presunta illegalità che caratterizza il far uscire di casa il proprio migliore amico quando questi non ne ha la minima voglia.
«Vi presenterei,» lo interruppe Louis, «ma sono praticamente certo che abbiate già avuto modo di vedervi crollare addosso agli scaffali in biblioteca.»
Harry inarcò un sopracciglio, lasciandosi cadere sulla sedia di legno - con un movimento che avrebbe dovuto farlo sembrare un fottuto elefante incinto e che invece accentuò ancora di più il suo essere aggraziato - e guardando Louis di sbieco. «Ah. Ah. Ah. Dev'essere bellissimo frequentarti tutti i giorni.»
«Dopo stasera non smetterai di cercarmi, accettalo.»
«Non ho dubbi. Già mi sto chiedendo com'è che sono finito qui.»
«Perché so il tuo piccolo segreto e potrei ricattarti, Harold.»
Accompagnò la provocazione con un occhiolino e Harry s'irrigidì sul posto. 
Louis non ebbe il tempo di domandarsi il motivo per cui avesse reagito in quel modo, perché all'improvviso qualcuno si schiarì la voce accanto a loro.
Si voltarono tutti e cinque, all'unisono, per guardare il ragazzo che se ne stava in piedi vicino al tavolo e fissava Harry con un'intensità che a Louis non piacque affatto.
«Uhm,» mormorò Harry, «ci conoscia-»
«Xander!» L'esclamazione di Niall lo fece sobbalzare. 
Il biondo si alzò per abbracciare il nuovo arrivato e Louis non riuscì a trattenersi dall'inarcare un sopracciglio.
«Harry, hai presente Xander, no? Era a quella festa che dicevo prima.»
L'interpellato si morse il labbro superiore, scuotendo leggermente il capo. «No, mi dispiace.»
Louis per poco non gli ghignò spudoratamente in faccia.
«Non preoccuparti – rispose Xander, l'intruso – quella festa è stata una noia mortale, mi sono buttato sull'alcool prima ancora che finissero le presentazioni.»
La band di Adam cominciò a suonare nell'esatto momento in cui Harry scoppiò a ridere.
Louis s'innervosì subito, per nessun apparente motivo, e la sua irritazione crebbe quando Zayn invitò Xander a sedersi insieme a loro.
Fantastico, pensò concentrandosi sul brano e chiudendo fuori tutto il resto.




Louis ci provava, a rimanere nella sua personalissima bolla fatta solo di musica rock rispedita direttamente dagli anni ottanta in quel locale di Camden, ma la voce di Xander aveva quest'abilità inutilissima di fargliela scoppiare ogni dannatissima volta che apriva bocca. E l'apriva spesso. Troppo spesso.
«Mi prendi in giro!» esclamò estasiato, piegandosi un po' in avanti per avvicinarsi a Harry. «Anch'io amo cucinare dolci!»
«E ti pareva» sussurrò Louis accavallando le gambe.
«Davvero?» Gli occhi di Harry s'illuminarono, neanche fossero stati gli unici due ragazzi sull'intero pianeta con quella passione.
Buongiorno! – avrebbe voluto intromettersi Louis – Sai quanti altri potenziali vincitori di Bake Off ci sono nel Regno Unito?
«L'ultima torta che ho fatto è stata un'Apple pie» disse Harry con un sorriso.
Louis quasi si fece contagiare; aveva già i lati della bocca leggermente piegati verso l'alto quando la risposta di Xander glieli ritirò giù prepotentemente.
«Dimmi che scherzi!» esclamò. «Anche l'ultima che ho cucinato io è stata un'Apple pie!»
Louis sospirò in modo solo minimamente drammatico.
«Mi ci sarei giocato il culo» commentò.
«Amico,» lo chiamò Niall sorridendo, «non vorrei dirtelo ma stai effettivamente esternando a voce quello che pensa il tuo cervello.»
Louis si limitò ad inarcare un sopracciglio e a guardare in cagnesco prima Harry e Xander, che sembravano del tutto fuori dal mondo, e poi gli altri tre, che sorseggiavano le loro birre commentando ogni canzone e facendo in modo di nascondere molto male i loro sporadici ghigni rivolti nella sua direzione.
«Sai, Xander» esordì Louis, guadagnandosi tre occhiate impanicate assolutamente identiche. «Io amo cucinare.»
Liam e Zayn scoppiarono a ridere simultaneamente, mentre Niall sembrava valutare se attendere una qualche spiegazione o unirsi direttamente alle risate. Alla fine scelse la seconda opzione.
«Ah, sì?» chiese Harry con una scintilla di divertimento che gli illuminava le iridi verdi.
Louis annuì, raddrizzando le spalle.
«Ti prego – soffiò Liam cercando di riprendere fiato – una volta hai fuso una caffettiera.»
«È stato un incidente!» sbottò in propria difesa.
«A Doncaster ti hanno bandito dai fornelli a vita, Tommo.»
«Per una minuscola padella che ha preso fuoco quando avevo quanto? Sei anni?»
«Diciotto» lo corresse Zayn. «Ed era una pentola che conteneva minimo dodici porzioni ed era la vigilia di Natale e hai quasi dato fuoco all'intera casa.»
«Non è vero!» esclamò oltraggiato, portandosi una mano sul petto. «È mia sorella che esagera, quella fiammella non ha mai superato il piano cottura.»
«Ma se sono venuti persino i vigili del fuo-»
«Non è questo il punto» lo interruppe Louis. «Il punto è che adesso, dopo aver superato quell'ostacolo culinario che è rappresentato per tutti noi dalla cara vecchia pubertà, sono un cuoco richiestissimo.»
«Da chi, esattamente?» chiese Harry ridendo.
Louis si voltò a fulminarlo, gli occhi stretti a due fessure di ghiaccio.
«Hai bisogno di prove, Styles?»
Harry appoggiò i gomiti sul tavolo, ignorando del tutto Xander e scavalcandolo per sporgersi verso Louis.
«Sei disposto a fornirmele, Tomlinson?»
«Quando vuoi» rincarò Louis avvicinandoglisi.
«Domani?» 
Harry inclinò di poco la testa, accompagnando quella domanda con un respiro profondo che sembrò quasi voler rubare l'aria direttamente dalla sua bocca.
«Domani» confermò Louis, buttando fuori quella parola come per dare all'altro il permesso di prendersi tutto l'ossigeno che gli pareva.
Uno squillo deciso li fece sobbalzare entrambi.
Harry si tirò indietro e Louis si sfilò dalla tasca il telefono, il messaggio di Lottie che riluceva sullo schermo.
Ti devo parlare.













Author's corner ~
Buonasera! Ho un paio di cose da dire, ahem. Sì.
1. Sono praticamente certa che riceverò un premio per il mio leggendario ritardo. Scusate scusate scusate se vi ho fatto aspettare così tanto. (Se c'è qualcuno che ha aspettato? Uh. Beh, scusate lo stesso c.c)
2. Quando fondi una caffettiera è la fine. I tuoi parenti te lo rinfacciano ogni giorno della tua vita e, se per caso a una persona che t'interessa venisse la malsana idea di avvicinarsi ai tuoi amici, quella è la prima cosa che saprà di te. Eh. Carriera culinaria finita ancora prima di cominciare.
3. Non so dirvi quando pubblicherò il prossimo capitolo, ma ce l'ho già tutto in testa e spero di riuscirlo a metterlo su carta – beh, su pixel – al più presto. Grazie a tutti quelli che mi stanno ancora leggendo e niente, spero che questo piccolo capitolo vi sia piaciuto. <3

ps. Conchobar dovevo mettercelo. È stato un bisogno fisico. Ormai ho smesso di piangere per 'sta storia e ho cominciato a riderci sopra :'D
  
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