Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
Segui la storia  |       
Autore: Artist_at_Work    04/02/2016    1 recensioni
Per lui: Una lettera arrivata all'improvviso cambierà tutto il suo mondo.
Per lei: Una lettera decisamente imbarazzante scritta per il suo idolo.
Per loro: Una lettera che cambierà le loro vite.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ed Sheeran
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

*Ed Sheeran

 

Avevo chiamato un taxi, lei stava seduta sul bordo del letto, si teneva la pancia.

 

“Va tutto bene?”

 

“Sì Ed, non preoccuparti. Mi sento solo un po’ stanca.”

 

“Vedrai, tra un attimo saremo a casa.”

 

La aiuto a sedersi su una delle sedie a rotelle messe a disposizione dall’ospedale, le metto la borsa sulle ginocchia e finalmente percorro quel corridoio per l’ultima volta.

 

Avevo trascorso gli ultimi due giorni camminando avanti e indietro tra quelle mura sterili, spesso mi ritrovavo a versare lacrime mentre ero seduto vicino a lei. Mi chiedevo il perché, perché avrei dovuto stare tanto male per quella ragazza nonostante non la conoscessi nemmeno da una settimana. In realtà quel video mi aveva sconvolto, vederla in tutta la sua semplicità seduta al bar, ripensare a tutta la fatica che aveva fatto per riportarmi a casa.. tutto quello mi ricordava ciò che non avevo da tempo ormai: l’amore.

 

Era presto per definirlo amore, ma io ero certo di provare di più che una semplice amicizia, di più di un’ammirazione che si ha tra artisti. Volevo lei, e volevo la sua bambina nello stesso modo…

Ma cosa mi stava prendendo? Lei era tutto quello che non ero io, solare, anche un po’ alternativa, usciva spesso e adorava passeggiare per Londra. Io ero molto più introverso, uscivo solo per bere o per procurarmi da mangiare, non parlavo mai con nessuno e odiavo il fatto che anche durante il mio periodo di pausa dovevo comunque fare foto e firmare autografi.

 

Stavamo uscendo, dirigendoci verso il taxi, quando una bimba di circa 8/9 anni mi chiede una foto. Non posso negargliela. Mi chiede chi è la ragazza che sto spingendo sulla carrozzina, io mi chino verso di lei e le sussurro: “Un’amica molto speciale.” 

Lei mi sorride e mi fa l’occhiolino, dice che non lo dirà a nessuno, è il nostro segreto. Le do un bacio sulla guancia e mi saluta con la mano, mentre la madre la trascina dentro l’ospedale.

 

“Cos’hai detto a quella bimba? So che non sono affari miei, ma devo dire che era davvero bello vedervi parlare insieme.”

 

“Mi ha chiesto chi eri, e le ho risposto che sei una mia amica.”

 

“Oh, sei stato davvero dolce con lei.”

 

“Grazie, ma adesso saliamo su questo taxi, c’è una ragazza che mi aspetta a casa sua.” Lei scoppia a ridere, io non posso far altro che unirmi a lei. La prendo in braccio e la carico sul taxi, e dalla sua espressione capisco che mai nessuno prima d’ora aveva fatto una cosa simile con lei.

 

“Sai, sembri davvero uno di quei cavalieri che salva le donzelle in difficoltà per lavoro.”

 

Il suo sorriso mi scioglie, non riesco nemmeno ad articolare una risposta sensata.

 

“Beh, ecco… io… io adoro mangiare le ciambelle.”

Ciambelle?? Ma che cavolo sto dicendo?

 

“Dalla tua pancetta si direbbe di si!”

 

“No, no volevo dire che adoro salvare le donzelle!!”

 

“Certo ci vorrebbe un traduttore simultaneo per capirti.”

 

Scuote la testa, i suoi capelli le ricadono sul viso, è un’istinto irresistibile, non posso fare a meno di toccarli e aggiustarglieli dietro l’orecchio. Sono davvero vicino alle sue labbra, sento una forza incontrollabile spingermi verso di lei…

 

“Ehm, Ed… Siamo arrivati.”

 

Cazzo, non ci voleva proprio adesso.

 

La stendo sul divano, e mentre riposa comincio a prepararle le lasagne, è una ricetta di mia nonna e non posso fallire.

 

Dopo circa un’oretta controllo il forno, manca pochissimo ormai e saranno pronte. Mi dirigo in salotto per avvertire Jolene, ma lei dorme come un sasso ed è così bella che non ho assolutamente intenzione di svegliarla. Torno in cucina e spengo il forno, la cena può aspettare. 

 

Le alzo delicatamente la testa per farci scorrere sotto il mio braccio, e mi stendo assieme a lei. Sento che con la guancia si appoggia sul mio petto, sento il suo profumo di vaniglia inebriarmi i sensi. Appoggio il mento sulla sua testa, la stringo facendo attenzione a non farle del male, e cullato dal suo respiro mi addormento accanto a lei.

 

 

*Jolene Martins

 

Sento qualcosa pizzicarmi il naso, apro gli occhi e lo vedo. Sul suo viso vedo un’espressione appagata, come se per la prima volta nella sua vita fosse davvero felice.
- Non può essere che sia felice qui con te.
E se lo fosse? Ho dormito bene, molto bene, non ho sentito contrazioni e non ho fatto incubi. Forse la sua presenza calma me e la bimba, forse è tutto quello dii cui noi abbiamo bisogno.
- Come puoi pretendere che cresca un figlio non suo?
Giusto, non posso certo chiedergli questo. Non lo conosco ancora, ma le poche parole che abbiamo scambiato e soprattuto i suoi gesti nei miei confronti mi fanno pensare a qualcosa di più grande. Un sentimento che da sola non riuscirei a gestire. Per questo genere di cose bisogna essere in due, e io sono da sola. Non posso riuscire a sopportare un sentimento così grande senza qualcuno al mio fianco.

 

Eccolo che apre gli occhi, quegli occhi che si illuminano ogni volta che mi guarda, come se stesse suonando di fronte a milioni di persone oppure una sola. Lui ama suonare, lo percepisco dai suoi movimenti, e da come muove le labbra. Sembra strano, ma si capisce solo dai gesti chi fa musica e chi no. Lo ho imparato col tempo. Molta gente suona, ma lo fa solo per perdere il tempo, capisci subito chi lo fa per passione.

 

“Sei sveglia… da quanto?”

 

“Circa due minuti, stavo osservando la tua espressione da sonno.”

 Gli sorrido, e lui a me. Si alza di scatto come se avesse dimenticato di fare qualcosa, non volevo che quel contatto finisse così presto.

 

“Le lasagne! Il forno! Oddio!!”

 

Mi alzo con la calma, tentando di non sforzarmi, quando lui ricompare dalla porta della cucina. Si sta grattando la testa, e ha sul suo viso un’espressione di scuse.

 

“Ehm… ero convinto di aver dimenticato il forno acceso, ma in realtà l’avevo spento prima di venire a coricarmi vicino a te. Mi dispiace..”

 

“Fa niente, quindi presumo che tu fossi venuto a chiamarmi per cenare, e che io invece stessi dormendo alla grande.”

 

Il suo sorriso è persino più bello di quello di Jim.

 

“Già… ma se hai fame le lasagne sono pronte, e spero tanto che tu dica di sì perché io ho un buco nello stomaco grande quanto il Gran Canyon.”

 

“Certo, assaggiamo queste famose lasagne che devono mandarmi in estasi.”

 

*Ed Sheeran

 

Sta mangiando di gusto, e credo di non aver mai visto qualcuno mangiare quanto me, anche se comunque lei deve mangiare per due.

Cristo, è bella persino quando mangia.

La sua espressione di goduria mi fa intendere che la mia cena le piace parecchio, ringrazio mentalmente mia nonna per avermi lasciato questa preziosa ricetta.

 

“Sono davvero buone, avevi ragione!”

 

“Lo so, sono infallibile.”

 

“E pure modesto!”

Ride a crepapelle, quasi da sputare quello che ha in bocca. Avevo previsto di aprire una bottiglia di vino, ma il suo stato mi ricorda che lei non può bere.

 

“Grazie davvero Ed, della cena, per l’ospedale… di tutto insomma.”

 

“Di niente, l’ho fatto con piacere.”

 

“Non dovevi, dico sul serio.”

 

“A proposito, credo di doverti dire delle cose.”

 

Ecco, è arrivato il momento di dirle ciò che penso.

 

“Ho visto il tuo video… devo ammettere che all’inizio ero un po’ scocciato della tua richiesta, sai dopo l’ultimo tour frenetico e tutto lo stress volevo solo godermi il mio tanto atteso periodo di relax.”

 

“Mi dispiace davvero, non avrei dovuto disturbarti per uno stupido video.”

 

“Lasciami finire. Quando mi sono accorto della chiavetta USB mi sono incuriosito, e ho letto la lettera. Mi ha spiazzato, credevo fosse una di quelle fan impazzite che mi scrivono solo per dirmi quanto mi amano e così via… Invece tu hai messo subito in chiaro la tua richiesta, cosa che ho apprezzato molto. La tua schiettezza è stato l’input che mi ha fatto decidere di guardare il video.”

 

Era seria, aveva posato la forchetta e ora mi guardava intensamente. Non riuscivo a non pensare alla sua bellezza.

 

“Quello che voglio dirti è che nonostante all’inizio io abbia pensato che di sicuro sarebbe stata una pessima idea, e che mi avrebbe rovinato la giornata, mi sono reso conto che mi sbagliavo. Il tuo modo di suonare, la tua concentrazione… mi ha fatto credere che tu fossi davvero dotata di un talento naturale, e ne ho avuto la conferma quando per un attimo hai guardato in camera. Ho visto la Scintilla nei tuoi occhi, Jolene, la stessa Scintilla che mi anima quando suono o canto. In quel momento ho capito che dovevo cercarti e parlare con te in qualsiasi modo, nonostante non sapessi cosa avrei voluto dirti. Ti avrei ascoltata cantare per ore, la tua voce è magnifica.”

 

“Così mi fai arrossire, Edward.”

 

Era vero. Stava diventando più o meno dello stesso colore dei miei capelli, in quel momento ho capito di aver fatto centro.

 

“Quindi cosa vorresti da me Ed?

 

“Sono passati solo quattro giorni, eppure mi sembra di conoscerti da una vita.”

 

Si fece scura in volto, probabilmente non avrei dovuto dirglielo.

 

“Vorrei provarci, Jolene. Vorrei che tu mi dessi la possibilità di conoscerti meglio e di provare a fare breccia nel tuo cuore.”

 

“Ed, non so cosa dirti. Tu mi stai dicendo, in poche parole, che vorresti stare con me? Non ci conosciamo, sono incinta di un deficiente e non so cosa mi succederà in un prossimo futuro.”

 

“Dammi questa possibilità, ti prego. Non ti deluderò.”

 

“Non lo so… mi sembra tutto così affrettato… Non fraintendermi, ti sono grata per tutto, dalle bellissime parole che escono dalla tua bocca ai bellissimi gesti che vengono dal tuo cuore. Mi hai salvato la vita, non posso negarlo. Ma non so se questa tua voglia di conoscermi sia dettata da un sentimento vero o solo dalla pena che provi nei miei confronti.”

 

Si alzò dalla sedia, prese una sigaretta e uscì.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran / Vai alla pagina dell'autore: Artist_at_Work