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Autore: Neko    05/02/2016    7 recensioni
Una nuova avventura travolge inaspettatamente i Mugiwara partiti per affrontare le sorprese del Nuovo Mondo.
Da una strana isola dove avvengono fenomeni strani, si ritroveranno a che fare con quello che il destino ha in serbo per loro.
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 81: Decisione difficile

 

Eccomi qua con un nuovo capitolo. Prima di proseguire vorrei domandarvi una cosa.

Sono un po’ a corto di idee su come procedere. Una mezza ideuzza su come continuare mi è venuta, ma dovrei utilizzare  qualcosa che ci è stato svelato negli ultimi capitoli  di one piece usciti in giappone (non in Italia)…quindi  ci sarebbe uno spoiler, sebbene non credo enorme, dato che non ci è stato ancora svelato tanto.

ma comunque potrebbe essere un problema per qualcuno di voi. Quindi fatemi sapere se gli spoiler vi danno fastidio, mi basta anche solo uno di voi e cercherò di inventarmi qualcos’altro. 

Buona lettura

 

Tashigi vedeva la spiaggia diventare sempre più piccola. Non staccava gli occhi da Zoro e quest’ultimo faceva lo stesso.

Senza accorgersene la ragazza, aveva preso a stringere il parapetto con una forza tale che le nocche le divennero bianche.

“Sei sicura della tua scelta Tashigi?” le chiese Smoker affiancandola, riconoscendo il  nervosismo nel linguaggio suo del corpo.

Tashigi si morse il labbro e cominciò a farfugliare “Io…io…sono un marine e…e…”

Smoker sospirò e disse “Il fatto che tu abbia giurato fedeltà alla marina, non significa che sei legata ad essa per sempre. Puoi prendere strade differenti se vuoi e questo lo sai benissimo!”

Tashigi annuì “Ma io…”

Tashigi, se fossi realmente sicura della tua scelta, non staresti qui a balbettare nel tentativo di convincermi del fatto che sei convinta di aver scelto la strada che vuoi. Lo vedo che sei combattuta!” disse il capitano della marina poggiandole una mano sulla spalla, per poi continuare “Quindi voglio che tu mi risponda sinceramente, sei davvero sicura della scelta che hai fatto?”

La donna non riuscì a trattenere le lacrime e la spiaggia che stava guardando, divenne solo una macchia appannata. Non avrebbe mai più rivisto Zoro e se mai si fossero incontrati, sarebbe stato da nemici.

Il suo cuore perse un battito e successivamente venne stretto in una morsa.

Tashigi!” la chiamò nuovamente Smoker “Sei ancora in tempo per cambiare idea e se decidessi di essere un membro della ciurma di mugiwara, non sarà un addio. In quanto pirati sarei costretto a darvi la caccia!” disse accennando a un sorriso “Se poi con la vostra furbizia riuscirete a sfuggirmi…oh bhe pazienza!”

“Capitano Smoker…io…” cominciò la donna, la quale chiuse gli occhi e ripensò al suo ultimo periodo passato in compagnia dei  mugiwara. Doveva ammetterlo si era divertita. All’inizio detestava il fatto di essere finita su una nave pirata, ma col passare del tempo, aveva cominciato ad assaporare quella libertà che i pirati tanto agognavano e si era sentita bene. Poi con Zoro aveva cominciato a provare un sentimento nuovo, forte, bello, doloroso, un sentimento che non aveva mai provato prima. Era una delle poche marine donne e nonostante fosse sempre circondata da uomini, non aveva mai provato niente del genere per nessuno, né nessun uomo l’aveva fatta sentir speciale, come Zoro riusciva a farla sentire quando lasciava cadere la sua aria da duro.

Riaprò gli occhi a quei ricordi e Smoker potè leggervi non più confusione, ma determinazione.

“Capitano Smoker, grazie, ti devo molto!” La donna lo abbraccio e aggiunse “Ti voglio bene!”

Smoker gli diede qualche pacca affettuosa sulla schiena e disse “Ora va figliola e dì a quel Roronoa che se ti farà soffrire, lo ucciderò personalmente!”

Tashigi si lasciò sfuggire una risatina, poi lasciando andare l’uomo che le aveva fatto anche da padre, salì sul parapetto della nave, si voltò un ultima volta verso Smoker e poi si gettò in acqua.

Smoker sorrise e scosse la testa “Ormai è avventata come un mugiwara. Poteva prendere una scialuppa!” si disse tra sé.

Gli altri uomini della marina che avevano visto Tashigi cadere oltre il bordo del parapetto, ignorando quanto fosse successo, cominciarono ad urlare “Uomo in mare!” dopo di chè ognuno di loro cominciò a correre a destra e a manca, cercando di trovare una soluzione per recuperare il loro capitano, ma vennero tutti fermati da Smoker che  parlò loro “Fermi, lasciatela andare. La nostra Tashigi è cresciuta e ha scelto il suo destino!”

 

I Mugiwara rimasero sorpresi nel vedere Tashigi gettarsi in acqua, non aspettandosi un cambio di decisone all’ultimo momento,  ma non potevano nascondere di esserne felici, uno di loro in particolare, sebbene non ebbe tempo di assaporare quel momento di sollievo, che aveva preso il posto a quella morsa che gli attanagliava il cuore.

Zoro, con un tuffo, si gettò in acqua e con ampie bracciate, cercò di raggiungere il prima possibile il largo. Non aveva paura che Tashigi non avesse fatto in tempo a giungere a riva prima che la stanchezza avesse la meglio su di lei, temeva più che altro possibili mostri marini che potevano nascondersi in quelle acque e cogliere la donna impreparata.

L’ex membro della marina, aumentò la velocità quando vide Zoro nuotare nella sua direzione. Non vedeva l’ora di poter essere avvolta dalle sue forti braccia e porre finalmente fine a quella storia.

Tashigi!” gridò Zoro quando mancavano pochi metri dalla donna.

“Zoro!” chiamò invece la donna quando riuscì a toccare la mano dello spadaccino.

Quest’ultimo afferrò, con presa salda, la piccola mano della donna e la tirò a sé, per poi abbracciarla forte. Per una volta non gli importava minimamente se i suoi compagni stavano assistendo a un altro lato di sé, quello più morbido, che nemmeno lui sapeva di avere.

Tashigi, ricambiò l’abbraccio e dopo aver poggiato la testa sul petto dell’uomo, giusto il tempo per riprendere fiato, alzò lo sguardo verso di lui e sorridendogli gli disse “Ti amo Zoro, non potevo…non potevo partire!”

Zoro sgranò gli occhi al sentir quelle parole, poi si dipinse un sorriso sulle labbra e la baciò.

Tashigi fu accolta calorosamente dalla ciurma, tra cui Rufy il quale disse a trentadue denti “Ben entrata ufficialmente nella ciurma Tashigi!”

La donna annuì felice, per poi voltarsi e vedere che la nave della marina era ormai diventato un puntino. Sorrise. Non sentiva alcun ombra di dubbio nel suo cuore e tra sé disse “Ora so di aver fatto la scelta giusta!”

 

Rufy volle fare una piccola festicciola per festeggiare il ritorno di Tashigi. Avrebbe voluto fare le cose in grande, ma tutti erano d’accordo nell’aiutare gli abitanti del villaggio in rovina a trasferirsi nuovamente nel loro villaggio natio, ormai sgombrato, grazie a Smoker, dai pirati.

Non tutti però vennero destinati a quel compito. Infatti, alcuni membri della ciurma di Shanks, Franky e Zoro erano andati a cercare, legna e materiale che i carpentieri potevano usare per aggiustare in modo adeguato le loro navi.

Robin era l’unica che non stava dando una mano, ma nessuno protestò. Al di là di coloro che erano a conoscenza di quello che le passava per la testa, gli altri suoi compagni sapevano che qualcosa turbava la donna.

L'archeologa passeggiava tra le rovine del villaggio, ormai quasi completamente vuoto. Salì sul punto più alto fino a fermarsi vicino a un muretto, in piedi solo parzialmente, che affacciava sul mare.

Si sedette su di esso e dopo essersi spostata i capelli che le andavano davanti al viso a causa della brezza marina, cercando di sembrare più tranquilla possibile, sebbene il suo cuore batteva all’impazzata, disse “Per quanto tempo hai ancora intenzione di rimanere nascosta?” domandò apparentemente al nulla, ma da dietro al muro di un’abitazione una bambina di dieci anni, uscì allo scoperto.

Robin la guardò affascinata da capo a piedi. Non potevano esserci errori, quella piccina era sua figlia. Non solo perché, come aveva detto Rufy, le somigliava parecchio, ma anche perché poteva vedere in lei, alcuni tratti che le ricordavano la madre che non aveva avuto la possibilità di conoscere come avrebbe voluto.

Le fece cenno di avvicinarsi e la bimba, cauta, fece qualche passo in avanti.

“Come…come hai fatto ad accorgerti della mia presenza?” chiese sorpresa.

Robin sorrise dolcemente “Su un terreno cosparso di pietruzze è un po’ difficile non fare rumore!”

La bambina si morse il labbro, poi tirando fuori, dalla tasca della sua salopette, un avviso di taglia, il primo che Robin aveva avuto, le domandò “Tu sei questa vero? Sei Nico Robin? Ho sentito i tuoi amici chiamarti così, ma volevo una conferma!”

L’archeologa annuì “Si, sono io. Il tuo nome invece qual è?”

La ragazzina la guardò storto e disse “Ma come? Una madre non dovrebbe sapere il nome della propria figlia?”

Robin sussultò e la bambina comprese quello che stesse passando per la testa della donna.

“Si, so chi sei! Regina mi ha parlato di te. Tu sei mia madre…o almeno quella biologica, perché una madre degna di questo nome, non l’ho mai avuta!”

La donna abbassò il capo “Mi dispiace…io…” cominciò, ma la bambina non le consentì di terminare e urlò “Non mi importa niente delle tue scuse. Non sono venuta qui per quello, né per avere un legame con te. Volevo solo vedere la faccia della donna che ha avuto il coraggio di abbandonare sangue del suo sangue. Non so nemmeno se coraggio sia la parola giusta…direi più che altro codardia. Ma infondo cosa potevo aspettarmi da una come te? So della tua fama. Regina mi ha detto anche questo, di quale donna pericolosa tu sei e che fai parte di una ciurma di pirati pericolosi e che fa del male alla gente proprio come Regina ha fatto a questa gente!” disse arrabbiata.

Robin si morse il labbro e scosse la testa “No, piccola. Regina ti ha parlato di quella che ero un tempo. Ora non sono più quella persona!”

“e quindi hai pensato bene di venire a cercarmi?” chiese la bambina facendo una smorfia infastidita.

La donna scosse la testa “No, non ti ho cercato. Se stiamo parlando ora è solo un caso fortuito. Non avevo idea di dove Regina si fosse recata!”

La piccola alzò agli occhi “Quindi non ti importava proprio niente di me. Bene allora direi che la nostra conversazione finisce qua!” disse voltando le spalle alla donna, ma prima che potesse allontanarsi troppo, Robin urlò “L’ho fatto per proteggerti!”. Queste parole però non ebbero l’effetto che l’archeologa aveva sperato. Non pretendeva di essere perdonata, ma almeno di spiegarle le sue ragioni, ma la bambina decise comunque di andarsene.

 

Chopper salutò felice Robin quando la vide entrare nella cucina della Sunny, dove Sanji stava servendo il the a tutti, ma il suo musino si rattristò quando si accorse dell’aria nera della sua compagna.

Robin, approfittò della presenza di tutti i suoi nakama per metterli al corrente di quanto stava succedendo.

“Hai una figlia?” chiesero all’unisono tutti i Mugiwara che non ne sapevano niente.

“Sei sempre piena di sorprese sorella!” disse Franky, sistemandosi i capelli che alla notizia gli si erano addrizzati per lo shock.

Chopper rimase confuso dagli sguardi scioccati dei suoi amici “Ma non è una bella notizia?”

“Di solito si, ma la situazione è alquanto complicata per Robin! È un bel casino!” disse Usopp.

“Perché? la bambina dovrebbe essere felice di aver trovato sua mamma!” disse ingenuamente il dottore.

“Chopper, dovresti capire cosa si prova, anche tu sei stato abbandonato dalla tua famiglia!” disse Zoro con poco tatto.

“Ma Robin l’ha fatto solo per proteggerla!” disse Nami difendendo l’amica.

Usopp sospirò “A un bambino non importa quale sia la motivazione che l’ha portato a trovarsi senza un genitore. Si sta male comunque!” disse il ragazzo sapendo di cosa stava parlando.

“Io da bambino ho odiato diverse volte mio padre, nonostante mia madre me ne parlava bene e diceva che era un grande uomo, a me non importava, io volevo solo un padre. Volevo che tornasse per stare con me e mia madre. Solo crescendo ho compreso le ragioni e ho accettato l’idea di essere cresciuto senza una figura paterna. Ho capito che se mio padre sentiva così tanto il richiamo del mare, se fosse rimasto perché si sentiva obbligato, non sarebbe stato il padre e marito ideale e forse avremo sofferto di più. So che la motivazione di Robin sull’abbandonare la figlia è più importante, ma a quella bambina finchè non comprenderà, non le importerà niente. Lei vorrà solo avere una madre a prescindere da quello che dice!” disse Usopp.

“Quindi cosa hai intenzione di fare Robin?” chiese Brook, che per il momento delicato aveva deciso di evitare i suoi soliti skull joke.

Robin a testa china e stringendo i pugni disse “Io rimarrò su questa isola!” e i tutti i Mugiwara sussultarono a quelle parole.

“Cosa?” chiese Nami, sentendo il suo cuore perdere un battito.

“Non partirò con voi questa volta. Il mio viaggio termina qui!” disse cercando di trattenere le lacrime. Non voleva lasciare le uniche persone che l’avevano accettate per quello che era e che l’amavano, tanto da arrivare a rischiare la vita per lei, ma era giunto il momento che rivestisse il suo ruolo di madre.

“Robin no, non puoi lasciarci!” disse Chopper con le lacrime agli occhi e abbracciando una gamba della donna. Lei era uno dei nakama con cui aveva legato fin da subito e non voleva perderla.

“Chopper, non vorrei ma, non è giusto che la lasci al suo destino, inoltre se Regina parla, il governo mondiale non ci penserà due volte a venire ad eliminarla. Devo proteggerla!”

“Portala con noi, non è un problema, lo sai!” disse Rufy agitato “Non puoi rimanere qui!”.

Sanji gli poso una mano sulla spalla e disse “Abbiamo già fatto questo discorso tempo fa. Avevi detto che non ti saresti opposto se uno di noi avesse scelto la famiglia invece di proseguire con te per realizzare i propri sogni!”

Rufy si scostò con un movimento brusco dal cuoco “Qui non centra niente quello che voglio io. Ve l’ho sempre detto, siete liberi di fare le vostre scelte, ma per Robin…per lei è diverso!” disse abbassando il capo.

“Diverso in cosa?” chiese Franky confuso.

“Robin è ricercata dalla marina dall’età di otto anni, se non hanno avuto pietà di lei allora, cosa vi fa pensare che ora che è più pericolosa, possa tranquillamente starsene ferma su di un isola a vivere la sua vita? Ha sempre dovuto muoversi o nascondersi per sopravvivere e le cose non sono cambiate. Io avrò anche la taglia maggiore in questo equipaggio, ma se il governo mondiale potesse eliminare solo uno di noi due, state pur certi la scelta ricadrebbe su Robin. Io non sono una minaccia per il governo mondiale, ma lei sì!”

“Ma come?” chiese Chopper confuso “Robin non è abbastanza forte da sconfiggere un ammiraglio da sola, come la maggior parte di noi, come può rappresentare un pericolo?”

“Chopper non è la forza il vero potere di questo mondo, come non lo sono i soldi. Il vero potere è la conoscenza!” disse Rufy.

Rufy ha ragione, la conoscenza è la nemica peggiore della marina, perché non può manipolarla. Robin è l’unica al mondo in grado di leggere il poigne griff e svelare cosa è accaduto duranti i 100 anni di buio, una verità che da come si sa è alquanto scomoda al governo mondiale!” disse Zoro comprendendo dove Rufy voleva arrivare.

“Robin io non ti voglio con me per un mio capriccio. Certo non vorrei vederti lasciare la ciurma, ma soprattutto voglio evitare che ti succeda qualcosa. Da quando Ace è morto, mi sono ripromesso che vi avrei protetto a qualunque costo, ma non posso farlo se te ne vai!” disse Rufy rattristato, coprendo il suo sguardo con il capello.

Sulle guance di Robin presero a scorrere lacrime silenziose, commosse dal discorso del suo capitano. Robin lo abbracciò e lo ringraziò di tutto cuore.

“Grazie Rufy. Mi hai salvato più di una volta. Mi hai salvato dalla morte ad Alabasta, a Ennies Lobby, mi hai salvata dalla solitudine, mi hai regalato gli anni più belli della mia vita. Non sapevo cosa voleva dire essere felice fino a quando non vi ho incontrato, ma…non potrai salvarmi per sempre e mia figlia non vorrà seguirmi dall’oggi al domani, quindi non posso fare altrimenti. Per quanto mi sia possibile, non voglio che lei soffra più di quanto abbia già sofferto. Cerca di capire Rufy…io lo devo fare!” disse guardando Rufy negli occhi, ma il ragazzo abbassò lo sguardo e non dicendo niente se ne andò.

 

 

Oh mamma mia. Questo capitolo è stato un parto e non sono ancora sicura che non sia noioso.

Ho paura delle ripetizioni e se le ho fatte, vi prego di scusarmi.

A presto.

Byeeee

Neko=^_^=

 

  
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