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Autore: Nene_92    13/02/2016    13 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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9 bis - Il risveglio
Wei!
Eccomi qua con il nuovo capitolo!
Devo fare i complimenti un po' a tutti: ci avete azzeccato, i due che Federica vede sono proprio Brian e Celia Grimm. ;)
Ma in particolare devo fare i miei complimenti a Skyistorn e Alidifarfalla: sono state le uniche due che hanno capito ciò che veramente avevo in mente (tutti troppo concentrati su Francisco non vi siete accorti degli altri indizi buhahaha!)
Per quanto riguarda Francisco: molti di voi pensano che possa essere morto, ma di fatto sperano che non lo sia. Perciò, avrò dato ascolto al diavoletto o all'angioletto?

... BUONA LETTURA!

IL RISVEGLIO - PARTE II


Hogsmeade ore 14.00

Guidata dalle fiamme che rischiaravano tutto l'ambiente circostante, Eleonore raggiunse ben presto il centro della scena. Dalla sua posizione, vedeva chiaramente il padre e la matrigna allontanare le ombre dal villaggio in generale e dalle due figure a terra in particolare. Ci mise anche poco a capire che incantesimi combinati stessero usando.
Alle sue spalle percepì prima Daniel poi Caitriona e Chris raggiungerla, guardando spaventati la scena che gli si parava davanti. "Come facciamo ad aiutarli?" Chiese Lex indicando con un cenno della mano Brian e Celia. "Evocate patroni e incantesimi del fuoco. Si devono unire con la formula 'misce' " Comunicò loro Eleonore, accingendosi a fare la medesima cosa. 

Ma perse completamente la cognizione della realtà quando una delle due figure a terra si spostò urlando ed emerse con chiarezza chi fosse la seconda. Un pugno allo stomaco le avrebbe fatto meno male.

"FRAN!"


Senza neanche rendersene conto aveva iniziato ad urlare il nomignolo del ragazzo, come sperando che bastasse quello per farlo risvegliare. Non si ricordava neanche di aver ripreso a correre verso di lui, di averlo raggiunto e di essersi inginocchiata sul suo corpo, continuando a chiamarlo e iniziando a scuoterlo. 

Ogni cosa per lei aveva perso senso nel momento esatto in cui aveva visto il corpo del Grifondoro a terra.
Perchè Francisco non poteva essere morto.

Ma il suo corpo era completamente ghiacciato, gli occhi erano sbarrati e i suoi lineamenti completamente sfigurati, sfocati, come in una foto venuta male. Accanto a lui Federica singhiozzava piano, completamente svuotata di tutte le energie.
Forse fu l'irrealtà del momento o forse la presenza della mezza vampira ad ispirarla,
oppure il fatto che la situazione era disperata o forse tutte le cose insieme. Anche a distanza di tempo Eleonore non avrebbe saputo dire cosa l'avesse spinta in quel momento a fare ciò che fece.

"Fede" La chiamò usando un tono di voce fermo. "Fede." Ripetè scuotendola. La Serpeverde non la ascoltò. Non avendo tempo da perdere, la Corvonero le puntò contro la bacchetta. "O mi ascolti o ti faccio fuori." La frase era stata detta con un tono di voce talmente minaccioso che la ragazza sembrò risvegliarsi dallo stato di trance in cui era sprofondata. Certa di aver ottenuto la sua attenzione, la Grimm continuò. "Devi mordermi. Adesso." Disse porgendole il collo.
La mezza vampira strabuzzò gli occhi. "CHE COSA?"
"Devi mordermi, succhiare il mio sangue ed iniettarlo a Fran. Il suo corpo è gelido perchè non ha circolazione sanguigna. Ma il cuore è l'ultimo organo che muore. Forse possiamo salvarlo." Spiegò la cacciatrice, porgendole nuovamente il collo.
"Non l'ho mai fatt..." Provò ad obiettare l'altra.
"NON ABBIAMO TEMPO. FALLO ADESSO!" Ululò Eleonore.

Federica, in un primo momento con titubanza, poi sempre con maggiore decisione, le morse il collo. Lo fece più e più volte, succhiando e iniettando, succhiando e iniettando, succhiando ed iniettando. Con sua enorme sorpresa, non percepì mai provenire dalla Corvonero un singolo lamento nè un minimo suono di dolore. Continuò e continuò finchè non vide Eleonore Grimm - completamente esangue e pallida come un fantasma - perdere i sensi.

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Altro punto di Hogsmeade ore 14.00


Il fuoco era presente da ogni parte, ma sembrava tenuto sotto controllo. Distruggeva le ombre, contro le quali si scagliava crepitante, ma lasciava indenni le persone che decidevano di passarci vicino o attraversarlo. 

Questo Micah lo capì a colpo d'occhio, mentre avanzava nel villaggio ormai assediato da tutti i lati. Aveva raggiunto e superato Milly nella folle corsa che li aveva condotti fino ad Hogsmeade e adesso si guardava attorno circospetto, con la bacchetta spianata, pronto a colpire, a difendersi o a dare una mano come poteva.

Ma sembrava che la situazione stesse tornando sotto controllo. Molti Auror erano accorsi, dopo aver udito il boato, e si erano riversati per strada, iniziando a lanciare incantesimi per proteggere le persone e allontanare le ombre. Molti, seguendo l'esempio di Brian e Celia, avevano a loro volta evocato fiamme e patroni, che avevano poi unito in un'unica entità.

Fu l'urlo di Milly a distoglierlo dalle considerazioni che stava facendo sul "campo di battaglia".
Era chinata a terra e stava scuotendo un corpo immobile, ripetendone più e più volte il nome con tono di voce sempre più disperato. La Grifondoro si spostò di qualche centimetro e Micah ebbe la possibilità di riconoscere chi la ragazza stesse tenendo tra le braccia.

Era Water.

Il Corvonero boccheggiò per un attimo, mentre sentiva l'aria abbandonargli di colpo i polmoni. Quando si riprese, si avvicinò alle due il più velocemente possibile.

Water era riversa a terra, con la testa appoggiata tra le braccia di Milly, che continuava a chiamarla. Il suo corpo stava raggiungendo una colorazione bluastra.

"E' completamente gelata." Si ritrovò a pensare Micah sfiorandola.

Gli occhi erano sbarrati e il suo viso aveva perso i lineamenti che la caratterizzavano, assumendo linee sfocate, come in una foto venuta male.

Micah si guardò intorno, cercando di focalizzare se ci fosse qualche adulto lì vicino - un Auror sarebbe stato l'ideale - al quale chiedere aiuto, ma non riuscì ad individuare nessuno. Avrebbero dovuto agire da soli.
Sparò comunque delle scintille in aria, per segnalare la loro posizione e cercare di attirare l'attenzione.
Se la creatura che aveva ridotto così Water era la stessa che li aveva attaccati sul treno, non c'era un minuto da perdere. Ma cosa avrebbero potuto fare loro se non sapevano neanche con che cosa avevano a che fare?

In un gesto automatico si tolse il mantello e lo avvolse sulla Tassorosso.
La prima piccola soluzione che gli veniva in mente era tenere la ragazza al caldo.

"Cosa stai facendo?" Sentì la voce confusa di Milly chiedergli mentre puntava
la bacchetta su Water.
"Aiutami. E' completamente gelida. Se non morirà per ciò che le hanno fatto loro, morirà per ipotermia. Dobbiamo riscaldarla e poi cercare di trascinarla il più in fretta possibile al Castello." Rispose facendo uscire un getto di aria calda dalla bacchetta.

Ma non fu capace di fare altro. Non appena il getto colpì Water, il corpo della ragazza emise uno schiocco sinistro. Poi si sciolse come neve al sole.
A terra, a testimoniare la sua presenza, rimasero solo i vestiti. E la pelle.

L'urlo di Milly rieccheggiò per tutto il villaggio.

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Hogwarts, Infermeria ore 16.00


Gretel Grimm


Gretel se ne stava in infermeria, a gambe incrociate su una sedia, mentre leggeva un libro indisturbata.
La sorella le aveva intimato di stare lontana da quel luogo per tutto il giorno, così lei, dopo aver scagliato su se stessa un potente incantesimo di disillusione, si era recata proprio lì, completamente invisibile a chiunque.
Aveva così assistito a tutta la scena in cui i ragazzi avevano somministrato la pozione ad Anastasia ed era anche intervenuta, Confondendo Madama Chips per permettere a Joseph, Michael e Diamante di svignarsela senza conseguenze. Si era divertita a farlo. Ma adesso si stava profondamente annoiando. E non poteva andarsene, perchè sia la Chips che la sua assistente erano presenti nella stanza già da due ore. E sarebbe stato strano se la porta si fosse aperta da sola.
Sospirò quasi di sollievo quando vide la porta aprirsi, reputandola l'occasione giusta per svignarsela. Quasi.

Perchè se aveva potuto ingannare chiunque con quell'incantesimo di disillusione, di certo non avrebbe potuto ingannare i suoi genitori. Ma anche il problema di essere stato colta in flagrante venne accantonato, quando si accorse di chi suo padre tenesse tra le braccia.

"Eleonore!" Esclamò tornando di colpo visibile e precipitandosi verso Brian, Celia e sua sorella. "Per tutti i Wesen! Che è successo?"
Le due infermiere sobbalzarono per la sua apparizione improvvisa, ma lei neanche ci fece caso. Era troppo preoccupata per sua sorella. Così come non fece caso a tutte le persone che seguivano la sua famiglia. O almeno non ci fece caso finchè non vide comparire Draco Malfoy che trasportava... "Fran!" Sussurrò sbarrando gli occhi.

"Sai soltanto dire i nomi delle persone che conosci?" La riprese Brian in tono duro, mentre appoggiava delicatamente il corpo della figlia su un letto.
"A questi due - Aggiunse poi, rivolgendosi a Madama Chips e indicando con un gesto della mano Eleonore e Francisco - Servono delle pozioni rimpolpasangue." Il suo tono era talmente autoritario che la donna si precipitò subito a prendere quanto richiesto.

Gretel - con un cenno del capo - impedì alla madre di difenderla. Non aveva di certo bisogno del suo aiuto. "Mia sorella e mio fratello arrivano in infermeria più morti che vivi. Cosa dovrei fare, mettermi a ballare?" Chiese con tono gelido, mentre con lo sguardo lanciava scintille all'indirizzo del padre. Non aveva neanche più bisogno di spiegazioni. Aveva capito benissimo cos'era successo. "Hanno attaccato di nuovo, vero?" Il suo tono di voce fece capire che non aveva bisogno di una risposta. "Ma Eleonore non avreb..."

"Tua sorella" La interruppe Brian con una voce ridotta quasi ad un ringhio "ci ha quasi rimesso la pelle facendosi succhiare il sangue da quella" disse puntando il dito contro Federica, che lo fissò terrorizzata, continuando però a restare di fianco al letto dove era stato depositato Francisco "per cercare di salvare la vita a quello che tu chiami fratello." completò puntando il dito contro il Grifondoro. "E vi prego, date una pozione calmante a quella là." Aggiunse quasi ripensandoci e puntando il dito contro Milly Halliwell, che era rannicchiata su un altro letto con la testa tra le mani, completamente in preda ad una crisi isterica. Nel letto di fianco, ancora sotto choc, era presente Micah. "E' da quando l'abbiamo trovata che continua a frignare."
Gretel stava aprendo la bocca per ribattere, ma non riuscì a formulare la frase.
"ADESSO BASTA BRIAN!" Sbottò Celia adirata. "Sono solo ragazzi e ciò a cui hanno appena assistito basterebbe per terrorizzare chiunque. Non tutti affrontano demoni dalla nascita come noi. E una loro amica è appena morta." 
Gretel a quelle parole sobbalzò. Non tanto perchè sua madre aveva appena urlato addosso a suo padre - ogni tanto, quando la situazione era al limite della tensione, accadeva anche a casa - ma per ciò che aveva appena detto. "Chi è morto?"
A quella domanda, Milly sbiascicò la parola "Water" prima di scoppiare nuovamente in singhiozzi.

Il momento di totale silenzio e imbarazzo che si era venuto a creare venne interrotto dalla porta spalancata da una pallidissima Gabriela, che si precipitò dentro, seguita a poca distanza da Raphael e Page.
"Zio Draco!" Urlò la Grifondoro, precipitandosi tra le braccia dell'uomo, che non aspettava altro. "Cosa è successo?" Riuscì a chiedere con voce tremante, prima di scoppiare a piangere vedendo le condizioni in cui era ridotto il fratello.
Page nel frattempo aveva raggiunto Micah, sedendosi al suo fianco e abbracciandolo senza chiedere nulla. Avevano raggiunto un tale livello nel loro rapporto che non avevano bisogno di parole per capirsi.
Il più grande dei gemelli Hamato rimase invece inchiodato sulla porta, vedendo che nella stanza erano presenti un numero considerevole di Grimm. In modo particolare fu spaventato dallo sguardo omicida che gli venne rivolto da Brian.
"Ma quanti ce ne sono, per Merlino?" Sbottò infatti l'uomo a mezza voce. Che sua figlia frequentasse degli Elternteil poteva anche accettarlo, ma i lupi mannari non poteva proprio vederli. "Sparisci prima che ti uccida." Gli soffiò contro.
In qualsiasi altra occasione Raphael avrebbe risposto per le rime e non si sarebbe mai fatto mettere i piedi in testa. Ma quello che lo aveva minacciato di morte non era un uomo qualunque. Era un Grimm. E con loro non c'era da scherzare. Stava per andarsene, quando una voce lo trattenne lì dov'era. "Papà capisco che oggi sia una brutta giornata, ma non puoi minacciare di morte chiunque."
Eleonore si era risvegliata.


Daniel non avrebbe mai creduto alla scena alla scena alla quale assistette: se chiunque altro gliela avesse raccontata, gli avrebbe riso in faccia. Ma lui per primo vide l'espressione del suo quasi suocero mutare da infuriata a felice, prima di precipitarsi sulla figlia e abbracciarla. "Si può sapere cosa ti è saltato in mente Lene?" Le chiese riacquistando subito dopo il solito contegno impassibile. Tre secondi dopo, anche Gretel si precipitò tra le braccia della sorella.
"L'ideale sarebbe stato avere Gabriela lì, ma non c'era, quindi ho dovuto agire con immaginazione." Rispose la Corvonero criptica, controllando la fasciatura intorno al braccio: il tubicino le iniettiva a poco a poco la pozione nel corpo. Man mano che il sangue entrava in circolo, lei riacquistava colore. "Su tesoro, calmati, sto bene." Aggiunse poi, accarezzando dolcemente i capelli di Gretel.
"In che senso, l'ideale sarebbe stato avermi lì?" Chiese invece la Suarez, riemergendo dalle braccia di suo zio e tirando su col naso.
"Francisco stava andando in ipotermia per mancanza di circolazione sanguigna. La cosa ideale sarebbe stato somministrargli sangue come il suo, quindi chi meglio della sua gemella? Ma non c'era tempo, così gli ho fatto somministrare il mio. In fondo siamo entrambi sia Black che Malfoy."

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Hogsmeade ore 17.00


Caroline Weiland


Brian non sapeva più cosa fare per cercare di calmare Caroline. La situazione era rientrata e per fortuna erano rimasti entrambi illesi, ma la ragazza era alquanto spaventata per ciò che aveva appena vissuto. Aveva esaurito le lacrime, ma continuava a tremare incessantemente, singhiozzando senza sosta, aggrappandosi a lui come se fosse l'unico punto fermo dell'universo. Senza contare che la giornata stava per finire e lui sarebbe dovuto rientrare al Castello.
Se la giornata fosse andata come sarebbe dovuta andare, l'avrebbe riaccompagnata fino alla piccola pensione dove alloggiava temporaneamente, ma essendo le cose andate diversamente non era neanche sicuro che lei sarebbe stata in grado di reggersi in piedi, figurarsi in grado di prendersi cura di se stessa. Perciò continuava a restare lì, seduto sul divanetto di quel pub che li ospitava temporaneamente, incapace di ragionare lucidamente per trovare una soluzione a quel dilemma.

Soluzione che si presentò nella figura di Harry Potter, entrato nello stesso pub con aria stravolta e attirato dai continui singhiozzi della ragazza. "Che cos'è successo? State bene?" Chiese allarmato, avvicinandosi ai due. Non che avesse voglia di altre magagne quel giorno: l'unica cosa che desiderava era tornare a casa, ma sapeva che la questione sarebbe stata ancora lunga, perciò si era diretto lì, dove entro mezz'ora lo avrebbe raggiunto Kingsley.

Brian sbattè le palpebre un paio di volte perplesso, cercando di capire se effettivamente il grande Harry Potter stesse davvero parlando con lui. Certo, tra le sue compagne di casa figurava anche Rose, la nipote del prescelto, ma dall'avere una conversazione con lei ad una con lo zio, ne passava di strada.
Il Corvonero si accorse di essere rimasto in silenzio troppo a lungo, perciò si affrettò a rispondere "Sì signore, stiamo bene, grazie. Solo che la mia ragazza è ancora molto spaventata per ciò che è accaduto oggi." Spiegò. "Sa, è una babbana." Aggiunse, pentendosi tre secondi dopo di ciò che aveva detto. Non era del tutto sicuro che far arrivare una babbana nell'unico villaggio completamente magico rimasto nella Gran Bretagna fosse completamente a norma. E di certo andarlo a riferire al Capo dell'Ufficio Auror non era la prima cosa da fare.
"Capisco." Si limitò a rispondere l'uomo sospirando. "Come ti chiami cara?" Le chiese in tono gentile. Se c'era qualcuno che era in grado di capire una babbana, questo era lui.
La ragazza incrociò il suo sguardo con il fidanzato, che le fece un segno incoraggiante con la testa, prima di rispondere "Caroline Weiland." Mentre lo diceva però, lo fissava interrogativa.  Aveva sentito molte storie da Brian sul mondo magico e su un ragazzo con una cicatrice a forma di saetta che aveva sconfitto un potente mago oscuro.
"E abiti qui vicino?" Chiese di nuovo lui.
"No. Sono di Cotswald. Ho dovuto prendere due treni e poi un autobus per arrivare fin qui." Rispose ancora lei, quasi ipnotizzata. Aveva smesso di singhiozzare. Harry, senza farsi notare, le aveva puntato la bacchetta alla testa. Pochi secondi dopo, gli occhi della ragazza fissavano il vuoto, completamente  vacui.
"Caroline" Cominciò a parlarle Harry Potter "Hai passato una splendida giornata con il tuo fidanzato. Avete girato per Hogsmeade, Mielandia e poi vi siete rifugiati in un pub per pranzo e buona parte del pomeriggio. Non è accaduto niente di strano. Adesso tu prenderai questa" Disse incantando un oggetto affinchè diventasse una passaporta "e tornerai immediatamente a casa." La ragazza si affrettò ad obbedire all'ordine e sparì in un risucchio luminoso. "In quanto a te" Aggiunse alla fine l'Auror guardando il Corvonero che fino a quel momento lo aveva fissato in silenzio, senza perdersi nemmeno una sillaba "chiamo un Auror e ti faccio riaccompagnare immediatamente al Castello. Cerca di tenerla lontana da qui per il resto dell'anno. Hogwarts non è più un luogo sicuro."

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Quel giorno era cambiato qualcosa. Quel mattino - o forse sera, non le distingueva più le giornate da quando era prigioniera lì - era stata svegliata con una secchiata d'acqua gelida anzichè dal solito incantesimo di tortura.
Il suo aguzzino le aveva calato una benda nera sopra agli occhi, l'aveva slegata e se l'era caricata sulle spalle come un sacco. 
Poi aveva perso il senso del tempo, complice anche il movimento ondulatorio continuo al quale era stata sottoposta. 
Quando si era risvegliata, era di nuovo legata ed era di nuovo al buio. Ma c'era qualcosa di diverso. Si trovava all'aria aperta. Lo poteva percepire dall'odore che percepiva, oltre che dalla leggera brezza che la sfiorava. E il buio non era quello artificiale, creato da una stanza chiusa. Era il buio della notte. Lo capiva perchè alzando lo sguardo si era ritrovata a contemplare la volta celeste. E sopra di lei splendeva la luna piena. Rosso sangue.
Nonostante la gravità della situazione, quasi pianse di gioia. Era da molto tempo - troppo - che non vedeva altro che il buio di quella lurida e umida cantina. Ritrovarsi dopo tanto tempo all'aria aperta era stata per lei una boccata d'ossigeno. 
Dall'ombra emersero figure incappucciate che si disposero intorno a lei in cerchio. Come un sol uomo, iniziarono a recitare una litania in un linguaggio a lei sconosciuto, che iniziò a risuonare in tutto l'ambiente circostante, avvolgendolo completamente. Il suono strisciò a terra, fondendosi col fruscio delle foglie e del vento, fondendosi con gli scricchiolii dei rami. E lei non riuscì più a capire se proveniva dagli uomini incappucciati o dalla terra stessa. Sapeva solo che non c'era nulla di naturale in tutto ciò. Che neanche la magia che era stata usata su di lei aveva a che fare con questa. Si trattava di una magia molto antica, potente, oscura e completamente innaturale. Non aveva la minima idea di come facesse a saperlo, ma sapeva che era così. Lo sentiva. La magia le strisciò addosso, facendole accapponare la pelle e provocandole migliaia di brividi. Senza neanche rendersene conto aveva iniziato a tremare violentemente. 
Piuttosto che restare lì un secondo di più, avrebbe preferito tornare in quella cantina umida e sporca e farsi torturare per il resto della vita.

"Vi prego! Lasciatemi andare!" Si ritrovò a supplicare più e più volte, non sapendo neanche bene lei a chi. "Non dirò nulla a nessuno, farò quello che volete, vi darò tutti i miei soldi e le mie ricchezze, qualsiasi cosa! Ma lasciatemi andare!" Con un singulto che ormai ben conosceva, percepì la voce andarle via di colpo e la gola strozzarsi con la sua stessa saliva. 

Poi, così come era iniziata, la cantilena terminò. 
Vide alcuni degli uomini incappucciati puntarle la bacchetta contro - immaginò che lo stessero facendo tutti, ma la sua visuale non era completa - e poi sentì il suo corpo squarciarsi, mentre i vestiti venivano strappati da coltelli invisibili che le penetrarono nella carne, aprendole profonde ferite. Se avesse potuto urlare per il dolore, lo avrebbe fatto, ma neanche quello le era concesso. 
In uno stato di trance, con la vista che le si annebbiava sempre di più e le forze che ormai la stavano abbandonando, vide il suo sangue colare fino a terra e poi radunarsi in un unico punto, formando un cerchio.

La terra inghiottì il cerchio di sangue con un risucchio e un'enorme luce scaturì da esso.

A migliaia di chilometri di distanza e in un altro tempo, Anastasia Davis si risvegliò dal coma urlando.

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OOOOk, eccomi qui con un nuovo capitolo fresco fresco per voi!

Ebbene sì, Francisco si è più o meno salvato per il rotto della cuffia, anche se la strada per la guarigione non sarà poi così veloce, mentre Water è morta. Anastasia si è finalmente svegliata. Cosa ne pensate?

Secondo voi la ragazza che Anastasia ha visto si è riuscita a salvare oppure è morta completamente dissanguata? Qui lo faccio decidere a voi (perciò risposta obbligatoria).  

Comunque presto farà la sua comparsa LUI:  per chi non lo sapesse, è l'attore David Giuntoli, ovvero colui che interpreta Nick Burkhardt, il protagonista della serie televisiva Grimm alla quale mi sono ispirata per questa ff. Se c'è qualche fan della serie in mezzo a voi, vi prego! Palesatevi! *-* (anche se ho come l'impressione che dopo aver visto questa foto molte di voi lo diventeranno).

  
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