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Autore: Kisa89    18/02/2016    1 recensioni
Quando la tigre raggiunse il mandorlo lo trovò sterile e spoglio, morto sotto il ghiaccio dell'inverno; ma la tigre lo custodì e lo difese, liberandolo dal gelo e dall'erbacce e, quando infine la primavera tornò a rischiarare il cielo, il mandorlo, grato di quell'amore incondizionato, si riempì di così tanti fiori che la tigre poté riposarsi all'ombra dei suoi rami.
Questa è la mia versione dell'episodio di TMR più triste non raccontato nei libri. E' la storia di un ragazzo che ha perso ogni speranza, che ha deciso di abbandonare la vita. Ma è anche e soprattutto la storia di una rinascita, di una nuova occasione e dell'amore che gli insegnerà di nuovo a vivere. E' la storia della Tigre e del Mandorlo.
Enjoy it! ^-^
[Minewt]
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 18

Era trascorso ormai un mese e mezzo da quel giorno, il giorno in cui Newt aveva detto a Minho di odiarlo, e da allora non lo aveva più visto.
Le sue condizioni fisiche erano molto migliorate in quel periodo: il polso destro era guarito del tutto, le ferite si erano rimarginate e gli ematomi spariti. Non sentiva più alcun dolore al petto, solo una sensazione di indolenzimento e, secondo Jeff, questo era segno che le costole erano tornate a posto. L'unico grosso problema rimaneva la gamba destra: i Medicali avevano iniziato a fargli provare a piegare il ginocchio e, nonostante gli facesse male, ci riusciva. Jeff e Clint ne furono felici e gli spiegarono quanto fosse stato dannatamente fortunato che il coltello, penetrandogli la carne, non avesse reciso nessun nervo o tendine. Ci sarebbe voluto del tempo prima che l'osso tornasse a posto, ma i Medicali erano dell'idea che, contro ogni aspettativa, sarebbe probabilmente tornato a camminare, forse non come prima, ma senza grossi problemi.
Nonostante tutte le buone notizie e il suo fisico che si riprendeva ogni giorno di più, Newt non era più stato lo stesso: mangiava quel tanto che gli bastava per rimanere in vita, o meglio, mangiava perché lo obbligavano a farlo; non parlava realmente quasi più con nessuno e trascorreva le giornate fissando fuori dalla finestra o, per lo più, dormendo.
Aveva lasciato andare tutto quello che aveva dentro, sentiva che non c'era più nessuna cosa al mondo di cui gli importasse e avvertiva costantemente il richiamo soave della morte.
L'unica pace che riuscisse a trovare era nel sonno e in quegli strani sogni che sapeva di fare, ma che non era in grado di ricordare al suo risveglio. Vivere così era inutile e frustrante, il suo cuore, o quello che ne restava, gli faceva male ogni secondo e quel senso di mancanza lo stritolava.
Minho.
Voleva morire.
Ogni istante di quell'inutile vita, Newt avrebbe voluto morire.

Un'altra giornata stava volgendo al termine ormai e per l'ennesima volta Alby sedeva su quella sedia senza dire una parola; era stupido e imbarazzante stare seduti nella stessa stanza e non dirsi nulla e Newt continuava a chiedersi per quanto sarebbe durata quella patetica routine.
Dopo il giorno in cui aveva assistito al suo litigio con Minho, Alby aveva cercato di parlare con lui e di farsi spiegare che cosa gli fosse successo, aveva cercato di adempiere al suo ruolo di “capo” facendogli una serie infinita di ramanzine su ciò che aveva fatto, come se potesse fregargliene qualcosa. Ad ogni modo, ad un certo punto anche Alby pareva aver gettato la spugna con lui: era arrabbiato e indignato, si vergognava di lui e Newt lo capiva, ma era stanco di vedersi addosso quello sguardo accusatorio.
Nonostante i sentimenti di Alby fossero questi, non aveva smesso di andare da lui e di trascorrere lì il suo tempo.
Minho invece non si era più fatto vivo e Newt sapeva perché: Minho lo odiava ora.
Lo odiava perché aveva capito che genere di persona fosse, era debole e patetico, un codardo e Minho odiava i codardi più di ogni cosa.
Newt trascorreva intere giornate a ripetersi quanto fosse meglio così. Era giusto che il suo ex amico se ne fosse andato via in quel modo ed era giusto che non fosse più tornato.
Ma aveva pianto quella volta.
Newt aveva pianto un sacco di volte, solo, in quella stanza, con quel nome sulle labbra. Ma era meglio così, era meglio se Minho gli stava lontano, continuava a pensarci e ogni volta gli tornava in mente quel sogno, l'ultimo che riusciva a ricordare.
Il rumore della sedia trascinata sul pavimento attirò la sua attenzione, rompendo il filo dei suoi pensieri. Alby si era alzato, gli affondò le dita tra i capelli come faceva sempre, in una specie di carezza e si diresse alla porta.
Newt strinse i denti “...Alby!” chiamò, la voce bassa e incerta.
Il ragazzo più grande sembrò sorpreso di sentire quel suono e si voltò a guardarlo “Che c'è?” rispose.
Il biondo guardò fuori dalla finestra, conosceva ogni dettaglio del paesaggio che riusciva a scorgere.
“Sta bene?” Non voleva sembrare interessato, non voleva che si sapesse che gli importava, ma gli mancava così tanto che avrebbe voluto strapparsi il cuore per non sentire più niente.
Alby tornò sui suoi passi e si mise le mani nelle tasche “Perché non glielo chiedi tu stesso?” fu la risposta che diede. Non c'era bisogno di fare nomi, sapevano entrambi chi era il soggetto di quel discorso.
Newt si torturò le dita “Non è più venuto qui” disse, la tristezza lo tradì e si maledisse.
Il moro scosse il capo lentamente e sospirò “Viene sempre qui!” il suo tono sembrava sottolineare quanto fosse ovvia quell'affermazione e il biondo lo guardò confuso.
“Minho viene qui ogni caspio di giorno” specificò “il fatto che tu non lo abbia più visto, non vuol dire che non sia più venuto”
Newt rimase scioccato da quella notizia, gli avevano detto che qualche volta Minho era passato mentre lui dormiva ma... Ogni giorno?
“Newt” la voce del capo si fece più dolce “Credi davvero che Minho si sia arreso così? Pensi che, solo perché gli hai detto quelle cose, lui non ti starà più accanto? Credevo che lo conoscessi meglio di così...”
“Digli di non venire più qui!” sputò fuori il biondo con poca convinzione, sentiva le lacrime minacciargli gli occhi.
Alby ridacchiò “Quando mai quel pive ubbidisce ad un mio ordine? Anche se glielo dicessi verrebbe lo stesso”
“Non deve! Non voglio...” strinse la coperta tra le dita cercando di trattenersi il più possibile.
“Si può sapere che ti ha fatto? Perché ti comporti così con lui? Si preoccupa solo che tu stia bene” il moro era esasperato da quella situazione assurda.
“Non voglio...” ripeté, la sua voce divenne un sussurro e il suo viso si rigò di lacrime.
Le immagini di quel sogno gli passarono davanti agli occhi come un disco incantato che continua a saltare. L'uomo che tiene bloccato Minho per le braccia mentre l'altro lo pesta a sangue con quel bastone.
“Perché si è fissato con me?” gemette con voce spezzata.
La lotta furiosa con quei due individui, il suo amico che viene colpito ancora.
“S-se continua così...”
Il corpo di Minho che gli fa da scudo. Il suono raccapricciante dell'impatto che gli lacera la carne. La nuvola di sangue davanti ai suoi occhi...
“S-se continua a proteggermi...”
Si farà del male!
La mano di Alby afferrò di colpo la sua riportandolo alla realtà “Ma che caspio stai dicendo?” disse scuotendolo. “Sei proprio una testa di sploff! Non è questione di essere fissato, ma non capisci proprio niente?”
Sospirò rumorosamente, non potendone più e Newt rimase bloccato a guardarlo.
“A voi stupidi pive bisogna sempre spiegare tutto!” ricominciò “Apri bene le orecchie, Newt! Puoi cacciare Minho fuori da qui quante volte ti pare, puoi offenderlo, dirgli che non ti importa di lui e tutte queste caspiate, ma non potrai mai cambiare le cose. Lui continuerà a venire qui, continuerà a starti vicino, anche se tu non te ne accorgerai, anche se tu non lo vorrai e continuerà a proteggerti e a rischiare le chiappe per te perché è una maledetta, cocciuta, bacata testa di sploff! Quindi dacci un taglio con questa storia! Parla con lui e spiegatevi una buona volta! E smettila di comportarti da idiota, sono stufo di dover sempre fare l'agenzia dei caspio di cuori infranti! Mi hai capito bene?”
Newt rimase a bocca aperta difronte a quelle parole e al fatto che Alby avesse perso le staffe in quel modo. Non aveva capito molto di quel discorso, ma per qualche ragione lo colpì in pieno. Era probabile che Alby avesse ragione: Minho aveva continuato a stargli vicino anche dopo ciò che gli aveva detto e avrebbe continuato a farlo, quel suo approccio non aveva funzionato.
Non voleva che Minho si facesse male per colpa sua, ma forse doveva trovare un altro modo per impedirlo...

***

Trascorse così un'altra settimana.
Fu praticamente identica alle precedenti, fatta eccezione per il fatto che Alby riprese a parlargli e Newt dovette ammettere con se stesso che parlare con lui lo faceva sentire un po' meglio: tutto sommato era bello non essere solo, almeno apparentemente, perché dentro si sentiva molto peggio che solo. Quella continua sensazione di malinconia non lo lasciava mai e il senso di colpa che lo divorava non gli dava pace.
Quello era un giorno uguale agli altri, era pomeriggio inoltrato e Newt se ne stava seduto su quel letto con l'aria che gli accarezzava i capelli dorati ormai lunghi fino oltre le spalle; era solo nella stanza e pensava a come sarebbe stato uscire finalmente da lì e tornare in mezzo agli altri. Era agitato, non sapeva se qualcuno avesse idea di quello che gli era davvero accaduto, fatta eccezione per Minho e Alby, ma avere addosso tutti quegli sguardi lo avrebbe fatto sentire colpevole.
Non era molto d'accordo con l'idea di tornare in mezzo alla Radura, ma i Medicali gli avevano detto che ormai era abbastanza guarito da poterlo spostare da lì e che gli avrebbe fatto bene stare un po' con gli altri e prendere un po' d'aria.
Newt aveva cercato di dissuaderli da quell'idea, ma non c'era stato verso e quindi si ritrovava ad aspettare che qualcuno lo accompagnasse giù: ancora non era il caso che si spostasse da solo, secondo Clint, quindi qualcuno lo avrebbe trasportato, probabilmente Gally, pensò Newt.
Stava giocherellando con la stoffa della coperta quando qualcuno bussò alla porta della stanza, cosa strana, nessuno di quei pive bussava mai.
“Avanti” disse buttando un'occhiata alla porta, che, dopo alcuni istanti di esitazione, si aprì. La figura che superò la soglia congelò Newt come si trovava, togliendogli il fiato e ferendogli il cuore.
“Posso?” Era Minho.
Il biondo deglutì, cercando di respirare: non si aspettava affatto di vederlo e il panico lo travolse, senza parlare del tracollo cardiaco che stava subendo.
“S-sì” rispose solo, in un vano tentativo di calmarsi.
Minho si avvicinò al letto di qualche passo, sembrava stare cercando le parole giuste da dire “Clint ha mandato me a prenderti per portarti giù” disse, sembrava stranamente insicuro “Se tu vuoi” aggiunse prima di fermarsi a circa un metro e mezzo dal suo interlocutore.
Newt strinse la coperta e abbassò lo sguardo: doveva dirgli di no e mandarlo via?
Imprecò tra sé, non era affatto preparato a quell'improvvisa entrata in scena. Perché quell'idiota di Clint aveva chiesto a Minho?
Non disse nulla, temporeggiò, le sue mani tremavano. Come doveva comportarsi dopo quello che aveva fatto? Probabilmente, anzi no, sicuramente Minho lo odiava.
Non se ne rese conto, ma trascorse forse troppo tempo perché il Velocista ad un certo punto sospirò “Ok! Vado a cercare Gally...” disse, sembrava triste e si voltò.
Newt ebbe un altro tracollo cardiaco, il panico lo attanagliò di nuovo come una morsa: Minho se ne stava di nuovo per andare, sarebbe uscito da quella porta e non sarebbe tornato, di nuovo.
“No!” proruppe, stupendosi di se stesso e il Velocista si fermò e tornò a guardarlo.
“Puoi... farlo tu? Per favore...” disse piano, sforzandosi di ricambiare quello sguardo e, quando un sorriso famigliare comparve sul volto del moro, avvertì il proprio cuore tornare a battere davvero, come non faceva più da troppo tempo...

 

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Il Braciere delle Fate:
Buonsalve a tutti! Scusate il ritardo mostruoso e di nuova la mancanza di risposte alle recensioni! Sono un disastro lo so, ma sono davvero molto impegnata in questo periodo.
Ad ogni modo ringrazio tutti coloro che mi seguono!
Nuovo capitolo!
Dunque, ormai la situazione tra Minho e Newt si è schiantata con una violenza inaudita ma chissà se forse questa è finalmente l'occasione in cui riprenderanno in mano la situazione?
Forse Newt con l'aiuto di Alby comincerà a capire qualcosa e cosa sarà successo a Minho in tutto il periodo in cui lui e Newt non si sono visti?
Scopritelo nel prossimo capitolo!
Grazie mille a tutti!
Bacioni!
Fairy

  
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