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Autore: La_Birba    18/02/2016    2 recensioni
“Il magico mondo di Cremson”, era l'unica giocheria nella piccola cittadina di Armen. Era gestita dal signor Cremson, un uomo sulla sessantina con grossi baffi grigi. Non era mai stato sposato e non aveva neppure dei figli al quale poter lasciare il suo piccolo negozietto...
...Venivano persone un po' da tutta la provincia solo per i suoi giocattoli. Si dicevano fossero i migliori del mondo. Avevano una gran fama, soprattutto per un piccolo dettaglio. Ogni singolo giocattolo, a partire dai semplici soldatini fino ad arrivare alle bambole più complesse, erano completamente fatti a mano.
Quel vecchietto un po' ingobbito trascorreva giornate e nottate a creare giocattoli. C'erano delle piccole leggende sui suoi giocattoli, si diceva fossero magici. O meglio i bambini lo dicevano, gli adulti ovviamente pensavano fossero solo sciocchezze.
Tratto dal primo capitolo... è una storia particolare parlerà di un ragazzo, uno studente come tanti e..di una bambolina..non ci sarà alcuna storia d'amore tra loro due semplice amicizia..ma entrambi si innamoreranno di qualcuno simile a loro. è storia d'amore e di amicizia, un'amicizia un po' surreale :)
spero di avervi incuriosito se vi va' passate e magari lasciate un piccolo commento ;)
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 6




 

Mattwe era da diverse ore intento a studiare e a riordinarsi quell'ammasso di fogli sparsi per casa. Aveva appunti di ogni materia, la sua testa stava letteralmente esplodendo. Era davvero troppo tempo che non studiava seriamente, guardò distrattamente la sveglia alla sua destra, le 15.24. Sbuffò, si tirò indietro i capelli che aveva sul viso. Ritornò a studiare, a sottolineare e a mettere apposto ogni cosa. La bambolina era stata ammonita quella mattina di fare silenzio, era stata sgridata più volte. Il piccolo Noè aveva avuto lo stesso trattamento. Il cucciolo si era dunque sdraiato mogio mogio vicino alla sedia del padroncino. Laily invece era allo specchio e cercava di acconciarsi in qualche modo quegli assurdi capelli che il signor Cremson le aveva fatto. Provò a fare una treccia, poi una coda alta infine dei codini. Trattenne un gridolino di nervoso si sciolse i capelli e scosse la testa rendendosi completamente spettinata. Annoiata poi aveva preso uno dei tanti libri accasciati a terra sulle stelle e aveva iniziato a leggerlo. Si era poi addormentata appoggiata alle pagine. Mattwe era nervoso, più studiava e si ripeteva ogni singola cosa, più gli sembrava di non riuscire a ricordarsi niente. Avrebbe avuto un esame scritto e due orali, per quello scritto se la sarebbe cavata con qualche bigliettino. Era incredibilmente bravo a copiare senza farsi beccare, erano gli orali a preoccuparlo. Non era uno di quelli che si faceva prendere dall'agitazione e che poi non riusciva a rispondere a dovere, il problema era la tua testa. In quel momento viaggiava tra le sue stesse stelle, nulla voleva entrarvi. Si portò nuovamente i capelli indietro, sospirando. L'occhio cadde sulla sveglia accanto, 20.23.

“COSA?!”

Si ritrovò a esclamare da solo. Si alzò di scatto facendo svegliare di soprassalto sia Noè che Laily.

“Maledizione, è già così tardi?! Andiamo bello va'”.

Prese il guinzaglio e uscì portando con sé anche Laily. Non si era reso conto di quanto tempo fosse trascorso, inoltre la sua testa era ancora vuota. Si sgranchì le gambe e la schiena correndo un po' insieme al suo lupetto. Ogni giorno si faceva più grande, presto sarebbe riuscito a saltargli sul letto, quello sarebbe stato un enorme problema per lui. Notò più tardi che sul volto di plastica della bambolina vi era rimasti stampati i caratteri di un qualche libro. Rise come un pazzo con lei che lo maltrattava. Se qualcuno l'avesse visto l'avrebbero scambiato per un pazzo. Finalmente la tensione e il nervoso che aveva addosso gli scivolarono via. Si sentì rinato, passò poi in un piccolo negozietto notturno e si comprò qualche snack da mangiare come cena. Non avrebbe di certo avuto voglia di cucinare a quell'ora.

Dopo un paio di birre e vari pacchetti di schifezze andò a dormire mettendosi la sveglia un'ora prima del normale. Prima fu obbligato a pulire alla perfezione il viso della bambolina, gli aveva ordinato di comprargli anche una crema idratante, come se le fosse davvero servita a qualcosa! Quella sera fece uno strappo alla regola, prese Noè e lo fece dormire sul letto con lui. Anche Laily poi si aggiunse ai due. Quella mattina si svegliò di buon ora, vari minuti prima della sveglia con un naso umidiccio vicino ad una guancia. La bambolina dormiva sul cuscino vicino al cucciolo. Cercò di alzarsi senza essere sentito, ovviamente fu tutto inutile. Il cane seguì subito il padrone in cucina ricevendo dei biscotti per stare ancora un po' buono. Mattwe ripassò velocemente tutto il programma per l'esame orale di quel giorno. Finì appena in tempo per portare a fare un giro Noè e per prendere l'autobus. Si era fatto diversi schemi per ripassare al meglio durante il viaggio. Si era portato anche Laily che ci aveva messo un'ora per curarsi al meglio quel viso finto porcellana, aveva occupato il bagno per un'eternità. Sembrava sempre più una donna secondo il ragazzo. Quella mattina era ancora offesa per la presa in giro del giorno prima. Eppure quando il moro era andato da lei con un orsetto gommoso rosso chiedendole di andare con lui all'università per essere il suo portafortuna lei aveva sorriso di gioia. Aveva acconsentito subito sentendosi importante. Mattwe le aveva detto che sarebbe riuscito a passare solo se lei ci fosse stata. La bambolina era tutta allegra quel giorno.

Il ragazzo mentre era intento a leggere i suoi appunti sentì poi una strana mancanza. Guardò alla sua destra che di solito era occupata da una biondina con spessi occhiali. Quella mattina era vuota. Lui abbassò un attimo lo sguardo a terra, sospirò e poi tornò sui suoi fogli.

 

Arrivò all'università, avrebbe avuto l'esame in tarda mattinata. Passò il resto del tempo a ripassare, gli sarebbe andato più che bene un 18. Prese Laily tra le mani.

“Mi raccomando, portami fortuna e fa che mi facciano le domande giuste”.

Le fece l'occhiolino. Lei arrossì non sapendo cosa dire. Si era creato uno strano legame tra quei due in quei pochi giorni. Una piccola strana amicizia ormai li legava. Spesso litigavano o si prendevano in giro, eppure entrambi ormai si erano abituati alla presenza l'una del altro.

Mattwe entrò per l'esame. Andò tutto bene, riuscì a rispondere in modo più o meno completo ad ogni domanda. L'ultima fu un trabocchetto e lì per lì il ragazzo tentennò. Una flebile vocina gli arrivò all'orecchio con la soluzione. Laily aveva letto quella stessa domanda, il giorno prima su quel libro noioso che l'aveva fatta dormire d'incanto. Ogni professore non avendo altri studenti nell'aula pensò d'essersi immaginato di sentir parlare. Fu grazie a quel piccolo aiuto che lo studente Ringer ottenne il suo primo 27! Uscì festeggiando mentalmente, promettendosi di regalare qualunque schifezza Laily gli avesse chiesto. Tirò un sospiro di sollievo, “Fuori uno!” pensò. Mentre era sovrappensiero andò a scontrarsi con qualcuno di sua conoscenza. Josephine per la sorpresa fece cadere il suo libro pieno di post-it e perfettamente evidenziato. Mattwe disse un veloce “scusami” mentre le raccoglieva il libro. Non riusciva a capirne il motivo, ma era improvvisamente diventato nervoso ed agitato. Sembrava quasi dovesse ancora dare quello stupido esame. Lei invece era ancora imbarazzata. Quella mattina non si era riuscita a presentare dalla fermata perchè si era sentita in colpa.

“Come va'? Com'è andato l'esame?” il ragazzo cercò di sembrare tranquillo. In fondo sapeva che non aveva alcun senso il suo attuale stato d'animo.

La biondina si strinse il libro al petto, “Non penso che potrei lamentarmi...te?”

Tirò fuori il suo miglior sorriso falso e mostrò il documento con su scritto “27”. Lei era davvero felice, sapeva perfettamente che gli orali non erano il forte del ragazzo che aveva davanti. Invece la sua media che prima era tra i 28 e i 30 si era abbassata prendendo un 20. Il giorno prima non era riuscita a ripassare a dovere, quella mattina inoltre presa dal panico di poter incontrare il suo amato la sua testa si era svuotata. Non era persona da scenate isteriche eppure avrebbe voluto proprio piangere in quel momento.

Andarono insieme verso l'uscita. Lì c'era una decapottabile con la musica a palla che li stava aspettando.

“Ehi Jo!”

La biondina si fece piccola piccola e sbiancò, tutti guardavano prima quei pazzi scatenati di suo fratello e Symon e poi lei. Josh era in canottiera mostrando i muscoli alle ragazze che non lo disdegnavano di certo. L'amico, anch'esso in canotta, non stava sbracciando come il biondino, era seduto compostamente a braccia incrociate. Il nervoso di Mattwe salì ancor di più. Si tirò indietro i capelli poi serrò i pugni voltandosi e dirigendosi verso la fermata che era dalla porte opposta ai parcheggi. Josephine avrebbe voluto fermarlo ma non trovò le parole. Siccome suo fratello non smetteva di gridare si avvicinò a lui e gli chiese cosa fosse venuto a fare alla sua università.

“Sono venuto a trovare la mia adorata sorellina non è ovvio? Inoltre potevi venire con noi oggi, abbiamo la partita di qualificazioni per le regionali di Hockey!” Le gridò nell'orecchio. La radio era altissima quindi per poter sentire la propria voce aveva quasi reso sorda la biondina. Allungò il bracciò spegnendo quel maledetto affare, “Ehi..ma che?”

Sentendo tutti gli sguardi della scuola su di lei, la ragazza desiderò sparire in fretta e furia. Dunque decise di accettare l'invito del fratello. Infondo le piaceva passare del tempo con lui, e poi le era sempre piaciuto guadarlo giocare. La presenza di Symon la rendeva un po' a disagio. Abbassò lo sguardo, Josh sapeva perfettamente come non creare situazioni imbarazzanti, si fidò di lui e quindì accettò.

“Dai vengo basta che mi riporti entro stasera a casa! Devo ripassare per gli altri esami!”

Josh fece spallucce e le fece cenno di salire, si alzò per spostarle il sedile come un perfetto gentiluomo. Poi partì e in un attimo non si videro più.

Mattwe li vide sparire, provò un profondo senso di vuoto. In un paio di giorni la sua quotidianità con Josephine era andata a farsi benedire. Serrò più stretti i pugni fino a farsi male. Quando arrivò a casa si sdraiò sul tappeto. Venne presto raggiunto da un cagnolino scodinzolante, che decise che il posto più comodo per dormire, fosse proprio il suo padrone. Sospirò, arrivò infine Laily che si sedette sopra la testa di Noè.

“Sai cosa dovresti fare? Riprendertela!” sembrava decisa, una vera e propria donna.

“Che?”

“Lei ti piace non puoi mentire! Potresti chiederle nuovamente di uscire! Stavolta invece di fare agire gli altri dovresti agire tu!”

“Ma che vai blaterando? Sono tutte assurdità!” Chiuse così il discorso, eppure chissà perchè o quale oscura forza si intromise, Mattwe tirò fuori il cellulare dalla tasca e guardò lo schermo nero per diversi secondi. Scrisse un rapido messaggio, lo rilesse, lo cancellò e lo riscrisse uguale a prima. Chiuse gli occhi e senza pensarci ancora lo mandò a Josephine. Dopo di che lo spense, si alzò facendo scomodare tutti e si mise a studiare.  





******chiedo umilmente perdono! ho fatto attendere tantissimo per questo capitolo..sono una persona orribile XD è che non ne avevo mai voglia di scrivere...lo ammetto xD comunque tadaaaaannnn :D spero vi sia piaciuto :) ;) fatemi sapere..non so co'saltro scrivere quindi bo ;)
ciao alla prossima :) <3

  
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