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Autore: Shade Owl    22/02/2016    2 recensioni
Lawrence Powell è un giovane agente dell'FBI che da poco ha iniziato la sua carriera al Bureau, e già si trova per le mani un caso estremamente importante: quello di un sadico serial killer convinto di essere il figlio del demonio, ribattezzato dalla stampa "Devil's Child".
Nonostante la giovane età, Powell è convinto di conoscere la prossima mossa del killer, motivo per il quale decide di recarsi ad Orenthal, una piccola città in cui, se sarà fortunato, riuscirà a intercettare Devil's Child e ad arrestarlo, assicurandolo alla giustizia.
Ma qualcosa, ad Orenthal, non è come dovrebbe: le persone sono strane, e fatti via via più inspiegabili circondano le vite di molti, primo tra tutti il capo delle forze dell'ordine locali, il quale dietro il suo comportamento indecoroso sembra nascondere numerosi segreti...
Genere: Dark, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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Il pick-up dello Sceriffo inchiodò davanti al Red Maple con uno stridio di gomme, seguito dall'auto del Vicesceriffo. Lawrence, a bordo di quest'ultima, si slacciò la cintura di sicurezza prima ancora che il motore si fosse spento. Anderson scese sbattendo la portiera e ordinò al cane di aspettare fuori.
- Hai chiamato i colletti bianchi?- gli chiese mentre entravano di gran carriera nell'albergo.
- Sì, arriveranno entro stasera.- rispose Lawrence, risoluto.
Il portiere dell'albergo alzò lo sguardo mentre si avvicinavano al bancone, sorpreso per tutto quel trambusto.
- Salve, si ricorda di me? Sono stato qui ieri.- disse Lawrence, sfoderando il tesserino - Il signor Esposito è ancora qui?-
L'uomo annuì, guardando alternativamente da lui allo Sceriffo.
- E magari ti va di dirci dov'è?- sbottò questi, sporgendosi - O devo fare entrare Dran e cercarlo da me?-
Il portiere impallidì.
- Salone ristorante!- esclamò indicando freneticamente alla sua destra - È appena entrato!-
Anderson fece una smorfia sgradevole e si staccò dal bancone, seguito a breve distanza dal Vicesceriffo. Lawrence corse in testa ai due e individuò il signor Esposito, il camionista con cui aveva parlato il giorno prima.
Era un ispanico di mezza età, calvo e, a dispetto della sua professione, piuttosto mingherlino. Indossava un paio di occhiali sottili e una camicia a scacchi scolorita. Il braccio sinistro presentava una chiazza scura, tipica di chi tiene il braccio per ore fuori dal finestrino sotto il sole.
Stava mangiando da solo, trangugiando una semplice minestra di verdure. Quando si accorse che puntavano verso di lui raddrizzò la schiena, spalancando gli occhi.
- Signor Esposito, deve venire con noi.- disse Lawrence - È in arresto per omicidio e aggressione a un agente federale.-
Lui spalancò la bocca, stupefatto.
- Cosa?- esclamò - Ma… agente Lawrence, le avevo detto che…-
- … sì, che è arrivato da pochi giorni e che sarebbe ripartito domani. Tuttavia ho parlato con il proprietario della ditta per cui lavora, e mi ha detto che avrebbe dovuto fermarsi a Billings dopo la consegna, non sapeva che fosse a Orenthal. Abbiamo controllato le sue carte di credito, e ci risulta che abbia noleggiato un'auto ieri pomeriggio, subito dopo che abbiamo parlato, e di aver chiesto espressamente di farsela consegnare qui.-
L'uomo lo guardò con espressione sempre più confusa, per non dire terrorizzata.
- Finiamola con questa pantomima, Larry.- sbuffò lo Sceriffo, roteando gli occhi - Donovan, mettigli le manette, io vado a dare un'occhiata al camion…-
A quelle parole l'uomo parve animarsi e, in un attimo, afferrò il piatto di zuppa, lanciandolo contro di loro. Riuscirono a scansarlo, ma intanto il camionista si era alzato, correndo verso l'uscita.
- Fermatelo!- gridò Lawrence, facendo per inseguirlo.
- Aspetta, stai calmo. Non c'è fretta.- disse Anderson, prendendolo per una spalla.
Prese un gran respiro, poi lanciò un grido:
- BISCOTTINO!-
Dran, all'esterno, abbaiò un paio di volte, furioso, e pochi secondi dopo Esposito lanciò un grido straziante.

Lawrence guardò sgomento il povero Esposito, ammanettato e sdraiato nel cassone del pick-up con una busta di ghiaccio premuta sull'inguine, piagnucolando sommessamente per il dolore. Donovan lo sorvegliava a vista, ma nel suo sguardo si leggeva una certa dose di compatimento.
- Sceriffo… era proprio… necessario?- chiese Lawrence.
- Beh, l'abbiamo preso, no?- chiese questi, aprendo il retro del camion di Esposito.
- Non mi fraintenda, non mi sto lamentando… stavolta…- chiarì - Solo… ehm… doveva davvero ordinare a Dran di…-
E guardò il cane, che inclinò il capo con un guaito confuso.
- Lui si diverte e a me torna utile. Fa paura ai Sykes.- ridacchiò Anderson, in tono cattivo - Ora, vediamo cosa c'è di bello qui dentro…-
Sollevò la saracinesca del camion e si issò all'interno, scansando uno scatolone. Non appena lo ebbe spostato si fermò a guardarlo, sorpreso.
- Cosa c'è?- chiese Lawrence.
Lui non rispose e gli lanciò la scatola. Lawrence l'afferrò al volo, e scoprì che era leggerissima.
- Ma… è vuota!- esclamò.
- Già. Quindi non trasporta bambole.- disse lo Sceriffo, avanzando verso il fondo.
Spostò tutti gli scatoloni, e ognuno di essi si rivelò vuoto; prese a guardarsi intorno, aggrottando la fronte.
- Non ti sembra piccolo?- chiese - Quanto sarà… otto metri?-
- Almeno.- rispose Donovan.
- Eppure, qua dentro sembrano solo sei, sette al massimo.-
Colpì il fondo con le nocche, e suonò vuoto.
- Bingo.-
Tirò indietro il pugno, facendo per colpirlo.
- TIMMI, NO!- gridò il Vicesceriffo.
Anderson si fermò proprio un istante prima di potersi rompere tutte le dita.
- Sceriffo… crede di essere Terminator?- chiese Lawrence - Quello è acciaio.-
- Ehm…- borbottò lui - Io… mi sono fatto… trascinare.- rispose, a disagio.
Cercò sul pavimento fino a trovare una cinghia; tirandola, il pannello sul fondo si sollevò, rivelando un carico di panetti pieni di una sostanza bianca.
- Oh, porca miseria!- esclamò, ridacchiando - Gesù, Giuseppe, Maria e tutto il resto… Larry, qui ci sono almeno dieci chili di… sarà mica cocaina?-
Prese uno dei panetti e glielo lanciò. Lawrence lo afferrò al volo, confuso: non aveva previsto la droga. Non era nel profilo di Devil's Child.
- Signor Esposito, ha nulla da dire?- chiese, voltandosi verso il camionista.
Quello si girò dall'altro lato, senza rispondere.
- Voglio un avvocato.- si limitò a dichiarare, laconico.
- Già, e sarà meglio che sia bravo.- commentò Anderson, accennando al carico di droga.

Il direttore Bell sarebbe arrivato con altri tre agenti anziani entro cinque ore per prendere il sospettato in custodia; nel mentre loro finirono di interrogare Esposito nell'Ufficio dello Sceriffo, in presenza di un avvocato d'ufficio (nonché l'unico avvocato di Orenthal) che per tutto il tempo incassò le prese in giro di Anderson senza battere ciglio.
Lawrence scoprì di ammirare quel cinquantenne coi capelli grigi: non diede la minima soddisfazione allo Sceriffo, che continuò a provocare sia lui che il suo cliente per tutto il tempo, limitandosi a fare il suo lavoro nel modo più professionale possibile.
- Allora, il signor Esposito ha deciso di patteggiare.- spiegò davanti alla macchina del caffè, dopo aver parlato a lungo col camionista nella piccola sala degli interrogatori - Ammette il traffico di droga e il contrabbando, ed è disposto a collaborare per arrivare ai suoi mandanti, ma rinnega l'omicidio è l'aggressione all'agente Powell.-
- Ma va' là!- sbottò Anderson, l'unico a non aver preso una tazza (a quanto disse, odiava il caffè) - Nel caso non l'avessi capito, Popicchi, abbiamo le prove della sua colpevolezza.-
- Come le ho ricordato più volte in questi ultimi vent'anni, Sceriffo, il mio nome è Popinski.- ribatté pacato l'avvocato - E il signor Esposito ribadisce di non avere nulla a che fare con queste accuse.-
- Abbiamo controllato la sua carta di credito.- disse Lawrence, bevendo un po' di caffè. Si era tolto la giacca e la cravatta, iniziando a sentire la stanchezza e lo stress della giornata - Ha noleggiato un'auto. Il Vicesceriffo Donovan ha battuto i boschi fino a un'ora fa, ha trovato l'auto. Presenta segni di incidente compatibili con la macchina con cui è fuggito ieri sera Devil's Child, coincidono con il lampione che ha colpito e con il vaso che gli è caduto sopra. Anche il numero di telaio coincide con quello fornitoci dall'agenzia. La sta portando in questo momento al deposito cittadino, in attesa di essere esaminata.-
- Ma, come ho detto, il mio cliente nega ogni cosa.- ripeté Popinski, in tono fermo - Anzi, dice di aver smarrito la carta di credito alcuni giorni fa. Non ha sporto denuncia subito perché, come ben sapete, aveva qualcosa da nascondere e non voleva attirare l'attenzione.-
Anderson sbuffò, scocciato.
- Beh, questa è una spiegazione possibile, avvocato Poppino.- concesse - Ma se non può dimostrare la propria innocenza…-
- Ha un alibi per ognuno dei precedenti omicidi.- lo interruppe stoicamente l'avvocato - Non può essere stato lui, era a chilometri di distanza.-
- Verificheremo.- garantì Lawrence - Dica al suo cliente che parleremo del patteggiamento appena arriveranno i miei superiori.-
Popinski annuì e tornò verso la sala interrogatori. Anderson masticò una parola piuttosto sconcia.
- Se è vero, abbiamo fatto un buco nell'acqua.- disse Lawrence - Devil's Child deve aver rubato la carta di credito di Esposito e l'ha usata per noleggiare l'auto a suo nome. Ha progettato tutto per depistarci.-
- Già, ma non mi dire!- sbottò Anderson - E ora si starà facendo due risate alle nostre spalle…-
- Sceriffo, non si tenga tutto dentro, lo sa che le fa male.- disse Clifford, senza smettere di fare le parole crociate.
- Cliff, tappati quella fogna o…-
- Sceriffo!- esclamò Melanie, saltando su - Sceriffo, Sceriffo, Sceri…-
- Vale anche per te, Melanie!- ringhiò - Lo so che sono lo Sceriffo, piantala di rompere!-
- No, capo, è Bob Sykes!- esclamò lei, agitata - La sta chiamando da quasi un'ora!-
- Beh, ho il telefono spento, sto lavorando! Ogni tanto capita anche a me, cazzo!- sbottò.
- Ma suo fratello…-
- SI FOTTA SUO FRATELLO!- ruggì Anderson, andando alla postazione del centralino e strappandole di dosso l'auricolare - Bob… sì, sono io! Chi è, Will? Beh, digli che può andare a fare in…-
Si interruppe di botto e, anche a quella distanza, Lawrence vide Anderson sbiancare come un cencio. Ascoltò a lungo, senza fiatare; l'atmosfera nell'ufficio cambiò, si fece tesa. Dran trotterellò al centro della stanza, le orecchie drittissime, e Clifford interruppe il proprio passatempo, ora preoccupato. Lawrence comprese che era una cosa grave.
- Arrivo.- disse alla fine.
Restituì l'auricolare a Melanie, che lo guardava con aria preoccupata e spaventata insieme. Lui la ignorò, voltandosi verso Lawrence.
- Era Robert Sykes, il fratello maggiore di Jeff e Will. E anche mio amico, aggiungerei.- spiegò - Suo fratello Will è scomparso. E anche Alis.-
 

Vi avverto, mancano pochi capitoli alla fine di questa storia (anche se dovrete sempre aspettare una settimana ogni volta). Chi mi conosce sa che posterò l'epilogo insieme all'ultimo capitolo.
Ringrazio 
Ely79, NemoTheNameless, Hedoniste, Easter_huit, Kira16, Piperilla, Evuzzola e Rohenne, che come sempre mi stanno seguendo. A lunedì prossimo!

   
 
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