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Autore: cin75    23/02/2016    11 recensioni
Lucifero, ancora nelle vesti di Castiel, si svela finalmente e lo fa nel modo più crudele. Uccidendo Dean.
Cosa farà Sam? Come reagirà?
Spoiler stagione 11. WARNING!!!
Genere: Angst, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“Sam?!” fece la voce di  Cas al cellulare.
“Castiel…dove sei?!” chiese con voce atona e spenta il giovane cacciatore.
“Sono appena stato sul luogo dell’ultimo omicidio. Dean mi aveva detto di raggiungerlo, ma non lo trovo.” rispose.
“Dean…è con me, Cas.”
“Al bunker?!” e la voce era decisamente sorpresa.
“Sì.” Rispose appena udibile.
 
Poi silenzio. Come se il cacciatore non volesse parlare e “l’altro” lo intuisse , concedendogli quel tempo di cui aveva bisogno.
 
 “Cas?” richiamò poi, il giovane Winchester.
“Sì, Sam!”
“Dovresti tornare anche tu, qui. È importante.” e la voce si fece più bassa e incerta.
“Tu e Dean avete trovato qualcosa?” domandò con tono fiducioso.
“Cas…torna al bunker…..per favore.” e la richiesta parve quasi supplichevole.
“Sam, ma che succede?!” fece la voce dal cellulare.
“Cas….lui…Dean…” incerto sull’andare avanti.
“Sam, ma che succede?” alternando appena la voce.
“Dean….Dean è morto!”
 
Dall’altra parte ancora silenzio. Di nuovo.
 
“Sam, ma cosa…”
“Non so chi è stato. Quando l’ho trovato….lui….lui era già ….era poco distante da qui…. E lui… lui…era…era già morto.” riferì infine, in modo decisamente confuso.
“Sam.” e la voce sembrò addolorata anche dall’altra parte del telefono.
“Ascolta , Cas….Fra un po’ accenderò la pira e ….e credo che a lui…avrebbe fatto piacere se tu…se tu fossi …fossi stato qui. Ne ho bisogno anche io…per favore…Cas…vieni! Ho bisogno…di averti qui…Io non …non ce la faccio a farlo da solo.”  e mise giù.
 
Dall’altro capo del telefono, colui che era in ascolto, altro non voleva sentire che un Sam addolorato e disperato che chiedeva di lui e che gli confessava di aver bisogno di lui.
Si infilò in  macchina e si avviò al bunker. Era ancora nella casa in cui aveva colpito a tradimento Dean. Poco distante dal bunker. Quindi non ci pensava nemmeno a perdersi i fuochi d’artificio che si sarebbero portati via per sempre l’unico vero ostacolo che lo separava dal suo obiettivo. Sam Winchester.
 
Quando arrivò al bunker, la porta era aperta, appena socchiusa.
Il finto Cas, entrò e scese e non appena fu nel grande atrio, vide Sam seduto al tavolo.
Una bottiglia di whisky mezza vuota.
Un bicchiere tra le mani, vuoto.
Lo sguardo fisso nel nulla. Una posizione scomposta. L’espressione addolorata o forse feroce o in cerca di vendetta o ancora di una qualche possibile spiegazione. La penombra che gli nascondeva il viso. Gli occhi , perfino in quella semioscurità, erano arrossati e gonfi.
“Sam?”
“Dove sei stato , Cas?” chiese atono.
“Cercavo Dean, quando mi hai chiamato!” rispose pacatamente. “Ma lui non è mai arrivato a quella casa.”
“Lui ci è arrivato, invece. Ma qualcuno lo ha portato via.” fece affranto. “Per fargli questo!” ringhiò facendo scivolare sul grande tavolo, la brillante lama angelica che a questo punto di brillante aveva solo ciò che rimaneva del sangue di Dean ad imbrattarne completamente la lama.
L’angelo seguì con lo sguardo quella lama che scivolava verso di lui e più l’arma gli si avvicinava , più l’odore del sangue del maggiore dei fratelli, gli arrivava forte nelle narici.
E segretamente si esaltò.
E segretamente, prigioniero del suo stesso tramite, il vero Cas, urlava di rabbia e disperazione.
 
 “Dove? Dov’era Dean?!” doveva chiederlo. Cas lo avrebbe chiesto con quel suo tono affranto e costipato.
“In un vecchio casolare , poco distante il Wakonga Lake!” fece riempiendosi un altro bicchiere e buttandolo giù tutto di un fiato. “Io ero qui , immerso in questi stupidi libri e mio fratello veniva massacrato e ucciso a meno di mezzora di strada da qui. Io ero qui….” continuò con più rancore ed esasperazione. “…. al sicuro da ogni male …..mentre lui veniva torturato e massacrato da…..” e solo allora con un gesto rabbioso e violento gettò contro un muro la bottiglia e tutto quello che riuscì a racimolare, per poi cadere di nuovo, sconfitto sulla sedia.
 
Lucifero avrebbe voluto esultare da quello che vedeva, perché era convinto che in quella situazione emotiva, cavolo!, se Sam sarebbe stato vulnerabile. Ma se la stava godendo troppo per far finire tutto in quel momento. Così, cercò di contenersi e si concentrò a mantenere il solito tono di Castiel.
 
“Dov’è tuo fratello….dov’è Dean?!” avanzando ancora, appena un po’.
“ Poco distante dall’entrata secondaria del bunker, c’è uno spiazzo circondato da alberi. La pira funebre è lì.” rispose e per la prima volta, il cacciatore guardò l’angelo. “Dean.. è lì!”
Castiel raggiunse il centro della sala e poi cercò di essere il più convincente possibile.
“Allora andiamo, Sam.” disse con voce risoluta. “Andiamo a dirgli addio. Andiamo a dire addio a Dean e poi torneremo qui e scopriremo chi ha fatto questo. Gli daremo caccia. Lo uccideremo. Tu lo ucciderai…” fece con più decisione. “… e avrai finalmente la tua vendetta! Quella vendetta che hai sempre cercato.” e furono parole talmente strane e dette con un tono talmente freddo, che Sam segretamente, ne provò terrore.
Sam lo fissò un attimo stranito da quelle sue parole così…distaccate. Quasi non fosse di Dean che stavano parlando.
“Come fai a non mostrare…..dolore, Cas?” domandò con tono ferito. “E’ di Dean che ti sto parlando. Di mio fratello. Del tuo migliore amico. E tu…tu..”
Lucifero, capì di aver spinto troppo, ma l’ansia di sbarazzarsi definitivamente di Dean era tanta, così interpretando il più contrito dei Castiel, replicò a quella sofferente accusa del giovane Winchester.
“Chi ti dice che io non stia provando dolore, Sam?” lo fermò. “Chi ti dice che io non stia provando quella che voi chiamate disperazione, nel profondo della mia Grazia?! Lo so che si tratta di Dean. Credimi, lo so. Ma bere e ubriacarmi a me non servirebbe. Stare qui al buio a compiangere chi invece deve essere celebrato non mi serve….” fece, mostrandosi a tratti anche turbato. “Quello che mi serve è dire addio al mio amico. Salutare un’ultima volta l’uomo che mi ha mostrato ciò che da secoli non vedevo più. Quello che mi serve è cercare di convincere me stesso che un giorno ci rivedremo in tempi e posti migliori!” disse ancora e quando vide il giovane che lo ascoltava, soffocare un tremore commosso, seppe di aver recitato bene la parte dell’amico disperato.
“Mi dispiace , Cas!” mormorò Sam e il finto angelo annuì comprensivo.
Il giovane bevve ancora finendo quello che era rimasto nel bicchiere che era scampato alla sua furia e poi si alzò e distrattamente si tastò le tasche. Prima quelle sul davanti, poi quelle di dietro. Poi , di nuovo quelle sul davanti.
“Cosa cerchi, Sam?!” chiese l’altro vedendo quei gesti.
“Il suo accendino. Mi serve il suo accendino…io…io ho bisogno del…mi…mi serve…”
“Sam…” lo richiamò. “Sam…è lì. Sul tavolo!” gli fece notare  “l’amico”.
Sam guardò sul tavolo e vide il vecchio zippo di Dean, che era quello di John prima. Il maggiore non la smetteva di ricaricarlo e l’aveva perfino fatto riparare quando iniziava ad incepparsi.
“Era di nostro padre.” confessò guardando l’oggetto tra le sue mani. “Dean lo ha sempre tenuto con lui. E una volta che avrà fatto il suo dovere per un ultima volta, resterà con Dean per sempre.” fece mentre lo faceva scintillare tra le sue mani.
Il falso Castiel annuì e poi con un espressione che voleva portare conforto disse: “D’accordo, allora. Fagli accendere il suo ultimo fuoco!”
Sam a quell’espressione lo fissò. Sorrise appena, accese la fiammella e sorrise ancora. Poi con un rapido movimento lanciò sul pavimento  l’accendino e in meno di un secondo, un possente cerchio di fuoco sacro circondò l’arcangelo traditore.
“E fuoco sia, gran figlio di puttana infernale!” fece con disprezzo Sam, allontanandosi appena dal cerchio sacro.
“Ma cosa….cosa….Sam che cosa fai?!” chiese allarmato e sorpreso.
 
“Ciao, Lucy! Sono a casa!!” fece la voce di Dean alle sue spalle.
   
 
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