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Autore: k_Gio_    26/02/2016    5 recensioni
Era tardi, a quell'ora doveva esserci pochissima gente, e infatti era così . Uno strano incontro con un ragazzino sbucato fuori dal nulla che si è perso.
< Ehi ragazzino, guarda dove corri, potevi farti male. Tutto bene?! > Killian lo guardò ma il ragazzino non accennava ad alzare lo sguardo.
Buona lettura
Aggiunto #Special
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo #8

 

«Emma!» esclamò Ruby
«Dov'è Henry?»
«Sta ancora dormendo»
Emma la tirò per un braccio verso la sua stanza chiudendo la porta alle loro spalle.
«Cosa è successo a Killian?»
«Sta bene, più o meno...»era una mezza verità no?
«Hai il suo odore addosso...Oddio hai il suo odore addosso! Ci sei andato a letto!» Ruby sembrava un adolescente tanto si stava esaltando...cioè lo avrebbe fatto anche lei se non  fosse stato che nella sua mente ora c'erano ben altri pensieri.
«Shhh, abbassa la voce! E smettila di comportarti come un cane» Ruby le fece la linguaccia.
«Allora, dimmi, perchè sembra che un fantasma ti stia inseguendo?» chiese la bruna.
«Perchè è così...»trovò perplessità negli occhi di Ruby «Neal»
Tutta l'ilarità di poco prima scomparve.
«Cosa? Come? Quando?» non capiva.
«Poco fa ho ricevuto una chiamata ed era lui, ne sono sicura» perche doveva sempre essere tutto così complicato.
«Cosa ti ha detto?»
«Ha solo detto il mio nome, poi ho attaccato e ho lanciato via il telefono» spiegò.
«Che hai fatto? Hai lanciato il telefono?» non era un comportamento da Emma.
«Mi sono spaventata...»si giustificò la bionda.
«Cosa hai intenzione di fare?»
«Niente?!» che doveva fare, l'unica cosa che voleva fare era far finta che non fosse successo niente...cioè non niente niente ,solo l'incidente 'Neal'. Tutto il resto andava bene.
Si ritrovò a sorridere come un ebete e Ruby non potè fare a meno di farglielo notare.
«Stai sorridendo come una ragazzina con una cotta» cantilenò
«Non è vero!»
«E' vero!»
«Ok è vero...» e sorrise guardandola negli occhi  «Sono così stupida» si rimproverò.
«No sei solo innamorata»
«No! Zitta!» non ci sarebbe ricaduta, è vero era stata con Killian e provava qualcosa per lui ma non voleva correre,e non lo avrebbe fatto.
«Ok, ok ...tanto lo so come finirà» disse con fare angelico Ruby.
No non poteva saperlo perchè nemmeno Emma lo sapeva e in questo momento era una domanda troppo ingombrante a cui pensare.

Ruby se ne era andata, doveva passare a casa e poi andare al locale; Henry si era svegliato l'aveva salutata e ora stava mangiando i suoi cereali davanti alla tv, guardando i cartoni della domenica mattina.
Lei si era andata a fare una doccia. Voleva farsi scivolare via tutte le preoccupazioni almeno per dieci minuti...anche venti magari.
Non voleva pensare a nulla. Era impossibile e lo sapeva. Cosa voleva Neal, perchè ora la cercava dopo dieci anni, cosa voleva da lei.
Voleva sparire.
Ora che con Killian le cose stava prendendo forma, non sapeva che forma, con quella chiamata si erano affievolite quelle illusioni che piano piano stavano nascendo in lei. Fantastico.
Uscì dal bagno e si chiuse in camera sua. Prese il telefono.
Un messaggio da 'Il Capitano'.
«Il Capitano?? ma cosa...» Henry aveva rimesso le mani sul suo telefono, ormai ci aveva rinunciato.
' Ehi Swan ,tutto bene? La doccia ti ha rilassato i nervi? Sei più in te ora?'
Il battito cardiaco era accelerato. Si guardò intorno, le tende celavano l'interno della stanza, anche se sfidava chiunque a spiarla dal quarto piano della palazzina.
'Come fai a saperlo...'
'Sei davvero sexy con solo quell'asciugamano addosso ;)'
D'accordo ora si stava spaventando, non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
Si strinse l'asciugamano addosso quasi fosse una seconda pelle.
Aprì la porta per tornare in bagno...
«Aaaah!» l'urlo che le uscì quando si trovò davanti Henry e Killian li fece scoppiare a ridere.
«Mamma hai urlato come una femminuccia!» Henry lacrimava per quando stava ridendo e Killian lo seguiva a ruota.
«Brutto idiota mi hai fatta spaventare!» e iniziò a dargli pugni a raffica sul petto mentre lui con una mano teneva ancora il telefono e con l'altra cercava di stringerla in abbraccio ma con scarsi risultati.
Henry e Killian si batterono il cinque.
«Che ci fai qui? Quando sei arrivato? Ti ho detto che volevo stare a casa con Henry non con Henry e Killian!» incrociò le braccia al petto.
«Swan così mi offendi. Sono arrivato mentre eri in bagno....E poi pensavo che la mia compagnia ti piacesse...» disse rivolgendole uno sguardo allusivo.
«Sta zitto» si portò una mano sul viso.
«Tu e la mamma avete fatto cose zozze?» chiese candidamente Henry.
«HENRY!!!» era paonazza e Killian stavolta non era da meno. Perchè ci si metteva anche suo figlio ora?!
«Vai a vedere i cartoni con Killian, per favore» voleva stare tranquilla per cinque minuti,era chiedere tanto ?!
Henry corse di là, lei si girò per tornare in camera a cambiarsi... «Killian cosa pensi di fare? Il televisore è nell'altra stanza.»
«Andiamo Swan, sei diventata timida tutto d'un tratto!»
La mano di Emma fu fulminea, coprì la bocca di Killian in modo che non potesse dire altro.
«Shhh, la smetti!!! Ma non hai altro da fare? Sul serio Killian, volevo rimanere da sola per capire cosa fare con...quella cosa» non voleva parlarne apertamente con suo figlio nei paraggi.
«Va bene ti lascio  il tempo per cambiarti per pensare, e no, non ho niente da fare perchè ho deciso che rifiuterò l'ordine di Gold» semplice e diretto.
«Anche se vi porterebbe un grosso guadagno?»
«Si, non riuscirei a progettare qualcosa di sicuro, il mio inconscio cercherebbe di manomettere più cose possibili...preferisco non far chiudere l'azienda né tanto meno di finire in galera...come faresti poi senza di me?» gesticolò con le mani e alzò un sopracciglio nel pronunciare l'ultima frase.
«Certo...non fa una piega» concordò lei non sapendo se fosse serio o no «In ogni caso vai da Henry se proprio non vuoi andartene» e si chiuse la porta alle spalle.
Se la prese davvero molto comoda. Si asciugò i capelli, se li spazzolò e poi li raccolse in una coda morbida. Si infilò la tuta più comoda e più scialba che trovò nell'armadio, magari così Killian avrebbe afferrato il concetto e se ne sarebbe andato...o forse no.
Tornò dai due maschi nell'altra stanza intenti a dibattere sul cartone animato di turno. Entrambi  seduti sugli sgabelli che mangiavano latte e cerali. Quando Killian la vide fece un fischio «Swan cosa ti sei messa...vuoi farmi scappare per caso?!» se la tirò vicino e la cinse con un braccio «Mi dispiace ma ti trovo adorabile anche così» se la tenne vicino e le sorrise furbo mentre lei simulava uno sbuffo per nascondere che in realtà ,seppur inconsciamente, aveva sperato che lui dicesse una cosa del genere.
«Giochiamo!»urlò Henry e in fretta e furia sparecchiò il tavolo prendendo poi il suo gioco preferito, una sorta di 'Indovina Chi' con i personaggi delle favole.
Giocarono per buona parte della mattinata per poi fermarsi e pranzare con quello che Emma trovò nel frigo. Si stavano divertendo, nonostante ciò sia Emma che Killian lanciavano occhiate ogni due minuti al telefono di lei, un comportamento quasi ossessivo compulsivo. Non sapevano nemmeno loro cosa aspettarsi ma non riuscivano a rimanere tranquilli.
Poi arrivò.
La vibrazione del cellulare fece piombare il silenzio.
«Pausa bagno, torno subito» Henry corse via.
Sia lei che lui guardavano quell'oggetto con timore neanche troppo celato. Nessuno dei due osava parlare.
Emma prese coraggio e lesse il testo  di quel messaggio del numero che aveva salvato come 'N'.
«Cosa dice Emma?»
«Vuole vedermi...»poco più di un sussurro. Perchè la sua vita doveva sempre essere così?
«E allora incontralo, lui non sa di Henry quindi non devi preoccuparti per lui, posso tenerlo io mentre tu chiudi questa storia» Emma fece cenno di si con la testa anche se non lo stava ascoltando completamente, la mente persa in altri pensieri. Tornò in se, digitò quasi con furia il testo del messaggio «Puoi tenere Henry questo pomeriggio? Io devo chiudere questa storia» nessun segno di cedimento o accenno di paura. Killian le sorrise e le prese una mano.
«Certo» gliela strinse tra le sue.
La riconoscenza nello sguardo di lei.
«Pronti per il quarto round?! Vi straccerò ancora una volta!»
Henry ignaro di tutto trotterellò contento verso di loro.

«Ok ragazzino, io torno tra poco, non combinate troppi danni e mi raccomando tienilo d'occhio»disse al figlio indicando Killian che parve sorpreso di una tale raccomandazione.
«D'accordo» e le diede un abbraccio.
Emma si voltò verso Killian «Grazie»
«Per cosa?»
«Per starmi vicino» e gli diede un veloce bacio sulle labbra stando attenta che Henry fosse andato in camera sua. La mano di lui raggiunse la sua guancia.
«Tranquilla Swan, ce la farai» le sorrise «e poi se hai bisogno di aiuto qui hai due uomini che verranno a salvarti» e ammiccò.
Si sentì così felice che cercò di non pensarci, troppe volte le era parso che la felicità l'avesse finalmente raggiunta per poi accorgersi che era tutta una grande beffa della vita.
Lo baciò più intensamente ed uscì.
Rimasto a guardare la porta chiusa si rese conto che una paura rimasta nascosta fino a quel momento ora risaliva piano piano dentro di lui.
Temeva di rimanere solo per l'ennesima volta.
Con Emma si stava creando qualcosa, lui teneva a lei. Era un dato di fatto.  Ma tra loro c'era qualcosa, lui lo sentiva ,lei lo sentiva..che poi lei faticava a venirne a patti era altra storia.
Doveva essere positivo e non pensare solo a se stesso, come poteva essere così egoista.
Henry ricomparso magicamente accanto a lui gli tirò la camicia «Killian guardiamo un film, guardiamo Nemo!» esclamò mostrando il DVD
«Alla ricerca di Nemo?! ok...» era un cartone con un inizio tra i più tristi, lui non lo avrebbe mai scelto.

 

Arrivati alla metà del film Killian si voltò verso Henry  e lo vide molto concentrato sulle scene che si susseguivano. «Tutto bene Henry?»
«Mmh...sisi...tutto bene...» non lo convinse nemmeno un po'.
«Avanti che c'è» si voltò con il busto verso quella piccola figura che si stava contorcendo le mani in modo nervoso.
«Io penso che anche il mio papà mi stia cercando, non so come siano andate le cose perchè mamma non ne parla mai, ma io lo spero tanto che un giorno arrivi.» i suoi occhietti luccicarono di speranza pura.
«Forse è così...dagli un po' di tempo, noi grandi ci accorgiamo troppo tardi dei nostri errori» come poteva resistere a tanta dolcezza? Semplice non poteva ,e se lo strinse in un abbraccio.
«Sai Killian tu saresti un buon papà, se lui non arriva tu andrai super bene, sei uno forte»
Ora erano gli occhi di Killian a luccicare.


 

Gli aveva  dato appuntamento al parco, voleva avere delle vie di fuga per scappare  se ce ne fosse stato bisogno. Si sentiva irrequieta. Cosa doveva aspettarsi?! Come doveva comportarsi?
«Emma». La voce alle sue spalle le fece perdere un battito. Da quanto tempo era che non sentiva quella voce così vicino alla sua pelle? Tanto, troppo.
Si voltò piano ,per non cedere a quei sentimenti che contrastanti lottavano gli uni  contro gli altri.
Il suo volto era più maturo, non più il ragazzino di un tempo. I loro occhi si incontrarono per la prima volta dopo più di dieci anni. Un altro battito mancato, il cuore le si strinse. Le era mancato così tanto che trovarselo lì davanti la stava per far cedere.
Ma non lo avrebbe fatto, non si sarebbe fatta influenzare da quei sentimenti, non lo avrebbe permesso.
«Neal» quanto pesavano quelle quattro lettere.
«Ti trovo bene» esordì lui, impacciato.
«Cosa vuoi» tagliò corto lei non voleva prolungare quella sofferenza. Perchè sì ,stava soffrendo, tutti i loro momenti le scorrevano davanti agli occhi, tutto quello che erano stati e che ormai non erano più.
Lui sorrise triste. Ma cosa si aspettava?!
«Ho sbagliato Emma, mi dispiace. Non sarei dovuto sparire così . Non te lo meritavi» fece una pausa per vedere se lei lo stesse ascoltando veramente «Eravamo così giovani, sapevo di non essere abbastanza per te, meritavi di megl..» non riuscì a terminare la frase che Emma iniziò ad urlargli contro.
«E questi ti ha dato la scusa per lasciarmi senza dirmi niente?! Per sparire da un momento all'altro lasciandomi da sola e con mille domande?! Come hai potuto giocare così con me?» i suoi occhi lanciavano fiamme e poi ...« Io ti amavo» ora si sentiva esausta, così esausta.
Neal tacque accettando tutto quello che Emma gli stava sputando addosso. E anche quella confessione dolorosa.
«Per favore Emma, io vorrei solo parlare con te» i suoi occhi erano lucidi, lo sapeva che aveva sbagliato tutto ma il passato non si poteva cambiare.
Non seppe per quale arcano motivo acconsentì, cioè lo sapeva, ma era meglio fingere, faceva meno male.
Parlarono, Emma parlò della sua vita, omettendo dettagli come il fatto che Henry fosse figlio di entrambi, ma gli parlò ugualmente di quel piccoletto che le aveva cambiato la vita. Neal non poteva credere che Emma avesse avuto un figlio, era così strano, e quando le chiese quanti anni avesse lei cambiò discorso chiedendo della vita di quell'uomo sparito più di dieci anni prima.
Lui aveva viaggiato con la famiglia, all'epoca era dovuto partire all'improvviso ed era per quel motivo che nessuno aveva avuto più sue notizie...beh era anche stata colpa sua che non aveva voluto lasciare traccia.
Nonostante quello che le aveva fatto, nonostante l'avesse abbandonata, nonostante le stava per incasinare la vita di nuovo, nonostante tutto, lui le era mancato. Una parte di lei sopita per tutto quel tempo ora si stava risvegliando mostrando al suo cuore pieno di lividi che era felice di averlo ritrovato.
Passarono il pomeriggio così. Il disagio iniziale mutò trasformandosi in quella complicità che temevano fosse scomparsa. Non era così, continuavano a capirsi.
«Ora devo proprio andare»
«Va bene, un giorno di questi mi piacerebbe conoscere tuo figlio»
Il gelo cadde su di lei.
Tranquilla Emma, tranquilla.
«Certo perchè no» sfoderò la sua migliore faccia da poker. Ma non lo aveva guardato negli occhi.
Lo salutò. Andò via, ma non sentì il bisogno di voltarsi.

 

Il rumore delle chiavi nella toppa li distolse dai loro disegni.
«Mamma!» Henry si sporse sulla sedia per salutarla «abbiamo fatto un sacco di disegni, vieni a vederli! Sono stra belli!»
Killian non le aveva tolto gli occhi di dosso da quando aveva varcato la soglia di casa. Era agitato. Neal era stato il suo primo amore era normale essere gelosi...gelosia, ecco da dove veniva quella morsa allo stomaco.
«Come è andata?» le domandò.
«Penso bene...è stato strano» ammise lei, eccome se lo era stato.
«Cosa hai fatto mamma?» chiese curioso Henry.
«Ehm...»cercò una mezza verità da rivelargli «ho incontrato una persona, per una faccenda un po' complicata»
«Tutto risolto ?»
«Non del tutto, ci sto lavorando»
«Ok» il bambino capì che non si sarebbe sbilanciata più di tanto quindi prese i suoi disegni e andò in camera a ripassare la lezione per scuola.
Killian voleva sapere tutto, moriva dalla voglia di sapere cosa era successo. Ma era un gentiluomo, avrebbe aspettato che fosse lei ad iniziare la conversazione.
La vedeva strana,nervosa. Si era seduta di fronte a lui ma non lo guardava, si torceva le mani.
«Gli ho parlato di Henry, omettendo la parte più importante ovviamente, ha detto di volerlo conoscere. Ho detto che andava bene» mormorò. Si alzò e cominciò  a cercare nella credenza il preparato per la cioccolata calda.
Killian sapeva che c'era qualcosa che non gli stava dicendo. Non riusciva a pensare a qualcosa da dirle. Lei non gli facilitava la cosa.
«Non dici nulla?» esordì lei, quasi arrabbiata che lui tacesse.
Alzò le spalle «Non pensavo glielo avresti permesso, tutto qua.»
«Già nemmeno io...è stato così strano Killian io...io non me lo aspettavo, trovarmelo davanti è stato uno shock.» parlava senza guardarlo.
Una domanda premeva nel petto di Killian, voleva uscire e lui le facilitò il percorso «Tu lo ami ancora Emma?»
Le spalle di lei si tesero. Un pezzo di marmo. Si voltò verso di lui guardandolo negli occhi, in quegli occhi azzurri che chiedevano la verità, e lei gliela diede sebbene sapesse che avrebbe fatto male ad entrambi « Non lo so»
Killian si sentì pesante. Rimasero occhi negli occhi per qualche minuto poi si alzò «Meglio che vada, salutami Henry»
e si avviò verso la porta.
«Killian...» ne uscì in un debole sussurro. Voleva piangere, la sua testa stava scoppiando. Spense il fornello con la cioccolata lasciandola lì poi si chiuse in bagno finchè Henry dopo un'ora le bussava per  chiederle cosa avrebbero mangiato per cena.









Buona sera gente!
Sembrava impossibile (almeno per me xD) ma siamo arrivati all'ottavo capitolo :') che poi piaccia o meno è  comunque una soddisfazione per la sottoscritta u.u
Io volevo davvero ringraziare le splendide ragazze che non mancano di farmi sapere i loro pensieri e le loro opinioni, davvero mi fate commuovere...e mi fate felice ovviamente u.u
Allora questo capitolo è stato un'incognita fino alla fine per me, ci ho lavorato fino a qualche minuto fa, ero scettica su un sacco di cose, ma alla fine ho steso questo testo e mi pare possa funzionare...poi la parola sta a voi.
Allora vi dico subito che il prossimo capitolo potrebbe variare di data, quindi potrebbe uscire sabato o forse no, non lo so nemmeno io xD ma per postarlo ora ho fatto i salti mortali ahaha
Non mi dilungo oltre perchè devo assolutamente mettermi in pari con le vostre fic che non sono riuscita a leggere durante la settimana T.T quindi devo sbrigarmi altrimenti mi troverò sommersa :D
Aspetto di leggere i vostri commenti, positivi e negativi che siano.
Alla prossima 
Gio
 

  
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