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Autore: tylersanchor    28/02/2016    4 recensioni
Su come Stiles Stilinski rimise insieme i pezzi del suo cuore spezzato da Lydia Martin, diventò occasionale vittima della sfiga e scoprì che in fin dei conti dieci anni di friendzone possono portare fra le braccia di chi non ci si sarebbe mai immaginato.
|STHEO|
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Stiles Stilinski, Theo Raeken
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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She stands face-to-face with the man
she almost destroyed herself loving.
She'd once lost herself in his orbit,
revolving around him, desperately in need of his sun.
She'd made herself smaller to accomodate his greatness.
Now she has surpassed him.
And he's paying his respects.”
(Shonda Rhimes about Cristina Yang and Burke)

 



Stiles aveva dormito da Theo, di nuovo. Non che fosse successo qualcosa, dopo una quantità esagerata di baci avevano cenato davanti a The Avengers - scelto ovviamente da Stiles - si erano baciati ancora un bel po' e poi si era fatto davvero tardi perché Stiles tornasse a casa, quindi Theo gli aveva proposto di dormire da lui. Stavolta aveva gonfiato un materassino nella sua stanza, dato che aveva un letto singolo, ma dopo un po' era diventato troppo freddo sul pavimento e quindi si erano strizzati nel letto di Theo, dove ne avevano approfittato per baciarsi ancora fino ad addormentarsi.
Stiles si era svegliato presto, con molto su cui riflettere, dato che aveva appena passato una serata a pomiciare con la sua nemesi e gli era sembrata la miglior decisione mai presa. Non si fidava di Theo, razionalmente parlando, ma in qualche modo non riusciva a staccarsi. In fin dei conti, Theo lo guardava davvero e l'idea che non fosse sicuro fidarsi di lui non sminuiva affatto la sua attrattiva, anzi. Lo rendeva ancora più affascinante. E rendeva Stiles pronto per un ricovero psichiatrico, certo, ma erano dettagli.
«Sei sveglio?» domandò Theo, con la voce impastata dal sonno, dandogli un bacino sul collo.
«Sì» borbottò Stiles, sentendo una scarica di piacere quando le labbra di Theo toccarono la sua pelle.
«A cosa pensi?»
«A quanto sia masochistico e totalmente irrazionale che tu mi piaccia.»
Theo, che si era appoggiato con il viso contro il suo collo, sorrise.
«Non esserne così soddisfatto.» borbottò Stiles, tirandogli un colpetto sulla fronte ma poi piazzando un bacio nello stesso punto, «mi passerà.»
Theo gli rivolse uno sguardo ferito. Era un ottimo attore, nulla da dire, ma Stiles si trovò a cascare in pieno nella sua trappola.
«Se continuiamo così, ci vorrà troppo tempo.» borbottò cercando di calciare via le lenzuola per alzarsi, ma Theo lo trattenne per un bacio del buongiorno, umido e abbastanza lungo perché Stiles ne pretendesse un altro, ormai pienamente sveglio e consapevole di essere un idiota.
«Puzzerò di te tutto il tempo. Scott ti ucciderà.»
Theo rise e si alzò, cercando vestiti puliti nel suo armadio.
«Non penso proprio. Semmai tu ucciderai lui quando ti dirà che era palese che ti piacessi visto quanto eri ossessionato da me.»
«Non sono ossessionato da te.»
«Mi controllavi sempre e sono sicuro che neanche ora smetterai di farlo.»
Stiles lo guardò male, rimettendosi la maglietta del giorno prima.
«Devo pur controllare con chi te la fai, potrei prendermi chissà che malattie se non sto attento.»
«Siamo esclusivi.» disse Theo tranquillamente, scendendo a fare la colazione.
Stiles lo seguì: «Siamo tu e chi?» domandò, «non penserai che stiamo insieme ora.»
Theo lo guardò quasi divertito: «Non stiamo insieme?»
Stiles andò un attimo in brodo di giuggiole per quei begli occhioni azzurri e dopo aver detto addio definitamente alla sua dignità borbottò:«Quello che vuoi, che mi frega. Stiamo insieme, okay?»





 

*

 




Theo lo aspettava fuori dalla classe, con in testa un cappellino nero messo all'incontrario dal quale usciva un ciuffo di capelli biondi.
Stiles ormai si era abituato a quella routine: erano insieme a quasi tutti i corsi e quando non lo erano Theo lo aspettava fuori. Quel giorno Stiles aveva finito una straziante lezione di storia americana mentre Theo aveva avuto biochimica.
Stiles aveva cercato di impedirgli di venirlo a prendere neanche fosse Hachiko, ma Theo si presentava puntuale e lui alla fine l'aveva lasciato fare.
«Come è andata la lezione? Ti ho preso il pranzo stamattina: sandwich al pollo e insalata, va bene? C'è anche una mela e uno yogurt, li ho portati da casa.»
Altra abitudine irritante di Theo: quando Stiles aveva storia americana e usciva sempre tardissimo, quando ormai la mensa era affollatissima, Theo gli portava il pranzo. A volte cercava anche di farlo lui, ma l'ultima volta che Stiles lo aveva visto tentare di cucinare qualcosa per poco Theo non ci aveva rimesso una mano. Era, a dire la verità, successo una sera in cui Stiles si era fermato da lui e avevano deciso di non ordinare come al solito su justeat ma di cucinare qualcosa, o meglio, Theo aveva esordito dicendo che avrebbe cucinato lui. Due ore dopo, con una padella carbonizzata, sanguinante e bruciacchiato, Theo aveva chiamato Nando's per una consegna a domicilio. Stiles lo aveva trovato esilarante, dato che Theo sembrava sempre così perfettino quando invece era una catastrofe in cucina e girava per casa con i calzini antiscivolo. Naturalmente non gli aveva fatto capire quanto avesse trovato adorabile il tentativo né si era dimostrato preoccupato per le ferite da lui riportate - il bacino che aveva dato a ognuna di esse non contava - e lo aveva liquidato con un: "se pensi che comportarti come un essere umano normale e farmi vedere i tuoi difetti possa farmi fidare di te ti sbagli di grosso".
Eppure Theo non smetteva di provare: se Stiles era assente gli portava a casa le fotocopie degli appunti di Lydia il giorno stesso, lo andava a vedere a ogni allenamento di lacrosse, quando Stiles dormiva da lui si alzava sempre per primo per preparare la colazione - che consisteva in semplice pane tostato con la marmellata, frutta e del caffè, cose che persino lui riusciva a preparare senza danni - e se per caso durante un film Stiles si addormentava si svegliava sempre con una coperta addosso e un cuscino sotto la testa. Stiles ormai aveva preso l'abitudine di passare i non solo la giornata scolastica ma anche pomeriggi con Theo, a studiare oppure semplicemente a casa sua a vedere film avvinghiati sul divano. Qualche volta erano anche usciti, proprio come un vero appuntamento, Theo aveva pagato per lui e lo aveva riportato a casa alle undici baciandolo prima di andare via. Se non fosse stato Theo Raeken, Stiles avrebbe pensato di avere il migliore fidanzato del mondo.
Erano queste piccole cose a farlo vacillare. Era quando si era dimenticato il libro di geometria e Theo gli aveva passato il suo sorbendosi una ramanzina per averlo dimenticato al suo posto. Era quando la sua jeep non partiva e Theo passava le ore a cercare di aiutarlo a farla ripartire. Era il pigiama di Theo che ormai era suo e aveva un posto speciale dentro il suo armadio, così ogni volta che Stiles si fermava da lui lo aveva lì ad aspettarlo. Era quando Theo aveva rifiutato di uscire con i suoi amici, nonostante Stiles lo accusasse del fatto che non fossero amici ma un nuovo branco di chimere assassine, per passare insieme a Stiles il giorno dell'anniversario della morte di sua madre.
In quei momenti Stiles si dimenticava di non fidarsi di Theo, si dimenticava di quanto era rischioso anche solo abbracciarlo e si accoccolava contro il suo petto lasciandosi cullare e gli parlava. Raccontava cose che non avrebbe dovuto sapere, si esponeva, era come spogliarsi di tutto di fronte a lui. Theo stava a sentire, dalla paranoia più stupida agli incubi del nogitsune e lo rassicurava con parole e baci. E in fondo, andava bene così. Era sempre convinto stesse macchiando qualcosa e in fondo sempre lo odiava, ma molto spesso se ne dimenticava. Spesso si limitava a baciarlo pigramente davanti al televisore, a farsi prendere per mano e a rubargli le patatine dal piatto solo per farlo arrabbiare. Spesso abbassava la guardia, spesso gli parlava di cose che Theo neanche avrebbe dovuto sapere e in fondo andava bene così. Perché anche se non lo avrebbe mai ammesso con nessuno - tranne una volta, con Theo mezzo addormentato addosso, ma non contava - stare con lui lo faceva stare bene. Lo faceva stare bene ricevere le attenzioni che meritava e sentirsi ricambiato.
«Stancante. Se mi dai un panino lo mangio mentre andiamo fuori. Sto morendo di fame.» disse riscuotendosi dai suoi pensieri.
Theo gli sorrise e gli passò il sandwich che Stiles fece fuori in due morsi, il tempo di arrivare al tavolo nel cortile della scuola dove si sedevano di solito e aveva già finito.
Theo sistemò le cose sul tavolo, lanciando anche il secondo panino a Stiles che gli si avventò sopra e lo divorò. Theo mangiava tranquillamente i suoi panini, bevendo ogni tanto il succo di frutta, sempre guardandolo e sorridendo.
«Manca l'insegnante di francese oggi pomeriggio,» disse Theo casualmente, sbucciando una mela e lasciandone metà per Stiles, «possiamo andare a fare un giro. Possiamo vedere un film al cinema o ...»
«Se andassimo semplicemente da me e uscissimo stasera? Voglio liberarmi subito dei compiti.»
Era una mezza verità. Se fossero rimasti a casa, Theo lo avrebbe coccolato sul divano e sicuramente sarebbero finiti a baciarsi a un certo punto e Stiles si era reso conto che i baci di Theo erano davvero una bella cosa, così bella che non poteva farne a meno.
Theo in qualche modo capì perfettamente che cosa Stiles stava macchinando e gli sorrise.
«Non vedo l'ora.»





 

*


 



Stiles a volte si chiedeva se suo padre non sospettasse qualcosa, data l'enorme quantità di tempo che passava con Theo. Come se non bastasse lo lasciava spesso fermare a dormire e naturalmente dormiva nel letto di Stiles e un paio di volte lo sceriffo li aveva quasi beccati a darsi i baci del buongiorno. Una volta li aveva anche visti tenersi per mano ma non aveva fatto una piega, forse pensando che fosse un tenersi per mano amichevole. Stiles era consapevole che prima o poi avrebbe dovuto uscirsene con un "papà, esco con una chimera malvagia e mi fa stare meglio di qualunque relazione o aspirazione a relazione che abbia mai avuto" ma cercava di non pensarci. In fondo, era passato troppo poco tempo. Era meglio pensare ad altro, tipo a quanto confortevole era il petto di Theo sul quale era appoggiato.
«A cosa pensi?» domandò Theo mentre gli accarezzava i capelli.
«A te.»
Theo gli regalò uno dei suoi sorrisoni che gli facevano perdere ogni cognizione di causa.
«Magari pensavo cose brutte.» borbottò, girandosi però per dargli un bacio sulle labbra.
«Il tuo odore mi dice di no.»
«Magari sei annebbiato dal troppo amore per me. Modestia a parte, sono meraviglioso.»
«Lo sei, » concordò Theo, dandogli un morso leggerò alle labbra, «e non puoi mentirmi.»
Fu il turno di Stiles di dargli un morso, stavolta sul collo, molto più intenso di quello che gli aveva dato Theo.
«Ti odio.»
«Non è vero.»
«Lo so fin troppo bene.»
Stiles sospirò e si mise più comodo contro di lui, mente Theo lo strinse a sé e strofinò il naso contro i suoi capelli.
«Un giorno mi dirai che mi ami, Stiles.»
«Non ci penso nemmeno. Sarò morto prima di quel giorno.»
Theo non rispose, limitandosi a posare un bacio languido sulle sue labbra, giusto per fargli presente che quel giorno non solo avrebbe visto uno Stiles totalmente in negazione e irritato da suoi sentimenti oltre che pienamente in salute, ma che poteva anche essere pericolosamente vicino.

 




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CONFESSIONS OF A TEENAGE DRAMA QUEEN:

Avevo in programma di fare un pippone alla Taylor Swift su com'è non piacere mai abbastanza alle persone eccetera, siccome nonostante la mia età sia ancora sotto le due decine ho un ego assolutamente esagerato che mi porta a credere di sapere tutto. Probabilmente per questo ho deciso di scegliere i liceo più difficile che esisteva e di provare ad essere ammessa all'università in cui praticamente non entri neanche se paghi. Ma la verità è che devo fare delle confessioni, quindi ecco a voi tutta la verità: sono una ragazzina che non è neanche mai stata in grado di tenersi un ragazzo per un mese senza stufarsi - Taylor Swift who - che vuole sempre essere immotivatamente al centro dell'attenzione e che pensa di sapere tutto. Sono probabilmente anche viziata e drama queen a livelli epici, ma sapete, who cares. Mi piaccio così come sono. Ho scritto questa storia nel nobile intento di redimermi da alcuni comportamenti poco rispettosi di me stessa - narcisista ma che si fa mettere i piedi in testa, da scriverci libri - ed è servito assolutamente a niente, continuo a sbattere ripetutamente contro il muro e a rimettere insieme i pezzi del mio fragile cuoricino facendo test per le facoltà a numero chiuso e vedendo Girl meets World. Quindi, in sintesi, questa storia è un colossale disagio partorito dalla mia mente che voleva mandare chissà che profondo messaggio sul non perdere tempo dietro a chi non ci guarda. E, davvero, se avete qualcuno nella vostra vita: amici, fidanzato/a, conoscenti, vicini di banco, che non vi fa sentire importante o vi tratta come meritate di essere trattati, non prendete esempio da me ma da Taylor Swift: scrivete una canzone su di lui/lei, fateci miliardi, vincete una valaga di premi e lasciate che questa persona pianga nella sua miseria mentre voi vi fate il bagno nei vostri awards. E non dimenticate di madargli/le una selfie. 

WHAT HAPPENS NEXT:

Probabilmente avete skippato tutta la parte prima nella quale sproloquiavo senza senso per arrivare qui, perché volete sapere che cosa succederà finita questa storia. Quindi, vi dico subito: potrei scrivere una future!fic sugli stheo al college indipendente da questa, continuerò sicuramente la sterek che ho in corso, potrei scrivere qualcosa sui riarkle o sugli hobrien. Sapete qual è il bello? Che non ne ho assolutamente idea.

RINGRAZIAMENTI:

Ebbene sì, the biggest ego in the room lascia un piccolo spazio anche agli altri. Perché queste settimane sono state difficili per me e vedere qualcuno che sclerava sulla mia otp e che addirittura perdeva tempo a leggere il disagio che ne scrivevo mi ha fatto tantissimo piacere. E se volete leggere altro mio disagio o semplicemente disagiare insieme a me, vi lascio il mio profilo fake Ronnie T O'bristian, in cui scrivo praticamente tutto ciò che mi passa per la testa.
E niente, grazie di cuore. Grazie del vostro sostegno che, consapevole o no, mi ha aiutata moltissimo, grazie per aver ascoltato la mia vocina irritante raccontarvi in questa storia molte delle mie sensazioni e grazie per aver ascoltato il mio sclero su questa ship improbabile. Vi voglio bene, e dico davvero <3

 
  
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