Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MaryTheFangirl01    28/02/2016    3 recensioni
Salve ragazzi! Rieccomi dopo qualche settimana con la long che avevo promesso, in cui continuerà la storia di Elsa, pattinatrice costantemente paragonata a sua madre, e di Jack, che si manterrà misterioso per i primi capitoli ma poi... Lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Anna, Elsa
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Scusi, è lei la signorina Elsa Arendelle? - La voce dall'altro capo del telefono tradiva insicurezza. 
- Sì, sono io. Qual è il problema? - In realtà, Elsa era molto più preoccupata di quanto facesse notare. Non era da tutti i giorni ricevere una chiamata di quel tipo, proprio da lì. 
- Mi duole informarla, signorina, che sua madre... Ha avuto un incidente. - E in quel momento il mondo crollò. No no no no no no no no no! Tutto ma non quello! 
- Signorina Arendelle, si sente bene? - Silenzio. Non riusciva a parlare. Quando, dopo un minuto abbondante, si decise ad aprire la bocca, la sua voce era roca come se non proverbisse parola da anni. 
- In che stanza si trova? - 
- Stanza 129, al secondo piano dell'edificio. Ha subito un intervento d'urgenza, se la caverà. - Quella frase parve rincuorarla un minimo, ma non voleva lasciarsi prendere dal sollievo. 
- Avete già avvertito mia sorella? - Quello che più le premeva, era che Anna doveva sapere. 
- In realtà no, pensavamo che dovesse farlo lei. - In pratica, le lanciavano la patata bollente. Come dirglielo, adesso? 
- Va bene, lo farò. Mia madre... Può ricevere visite? - 
- Al momento è addormentata, ma non dovrebbero esserci problemi. - 
- Grazie. Arrivederci. - Chiuse la chiamata. Le lacrime premevano per uscire. 
Elsa stava mangiando una tavoletta di cioccolata quando aveva ricevuto una telefonata dall'ospedale. In un primo momento aveva pensato che fosse successo qualcosa ad Anna, e invece sua madre aveva avuto un incidente. Il dolce, per un momento, aveva perso il suo sapore. Anche lei, dopo suo padre. Starà bene, avevano detto. Lei non voleva fidarsi, dopo l'accaduto di dieci anni fa. 
- Anna, c'è qualcosa che devi sapere. - Si era infine decisa a chiamare. Sua sorella, in quel momento, passeggiava con le amiche. Non voleva proprio rovinarle il pomeriggio, ma qualcuno doveva pur avvertirla. E chi meglio di lei, quando meglio di allora? 
- Dimmi Elsa. - Sembrava tranquilla, ma la bionda conosceva la rossa abbastanza bene da sapere che era allarmata. 
- Si tratta della mamma. Ora è in ospedale. - 
- Cosa? Ma sta bene, vero? Elsa, ti prego, dimmi che sta bene!! - 
- Ha avuto un incidente, ma... I medici dicono che si riprenderà. - 
- Grazie a Dio! Ragazze, scusatemi, devo scappare. Ci vediamo! Elsa, raccontami di più - La sentiva camminare velocemente attraverso l'apparecchio. 
- Purtroppo, per il momento è tutto ciò che so. Pensavo di aspettare te, per andare. - 
- Sto arrivando a casa, sono a due isolati. - Neanche un ciao, entrambe premettero il pulsante rosso nello stesso istante. Non c'era bisogno di altre parole. 
Quando arrivò, una quindicina di minuti dopo, presero la macchina della maggiore e puntarono verso l'ospedale. Odiavano come non mai quel posto, e ora erano costrette a tornare. 
Entrarono e subito si formò una piccola calca attorno a loro, formata da gente che aveva riconosciuto la pattinatrice. Ma le due avevano altro da fare. 
Stanza 129, secondo piano. Quelle parole rimbombavano nella testa di Elsa, che doleva insopportabilmente.
- Mamma! Come stai? - Disse Anna, avvicinandosi al letto della madre. La bionda rimase in silenzio.
- Ci... Ci vuole... Ben altro per... Fermarmi. - Parlava a fatica, ma conservava la sua solita severità e determinazione. Era un ottimo segno.
- Cosa dicono i medici? - Si decise a chiedere Elsa.
- Che... La regina è... A-ancora in... Ancora in pista. - I dottori dovevano essere suoi fan, se le avevano detto quelle parole. Ma infondo, gli ammiratori di sua madre non erano diminuiti neanche dopo che aveva lasciato la sua carriera.
- Elsa... Ascoltami. - Riprese dopo un attimo infinito di silenzio. La ragazza si avvicinò un poco e si fece più attenta.
- Dimmi. -
- Stasera... Dovevi a-allenarti. - Le due sorelle si stupirono che anche in una situazione del genere, la donna pensasse al pattinaggio.
- Mamma, posso farlo da sola. -
- No... Non ottieni... Gli-gli stessi... Risultati. Devi... essere seguita. -
- Ma da chi? - Sua madre, che faceva fatica a parlare, prese un foglietto e una penna e scrisse qualcosa. Lo porse poi alla figlia.
- Nicholas Nord? E chi... Oh. Lui è stato il tuo allenatore quando avevi la mia età, vero mamma? - La donna annuì.
- Ma non sarà troppo vecchio adesso? - Domandò Anna, ragionevolmente. Sua madre negò con la testa. Sul foglietto aveva scritto anche l'indirizzo e siccome non era tardi, Elsa sarebbe dovuta andare quella sera stessa a parlare con lui.
Le due salutarono la donna, che sorrise in direzione delle ragazze, e queste si separarono all'uscita dell'ospedale.
- Devo andare da sola, Anna. Ci vediamo dopo a casa. -
- Fa' attenzione, Elsa. - Si abbracciarono e ognuna andò per la propria strada, Anna con la macchina di Elsa.

La casa di Nicholas Nord era abbastanza distante dalla struttura, quindi la bionda decise di prendere un taxi. Comunicò l'indirizzo al tassista e in venticinque minuti, con un po' di traffico, arrivarono a destinazione. La ragazza pagò e si diresse verso l'entrata della grande villa davanti a lei. Rimase meravigliata dal cancello, che non presentava neanche una minima traccia di ruggine. Era come se fosse stato appena riverniciato. Il giardino, che era grande ma non esagerato, conteneva diverse siepi e fiori di ogni specie, dimensione e colore. La casa in sé, invece, sembrava una normale villa di campagna, che aveva alle spalle un boschetto di pini. Era infatti leggermente dislocata dal centro della città, proprio come casa sua. Per arrivarci, il taxi aveva attraversato la strada adiacente al parco dove aveva incontrato Jack per la prima volta, qualche giorno prima. Chissà che stava facendo in quel momento, pensò.
Suonò il campanello e la porta venne aperta da un uomo anziano, che le tolse il cappotto e la borsa e l'accompagnò nel salone. La villa, per quanto grande, era arredata in modo semplice e accogliente, ma con molti soprammobili che sembravano giocattoli. Forse lo erano davvero.
- Signor Nord, una visita per lei. -
Un uomo con una pancia prorompente e una lunga barba stava guardando la televisione mentre mangiava un biscotto.
- Salve, mi chiamo Elsa Arendelle. Ho bisogno di discutere con lei riguardo una questione importante. - Seria, fredda, sembrava un ghiacciolo. Tuttavia, bastò incrociare lo sguardo gentile dell'uomo davanti a lei per farla ammorbidire.
- Oh, che piacere rivederti, cara. prego, accomodati. - La ragazza, confusa, fece come richiesto.
- Ci... Ci siamo già incontrati, per caso? -
- Non mi sorprende che non te lo ricordi, ragazza mia. Ero presente al funerale di tuo padre, sì, quella fu l'ultima volta in cui c'incontrammo. -
- L'ultima? -
- Esatto. La prima fu quando, pochi giorni dopo la tua nascita, venni a trovare i tuoi genitori. Che care persone, mi dispiace tanto per tuo padre. -
- La ringrazio, signor Nord. -
- Dammi del tu e chiamami solo Nord, per favore. -
- Va bene, Nord. Comunque, riguardo la ragione per cui mi trovo qui... Mia madre, che è anche la mia allenatrice, ha avuto un incidente. - Poté leggere l'incredulità e poi la tristezza sul volto di Nord. Doveva tenere davvero molto a lei.
- La mamma mi ha chiesto di continuare ad allenarmi per la gara che dovrò affrontare a febbraio, e vorrebbe che fosse lei... Che fossi tu a seguirmi durante questo percorso. -
- Prima di ogni cosa, mia cara, tua madre sta bene? - Lei annuì e l'uomo si rilassò. Poi chiamò l'anziano che le aveva aperto la porta e gli chiese di servire un tè. Quando questi si fu allontanato, Nord le rivolse uno sguardo serio.
- Elsa, mi dispiace, ma non posso farlo. Non ho più l'età per queste cose. - Ti pareva, pensò lei.
- Capisco. Riferirò a mia madre, e le dirò che la saluti. -
- Non così in fretta. Anche se io non posso aiutarti, c'è qualcun altro che può farlo. - Si sorprese, non se l'aspettava proprio. Forse non avrebbe dovuto arrangiarsi da sola, quindi.
- Davvero? E chi? -
- Mio nipote. Anche lui è un pattinatore professionista, ma sono in pochi a conoscere la nostra parentela. Non voleva essere paragonato a me in continuazione. -
- Beh, è stato fortunato. - Si coprì la bocca appena si rese conto di averlo detto ad alta voce, ma era la verità. Tutti sapevano che era sua madre, e tutti la confrontavano con lei. Come se non sapesse camminare sulle sue gambe. Era frustrante. L'uomo le sorrise, capendo come si sentiva.
- Dovrebbe essere qui tra poco... Oh, grazie, Carl. - L'anziano di prima aveva portato un vassoio con tre tazze di tè e una zuccheriera. Poi sorrise in direzione dei due e si dileguò.
Nessuno toccò il vassoio, perché non era carino cominciare prima che ci fossero tutti.
- Ehi nonno! Il veterinario ha detto che... Oh. - Il ragazzo che era entrato nel salone si fermò di colpo. Elsa, che si era girata sentendo la sua voce, si bloccò sul posto.
Impossibile.
- TU? - Chiesero all'unisono, guardandosi negli occhi. Come poteva essere?
- Ma... Vi conoscete? - Domandò confuso Nord. Certo, lui non poteva immaginare.
- Tu sei suo... lui è... Perché non me l'hai detto? -
- Ma tu... Cosa ci fai qui? Perché tu...? - Si fissavano interrogativamente.
- Ok, ho capito, vi conoscete. Non badate a un povero vecchio, eh! -
- Elsa, cosa ci fai a casa di mio nonno? -
- Io? Anche tu mi devi spiegare un po' di cose, Jack. -












Note della sadica che interrompe nel momento clou:
Et voila! Rieccomi , gente! Allora, che ne dite??? Vi piace?? Ve l'avevo detto che saremmo passati all'azione (?) in questo capitolo!!
Abbiamo una Elsa e un Jack abbastanza confusi e sorpresi, che non si aspettavano di rincontrarsi in questo modo. La mamma (se qualcuno sa come si chiama, è gentilmente pregato di dirmelo) ha avuto un incidente e, puntigliosa com'è, non vuole che Elsuccia rimanga senza allenatrice. Quindi la manda a casa di Nord e -sorpresa sorpresa- si scopre che è il caro nonnino di Jack!! Ah, non ve l'aspettavate, eh? No, ok, forse sì. Ma ormai è fatta XD!!
Dunque dunque, ditemi, cosa ne pensate? Aspetto le vostre recensioni!!!
Un bacione a tutti
Mary <3
   
 
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