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Autore: The Land Of Disagio    10/03/2016    4 recensioni
Auruo e Petra stanno insieme fin dal secondo anno di arruolamento nell'esercito, scegliendo di unirsi entrambi nella Legione Esplorativa. Qualcosa, però, cambierà quando il loro destino si intreccerà con quello di un misterioso Capitano dagli occhi sfuggenti come la nebbia e freddi come il ghiaccio.
Il loro destino è incerto, la loro vita sospesa ad un filo e, si sa, il cuore di una persona può essere davvero particolare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Auruo Bossard, Levi Ackerman, Petra Ral
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Temptations

La dolce luce mattutina risvegliò i sensi di Petra, che si costrinse ad aprire gli occhi, strofinandoseli svogliatamente. "Ma che diavolo…", sbadigliò la ragazza, rendendosi poi conto di essere ancora nel letto di Levi, ricordandosi della notte appena trascorsa.
Arrossì un po’, accarezzando dolcemente la guancia dell’uomo, che sembrava profondamente addormentato.
"È proprio carino quando dorme", ridacchiò a bassa voce, quasi tra sé e sé, subito dopo, però, si ritrovò davanti i pungenti occhi blu di Levi che fissavano i suoi. Era completamente sveglio fin da prima.
"Ti ho sentito, sai?", sibilò l’uomo, strappandole un bacio breve, ma passionale.
Quella mattina sembrava particolarmente riposato, le solite occhiaie molto meno marcate.
"Buongiorno anche a te", lo salutò lei, sorridendogli radiosamente con un rossore adorabile sulle guance. Non si era mai sentita più in pace di quel momento. Le sembrava che tutti i tasselli della sua vita fossero al loro posto.

"Come…come stai?", le chiese con finto disinteresse, stiracchiandosi la schiena.
"Oh, beh...", sussurrò lei, spostandosi i capelli dal viso con una mano, mentre con l’altra si copriva con le lenzuola. "Alla perfezione", rispose infine, godendosi l’espressione impercettibilmente allarmata del suo amante.
La fastidiosa dolenza iniziale si faceva ancora un po’ sentire, ma era abituata a ben altro tipo di dolore, quindi non ci faceva nemmeno caso. Era una sciocchezza, al confronto.

Un lampo di malizia attraversò gli occhi di Levi, che strisciò al suo fianco. "Ah, davvero?”, sussurrò sensualmente, schiacciandola sotto di lui, sfiorandole il naso e fissandola negli occhi dorati. “E adesso come stai, invece?".
"Oh, adesso sto ancora meglio", ridacchiò lei, regalandogli un caldo sorriso, portando una mano sulla nuca del moro, attirandolo in un tenero bacio.

Quando si staccò, la ragazza sgranò gli occhi, arrossendo violentemente per la vergogna, scansandosi da lui. "I-io devo andare", borbottò con una vocina appena udibile, rossa in volto, evitando accuratamente il contatto visivo.
Sgusciò rapidamente dal letto, vestendosi in fretta e furia, ma prima che potesse uscire dalla stanza Levi l’afferrò la mano, facendola sobbalzare.
"Petra, non andartene. Per favore", mormorò. Nonostante la sua solita espressione annoiata i suoi occhi tradivano una profonda malinconia.

Entrambi si stupirono di quella particolare richiesta, Levi per primo non riusciva a credere alle sue parole.
Non si era mai interessato così tanto di qualcuno in tutta la sua vita, tralasciando Isabel e Farlan. Allontanava tutti, senza distinzioni, per evitare di rimanere ferito, ma con lei non ci riusciva.

Non poteva lasciarla andare.
Non voleva lasciarla andare.

"Non andare", ripeté, tentando di continuare a non mostrare ciò che provava davvero.
Sapeva che Petra era profondamente turbata, probabilmente sentendosi in colpa nei confronti di Auruo o, peggio ancora, si era pentita della notte appena trascorsa, ma non sopportava di vederla così angosciata. Vederla stare male era quasi peggio di una ferita sanguinante.

"Si tratta Auruo, non è vero, Petra?", le chiese, imperturbabile.
La giovane si irrigidì, prendendo un profondo respiro. "No…cioè, sì, cioè...”. La ragazza emise un sonoro sbuffo di frustrazione. “Non proprio, è solo che...".
"È solo che...?", la incalzò.

Petra sospirò, raccogliendo tutto il suo coraggio. "Possiamo sederci?" suggerì, indicando il divano di velluto rosso, da dove era cominciato tutto. Un cipiglio irritato e incuriosito apparve sul volto del Caporale, ma non si oppose, sedendosi accanto a lei.
"Io…avrei dovuto dirtelo fin dall'inizio, ma pensavo che mi avresti riso in faccia", sussurrò, imbarazzata come non mai. "Insomma, tu sei stato il mio primo", confessò tutto d’un fiato, evitando di stabilire un contatto visivo, rossa dalla vergogna. “Sai, per colpa degli allenamenti dell’addestramento e di tutto il resto, non ho mai avuto molte occasioni di… emh… fare partica”, borbottò infine.

Levi osservò le guance in fiamme di Petra, allibito da quella rivelazione. Le sue ansie svanirono nel nulla, non capiva di cosa si preoccupasse.
Niente avrebbe cambiato ciò che provava per lei.

Per la prima volta nella sua vita, Levi sentì il bisogno di ridere, e non riuscì a trattenere una sincera e sana risata. Non poteva davvero a credere che lei temesse di essere rifiutata.
La ragazza lo fissò stupita, incredula dinanzi a quella reazione del tutto inaspettata dell’uomo. Nessuno l’aveva mai visto neppure sorridere, ma ridere era del tutto impossibile. Quasi inconcepibile.

Continuando a ridacchiare, Levi attirò Petra in un dolce abbraccio, evidentemente intenerito. "Ma cosa stai dicendo? Pensi davvero che se tu non fossi stata vergine sarebbe cambiato qualcosa?", continuò a ridere accarezzandole i capelli ramati. "Sai, anche tu sei la mia prima donna", confessò a sua volta, prendendo ancora una volta di sorpresa la soldatessa.
Pensava che Levi fosse pieno di fanciulle adoranti, che fosse una delle sue avventure, ma a quanto pare non era così. In un certo senso, ciò la faceva sentire importante.

Gli regalò un sorriso radioso, fissandolo nei suoi occhi azzurri.
Era tremendamente felice.

Gli accarezzò i capelli corvini, attirandolo in un ultimo, dolce bacio.

Dopo qualche minuto di effusioni, i due amanti cominciarono a rivestirsi il più in fretta possibile, rendendosi conto di essere già in ritardo.
Quel giorno, tutti i membri della Legione erano impegnati in un’importante missione, ordinata dallo stesso Levi.
L’operazione “Pulizie”.

"Ehi, Petra!”, la richiamò, mentre si avviavano verso il cortile. “Ti ho mai detto che sei veramente sexy quando indossi la divisa?", la provocò, squadrandola con malizia. La giovane lo guardò imbarazzata, balbettando. "C-che cosa?".
Levi ridacchiò, divertito dalla sua reazione. "Dopo tutto quello che abbiamo fatto, ancora ti vergogni?", la sbeffeggiò, guadagnandosi una gomitata dritta nelle costole, seguita da una sonora risata di Petra.

Presto arrivarono al cortile, dove tutti i cadetti erano già ordinatamente in fila, tranne uno.
"L'unico cadetto assente è Auruo. Qualcuno sa dove è?", borbottò Hanji, scrutando tra i suoi sottoposti.
"Aspettate, aspettate! Sono qui!", urlò il ragazzo, raggiungendo precipitosamente i suoi compagni e mettendosi in riga al loro fianco.
"Finalmente! Ora che tutti sono qui, dividiamoci in gruppi di due, in modo da liberarci da questo strazio il prima possibile", strillò Hanji con entusiasmo, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Levi, agguantando il braccio del povero Moblit. "Sarei molto onorato di collaborare con lei, Hanji" balbettò il ragazzo, prima di venire trascinato via dalla donna.

Lentamente, tutti scelsero il proprio partner per quel noioso lavoro.
Auruo, rimasto da solo, continuava a guardarsi intorno alla ricerca della sua fidanzata. "Ma dov'è Petra?", si chiese nella confusione, grattandosi la testa, per poi notare la testa arancione della ragazza.
Si fece largo tra gli altri soldati per raggiungerla, sbracciandosi come un forsennato, cercando di attirare la sua attenzione. "Ehi, Petra, vuoi lav…?", le chiese, venendo interrotto bruscamente dal Capitano Levi. "Ho già chiesto io alla signorina Ral di aiutarmi nelle pulizie, Bossard", sibilò, mettendo una scopa tra le mani della ragazza, che fulminò con lo sguardo il moro.
In quel modo Auro avrebbe capito tutto, e non poteva permettersi di essere scoperta.

“M-ma non c'è nessun altro rimasto per aiutarmi, Capitano. P-posso almeno unirmi a voi?", azzardò con prudenza il castano, intimorito dallo sguardo truce dell’uomo, che sbuffò irritato. "Bene, ma vedi di fare un buon lavoro".

Mentre i tre si dirigevano al piano di sopra per pulire, Petra si sentiva logorare dentro. Sapeva che ciò che aveva fatto al suo fidanzato era terribilmente sbagliato, ma al tempo stesso non riusciva a pentirsi della magnifica notte di passione passata con Levi.
Non sapeva che accidenti fare.

Auruo le era sempre stato accanto, sostenendola nei duri anni di allenamento e donandole amore incondizionato, ma Levi… Levi era Levi. L’attraeva come una calamita. Invadeva i suoi pensieri, i suoi desideri più proibiti.
Erano due completi opposti.

Le mani le tremavano impercettibilmente, ma cercava di sembrare calma. Doveva prendere una decisione, al più presto possibile.

Lanciò uno sguardo ai due uomini al suo fianco, coloro che, in modo del tutto diverso, le avevano rubato il cuore.
Auruo e Levi, Levi ed Auruo.
Sicurezza e Passione, Passione e Sicurezza.

Chi era l’uomo che amava veramente? Chi voleva davvero al suo fianco?
Prima di chiarire con entrambi i ragazzi, prima di tutto doveva fare chiarezza con sé stessa, e al più presto. Non voleva ferire nessuno dei due.

Arrivarono finalmente al piano a loro assegnato, e Levi dovette sopprimere un conato di vomito. La stanza, in disuso da tempo, era piena di polvere e sporcizia.
"Questo posto è disgustoso", sibilò, mettendosi sulla bocca una pezza bianca, imitato prontamente dai suoi sottoposti, schifati a loro volta.
"Petra, resta con me per ripulire questa camera”, ordinò il Capitano con un tono che non ammetteva repliche. “Auruo, tu vai a pulire i bagni, e sarà meglio che dopo non trovi nemmeno un granello di quello schifo", lo fulminò con gli occhi, tirandogli il necessario per eseguire quell’ingrato lavoro.

Levi spedì Petra a pulire le finestre, per poi equipaggiarsi a sua volta con una scopa, cominciando a spazzare ogni angolo della stanza con maniacale precisione.
Nel frattempo, non riusciva a distogliere gli occhi da lei per più di qualche minuto. Il suo sguardo concentrato, il suo profumo, ogni cosa di lei era come una droga.

Sfilandosi la pezza dalle labbra, si avvicinò lentamente a lei, senza che se ne accorgesse, tanto era impegnata a rimuovere una macchia di sporco particolarmente resistente. "Hai bisogno di aiuto?", le sussurrò nell’orecchio, facendola sobbalzare mentre l’afferrava per la vita, stringendola a sé. "Mi hai spaventata", ringhiò irritata Petra, avvampando.

Si voltò verso di lui, cercando di apparire arrabbiata, ma il suo tentativo svanì nell’aria quando i suoi occhi incontrarono il furbo sorrisetto e gli occhi infuocati dal desiderio del moro.
Deglutì a vuoto. Non era giusto, come poteva resistergli, se la guardava in quel modo? Era dannatamente bello e desiderabile.

Prendendole la mano, guidò ogni suo movimento pulendo ogni macchia della finestra, finché fu talmente pulita da potercisi specchiare dentro.
"Ecco, non era così difficile, no?", la stuzzicò, continuando ad usare quel tono suadente che lei tanto adorava.
Avvolse le braccia sotto il suo petto, depositandole un piccolo bacio sul collo. La pelle della ragazza divenne bollente quando le morse delicatamente il lobo dell'orecchio.
Cercando di trattenersi, Petra si morse con forza il labbro, indecisa se regalargli una ricca gomitata nelle costole o, invece, assecondare i suoi istinti non del tutto casti, ma non ebbe nemmeno il tempo di pensare che furono bruscamente interrotti da dei passi venire verso di loro.

"Capitano, ho appena finito di pulire il bagno", sospirò l’ignaro fidanzato di Petra, completamente esausto entrando nella stanza giusto qualche secondo dopo che i due amanti si furono staccati l’uno dall’altra.
“Lascia che sia io a giudicare, moccioso", sbottò Levi, visibilmente irritato, lasciando la coppia da sola. "Finalmente, possiamo stare un po' da soli", esclamò Auruo, avvicinandosi alla sua dolce metà.
Cercò di strappare un bacio alla sua ragazza, ma con sua grande sorpresa non trovò nulla. Petra si era scansata.
"Perché ti sei spostata?", sbottò scocciato, non capendo cosa passasse nella mente della sua fidanzata, che rispose evasiva. "Oh, non sono proprio in vena di smancerie, oggi”.

Questo strano comportamento di Petra lo insospettiva molto, non era da lei. "Piccola, cosa ti succede? Non passiamo più tanto tempo insieme come prima", si lamentò, ricordandosi infine di quel particolare della notte prima. "A proposto, Petra, dove diavolo eri finita ieri sera?", le chiese, incrociando le braccia al petto.
"C-che vuoi dire?", chiese timidamente a sua volta, grattandosi la spalla. "Non eri nella tua stanza la notte scorsa. Perché?", continuò ad incalzare il castano, mettendo alle strette la ragazza.

Il sudore cominciò ad imperlarle la fronte, il suo respiro a farsi sempre più corto. "I-io ero...", balbettò, fissando il pavimento. “Ero…”.
"Tu eri...?", sbottò Auruo, innervosito e sospettoso.
"Era nelle scuderie che controllava il suo cavallo", intervenne Levi, arrivando giusto in tempo. "L'ho vista dalla finestra della mia stanza, non è vero, Petra?", insistette il moro lanciando uno sguardo alla rossa per incitarla a dare spago alla sua versione. La soldatessa annuì silenziosamente, mentre cercava di non far notare le sue mani tremolanti.
"Inoltre, Auruo, hai fatto un lavoro penoso in bagno. Pulisci tutto di nuovo e vedi di farlo nella maniera appropriata, questa volta", ordinò il Capitano, in un tono tale da far rabbrividire il cadetto, che sparì all’istante.
Nonostante ciò, il castano non era ancora del tutto convinto. Quei due erano troppo strani, soprattutto Petra.

La sua fidanzata gli stava nascondendo qualcosa.

Quando Auruo non fu più a portata di orecchio, Levi si avvicinò alla ragazza, sfiorandole il braccio. "Petra, stai bene?”, le chiese allarmato, guardando l’espressione scossa della giovane. “Ti ha fatto qualcosa?". I suoi occhi fiammeggianti attendevano con ansia una risposta, o almeno un segno di vita da parte di Petra, che sembrava completamente pietrificata.

Il leggero tocco del moro la riscosse. Il suo volto si infiammò, non di vergogna però, ma di rabbia e frustrazione. "Levi, dobbiamo finirla. Adesso!”, urlò, puntando i suoi occhi dorati, ora pieni di rabbia, in quelli allibiti del Capitano. “Non voglio che Auruo scopra quello che è successo stanotte, non se lo merita. Lui mi ama veramente, ho fatto un terribile sbaglio".
Le lacrime cominciarono a scorrerle sulle guance, il cuore era a pezzi, ma la sua mente era assolutamente lucida.

"Ma Petr…", provò a ribattere il moro, ma fu del tutto inutile.
"Mi dispiace Levi, non dimenticherò mai quello che abbiamo vissuto, ma è stato solo un errore", sussurrò Petra, precipitandosi fuori dalla stanza, ormai in lacrime, correndo in camera sua dove si sarebbe isolata per il resto della giornata.

Nonostante provasse qualcosa di veramente forte per Levi, chiaramente lui non era veramente innamorato di lei. Era solo una preda e come una stupida ci era cascata.
Aveva sbagliato, ma avrebbe rimediato.
Gli sarebbe stata lontana, non gli avrebbe mai più parlato, se necessario.

O, almeno, ci avrebbe provato.


***

Il tempo passò, e i giorni si trasformarono in settimane.
Petra continuava con insistenza ad evitare Levi, ma, nonostante ciò, non riusciva a sopire ciò che sentiva per il suo Capitano.

Aveva sinceramente provato a far funzionare le cose con Auruo, ed, effettivamente, a prima vista sembravano davvero una coppia perfetta. Passavano molto più tempo assieme e si divertivano molto, però qualcosa mancava nell’animo della ragazza. Si sentiva incompleta.
Auruo, da parte sua, non poteva essere più felice di questa svolta positiva del loro rapporto, ma, senza neanche accorgersene, aveva iniziato ad atteggiarsi come Levi, esasperando la fidanzata.

Come poteva dimenticarsi di lui, se gli veniva continuamente sbattuto in faccia?

Ormai erano passati due mesi da quella bellissima notte passionale, e Petra non era riuscita a dimenticare ogni bacio che si era scambiata con Levi, ogni carezza, ogni parola sussurrata.
Per quanto volesse bene ad Auruo e tenesse a lui, ormai non poteva più negarlo a sé stessa: era completamente innamorata di Levi.





Spazio della traduttrice
Eccomi qua, in perenne ritardo!
Questa volta giuro che non è colpa mia, ma vari impegni *coff* terza prova *coff* mi hanno impedito un rapido lavoro, in più questo capitolo non finiva veramente mai! (probabilmente sarà il più lungo che troverete in questa storia...)
Va beh, bando alle ciance, mando a tutti voi che state leggendo un bacio e un forte abbraccio!
Alla prossima!
   
 
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