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Autore: linpa88    21/03/2016    0 recensioni
Mary è una ragazzina dispotica e decisamente poco femminile con un caratterino autoritario, Gabriel invece è il bello di turno che tutte vorrebbero avere per la vita ma a lui una notte basta e avanza. Sembrerebbe la solita storia piena di cliché se non fosse che con Mary non esistono cliché; riuscirà Gabriel a conquistarla?
Genere: Angst, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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Spero mi perdonerete per la lunga assenza, è un periodo un po’ pieno per me e ho lasciato indietro molte cose, però sono ancora qui, non vi libererete mai di me. -Amy-


Erano poche le cose che spaventavano Mary: la morte, la prigionia e la distanza dalle cose che amava.

Maggio era arrivato prepotente quell’anno imponendo da subito calde giornate primaverili che facevano rimpiangere a tutti gli studenti, le vacanza estive ancora lontane. Com’era arrivato, era finito, e aveva lasciato posto a giugno e con lui, una triste consapevolezza. Solo pochi giorni prima, Mary aveva avuto quella chiacchierata con Marie e i dubbi, già presenti nella sua testa, erano peggiorati costringendola ad allontanarsi il più possibile da scuola e a rintanarsi nel silenzio della sua stanza. L’unica comunicazione pervenuta ad Alex, fu di presentarsi immediatamente a casa sua dopo le lezioni pomeridiane mentre a Gabriel disse solo che non si sentiva bene e che non doveva preoccuparsi. br> Quando l’amica entrò in camera sua, la trovò nella stessa situazione di disperazione in cui l’aveva vista quando doveva decidere se concedere una possibilità a Gabriel o meno, forse questa volta la questione era anche peggiore perché erano passati mesi in cui era stata bene con il ragazzo e faceva fatica a scendere a patti con quello che sentiva per lui e con il futuro che li attendeva. Raccontò per filo e per segno la conversazione avuta in infermeria e la prima reazione di Alex fu che Marie le avesse messo la pulce apposta per scatenare tutto questo casino ma lei che l’aveva vista, ricordava i sorrisi mesti che la ragazza le aveva rivolto per tutto il tempo e non le sembrava che stesse fingendo.
«Alex, a prescindere da quello che ci siamo dette io e lei, era una cosa che sarebbe successa, non sono un tipo da relazioni a distanza, poi lui potrà essermi fedele per tutto il tempo che vuole ma io non riesco a non averlo più trai i piedi.»
«Si tratterebbe di pochi mesi insomma, dovrà tornare prima o poi no?»
«Vacanze estive, Natale, Pasqua, Ringraziamento. Sarebbero questi i momenti in cui vivere la nostra relazione? E tutto il resto del tempo?»
«Avresti il tuo fottuto spazio non credi? Mary, dimmi che lo stai facendo veramente perché non sai gestire una relazione a distanza e non perché hai paura della concorrenza lì fuori che non puoi ammazzare.»
Alex aveva centrato completamente il nocciolo della questione, come sempre, anche se in realtà, se avesse dovuto spiegarlo a parole sue, avrebbe detto che era tutto un mix di questioni che non riusciva a gestire, un insieme di piccoli problemi e dubbi che la mettevano in crisi e con cui non avrebbe mai voluto avere niente a che fare perché nel suo mondo perfetto non avrebbe mai permesso a queste cose di farle male.
No, in effetti, non se la sentiva di cominciare una storia a distanza per il semplice fatto che le sarebbe mancata la semplice quotidianità che Gabriel le aveva regalato e adesso che c’era venuta a contatto, non avrebbe più potuto farne a meno, inoltre temeva che veramente mentre lui si sarebbe invaghito di qualcun’altra mentre si trovavano divisi e la sua insicurezza acuiva la sua paura di essere abbandonata per un’altra persona; per quante occasioni avessero avuto per vedersi durante le vacanze, per lei non sarebbe mai stato abbastanza e non poteva convivere con questa cosa.
«Sembra che tu faccia il tifo per lui.»
«Se ti avesse fatto star male, gli avrei cavato gli occhi con le mie stesse mani, stavate bene insieme tutto qui.»
Già, stavano, Mary non poté fare a meno di notare come l’amica avesse già usato il passato come se a quella relazione ancora non finita, fosse stata data già una sentenza di morte e Gabriel ancora non ne sapeva niente. Conoscendolo si sarebbe battuto con le unghie e con i denti per mantenere vivo il loro rapporto nonostante la distanza, ma lei sentiva di dover mettere una fine a tutto quello per il suo bene e forse anche per quello di lui; Mary non aveva mai avuto la presunzione di decidere cosa fosse meglio per gli altri, in effetti, era già difficile scegliere cosa andasse bene per lei in un momento come questo.
Alex abbracciò l’amica non sentendosela di dover aggiungere altro, aveva detto tutto quello che poteva dire per aiutare Mary a fare nuovamente chiarezza tra i suoi pensieri e decise che quello era il momento di non imporre la sua presenza e se l’amica avesse avuto bisogno di lei, non avrebbe dovuto far altro che chiamarla e lei sarebbe accorsa.

Erano passate un paio di settimane quando Mary finalmente si decise a parlare con Gabriel. Le lezioni erano finite da un pezzo e i ragazzi dell’ultimo anno si erano finalmente diplomati e cominciavano a vedere un barlume di riposo dopo gli estenuanti esami estivi. Il giorno in cui gli mandò un messaggio, per chiedergli di passare, sua madre era andata a lavorare; Danielle svolgeva per la maggior parte della settimana il turno di notte e Mary era abituata a stare da sola e non aveva mai avuto paura. In realtà aveva scelto di chiamarlo proprio in quel momento perché essendo soli, nessuno avrebbe potuto interferire nella probabile discussione che sarebbe conseguita. Gli aveva dato appuntamento a casa sua per dopo cena e mentre l’orario stabilito si avvicinava, Mary ripassava mentalmente il discorso che si era preparata e si era calata sul volto la più gelida maschera che avesse mai potuto indossare.
Lui, come al solito fu puntuale e quando Mary gli andò ad aprire, Gabriel la salutò con un piccolo bacio sulla guancia mentre lei rispose con un timido sorriso. Mary decise che non c’era un modo giusto per dire quello che aveva intenzione di dirgli, non c’era un momento e non c’era una frase per indorare la pillola che potesse aiutarlo; la sua coscienza le stava dicendo di desistere da quell’impresa perché non si sarebbe fatto male solo lui in quel momento, anzi probabilmente, Gabriel avrebbe superato la cosa dopo un paio di mesi viste le opportunità che gli si stavano aprendo mentre lei avrebbe dovuto convivere con il fatto che tutto questo avveniva per causa sua. Ma poi, perché dovergli mentire? In effetti, il solo fatto che non desiderasse una storia a distanza poteva essere un motivo valido per rompere anche se sapeva che lui si sarebbe attaccato ad ogni appiglio per convincerla del contrario. «Gabriel, non c’è un modo più o meno carino per dirti quello che ti sto dicendo, in realtà non è facile neanche per me anche se può sembrare diversamente. Ti ho chiesto di venire qui stasera perché, volevo dirti che non me la sento più di stare con te…»
Gabriel si era accomodato sul divano del salotto e probabilmente aveva inteso che qualcosa non andasse, già dal fatto che lei non lo avesse raggiunto come di solito faceva.
Lui non si era scomposto più di tanto, ma quando la ragazza prese a parlare, il suo sguardo si fece attonito e quando finì era talmente incredulo alle sue parole che sapeva di avere la bocca spalancata come un emerito idiota. Mary evitò di guardarlo direttamente in faccia, aveva abbandonato completamente la linea dura delle bugie che si era preparata per ovviare a quella decisione e non poteva far altro che stringere le mani in un pugno e tenere la testa leggermente china. «… tu hai la tua vita davanti ed io ho la mia, è stato bello frequentarci mentre eravamo tutti e due qui ma in questo momento della mia vita non ho la possibilità e la fiducia, per intraprendere una relazione a distanza mentre tu sarai in un’università dall’altra parte della nazione.» Gabriel fece per protestare, ma Mary lo zittì immediatamente imponendogli la mano; sapeva che se avesse interrotto il suo discorso, sarebbe stato più facile per lui farla desistere e più difficile per lei rompere quella relazione. «Io non ce la faccio mi dispiace, è tutta una questione di fiducia che io non ho. Avevo i miei dubbi sul perché avessi scelto me all’inizio e tu sei stato sincero e lo apprezzo, ma un conto è viverti ogni giorno e un conto è vederti una volta ogni tanto se ci va bene. No, non posso tollerarlo questo, è una cosa che non posso sopportare, il solo pensiero che tu abbia a che fare con altre persone, altre ragazze... Io lo so che a un certo punto la distanza sarà talmente tanta che sentirai il bisogno di espletare i tuoi bisogni fisiologici con un’altra persona ed io non sono pronta a gestire questa cosa. Non voglio neanche provarci perché non voglio neanche arrivare al punto di sentirmi dire che la cosa non funziona e rischiamo anche di dirci queste cose per telefono ed io non lo potrei reggere, adesso ti ho qui e posso guardarti negli occhi e penso che sia la cosa migliore per entrambi, perlomeno lo è per me.»
Gabriel si alzò dal divano avvicinandosi a lei, dal primo tentativo che aveva fatto per parlare non l’aveva più interrotta ma adesso sentiva l’impellente bisogno di dire ciò che gli frullava in testa e non gli interessava se gli sarebbero uscite una serie di frasi senza senso, a quel punto doveva sfogarsi. «Non ci abbiamo neanche provato! Dannazione Mary, non sai neanche se tutto queste succederà ma tu ti fasci già la testa? Speravo di averti dimostrato che anche se salti non sempre ti fai male e adesso mi stai lasciando per lo stesso motivo? Avevi detto che ci avresti provato e invece ti stai tirando indietro.»
«Ci ho provato Gabriel, non dirmi che non ci ho provato perché l’ho fatto. Ti ho concesso il beneficio del dubbio e mi sono voluta fidare di te, per una come me è stato un lancio nel vuoto e l’ho fatto, siamo stati insieme ma adesso è differente.»
«Non è vero! Non cambia assolutamente niente, sì non potremmo vederci più come prima ma io ti aspetterò e a costo di pagarti il biglietto potrai venirmi a trovare ogni volta che vorrai.»
«Invece lo sai che non funziona così, tu non sarai più qui ed io non potrò correre sempre da te e tu non potrai correre sempre da me. Devi rispettare la mia scelta Gabriel, non me la sento di affrontare una relazione di questo tipo, non puoi chiedermi di farlo.»
Lo sguardo sul volto del ragazzo si fece truce perché quello che sentiva da parti di Mary era un continuo pensare a sé stessa; non aveva mai accennato alla cosa, ogni volta che parlavano dell’argomento università lei si dimostrava entusiasta per la sua scelta e adesso gli stava facendo tutte quelle paranoie sulla distanza e sulla difficoltà nel mantenere la loro storia. «Io, io io, io. Ecco che cosa sento, solo io. Pensi esclusivamente a te stessa e non ti sei mai posta il problema di come mi senta io adesso? Perché non ne hai mai parlato prima? Avevamo mesi per cercare una soluzione e tu ti stai arrendendo senza neanche provarci.»
«Sei proprio un fottuto cazzone Gabriel, non ti rendi conto che lo sto facendo anche per te? Pensi che sia facile per me privarmi della tua presenza e del tuo amore dopo aver scoperto quanto mi piaccia stare con te e quanto tu mi faccia stare bene? Lo sto facendo per me e per te sai? Perché non voglio che tu rinunci al tuo sogno per rimanere qui ad aspettarmi, non volevo metterti in condizione di dover scegliere tra me e il tuo futuro perché il tuo futuro è più importante di me.»
Gabriel avrebbe voluto contestare quell’affermazione ma in parte, la ragazza aveva ragione: se avesse cominciato a rendersi conto di questa cosa mesi prima avrebbe preso in considerazione la possibilità di non frequentare l’università per stare con lei perché, concretamente, non poteva avere entrambe le cose; aveva dato per scontato che anche Mary avrebbe accettato la storia della relazione a distanza, e che nella difficoltà della situazione per entrambi, si sarebbero fatti forza a vicenda e adesso, veniva a scoprire che lei tramava quell’idea da mesi e si era tenuta tutto dentro. Gabriel non sapeva se arrabbiarsi perché non gli avesse detto niente o ringraziarla per aver affrontato quel peso da sola donandogli mesi di felicità, senza mai lasciare intravedere un barlume di tristezza per la consapevolezza dei giorni che passavano inesorabili verso la fine dell’anno scolastico.
«Lo sai tu e lo so io Gabriel, sembrano tutte cose piccole che possono risolversi facilmente, ma sono troppe ed io non ce la faccio; se anche decidessimo di andare avanti io costituirei una distrazione per te e non mi piace sentirmi trascurata specie se tengo molto alla persona che ho al mio fianco.»
«Mary, io ti aspetterò…»
«No Gabriel, tu devi farti la tua vita. È stato bello stare con te ma le nostre strade si dividono qui, io sono la più anonima delle ragazze e ho un mondo tutto mio, anche se dovessi finire presto il liceo, la mia strada è un’altra ed è lontana da te.»
«Tu sei la ragazza perfetta per me e non m’interessa se tu mi stai lasciando io non ti lascerò andare così e ti aspetterò.»
«Io non sono la ragazza perfetta Gabriel, Sarah lo è, Marie lo è. Quando ti sarai stancato di me, tornerai da Marie o da Sarah. Quindi te lo dico adesso, è finita sul serio. Porta avanti tutti i cliché che vuoi e sparisci dalla mia vita.»
«La smetti Mary? È te che voglio e Sarah non è altro che un’amica. BASTA!»
Ma Mary non aveva intenzione di finirla, sapeva che per quanto avesse cercato di resistere, prima o poi Gabriel si sarebbe trovato nella situazione di non poter tornare da lei e sarebbe stato sedotto da una qualsiasi sciacquetta all’interno dell’università con cui sarebbe finito al letto. Era quella la sua natura, con lei era stato gentile e dolce ma Mary non poteva dimenticare quello che era stato prima che lei entrasse nella sua vita e si chiedeva anche se quel ridimensionamento non fosse dovuto più alla paura per il suo caratterino che ad un vero e proprio cambiamento. Stava di fatto che Mary non poteva stargli affianco e questa era una cosa che non tollerava affatto. «No finiscila tu. Sul serio sparisci dalla mia vita, perché ODIO te e il modo in cui mi hai cambiato. Io non sono questo. Questo mi fa schifo.»
«Ma che ti prende ora? Perché sei cosi restia a bruciarti?»
«La vuoi finire con questa cazzo di storia del vivere ardendo e non bruciarsi mai? Ho vissuto e mi sono bruciata, ho osato Gabriel ma non sono più disposta a farlo. Io sono gelosa e non sopporto l’idea che altre ragazze ti stiano attorno perché sei un bel ragazzo e sarà inevitabile, quindi smettila di dipingermi scenari idilliaci in cui neanche tu credi. Mi sento cambiata e la cosa non mi piace per niente.»
«Nessuno ti ha chiesto di cambiare. Ora mi dici perché ti stai sminuendo cosi tanto? Marie è il mio passato, né io né te possiamo farci nulla, dobbiamo convivere con ciò. Tu dovresti fidarti di me.»
«Se non è Marie, sarà qualcun’altra Gabriel. Io non sono più quella giusta ok? Vogliamo cose diverse e adesso l’ho capito. È stato bello, ci siamo divertiti, ti sei preso la mia verginità ed io me ne sono liberata. Sei passato da un eccesso a un altro è evidente. Solo che le cose funzionano quando trovi qualcuno che ti calma non una persona che è un filino più pazza. E' ovvio che stai meglio con lei ed io non sono lei, io volevo farla piangere sul serio. Ero lì per farla piangere e lo desideravo, ma mi sono stata zitta e non va bene, io parlo sempre e quando voglio e non tollero Marie, non tollero quello che c'è stato tra di voi e non tollero qualsiasi cosa ci sia anche se è finita, tu hai bisogno di lei e della sua dolcezza IO non sono dolce. Sono una fottuta stronza quindi sul serio è finita.»
Mary aprì nuovamente la porta invitando Gabriel a uscire da quella casa immediatamente, per quanto le riguardava si erano detti tutto quello che si dovevano dire e non c’era nient’altro da aggiungere. Gabriel si avvicinò a lei in un ultimo tentativo di farla desistere dal proseguire su quella strada.
«Mary…»
«Ti prego vattene. Non ce la faccio più a sopportare questa cosa.» La voce era incrinata da lacrime a cui veniva impedito di uscire, Gabriel lo sapeva, sapeva che per qualche strano motivo gli era stato chiesto di allontanarsi da lei ma non era del tutto sicuro che anche lei lo volesse concretamente. Sospirò uscendo dalla casa e alzando lo sguardo notò Alex sulla soglia della casa di fronte che lo guardava andarsene cercando di interpretare se ci sarebbe stato un seguito a quella storia; prima di abbassare il capo Gabriel scosse piano la testa poi s’infilò in macchina e sparì dalla sua vita.


   
 
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