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Autore: piccolo_uragano_    22/03/2016    6 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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"La voglia di sorridere, di perdonare 
la debolezza di essere ancora 
come la vogliono gli altri."
(La borsa di una donna - M. Masini)

 
“Kayla, dannazione, fermati!”
“Vai al diavolo!” rispose la Serpeverde, fermandosi giusto per guardarlo con occhi pieni di ira. Immediatamente, riprese a salire le scale.
“Perché devi sempre essere così dannatamente aggressiva e …”
“Aggressiva?! Aggressiva? Cazzo, Robert, tu non ti rendi conto!”
“Sei tu a non renderti conto, hai idea di quanto è successo?”
Kayla alzò gli occhi al cielo e continuò a salire le scale verso la Torre di Astronomia. “Vai al diavolo, Robert!”
“Sì, lo hai già detto!” esclamò lui.
“E allora lasciami in pace, una volta tanto!”
“No.”
“No?”
“No, dannazione, sei mia sorella e …”
“Ecco, appunto: sono tua sorella, non il tuo caso umano da salvare ad ogni costo, da proteggere da ogni male, da ogni graffio, per Salazar, Robert, non mi lasci nemmeno respirare!” Kayla sembrava davvero sul punto di esplodere, con gli zigomi arrossati e gli occhi grigi in fiamme d’ira.
“Ah, parli di quello che è successo la scorsa settimana? Insomma, del ballo e di Fred e Draco?!”
“Parlo del fatto che non ti dovevi intromettere.” Rispose lei, incrociando le braccia sul petto.
“Come faccio a non intromettermi? Fred è il mio migliore amico, e Draco è un prepotente!”
“Ma è la mia vita, e riguarda me e soltanto me! Apprezzo il fatto che tu cerchi di proteggermi, ma cazzo Robert, lasciami respirare!”
“Non ti sto impedendo di vivere, ti sto impedendo di sbagliare, di cadere, di fare la scelta sbagliata!”
“NO! No, no e ancora no! Tu mi stai trattando come se fossi una bambina di cinque anni! Odio quando fai così, sai? Odio questo tuo atteggiamento dannatamente Grifondoro, lo odio perché mi soffoca e non mi permette di scegliere da sola!”
“Non sei pronta a scegliere, Kayla, non sei pronta a sbagliare.”
Kayla osservò il fratello con occhi stracolmi di pensieri. “Questo lascia che sia io a deciderlo.”

Martha se ne stava seduta sulla poltrona di Sirius, accarezzandosi il ventre ormai gonfio e guardando la neve cadere.
“A che pensi?” mormorò suo marito, posando una mano sulla spalla.
“A niente.”
“Bugiarda.”
Martha sorrise. “Pensavo a Rose.” Ammise.
“A Rose?”
Martha annuì. “Beh, è quasi Natale, e … da bambine amavamo il Natale, noi. Papà portava dei maglioni orribili e mamma decorava la casa. Era … era bello, era semplice.”
“Beh, anche qui è bello. Non semplice, ma bello.”
Martha allargò il suo sorriso. “Ti chiedi mai come se la passa, lei, a Parigi?”
Sirius si strinse nelle spalle. “A volte.” Martha tornò a guardare la neve attecchire in giardino nella notte scura, e stava per riavvolgersi nei ricordi quando Sirius parlò di nuovo. “Merlino, Martha, siamo due maghi, perché non andiamo a scoprire come se la cava quella svampita di Rose?”

Kayla si guardò riflessa nello specchio, avvolta in quell’abito con i colori del tramonto che aveva comprato l’estate prima. Ginny, con moltissima pazienza, aveva pettinato e raccolto i suoi riccioli in un elegante acconciatura concentrata dietro la nuca ma che lasciava qualche boccolo ad accarezzarle le clavicole. Astoria, che era rimasta nei sotterranei, aveva provato a convincerla a mettersi i tacchi, ma lei era follemente innamorata delle sue All Stars babbane e non aveva intenzione di mollarle in un momento così importante.
“Sei meravigliosa.” Le sussurrò Ginny, sistemando l’ultimo boccolo.
Lei sorrise all’amica. “Sappi che è merito tuo.”
Ginny le posò una mano sulla spalla e prese a litigare con i boccoli di Hermione, sistemandoli più o meno nello stesso modo. Kayla si alzò e osservò il panorama che si estendeva al di là della finestra, mentre sentiva le sue amiche parlare dei loro accompagnatori. Kayla non amava parlare del cavaliere di Hermione: gli sembrava solo rozzo e maleducato, e poi poteva solo immaginare quanto si sarebbe arrabbiato Robert appena avesse scoperto la verità.
“Sicura di non volere un altro paio di scarpe?” domandò Hermione. “Ho delle ballerine bianche, se vuoi, non …”
Kayla scosse la testa. “Mi vanno benissimo le mie, Hermione, grazie lo stesso.” Detto questo, riprese a guardare fuori dalla finestra. Spesso, Kayla si sentiva come se quel mondo non le appartenesse affatto. Né quello, né quello babbano. Si sentiva un punto di domanda, un enorme interrogativo. Sentiva il peso delle aspettative che doveva soddisfare sopra le spalle, ed era sicura che non avrebbe mai reso orgoglioso nessuno. Né sua madre, né suo padre, né i suoi fratelli, né Remus. Nessuno.
“Va tutto bene, Kayla?”
Lei annuì, senza nemmeno pensarci. “Certo.” disse. “Tutto alla grande.”
Le piaceva guardare dalla finestra per un solo, semplice, motivo: sperava che , da qualche parte nel mondo, ci fosse qualcuno in grado di capirla.
“Siamo pronte?” domandò Ginny.
“Pronte.” Risposero insieme Hermione e Kayla.
Ginny fu la prima ad uscire dalla stanza, così, Kayla e Hermione rimasero a guardarsi. “Spero che per te ne valga la pena.” Disse Kayla.
“Spero che tu abbia fatto la scelta giusta.” Rispose l’altra.
Kayla, con gli occhi ancora persi nel vuoto, annuì e uscì dalla stanza. Facendo molta attenzione a non inciampare nel suo stesso vestito, scese le vecchie scale di pietra. Quando arrivò alla fine, si ritrovò nella Sala Comune Grifondoro.
Robert, intanto, la fissava estasiato. Era sicuro che fino a qualche ora prima quella fosse la ragazzina che nella vecchia casa Black si addormentava con il libro della favola di Anastasia in mano. “Sei … meravigliosa.” Disse.
Kayla rivolse anche a lui un sorriso spento. “Anche tu.” Disse, osservando il suo completo buono con tanto di panciotto e papillon bianco latte.
“Ma io lo sono sempre.” osservò lui.
Kayla ridacchiò e volse lo sguardo dietro di lei, nella direzione che suo fratello le aveva appena indicato. Quando si girò, vide il sorriso contagioso di Fred Weasley. “Sei felice?” domandò lui.
Per Kayla, però, non c’era domanda più difficile di quella. Così, si limitò ad annuire.
Lui annuì a sua volta. “Spero che sia vero.”
Lei sperava che un giorno lo sarebbe stato.
“Lui è fortunato.”
Kayla sorrise. “Chi è la tua dama?”
“Angelina.” Rispose lui, in un sospiro.
“Beh, è carina.”
“Ne avevo invitata una anche più carina.”
Kayla abbassò lo sguardo. “Passa una buona serata, Fred.”
“Divertiti, e … sorridi. Sei fantastica quando lo fai.”
Kayla non riuscì a sorridere, in quel momento. Si limitò ad abbassare lo sguardo, di nuovo, e ad avviarsi all’uscita. Quando sentì Robert bestemmiare, si rese conto che Hermione aveva appena sceso le scale.
Paradossalmente, anche Fred aveva litigato con Robert, e nessuno poteva dimenticare le loro urla invadere la Torre Grifondoro. Fred difendeva la sua capacità di intendere e di volere e diceva che Robert non poteva pretendere di avere il controllo di tutto, lui poteva uscire con chi gli pare. Robert aveva ricominciato a giocare con la scusa ‘lei è mia sorella’, e nessuno aveva voluto saperne nulla.
Quando uscì dal buco del ritratto, trovò Draco Malfoy ad attenderla, e notò con piacere che sul suo viso si dipinse un’espressione di stupore puro quando la vide.
“Oh, anche tu cambi espressione, ogni tanto.” Ironizzò.
Lui alzò le spalle. “Carino.” Disse.
“Ora ti riconosco!” sorrise lei. “Andiamo?”
“Andiamo.”
L’espressione di puro stupore, però, si estese anche al viso e allo sguardo spento di Kayla quando, a braccetto con Draco varcò la soglia della Sala Grande, trovandola tirata a lucido come non mai. In pochi minuti aveva salutato quasi tutti, e quasi subito ai campioni venne chiesto di aprire le danze. Era troppo lontana da Robert per vedere la sua faccia una volta scoperto che fosse il cavaliere della sua Hermione, ma si disse che alla fine non importava. Insomma, avevano litigato, no? Sorrise vedendo Harry e Calì danzare, sentendo Draco che tratteneva con fatica i commenti acidi sul fratello della sua dama.
Quando il primo ballo fu chiuso, Draco si pose davanti a Kayla e le tese la mano. “Mi concede questo ballo, signorina Black?”
Kayla sorrise, afferrando la mano di Draco, e con naturalezza iniziarono a volteggiare per la Sala, incrociando di tanto in tanto Robert con una bionda francese che rideva a qualsiasi cosa dicesse il giovane Grifondoro. Dopo un numero sufficiente di volteggi, però Harry li raggiunse. “Perdonami, Draco” disse, con tono ironico. “posso rubarti la tua fantastica dama per un ballo?”
Draco tolse la mano dal fianco di Kayla e fece un leggero inchino. “Raggiungo gli altri. Ci vediamo dopo?”
Kayla annuì, accogliendo l’invito di Harry. “Tu non sai ballare.” Gli disse.
“Si nota così tanto?” scherzò.
Kayla scosse la testa. “Perché Calì?”
“Perché Draco?” domandò lui.
La Serpeverde abbassò lo sguardo.
“Ehi, non sono Robert, non voglio giudicarti o urlarti contro.” La rassicurò lui. “Solo … beh, spero che tu abbia fatto la scelta giusta.”
“Io non ho scelto, Harry. Non è un gioco a premi, non ho scelto, non c’era niente per cui scegliere.”
“Ah no?” rispose lui. “Beh, a guardare Fred non si direbbe.”
Kayla seguì immediatamente il suo sguardo, trovando Fred Weasley seduto accanto a George e a Fred, con aria sconsolata e un sorriso finto. “Ti dispiace …?” chiese, indicando i tre Weasley con un cenno.
“Figurati.” Rispose lui, facendola girare su sé stessa per poi lasciarle la mano. Lei, senza perdere il suo portamento elegante, si avvicinò ai tre Grifondoro fingendo un sorriso. George fece un fischio di ammirazione, mentre Fred e Ron le sorrisero.
“Buonasera signorina Black.” Disse Fred. “Come posso esserle utile?”
“Mi chiedevo se le andasse di ballare con me, signore Weasley.”
Il sorriso di Fred si allargò e illuminò tutto quanto. “Sarebbe un grande onore.” Così, ignorando bellamente lo sguardo di Angelina, la sua dama, e quello di Draco, in lontananza, i due si misero a ballare muovendosi in una perfetta sincronia, come se esistessero solo loro due. Come se non fossero lì, come se non fossero a Hogwarts, ma fossero da tutt’altra parte, molto, molto lontano da lì.
Si fermarono quando, d’improvviso sentirono un “No!” e dei pesanti insulti.
Ci volle un attimo a capire quanto era appena accaduto: evidentemente, Robert aveva invitato Hermione a ballare e aveva risposto male a Krum, il quale non aveva gradito e aveva pensato di tirargli un pungo, e, perché no, rompergli il naso.
“Non osare, Krum!” ringhiò Kayla.
“Viktor, Viktor, fermati!” strillò Hermione, mentre Robert caricava un pugno. “No, no, Robert, non rispondere!!” 
Intanto, Kayla si interpose tra i due e Fred trattenne l’amico, raggiunto immediatamente da Ron e Harry. Kayla, davanti a Krum e accanto a Hermione, puntò la bacchetta (estratta dal vestito) contro il famoso cercatore senza il minimo dubbio o la minima esitazione, mentre sentiva Hermione trattenere le lacrime.
“Vattene, stronzo.” Disse, quasi sputando. “Vattene, prima che io decida di affatturarti.”
Krum non se lo fece ripetere due volte e si allontanò, mentre Hermione prese ad urlare contro Robert.
“Ti sembrava il caso di dirgli che ero la tua ragazza, stupido idiota?” strillò.
“E a te sembra il caso di andare al ballo con Krum?!” chiese Kayla di rimando, mentre Robert si teneva il naso con una mano cercando di non macchiare il vestito di sangue.
“Oh, senti chi parla! Tu hai accettato l’invito di Malfoy!!”
“No, Hermione, parliamo di te e di mio fratello! Volevi recuperare e poi gli fai questo?!”
“Non devo rendere conto a te, Kayla! Viktor è gentile, dolce, e …”
“E sa benissimo chi frequenti, Hermione, ma non ci arrivi?”
Intanto, Fred e Harry aiutavano Robert ad alzarsi, mentre Moody borbottava che avrebbe chiamato ‘i Black’ quanto prima.
“Viktor non mi ha chiesto una sola cosa su Harry, se ci tieni a saperlo! Niente su di lui, niente su Robert, niente di niente!” strillò la Grifondoro. “Non sono io che faccio scelte discutibili, qui!”
“Oh, insomma, io non sto cercando di ricostruire nulla con Fred e Draco non è il campione che gareggia contro il mio migliore amico, quindi non è la stessa cosa!”
“Si ma tu stai insinuando che io potrei voler aiutare Viktor a vincere il Torneo, per Godric!  Io voglio che Harry vinca il Torneo, dannazione, e lui lo sa?”
“E Viktor lo sa?” domandò Kayla, allargando le braccia.
“Ma fammi il piacere, Kayla, sei patetica!  Tornatene dal tuo Purosangue razzista!” esclamò, andandosene ormai in lacrime. Kayla, guardandosi attorno, si rese conto che tutti la stavano guardando. Fred, Harry e Robert erano spariti, Draco scuoteva la testa e George le mise una mano sulla spalla. “Andiamo a prendere da bere, Kayla.”
Lei respirò a fondo. “Sto bene.” Sussurrò.
“Si, certo.” rispose lui. “Ti sto solo offrendo un bicchiere d’acqua.”
Kayla annuì. “Dove sono Robert e Harry?”
“In Infermeria. Il naso di Robert non smetteva di sanguinare.”  Kayla si inumidì le labbra con il bicchiere d’acqua che George le aveva passato. “Lo hai difeso, nonostante tutto. Questo ti fa onore.” Aggiunse George.
Lei alzò lo sguardo verso di lui. “Che altro avrei potuto fare?”
George alzò le spalle. “Non so. Davvero, non so cosa ti passi nella testa.” Kayla stava per dire qualcosa quando incrociò lo sguardo freddo di Draco. “Vado a vedere come sta Robert.” Disse, allontanandosi.
“Avrei dovuto immaginare che lo avresti fatto.” Disse Draco, avvicinandosi a Kayla. “Insomma, loro sono i tuoi fratelli.”
Kayla gli sorrise. “Non sei arrabbiato?”
“Perché hai contribuito all’interruzione della festa? No. Sai, mi sto sforzando di essere gentile con te.”
“Quindi sei arrabbiato perché ho ballato con Fred.” Concluse lei.
“Forse.”
“E hai intenzione di fare qualcosa?”
“Non se mi chiederai di non farlo.”
“Allora ti chiedo di non fare niente.”
Lui annuì. “Ho le mani legate.” Ammise. “Solo una cosa, però, Black. La tua possibilità con me te la sei appena giocata.” Lei annuì, sconsolata. “Immagino che ora vorrai correre dalla tua famiglia.”
“Tu corri a ballare con Pansy, non vede l’ora.”
Lui le sorrise e si allontanò. Lei osservò le sue spalle larghe perdersi tra la folla, e poi corse verso l’infermeria.

“Hai fatto bene, Robert.” Sospirò Martha.
“Perché non gliene hai dato uno più forte?” esclamò Sirius. “Insomma, perché sei rimasto lì a prenderle?”
“Non è rimasto lì a prenderle!” rispose Martha, ai piedi del letto del figlio. “Hermione gli ha detto di non rispondere!”
“E allora, se io ti dicessi di buttarti al piano di sotto, lo faresti?” chiese lui.
Martha alzò le sopracciglia e lui spalancò la bocca. “Perché, tu no?” gli chiese.
“Se me le danno gliele torno, per Merlino!” sbraitò.
“Non litigate.” Sbuffò Robert. “Rimbomba tutto.”
“Ah, e la violenza dove porta, sentiamo?!” rispose Martha. “Sei il solito prepotente infantile!”
“E tu sei la solita ingenua!! Come puoi dirgli che ha fatto bene a non ribellarsi?”
“Glielo ha chiesto Hermione!” disse di nuovo Martha. “E la cosa sarebbe degenerata, se avesse risposto!”
“Non litigate.” Disse di nuovo Robert, per venire di nuovo ignorato.
“Almeno avrebbe protetto la sua dignità, il suo orgoglio, il suo onore!”
“Questo va al di là dell’onore, Padfoot, questo è rispetto, è sapersi controllare!”
“Mamma …”
“Ma per te l’onore e l’orgoglio vengono prima di tutto, non è vero?”
Insomma!” strillò Robert. “Smettetela!”
Kayla entrò in Infermeria con il fiatone. “Robert! Mamma, papà!”
“Ciao, principessa.” Le disse Sirius freddo. “Torna pure a divertirti, qui ci pensiamo noi.”
“No, Sirius, Kayla ha fermato Krum.” Gli disse Harry. “Se mi avessi lasciato finire di parlare …”
“Come sarebbe a dire che ha fermato Krum?!” domandò Martha.
“Ha tirato fuori la bacchetta e … a proposito, dove diamine la tenevi?” domandò Harry.
Kayla sorrise, posandosi una mano sullo sterno e infilando due dita tra i seni, nel vestito.
Fred scoppiò a ridere e Robert rimase a bocca aperta. “Tu, piccola Malandrina!”
“Oh, sono fiero di te.” Sorrise Sirius. “A proposito, chi è il tuo cavaliere?”
Kayla spalancò gli occhi. “Ehm, papà … sai che ti sta bene questa camicia?”
Lui alzò le sopracciglia. “Ah si? È vecchissima, ma ha ancora il suo fascino, vero?”
“Sì, assolutamente!” esclamò Robert. “La trovo fantastica.”
“Meravigliosa.” Aggiunse Harry.
Sirius si sistemò il colletto, fiero, mentre Martha scrutava i tre figli attentamente. “Voi tre mi nascondete qualcosa.” Disse. “Perché avete sviato la domanda?”
“Che domanda?”
“Sviato? Quando?”
“Ma che dici, mamma?”
Anche Sirius si mise a scrutarli, incuriosito dal fatto che avessero risposto tutti e tre insieme e molto velocemente. “Con chi è andata Kayla al Ballo?” domandò di nuovo.
“Con un ragazzo.” Rispose Kayla.
“Oh, grazie.” Replicò Sirius ironico. “Vorrei sapere il suo nome. E magari anche il suo cognome, indirizzo, nome dei genitori …”
“Oh, papà.”  Sospirò lei. “Ti prego, non prendertela.” Poi fece un respiro profondo. “Draco Malfoy.”

Rose scoppiò a ridere, stretta alla cornetta del telefono. “Draco Malfoy? Davvero?”
“Dovevi vedere la faccia di Sirius.” rispose Martha dall’altra parte, mentre la sorella scoppiava in una seconda risata.
“Merlino, Martha, e poi cosa è successo?”
“E poi niente, è rimasto senza parole per cinque minuti. Sembrava una statua di cera.”
“Beh, immagino lo shock. Ha fatto di tutto per liberarsi di quella parte della sua famiglia e ora la sua principessa è andata al Ballo del Ceppo con il figlio di Narcissa e Lucius!”
Fu Martha a scoppiare a ridere. “Godric, Rose, se la metti così è brutta, sai?” Poi, però, si bloccò.
Stava camminando nel parco della scuola, ed era sicura di essere sola, ma visto il buio era difficile dirlo. Disse a Rose di fare silenzio, ma lei naturalmente continuò a chiedere cosa fosse successo, cosa stesse succedendo e cosa avesse sentito. Martha, in tutta risposta, le disse che l’avrebbe richiamata appena possibile.
“Vattene, se vuoi.” Sibilò la voce di Piton da dietro altri alberi. “Farò io le tue scuse. Ma io rimango qui.”
“Come puoi ignorarlo, Severus?” Questo era Karkaroff. “Non sei preoccupato?”
“Certo che lo sono, Igor, ma … Dieci punti in meno a Tassorosso Fawcett!” strillò.
Martha si scostò appena in tempo per vedere il ragazzino correre via, ma era sicura che ormai Piton l’avesse vista.
“E dieci punti in meno a … Redfort!  Che ci fai qui?” chiese, disgustato.
“Cammino.” Rispose, alzando le spalle. “Vuoi togliermi punti?”
“Perché qui?” domandò Piton.
Martha indicò la pancia di ormai cinque mesi. “Sai, inizia a pesare.”
Lui alzò un sopracciglio. “Non vedi che ci stai disturbando, Redfort?”
“No, anzi, vorrei davvero sapere cosa turba il tuo amico.” Replicò.
“Vattene, Redfort, non è roba per te.”
“Oh, che scusa vecchia.” Borbottò lei.
“Se ne vada, signora Black.” Ordinò Karkaroff.
Lei alzò gli occhi al cielo. “Stavo solo camminando.”
“No, stava origliando.”
“Punti di vista.” Rispose lei, scostando il concetto con la mano. “Me ne vado, me ne vado. Però sappiate che vi tengo d’occhio.” Così, portandosi una mano sul fianco, si allontanò.

Rose era rimasta appollaiata sulla poltrona che stava accanto al telefono per un paio d’ore, prima di alzarsi per controllare se Gabriel dormisse e fumarsi una sigaretta alla finestra. Damian era tornato talmente stanco dal lavoro che aveva a malapena toccato cibo, mentre il piccolo aveva raccontato al padre tutta la giornata che lui e Rose avevano passato a giocare con i regali di Natale, e, in preda alla magia involontaria, aveva cambiato il colore del piatto e del bicchiere. Quando il telefono suonò di nuovo, era quasi mezzanotte. Rose corse a rispondere per non svegliare nessuno. “Martha?” chiese.
“Erano Karkaroff e Piton.” Disse l’altra.
“Ti sembra l’ora di richiamare?”
“Karkaroff diceva di essere preoccupato per qualcosa e Piton gli diceva di andarsene, se avesse voluto, che lo avrebbe coperto lui.”
“Magari parlavano della seconda prova.”
“Due ex Mangiamorte di notte all’ingresso della Foresta?”
“Okay, no. Ma è comunque mezzanotte.”
“Hai detto di richiamarti.”
“Si, ma ad un orario decente. Che ne sai che non stavo dormendo?”
“Stavi alla finestra a fumare.”
Rose non si accorse subito di quanto sua sorella avesse appena detto. “Si, ma … ehi! Come fai a saperlo?”
Martha scoppiò a ridere. “Mi mancavi. Ti pensavo.”
Rose, senza nemmeno pensarci, corse ad aprire la porta di casa, trovando sua sorella e suo cognato, più sorridenti che mai, ad osservarla.
“Io le ho detto che era un orario indecente, ma …” iniziò Sirius, ma Rose scosse la testa e li abbracciò entrambi con le lacrime agli occhi. “Ora si che è davvero Natale.” Sussurrò.



Ehilà!
Ho un paio di annunci da fare. 
Non so cosa la maggior parte di voi si aspettasse da questo capitolo, ma spero di non avervi delusi. Come Kayla stessa dice, lei non ha deciso, questo non è un gioco in cui Draco e Fred sono i premi. Kayla sta diventando testarda, tenace, e difficile quasi quanto i suoi genitori, e questo è solo l'inizio. 
A proposito di Kayla, annuncio ufficilamente che arriverà uno spin off su di lei, crossover con Doctor Who. :) 
A proposito della storia stessa, invece, vorrei specificare che si, come mi è stato detto sto procedendo a rilento rispetto agli altri anni, ma vorrei specificare che è per dare spazio ai personaggi di Robert, Kayla e Harry, che stanno crescendo e hanno bisogno di spazio. 
L'altra cosa che vi devo dire è che ho scritto questo capitolo di getto perchè sto per partire. Cercavo la giusta ispirazione da giorni, ormai, perchè non mi piaceva l'idea di partire senza dirvi nulla e senza lasciarvi nulla. Quindi eccoci qui. Partirò sabato e tornerò il nove aprile, e non so quando riuscirò a pubblicare, perdonatemi. 
Passando ai ringraziamenti, invece, ci tengo a ringraziare in particolare una grande amica che in queste ultime settimane si è messa a leggere questa ff tempestandomi di messaggi e complimenti, scaldandomi il cuorcino. Grazie davvero, ti voglio bene. 
Ecco, quindi i ringraziamenti vanno a lei, oggi. Anche per avermi messa nel vortice senza fine di Doctor Who. :3

Non combinate troppi guai mentre sarò in Inghilterra, ma scrivetemi tanto tanto che risponderò a tutto con molto piacere. 
Vi mando un abbraccio. 
Claude

 
   
 
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