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Autore: Holy Hippolyta    31/03/2016    5 recensioni
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" Adesso siamo ad un altro livello di gioco e bisogna spiegare le regole nuove... per correttezza. Le ho imparate di recente anche io. Non ero mai arrivato fino a questo punto."
Quando si vogliono delle risposte si deve scendere in profondità... chi ne avrà il coraggio?
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frisk, Nuovo personaggio, Sans, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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 Chapter 1
WAKE UP ON THE SURFACE
 
La luce non era mai stata così bella come quella del sole né l’aria era stata così fresca… eppure per lui non era sufficiente. Non bastava così poco per dimenticare il terribile destino a cui era condannato.
Erano tornati sulla superficie, la Barriera era stata infranta e i Mostri avevano rivisto la terra dopo millenni nell’Underground. Ognuno aveva avuto il suo finale felice, ma quanto sarebbe durato prima che ogni cosa fosse ricaduta nel tempo perpetuo?
Sans non riusciva a smettere di chiederselo.
Dopo l’eccitazione iniziale, in cui aveva riassaporato la dolcezza della speranza di un futuro migliore, era tornato a tormentarsi con domande senza risposta.  Si sentiva inquieto ed ogni volta che si svegliava cercava di convincersi  che al posto del giardino di casa e della strada in cemento avrebbe rivisto la neve di Snowdin, sentenziando la fine di quel sogno troppo bello per essere vero.
Così fece anche quella mattina, la venticinquesima dalla liberazione, e rimase puntualmente deluso davanti alla finestra della sua camera. Ma quanto ci metteva a resettare?  Stava diventando seccante.
Stiracchiandosi, fece scricchiolare le ossa e sbadigliò ancora assonato. Si svegliava spesso stanco come se non si fosse mai riposato o non avesse dormito abbastanza.
Da quando era sulla superficie aveva dormito bene soltanto le prime notti nella nuova abitazione, cosa inconsueta in quanto in genere dopo un trasloco si è nervosi per il cambiamento in corso, lui però non la sentiva come una cosa definitiva. Papyrus invece, suo fratello, era entusiasta ed iperattivo come un ragazzino, attento ad ogni novità e mai sazio di scoperte. Paps, come era soprannominato, era sempre così spontaneo e gentile che era impossibile non assecondarlo, eppure Sans si sentiva in colpa perché sapeva di non poter fare tutto il possibile per lui. Il vederlo così energico, propositivo… vivo, lo riempiva di gioia e al contempo di oscure angosce di caducità. Tale sensazione non lo abbandonava e tentava di metterla da parte per non far sospettare il fratello, sebbene fosse difficile. Non doveva far sapere i suoi terrori segreti perché sarebbe stato inutile e doloroso per entrambi.
La superficie non gli dispiaceva  e offriva molte occasioni per distrarsi: passeggiate nei parchi, programmi TV diversi dagli shows di Mettaton, vedere per la città volti diversi dal solito… Forse troppi volti che si mescolavano in maschere deformate. Inoltre era ancora palese dalle occhiate di sospetto degli abitanti di Dengleen che ci sarebbe voluto tempo per completare l’integrazione. Era imbarazzante e si sentiva a disagio quando  veniva additato come un fenomeno da baraccone per il suo essere uno scheletro.
A furia di riflettere su ciò, finì per appisolarsi di nuovo e s’alzò in ritardo.
: < Meglio godersi il momento, finché dura… >
Sceso in cucina, trovò l’alta ed atletica figura di Papyrus indaffarata tra pentole, tegami ed altri attrezzi di ultima generazione che producevano  rumori metallici assordanti.
: < OH, ALLA BUON’ORA, SANS! – Lo accolse con la sua voce giovanile – STAVO COMINCIANDO A PENSARE CHE FOSSI CADUTO IN LETARGO! >
: < Ancora non è stagione. Piuttosto, ti vedo già al lavoro. >
: < IO SONO SEMPRE AL LAVORO! NON STO MICA A POLTRIRE COME FAI TU! GUARDA CHE DEVI INIZARE A DARTI UNA REGOLATA: NON POSSO  SVEGLIARTI IO OGNI MATTINA, ORMAI SEI GRANDE! >
: < Hai ragione Paps, ma sai quanto mi pesa. È una… grossa responsabilità. >
: < MM? VERAMENTE NON MI PARE SIA UNA GRO… - S’interruppe di colpo e la sua espressione divenne seria ed irritata – SANS, ERA UNA BATTUTA QUELLA? >
: < Ed era una bella battuta… di servizio ! Eh? – Paps gli lanciò un’occhiata tremendamente contrariata. Detestava quelle battutacce sebbene spesso ne ridesse lui stesso. Per non farlo alterare, Sans decise di andarsene – Va bene, va bene ti lascio in pace insieme ai tuoi spaghetti! >
: < ASPETTA! VOLEVO FARTI UNA DOMANDA.>
: < Che c’è? >
: < TI… TI PIACE VIVERE QUI? – Sans trattenne il respiro per non mostrare il contraccolpo che ebbe a quelle parole – INTENDO… SICURAMENTE SÍ, DATO CHE VIVI CON IL GRANDE PAPYRUS, PERÓ HO COME LA SENSAZIONE CHE TI MANCHI CASA… VOLEVO DIRE SNOWDIN… >
Egli comprese e lo interruppe: < Intendi nostalgia? Non direi. È solo che sai, dopo tanti anni laggiù… ma alla fine è solo questione di farci l’abitudine. Sai che sono lento in queste cose. Non ti devi preoccupare per me, davvero. È solo una… sans-azione! >
: < FUORI DALLA MIA CUCINA!! – Gridò indicando con l’indice  ossuto la porta –  NON SI PUÓ MAI PARLARE SERIAMENTE CON TE… È UNA COSA ASSURDA ! OH MIO DIO! >
Mentre si allontanava udiva il fratello sbattere violentemente le padelle per sfogare il suo fastidio dopo quell’ultima battuta. Non poteva fare a meno di ridere: adorava farlo andare fuori dai gangheri, era troppo buffo… e poi sapeva che in realtà non si arrabbiava sul serio. Era un fratello fantastico , sapeva di non poter vivere senza di lui e avrebbe fatto di tutto per proteggerlo da qualsiasi minaccia, eppure…
L’amore non basta …
Chi gliel’aveva detta questa frase? Erano parole che riemergevano dalle rovine di memorie antiche e irriconoscibili. Sapeva di soffrire di momenti di vuoto, di incubi, di confusione, però non voleva preoccuparsene troppo. Tanto tutto sarebbe ricominciato come al solito.
   
 
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