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Autore: Ramo97    05/04/2016    3 recensioni
I Mangiamorte che erano stati catturati con tanta fatica dagli Auror evadono misteriosamente. Toccherà allora a Harry Potter, il Prescelto, ora capo dell'Ufficio Auror a dare loro la caccia.
Mentre Harry tenta di evitare una nuova catastrofe, anche Draco Malfoy si interesserà alla vicenda, trovandosi ben più invischiato di quanto lui credeva di essere.
Ma i Mangiamorte, aiutati da un inquietante personaggio, vogliono tentare l'impresa più pericolosa di tutte: entrare a Hogwarts e prendere qualcosa (o qualcuno) che dicono che gli spetta, proprio nel primo anno di scuola di Teddy Lupin, il figlio orfano di Ninfadora Tonks e Remus Lupin.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ted Lupin'
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Al rientro al castello Teddy trovò Dawlish ad aspettarlo. Il professore lo guardava dallo stipite del portone, guardandolo con un'espressione indecifrabile.
- Lupin - disse a mo' di saluto quando lui gli passò di fianco.
- Buonasera professore.
- Ora la compagnia è completa.
Teddy lo guardò stranito. Quale compagnia? In quel posto tutti stavano dando i numeri. Prima il tizio nella foresta, adesso Dawlish.
- Mi scusi, professore?
Dawlish sorrise - I tuoi due amici ora sono in presidenza. Stavamo cercando te e gli altri due per vedere se eravate coinvolti. Dove sei stato?
Teddy si sentì arrossire. Lo stava accusando.
- E-ero da Hagrid - disse intimorito - lui può confermare. Chi è in presidenza?
- Indovina.
- Baston ed Eva - buttò lì senza pensarci. Dawlish annuì. Che avevano combinato quei due?
Mentre si allontanava per raggiungere la Biblioteca, vide Dean Thomas che con la bacchetta chiudeva le porte. Perché le chiudeva? Erano solo le sei di sera.
Stavano definitivamente succedendo troppe cose strane.
Raggiunse il Terzo Piano, dove si trovava la Biblioteca, ma non ci entrò. Vide Bartemius e Anne in un angolo. Anne sembrava preoccupata, Bartemius furente.
- Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo? - chiese ai due amici, cercando di sembrare il più discreto possibile. Non voleva che Bartemius lo ammazzasse.
- C'entri anche tu? - urlò Bartemius, avanzando minacciosamente con l'indice puntato viso di lui.
- Con Eva e Baston? Assolutamente no.
- Dawlish avevano detto che non ti trovavano e che magari c'entravi anche tu - disse Anne, in tono accusatorio, ma con più tranquillità.
- Ero nella Foresta Proibita.
- Ah per fort.... TU COSA? - urlò di nuovo Bartemius - Ma uno che rispetta le regole qui dentro c'è? Non ci posso credere che vi trovate sempre in mezzo ai casini.
- Io in realtà non ci sono quasi mai - lo corresse Anne - di solito sono Baston e Ted quelli che sono sempre in mezzo ai casini.
- Con la megera c'eri anche tu – rispose a sua volta il Metamorfmagus.
- Ma per colpa tua. Sei tu che volevi andare a controllare.
Aveva ragione. Nei casini che accadevano c'era sempre di mezzo lui. A parte in quel caso, visto che erano avvenuti in contemporanea. Avrebbe potuto usate un Giratempo e partecipare con Baston ed Eva.
- Mi spiegate cosa hanno fatto?
Anne sbuffò – Sono scappati con due scope da Hogwarts e sono andati a Hogsmeade. Gli Auror li hanno presi lì.
- Ma perché? - chiese Teddy, senza riuscire a spiegarsi il gesto. Certo erano strani tutti e due, ma almeno Eva sperava avesse un minimo di cognizione.
Bartemius si guardò intorno inquieto. Era palese che sapeva qualcosa, ma sembrava non voler parlare se c'erano troppi alunni intorno.
- Sono andati a controllare la casa dove hanno arrestato il mio padrino – disse Bartemius quando i due studenti che stavano passando oltrepassarono la porta della Biblioteca.
- Perché? - chiese Teddy – L'hanno già controllata gli Auror.
- Non so perché. Ma so che li hanno beccati e ora sono nei guai a causa mia.
- Sai che non è così, Bartemius – disse Anne – avrebbero fatto un casino entro fine anno, lo sapevamo tutti. Tu hai solo dato loro un'occasione. Se tu non lo avessi fatto, si sarebbero inventati qualcosa da soli. E forse sarebbe stato peggio.
Bartemius annuì, ma non sembrò esserne convinto. Come al solito si riteneva colpevole di tutto quello che stava accadendo.
- Tu invece che ci facevi nella Foresta Proibita?
Teddy fu tentato di raccontare loro dell'uomo che aveva incontrato, ma si fermò. Non avrebbe fatto pesare a Bartemius più cose di quelle che poteva sopportare.
- Niente, mi era sembrato di vedere un uomo.
- Come un uomo? - scattò Anne, con gli occhi che le uscivano dalle orbite - bisogna subito dirlo a Harry!
- Poi ho controllato, era solo un albero – mentì spudoratamente. Fortunatamente Anne e Bartemius non erano come Victoire. Anche se lui era un buon bugiardo, lei lo avrebbe scoperto.
- Hey ragazzi – disse una voce dietro di loro – indovinate chi è appena tornato dalla presidenza?
Era Baston. Aveva un enorme sorriso stampato sul volto, come se avesse appena vinto una medaglia. Eva, invece, era pallidissima e sembrava distrutta. Ma a Bartemius non importava.
- Eva – disse tra i denti, furente – come diavolo hai osato fare una cosa del genere? Sapevi bene che non volevo. Perché devi farti gli affari miei se non voglio?
Lei lo guardò, decisamente a disagio – Perché sono tua amica.
- E quindi? Anche Anne è una mia amica! Eppure non si fa gli affari miei e non si fa cacciare per mettere il naso in quello che faccio.
- Non mi hanno cacciato – disse lei, tenendo gli occhi bassi. Teddy sentì un peso togliersi dal suo stomaco. Non li avevano cacciati. Era una buona notizia.
- Hai avuto solo una dannata fortuna, Eva!
- Avremmo avuto fortuna – disse Baston, con un'espressione furba – ma il tuo padrino ora è libero.
Bartemius restò senza parole. Baston lo guardava vittorioso, Anne e Teddy e si guardarono stupiti. Pure Eva alzò lo sguardo per guardare Bartemius.
- C-come? - chiese stupito.
- Abbiamo trovato una stanza segreta - disse Eva, che sembrava aver recuperato un po' di colore - se Draco avesse saputo che c'era, sarebbe sicuramente corso lì, non avrebbe cercato di scappare dal retro. Inoltre la McGranitt ci ha detto che c'era già una lettera minatoria mandata dai Mangiamorte a Draco. Da sole non basterebbero per rilasciarlo, ma insieme danno abbastanza libertà a Harry di liberarlo.
Tutti si girarono a guardare Bartemius, aspettandosi una relazione di qualsiasi tipo, ma lui rimase fermo, stupito. Poi gli angoli della sua bocca si alzarono, facendo un sorriso che Teddy non gli aveva mai visto in faccia. Un sorriso di pace.

*

Bartemius stava aspettando che Eva tornasse dalla punizione. Da più o meno un mese Lumacorno si faceva aiutare a mettere a posto la dispensa, fino a tarda sera. Le era andata meglio di Baston, a cui la professoressa Plunkett aveva ordinato di pulire le cucine due volte a settimana, facendo giurare agli elfi domestici di non aiutarlo. A entrambi erano stati proibiti gli allenamenti e le partite di Quidditch fino alla fine della punizione. Ciò li aveva esauriti.
- Mi hai aspettato di nuovo sveglio – gli disse lei quando varcò l'ingresso della Sala Comune.
Sembrava distrutto. Non era tanto la punizione a essere faticosa, ma le occhiate che le rivolgevano gli altri Serpeverde. Non era facile perdonare chi ti aveva fatto perdere cinquanta punti tutto d'un colpo.
- Certo.
- Sai che non sei obbligato, Barty.
- Lo so perfettamente – replicò il moro – ma lo sto facendo lo stesso.
La ragazza annuì e si lasciò cadere sulla poltrona a fianco della sua.
- Mi perdoneranno mai?
Bartemius la capiva. Ora si sentiva emarginata, sola, una sensazione che non doveva aver mai provato, ma che lui conosceva benissimo.
- Qualche mese e saremo di nuovo in vantaggio. Tu sarai ricordata come quella che ha messo un po' di pepe nella competizione.
Eva sorrise, ma non sembrava convinta. Guardò le foto appese alla parete, sotto la scritta “Per non dimenticare”. C'erano in tutti le Sale Comuni, per ricordare i martiri della guerra contro Voldemort della propria casa. I Serpeverde ne avevano meno degli altri, ma qualcuno anche loro: l'ex-Auror Malocchio Moody, il Ministro della Magia Rufus Scrimageour, Regulus Black e altri.
- Volevo solo fare qualcosa di buono – disse Eva dopo qualche minuto di silenzio – volevo dimostrare che non ero come i miei genitori. E' così sbagliato?
Bartemius scosse la testa. La capiva perfettamente. Provava quel sentimento fin da piccolo.
- Noi siamo migliori di loro, Eva.
- Come fai a dirlo? Io non li ho mai conosciuti. Sono entrambi in carcere. A volte vorrei essere come mia sorella. Con un cognome normale.
Bartemius annuì. Purtroppo non poteva dire lo stesso di Scorpius. Era un Malfoy e, come per lui, la sua strada sarebbe stata tutta in salita.
- Io non ho mai conosciuto mio papà. Mia mamma sì. E' una Parkinson. Ogni tanto io e mia zia Pansy la andiamo a trovare. Non so se mia mamma ha mai fatto del male a qualcuno. Mia zia e Draco dicono di no. Ma mio padre invece sì. Ha ucciso, torturato e non se n'è pentito. Io credo di essere migliore di lui. Voglio essere migliore di lui. Tu vuoi essere buona?
Eva annuì.
- Allora sei comunque migliore di loro.
- Non lo so, Barty. Chi decide cosa è giusto e cosa è sbagliato?
Bartemius si strinse nelle spalle. Molto spesso si era fatto quella domanda – Noi. Noi decidiamo cos'è giusto e cosa è sbagliato. Non so se ci sia un giusto assoluto, so che per il mio personale giusto ciò che ha fatto mio padre è sbagliato. Per lui probabilmente non lo è.
- Ma loro credono di essere nel giusto. E se avessero ragione?
- Non so, Eva. Non so se c'è un giusto assoluto. E se anche ci fosse, non saprei dirti se è il nostro, quello dei Mangiamorte o quello di qualcun altro. Tu pensi che abbiano ragione?
- No, io credo di no.
Bartemius la guardò negli occhi – Allora non c'è alcuna risposta, oltre la tua.
Eva iniziò a giocherellare con i suoi capelli.
- Eva, tu hai fatto un gesto bellissimo. Hai evitato che venisse rovinata la vita a un innocente, hai aiutato gli Auror. Sei in punizione solo perché vogliono farti capire che hai rischiato la vita, non perché hai fatto qualcosa di sbagliato. Non devi sentirti sbagliata per questo.
- Tu non ce l'hai con me, vero?
- No, non ce l'ho con te. Hai salvato il mio padrino. La prossima volta che vuoi fare una cosa del genere, almeno avvertimi.
- Non ci sarà una prossima volta.
Bartemius sorrise – Eva, io non ci credo e non ci credi neanche tu. E sono anche abbastanza sicuro che Teddy e Anne ci finiranno in mezzo.
- Beh loro di solito ci finiscono involontariamente.
- Diciamo che con la megera se la sono cercata.
- Se ci sarà Anne di mezzo, tu sarai sempre al seguito – disse allora Eva, recuperando il suo solito sorriso fastidiosamente pieno di sottintesi.
- Eva la smetti con questa storia? Non è vera!
- Aspetta che ci credo... no scusami, non ci riesco!
- Ma smettila. Non hai proprio nulla da fare.
La ragazza si strinse nelle spalle – A parte mettere a posto tutto il magazzino di Lumacorno niente, in effetti.
Entrambi scoppiarono a ridere.

*

- E quindi siamo vediamo un piatto sporco e capiamo che c'era qualcuno lì. Iniziamo a correre fuori da questa stanza e ci troviamo Dean e gli altri Auror con le bacchette sfoderate – disse Baston, gesticolando e girando in tondo per la Sala Comune. Ormai erano rimasti solo loro tre: Baston, Teddy e Anne.
- E' da un mese che ci racconti la stessa storia. Cosa abbiamo fatto di male? - chiese Anne. Da quando era stato messo in punizione, Baston era diventato esagitato. Troppo esagitato.
- Non posso giocare a Quidditch, cosa aspettate che faccia?
- Studiare! – dissero in coro Teddy e Anne, stremati dal loro amico.
- E' così banale studiare.
- Raccontare la stessa storia per un mese invece è una cosa fortemente innovatrice – disse stanca Anne. Teddy la guardò preoccupata. Aveva passato tutto il giorno a far studiare Eva, era esaurita. Se Baston fosse andato avanti, lo avrebbe ucciso.
- Cambiamo storia – ordinò Anne – come siete messi con i compiti di Difesa contro le Arti Oscure?
- Neanche iniziati – disse Baston tranquillamente. Come al solito avrebbe studiato la notte prima, riuscendo comunque a ottenere un buon voto. Non se la cavava male in Difesa.
- Io ho finito tutti i compiti – rispose invece Teddy.
- Quando fa la verifica?
- Domani – risposero in coro Anne e Teddy.
- Cazzo! - urlò Baston, sbiancando – corro in camera a studiare!
Appena Baston corse via, Anne scoppiò a ridere – Dovremmo dirgli che la verifica è venerdì?
Anche Teddy sorrise – Assolutamente no. Per una volta che studia in anticipo non voglio interromperlo.
- Noi che facciamo?
- Proviamo a irrompere nell'ufficio di Dawlish e a rubare le verifiche?
Anne rimase spiazzata – Stai scherzando?
Ci fu un momento di silenzio, poi l'amica chiese – Le avrà già preparate?
- Io non lo dicevo sul serio. Ci andresti davvero?
- La prossima settimana abbiamo anche Trasfigurazione, Incantesimi e Pozioni. Non sarebbe male prepararsi prima una verifica. E poi ci sono Auror per tutta la scuola, nessuno potrà farci del male.
- Non hai paura di essere scoperta? - chiese lui, sempre più stupito dall'amica. Non credeva che Anne potesse anche solo concepire di evadere una regola.
- Quindi come si fa? Non ho mai girato la sera.
Teddy era sempre più stupito. Lui era giù uscito qualche volta la sera, insieme a Baston. Più che altro per andare in cucina o, per un paio di volte, per andare a piazzare delle Caccamine, delle Caccabombe sottili a pressione che Fred e James avevano già da tempo, nell'ufficio di Lumacorno.
- Va bene andiamo.
Uscirono di nascosto, con il cappuccio sollevato. Teddy aveva cambiato il colore dei suoi capelli, da azzurri a neri, per evitare di essere riconosciuto a distanza. C'erano Auror e professori dappertutto. Dovettero prendere un passaggio segreto, ma anche lì un giovane Auror, sorvegliava attentamente. Non seppero come, ma riuscirono a passate, sbucando poco distanti dall'Aula di Difesa contro le Arti Oscure.
Si girò e guardò Anne. Era totalmente bianca, sembrava tesa, ma aveva un certo ritegno.
- Se non ci beccano, saremo dal mentre bravi che potremo affrontare Voldemort – disse l'amica, cercando di smorzare la tensione. Teddy sorrise.
Si avvicinò alla porta e la socchiuse. Non sentì alcun rumore. Sembrava vuota. Fece un sospiro di sollievo. Non aveva alcuna intenzione di farsi beccare da Dawlish, un ex-uomo dei Mangiamorte.
Ma che diavolo gli era venuto in mente quando aveva deciso di andare lì? Ogni tanto la sua razionalità veniva meno e faceva delle stupidaggini. Stavolta stava rischiando grosso.
Silenziosamente si avvicinarono alla scala che portava all'ufficio del professore.
- Ti sto nascondendo perché mi sei utile, sennò ti ammazzerei senza problemi – disse una voce chiara nel silenzio della notte.
Teddy e Anne si guardarono spaventati. Si nascosero sotto le scale. Esattamente sotto a dove era venuta quella voce. La voce di Dawlish.
- Se io uscissi di qui e andassi dagli Auror tu sareste nei guai – replicò un'altra voce che, nonostante stesse minacciando, sembrava intimorita.
- Se gli Auror ti arrestassero, tu finiresti nel doppio dei guai e i Mangiamorte non farebbero fatica a trovarti, Mundungus.
- Chi l'ha detto?
- Hanno fatto esplodere metà Azkaban, uccidere uno sgorbio come te sarà un gioco da ragazzi.
L'uomo chiamato Mundungus sbuffò.
- Cosa vuoi?
- Lo stesso che hai fatto fino a ora.
Mundungus grugnì – Va bene.
- Perfetto, ora andiamo.
Dawlish e Mundungus si allontanarono. Teddy, però vide solo Dawlish. Capì. L'altro doveva indossare un Mantello dell'Invisibilità.
Appena la porta si chiuse, Anne sbottò – Cosa diavolo abbiamo appena visto?
- Non lo so, per le mutande di Merlino.
La porta sbatté e le luci si accesero di colpo. Teddy sbuffò. Era spacciato.
Alzò lo sguardo e fu sorpreso di non vedere Dawlish. Dennis Canon e due Auror, entrambi in giacca e cravatta avanzavano verso di loro. Dennis sembrava molto arrabbiato.
- Edward Remus Lupin! Diamine! Non puoi stare fermo un attimo?! Ora venite entrambi con me oppure vi Schianto!


Angolo dell'autore

Sono tornato. Ecco a voi un nuovo capitolo. Ditemi cosa ne pensate!

Alla prossima,
Ramo97
  
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