Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    17/04/2016    7 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Prima dell'ascesa di Voldemort, i Magonò vennero emarginati e costretti all'esilio su un bellissimo arcipelago nell'Oceano Atlantico, Regalo.
In una di queste isole vivono delle persone, l'Arcana Famiglia. Non sono legati dal sangue, il loro solo vincolo è una carta, uno dei Tarocchi.
Stipulando un patto con una carta si entra nella famiglia e si ha il possesso di straordinari poteri che ai normali Magonó sono estranei... Ma si hanno anche delle responsabilità.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Angolo Autrice: 
il cursore non scende quindi scrivo qui le mie inutili parole. Mi scuso per il ritardo e per lo schifo che è questo capitolo... Davvero, credo che vi farà schifo.  Ci ho messo parecchio ad aggiornare e spero non si ripeterà, il prossimo capitolo sarà uno degli ultimi ma arriverà abbastanza presto, ve lo prometto.
Niente, grazie come sempre per le recensioni e grazie per l'interesse, sono felice che stiate seguendo tutti la storia mi fa davvero piacere.
A presto, spero.





Capitolo 9: Pianificare 




"Non potremmo semplicemente ucciderlo?" 

"Si, così da avere tutta l'Inghilterra contro? No grazie, non voglio diventare una fuggitiva ricercata." 

Violet incrociò le braccia al petto, stroncando sul nascere la proposta di Isaac. 
Il ragazzo sbuffò e borbottò qualcosa di incomprensibile mentre Norah si dondolava sulla sedia senza dire nulla, pensando.

"Oggi è Domenica, in genere Leach non esce alla domenica... Ma se vogliamo farlo oggi dobbiamo parlare con Ellie, Drake, Cristian e Diana."  

Noelle spostò lo sguardo fuori dalla finestra, seduta sul suo letto.  Non era una bella giornata, il cielo era grigio e nuvoloso da quando si erano alzati alle sei... Non poteva fare a meno di chiedersi se fosse opera di Ellie.

"Togli il 'se vogliamo' tesoro... Noi lo faremo oggi è basta. Non ci saranno altre morti, se aspettiamo Leach può prendere gli altri e farli fuori nel giro di un minuto, lo sappiamo tutti."  

Norah smise di dondolarsi e fece tornare la sedia sul pavimento, annuendo alle parole di Nicholas: 

"Nick ha ragione ragazzi, dovremmo farlo oggi..." 

Violet piegò le labbra in un gran sorriso, felice di aver finalmente qualcosa di,portante da fare che non fosse pulire o lucidare.

"Ok, allora dobbiamo fare così. Noelle e Nicholas andranno in cucina e lei andrà a parlare con gli altri, mi raccomando mettetevi d'accordo anche con l'ora. Violet, tu vedi di tenere gli Auror impegnati e fai in modo che nessuno vada a controllare i ragazzi oggi: niente turni di guardia." 

Violet sorrise e annui, alzandosi:  

"Facile come bere un bicchiere d'acqua Isaac..."

"E io che faccio? Non ditemi che devo pulire e fare finta di niente perché non c'è la farei, davvero."    Norah parlò in tono fermo e deciso, stroncando sul nascere una possibile idea da parte dei compagni. 

Nicholas rifletté per un attimo prima di scrollare le spalle: 

"Tu pensa a Jasmine... Dobbiamo capire una volta per tutte che intenzioni ha." 

La bionda annuì, in parte sollevata dall'incarico: in effetti la donna l'aveva sempre incuriosita... L'idea di poter finalmente capire com'erano realmente andate le cose le piaceva non poco. 

Violet uscì dalla stanza per andare a "parlare" con gli Auror, mentre invece Isaac, Noelle e Nicholas andarono a svolgere le loro mansioni come se nulla fosse e come avevano sempre fatto nelle ultime tre settimane. 

Norah invece non scese insieme ai tre e non si avviò nemmeno nel corridoio insieme a Violet dove si aggiravano sempre gli Auror: lei scese una rampa secondaria di legno e abbastanza scricchiolante, diretta alla stanza di Jasmine. 

Non ci era mai entrata, ma il giorno prima lei è Violet avevano avuto una abile chiacchierata insieme ad un Auror, che grazie ai poteri della rossa aveva rivelato dove Jasmine alloggiava. 

Mentre scendeva i gradini un po ripidi, Norah penso a cosa dire a Jasmine senza che nulla di abbastanza sensato le venisse in mente: chiederle se voleva scappare con loro? Se li avrebbe aiutati o meno? 

Ancora non lo sapeva.., forse le parole sarebbero venute da sole una volta davanti alla donna. 

Così, quando Norah bussò e apri la porta bianca, si ritrovò a guardare Jasmine seduta alla scrivania infondo alla stanza, davanti alla finestra. 

"Jasmine, dobbiamo parlare." 

La donna si voltò lentamente, riconoscendo la voce e senza sembrare troppo stupida di vederla li... 

Ma che fosse una brava attrice quello ormai era chiaro: aveva indossato per anni la maschera della moglie perfetta e succube, dopotutto. 

Jasmine si alzò e si avvicinò alla bionda, che si chiese per un attimo cosa sarebbe successo se Leach non fosse mai diventato Ministro... Che cosa sarebbe successo se loro fossero rimasti a Regalo, se le cose fossero andate nel modo giusto? 

Diana si sarebbe sposata e sarebbe diventata come sua madre? 


"Che cosa c'è, Norah?" 

Norah quasi sobbalzò, rendendosi improvvisamente conto che era quasi la prima volta che sentiva la donna parlare... 
All'improvviso le tornò in mente la riunione che aveva spiato giorni e giorni prima, quando Jasmine aveva parlato con quel tono così calmo e pacato... 

Non era affatto lo stesso tono di ora, non era nemmeno quello seccato e rabbioso che aveva usato con Leach la notte del sequestro.

Era rassegnato, quasi. 

"Devo chiederti una cosa Jasmine... Da che parte stai?" 


                                                                                     * 


"Chissà come se la passano gli altri... Spero che Noelle venga qui presto." 

Elske sbuffò, immaginando l'amica che puliva l'argenteria di Leach... Che orrore. 

"Non sapere che cosa succede è estenuante... Se non vengono presto a parlarci, io mi teletrasporto seduta stante al ministero e al diavolo i programmi." 

Decretò Drake in tono fermo, torturando si le mani con fare nervoso: non sapere nulla, non poter nemmeno guardare fuori dalla finestra per vedere che tempo facesse... Era diventato un tormento ormai.

Kaleb e Romeo erano stati portati via e uccisi tre giorni prima e non era ancora successo nulla..l nessuna visita, niente di niente.
Nessuno era venuto a prenderli e ciò li rendeva, se possibile, ancora più nervosi e ansiosi: gli Auror potevano tornare in qualunque momento dopotutto... 

"Beh, ora non esageriamo... Non sappiamo neanche che giorno è, non credo sarebbe il massimo trovarsi davanti Leach al Ministero, giusto?" 

Domandò Cristian in torno sarcastico, rivolgendo al moro un'occhiataccia:  l'idea che Drake fosse l'unico a poter uscire da lì non gli piaceva troppo... Non riusciva a fidarsi totalmente di lui, aveva quasi il pensiero che potesse uscire e salvarsi, lasciandoli tutti nelle mani di quel pazzoide di Leach. 

Drake guardò di rimando il ragazzo con aria seccata, quasi rimproverandolo per contraddirlo sempre: non ce la faceva più a star chiuso lì dentro.

Diana dal canto suo cominciava a trovare la faccenda quasi comica: si era sempre sentita un po' in gabbia ed ora ci era dentro per davvero... 
La differenza? 

Se non altro prima era in una bellissima gabbia dorata, una campana di vetro che la proteggeva dal mondo... Ora si sentiva in pericolo costantemente. 


"Tranquilli, qualcosa mi dice che presto avremmo notizie dagli altri." 

Alle parole di Diana Cristian le rivolse uno sguardo scettico prima di parlare: 

"Si? Adesso hai anche il dono della veggenza?" 

"No, ma me lo sento... Fidati, tra poco ci faranno visita. In un modo o nell'altro questa prigionia finirà presto." 

"Sai Diana, quel 'in un modo o nell'altro' non mi piace per niente..." 

Diana sorrise alle parole di Elske, seduta contro il muro nella sua stessa posizione dall'altra parte nella stanza.
Le due si guardarono per un momento mentre Cristian si lamentava della fame, entrambe intente a studiarsi a vicenda.

Elske non disse niente, decidendo di pensarla come Diana e di continuare a sperare di vedere la sua migliore amica spuntare dal portavivande. 


Drake contrasse la mascella, indeciso sul da farsi.

Una parte di lui gli diceva di andarsene, di scappare e di vivere finalmente la sua vita nel mondo reale e non in un'imitazione...
Ma la sua coscienza glielo impediva, ricordagli che c'erano delle altre persone in difficoltà...

Altruismo o egoismo? 

A parole fare la cosa giusta è facile, è così semplice dirlo al prossimo... Eppure quando tocca a noi tutto si complica. 


                                                                                  *


"Buongiorno signori." 

Violet sorrise, guardando i due Auror davanti a lei.
Aveva girato per la casa per un po' e ora ne aveva finalmente incrociati un paio... Era arrivato il momento di sfruttare per bene L'Imperatrice.

"Violet, non dovresti lavorare invece di andare a zonzo senza far niente?"    Alla domanda del giovane Auror Violet piegò le labbra in un sorriso, annuendo appena con un cenno del capo: 

"In effetti si, ma vi stavo cercando. Devo chiedervi un piccolo favore per oggi." 

La bellezza della ragazza combinata al potere della sua carta era senza dubbio sconcertante: ebbe la completa attenzione dei due in men che non si dica, pendevano entrambi dalle labbra della ragazza. 

"So che organizzate sempre i turni per sorvegliare i ragazzi... Beh, credo che per oggi non saranno necessari, d'accordo?"

"C-certo."  

Violet sfoggiò un sorriso soddisfatto prima di aggiungere un'ultima cosa e girare sui tacchi: 

"Bene... Oh, naturalmente direte al Ministro che li avete fatti come sempre se dovesse chiedervelo. Ora vado al lavoro, buona giornata ragazzi!" 

Violet 100, Leach 0.   La partita iniziava bene. 


                                                                               *

“Via libera, muoviamoci.” 

Noelle fece cenno a Nicholas di seguirla prima di avvicinarsi in fretta e furia al portavivande, spostando il pannello che lo nascondeva agli occhi dei cuochi che quel giorno non sarebbero arrivati prima delle undici, essendo domenica. 

“Ok, come l'altra volta... Quando senti due strattoni inizia a farmi scendere, ma per favore questa volta evita di farmi prendere una mezza commozione cerebrale!” 


Nicholas si lasciò sfuggire un sorrisetto divertito al sentire la parte finale del discorso di Noelle, che invece lo guardò quasi stizzita: 

“Cosa ridi? Guarda che sono seria, credo di avere ancora il bernoccolo!” 

“Certo, immagino...” 


Noelle assottigliò gli occhi scuri e incrociò le braccia al petto come se stesse pensando ad un modo per picchiarlo, ma il ragazzo la precedette mentre si avvicinava al portavivande: 

“Credo che un calcio negli stinchi sia piuttosto doloroso... A te piace molto mollare calci agli uomini, da quel che mi ricordo.” 

“Solo quando se lo meritano caro. Come facevi a sapere che stavo pensando a quello?” 

“Ormai ti conosco, piccoletta.”  

Piccoletta sommato a sorriso strafottente? Morte cruenta assicurata da parte di Noelle.


La ragazza contrasse leggermente la mascella: detestava a morte quel soprannome... Violet l'aveva chiamata così per cinque anni, mentre lei l'aveva definita palo ambulante fin da bambine. 

I ragazzi sicuri di se stessi non le erano mai piaciuti molto e Nicholas era senz'altro sicuro di se. 
Era un bel ragazzo, sapeva di esserli come sapeva di essere molto intelligente... Il tutto sommato ad una carta come Il Papa.

“Smettila di ridacchiare, mi sembri Violet al maschile... Coraggio, non perdiamo tempo...” 

La ragazza fece per salire sul portavivande, ma venne interista dalle esimo commento del ragazzo:

“Guarda che sei tu che stai perdendo tempo a replicare...” 

E sorrideva, ancora.   Noelle stava per prendere una padella e dargliela in faccia, ma si limitò a parlare per evitare di fare troppo baccano e di essere beccata da chissà chi, Leach in primis. 

“Smettila di ridere Nicholas, mi dai i...” 


Noelle non finì mai la frase, anche se il senso era comunque chiaro.  All’improvviso infatti Nicholas si mosse verso di lei, prendendola per la vita e chinandosi su di lei, baciandola. 

Lei si staccò qualche istante dopo, anche se Nicholas non mollò la presa e continuò a tenersela vicino: 

“In genere non mi piacciono i tirapiedi degli stronzi psicopatici.” 

Lui sorrise al mormorio della ragazza, inarcando un sopracciglio: 


“Perfetto, perché io non sono così.” 

“Ah no? E che mi dici di Leach, del potere, del prestigio...” 


“Ahh, fanculo a Leach e al prestigio. Solo, per una volta potresti stare zitta?” 


“Ma gli altri mi staranno aspettando...” 

“Io aspetto da tanto quanto loro, per due minuti non farà differenza.” 

Noelle sorrise mentre Nicholas si chinava nuovamente, baciandola dolcemente e mettendole una mano sulla mascella.


                                                                                 


.












   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger