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Autore: vale93    06/04/2009    2 recensioni
SOSPESA
Cambiare.
A volte basta poco, a volte ci vuole una vita intera.
A volte è sbagliato, a volte è ciò che cerchiamo di fare da sempre.
Spesso è doloroso, come quando perdi qualcuno.
Spesso è facile, e ci si abitua celermente.
Ogni tanto può capitare che ci si guardi indietro e che ci si senta persi, senza un inizio né una fine,
senza una porta aperta e una da aprire, abbandonati.
Ma c'è sempre un momento della nostra vita
in cui prendiamo coraggio e apriamo gli occhi.
Ed è quello, il momento in cui diventiamo ciò che resteremo per sempre...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-"Ti chiamerò Venerdì"-*

Sospiro, mentre Remus rialza la testa dal libro e lo richiude con un piccolo tonfo.
-Fine lettura- esordisce sorridendomi mentre io scendo dal muretto con un salto.
-Già, che ore sono?- chiedo sgranchendomi le gambe. Dietro di noi, sopra al cortile, la luna splende candida nel cielo ammantato di blu.
Remus scuote la manica della felpa e assottiglia la vista per leggere nell'ovale dell'orologio da polso che porta al braccio sinistro.
-Quasi mezza notte. Credo sia ora di andare-
-Uhm, credo anch'io. Altrimenti domani chi si alza-
-Eh sì-
-E non ti azzardare ad andare avanti senza di me!- esclamo ammonendolo con l'indice.
-Uh uh- fa lui sorridendo sarcastico e cominciando ad andare avanti.
-Ehi, guarda che è inutile che continui perché tanto io ti farò rileggere dal punto in cui siamo rimasti insieme!- puntualizzo raggiungendolo da dietro e prendendo a camminargli a fianco.
-Per me non è un problema- risponde lui voltandosi a sorridermi.
Io gli faccio la linguaccia e affretto il passo, superandolo.
Lui emette una breve risatina e continua a camminarmi dietro, accarezzando la copertina del libro che porta in mano.
Svoltiamo l'angolo che porta dal cortile all'interno della scuola e saliamo le scale in silenzio, dandoci un'ultima occhiata intorno per assicurarci che non ci sia nessuno a gironzolare di nascosto per le aule. Evitiamo di controllare il primo e il secondo piano come abbiamo già fatto prima e proseguiamo spediti per il terzo. Remus riprende a camminarmi a fianco, rimuginando fra se in silenzio. Io, assonnata, mi porto una mano alla bocca sbadigliando e chiudo un attimo gli occhi, con un sospiro.
-Perché lo detesti tanto?- chiede lui di punto in bianco girandosi a guardarmi.
-Chi?-
-James. Non è così male-
-Ah- sbuffo con un gesto annoiato della mano.
-Dico sul serio, è simpatico-
-Non credo che la tua parola sia di grande affidamento- rispondo continuando a camminare.
-Perché?-
-Sei suo amico, ovvio. L'hai coperto oggi quando voleva scappare fuori con Sirius, figurati se..-
-Coperto?!-
-Beh, di certo non glie lo hai impedito- faccio io lanciandogli un'occhiataccia.
-Volevano solo uscire a studiare- risponde lui serafico.
-Sì come no..-
Svoltiamo l'angolo e ci dirigiamo spediti verso il ritratto della signora grassa.
-Dico sul serio- continua lui imperterrito -Anche se è un po'.. egocentrico, e arrogante.. è simpatico. Te ne accorgi se lo conosci meglio-
-Sei anni mi sono decisamente bastati per capire di che pasta sia fatto. Ti sembrano pochi?-
-Forse non sono abbastanza-
-Già, sono troppi-
Remus fa per ribattere ma in quel momento la dama del quadro parla, chiedendo la parola d'ordine.
-Succo di zucca- rispondo decisa, dopodiché il vano si apre, scoprendo l'entrata.
Uno alla volta lo oltrepassiamo e ci ritroviamo immediatamente nella calda e accogliente sala comune di Grigondoro.
-Beh, ci vediamo domani- dico a quel punto girandomi a guardarlo con un sorriso.
Remus mi guarda in silenzio, imbronciato perché come sempre sono riuscita ad impedirgli di dire quello che voleva dire. Io me ne accorgo e trattengo a stento una risata.
-'nottee- dico, cominciando a salire le scale che portano al mio dormitorio.
-Buonanotte. E comunque lo sai che ho ragione io- dice lui da sotto, continuando a guardarmi salire le scale dalla sala comune.
-A domani, Remus- rispondo, fingendo di non aver sentito la sua ultima affermazione, e sparisco dietro la porta dei dormitori.

Il mattino seguente mi sveglio come al solito con il rumore della doccia accesa del bagno e le chiacchiere frenetiche delle mie compagne di stanza che si districano tra trucchi e vestiti per riuscire a prepararsi in tempo. La finestra è aperta, le tende scostate e il sole butta libero i suoi caldi raggi luminosi all'interno del dormitorio, illuminandone il pavimento e le pareti.
-Ti sei svegliata eh- dice la voce di Agata mentre la mia migliore amica mi passa velocemente davanti per andare a pescare qualcosa dall'armadio.
-Uhm, che ore sono?- biascico alzandomi a sedere e stropicciandomi gli occhi.
-Quasi le otto. Hai quindici minuti di tempo, pensi di farcela?-
Non rispondo, e con uno sforzo disumano mi alzo in piedi, affondando i piedi nelle pantofole.
-Chi c'è in bagno?-
-Leslie, ma ha quasi finito-
-Grazie al cielo- commento, e comincio a radunare i vestiti per indossarli.
Quella mattina la sala grande è agitata da un gran fermento, perché la prossima uscita ad Hogsmeade si avvicina e tutti si preoccupano di organizzare la giornata o di cercare qualcuno da accompagnare o da cui farsi accompagnare. Io e le mie amiche ci dirigiamo svelte verso il nostro tavolo dove già ci aspettano i ragazzi. Inevitabilmente punto lo sguardo su Potter, il quale sta seduto vicino a Sirius, come al solito. Strano che non mi abbia aspettata fuori dal varco come sempre, tanto per innervosirmi come ogni mattina. Non che mi dispiaccia, s'intende. Anzi.
-Buongiorno ragazze- salutano appena ci vedono arrivare.
-'Giorno-
Io e Agata ci sediamo di fronte a loro, come di consueto, mentre le nostre compagne raggiungono i loro rispettivi amici.
-Uova al bacon, wow- esclama Sirius avventandosi sul piatto.
Io mi sistemo per bene sulla panca e poggio la borsa dei libri sulle gambe. Quando poi alzo lo sguardo di fronte a me scopro Potter che mi sta guardando. Per qualche lunghissimo istante rimango immobile a ricambiare lo sguardo. Poi, come un fulmine, il ricordo del pomeriggio precedente mi torna alla mente ed io riabbasso subito lo sguardo, arrossendo. Diavolo, ci mancava solo questa. Lo vedo sorridere sotto i baffi e prendere la forchetta con la mano per cominciare a mangiare. Ma che cosa si ride? Ci manca solo che pensi che mi sia presa una cotta per lui! Stizzita, lo imito all'istante, sforzandomi di ignorarlo e di posare il meno possibile il mio sguardo su di lui.
-Domani c'è la partita- annuncia Sirius dopo un po' pescando una pagnotta dal cestino di vimini.
-Già, paura?- chiede Agata
-Una cifra. Ma loro, mica noi- risponde lui sorridendo.
Agata ricambia il sorriso e mi pare di scorgere un qualcosa di diverso in lei. Un cambiamento. Ma non riesco a capire di che cosa si tratti.
-Ci verrete a vedere?- chiede allora Potter giocherellando con gli angoli del tovagliolo poggiato sul tavolo.
-Ma certo, vero Lily?-
A quel punto Potter sposta gli occhi su di me e mi guarda, in attesa della risposta.
-Non lo so, devo vedere- rispondo, evitando di guardarlo.
-E dai Evans, facci questo piacere- esclama Sirius di fronte a me allargando le braccia in segno di protesta
-Scommetto che riuscirete a giocare benissimo anche senza di me- rispondo.
-Non tutti- fa  lui di rimando, prima di venire colpito al fianco da una gomitata proveniente da chissà chi. Io rialzo lo sguardo e me lo guardo stranita, non capendo a cosa si riferisca. Accanto a lui Potter abbassa lo sguardo e riprende a mangiare senza dire una parola. Osservo la sua espressione. Sembra quasi.. triste? No, impossibile.
La giornata di lezioni passa piatta e scorrevole, così che mi ritrovo all'ultima ora senza neanche essermene resa conto. L'aula di pozioni si riempe velocemente degli studenti del sesto anno, mentre Lumacorno ci aspetta già davanti alla cattedra con  il suo solito sorrisetto snervante stampato sulle labbra. Non lo sopporto. Soprattutto da quando ha fondato quel suo stupidissimo club per celebrità, in cui sono invitati a partecipare solamente gli alunni "migliori". Aggettivo che attribuisce più che altro ai più ricchi, belli e famosi della scuola. Patetico. E, cosa ancora peggiore, mi è giunta voce che voglia invitare a farne parte anche me, dicendo che sono un'alunna modello e che nella sua materia faccio scintille. Per carità, se solo me lo chiedesse penso che non riuscirei a resistere abbastanza prima di scoppiargli a ridere in faccia, il che non sarebbe propriamente educato. Spero solo che cambi idea, o che trovi qualche altra oca sgallettata di quelle che pagherebbero oro per entrarne a far parte, solo per il gusto di dirlo alle amiche e di farsi riconoscere come "quella del lumaclub".
Appena ogni studente si è sistemato al proprio posto con il proprio calderone accanto, Lumacorno fa un passo avanti staccandosi dalla cattedra cui era appoggiato e ci guarda coi suoi occhietti grigi che brillano come ogni volta che deve dire qualcosa, e vuol far credere che sia una novità o un qualcosa di particolarmente eccitante.
-Bene ragazzi- comincia, sfregandosi le mani -Oggi faremo un po' di esercitazione. Lavorerete a coppie, e quella che finirà per prima la pozione otterrà il voto più alto. Se fatta bene, ovviamente- aggiunge, ammiccando.
Io alzo impercettibilmente gli occhi al cielo mentre lui comincia a nominare i primi accoppiamenti.
-Eden, Taylor-
-Lewis, Swan-
-Flitt, Nott-
-Evans... Potter-
Eeh?!
James si gira subito a guardarmi con un sorrisetto sghembo stampato sulle labbra sottili ed io sbuffo, scuotendo la testa. E ti pareva?! Con tutti gli studenti rimasti proprio con me doveva metterlo, no? Mi pare ovvio.
Potter si alza dal suo banco e mi si avvicina con la sua solita andatura sciolta e disinvolta mentre io fingo di non vederlo, girando la testa di lato.
-Ciao Lily- saluta, fermandomisi davanti.
-Potter- dico, con un cenno della testa.
Lui ghigna e si appoggia coi gomiti sul banco, potendomi così guardare alla stessa altezza dei miei occhi.
-Si lavora insieme oggi- dice a pochi centimetri dal mio viso
-Che emozione- rispondo, alzando le sopracciglia.
Lui sorride e continua a fissarmi con i suoi scurissimi occhi castani finché Lumacorno non finisce di accoppiare gli studenti e non dà il via alla lezione. Io mi alzo, spostando la sedia con un gesto secco e comincio ad aprire il libro alla pagina assegnata. James mi guarda in silenzio, senza fare nulla. Quando leggo il titolo della pozione e gli ingredienti necessari mi avvio senza fiatare verso l'armadietto delle scorte, per prendere tutto l'occorrente. Una volta tornata in banco, senza dire una parola, sistemo tutti gli ingredienti sopra al tavolo e accendo il fuoco sotto al calderone con un colpo di bacchetta. Mentre faccio questo, Potter continua a fissarmi in silenzio, seguendo ogni mio movimento con lo sguardo. Io faccio finta di nulla, continuando il mio lavoro che come vedete "di coppia" ha ben poco, e cerco di concentrarmi il più possibile sulle istruzioni. Ma non è facile, con una paio di occhi insistenti che ti fissano costantemente e ininterrottamente qualsiasi cosa tu faccia. Sbilancio il peso del corpo su un piede e poi su un altro, infastidita. Ma perché non la smette?! Ok lo ammetto. Mi sento a disagio. Odio essere fissata. Mi fa sentire sotto esame, e improvvisamente ogni movimento mi sembra sbagliato, troppo veloce, troppo accentuato. Che cosa avrà poi da guardare? Pensi a lavorare, piuttosto. Non sarebbe male se dicesse: ti aiuto? posso fare qualcosa? Ma forse è chiedere troppo. Stizzita, getto dell'erba azzurra dentro al calderone e impugno il mestolo per mescolare. L'orologio appeso alla parete segna l'una e dieci. Bene, cinque minuti di pausa e poi potrò continuare. Nel frattempo preparo gli altri ingredienti. Distogliendo lo sguardo dalla pozione tiro fuori il resto del materiale dai barattolini e comincio a prepararlo. Accanto a me, la figura del ragazzo rimane immobile, mentre con la coda dell'occhio vedo che ha ancora gli occhi fissi sul mio viso.
-Che hai da guardare?- sibilo all'improvviso, spazzando via dal banco la polvere in eccesso.
-Niente- risponde, continuando però a fissarmi.
-E allora vedi di darti una mossa o il voto me lo prendo solo io- ribatto, pulendomi le mani sulla divisa.
-Ok- fa lui, e con un unico gesto afferra il libro con una mano e se lo porta davanti, strusciandolo sul banco.
-Sono già arrivata al punto 2- gli dico -Continua. Vediamo cosa sai fare-
Lui rialza il viso dal testo che sta leggendo e punta i suoi scurissimi occhi castani sui miei.
-Cos'è una sfida?- domanda, con un sopracciglio alzato.
-Può darsi- rispondo sogghignando.
Lui accetta la risposta con un ghigno e con gli occhi finisce di leggere il resto delle istruzioni.
-Benissimo- dice poi allontanandosi dal tomo, e fa un passo verso il tavolo per esaminare la situazione.
Io lo guardo in silenzio appoggiandomi al banco dietro, mentre lui si porta una mano sotto al mento e pensa. Poi prende una manciata di bacche rosse e le butta nel pentolone, aspettando qualche secondo per vedere che non scoppi nulla. Quando dalla pozione escono poche bolle di vapore e la superficie assume un rassicurante colorito vermiglio, sorride compiaciuto e torna davanti al tavolo per continuare. Io lo guardo in silenzio mentre lui fruga fra i barattoli, legge le etichette e sbircia nei sacchetti, permettendomi di esaminarlo con calma ora che lui non si accorge che lo sto guardando. Ha i corti capelli castani tutti spettinati, ma che, nel loro disordine, riescono ad assumere una piega non del tutto trasandata, e, lo devo ammettere, non male. Comincio a sospettare che li spettini con le mani di proposito, per farli apparire così disordinatamente a posto. Scivolo con gli occhi sul profilo del suo viso, seguendone i lineamenti non troppo marcati, ma longilinei e regolari. Il suo volto sembra a tratti quello di un ragazzino troppo cresciuto, e a tratti quello di un ragazzo che si finge bambino. Quell'aria malandrina che lo accompagna sempre ne illumina lo sguardo, facendolo apparire perennemente provocatorio e smaliziato, mentre le labbra sottili incorniciano un sorriso perfetto che per anni ha fatto andare in iperventilazione milioni di studentesse di tutte le età. Inutile negarlo, è un gran bel ragazzo. Se non fosse per il suo caratteraccio... A quel pensiero mi risveglio del tutto dalle mie fantasie illecite e mi riporto bruscamente coi piedi per terra, nell'aula di pozioni, con davanti il ragazzo più strafottente, egocentrico ed arrogante che io abbia mai conosciuto. Il ragazzo in questione ha appena finito di rimestare la pozione e appoggia il manico del mestolo sul bordo del calderone, girandosi a guardarmi.
-Beh?- chiede, incrociando le braccia al petto e squadrandomi con quegli occhietti compiaciuti e il solito sopracciglio bruno alzato.
-Beh cosa?-
-Hai finito di fissarmi?-
Io me lo guardo per una frazione di secondo in silenzio, senza sapere cosa dire, dopodiché esclamo un:
-Cosa?-
Lui sorride, compiaciuto, e si avvicina di un passo.
-Ho detto, hai finito di mangiarmi con gli occhi, Lilian Evans?- soffia ad un centimetro dal mio orecchio, fermandomisi di fianco.
Io trattengo il respiro, senza sapere perché il sentire il suo fiato caldo accarezzarmi la pelle mi abbia provocato un'improvvisa scossa elettrica attraverso la schiena.
-Io non ti stavo fissando- riesco solo a dire, mantenendo a fatica un tono di voce normale e controllato.
-Ah no?- continua lui, ridacchiando
-No- ribadisco, secca.
Lui sogghigna, divertito, e mi si allontana di un passo, tornando a guardarmi in faccia.
-Benissimo. Sarà stata una mia impressione- dice, dopodiché torna davanti al tavolo e prende una manciata di foglie secche, l'ultimo ingrediente, prima di buttarlo nel calderone e portare a termine la preparazione della pozione.
-Fatto- dice poi, voltandosi a guardarmi.
Lumacorno, che proprio in quel momento stava passando a fare un giro di perlustrazione per i banchi, lo sente, e corre subito a vedere il risultato.
-Benissimo!- esclama quando butta l'occhio dentro al nostro calderone e vede il liquido color lilla giacere perfettamente amalgamato al suo interno -Ottimo lavoro, signor Potter e signorina Evans. Trenta punti in più a Grifondoro!-
A quel punto dalla stanza si alza un urlo concitato da parte dei nostri compagni di casa e uno di sconfitta da parte degli altri studenti.
Potter sorride, continuando a guardarmi con i suoi scurissimi occhi castani, mentre io ricambio lo sguardo, in silenzio, senza muovermi.
In quel momento si sentono le prime sedie strusciare sul pavimento mentre uno ad uno gli studenti raccolgono le loro cose e si avviano fuori dalla classe, salutando il professore. Potter si spazzola le mani, prende la sua borsa dal banco e si allontana dal calderone ancora fumante.
-Ci vediamo dopo, Lily- saluta con un ghigno soddisfatto, prima di uscire dalla classe.
Agata mi raggiunge da uno dei primi banchi accompagnata da alcune nostre compagne e mi guarda con un sorrisetto sulle labbra.
-Allora Lily, alla fine non è così male lavorare con James- dice, scrutando la mia espressione.
-Già.. non così male- rispondo prendendo la mia borsa e avviandomi con lei verso la porta.
-Ho visto che siete riusciti a lavorare insieme senza prendervi a fatture, è un passo avanti- continua, camminandomi a fianco.
-Si è comportato meno peggio del solito- affermo, con un mezzo sorrisetto sulle labbra.
-Hai un'espressione strana- commenta lei guardandomi in faccia -Rimasta affascinata dalle sue doti culinarie?-
-Direi piuttosto scioccata dal fatto che sia riuscito a stare davanti a un calderone per più di due minuti senza far esplodere l'aula intera- rispondo sarcastica, prima di uscire dalla porta seguita dalle risate della mia migliore amica.

Quel pomeriggio io e Agata decidiamo di uscire a studiare in cortile, per goderci questi ultimi giorni di sole prima che inizi l'inverno. Così, borsa in spalla e qualche libro in mano, attraversiamo i lunghi corridoi porticati che circondano il cortile e ci dirigiamo sicure verso l'unica panchina ombreggiata che si trova sotto a un alto salice piangente. Il sole splende alto nel cielo azzurrino e l'atmosfera è pacifica e serena, proprio come dovrebbe essere una giornata estiva. Devo dire che mi mancano le giornate soleggiate, in cui anche se il sole picchia cocente c'è sempre un po' d'arietta tiepida pronta a rinfrescarti e a permetterti di uscire a fare passeggiate, pic-nic e gite al mare. Adoro l'estate, stare sdraiata in spiaggia a prendere il sole, tuffarmi nell'acqua limpida dell'oceano e uscire la sera con gli amici a gironzolare per la città. Adoro questo sole che illumina ogni cosa facendola apparire più bella, più viva, più allegra. Spero che quest'inverno non arriverà troppo presto.
Una volta sedute comodamente all'ombra dell'albero apriamo le nostre borse e tiriamo fuori tutto il necessario.
-Con che cominciamo?- domanda Agata poggiandosi i libri sulle gambe.
-Io direi Storia della Magia che è più pesante- propongo -Poi proviamo incantesimi-
-Buona idea- concorda, e sfila il libro giusto dalla pila che ha sulle ginocchia -Pagina?-
-Centottantasette- rispondo, sfogliando il tomo.
E cominciamo a studiare insieme, ripetendo a turni, aiutandoci a vicenda quando non ricordiamo qualche data o nome precisi. Dopo circa un'ora di guerre, goblin, maghi e rivolte, chiudiamo i libri con un sospiro e buttiamo la testa all'indietro, appoggiandola al bordo della panchina di ferro.
-Finalmente- sospira Agata chiudendo gli occhi.
Io mi accarezzo i capelli con le dita sovrappensiero, fissando un punto imprecisato davanti a me. Ad un tratto Agata si volta a guardarmi, tenendosi il viso sulla mano con il braccio piegato e poggiato sul bordo della panchina, e resta a fissarmi per una lunga manciata di secondi.
Io resto impassibile, ben sapendo che qualunque cosa voglia dirmi o chiedermi, non resisterà a lungo. E ho ragione.
-Lily- dice, scrutandomi coi suoi caldi occhi color miele.
Poi fa un sospiro, abbassa gli occhi, e parla.
-Mi piace Sirius-
Credo che la mia faccia in questo momento sia paragonabile a quella che avevo a undici anni quando ho visto per la prima volta Nick quasi senza testa con la testa piegata di lato.
-Ah..- dico.
A dire il vero, se proprio devo essere sincera, un po' lo avevo sospettato. Già da quando aveva insistito tanto ad andare all'allenamento di James e Sirius, ed era rimasta tutto il pomeriggio con gli occhi fissi sul campo a vederli giocare. Certo, sentirselo dire e averne la certezza è un'altra cosa.
-Bene-
Lei sorride.
-Avanti Lily, non c'è bisogno che fingi. So benissimo cosa pensi di lui-
-Più o meno lo stesso che penso di Potter- affermo -Anche se forse per Sirius nutro un po' più d'ammirazione-
-Ah sì? Come mai?-
-Beh, lui almeno ha avuto il coraggio di andare contro la sua stessa famiglia per non compiere le loro stesse azioni. Se n'è infischiato delle loro convinzioni e ha avuto la maturità di scegliere da solo la propria strada, quella giusta-
-Già... è stato coraggioso..-
Per i quindici secondi che seguono nessuna delle due dice più nulla, ognuna persa nei propri pensieri. Poi, Agata riprende la parola
-Comunque non ho intenzione di strisciargli ai piedi come una povera sciocca- afferma, altezzosa.
-Ah no?-
-Certo che no. Non mi comporterò nella stessa maniera di quelle galline starnazzanti che gli vanno dietro come api appresso al miele. Sarà lui a venire da me. Come si dice, chi mi ama mi segua-
-Ehm, non credo che centri molto in questo momento- dico, portandomi una mano alla bocca per non ridere.
-Ah.. beh, comunque mi hai capita- risponde lei, convinta.
-Sìsì, certo-
Lei annuisce, decisa, e poi prende a rigirarsi una ciocca di capelli ricci fra le dita, sovrappensiero. Io me la guardo in silenzio, con un sorriso sulle labbra, intenerita. Quando si mette qualcosa in testa, difficilmente molla prima di averla ottenuta. Chissà, magari riuscirà veramente a far innamorare Sirius di sè. Anche se ne dubito. Non che Agata non sia carina, anzi. Ma non è lei il problema. Il punto è che se c'è una cosa che hanno in comune lui e James, oltre all'arroganza e alla strafottenza, quella è sicuramente l'indole malcelata ad essere un po'.. come dire.. farfalloni. Cambiare ragazza con la stessa facilità con cui si cambiano pantaloni due volte la settimana ne è la dimostrazione. Pare che non siano capaci di innamorarsi veramente di nessuna, e per loro avere una ragazza è come aver appena vinto un premio ad una gara. Se la portano a spasso per qualche giorno, mostrandola a tutti, dopodiché si stancano e partono già alla ricerca di una nuova sfida. Senza ovviamente curarsi dei sentimenti delle povere illuse che puntualmente cascano nelle loro trappole. Ingenue..
-Farò come te- dice a quel punto Agata interrompendo il silenzio.
Io mi giro a guardarla con un sopracciglio alzato, senza capire a cosa si riferisca.
-Sì, insomma... come te con Potter. Beh, non proprio, ovviamente non gli urlerò contro ogni volta che cercherà di avvicinarmi- ridacchia.
-Che cosa c'entro io e soprattutto cosa c'entra Potter?- domando aggrottando la fronte.
-Beh... si vede lontano un miglio che tu gli piaci. E in fondo in fondo lo so che piace anche a te..-
Che cosa?! Questa proprio mi mancava!
-Agata sei impazzita? Non bastano tutti gli insulti che gli faccio volare dietro ogni volta che parliamo? Cosa devo fare per convincervi che non mi piace? Ucciderlo?!-
Agata ridacchia, guardandomi come se sapesse qualcosa che io non so e si stesse divertendo a prendermi in giro.
-Avanti Lils, ammettilo... non puoi negare che un po' ti piaccia-
-Ma che diavolo stai dicendo?- esclamo, non potendo credere alle mie orecchie. Adesso ci si deve mettere pure lei? Pazzesco!
-Per tua informazione, nel caso la cosa ti fosse sfuggita, non riesco ad avere quel ragazzino vicino per più di cinque secondi senza cominciare ad avere l'orticaria, e questo anche prima che apra bocca, dopodiché è la fine-
Lei ride, mentre io la fulmino con lo sguardo, incrociando le braccia al petto.
-Che cosa hai da ridere?- esclamo, stizzita.
-Avanti, Lils ammettilo-
-Ammettere cosa?-
-Che è carino-
-Senti tu, non dicevi che ti piaceva Sirius?-
-Certo- risponde -Ma non si può dire che anche James non sia bello. Lo sono entrambi, anzi, più che belli direi proprio da stupro!-
-Agata!- esclamo, non credendo alle mie orecchie
-Eddai Lils non fare la finta tonta, non puoi dire che non sia vero!-
-Ok ok saranno pure carini e tutto quello che ti pare, ma non conta solo quello-
-Quindi ammetti che James non ti dispiaccia, fisicamente parlando-
-Diciamo che è passabile- rispondo, evasiva -E comunque ogni minimo briciolo di fascino presente in quell'individuo viene puntualmente soffocato dalla sua arroganza, dalla sua strafottenza e dal suo essere pieno di sé come un pallone. Senza contare che è insopportabile, antipatico, stupido, infantile e tremendamente snervante-
-Dici così solo perché te ne vuoi convincere, non lo pensi davvero-
-Che cosa te lo dice?-
-Intuizione- fa lei, serafica.
Io me la guardo con un sopracciglio alzato, scettica.
-Intuizione dici eh? Intuizione del cavolo, ti ricordo che a Divinazione hai meno di me-
-Che centra? Qui non si tratta di foglie rinsecchite ne di the ammuffito. Qui si tratta di te-
-E quindi?-
-E quindi io ti conosco abbastanza da poter dire che quella che stai usando è tutta strategia-
-Eh?-
-Esatto. Continui a ripeterti che è sciocco e insopportabile solo perché te ne vuoi convincere, perché in fondo ti piace e non lo vuoi ammettere e cerchi di costruirti una corazza per non farlo avvicinare perché hai paura di soffrire-
Io me la guardo per qualche secondo a bocca aperta, senza sapere cosa dire, le palpebre che si abbassano e si rialzano un paio di volte mentre i miei occhi increduli la fissano come se fosse diventata matta. Dopodiché mi riprendo, scuoto la testa, apro un libro e mi trattengo dallo scoppiare a ridere.
-Ag, torna a studiare va- le dico, prima di immergermi nella lettura.




* non sono propriamente sicura che la frase del libro originale fosse proprio questa, ma facciamo finta che sia così, chiudiamo un occhio e andiamo avanti, ok? =P














Buongiorno gente!! Come va?? Che bello, è iniziata la primavera *-*

Sole sole sole sole soleeee    =P ok, non ci fate caso, sono matta.
Ma io adoro la primaveraaaaa <3
Beh, tornando a noi... ecco a voi il 4° capitolo di questa ff, dove ho voluto inserire in modo un po' più esplicito i pensieri di Lily riguardo a James. Come avrete capito, il ragazzo non è che le faccia proprio schifo, fisicamente parlando =P l'unica cosa che non sopporta di lui è il carattere esageratamente sicuro di sè e gonfiato come un pallone da festa. Se solo fosse un po' più.. un po' meno...

Ringrazio di cuore tutte quelle che mi hanno recensita nel capitolo precedente, sono felicissima che la mia storia piaccia e che quelle che leggevano la vecchia abbiano deciso di seguire anche questa ^^ Grazie! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, e spero che mi farete sapere i vostri pareri.
Intanto ringrazio anticipatamente tutti quelli che leggeranno, recensiranno o metteranno fra preferiti la mia storia. Fatemi sapere!!
1 bacio a tutti quanti!       ciauuuu
                                                                                                                                                       la vostra vale*
   
 
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