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Autore: Nene_92    27/04/2016    12 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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18 ter - Sconfitta
Mi scuso con voi: il capitolo sarà poco concentrato sui vostri personaggi e molto di più sui miei (soprattutto su Brian), ma è abbastanza fondamentale per la storia. Ho "chiuso" le situazioni in sospeso diciamo.
Forse ho messo molta carne al fuoco, ma la tensione accumulata era troppa: dovevo farli un po' sfogare.
Tutti quelli che non compaiono sono salvi.

Ci vediamo in fondo per le domande! ;)


- Sconfitta - 



Notte tra i
l 25 e il 26 Dicembre 2020, Casa Martin



"Ani, aspetta! Dove vai?"  
Dal momento che la Corvonero era sorda ai suoi richiami, Joseph le corse dietro. Ma entrambi dovettero arrestarsi a metà scala, quando un'ombra si materializzò dal nulla, puntando un artiglio dritto sulla veggente. 
"ANI!" Ululò Joseph spedendo il proprio patronus contro il Dempieres.
Anastasia si piegò su se stessa, permettendo così al Golden Retriever di saltare direttamente sul demone per azzannarlo. Per un solo attimo, per un breve e folle momento pensò che fosse tutto finito.
Ma capì subito che c'era qualcosa che non andava quando vide il patronus di Joseph scomparire di colpo.
Si girò su se stessa, cercando di capire la ragione. E ciò che vide la fece urlare terrorizzata.
Joseph era in piedi sulla scala, con gli occhi sbarrati e i lineamenti trasfigurati, mentre un enorme e grosso artiglio sbucava dal suo stomaco, trapassandolo completamente. Una leggera nebbiolina lo avvolgeva.
"NO!"
L'artiglio si ritirò e il Caposcuola cadde dalle scale, trapassando il corpo incorporeo del demone, che si accinse a fare la stessa cosa anche con la Corvonero.
All'improvviso però, un enorme boato, insieme ad una esplosione di luce, attraversò la stanza, illuminando la notte a giorno. Ed entrambi i Dempiries vennero buttati fuori.


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Notte tra i
l 25 e il 26 Dicembre 2020, Ministero della Magia



Essendo cadute tutte le protezioni che circondavano il Ministero, su di esso era ormai possibile effettuare ogni tipo di incantesimo.
Per questo motivo Brian Grimm, dopo aver afferrato per il polso i gemelli Suarez, li fece smaterializzare direttamente sul tetto dell'edificio.
Non si capiva neanche come avesse fatto, tre secondi dopo che sua figlia gli aveva spiegato quale fosse l'unica soluzione possibile, ad aver già appostato ogni singolo Auror nel punto strategico previsto. Fatto sta che c'era riuscito.
Francisco e Gabriela si scambiarono uno sguardo d'intesa, mentre l'uomo dietro di loro li osservava con le braccia incrociate. Poi, dopo aver annuito per darsi coraggio a vicenda, alzarono contemporaneamente il braccio.

Le fiamme si innalzarono maestose verso il cielo.

Pochi secondi dopo, tanti puntini argentati - i patroni evocati dagli Auror - raggiunsero l'incendio.
Anche Brian puntò la bacchetta verso il tutto "SOLARIUM" urlò con voce limpida. Era un incantesimo di sua invenzione, che aveva creato nelle ultime settimane. Chissà cosa avrebbe potuto scatenare.
L'effetto combinato dei tre incantesimi creò un'onda d'urto, esattamente come quella che aveva realizzato con sua figlia pochi minuti prima. Ma infinitamente più 
grande. E infinitamente più potente.

L'onda si espanse per l'intera Londra, provocando un enorme boato, mentre la notte veniva completamente illuminata a giorno.

Una volta concluso tutto, l'uomo annuì soddisfatto. "Ottimo lavoro ragazzi. Ci metteranno un bel po' a tornare."
Gabriela sgranò gli occhi, mentre boccheggiava a causa dell'enorme sforzo al quale era appena stata sottoposta. "Gra... grazie." Riuscì a formulare alla fine. Il padre di Eleonore non faceva complimenti molto spesso.
Poi l'uomo riafferrò i due gemelli per rimaterializzarsi nella Sala delle Feste. "Andate a riposa..." Iniziò a dire, senza però riuscire a completare la frase come avrebbe voluto.
Il respiro gli si mozzò in gola, mentre faceva vagare gli occhi azzurri per la stanza, nella stessa direzione dove erano puntati gli sguardi di molti curiosi. "NO!"
La scena che si parò davanti a lui lo lasciò boccheggiante e senza fiato, terrorizzato.

Avrebbe preferito un nuovo attacco a sorpresa dei Dempiries, piuttosto che quello.


"Oh per Merlino!" Fece eco, dietro di lui, la voce di Francisco.

Sua figlia Eleonore era in mezzo alla stanza, con le braccia aperte, posizionata davanti ad almeno una decina di studenti, tra i quali Brian riconobbe facilmente Daniel, i gemelli Hamato e la Daylerk, sporca di sangue. Tutti Sondereith. Tutti con la bacchetta di Jakob Grimm puntata addosso.

"Eleonore togliti." Le stava ringhiando in quel momento contro l'uomo. "Sei mia nipote, non voglio farti del male."
"No."
"Che razza di storia è questa?" Sbraitò lui in risposta.
"Una storia diversa rispetto a quella che vuoi scrivere tu." Affermò decisa.
"Ma sono Sondereith quelli che stai proteggendo! E' una mezza vampira quella sporca di sangue!"
"Due Sondereith sono quelli che hanno appena parato il culo a tutti e il sangue sulla mezza vampira è quello di chi ha appena salvato!" Perse a quel punto la pazienza la Corvonero, iniziando ad urlare a sua volta. "Non sono solo Sondereith, sono persone! Sono miei compagni di scuola, sono miei amici! Come puoi volerli uccidere solo a causa del sangue che gli scorre nelle vene?"

Buona parte dei presenti fissava la scena a bocca aperta, non sapendo cosa fare, come reagire.
I Grimm erano stati per secoli il terrore dell'Europa e al contempo un faro per la sicurezza. E le questioni interne le avevano sempre risolte privatamente, mai davanti ad un pubblico.
Vedere due membri della stessa famiglia attaccarsi reciprocamente, come due leoni in gabbia, lasciava molti membri della società magica completamente spiazzati.

"Vuoi ucciderli proprio qui, al Ministero? Davanti ad una cinquantina di testimoni?" Continuò lei imperterrita, aumentando man mano il tono della voce. "Alcuni di loro sono anche membri di famiglie nobilissime e antichissime, oltre che purosangue! Vuoi davvero ucciderli, in uno Stato che non è neanche il tuo? Vuoi davvero inimicarti tutte le loro famiglie? Cosa vuoi fare, ammazzarli senza pietà come hai fatto con mia madre?"

Più Eleonore parlava, più la rabbia deformava i lineamenti di Jakob.
Ormai stava ringhiando, mentre delle scintille uscivano sempre più spesso dalla sua bacchetta, che non puntava più verso i Sondereith, ma verso la ragazza.
Il punto di rottura fu segnato da Gretel che, nel silenzio più assoluto che si era venuto a creare, decise di raggiungere la sorella.
Per schierarsi al suo fianco.
"Gretel no!"

E Jakob perse la testa.

Fu talmente veloce che quasi nessuno lo vide agire. Nessuno, tranne Brian.
Un millesimo di secondo prima stava osservando la scena, attonito quanto tutti gli altri. E un millesimo di secondo dopo era davanti alle figlie, con lo scudo alzato. Pronto a proteggerle.
"Tu non le tocchi! Non stavolta, non loro."

Il momento in cui l'incantesimo del primo andò ad infrangersi contro lo scudo del secondo, segnò l'inizio del duello.

Tra i due uomini c'erano troppi rancori, troppo astio, troppe cose non dette. Troppe accuse, troppe poche difese, troppa rabbia. Perciò bastò quella miccia, per scatenare l'incendio.

Hai ucciso mia moglie.
Non sono stato io, è stato un lupo mannaro.
Mi hai costretto a risposarmi quando non volevo.
Era la cosa giusta da fare.
Io l'amavo e tu me l'hai tolta, solo per perseguire un tuo ideale.
Non hai rispettato i patti.
Hai ucciso mia moglie.
Non mi toglierai anche loro.



Jakob, evitato uno zampillio viola per un pelo, puntò la bacchetta al pavimento.
Tutte le piastrelle si sollevarono, raggiungendo Brian, che non solo le evitò, ma le fece esplodere in milioni di schegge che, dopo aver formato una unica enorme freccia, si precipitarono addosso al suo avversario. A pochi centimetri da lui però, vennero trasfigurate in fiamme, che ritornarono di corsa verso il nipote.
Brian, con una torsione del polso, le tramutò in acqua, e un'unica onda si sfracellò al suolo, inondando completamente la sala e schizzando buona parte degli spettatori.
Quasi contemporaneamente, balzarono entrambi di lato, mentre due fasci di luce colorata - di colori diversi - tentavano di sorprenderli alle spalle. Le scintille si scontrarono a mezz'aria, provocando l'ennesima esplosione della serata.



Eleonore assisteva alla scena terrorizzata. Subito dopo l'inizio dello scontro, aveva spostato senza tante cerimonie la sorella dietro la schiena e le impediva di muoversi, immobilizzandola con una presa ferrea.
Mettersi davanti agli altri ragazzi era stata per lei la mossa più semplice da fare, non appena aveva visto l'attenzione di Jakob concentrarsi su di loro. Si era quasi sentita mancare, quando aveva visto lo sguardo del suo prozio fissare minacciosamente Daniel.
Ma se avesse saputo cosa il suo gesto avrebbe scatenato, avrebbe agito ugualmente allo stesso modo? Non lo sapeva.
Con la sua azione impulsiva, di fatto, aveva messo in pericolo ancora di più il suo ragazzo. E non solo lui. C'erano andati di mezzo anche sua sorella e suo padre. E lei si sentiva responsabile.
"Elly, non è colpa tua. Io ho agito come ritenevo giusto e papà e nonno dovevano darsele di santa ragione da troppo tempo. Sarebbe successo comunque, prima o poi." La riportò alla realtà la voce di Gretel.
Vista la presa della sorella, si era limitata ad abbracciarle la schiena, facendo perciò capolino da lì.
"Forse hai ragione, ma mi sento comunque responsabile."




Qualche metro più in là, Ariel si girò verso il marito, con espressione preoccupata in volto. "Hans, se qualcuno non li ferma, finiranno per ammazzarsi a vicenda... sono pur sempre i nostri padri!"
Hansel le passò un braccio intorno alle spalle, attirandola verso di sè.
La situazione non piaceva neanche a lui, ma in qualche modo sentiva che era necessaria. "Lasciamoli sfogare, almeno per un po'. Poi, se le cose peggiorano, interveniamo." Decise, depositandole un bacio sulla fronte. "Anche perchè, se qualcuno interviene in questo momento, rischia solo di rimanerci secco. Aspettiamo il momento più opportuno per agire. E poi..." Concluse guardandosi attorno "Non credo che il Ministero possa subire più danni di così." Cercò di alleggerire l'atmosfera.
Nonostante la situazione, vide sua moglie incurvare leggermente le labbra all'insù. "D'accordo. Ma quando sarà il momento, dovremo agire come fulmini. E sappi che le tue battute fanno davvero schifo."




Brian, con uno scatto veloce, evitò l'ennesimo incantesimo di Jakob, deviandolo verso la parete, che crollò all'istante. Di contro, contrattaccò con un altro incantesimo, che andò a segno, sfondando lo scudo che l'altro aveva velocemente evocato. Ma non si era accorto dell'ennesima scintilla colorata proveniente da dietro di lui, che lo sfiorò alla spalla destra, facendola sanguinare. Del sangue iniziò a colare anche dal naso dell'altro uomo, ma questo non rallentò lo scontro.
Li rese soltanto più inferociti e agguerriti.
Volevano entrambi velocizzare il duello, per poterselo aggiudicare. E ormai combattevano entrambi per uccidere.




"BASTA!" Urlò con limpidezza la voce di Hansel ad un certo punto, approfittando dell'unico momento in cui si erano buttati per terra a vicenda, avendo fatto fare ognuno all'altro un volo per aria di parecchi metri.
Data la situazione, con uno scatto fulmineo, disarmò entrambi, recuperando con un incantesimo d'appello le due bacchette.
Per rimarcare bene la propria posizione, si mise al centro dei due litiganti, con le braccia aperte, esattamente come aveva fatto sua sorella neanche mezz'ora prima. "Basta! Finirete per ammazzarvi a vicenda! E ci sono già stati abbastanza morti per stasera! DATEVI UNA CALMATA!"
Il suo intervento sembrò risvegliare di colpo anche tutti gli altri membri della famiglia Grimm - e non solo loro.
Jakob in un primo momento oppose resistenza, ma poi venne tirato per il mantello da Erik  - "No papà, Hans ha ragione. Basta." - e sembrò riprendere coscienza di se stesso e di dove si trovava.
Più o meno la stessa cosa stava succedendo anche dall'altra parte della sala, dove Brian veniva aiutato a rimettersi in piedi da Eleonore - che finalmente aveva lasciato andare Gretel.
Ma nessuna delle due riuscì ad impedire alla bocca dell'uomo di muoversi comunque. "VATTENE!"
Urlò con tutto il fiato che aveva in gola all'indirizzo dello zio. "Vattene subito!" Ripetè "Sparisci dalla mia vista! Ti voglio fuori da casa mia e anche fuori dall'Inghilterra, adesso! Prova a minacciare di nuovo un solo membro della mia famiglia e te ne farò pentire amaramente! Alza la bacchetta di nuovo su uno dei miei figli e ti uccido! E se rivedo anche solo un tuo capello in zona, sarò io l'ultima cosa che sarai in grado di vedere!"

Erik dovette di nuovo trattenere per il mantello suo padre, aiutato da sua madre Willhelmina. "Jakob, per favore, calmati. Non voglio un altro James*. Torniamocene in Germania. Per ora è la cosa migliore."

Brian, dall'altra parte della stanza, si rivolse alle figlie con 
uno sguardo di fuoco "In quanto a voi due" Commentò facendole  sobbalzare entrambe, soprese "Vi rivoglio a casa con me per il resto delle vacanze. A partire da adesso. E non sono... ammesse... repliche." Concluse con tono rauco.

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Micah, appena uscito dall'edificio, appoggiò la giacca sulle spalle di Page, che stava rabbrividendo.
Probabilmente il freddo era l'ultima delle ragioni che la faceva tremare come una foglia, ma per gli altri motivi lui non aveva il potere di fare nulla. Se non restarle accanto.
Potevano solo farsi forza a vicenda.
La girò verso di sè, chiamandola dolcemente con un "Ehy".
La ragazza lo fissò per qualche secondo, con gli occhi appannati di lacrime. Poi lo abbracciò, iniziando a singhiozzare e nascondendo il volto nel suo petto. "Non è possibile... Non ci credo... Non di nuovo..." Riuscì solo a sussurrare tra un gemito e l'altro.
Il Corvonero non potè far altro che restare lì, immobile nella notte, ad abbracciare quella ragazza che, da quella sera, era diventata ormai l'unica sua famiglia.

Continuava ad accarezzarle dolcemente i capelli, quel caschetto nero del quale lei era sempre stata tanto orgogliosa, mentre nella sua mente si accavallavano le immagini dei corpi morti che aveva visto portare via dal Ministero.
E le parole sprezzanti che gli erano state rivolte da Alexander, poco prima di andarsene con Janet. "Sei diseredato."
"Molto bene." Aveva risposto lui, guardandolo dritto negli occhi, mentre per la prima volta la rabbia totale lo invadeva. Ma era una furia strana. Lucida e controllata. "Ma se mi diseredi devi consegnarmi subito tutto quello che i miei genitori mi hanno lasciato per testamento." Mai Micah si era rivolto con quel tono ai genitori di sua madre. Gli dava sempre del 'lei' o del 'voi'. Passare a dar loro del 'tu' era un segnale di quanto poco rispetto avesse per loro in quel momento. "Perchè non sei più tu il mio tutore legale." Aveva poi concluso.
Sapeva che quello, più di qualsiasi altra cosa al mondo, era ciò che preoccupava di più suo nonno. Più di metà dell'oro contenuto nella camera blindata alla Gringott apparteneva ai Price, non ai Richardson. Sarebbe stato un duro colpo per il vecchio.
"Ti faccio avere notizie dal mio magiavvocato. Non voglio più avere niente a che fare con te, nipote ingrato." Poi Alexander gli aveva voltato le spalle e si era smaterializzato. Fuori dal Ministero. E fuori dalla vita di Micah.

"Scusa" Lo riportò alla realtà la voce rotta di Page. "Io piango e tu mi consoli, quando dovrebbe essere il contrario... mi dispiace così tanto... sono sempre i tuoi nonni."
"Una tragedia nella tragedia vero?" Cercò di smorzare la tensione lui. La Corvonero scoppiò in una risatina acquosa. "Sarebbe dovuto succedere, prima o poi. E di cosa ti scusi? Loro mi hanno diseredato e disconosciuto, non tu."
"Ma sono stata io la causa di tutto..."
Micah le sollevò il mento con due dita, per poterla fissare dritto negli occhi. "Non dirlo, neanche per scherzo. Tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata."

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Brian stava per smaterializzarsi a casa, quando la sua strada venne bloccata da Kingsley.
Sospirando e alzando gli occhi al cielo, l'uomo si apprestò a ritardare il suo rientro. "Ministro, per favore." Iniziò passandosi una mano tra i capelli.

Un duello nel bel mezzo del Ministero della Magia. Lo sapeva anche lui di averla combinata grossa.


"Se vuole può anche arrestarmi, ma lo faccia domani mattina. Mi consegnerò io stesso. Adesso però voglio solo andare a casa e dormire per qualche ora."
Shakelbot, se non avesse avuto la morte nel cuore, avrebbe volentieri riso di fronte a quelle parole. "Un'intera squadra Auror non basterebbe per arrestarti, neanche adesso che sei esausto." Commentò mentre le sue labbra si curvavano leggermente all'insù. "E se avessero minacciato mio figlio avrei reagito allo stesso modo."
"E allora cosa...?"
"Sono penetrati nel Ministero, nel luogo che ritenevamo il più sicuro in assoluto." Lo interruppe l'altro. "Un episodio simile non accadeva da prima della Seconda Guerra Magica, quando fu Voldemort in persona a farlo. E in quel frangente avevamo le difese abbassate. Ciò che voglio capire è come sia stato possibile. L'incendio ha distrutto molto. Voglio ricostruire il Ministero, più bello - ma soprattutto - più potente ed impenetrabile di prima. Un Grimm mi è indispensabile."
Brian inclinò la testa, mentre con la mano destra soffocava uno sbadiglio. "Sarò molto felice di aiutarti in questo campo... ma da domani mattina. Adesso vorrei davvero riposarmi."
"Un'ultima domanda" Lo bloccò di nuovo il Ministro "L'idea dell'incendio... era tua?"
L'uomo riflettè un secondo prima di rispondere. Quando capì che non aveva davvero nulla da temere - non era una domanda per creare ripercussioni, ma solo di pura curiosità - il suo volto si aprì in un sorriso orgoglioso. "No, di mia figlia Eleonore."
Kingsley gli sorrise di rimando. "Probabilmente un altro Grimm che finirà nel corpo Auror..." Commentò "Vai a casa a dormire Brian. Ne riparliamo domattina." Lo congedò.
"Buonanotte" Gli rispose lui, senza riuscire a trattenere un ghigno. "Anche se  credo che per lei
non lo sarà. Come spiegherà ai babbani il motivo per cui Londra è illuminata a giorno, quando è da poco passata mezzanotte?" Senza aspettare una risposta, si smaterializzò.


Quando si materializzò nel salotto qualche secondo dopo, si lasciò cadere pesantemente sul divano, dove era radunata tutta la sua famiglia.
Eleonore era accoccolata in braccio ad Hansel, mentre sfogava le lacrime che aveva trattenuto tutta sera. Mentre Gretel stava litigando con Celia e Ariel. Le due sorelle volevano che la ragazzina andasse a dormire, ma lei si rifiutava.
Si zittirono tutte e tre di colpo quando l'uomo comparve. Anche Eleonore smise di singhiozzare, girando la testa verso di lui. "Papà!"
"Celia, Ariel, basta così. Se Gretel non vuole andare a dormire, che resti sveglia." Brontolò. Non aveva proprio voglia di litigare anche con la figlia minore. Poi si rivolse alla maggiore. "Mi spieghi cos'è successo? Due minuti prima mi chiedi aiuto per bruciare il Ministero e due minuti dopo ti ritrovo con Jakob che tenta di ammazzarti... Cosa diavolo è accaduto durante la mia assenza?" Soffiò irato.
"E' morta Robin." Iniziò lei, mentre i suoi occhi tornavano a luccicare. Un'altra studentessa morta. Un'altra sua amica morta.
"La Banshee?"
"Sì. E Diamante... credo si sia salvata al pelo, ma non ne sono sicura... E' quello che ha scatenato tutto." Continuò a spiegare la Corvonero, cercando di non piangere.
"La Eis Elternteil? In che senso?"
"I Dempiries l'hanno presa, come hanno preso Robin... Michael è intervenuto appena in tempo... Ma era come per Francisco... fredda, senza circolazione sanguigna, con i lineamenti trasfigurati... così Michael ha chiesto a Federica di fare la stessa cosa che ha fatto per Fran, per quello era sporca di sangue... e per quello Jakob è stato attirato... non ha fatto niente finchè ci sono stati gli Auror, ma appena hanno trasportato Mike e Didi al San Mungo... si è scatenato... Non potevo papà... non potevo lasciare che agisse... non potevo permettere che morisse qualcun altro... " Poi scoppiò di nuovo in singhiozzi.


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*
Furia Bianca, primo assist!

Domanda breve e indolore (insomma, si fa per dire!): siamo rimasti senza un Caposcuola!
Chi volete al suo posto? Eccovi la lista dei prefetti del settimo anno (non ho messo i prefetti di Corvonero per ovvi motivi, ma se volete avere un doppio Caposcuola di Corvonero ve li metto sotto a tutto):

- Francisco Suarez
- Daniel Freeman
- Michael Morris
- Caitriona (Lex) Freiser

--> MP (ogni autore ha a disposizione un solo voto e NON PUO' votare i propri OC)


Ecco i prefetti del settimo di Corvonero:
- Anastasia Davis
- Micah Price

  
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