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Autore: Nene_92    30/04/2016    11 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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18 - Riunioni di famiglia
Per i fan di GRIMM: nel capitolo ci sono SPOILER del finale della quarta stagione (anche se leggermente modificata)!

Giuro che è l'ultimo capitolo che pubblico senza la maggioranza dei vostri personaggi (nel prossimo torneranno ad essere loro i protagonisti)!


Ci vediamo in fondo per le domande! ;)



- Riunioni di famiglia - 


Luglio 1998
, Casa Tonks - Lupin



Narcissa Black avanzò verso la casa con passo tremante.
Nonostante solo pochi metri dividessero la staccionata bianca dalla porta, a lei quel percorso sembrò infinito. Quando finalmente raggiunse la meta, rimase per qualche minuto immobile, con la mano a mezz'aria, incapace di trovare la forza di bussare. Poi, tra sè e sè, pensò di potercela fare.
Aveva mentito a Lord Voldemort guardandolo dritto negli occhi, per Merlino! Doveva solo ritrovare un briciolo di quel coraggio per bussare.
E fu così che, finalmente, lo fece.
La donna che venne ad aprire dopo qualche minuto - con la bacchetta in mano - non aveva quasi nulla a che fare con l'immagine che le era rimasta.
Andromeda Black - Andromeda Tonks si corresse - era innegabilmente invecchiata. Molto. Forse anche di più di quello che sarebbe stato normale supporre.

La morte di un figlio ti distrugge l'anima. Te la consuma, corrodendoti dall'interno. Ti distrugge, molto di più di quanto non possa fare l'azione di cinquant'anni aggiunti ad un corpo tutti insieme e di colpo.

"Andy!" Boccheggiò, mentre il coraggio le veniva di nuovo a mancare. Aveva ancora la mano a mezz'aria, bloccata a metà nell'atto del bussare.

Andromeda Tonks non aveva perso solo la figlia in quella guerra. Aveva perso anche il marito. E il marito di sua figlia.

"Cissy." Sussurrò soltanto in risposta. Era sconvolta. Sua sorella era lì, davanti alla porta di casa, dopo anni - quanti esattamente? Non lo sapeva neanche lei... - che non si vedevano.

"Io..." Iniziò a parlare con voce tentennante la signora Malfoy. Ma poi sentì il coraggio mancarle. Chiuse la bocca e si voltò, intenzionata ad andarsene. A scappare, a fuggire il più lontano e velocemente possibile. Mentre una voce dentro di lei le urlava di essere una codarda.
"CISSY! ASPETTA!" La richiamò Andromeda, costringendola a fermarsi. E a voltarsi di nuovo. "Perchè non vieni dentro? Ti preparo una tazza di the... sei venuta fin qui." La invitò quasi supplicante.

Andromeda Black aveva perso tutto in quella guerra. Ma sua sorella era lì. Forse qualcosa poteva ancora recuperare.

Narcissa piegò le labbra in un leggerissimo sorriso. "D'accordo." Concesse alla fine. La donna di fronte a lei aveva ragione.
Era arrivata fin lì. Poteva andare fino in fondo.
Fu così che Narcissa Malfoy, per la prima volta in vita sua, entrò nella piccola casa di periferia della sorella.

"E' molto luminosa." Disse dopo un po', per rompere il silenzio che si era venuto a creare. Sicuramente molto più luminosa di casa sua, Malfoy Manor, dopo i pesanti tendaggi scuri facevano da padroni incontrastati.
"L'arredamento l'ha scelto Ted." Le rispose Andromeda, non riuscendo ad impedire ad una lacrima di scorrerle lungo la guancia. Suo marito era un lutto troppo recente per poterne parlare liberamente.
"Suonerebbe ipocrita, da parte mia, farti le condoglianze per lui e tua figlia?" Chiese a quel punto la minore con voce tremante. "Mi dispiace davvero per loro." Lo disse con voce tremante.
La maggiore si girò, bloccandosi nel bel mezzo del salotto, a fissarla.
"Posso crederti." Commentò dopo un po'. "Cissy, voglio essere onesta. Di là, in cucina, in questo momento, c'è Harry Potter. E' il padrino di mio nipote - Teddy Remus Lupin. Viene spesso qui, a trovarmi. E mi sta aiutando tanto. Tra le molte cose, mi ha raccontato cosa hai fatto per lui durante la battaglia finale. Se non fosse stato per te, per quello che sei stata disposta a fare - e a rischiare - probabilmente la Guerra si sarebbe conclusa in un modo completamente diverso. Ho perso mia figlia in questa Guerra. Ho perso mio marito. Ho perso mio genero. Ma posso crescere mio nipote in un mondo libero, lontano dai pregiudizi, dove non sarà guardato male solo perchè suo padre era un lupo mannaro. E questo anche grazie a te. Quindi sì, posso crederti se dici che ti dispiace. Se non la pensassi così, non saresti neanche venuta fin qui."

Narcissa deglutì e sbattè gli occhi un paio di volte per ingoiare le lacrime. "E credi... credi che in questo nuovo mondo potresti avere dello spazio, un posticino, anche per una sorella? ... Abbiamo tanto da dirci Meda e... e lo so che non possiamo aggiustare le cose dal giorno alla notte... ma..."
Andromeda non la lasciò concludere. Avanzò verso di lei con le braccia spalancate. E le sorelle Black si ritrovarono avvolte in un abbraccio, dopo tanto tempo. "C'è sempre posto per una sorella."

Si staccarono dopo parecchi minuti, attirate da un vagito. E si accorsero che Harry Potter le fissava con aria imbarazzata dalla porta della cucina, con un bambino con un ciuffo azzurro tra le braccia. Era uscito per capire cosa fosse successo alla signora Tonks, che non tornava da quando avevano bussato alla porta.
Aveva così sentito l'ultima parte della conversazione e aveva davvero provato ad andarsene, per lasciare alle due sorelle la giusta privacy. Ma Teddy aveva fatto il guastafeste, emettendo alcuni versetti tipici dei bambini, che avevano perciò attirato l'attenzione delle due donne.
"Io... scusate..." Borbottò a bassa voce, arrossendo.
Andromeda sorrise intenerita, allungando le braccia verso il piccolo. "Dammi Teddy, caro. Lo voglio presentare alla sua prozia."

Andromeda Black aveva perso quasi tutto in quella guerra. Quasi... Aveva suo nipote e un padrino che lo amava. E adesso anche sua sorella era lì. Poteva ricostruirsi una famiglia. Poteva tornare ad amare. E ad essere amata. *

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Portland, Fine dicembre 2020


"... e così, da circa cinque giorni, l'intera Londra è illuminata completamente a giorno, da un sole che - a quanto pare - non ne vuole sapere di tramontare. Inoltre, strane fiamme argentate continuano a bruciare per tutta la città, senza però distruggere nulla. Le persone hanno quasi iniziato ad abituarsi, mentre un nuovo sport sta prendendo piede nella capitale Britannica: 'salta il fuoco d'argento'. A quanto pare, anche chi non prende bene le misure, esce dalle fiamme illeso, giurando di aver percepito una grande felicità invaderlo e solo una minima scossa di calore. E' ufficiale: questo fuoco, di qualsiasi materiale sia composto, non brucia. Mentre il Governo continua a ripetere che si tratta solo di un esperimento scientifico molto avanzato ma che ogni cosa è sotto controllo, intere folle di curiosi e di scienziati continuano a riversarsi in città per..."

Crimilde Grimm guardò sconcertata quella enorme scatola piatta che le avevano insegnato a chiamare 'televisore'.
"NICK!" Urlò a gran voce, facendo accorrere l'uomo dalla stanza accanto. "Sì?"
"Com'è che si alza pure? Voglio ascoltare bene."
Il detective afferrò il telecomando, alzando il volume. La voce del conduttore televiso invase così la stanza.

"... ma sebbene il Governo continui a battere la strada dell'esperimento scientifico, ciò potrà forse spiegare il fuoco argentato, non ci certo il fatto che il sole non stia tramontando. Insomma, non siamo mica al Polo Nord dove si verifica l'Aurora Boreale! Attualmente, neanche la Comunità Scientifica sa dare una risposta univoca e certa. Invece, molti gruppi cattolici hanno ricollegato il fatto - verificatosi per la prima volta poco dopo la mezzanotte di Natale - ad un miracolo. Dichiarano che la fine del mondo è vicina e che l'Apocalisse sta arrivando..."


"Ma che razza di idioti! L'apocalisse! Figuriamoci!" Sbottò Crimilde, smettendo di ascoltare, mentre il suo sorriso si allargava man mano.
Nick Burkhardt inclinò la testa di lato, per osservarla bene. "Tu sai cosa sta succedendo a Londra?" Chiese con tono neutro. Non credeva che qualcosa avrebbe potuto più sorprenderlo. Non dopo tutto quello che gli era accaduto negli ultimi anni. E, soprattutto, non dopo che Crimilde Grimm - o Emily Blackwood - era entrata nella sua vita.
"Certo che lo so. La città è sotto incantesimo. Quel fuoco di cui parlano, quello argentato che non brucia, è scatenato da una formula che ho inventato io. Non riesco a capire la questione del Sole - potrebbe semplicemente essere un nuovo incantesimo che non conosco - ma al momento non mi interessa. Perchè se l'hanno lanciato, significa una sola cosa. Esistono ancora dei Grimm con poteri magici. E si trovano a Londra. Devo solo recarmi là e trovarli."
"E io verrò con te." Fu il commento dell'uomo.

Ormai voleva partecipare attivamente a quella storia che gli era capitata tra capo e collo.
Juliette e sua madre erano morte, Trubel se n'era andata da tempo. La resistenza aveva la figlia di Adalind e quest'ultima era sparita per andare a cercarla.** 
Monroe e Rosalee avevano la loro vita coniugale da portare avanti e forse, senza di lui, sarebbero anche stati più al sicuro. Hank ne sapeva ormai abbastanza per potersela cavare da solo.
Non aveva più nulla che lo legasse a Portland.
Quella poteva essere una buona scusa per ricominciare da capo. E se c'erano altri Grimm in giro, tanto valeva conoscerli.


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Villa Black - Grimm, Fine dicembre 2020

Image and video hosting by TinyPic Hansel Black - Grimm; Ariel Grimm Image and video hosting by TinyPic Gretel Grimm Image and video hosting by TinyPic  



Gretel bussò alla porta.
Dopo pochi secondi, percepì la voce del fratello invitarla ad entrare. Quando fece capolino, Hansel era seduto sul letto matrimoniale, con le gambe incrociate, mentre Ariel era appoggiata alla testiera, mezza avvolta in una coperta.
"Pulce!" Esclamarono contemporaneamente, mentre Hans batteva la mano sul materasso, in un chiaro invito a sedersi lì. "Cosa c'è?"
"E' vero?" Iniziò a chiedere lei, mentre si accomodava direttamente in braccio al fratello. "E' vero che state partendo per la Germania?"
"Sì tesoro, partiamo domani mattina." Le rispose sua zia.
"Perchè?"
"Perchè è la cosa giusta da fare." Fu il commento lapidario di Hansel, dopo qualche secondo di silenzio.
"Non capisco." Essendogli accoccolata in braccio, non riuscì a vedere lo sguardo che si lanciarono i due coniugi e il minimo cenno di assenso che si scambiarono. Ma percepì il sospiro di entrambi.
Ariel, sporgendosi, iniziò a giocherellare con i capelli della nipote, cercando di sistemarli in una treccia elaborata. Sapeva che era un modo per farla rilassare. "Gretel... tu sai da dove viene il tuo nome? Esclusa la fiaba intendo..."
La ragazzina scosse la testa, in segno di diniego.
"Dalla tua prozia, la sorella di Jakob e Ursula."
"Era la zia preferita di papà e visto che li separavano pochi anni, l'ha sempre considerata una sorella." Intervenne Hansel. Poi, senza riuscire a trattenere un ghigno, aggiunse "Evidentemente papà ha sempre avuto un debole per i ribelli."
"Gretel ha 'voltato le spalle' alla famiglia." Riprese Ariel, virgolettando con le dita l'espressione "Quando era a caccia, in Inghilterra, conobbe un uomo - un nato babbano - che salvò. Iniziarono a vedersi di nascosto e si innamorarono. Quando fu scoperta, scelse lui e venne ripudiata. Qualche anno dopo nacque una bambina, Erin, che quando fu abbastanza grande si mise in contatto con James."
Gretel si fece più attenta.

James
. Di nuovo quel nome. Già sua nonna Willhelmina l'aveva citato pochi giorni prima, in quella folle notte al Ministero. "Non voglio un altro James."

"Chi è James?"
"Tuo zio." Fu la risposta di di Hansel.
"Mio fratello." Commentò contemporaneamente Ariel. "E il gemello di tua madre Celia."
"James non solo rispose ad Erin." Riprese il discorso suo fratello. "All'insaputa di tutti, venne più volte qui, in Inghilterra. La conobbe e si affezionò. La aiutò anche, quando lei si unì al gruppo de Gli Invisibili. *
** Fu un brutto colpo per Jakob: prima la sorella, poi il suo primogenito. Cercò di arginare la cosa a modo suo. Propose di riaccettare almeno Erin in famiglia - era pur sempre una mezza Grimm e si era già dimostrata degna di quel cognome - a condizione che lei e James si sposaserro. Questo già ti da l'idea di quanto tenesse a suo figlio: era disposto ad accettare una mezzosangue in casa! Ma rifiutarono entrambi. Erin frequentava da tempo Alexander Walsh, un altro ragazzo appartenente allo stesso gruppo - con il quale adesso è sposata - e James nel frattempo si era innamorato di una ragazza. Non solo una mezzosangue, ma anche una Sondereith. Jakob non fece  in tempo neanche a ripudiarlo: fu lui a disconoscere il padre. E' una cosa che, a distanza di anni, tuo nonno non riesce ancora a digerire. E non poteva puntare su Celia: papà era sposato con mia mamma. La morte di Talisia - che ci sia dietro lui o no - è 'cascata a fagiolo'. Tua madre aveva appena finito gli studi ed era pronta per sposarsi, per generare nuovi Grimm. E Jakob non si fece scrupoli per fare in modo che almeno quello andasse come aveva previsto sin dall'inizio. Quando tua madre ti partorì, Gretel, papà avrebbe voluto chiamarti Talisia, ma non poteva: per contratto doveva scegliere un nome della famiglia Grimm. Così scelse l'unico che sapeva avrebbe dato fastidio a tuo nonno. Era la sola carta che aveva in mano per ricordargli costantemente che non era lui ad avere il controllo. Era il suo modo per punirlo. E l'altra sera, Jakob ha visto le sue paure materializzarsi, ha visto la storia ripetersi. Tu, Eleonore e papà, nella sua testa, rappresentate nuovamente loro: la tua omonima, James ed Erin. Per questo dobbiamo andare in Germania. Non sappiamo come potrebbe reagire a tutto ciò. Con la scusa di comunicargli la gravidanza di Ariel, cercheremo di tenerlo d'occhio, oltre che a freno."

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Eleonore era rannicchiata sul dondolo, con una coperta di lana adosso e una tazza piena di cioccolata bollente in mano. Nonostante il freddo, non aveva voglia di entrare in casa. Preferiva rimanere lì, a guardare quello strano gioco di luci che circondava ormai da giorni l'intera Londra.

Avevano davvero combinato un bel casino con quell'incantesimo al Ministero.


Suo padre aveva voluto a tutti costi che lei e Gretel tornassero a casa, per passare le vacanze con lui. Peccato che non ci fosse quasi mai, intento com'era a lavorare per arginare quel disastro.
Tornava a casa solo la sera, completamente esausto. E spesso non facevano neanche in tempo a scambiarsi due parole. Più di una volta lo aveva trovato addormentato sul divano, crollato dopo una giornata di lavoro intenso.
Era riuscito soltanto a comunicarle, il primo giorno, quanto Kingsley fosse rimasto colpito dalla sua prontezza di riflessi e che era intenzionato a fare di tutto, per avere anche lei tra gli Auror. Ma Eleonore non era affatto sicura di volerci entrare. Di orrori ne aveva visti troppi, in quei suoi neanche diciott'anni di vita, provocati dalla sua stessa famiglia. Non era sicura di volere un lavoro che le avrebbe mostrato anche quelli altrui.

Però, se c'era una cosa che la rincuorava, era vedere quanto suo padre in quel periodo sembrasse sereno. Evidentemente, quello sfogo al Ministero era servito a qualcosa...


I suoi pensieri vennero interrotti da un patronus che si materializzò davanti a lei. Un leone albino. Conosceva una sola persona ad averlo: suo cugino Erik.
Con uno scatto fulmineo, tirò fuori la bacchetta, guardandosi attorno con circospezione.

"Ritira la bacchetta che so che hai tirato fuori." Suonò la voce del ragazzo. "Ho inviato un patronus proprio per questo: non sono in zona e vengo in pace.
Ho bisogno di parlarti. Mio padre non sa nulla di tutto questo: è convinto che io mi trovi ad Utrecht, a caccia di uno Zauberbiest. So che stenterai a credermi e non ho modo di dimostrarlo, ma non è una trappola. Per favore, per favore rispondi. Sono disposto ad accettare qualsiasi condizione tu voglia pormi, pur di incontrarti. Resterò in Inghilterra fino a fine gennaio."

Il patronus sparì e lei si alzò di colpo, col cuore che le batteva all'impazzata. Cosa voleva Erik da lei?
Per sicurezza, decise di rientrare in casa.
E proprio lì ricevette la seconda sorpresa della giornata. Suo padre era seduto in cucina, intento a fissare il vuoto. In mano aveva diversi fogli di pergamena. "Papà?" Chiese perplessa.
Brian sbattè le palpebre un paio di volte, risvegliandosi dallo stato di trance. Fissò la figlia confuso per qualche secondo, prima di borbottare "Scusami" scuotendo la testa.
"Pensavo fossi in ufficio." Commentò lei stranita. Suo padre che chiedeva scusa senza motivo?
"No, mi sono preso mezza giornata libera... Elly... puoi... puoi aiutarmi?" Chiese alla fine. Formulare la domanda sembrò costargli un grande sforzo. Senza aspettare una risposta, le allungò i fogli che aveva in mano. "Qui ho inserito tutti i dati sui Dempiries, dal luogo dove sono stati liberati fino alla notte di Natale, al Ministero."
Eleonore, dopo avergli dato una breve occhiata, puntò l'indice contro una nota scritta a mano dal padre e sottolineata più e più volte. "Anastasia Davies?" Chiese sempre più perplessa. "Cosa c'entra la mia compagna di casa?... Non mi dire che da Hexenbiest... ha avuto visioni sulla vicenda!"

Brian le riassunse velocemente tutto ciò che la ragazza gli aveva detto alla fine della lezione.
Se la Corvonero pensava che quella giornata non poteva contenere più sorprese di così, si sbagliava di grosso. "Una babbana?" Chiese sconvolta alla fine. "Hanno usato una babbana per aprire la gabbia? Ma... com'è possibile? Metti anche che fosse una... che ne so! Una Grimm abbandonata alla nascita perchè magonò... o qualcosa del genere - con la famiglia che abbiamo alle spalle non mi sorprenderebbe - resta il fatto che per aprire la gabbia non gli serviva soltanto il sangue di un Grimm... doveva scorrere anche la magia nelle sue vene!"
"E' quello che lascia perplesso anche me." Concordò Brian "Però la tua amica hexenbiest sembrava molto convinta di ciò che diceva... ma se è una babbana, la magia dov'è?"

Eleonore rimase per qualche secondo in silenzio.
Poi, di punto in bianco, ogni cosa andò al suo posto.
"LEX!" Esclamò talmente all'improvviso da far sobbalzare anche suo padre, mentre nella mente le ritornavano le parole che la sua migliore amica le aveva detto mesi prima.

Aveva sempre avuto tutto sotto al naso ma non aveva mai collegato i pezzi
.

"E loro che mi avevano anche detto di non comportarmi da Grimm!" Sbottò mentre si dirigeva a passo di marcia verso il camino, sorda ai richiami dell'uomo. Accese le fiamme, buttò la polvere volante dentro e ci cacciò la testa in mezzo, urlando a gran voce "CAITRIONA LEX FREISER!"
La diretta interessata fece un salto di due metri quando vide la testa della Corvonero sbucare urlante dalle fiamme. "ELLY! Non farlo mai più! Mi hai fatto prendere un co..."
"Tu e Chris siete stati a Portland questa estate, vero? Me l'hai detto ad inizio anno!" La interruppe bruscamente lei, parlando in fretta, concitata.
"Sì, ci siamo stati." Intervenne Chris. Per quale motivo le loro vacanze estive erano diventate interesse della Grimm?
Con la coda dell'occhio, vide la sua compagna spalancare la bocca in una "O" di comprensione.
"E cosa avete visto?"
"Ehm... tante cose... il fiume, il bosco, la cit..."
"La luna di sangue" Lo interruppe a quel punto Lex, con voce seria. 
**** "Elly, cosa sta succedendo lì a Londra? Mi sono preparata un the e ho visto un gra..." Ma si ritrovò a parlare con un fuoco vuoto. La Corvonero, sentito quello che voleva sentire, era sparita, con un lampo di vittoria negli occhi.
"E' stato davvero un piacere parlare con te, sorella." Commentò sarcastica all'aria la Serpeverde.

A chilometri di distanza, Eleonore - o meglio, la sua testa - riappariva dal fuoco. "Luna di sangue papà! Non gli serviva un Grimm con la magia, gli bastava il suo sangue! Gliel'ho detto anche a loro, secoli fa! La luna di sangue è un elemento mistico importantissimo, che si verifica molto raramente. Hanno canalizzato quella magia dentro alla babbana... e li hanno liberati!"
"Ma se non lo sappiamo neanche noi che questa era una Grimm... loro come hanno fatto a trovarla?"

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* ho inserito questa scena per spiegare un po' di cose che avevo in testa. Ho amato Narcissa Black nella battaglia finale e ho sempre considerato ciò che ha fatto l'emblema di quello che una madre sarebbe disposta a fare - e a sacrificare - per i propri figli. Narcissa, aiutando Harry, ha permesso al "bene" di vincere. La sua azione non poteva non avere ripercussioni successive e a me è sempre piaciuta l'idea che anche il suo gesto l'abbia aiutata a riappacificarsi con la sorella. Questo ha portato Teddy a crescere con ben 4 famiglie: sua nonna Andromeda, i Potter, i Weasley e i Malfoy.
Il suo ingresso in casa Malfoy ha poi portato Harry e Draco a conoscersi, a rivalutarsi e Draco ad "ammorbidire" la sua visione sul mondo. E naturalmente, ad accettare anche l'intero "clan Weasley - Potter" in casa: Teddy è fidanzato con Victoire e Scorpius ha conosciuto Rose ed Albus da piccolo (da questo punto di vista, mi distacco completamente dal capitolo "19 anni dopo" della Rowling).

** in questa mia versione, Adalind non è rimasta incinta di Nick

*** per capire di cosa sto parlando, andate a leggere la storia di FuriaBianca, "Gli Invisibili" (ebbene sì, le nostre 2 storie sono collegate! ;) )--> http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=3404436

**** capitolo 7 "Visioni"

DOMANDE DELLA SETTIMANA (risposte entro venerdì):

1) preferite che scriva un capitolo sulla festa di Capodanno o su quella dell'Epifania? (solo una delle 2, la maggioranza vince! Poi si ritorna a scuola. :P )

2) dove volete che si svolga? Vi do alcune alternative, ma potete anche aggiungerne altre! (idem come sopra, la maggioranza vince):
- Malfoy Manor
- Villa Black (non è casa di Eleonore, è solo un'antica dimora che usano un po' tutti quelli imparentati con la famiglia!)
- qualche bar / pub magico non meglio identificato ( NO ASSOLUTO i Tre Manici di Scopa!)
- Casa Potter (che poi sarebbe quella che gli ha lasciato Sirius)
- la nuova casa di Micah (scusa Abby!)
- ... altro? (NO ASSOLUTO Villa Black - Grimm, a meno che non vogliate proprio male ai vostri OC!!)

3) in suddetta festa cosa volete che combinino? (date sfogo alla fantasia! Dal ballare sui tavoli all'ubriacarsi senza ritegno... tanto poi seleziono io! ;) )

ps: visto che ho pubblicato in anticipo, chi ancora non ha risposto alle domande dei capitoli precedenti lo faccia senza timore! ;)


  
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