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Autore: Nene_92    12/05/2016    14 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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20 - Riunione


Si tratta solo di un capitolo di assestamento. Ma direi che un po' di pace - in attesa dei risvolti futuri - ci sta no?

Alcuni dei vostri personaggi sono appena accennati. Non l'ho fatto apposta, ma non succedendo niente di particolare non riuscivo ad inserirli tutti per bene e dar loro il giusto spazio senza finire per annoiare.

Buona lettura! ;)


- Riunione - 


 Gennaio 2021, Aeroporto di Londra


Crimilde scese tremante dalla scaletta posizionata davanti all'aereo, mentre Nick al suo fianco le sosteneva la vita con un braccio.
Quando arrivarono sulla terra ferma, la ragazza bonfocchiò qualcosa sul fatto di volere un secondo, poi si accasciò a terra respirando profondamente per qualche minuto.
Si trattenne per non vomitare addosso al detective - non aveva la minima intenzione di mettersi in ridicolo fino a quel punto. Ma per lei, ciò che aveva appena fatto - prendere un aereo - era stato qualcosa di totalmente inconcepibile.
Avrebbe preferito cento volte smaterializzarsi, oppure usare l'elitrasporto o anche la polvere volante.

Ma dove Merlino li avrebbe trovati tutti quei mezzi, agendo così alla cieca?

Anche se aveva capito - grazie a quel servizio alla televisione - che la magia esisteva ancora, non aveva ben capito dove la comunità magica si nascondesse.
Quando aveva vissuto lei - secoli prima - la magia veniva praticata ancora apertamente, anche se in maniera accorta, ma adesso ogni cosa sembrava magia ai suoi occhi. Anche quella macchina di metallo mostruosa con la quale avevano volato fino a lì. Ma non lo era.

L'unico indizio che aveva in mano era Londra. Quindi la sua prima tappa sarebbe stata recarsi nei luoghi che aveva conosciuto nel passato, sperando di trovare qualcosa.

Chissà se Diagon Alley esisteva ancora.




Anastasia si svegliò con un sussulto. Per pochi secondi rimase immobile, con la schiena rigida.
Con tutto ciò che era successo si era proprio scordata di riferire ai Grimm ciò che aveva visto prima di Natale, ma quella nuova visione le aveva ricordato di colpo ogni cosa.

Crimilde Grimm era arrivata a Londra, alla ricerca dei suoi parenti magici.

E quella sera lei, alla riunione dei prefetti, lo avrebbe comunicato ad Eleonore.

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13 Gennaio 2021
, sera Hogwarts


Raphael sprofondò il volto tra le mani mentre vedeva Federica e Lex uscire a braccetto dalla Sala Comune senza degnarlo di uno sguardo.

In qualsiasi altra occasione lo avrebbero aspettato.


D'altra parte, dovevano andare tutti e tre alla riunione dei Prefetti che si sarebbe tenuta di lì a mezz'ora nelle stanze dei Capiscuola.
Ma da quando aveva combinato quel casino a Capodanno buona parte degli studenti, compresi quelli della sua Casa, lo evitavano come la peste.
Non era servito a nulla spiegare a tutti che era ubriaco, che probabilmente in quelle circostanze non avrebbe saputo riconoscere neanche sua madre.
Ogni volta che scrutava i volti dei suoi compagni, leggeva solo accuse nei loro occhi.

E quella sera avrebbero avuto la prima riunione dei prefetti del semestre.

Ciò avrebbe significato una sola cosa per lui: rivedere Gabriela.

Starle vicino senza poterle parlare, senza poterla toccare, senza potersi spiegare. L'unica volta in cui ci aveva provato - sul treno - lei l'aveva lasciato parlare per appena cinque secondi. Prima di urlargliene contro di tutti i colori, girare i tacchi e andarsene.

E dovendo subire il suo sguardo accusatore. Il suo, come quello di molti altri.
Perchè ovviamente quasi tutti gli amici della ragazza erano prefetti... o Caposcuola.

Il rumore della porta chiusa - o meglio sbattuta - lo fece sussultare, mentre buona parte dei Serpeverde si girò verso di lui per fissarlo. Sapevano che Lex aveva preferito sbattere quella piuttosto che prenderlo a pugni.

Con un sospiro riemerse dalla poltrona. Una parte di lui avrebbe voluto andare dai Caposcuola - o meglio, dalla Preside visto chi copriva le due cariche - e rinunciare alla spilla da Prefetto. Ma l'altra parte si opponeva. Forse in una di quelle riunioni avrebbe potuto convincere Gabriela a parlare con lui. E risolvere tutto.
Appellando ogni briciola di coraggio di cui disponeva, decise di uscire a sua volta dalla Sala Comune.

Già li vedeva gli altri prefetti girarsi come un sol uomo al suo ingresso e incenerirlo con lo sguardo.


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"Devo andare" Borbottò Virginia staccandosi da Caos.
"Perchè?" Chiese lui con il tono di un bambino piccolo al quale stavano negando una fetta di torta.
La ragazza sorrise di fronte alla sua espressione persa. Non sapeva se fosse stata proprio quella ad attirarla, ma in quel momento la trovava adorabile.
Caos Pagano era un gran bel ragazzo, che avrebbe potuto far capitolare ai suoi piedi metà delle ragazze di Hogwarts, se solo avesse voluto. Ma non se ne rendeva minimamente conto. Meglio per lei!
"Perchè ho riunione dei Prefetti ricordi? Mi hanno nominato poco prima delle vacanze Natalizie." Spiegò paziente. A volte avere a che fare con lui era davvero come confrontarsi come un bambino di cinque anni. Non riusciva a mantenere l'attenzione sulla stessa cosa per più di due secondi.
"Oh già..." Commentò il Tassorosso, prima di riattirarla verso di sè e baciarla di nuovo.

Un bambino che però certe cose le sapeva fare proprio bene.

Arrossendo - non era mai uscita con qualcuno prima, figurarsi fare altro - Virginia si staccò da lui, alzandosi velocemente in piedi. "Allora io vado eh!" Esclamò imbarazzata, prima di sparire oltre la porta.

Appena raggiunse la Sala Comune, trovò Fabian e Michael seduti sul divano. 
"Ehy!" La salutò il secondo. "Andiamo?"
La ragazza li fissò per un attimo, confusa. Poi si maledisse mentalmente. Anche loro due erano prefetti!
"Non è che stavate aspettando me, vero?" Chiese leggermente in imbarazzo.
"No tranquilla, saremmo partiti comunque a momenti... ma visto che devi venire anche tu abbiamo aspettato qualche secondo per capire se saresti arrivata oppure se eri già andata là." Spiegò il primo con tono pacato.
Virginia annuì, ma sapeva che il ragazzo avrebbe detto così comunque. Fabian Martin era un ragazzo dolcissimo e sin troppo tranquillo, che cercava di mettere ogni persona a suo agio. Non avrebbe mai detto o fatto nulla per creare imbarazzo.
"Ok, allora andiamo." Concordò lei aprendo la porta della Sala Comune. E trovandosi davanti ad un'altra scena imbarazzante. Milly e Alex erano appoggiati al muro, avvinghiati l'uno all'altro.

Tanto per peggiorare le cose, il coprifuoco era già scattato da un pezzo, perciò Alex - che non era un prefetto - avrebbe dovuto trovarsi dentro alla Sala Comune, non al di fuori.
Fabian si schiarì più volte la gola, prima che i due si accorgessero della loro presenza. Si staccarono di colpo, mentre i loro volti assumevano tutte le sfumature possibili e impossibili di rosso. 
"In teoria dovrei toglierti dei punti, ma non ho voglia di fare questo torto alla mia Casa." Commentò divertito il prefetto, incrociando le braccia al petto, all'indirizzo dell'altro ragazzo. "Perciò se ti defili in tre secondi, io non ti ho visto."
"Lo stesso vale per me." Lo appoggiò Virginia.
"E per me." Concluse Michael.
"Grazie ragazzi." Borbottò lui, prima di augurare la buonanotte alla Grifondoro e darle un altro bacio a fior di labbra. Poi sparì dietro alla porta.
"Sì infatti... grazie." Commentò a sua volta Milly, in imbarazzo. "Ehm... che dite... a questo punto vengo con voi per la riunione?"

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Brian si stiracchiò mentre osservava Micah aprire, tenere galantemente aperta la porta sia per Page che per Anastasia e poi uscire a sua volta dalla torre dei Corvonero. Dovevano recarsi tutti e tre alla riunione dei prefetti.
Ma lui, a differenza loro, non era un prefetto. Quindi sarebbe rimasto lì, in Sala Comune ad annoiarsi. Da solo.
Non si era mai reso pienamente conto di quanto quell'anno avesse completamente rivoluzionato la sua vita.
Prima il suo maggior pensiero era il fatto di non poter vedere Caroline per lunghi periodi, comunque interrotti dalle frequenti gite che venivano concesse agli studenti ad Hogsmeade.
Adesso invece, quello era il suo ultimo problema. Le gite erano state fortemente ridotte, così come qualsiasi altro svago. E non poteva chiamarla lì per paura di un altro attacco, così come non poteva spedirle una lettera - a quanto pare le vie erano ancora controllate e la posta intercettata.

Tutti vivevano nella paura.
Paura dei Dempiries.

Non si sapeva dove fossero nè dove avrebbero colpito la volta successiva, così come ancora nessuno sapeva con che cosa potessero essere sconfitti.
Passi avanti erano stati fatti con l'incantesimo che aveva coperto Londra per tutto il periodo Natalizio - alla fine Brian Grimm era riuscito a rimuoverlo - ma di fatto la Comunità Magica non aveva ancora in mano nulla di concreto.

Con un sospiro, attirò verso di sè il libro di trasfigurazione e il tema che aveva iniziato il giorno prima. Non aveva la minima voglia di finirlo, ma non aveva neanche niente altro da fare. Con un altro sospirò, intinse la penna nel calamaio, piegò la testa e iniziò a scrivere.

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"... fino a quando rimarrete in Germania quindi?" Chiese Eleonore a suo fratello.
"Per tutto il tempo che sarà necessario." Le rispose Hans, piegato a chinino verso il fuoco da dove la testa della sorella sbucava. "Comunque non siamo ancora riusciti a riparare l'albero genealogico come ci hai suggerito di fare tu."
"Per volontà o per necessità?" Indagò la Corvonero aggrottando le sopracciglia.
"Per necessità." Intervenne Ariel. Era seduta sul letto con le gambe incrociate e non si era persa una singola sillaba della conversazione avvenuta. "Mio padre al momento è... come dire... instabile... riparare l'albero genealogico, soprattutto se segnalasse la presenza nella nostra famiglia di babbani, avrebbe sicuramente risultati devastanti." Commentò sbuffando.
Ogni altro possibile commento venne interrotto dalla testa di Daniel che comparve a sua volta nel fuoco. "Ehm... scusate se vi interrompo ma..." Si girò verso la sua ragazza "Elly, cinque minuti e arrivano tutti per la riunione." Così com'era comparso, sparì.
"Oh! Ok." Disse a quel punto la ragazza al vuoto. Poi rigirò la testa verso gli altri due. "Devo andare! Ci riaggiorniamo. Vi voglio bene!"

Quando tornò con tutto il corpo nella stanza trovò il Tassorosso seduto sul tappeto, intento a fissare il vuoto.
Gattonò verso di lui e quando fu a pochi centimetri, vedendo che il ragazzo continuava ad ignorarla, gli chiese "Tutto bene?" mentre si sedeva al suo fianco.
Daniel la attirò con un braccio verso di lui, facendole poggiare la testa sul suo petto. "Sono solo un po' agitato." Confessò. "Mai mi sarei aspettato di diventare Caposcuola."
"Andrà benone, tranquillo." Cercò di calmarlo lei. "Ricordati solo che sono i tuoi soliti compagni e amici, ma che adesso sei un gradino sopra di loro, nel bene e nel male."
"Com'è andata la conversazione?" Chiese lui per distrarsi. "Hanno riparato l'albero?"
Ma Eleonore scosse la testa. "Ancora no."
"Con Jakob ed Erik in giro per casa immagino non sarà semplice farlo." Commentò a quel punto il Tassorosso, senza avere idea della tempesta che quel commento scatenò nella ragazza.

Erik...

Non aveva più pensato a lui e al messaggio che le aveva mandato poco dopo Natale.
Non gli aveva ancora risposto. Per qualche giorno si era anche scordata della cosa. Ma poi le era tornato in mente.

Ma non l'aveva ancora detto a nessuno.
Suo padre avrebbe combinato un macello di sicuro, se ne fosse venuto a conoscenza. Suo fratello si sarebbe messo in allarme inutilmente e ovviamente non poteva dirlo ad Ariel senza che Hansel lo venisse a sapere. Così come non poteva dirlo a Daniel: se il Tassorosso aveva un punto debole, era la gelosia.
Così aveva semplicemente ignorato il tutto, facendo finta di non aver mai ricevuto quel messaggio.
Ma gennaio stava velocemente trascorrendo e una parte di lei voleva sapere cosa si nascondesse dietro a quella strana richiesta.
Non era solo curiosità.
Percepiva quasi la cosa come un'esigenza. Come se fosse necessario sapere.


"A che pensi?" Interruppe i suoi pensieri Daniel, spostandole una ciocca dietro all'orecchio.
"Al fatto che tra due giorni è il tuo compleanno." Gli rispose con un sorriso furbo, accoccolandosi meglio sul suo petto. "Quindi non mi chiedere altro, o finirò per rovinarti la sorpresa!" Concluse girando la testa verso di lui e facendogli la linguaccia.
"A questo punto non vedo l'ora." Commentò il ragazzo avvicinandosi sempre di più.
Il bacio che seguì l'affermazione venne interrotto dall'ingresso nella stanza di Francisco, Gabriela, Lex e Federica.

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Francisco continuava ad ascoltare pigramente ciò che Eleonore - seduta a gambe incrociate sul tavolo posizionato a metà stanza - stava loro dicendo.
O meglio cercava di ascoltare. In realtà continuava a sbattere ripetutamente le palpebre, cercando di catalizzare quanto la sua migliore amica - che in quel momento stava gesticolando - stesse dicendo in quel momento, ma il suo cervello continuava a sconnettersi.

In realtà non aveva la minima idea di come sentirsi
, in quella riunione.

La Corvonero e Daniel avevano fatto un breve riassunto per spiegare ai nuovi
- con tutte le perdite che avevano subito, c'erano diverse persone appena nominate, che non avevano mai ricoperto la carica - in che cosa consistesse il ruolo di prefetto, discorso che ormai lui conosceva a memoria. Quindi, almeno da quel lato, era annoiato.

Poi c'era la questione del nuovo Caposcuola. Non che Francisco non conoscesse Daniel, ma era strano per lui vederlo in quelle vesti. Soprattutto per il fatto che - fino a pochissimo tempo prima - era stato un altro - un Grifondoro - a coprire la carica. Joseph.
Una parte degli studenti si era convinta che la preside avrebbe perciò nominato lui - Francisco - invece la scelta era ricaduta sul Tassorosso. Non che gli importasse. Era già prefetto e capitano della squadra, un'altra carica sarebbe stata alquanto difficile da gestire.

Poi, con la coda dell'occhio, aveva visto Raphael entrare nella stanza quasi di soppiatto. E la sua gemella irrigidirsi completamente. Avrebbe voluto prenderlo a pugni di nuovo, tanto per sfogare un po' della rabbia che aveva in corpo.

La situazione in generale era alquanto strana.

Stranezza rimarcata ancora di più quando Eleonore tirò fuori quattro sacchetti. Gli stessi quattro sacchetti che Joseph aveva tirato fuori nel treno ad inizio anno, alla prima riunione dei prefetti. I sacchetti dai quali lui si era offerto volontario per estrarre i nomi dei suoi compagni, in quella giornata che sembrava essere accaduta quasi secoli prima anzichè a soli pochi mesi di distanza.

La stessa riunione dalla quale era partito tutto.

Dovevano modificare i turni.
Con un sospiro, vide Lex alzarsi, dirigersi verso i due, prendere il primo sacchetto in mano ed iniziare ad estrarre i nomi.
"Il Grifondoro per il turno del lunedì è Milly Halliwell." Annunciò la Serpeverde, prima di passare al sacchetto dei Tassorosso.

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20 Gennaio 2021, luogo imprecisato dell'Inghilterra

Erik Grimm Image and video hosting by TinyPic



Erik stava per addormentarsi sulla poltrona quando un patronus comparve nel salotto.

Era un lupo.
Eleonore.


Il ragazzo si tirò su di scatto, tendendo le orecchie al massimo, mentre catalizzava tutta la sua attenzione sul messaggio che la cugina gli mandava.

Non ci sperava quasi più.

Aveva temuto che lei non gli rispondesse, facendo risultare così vano ogni sforzo, ogni ricerca.
E invece, finalmente, gli era arrivata la risposta.
Lapidaria, certo. Ma gli era arrivata.

"26 gennaio, Hogsmeade. Ti manderò un patronus con luogo ed orario esatto. E le condizioni. Una sola mancante e non ci sarò."

Poi il patronus scomparve nel nulla. Ed Erik si permise di sorridere.

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Domanduzze della settimana (risposta entro giovedì):
- nuova gita ad Hogsmeade per fine mese ... che posti volete visitare/cosa volete far fare ai vostri OC a questo giro?
- secondo voi che vorrà Erik?

  
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