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Autore: Nene_92    20/05/2016    12 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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21 - Di Erik Grimm...

Allora, viste le richieste che mi sono arrivate, faccio una breve spiegazione sulla struttura delle fantomatiche "stanze dei Caposcuola": immaginate una sorta di appartamento diviso in 3 stanze, ognuna con una porta d'accesso propria. Al contempo tutte e 3 le stanze hanno delle porte comunicanti. Per accedere al salotto serve una parola d'ordine (che conoscono i Caposcuola, i prefetti una volta al mese per la riunione, gli insegnanti e chiunque venga informato di volta in volta), invece per accedere DIRETTAMENTE alle Camere private, ogni Caposcuola può decidere autonomamente il metodo.


              Camera di Eleonore             Salotto             Camera di Daniel


Buona lettura! ;)



- Di Erik Grimm... - 

Domenica 26 Gennaio 2021, Hogwarts



Daniel bussò alla porta della stanza della sua ragazza, mattiniero.
Era da un po' che voleva parlarle seriamente e forse quella sarebbe stata la giornata giusta.
Con buona parte degli studenti fuori dai piedi - ad Hogsmeade - avrebbero avuto probabilmente meno intoppi. E più tempo.

C'era qualcosa che non andava e quello l'aveva già capito da un pezzo.


Era da dopo Natale che Eleonore si comportava in maniera strana, come se gli stesse tenendo nascosto qualcosa.
Aveva provato a darle tempo, a non fare pressioni, a starle accanto senza chiedere niente.
Ma quella situazione non gli piaceva. Se c'era una cosa che in una relazione lui metteva quasi sullo stesso piano dell'amore, era la fiducia reciproca. E la verità.
Ma in quel momento lei non gli stava dando nè l'una nè l'altra.
L'aveva già sorpresa due o tre volte rientrare a notte fonda. E puntualmente la ragazza era sobbalzata, spaventata nel ritrovarselo davanti così all'improvviso. Come se non se lo aspettasse minimamente.
Senza contare che era sempre nervosa, pronta a scattare alla minima occasione.
E Daniel voleva capire il perchè.

Non percependo risposta, il ragazzo abbassò la maniglia ed entrò in punta di piedi nella stanza.

Forse stava ancora dormendo, approfittando del fatto che fosse domenica mattina?

Ma il letto della ragazza era già rifatto. E vuoto. Così come la stanza.
Il Tassorosso si lasciò sfuggire un'imprecazione. Ma poi percepì la porta del salotto aprirsi e tornò sui suoi passi.
Solo per vedere entrare Gabriela.
"Che ci fai qui?" Chiese soffiando, in tono quasi accusatorio.
"Eleonore mi ha chiesto di sostituirla per qualche ora nella ronda, stamattina." Fu la risposta nervosa della ragazza. Non aveva idea di quello che stava succedendo, ma la cosa non le piaceva.
Se Daniel aveva reagito in quel modo, significava solo una cosa: tempesta con Eleonore in arrivo.

Il ragazzo si rese 
subito conto dell'errore commesso. Stancamente si passò una mano sul volto, scompigliandosi i capelli. "Scusa Gaby, non volevo. Solo che non sapevo niente di questo cambio. Tu non c'entri niente."
La Grifondoro abbozzò un sorriso. "Tutto bene tra voi due?"

Domanda inutile.
Era chiaro che non andava bene.


"A te per caso ha detto dove andava?" Indagò lui, fornendole così una mezza risposta.
"Da suo padre."
A quella risposta, il Tassorosso rimase ancora più perplesso. "Se davvero doveva andare da suo padre... perchè non mi ha detto niente?" Il suo tono era quasi abbattuto.
Gabriela si avvicinò e con delicatezza gli sfiorò una guancia. "Magari ti dice tutto appena torna. Forse devono parlare di cose 'alla Grimm'... lo sai anche tu che quando c'è di mezzo la sua famiglia tende a chiudersi a riccio."
Daniel scosse la testa. "Non è solo una questione di stare insieme Gaby. Siamo entrambi Caposcuola adesso, quindi ogni minima cosa deve essere concordata prima. E' rispetto anche questo."
La Grifondoro non potè far altro che dargli silenziosamente ragione.

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"Secondo te sto bene così o è troppo?" Chiese per l'ennesima volta Virginia alla sua compagna di stanza, facendo una giravolta su se stessa e facendosi scrutare per bene.
Helena Moore roteò gli occhi. Era il centesimo cambio che la sua compagna si faceva. "Sì, stai bene. E no... non è troppo. Esattamente come stavi bene e non erano 'troppo' neanche gli altri novantanove che hai provato prima di quello." Borbottò esasperata.

"Sei sicura?"

Virginia era un fascio di nervi.

Di fatto, quella era la sua prima uscita.
Non solo la sua prima uscita con Caos come una coppia, ma anche la sua prima uscita in generale con un ragazzo che non fosse un suo amico.
"Dovrebbero inventare un manuale per le coppie al primo appuntamento." Commentò disperata. "Cosa fare, cosa non fare, cosa dire e cosa non dire, come vestirsi. Il mago che lo scriverà renderà tante persone felici... oltre che se stesso!" Ululò togliendosi anche quell'ennesimo vestito e rimanendo in mutande e reggiseno.
Con uno scatto nervoso, si girò verso il mucchio di abiti che aveva accumulato sul letto. "Cosa mi mettooooo?" Iniziò a piagnucolare.
"Maddai, tranquilla!" Cercò di alleggerire la cosa la sua compagna di stanza. "Quello è talmente svagato che non si accorgerebbe neanche se tu uscissi con un abito viola con i pallini arancioni!"

Proprio in quel momento la porta venne aperta.
"Gin sei pro...?"
Ma Caos Pagano non ebbe la forza di dire altro. Strabuzzò gli occhi di fronte alla visuale che gli si era prospettata davanti e rimase a fissarla, incapace di muovere un muscolo.

Invece Virginia si mosse eccome.


"ESCI SUBITO DI QUI!" Urlò con tutta la voce che aveva in gola, afferrando la prima cosa che le capitò tra le mani e cercando di coprirsi il più velocemente possibile.
Sentiva tutto il corpo andarle a fuoco, sotto allo sguardo del ragazzo, che continuava a restare immobile, imbambolato, a fissarla.

"Io... io... scu... scusa..." Iniziò a balbettare lui, riprendendosi dallo stato di trance e scappando velocemente dalla stanza. "Ti aspetto fuori!" Lo sentirono entrambe urlare al di là dalla porta.

Quando si fu ripresa dallo choc, Virginia si rese conto che la sua amica se la stava ridendo della grossa.
"Smettila subito!" Urlò isterica agitando le braccia.
"Beh, adesso non è più un problema cosa indossi!" Esclamò lei asciugando le lacrime. "Tanto... ha già visto... cosa c'è sotto!" Riuscì a farfugliare tra una risata e l'altra. "E da come ti mangiava con gli occhi... direi che ha anche apprezzato!" Concluse singhiozzando.

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Hogsmeade



Eleonore, con passi felpati, giunse fino al luogo di incontro.
Era una radura molto particolare, nascosta in mezzo alla boscaglia che segnava idealmente il confine tra la Foresta Proibita e l'inizio di Hogsmeade.
L'aveva scoperta per caso qualche anno prima, mentre cercava un posto tranquillo lontano dal solito trambusto scolastico.
E nei giorni precedenti si era recata lì spesso, per installare una serie di incantesimi.

Non si fidava di Erik.

Aveva accettato di incontrarlo, ma questo non significava assolutamente che fosse diventata una sprovveduta all'improvviso.

Innanzitutto, voleva avere la sicurezza che Erik sarebbe venuto da solo. Perchè se si fosse presentato con Jakob, la Corvonero sapeva che non sarebbe riuscita in alcun modo ad affrontarli.
Poi non voleva essere interrotta nella loro ipotetica chiacchierata. Quindi quel posto era l'ideale. Poco conosciuto.
E ottimo per eventuali fughe.

Un crack la riscosse dai suoi pensieri.
Suo cugino si era materializzato nella radura... ed era finito gambe all'aria.
Una corda invisibile lo teneva a penzoloni a testa in giù, mentre il suo corpo continuava ad essere dondolato in maniera ritmica dall'incantesimo che Eleonore aveva posto.
La Corvonero, senza perdere tempo, gli puntò la bacchetta contro, disarmandolo.
Poi, dopo essersi accertata che non ci fosse nessun altro in zona - l'incantesimo che aveva posto per tutto il perimetro della radura glielo avrebbe segnalato altrimenti - lo liberò.

Erik riuscì comunque a cadere a terra con grazia. Anzi, fece una capriola a mezz'aria, riuscendo così ad atterrare in piedi. "L'accoglienza non è delle migliori, ma non potevo aspettarmi altro." Commentò tranquillo.
"Arriva al dunque." Lo incitò lei senza starci a girare intorno. Voleva sapere cosa voleva e poi tornare al Castello il più velocemente possibile.
Il Grimm, con un sospiro, si sedette per terra. "Subito al sodo eh? Siediti, sarà una chiacchierata non facile." La invitò, indicando il terreno accanto a lui.
"Decido io cosa fare." Rispose lei quasi ringhiando e appoggiandosi al tronco di un albero. Stava perdendo tempo.
"D'accordo." Il ragazzo si passò una mano sul viso. "Ho bisogno di una scusa per rimanere in Inghilterra."
Eleonore, a quelle parole, strinse gli occhi, corrucciata. "E allora? Non ci sei già? Dovevi scomodarmi per questo?"
"Ci sono, è vero, ma al momento sono qua di nascosto. Come ti ho detto, mio padre - come chiunque altro - è convinto che io sia in Olanda, a caccia di uno Zauberbiest. Sei l'unica a sapere che mi trovo qui. Ma diventa sempre più difficile muovermi occultando tutte le tracce, soprattutto con tuo padre costantemente in allerta. E il mio con il fiato sul collo. E' già un miracolo che non si sia ancora accorto che non sono dove dico di essere." Iniziò a spiegare lui. "Ciò che mi serve è potermi muovere liberamente, senza avere nessuno che mi stia addosso."
"Perchè? Per fare cosa?"

Erik, a quella domanda, seppellì il volto tra le mani, cercando di respirare profondamente.
Stava per confessare ad Eleonore una cosa che nessuno al mondo sapeva e che aveva cercato in tutti i modi di non far emergere.
Aveva finto, detto bugie e formulato inganni uno dietro l'altro pur di non far capire a nessuno la verità.
Era arrivato anche a saltarle addosso in quella maniera per niente decorosa, in stazione. E tutto perchè sentiva lo sguardo di suo padre perforargli la nuca, giudicarlo per ogni singolo respiro. Non voleva che lui sapesse, così come non voleva che nessun altro sapesse.
Ma come poteva pretendere che lei lo aiutasse, se non le avesse spiegato ogni cosa?

"Devo avere il tempo per ritrovare la mia fidanzata." Riuscì a formulare alla fine, facendo sgranare gli occhi a sua cugina. "E' babbana, è inglese e sembra scomparsa nel nulla. Spero solo che si sia presa una vacanza e non abbia avvisato, oppure che si sia stufata di aspettarmi, date le mie continue comparse e scomparse nella sua vita. O magari..." Gli faceva quasi male pensarlo, figurarsi esprimerlo ad alta voce "... o magari che abbia trovato un altro e si sia trasferita. Mi va bene qualsiasi cosa, ma voglio avere la certezza di ciò che è successo. Perchè ho il terrore che possa essere rimasta vittima dei Dempiries."

Eleonore rimase completamente spiazzata da quel discorso. Alla fine, dopo un lungo silenzio, riuscì a chiedere "Tu... e una babbana? Ma mi stai prendendo in giro?"
Ma non c'era traccia di divertimento negli occhi del ragazzo. "Ti pare che potrei scherzare su una cosa simile?"
"E io come potrei aiutarti? Perchè chiedi a me?" Domandò perplessa.
O era un bravissimo attore - e non ne dubitava, conoscendo il modus operandi della famiglia Grimm - oppure stava davvero dicendo la verità.
Ma qualcosa dentro di lei le suggeriva che quella era la verità.
"Perchè possiamo aiutarci a vicenda." Rispose lui con tono di voce grave.
Pensava che la parte più difficile sarebbe stato confessare la sua relazione con una babbana, ma
in quel momento si accorse  che la parte più dura sarebbe stato convincerla.
"Tu convinci tuo padre a darmi il lascia passare per l'Inghilterra. E io comunico al mio che abbiamo appianato le divergenze e che siamo d'accordo nel convolare a nozze tra qualche anno. Questo dovrebbe tenerlo buono per un po' e tu potresti continuare
tranquillamente la relazione con il tuo fidanzato metamorphomagus - non fare quella faccia, so tutto! - Meglio fare finta di dare a Jakob Grimm quello che vuole, piuttosto che averlo apertamente contro. E avremo tempo entrambi." Disse alzandosi in piedi. "Devo andare. Sono già rimasto fermo qui fin troppo." Aggiunse velocemente, guardandosi attorno circospetto. "Posso riavere indietro la mia bacchetta?" Chiese allungando la mano destra verso di lei. "Pensaci, per favore. Ho davvero bisogno di trovarla e sapere che sta bene." La sua voce era quasi diventata supplicante nell'ultima parte.
Senza dire ne sì ne no, ancora spiazzata per quelle notizie, Eleonore gli allungò la bacchetta.
E lui sparì in un crack.


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"Ehm... che hai detto?" Chiese Raphael distrattamente a suo fratello, facendo vagare lo sguardo verso una stradina laterale di Hogsmeade.
Michelangelo sbuffò semi rassegnato. Era tutto il giorno che suo fratello era distratto. Aveva proposto quel giro al villaggio - con l'intenzione di trascinarlo nei suoi posti preferiti - per cercare di distrarlo.
Il Serpeverde non aveva ancora fatto pace con Gabriela e sembrava stare sempre peggio per quella situazione.
Ma l'unico risultato che aveva ottenuto era vedere il gemello perdere continuamente la concentrazione e ciò avveniva soprattutto ogniqualvolta che sulla loro strada incrociavano una chioma bionda.

"Raph" Iniziò bloccandosi in mezzo alla strada e poggiandogli le braccia sulle spalle con aria decisa. "Basta."
Il gemello lo fissò per qualche secondo, in silenzio. "Basta cosa?"
"Basta tormentarsi. Gabriela oggi non è venuta ad Hogsmeade, l'ho sentita parlarne con alcuni compagni di casa stamattina. Ma anche se fosse venuta, anche se fosse qua in giro, non è un tuo problema. Ti ho fermato per Capodanno, perchè stavi facendo una stronzata. Sai che non approvo quando bevi come una spugna, ma quel che è successo è successo. Basta. Hai provato a spiegarle e a chiarirti, ma lei non ha fatto il minimo passo verso di te. Ed è già passato un mese ormai. Sta sbagliando anche lei adesso."
Il Serpeverde ingoiò a vuoto, mentre le parole del Grifondoro gli facevano vedere per la prima volta le cose sotto un'altra prospettiva. "Ma ho sbagliato io." Cercò di ribattere. Voleva comunque difenderla.
"Torno a ripetere: hai fatto una grossissima stronzata." Gli rispose pazientemente Michelangelo. "Ma è da un mese che stai male e stai facendo di tutto per cercare di chiarire e lei non te ne ha mai dato la minima possibilità. Quindi, adesso, basta. Sei fuori con me, pensa a divertirti con me. O alla prossima luna piena ti pesto. Chiaro?"
"Da quando sei diventato grande Mic?" Chiese lui, leggermente sorpreso.
Il Grifondoro sbuffò roteando gli occhi. "Anche questa è un'altra cosa che deve finire. Ho un minuto in meno di te, non diec'anni."
Di fronte all'espressione corrucciata del gemello, Raphael gli scompigliò i capelli. "Lo so, ma rimarrai sempre il mio fratellino... E grazie."

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"Sei sicura di voler venire con me?" Chiese Micah per l'ennesima volta alla sua ragazza. "Puoi tornare al Castello, oppure uscire con delle amiche oppure..."
"Ti ho detto che voglio venire con te.
E non cambierò idea." Lo rassicurò decisa. Per dare maggiore risalto alla sua affermazione, si fermò in mezzo alla strada, lo girò verso di lei e lo fissò negli occhi. "Chiaro?"
Di fronte a quell'ennesima dimostrazione, il Corvonero non trovò più nulla da ribattere. "Cosa ho fatto per meritarmi una ragazza come te?" Chiese attirandola a se per baciarla. "Andiamo." La prese per la vita ed entrambi si smaterializzarono.

Quando Page riaprì gli occhi - si era smaterializzata poche volte in vita sua e sempre congiuntamente con Micah, ma era un metodo di viaggio che
decisamente non le piaceva - si ritrovò in una grande stanza dalle pareti color bianco panna.
Si guardò 
interessata attorno e fece appena in tempo a deviare di lato - gli allenamenti a Quidditch servivano evidentemente a qualcosa - per evitare dieci promemoria di un colore blu brillante svolazzarle a pochi centimetri dal volto, dirigendosi a massima velocità verso una porta di legno chiusa.
Sempre più 
incuriosita, vide i promemoria arrestarsi e il primo mettersi in verticale, piegando e allargando se stesso più volte per simulare il rumore della bussata.
Pochi secondi dopo, la porta venne aperta e i promemoria schizzarono dentro.

"I signori desiderano?" Chiese una voce maschile dietro di loro. Page sobbalzò - la scena dei promemoria aveva attirato tutta la sua attenzione, perciò non si era accorta di nulla - invece Micah rispose immediatamente "Sono Micah Price. Ho un appuntamento con il magiavvocato Bloom tra dieci minuti."
"Price... Price..." Fu il commento dell'uomo, mentre cercava il cognome del ragazzo nella lista che aveva in mano. "Ah sì, trovato! Vado ad avvisare il magiavvocato!" Disse prima di sparire a sua volta dietro alla porta di legno.

Dieci minuti esatti dopo, Bloom si presentò davanti a loro. E Page spalancò la bocca stupita.
Aveva sempre sentito parlare del magiavvocato, perciò aveva sempre dato per scontato che fosse un uomo.
Invece era una donna. E anche molto avvenente.
"Signor Price!" Lo accolse lei allungando una mano. "Come si trova nella nuova casa? E chi è questa affascinante signorina?"
Chiese spostando lo sguardo verso la Corvonero.
"Molto bene, la ringrazio. Anche se ho avuto appena il tempo di fare il trasloco.
" Rispose lui tutto d'un fiato. "Lei è la mia ragazza, Page."
"Oh capisco." Disse la donna gettando un'occhiata inquisitrice alla ragazza, che si sentì in soggezione. "Così finalmente conosco anche il pomo della discordia. Ora ho il quadro completo."

Page in quel momento ebbe una sola certezza: quella donna non le piaceva.

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Anastasia bloccò Fabian in mezzo alla strada.
Il Tassorosso aveva insistito fino allo sfinimento per portarla in giro per il villaggio e che in quel momento stava insistendo di nuovo per portarla a Mielandia.
La Corvonero aveva una gran voglia di andare a Mielandia - in realtà - ma non capiva per quale motivo il ragazzo si fosse intestardito così tanto con lei.
"Fabian... cos'hai?" Si decise a chiedere alla fine.
"Io? Nulla!" Le rispose lui facendo spallucce.
"A me pare proprio invece che tu abbia qualcosa." Insistette lei.
"E' solo che non ce la facevo più a stare là dentro..." Si arrese il ragazzo. "E sono sicuro che non ce la faccia più neanche tu. Per quello ho insistito per farti uscire. Dovevamo cambiare aria entrambi, anche se è difficile." Concluse.
"Non ti seguo." Fu la risposta perplessa della Corvonero.
Vide il ragazzo sospirare prima di chiedere con un filo di voce "Eri molto amica con Robin?"
"Era una delle mie migliori amiche, così come Diamante... e Jo." Rispose lei con voce ancora più bassa, realizzando di colpo quanto avesse perso esattamente in quell'anno. Praticamente tutti gli amici con i quali era cresciuta. E Joseph.
Ne era sempre stata consapevole, in un certo senso, ma trovarsi così, all'improvviso, a realizzare tutto quanto le fece mancare il fiato, per pochi secondi. Poi, però, si accorse di un'altra cosa. Lui le aveva chiesto solo di Robin. Non degli altri. "Perchè mi chiedi di lei?" Domandò alla fine perplessa.
"Per lo stesso motivo per cui ho insistito per portarti fuori dal Castello. Avevo bisogno di sfogarmi e confrontarmi con qualcuno che l'ha persa come me." Riuscì a confessare alla fine.
"Ehm..." Anastasia non riuscì a dire altro, perchè Fabian la interruppe.
"Io e Robin stavamo uscendo insieme da poco. Non mi sono innamorato di lei, non ho fatto in tempo, ma averla persa in quel modo..." Continuò a parlare come un fiume in piena "...è una cosa senza senso... Volevo solo... avere qualcuno che mi capisse..."
Le labbra della Corvonero formarono una O di sorpresa. Non ne sapeva assolutamente nulla di quella situazione.
Fabian sembrò leggerle nel pensiero, perchè fece un leggero sorriso. "Lo so, non lo sapevi. Robin non voleva dire niente a nessuno finchè non fosse stata sicura di quello che provava. Beh, adesso non ne avrà mai la certezza." Concluse con tono amaro.
"Mi dispiace." Riuscì solo a dire lei.
"No, dispiace a me di averti trascinato qui per forza e..." Iniziò a scusarsi lui.
"Fabian?" Lo interruppe però lei. "Hai ragione tu. Dovevo uscire e cambiare aria. Così come devi farlo anche tu. Rimanere chiusi dentro al Castello non serve. Quello che è successo a Natale è stato emblematico. Ministero o casa tua... cos'è cambiato? Sono arrivati comunque."

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Hogwarts


Michael mollò un numero imprecisato di libri sul tavolo più grande della biblioteca. Il tonfo che produssero gli fece ottenere un'occhiataccia dalla bibliotecaria, nonostante, di fatto, il luogo fosse mezzo vuoto.
Tre secondi dopo, la Pince - che evidentemente non aveva nulla di meglio da fare, visto che aveva rinunciato alla sua tranquilla pensione per continuare a ricoprire il suo ruolo - gli era già col fiato sul collo. "Attento ai libri ragazzo! Vanno trattati con rispetto! Come ti permetti di sbatterli sul tavolo in quella maniera..."
Continuò a sbraitare contro di lui per un po', ma il Tassorosso non la ascoltò minimamente. La sua attenzione era concentrata su tutt'altro.  
Quando però decise di averne abbastanza di quel rumore di sottofondo, la interruppe bruscamente. "Ma non ha qualcun altro da importunare o al quale rompere? Capisco che la biblioteca sia mezza vuota, ma per Merlino! Vada in pensione o si trovi un altro hobby!" Sbottò adirato. "Io ho altro da fare che stare ad ascoltarla."
Quello fece scattare la donna ancora di più. Iniziò ad inveire contro di lui ad alta voce, facendo roteare gli occhi per la disperazione a Michael.
"Meno male che la biblioteca è un luogo silenzioso!" Borbottò cercando di raccattare tutti i libri, alzarsi e andarsene. "Pensa te se fosse stato rumoroso cosa poteva succedere!"
Ma i libri che aveva cercato di portare con sè erano troppi. Talmente tanti che il ragazzo barcollò sotto al loro peso.
"Sai, un incantesimo di levitazione aiuterebbe." Lo prese in giro una voce leggermente canzonatoria dietro di lui.
Subito dopo, il Tassorosso sentì il peso dei volumi abbandonarlo, mentre questi iniziarono a volteggiare a mezz'aria.
Si voltò così riconoscente verso Brian Hunt, che nel frattempo si era rivolto alla bibliotecaria. "Sa, sta facendo più casino lei di lui! Qui c'è gente che sta studiando! Si gradirebbe un minimo di pace, grazie!"
Madama Pince non fu in grado di ribattere di fronte all'ovvietà e alla inattaccabilità di quelle parole, perciò decise di girare i tacchi e andarsene, borbottando qualcosa sulle nuove generazioni maleducate.

Quando anche l'ultima ciocca dei suoi capelli sparì in uno dei tanti corridoi della biblioteca, Michael si rivolse nuovamente a Brian. "Grazie per l'aiuto!"
"Di nulla amico! Figurati!" Gli rispose lui con un occhiolino. "Ma come mai così tanta voglia di studiare oggi?" Chiese poi facendo un cenno con la testa all'enorme mole di libri che continuava a galleggiare pigra a mezz'aria.
La risposta del Tassorosso però, gli fece morire il sorriso sulle labbra. "Sto cercando una soluzione per Diamante. So che non la troverò qui, ma stare con le mani in mano mi sta facendo impazzire."

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Hogsmeade

"Dove vuoi andare adesso?" Chiese Alex quando uscirono dall'ennesimo negozio del villaggio.
Milly strinse le spalle, come ad indicare che per lei era indifferente.

Avevano già fatto tappa più o meno in tutti i posti convenzionali e si erano riforniti di dolci a Mielandia - ad occhio e croce avrebbero avuto una scorta per i successivi tre mesi - quindi non aveva davvero idea di dove poter ancora andare.
Si fermò a guardare il Tassorosso, che in quel momento sembrava leggermente affaticato a causa dell'enorme pacco che trasportava tra le braccia: non solo non aveva voluto che lei tenesse nulla, ma aveva anche pagato tutto di tasca sua.

"E' indifferente dove andiamo. Piuttosto sei sicuro di non volere una mano?" Chiese per l'ennesima volta.
Alex si fermò in mezzo alla strada.
"Hai ragione" Ammise con un sorriso.
Con fatica estrasse la bacchetta dalla tasca dei jeans e la puntò contro il sacco che teneva tra le braccia, iniziando a farlo galleggiare di fronte a sè.
"Una mano in più fa sempre comodo." Concluse prima di afferrare una di quelle della ragazza tra le sue. "Devo solo capire perchè non ci ho pensato prima."
Milly non potè far altro che sorridere di fronte a quella affermazione.
Tre secondi dopo erano già uniti in un dolce bacio.

"Che ne dici se andiamo a pranzo adesso?" Chiese lui quando si staccarono.
Nonostante la Grifondoro fosse già piena da scoppiare a causa dell'enorme quantità di dolci che avevano consumato a Mielandia, non riuscì a dirgli di no.
Per lei era ormai impossibile negare qualcosa a quel ragazzo che lentamente e dolcemente le stava conquistando il cuore.
"Andiamo."

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Lex si voltò leggermente perplessa verso Chris, che era appena scoppiato a ridere.
"Che c'è?"
"Hai i baffi!" La prese in giro lui con tono ilare.
"Che?" Chiese lei inorridita. Senza dare neanche al ragazzo la possibilità di spiegare, si precipitò dentro alla borsetta per estrarre uno specchietto portatile.
Appena vide il suo riflesso dentro lo specchio, capì il vero senso delle parole del ragazzo. E scoppiò a ridere a sua volta. "Anche stavolta non sono riuscita a bere una burrobirra senza combinarne una delle mie." Pronunciò non appena riuscì a concludere quell'attacco di ilarità.
Il ragazzo si sporse verso di lei per baciarla. "Adesso non li hai più i baffi." Sussurrò non appena si staccarono.
"No, infatti adesso li abbiamo in due." Fu il commento divertito della ragazza.
Chris, a quelle parole, le fregò lo specchietto dalle mani "Cosa?" per riflettersi a sua volta. Prima di scoprire che la ragazza lo aveva solamente giocato.
"Bugiarda!" Esclamò ilare.
Lex - tra le risate - fece finta di correre via, per scappare dal 'lupo cattivo'. Lupo che però la afferrò al volo appena concluso il giro intorno al tavolo, trascinandola a sedere su di sè e baciandola di nuovo.
"Non mi scappi."

Era quello che le mancava di lui mentre era ad Hogwarts. La quotidianità.

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Hogwarts


Brian Grimm percorse il lungo corridoio che conduceva verso la camera della figlia.
L'aveva contattato circa due settimane prima, ma per una ragione o per l'altra non era mai riuscito a trovare il tempo per recarsi al Castello. Il che lo rendeva leggermente ansioso perchè, dal tono che aveva usato Eleonore, la cosa sembrava piuttosto urgente.
Giunto davanti alla porta e interrogato dal ritratto per entrare, imprecò. Maledetta Hogwarts e maledetta la sua mania delle parole d'ordine! A Durmstrang era tutto diverso!
Non avendo alternativa, si mise a bussare, sperando che ci fosse qualcuno all'interno e che questo qualcuno lo sentisse.
Dopo pochi secondi, Daniel venne ad aprirgli e Brian vide passare sul suo volto tutte le espressioni possibili di sorpresa.
Ma la vera sorpresa fu la sua, quando il ragazzo aprì bocca solo per formulare una domanda: "Dov'è Eleonore?"
L'uomo incrociò le braccia al petto, alzando un sopracciglio. "Strano, stavo per farti la stessa domanda."

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Lo so: mi state odiando! Ma ogni cosa ha un suo perchè.

Il prossimo capitolo (già in parte pronto) sarà un po' particolare: sarà un po' una continuazione di questo e un po' ci sarà un salto temporale di qualche settimana. PERTANTO  --------------------->
Domanda: dal momento che ci sarà una lezione (ebbene sì, ogni tanto ci sono anche quelle!) su cosa e come la volete? (Difesa, trasfigurazione, incantesimi, pozioni...) --> entro giovedì! (Ma meno ci mettete a rispondere, prima mi metto a scrivere, prima pubblico!)  (io avrei pensato a dei duelli, ma ditemi se volete qualcos'altro!)


ps: scusate per eventuali errori ma ho finito di scrivere le ultime scene e ho pubblicato senza ricontrollare. Nel caso segnalate! ;) Alla prossima!

  
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