Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nene_92    31/05/2016    14 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
22 ... e altri guai

Faccio un piccolo riassuntino:

-1 settembre (domenica): parte il treno per Hogwarts: primo attacco dei Dempiries
-2 settembre (lunedì) = iniziano le lezioni
-6 settembre = i ragazzi affrontano la trappola del diavolo e Anastasia finisce in coma
-7 settembre = i ragazzi chiedono spiegazioni ad Eleonore e lei si rifiuta di dar loro la pozione

-13 settembre (venerdì) = Eleonore dà la pozione a Jon e più o meno contemporaneamente Melanie Hellcat ne conferma l'esistenza agli altri
- 4 ottobre (venerdi, 3 settimane dopo) = Gabriela e Jon completano la pozione, ma devono lasciarla almeno una settimana a riposo prima di poterla usare su Anastasia

- 13 ottobre (domenica) = attacco dei Dempiries ad Hogsmeade; Anastasia si risveglia ed inizia ad avere visioni su una ragazza rapita, Emily Blackwood
- 23 ottobre (mercoledì) = Eleonore, Page e Micah scoprono uno schema negli attacchi
- 31 ottobre/ 1 novembre (giovedì/venerdì) = attacco ad Hogwarts (luna piena anticipata)
- 10 novembre (domenica) = prima partita di Quidditch (Corvonero vs Serpeverde)
- 15 novembre (venerdì) = Brian Grimm tiene la lezione sui Dempiries e Anastasia lo informa delle sue visioni
- 24 novembre (domenica) = seconda partita di Quidditch (Grifondoro vs Tassorosso)
- 8 dicembre (domenica) = seconda gita ad Hogsmeade pre vacanze natalizie (sotto stretto controllo degli Auror)
- 20 dicembre (venerdì) = ritorno a casa; vacanze di Natale
- 25 dicembre (mercoledì) = una parte degli studenti trascorre la notte di Natale
al Ministero, un'altra a casa Martin: tutta Londra viene attaccata dai Dempiries. Brian Grimm unisce gli Auror ai poteri dei gemelli Suarez e incanta la città (subito dopo, duella con suo zio Jakob). Ciò attira, dall'altra parte del mondo, l'attenzione di Crimilde Grimm
- 31 dicembre (martedì) = festa di Capodanno, Eleonore e Daniel riparano l'albero genealogico dei Black

- 13 gennaio (lunedì) =  Crimilde Grimm arriva a Londra con Nick Burkhardt e Anastasia avvisa Eleonore dopo la
riunione dei Prefetti
- 26 gennaio (domenica) = Eleonore incontra Erik ad Hogsmeade, dopo aver detto a Gabriela di essere con suo padre


Non mi sono concentrata su tutti i personaggi perchè se no il capitolo sarebbe diventato infinito, ma dovrebbero essere citati più o meno tutti (e può anche essere che d'ora in avanti mi concentri di più su un personaggio in un capitolo e su un altro in un altro).
Poi ho fatto ricomparire Robert e Melanie, visto che in molti di voi mi avevano chiesto che fine avessero fatto.

Buona lettura! ;)



- ... e altri guai - 

Domenica 26 Gennaio 2021, Hogwarts




Merda.


Fu questa l'unica cosa che Eleonore riuscì a pensare appena messo piede nella stanza.
Suo padre era lì, con le braccia incrociate, contro al muro. Aveva gli occhi socchiusi, ma lei - che lo conosceva bene - sapeva che quello era solo un modo per concentrarsi e non scatenare la rabbia.
Cosa ci faceva lì, accidenti?


Daniel invece la fissava. E il suo sguardo l'aveva inchiodata alla porta.
Era furioso.

"Si può sapere dove diavolo sei stata?"


Non importava neanche chi dei due l'avesse chiesto. Era una domanda che avrebbero potuto formulare entrambi.
La Corvonero boccheggiò per un attimo, in cerca di ossigeno.
Nella sua testa, si era organizzata per affrontarli uno per volta. Ma contemporaneamente? Non era psicologicamente pronta.

Con chi avrebbe dovuto parlare per primo? Con suo padre o con il suo ragazzo?

"Io..." cominciò senza sapere bene come continuare.

Cosa poteva dire che andasse bene ad entrambi? Non poteva dire ad uno le stesse cose che avrebbe potuto dire all'altro.

"Allora" prese la parola Brian "fammi capire... mi contatti perchè hai bisogno di parlarmi urgentemente, io vengo qua, dove tu dovresti essere ma dove non sei. Contemporaneamente dici al tuo fidanzato che sei con me. Spiegami... la logica in tutto questo... dov'è?" Il tono era calmo ma la voce gelida.
La ragazza abbassò gli occhi. "Non credevo saresti venuto oggi... ti ho contattato più di due settimane fa..." Iniziò a pigolare a voce bassissima.
"Sono venuto appena ho potuto." Soffiò lui. "E comunque non è una scusa. Quindi te lo richiedo: dove sei stata? Perchè di sicuro non eri con me e non credo di avere un sosia."
Quel tono ironico e irato contemporaneamente fece scattare qualcosa in Eleonore. Rabbia. "Devo proprio affrontarvi insieme?" Sbottò, mentre sentiva lo sguardo di Daniel perforarla.
"Oh ma certo!" Esclamò a quel punto lui, intervenendo per la prima volta. "Comoda così eh, Elly? Così prima parli con uno e gli dici 'a' poi vai con l'altro e dici 'b'. In ogni caso non c'è problema... affronta pure tuo padre... io tolgo il disturbo. Tanto, come al solito, non mi dirai proprio nulla. Non sono un Grimm, non capirò mai le problematiche di un Grimm e non sarò mai all'altezza dei Grimm... quindi perchè dovrei essere informato delle cose che riguardano voi Grimm?" Sputò fuori pieno di rabbia, prima di attraversare la stanza a grandi falcate e andarsene.
"Daniel!" Cercò di richiamarlo lei.
Ma non sapeva quanto avesse sentito il ragazzo. Uscendo, aveva sbattuto la porta, coprendo buona parte della sua voce.
La Corvonero si girò un attimo incerta verso suo padre, indecisa su cosa fare.

Riferirgli quello che aveva detto Anastasia su Crimilde - e a questo punto anche di Erik - oppure rincorrere il suo ragazzo?

Rimase per qualche secondo immobile, in lotta con se stessa, poi decise che, per lei, Daniel era più importante. 
Gettando un'occhiata di scuse al padre, si precipitò sulla scia del Tassorosso.

Lo trovò due piani più su, mentre scatenava la rabbia su una coppietta che si trovava in mezzo al corridoio, in uno di quelli dove era vietato accedere.
Non era stato difficile trovarlo. Aveva solo dovuto seguire le urla.
"Basta così." Intervenne "Venti punti in meno a Corvonero, Calmus e venti in meno a Grifondoro, Noel. E adesso sparite!"
I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte, dandosela a gambe.
Daniel invece si girò verso di lei, ancora più infuriato. "Ero perfettamente in grado di cavarmela da solo." Ringhiò "O neanche questo vuoi farmi fare? Cos'è? Serve essere un Grimm anche per togliere dei punti e assegnare punizioni adesso?"
"Dan... per favore..." Cercò di farlo ragionare. "Sai che non è così."
"E allora com'è?" Esplose lui. "Dimmelo! Perchè davvero non riesco più a starti dietro! Non mi dici le cose, quando me le dici sono menzogne... o al massimo parziali verità! E' da dopo Natale che mi nascondi qualcosa di grosso! Pensavi davvero che non me ne fossi accorto? Oggi volevo parlarti, cercare di capire cosa sta succedendo... e invece mi sono ritrovato davanti Gabriela... e una bugia grossa come una casa! Dimmi... come faccio a fidarmi di te in queste condizioni? Dove sei stata veramente?"

Eleonore sapeva che quello che lui le stava dicendo era la verità, ma la rabbia prese il sopravvento.
Di tutto quello che lui le aveva detto, aveva afferrato solo una cosa.

Lui non si fidava di lei.
Dopo tutto quello che era successo e dopo tutto quello che avevano fatto, lui non si fidava di lei.


Fu quello che la portò a ribattere "Tanto anche se te lo dicessi, Daniel... cosa cambierebbe?" Chiese con una risata amara. "Se non ti fidi di me potrei anche raccontarti che sono andata in un pub per prendermi una burrobirra. E tu non mi crederesti. Pensavo che avessi imparato a conoscermi abbastanza, in questi due anni, da sapere che dietro ad ogni mia azione c'è sempre un motivo, anche quando non te lo spiego subito. Ma a quanto pare non è così. Tu non mi conosci davvero." Dichiarò gelida, stringendo i pugni.
"Come faccio a conoscerti se ogni volta ti chiudi a riccio o mi menti, porco Salazar?" Sbottò lui. "DOVE.SEI.STATA?"
"Ho diciott'anni, non devo giustificarmi con te ogni volta che apro bocca!" Strillò lei in risposta.
"Lo vedi? Stai continuando a tergiversare! Bugie, bugie e ancora bugie! Come al solito! Dove sei stata?"
"Tecnicamente la bugia non l'ho detta a te, ma a Ga..." Lo contestò lei.
Un'occhiata di fuoco le fece però morire le parole in gola.
"Perchè? Cambia forse qualcosa a chi hai mentito?" Soffiò in risposta, irato. "Sempre una bugia rimane! E lo sapevi che Gaby me l'avrebbe detto! Dove sei stata?"
"Cambia per me!" Esclamò esasperata. "E' per questo che non ti ho detto niente! Non volevo mentirti! E volevo parlarti faccia a faccia di certe cose, solo quando avrei avuto la certezza di come dover agire."
"Oh allora la gravità delle bugie cambia in base alla persona alla quale le dici?" Chiese a quel punto lui incredulo, agitando le braccia. "Bene, allora, visto che sono qui e stiamo parlando faccia a faccia, adesso puoi anche smetterla di tergiversare. Dimmi dove sei stata! Voglio la verità!" Le ultime due frasi suonarono come un ordine.
E a quel punto Eleonore non ne potè davvero più.
Avrebbe voluto dirgli tutto appena tornata, ma lui l'aveva aggredita in quel modo, non dandole neanche la possibilità di spiegare. E pretendeva le cose come se gli fossero dovute. Non si fidava di lei e lo dimostrava il fatto che le chiedesse di giustificare ogni singola azione.

Non si fidava di lei.


Voleva
sapere la verità? Bene, gliela avrebbe detta nel peggiore dei modi.
"Okay... ottimo! Allora che verità sia, visto che la vuoi a tutti i costi! " Annunciò facendo calare il totale silenzio. Ce n'era talmente tanto che lo sentì trattenere il fiato. "Ero con Erik. Erik Grimm. Lo stesso che, secondo le regole dei Grimm, io dovrò sposare."

Quasi potè percepire il cuore di Daniel rompersi, mentre faceva assumere un significato tutto suo alla frase detta da lei poco prima.
'Volevo parlarti faccia a faccia di certe cose, solo quando avrei avuto la certezza di come dover agire.'

"E adesso, se vuoi scusarmi, vado da mio padre, a giustificare ogni singolo respiro che faccio e ad informarlo di cose che riguardano i Grimm." Concluse prima di voltargli le spalle e andarsene.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Lunedì 10 Febbraio 2021, Hogwarts



"Caos si può sapere cosa ci fai nella mia aula?" Chiese Melanie a metà lezione con voce perplessa, accorgendosi solo in quel momento della presenza del ragazzo.
Il Tassorosso sbattè un paio di volte le palpebre, confuso. Poi si guardò intorno con la sua tipica aria persa.
Era finito nell'aula di trasfigurazione - insieme agli allievi del quarto anno - e si era seduto in un banco in fondo, motivo per cui non era stato notato subito dall'insegnante.
"Adesso non avresti lezione di difesa contro le arti oscure?" Continuò lei pazientemente, mentre buona parte della classe scoppiava a ridere divertita.
Non era la prima volta che Caos sbagliava aula e si metteva a seguire insegnamenti altrui. Poteva rimanere anche per l'intera lezione rannicchiato su un banco - senza farsi notare minimamente - per poi accorgersi solo negli ultimi minuti che quella non era la lezione che avrebbe dovuto seguire.

"Oh, oh già!" Rispose dopo un po'.
"Allora che ci fai ancora qui? Vai!" Lo incitò la professoressa Hellcat, indicandogli la porta con un ampio cenno della mano.
Il ragazzo si alzò e fece per uscire dall'aula, quando la voce della donna lo richiamò. "A proposito! Buon Compleanno!"
Caos non potè fare a meno di sorridere. La prof si era ricordata di lui! "Grazie Lanie!" Urlò prima di precipitarsi fuori dall'aula e spiccare una corsa.

Quando arrivò finalmente nella Camera dei Segreti, la lezione era già nel pieno dell'azione. E a quanto pare era concentrata sui duelli.
Imprecando - i duelli erano una delle sue cose preferite, ma evidentemente era arrivato troppo tardi per vedersi assegnato un compagno - fece scorrere lo sguardo nella stanza.
Gli bastò un leggero colpo d'occhio per capire chi fosse avvantaggiato e chi no.

Raphael era in netto vantaggio su Alex - e non poteva essere altrimenti, data l'enorme potenza dei suoi incantesimi fornita dall'essere un lupo mannaro. Inoltre il ragazzo aveva anche una grande capacità tecnica. Ma il Serpeverde sembrava comunque intenzionato a non dare mai il colpo di grazia, preferendo un lungo e lento logoramento.

Francisco e Daniel invece erano in completa parità e sembravano entrambi guidati da una furia cieca. Senza contare che avevano entrambi avuto un'insegnante eccellente in quel campo. Eleonore. La stessa ragazza che non parlava con il Tassorosso da due settimane. La stessa ragazza dalla cui parte il Grifondoro si era, neanche a dirlo,
immediatamente schierato. E nonostante le continue richieste da parte della Corvonero di non intervenire, aveva approfittato di quel duello per sfogarsi. Prima Gabriela, poi la Grimm... un periodo sfortunato per le sue sorelle in amore.

Anche Lex stava contrastando senza difficoltà il suo avversario, Brian. Di sicuro, una che trascorreva intere giornate in compagnia di un branco di licantropi non si sarebbe fatta battere facilmente da un avversario. Anche se Corvonero.

Finalmente Caos trovò quello che veramente stava cercando... Virginia. Stava duellando contro Milly e, esattamente come il ragazzo si aspettava, stava battendo la Grifondoro alla grande. Era proprio brava la sua ragazza nei duelli.

"Caos! Pensavo ti avessero rapito le scale!" Lo distrasse la voce di Robert al suo fianco, facendolo sobbalzare. "Allora visto che sei in ritardo, ma non mi va di affibbiare punizioni, facciamo così: combatti contro Eleonore."
A quelle parole, il ragazzo sbiancò. Fu quasi tentato di chiedere la punizione, ma si morse la lingua. Era bravo nei duelli e certamente non si sarebbe tirato indietro, ma duellare con una Grimm - tra l'altro furiosa?
La ragazza sembrò leggergli nel pensiero, avanzando verso di lui, perchè non potè fare a meno di fargli un sorrisetto. "Tranquillo... dopo quello che mio padre ha fatto per salvarti la vita, non ho intenzione di togliertela." Gli comunicò con un occhiolino.
Seguendo le indicazioni di Robert, si inchinarono velocemente.
Poi diedero vita al duello.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Micah scartò di lato per evitare l'ennesimo incantesimo di Page.
Era alquanto perplesso per lo stile di combattimento che aveva assunto la ragazza quel giorno, stile che non la rispecchiava assolutamente. Era come se fosse guidata più dalla furia che dalla logica, come se volesse colpirlo più per fargli del male che non per batterlo lealmente in un duello. Come se ce l'avesse con lui per un motivo sconosciuto.
Il Corvonero borbottò un'imprecazione mentre schivava l'ennesimo zampillio.

Ma che diamine prendeva alla sua ragazza?

Magari aveva fatto o detto qualcosa che l'aveva turbata? Gli era sembrato tutto normale, almeno fino a quella mattina. Invece, in quel momento, c'era una furia scatenata contro di lui.

Evocò il quinto incantesimo scudo del duello per parare due incantesimi che si dirigevano a velocità folle verso di lui. Ma non si accorse del terzo, che lo prese in pieno alle spalle, facendolo andare gambe all'aria.
"Ok, mi arrendo!" Proclamò con voce soffocata, dopo qualche secondo, mentre decideva saggiamente di rimanere a terra. Non era comunque sicuro di riuscire ad alzarsi. La botta era stata parecchio potente.
Forse fu il tono di voce a far rinsavire la ragazza.
In tre secondi gli fu accanto, con un'espressione in viso desolata. "Ti ho colpito troppo forte?" Chiese con un filo di voce. "Mi dispia..."
Ma il ragazzo la interruppe con un gesto deciso della mano. "Non mi interessa la botta, ma il perchè l'hai fatto. E non mi dire che non hai niente. Quello non è il tuo modo tipico di duellare."
La Corvonero rimase per qualche secondo in silenzio, mentre le tremava un labbro. Sembrava sul punto di scoppiare a piangere.
"Perchè sono gelosa." Ammise alla fine con un tono di voce talmente basso che Micah, per un solo secondo, pensò di aver sentito male.
Il ragazzo, strabuzzando gli occhi, riuscì finalmente a tirarsi su, mentre domandava stupito un "Che cosa? E di chi?"

Nel frattempo ripensò a tutto quello che aveva fatto o detto nelle ultime settimane, tutte le ragazze con le quali aveva parlato, cercando di individuare un comportamento che avrebbe potuto sembrare ambiguo, in un qualche modo. Ma non ne trovò.
Maledisse se stesso e il suo cervello: possibile che fosse così brillante e sveglio e poi, ogni volta che si trattava di Page, questo sembrava completamente azzerarsi?

Vedendo che la ragazza non rispondeva, le mise entrambe le mani sulle spalle, scuotendola leggermente. "Amore, me lo vuoi dire che succede per favore? Di chi è che saresti gelosa? Ho parlato in modo ambiguo con una ragazza senza rendermene conto? Ho fatto un apprezzamento su qualcuna e tu l'hai inteso male? Ho..."
Ma lei lo interruppe a metà. "Mi ha definito il pomo della discordia." Sussurrò appena, facendo sgranare gli occhi al ragazzo.

"Bloom? Sei gelosa di Bloom?"

Tutto si aspettava forchè quello. Però, effettivamente, adesso che ci ripensava, gli sembrava quasi di scorgerlo il comportamento leggermente più freddo del solito che lei aveva tenuto da quando erano andati insieme in quello studio.

Ma perchè non se n'era accorto prima, maledizione?

Con un sospiro, le prese il volto tra le mani, in modo da fissarla negli occhi. "Page, santo Merlino! IO TI AMO. Quindi levati qualsiasi stronzata ti possa essere venuta in testa su quella donna: è brusca, ma
è una delle migliori sul campo. Ed era un'amica di mia madre, perciò ci tiene a me - per quello ha fatto quella battuta aspra. Ma se dici che non ti piace, allora appena esco di qui vado in guferia e le spedisco una lettera per toglierle la causa. Cercherò qualcun altro. Va bene?"

La ragazza rimase immobile per qualche secondo, incamerando per bene le parole del ragazzo, prima di boccheggiare "Sono una stupida."
"No lo stupido sono io." La contraddisse però lui. "Perchè immagino ti sarai anche arrabbiata nello scoprire solo sul momento che si tratta di una donna... o sbaglio?"
Page si trovò costretta ad annuire. "Sì anche quello ha contribuito, ma avrei potuto chiedere anzichè arrabbiarmi."
Micah ridacchiò. "Ed eccoci qua: due cervelli brillanti Corvonero che davanti ai sentimenti vanno in tilt."
"Già." Gli rispose "In ogni caso... guai a te se spedisci quella lettera." Poi lo attirò a sè per baciarlo.


------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Virginia, con un gesto quasi annoiato, respinse l'ennesimo incantesimo di Milly.

La Grifondoro aveva provato a metterla in difficoltà in tutti i modi, ma se c'era una cosa in cui la Tassorosso si sentiva davvero brava erano i duelli.
Forse una delle più capaci nella scuola.
Era potente e aveva tecnica.
Sicuramente era in parte avvantaggiata: tutti i figli delle famiglie purosangue venivano educati ai duelli magici con istruttori privati dal momento in cui iniziavano a fare magie e lei, da sempre appassionata, aveva cercato di assimilare il più possibile. Senza contare l'altro motivo che la spingeva a dare il meglio di sè in quelle situazioni: voleva essere in grado di difendersi da sola, in qualsiasi situazione potesse venire a trovarsi. In qualsiasi situazione potesse capitarle.

Non aveva bisogno di un principe azzurro, lei.


Virginia era una di quelle ragazze che avrebbe sempre lottato con le unghie e con i denti per salvarsi da sola. E per salvare anche gli altri.
Radunando tutte le energie, si concentrò sull'incantesimo che - nella sua testa - avrebbe usato per porre fine a quel duello.
Ma poi sentì la voce di Fabian chiamare con tutto il fiato che aveva in gola il nome del loro professore di Difesa e sia lei che Milly lasciarono perdere il duello di colpo.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Fabian riuscì a deviare verso l'alto - all'ultimo secondo - l'incantesimo che stava per lanciare su Anastasia.

C'era qualcosa che non andava e l'aveva capito da come la ragazza si era irrigidita all'improvviso.


La Corvonero non guardava più lui, o chiunque altro nella stanza, così come non prestava attenzione agli incantesimi che continuavano a danzarle attorno, lanciati dagli altri impegnati nei loro duelli.
Restava completamente immobile, rigida, con gli occhi sbarrati. Occhi che avevano perso il loro solito colore azzurro per diventare due enormi pozzi neri.
Il Tassorosso rimase un attimo paralizzato - l'aveva forse colpita con un incantesimo sbagliato? - poi, di punto in bianco realizzò cosa stava succedendo.

La Corvonero stava avendo l'ennesima visione.


"Robert!" Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, cercando di attirare l'attenzione del prof.
L'uomo accorse subito - era da inizio anno che stava sempre e costantemente in allerta ormai - e afferrò la ragazza prima che cascasse a terra.




Crimilde, ignorando lo sguardo perplesso di Nick, appoggiò la mano su una delle mattonelle che segnavano l'ingresso a Diagon Alley. Per la prima volta dopo tanto tempo si sentì veramente felice.
Non aveva bisogno della sua vista per vedere la magia che emanava quel muro. La percepiva scorrere tutt'intorno a sè, mentre la accarezzava dolcemente, quasi come una madre che riaccoglieva la figlia dopo un lungo periodo passato lontano da casa, mentre turbinava come pulviscolo impazzito.
Magia che scorreva libera ed incontrollata esattamente come trecento anni prima, esattamente negli stessi luoghi.

Allora non tutto era cambiato, qualcosa era rimasto uguale.

Era a casa.

Chiuse gli occhi per qualche secondo, sopraffatta dall'emozione. Poi, sospirando, rilasciò una piccola parte della sua magia, mentre invitava il detective a fare un passo indietro.
Immediatamente, rispondendo al comando, il muro si aprì un varco e la strada della Londra Magica apparve davanti a loro in tutta la sua grandezza e magnificenza.

"Benvenuto nel mio mondo Nick. Prima tappa: negozio di bacchette."

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

"NO!"
Michael avvertì l'aria abbandonargli i polmoni mentre ascoltava le ultime parole del discorso della McGrannitt. "Mi dispiace."
Per pura fortuna era già seduto su una sedia - la preside stessa aveva insistito per farglielo fare - o sarebbe crollato dritto a terra.
Si piegò su se stesso, cercando di ingoiare le lacrime amare che avevano iniziato a scorrergli sul volto. E soffocare i singhiozzi. Poi si rese conto che non gli importava di nascondersi, che quella reazione era umana, naturale.
Umana quanto la fragilità di un corpo che non aveva retto.

Che la Preside lo vedesse piangere allora!

"Quindi..." Riuscì a formulare tra un singhiozzo e l'altro "...non è servito... a niente?"

Non era servito a nulla il suo intervento.
Non era servito a nulla che si fosse privato del sangue, rischiando a sua volta di morire.
Non erano serviti a nulla le infinite giornate - e nottate - passate in biblioteca per cercare qualcosa - qualunque cosa - per salvarla.

Diamante era morta.

Pianse e singhiozzò senza sosta - non sapeva neanche lui quanto tempo era rimasto in quello studio, osservato dai ritratti tristi dei precedenti presidi - e continuò a piangere anche quando la McGrannitt fece il giro della scrivania per andare ad abbracciarlo. "Prenditi il tempo che ti serve Michael. Gli insegnanti sono stati avvisati. E ovviamente avrai la libera uscita il giorno del... funerale."

Poi un singhiozzo sfuggì anche a lei. Quanti studenti aveva già perso quell'anno?

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


"No!"
Urlò crollando in ginocchio.
"Ti prego, no!"
Ripetè con tono terrorizzato.
"Per favore, ti supplico!"
Portò le mani alla testa, iniziando a scuoterla ripetutamente.
"No, ti prego! No, non farmelo fare, non farmelo fare."
Si rannicchiò in un angolo della stanza, tremando come una foglia.
"Ti prego, ti supplico, ti scongiuro, no!"
Ma non c'era verso, non c'era modo di fargli cambiare idea. E non aveva neanche modo di combatterlo.
Era nella sua testa e non poteva in alcun modo contrastarlo.
Era più forte, era sempre stato più forte.
Non aveva armi.

Singhiozzò ripetutamente, dondolando e continuando a scuotere la testa.
Continuando a supplicare, con uno sforzo estremo, si alzò da terra, cercando di lottare con tutte le sue forze.
Riuscì a raggiungere lo specchio - voleva romperlo, romperlo e farsi del male, qualsiasi gesto estremo per far capire agli altri che c'era qualcosa che non andava - ma nel momento in cui alzò lo sguardo capì di non avere speranze.
Nello specchio non vide riflesso il suo volto. Ma lui.

Lui era al suo posto, lui era nella sua testa, lui aveva il controllo totale su ogni cosa.

Poteva anche provare a scappare, dimenarsi e ribellarsi, ma non avrebbe mai potuto cambiare quel semplice dato di fatto.

Lui aveva il controllo. 

Lui si mise a ridere e lo fece con la sua bocca.
"Lo farai. Mi riferirai ogni cosa. E se le cose non dovessero andare come voglio, interverrai per fare in modo che accadano. O ne pagherete tutti le conseguenze."

Terrore. Solo terrore.
Un ultimo moto di ribellione. Fino all'ultimo secondo, finchè avrebbe potuto non avrebbe ceduto.
Ma lui era comunque il più forte. Avrebbe vinto.
Come aveva vinto sempre nell'ultimo mese.
Un ultimo singhiozzo, un'ultima preghiera.
"Sei forte, ma non abbastanza."
Poi il suo sguardo divenne vitreo.

E capì di non avere più una volontà propria.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



Domanda della settimana: cosa volete per il prossimo capitolo? Lezione (nel caso di cosa?), partita di Quidditch (nel caso quali squadre?), ronda (chi volete vedere all'opera? ), altro (potete anche suggerirmi un luogo che il vostro personaggio vorrebbe visitare) ... ? --> entro venerdì (così nel weekend scrivo!)

Condivido un brindisi virtuale con voi! Alla prossima!

ps: grazie a tutti, ma tenete gli occhi aperti, non è ancora finita!

  
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nene_92