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Autore: Nene_92    08/06/2016    14 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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23 - Sfoghi

Piccola considerazione iniziale:
è inutile che vi lamentiate dell'assenza/poca presenza dei vostri OC nel capitolo: se voi mi ignorate io faccio altrettanto (non a caso si tratta di una interattiva!). L'ho già spiegato come funziona e non intendo ripetermi oltre. 


Detto ciò vi lascio alla lettura.


- Se disturbo, vado via! - 

Lunedì 24 Febbraio 2021, Hogwarts




"Io continuo a non capire..." Fu il commento perplesso di Lex rivolto ad Eleonore.
In quel momento si trovavano entrambe nella camera della Caposcuola, sdraiate sul letto.
E la Serpeverde, per la prima volta da quando la conosceva, aveva visto la Corvonero piangere (anche se aveva cercato di nascondere la cosa ponendosi un cuscino sulla faccia).
"Non è importante che tu capisca." Le giunse la risposta soffocata dell'altra.
"Elly per le mutande consunte di Merlino! Io voglio capire!" La contestò però lei. "Sono una delle tue migliori amiche e non ti ho mai chiesto nulla. Ma a questo punto basta! Tu e Daniel siete in questa situazione di stallo da un mese ormai! E avete litigato per cosa esattamente? E' chiaro che avete detto quelle cose spinti più dalla rabbia che non da altre motivazioni, ma a volte tra le coppie capita. L'importante è non far passare troppo tempo e chiarire prima che sia troppo tardi."
La Grimm si tirò su di scatto, poi, a sorpresa, la strinse per le spalle, scuotendola leggermente. "Io non devo chiarire un bel niente con lui. Quelle cose le ho dette perchè erano vere. Voleva la verità e verità ha avuto." Sibilò arrabbiata.
La prefetto però non si scompose. Avere a che fare con un branco di licantropi le aveva fornito un forte autocontrollo. "La verità?" Iniziò a deriderla. "Eleonore tu gli hai praticamente fatto intendere di aver passato la giornata con Erik Grimm! Lo stesso che hai schiantato in stazione! Lo stesso che tuo padre - davanti a tutta la società magica inglese - ha cacciato dall'Inghilterra. Lo stesso Erik che hai rifiutato proprio perchè ti sei innamorata di Daniel. Perciò dimmi... come può essere la verità? Mi sorprendo che lui non ci sia arrivato!" Affermò convinta delle sue opinioni. Ma le bastò vedere come la ragazza si era afflosciata davanti a quelle parole per capire che la realtà era molto più complessa.
"E' esattamente questa la verità Lex: che tu ci creda o no, quel giorno ero davvero con Erik." Fu il commento agitato della Caposcuola, mentre sentiva il sangue affluirle al cervello. Un capogiro e un'enorme nausea la travolsero, mentre lentamente si risdraiava sul letto, privata di colpo di tutte le forze. Non aveva la forza di affrontare quella discussione, ma al contempo aveva capito che, a quel punto, la Serpeverde non se ne sarebbe andata senza una spiegazione adeguata.
"Perchè?" Domandò infatti l'altra con un filo di voce. Non ci poteva credere. Non ci voleva credere. Non voleva credere alle parole della Corvonero. "Non ha senso. Come faceva ad essere con te se tuo padre l'ha esiliato? Come ha fatto ad avvicinarsi così tanto a te senza che nessuno se ne sia accorto?"

Una domanda. Una sola domanda. Quella domanda. Sarebbe bastata porre quella per capire tutto. Ma nessuno l'aveva mai fatto. Almeno fino a quel momento.

"Appunto. Ci sei arrivata finalmente." Era una constatazione. Ma fatta con un tono talmente debole che Lex pensò di esserselo sognato.
Poi la Corvonero scoppiò in singhiozzi.
Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno.
Non pretendeva che Lex arrivasse a capire. Ma che almeno la ascoltasse. "Papà li ha esiliati, ma Erik era qua comunque: sta scorazzando libero per l'Inghilterra da mesi e nessuno se n'è accorto! E lui ha la metà delle capacità di suo padre! E se ci fosse anche lui qui? Se ci fosse anche Jakob?" Riuscì a formulare tra un singhiozzo e l'altro. "Quando ho parlato con Erik, mi ha detto chiaramente di sapere di Daniel! Sa chi è e sa che cosa è! La mia famiglia uccide le persone come Daniel! E se Jakob sapesse?" Continuò con un tono di voce sempre più alto e sempre più isterico. "Anzi... lo sa già! Sono sicura che lo sa già! Tu non c'eri al Ministero, non hai visto che occhiata omicida gli ha lanciato! Porco Merlino! Lo ucciderebbe senza muovere un muscolo! Ha già perso troppi componenti della famiglia! Mia madre era una purosangue e non gli è bastato! E io al Ministero ho solo peggiorato le cose intervenendo!"
Lex neanche provò a fermarla. La Corvonero era ormai un fiume in piena.
"Preferisco che Daniel mi odi per quel litigio, dove ho volutamente marcato questioni che sapevo lo avrebbero ferito. Preferisco che mi odi per le cose che ho aggiunto dopo, tanto per completare l'opera! Voglio che si allontani da me del tutto! Voglio che mi odi! Preferisco che tutti sappiano che abbiamo rotto nel peggiore dei modi! Staremo male entrambi per un po', ma almeno lui sarà vivo."

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"Buh!" Esclamò Caos sbucando dal nulla in mezzo al corridoio e facendo prendere un infarto a Virginia, che per la sorpresa imprecò ad alta voce.
"Hai detto qualcosa?" Le giunse la voce di Federica dall'altra parte del corridoio - quella sera avevano la ronda insieme.
La Tassorosso ci mise qualche secondo per rispondere. Gettando un'occhiataccia a Caos, che in quel momento era in preda a silenziose risate, decise di rispondere con un vago "No niente! Ho sentito un rumore, ma era un falso allarme! Vai pure avanti, ti raggiungo tra poco!"
"Okay!"
La ragazza a quel punto si girò infuriata, sibilando un "Sei morto!" a fior di labbra. Ma non riuscì a dire altro, perchè il ragazzo, con l'espressione da cucciolo più tenera che riuscì a produrre, la attirò a sè per baciarla.
"Eddai Gin! Volevo solo farti uno scherzo innocente!" Si giustificò con aria abbattuta. "Non puoi volermi morto solo per questo! Così mi spezzi il cuore!" Continuò con tono melodrammatico. "Ma se disturbo vado via!"
Virginia roteò gli occhi sbuffando, mentre gli allacciava le braccia al collo per baciarlo a sua volta. "Sei fuori dal dormitorio... - bacio - dopo il coprifuoco - altro bacio - e hai fatto venire un mezzo infarto - bacio approfondito - ad un prefetto."
Quando si staccarono per l'ennesima volta, lui la trascinò dietro ad una colonna. "Quindi cosa significa? Che vuoi mettermi in punizione... Ginevra?"
Chiese con tono volutamente roco... e ironico.
La ragazza ci pensò un attimo. "Potrei anche farlo sai? Ne ho tutti i diritti... oltre che i poteri." Gli rispose, prima di rendersi conto di quanto quella frase potesse suonare maliziosa. Divenne perciò rossa come un peperone.
Caos sghignazzò alquanto divertito. Era troppo divertente vedere come tutte le volte la ragazza ci cascasse, imbarazzandosi subito dopo. Ma trovava il suo arrossire alquanto adorabile. "Allora non vedo l'ora di farmi mettere in punizione da te!" Concluse, usando il suo miglior tono malizioso. E ricevendo un pugno sul braccio dalla ragazza, il cui volto aveva ormai assunto tutte le colorazioni possibili ed immaginabili di rosso.

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"Fede abbassa quella bacchetta o finirai per accecarci!" Commentò Micah all'indirizzo della Serpeverde, non appena questa li raggiunse nel corridoio del terzo piano.
Loro due, Milly e Virginia erano di turno per la ronda quella sera e il Corvonero era stato nominato capogruppo. Era l'unico del settimo anno, il veterano della situazione. Perciò il più indicato per ricoprire tale ruolo.
La mezza vampira fece subito quanto richiesto. "Scusa, ho sentito un rumore e..."
"Siamo tutti un po' tesi. Lo so. Ma io e Milly abbiamo appena controllato tutto il corridoio e non ci dovrebbe essere nessuno." Concluse lui per lei.
"Dov'è Virginia?" Chiese invece la Grifondoro. Quando si erano divisi, lei e il Corvonero erano andati da una parte e la Serpeverde e la Tassorosso dall'altra. Ma mentre Federica era lì, davanti a loro, Virginia non si vedeva da nessuna parte.
"Lei... voleva controllare una cosa e mi ha detto di andare avanti. Ma dovrebbe raggiungerci a minuti." Fu la risposta della ragazza, volutamente lasciata vaga. Sapeva perfettamente cosa la sua compagna avrebbe davvero controllato, ma aveva preferito voltarsi dall'altra parte e far finta di niente. D'altronde lei e Francisco non avevano forse abusato leggermente della loro posizione all'inizio?
"Uhm... ok." Commentò Micah gettandole uno sguardo penetrante ed indagatore. "Ma spero per lei che si tratti veramente di soli pochi minuti."
Federica per un attimo si chiese se davvero il ragazzo avesse solo un enorme intuito, come dicevano i suoi amici di provenienza babbana che l'avevano risoprannominato Sherlock, oppure se, dato anche il suo retaggio purosangue, non avesse imparato l'arte della legimanzia. Applicandola anche nei momenti meno opportuni.
Non credeva che uno come Micah Price potesse essere davvero un pettegolo o un curiosone, però sapere che poteva intuire così tante cose dal minimo indizio era una cosa che da una parte la affascinava, ma dall'altra la spaventava alquanto. Era molto più rassicurante pensare che fosse un abile legimens... fino ad un certo punto però.
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di Milly, la quale, puntando un dito verso il fondo del corridoio, in un punto ben preciso alle spalle della mezza vampira, esclamò "E infatti di pochi minuti si trattava! Eccola!"
Virginia li raggiunse con un ampio sorriso. E rossa come un peperone. Confermando i dubbi di Micah. Che però decise di agire come Federica, facendo finta di nulla. "Se è tutto tranquillo e a posto, direi che possiamo concludere qui la ronda. Informo io i Caposcuola. Signorine, vi auguro la buonanotte!"

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Brian, con un blocco di fogli in una mano e la sua fidata chitarra nell'altra, si accomodò in una delle poltrone della Sala Comune.
Quello era il momento della serata che preferiva in assoluto. Passata la mezzanotte, quando la maggioranza degli studenti era già andata a dormire.
Lasciando così il salotto mezzo vuoto. Silenzioso. In pace.
Era il momento perfetto, quello dove poteva dar corso ai suoi pensieri senza distrazioni. Quando poteva produrre la sua musica senza filtri, quando poteva comporre canzoni senza far vagare la sua mente verso altri orizzonti. Verso altre preoccupazioni.
Dopo aver insonorizzato la stanza - non voleva disturbare nessuno dei suoi compagni - iniziò a pizzicare qualche corda del suo strumento, producendo però volutamente note solo basse. Nonostante l'incantesimo aveva comunque paura di disturbare qualcuno.
Immerso com'era nella produzione, non si accorse che altre due persone erano presenti nella stanza. Persone che non aveva inizialmente notato perchè sedute su delle poltrone rivolte verso il fuoco che davano le spalle al ragazzo.
"E' molto bella." Si complimentò Anastasia girandosi verso di lui e andandosi a sedere sul bracciolo di un'altra poltrona.
"Confermo!" Fu il commento di Page, comparendo a sua volta.
Il Corvonero, a quelle parole, arrossì. "Grazie." Riuscì solo a dire, in imbarazzo. Pensava di essere solo, non di avere un pubblico. E questo l'aveva portato a sbagliare qualche passaggio. Se solo avesse saputo che qualcuno lo stava ascoltando, si sarebbe impegnato molto di più. Ma forse, se avesse saputo di avere un potenziale pubblico, neanche si sarebbe messo a suonare.
"Da quanto suoni la chitarra?" Chiese Page curiosa.
"Da sempre, da quando ho ricordi ho in mano una chitarra." Rispose lui sorridendo. "Ho anche un gruppo mio, con il quale suono, quando sono a casa." Aggiunse.
"Se tutte le canzoni sono come questa, immagino che avrete molte fan." Fu il commento dolce di Anastasia. Stava pian piano riniziando a vivere, dopo quanto accaduto a Capodanno. "E' una canzone triste, ma molto bella."
Il ragazzo annuì, non trovando però opportuno confermare che la tristezza che aveva messo in quella canzone prendeva spunto dalla vita reale. Da quello che avevano passato in quegli ultimi mesi. Perciò preferì tergiversare, cambiando argomento di conversazione. "Da quanto mi stavate ascoltando?"
"All'inizio non mi ero neanche accorta della tua presenza. Sono qua per aspettare Micah ed ero completamente immersa nei miei pensieri." Fu la risposta di Page. "Però era impossibile non essere attirati dalla tua melodia. Me ne sono accorta dopo un po', quindi non so risponderti in maniera precisa."
"Io ti ho visto entrare nella stanza, ma non mi sembrava il caso di distoglierti da quello che stavi facendo. Quindi direi dall'inizio. Anzi, scusa se ti ho interrotto!" Replicò invece l'altra ragazza. "E ti prego, continua! Se ti da fastidio la mia presenza, vado in dormitorio senza problemi." Concluse, mentre Page al suo fianco annuiva.
Ma a Brian non davano affatto fastidio le due ragazze. Era una situazione che trovava stranamente rilassante. Poteva suonare e ciò che suonava era apprezzato. "Se restate qui vi suono qualche altro pezzo." Propose entusiasta.

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Fabian arrestò di colpo i suoi passi, perplesso.
Erano passate le due di notte e si era recato dalla camera alla Sala Comune a causa della mancanza di sonno.
Di sicuro non pensava di trovare qualcuno in salotto. E ancora meno di trovarci Daniel. Non aveva più frequentato la Sala Comune da quando era diventato Caposcuola. Quindi per quale motivo farlo alle due di notte?
Il ragazzo sembrò non accorgersi minimamente della sua presenza. Restò rannicchiato sulla poltrona, continuando a fissare il fuoco.
Fabian ritenne quindi opportuno segnalare la sua presenza, schiarendosi la gola.
"Oh! Ciao." Fu il commento dell'altro ragazzo dopo essersi girato di soprassalto nella sua direzione "Non pensavo ci fosse qualcuno a quest'ora."
"Non riuscivo a dormire."
"Neanch'io... e non riuscivo a restare... là..." Confessò Daniel con un filo di voce. "Qui mi sento leggermente più a mio agio... ma se disturbo vado via." Concluse iniziando ad alzarsi.
"Fino a prova contraria sei un Tassorosso." Lo bloccò però Fabian. "Questa è anche la tua sala comune... e a parte noi due non c'è nessuno. Chi è che disturberesti?"
Daniel, a quelle parole, si risedette sulla poltrona con un sospiro. Ma dal modo in cui lo fece sembrò quasi avere l'intenzione di diventare un tutt'uno con il tessuto del mobile. Subito dopo si portò la testa tra le mani.
"Va davvero così male tra voi due?" Trovò il coraggio di chiedergli il prefetto dopo un po'.
"Non ci parliamo da quando abbiamo litigato." Fu la risposta lapidaria del Caposcuola.
"Non hai almeno provato a chiarire?" Indagò Fabian. Non che gli interessasse sul serio - a lui non piaceva farsi gli affari degli altri - ma Daniel gli sembrava davvero disperato. E con un forte bisogno di parlare con qualcuno.
"Io sì. Ma..." Il ragazzo si interruppe di colpo, mentre la voce sfumava man mano nell'aria.

Eleonore gli aveva praticamente puntato la bacchetta contro, intimandogli di stare lontano da lei il più possibile. Ribadendogli di non volerlo più. Che era finita. Lei aveva avuto il coraggio di dirlo a voce alta, lui invece non era neanche in grado di ripetere quanto sentito con le sue stesse orecchie.

"Mi dispiace." Fu il commento inutile dell'altro. Si sentiva a disagio in quelle situazioni. Non sapeva mai cosa dire esattamente. E cosa si può dire d'altra parte in tali circostanze?

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Scusate il ritardo, ma fino a pochi giorni fa ero completamente impelagata! Però la buona notizia è che... HO FINALMENTE FINITO GLI ESAMI ALL'UNIVERSITAAAAAAA'!!!! :D :D :D
Quindi d'ora in poi dovrei tornare ad essere più regolare (tesi permettendo).


Alla prossima!


ps: prossimo capitolo, partita di Quidditch! ;)(le squadre che si affronteranno non le so ancora, dipendono da voi: vedete quello che ho scritto sopra!)


  
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