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Autore: FlameWolf    10/06/2016    2 recensioni
STORIA INTERATTIVA
È sempre la stessa storia ormai da vent'anni. Ogni primavera ci cantano la stessa ninna nanna, ci illudono che è per il nostro bene e noi cadiamo uno dopo l'altro come mosche. È una mattanza, ma non possiamo farci niente.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Presidente Snow, Sorpresa, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Giorno 6, pomeriggio

Achille Pelide, tributo del distretto 2, arena

Il fuoco mi avvolge distruggendo ogni traccia di razionalità o di compassione dentro di me. Riesco solo a vedere Rose ferita con sopra quella puttana della favorita. Le sue mani sono sporche del sangue della mia piccola e so solo una cosa: la voglio morta. Voglio il suo scalpo, la sua sofferenza e le sue grida di pietà. Voglio che la sua famiglia osservi l'intera scena e che implori perdono per le sue azioni.
Ad ogni passo che compio, la mia ira non fa altro che crescere e crescere. Voglio il sangue che scorre, voglio che viva il poco tempo che le rimane nel dolore e nella paura. Impugno Turadot con tutta la mia forza e la carico, mentre i suoi occhi si spalancano per il terrore. Emma riesce ad evitare il mio colpo, gettandosi di lato, ma ciò non mi destabilizza minimamente. Nella voga ha perso il coltello, ma spero che non sia così stupida da pensare che avrebbe potuto avere qualche speranza contro di me.
Carico un nuovo colpo, ma riesce ad evitarlo nuovamente. Si trascina indietro, come il verme che è, guardandosi intorno freneticamente, in cerca di un miracolo. Non mi faccio commuovere dal suo bel faccino, né dalla sua ben visibile paura, figuriamoci dai suoi pantaloni bagnati di piscio. Alzo Turadot e le infilzo il petto. Emma spalanca la bocca cercando disperatamente l'aria. Dalle sue labbra esce in maniera strozzata il nome di un ragazzo, un certo Lawrence. Non mi importa, può invocare chiunque voglia, morirà lo stesso. Giro la spada nel suo petto ed avverto la sua vita scivolarle via.
Osservo il suo involucro, ma non mi sento sazio. Nella mia testa risuonano le urla di Rose e il suo sangue. Scommetto che non ha esitato neanche un attimo per saltarle addosso. È ricca, famosa, ammirata. Una figlia di papà che ha sempre avuto il mondo ai suoi piedi, un cenno e tutto era suo. Cosa contava per lei la vita di Rose? Sicuramente per lei era l'ennesimo insetto. Solo ora mi accorgo che il cannone non ha ancora suonato, la puttana è ancora viva.

Achille....

 

Mi piego su di lei e decido di divertirmi un po'. Le incido le braccia, le gambe, le taglio via un dito, poi la mano, poi il braccio.

Achille...

 

Come ha potuto fare una cosa del genere a Rose? Lei era pura, innocente! Rappresentava ciò che rimaneva di buono in questo mondo! Cosa ne rimane ora, eh? Niente! Assolutamente niente!
“Achille!”un urlo strozzato e famigliare cattura la mia attenzione. Il suono entra direttamente nel mio cuore, placando per un attimo quel fuoco che mi stava divorando. Rose! È ancora viva! Mi lancio vicino a lei, dimenticandomi per un momento di Emma.

Ha uno squarcio all'altezza dello stomaco e il suo corpicino sta tremando. Non ho niente per aiutarla e anche se ce l'avessi, non sono sicuro di poter far qualcosa. Sono completamente impotente, nonostante i miei studi e i miei allenamenti. Non posso far nulla contro la morte. A ferirmi ulteriormente è il suo sguardo... mi guarda come se fossi io il mostro della situazione.
“Era già morta... perché continuavi a...” cerca di domandarmi con fatica. Come faccio a spiegarle il dolore che sto provando? Lei era una delle ultime scintille. Senza di lei rimane solo l'abisso. Forse neppure i miei genitori si salvano. In fondo, hanno combattuto per creare questo mondo che non alcuna pietà per le bambine carine come lei. Mi sento così vuoto...
“Perché sei scesa?” le domando cercando a tutti i costi di cambiare argomento. Non doveva vedermi in questo stato, non dovevo inquinarla.
“Le fragole” risponde a fatica senza aggiungere altro. Non capisco. Mi guardo intorno e noto con orrore un cespuglio di fragole, poco lontano dall'albero da cui l'avevo lasciata. Non è possibile. Che l'abbia condannata io stesso confessandole quella stupida tradizione famigliare?
“Non dirmi che...”
“No!” mi interrompe lei mostrandomi un timido sorriso “Mi ero sporta per vederle meglio. Non volevo confonderle con i sospiri invernali. Peccato che sono caduta” aggiunge accennando una risata che è costretta a reprimere subito “Non volevo farti fare la fine di Connor” Sorrido amaro e le accarezzo il volto “Non farlo Achille, non trasformarti. Rimani il bravo ragazzo che ho amato” Detto questo chiude gli occhi come addormentata. Inizio a scuoterla, rifiutando il tuono del cannone in lontananza. La stringo forte, cercando di far entrare dentro di me per l'ultima volta il suo odore.
Non so quanto rimango così, ma deve esserne passato tanto, perché l'aria sta incominciando a farsi più fredda. La lascio andare, guardando per l'ultima volta il suo volto delicato. Ovunque tu sia Rose, è sicuramente un posto migliore di questo.
Mi volto, ed intravedo il corpo esanime di Emma che aspetta ancora di essere prelevato. Rose mi ha supplicato di non trasformarmi in un mostro, anche i miei genitori mi hanno chiesto qualcosa del genere prima di andarmene. Il vecchio me avrebbe rispettato questa loro richiesta, ma dopo quello che ho fatto e quello che ho visto, mi risulta quasi impossibile. Rose è morta, non rimane più nulla, a parte me. Rimangono in vita solo gli assassini, i superbi, i ladri, i disonesti, i bugiardi e gli indifferenti. Non esistono più rose, solo immondizia. Sputo sul cadavere della favorita e riprendo la ricerca del cibo che avevo lasciato in sospeso.
Fanculo la gloria, fanculo l'onore! Li voglio morti, tutti quanti. Diventerò il mostro che hanno sempre temuto che io fossi.

 

Warwick Abe Reed, tributo del distretto 10, arena

L'inno inizia a suonare per tutta l'arena e alziamo entrambi gli occhi al cielo per scoprire chi è morto durante la giornata. Appaiono i volti dei due tributi del distretto 1 e della ragazzina del distretto 12. Tiro un sospiro di sollievo, ben due favoriti se ne sono andati. Le uniche vere minacce rimaste sono il gigante del due e il tributo misterioso del quattro. Mi volto verso Killian per festeggiare, ma sta ancora osservando il cielo, cupo in volto. Già, giusto.
“La conoscevi?” gli chiedo accennando alla sua compagna di distretto

“Non tanto, ma era una brava persona” risponde un po' commosso. Decido di lasciarlo riflettere in pace per un po', e di tornare a concentrarmi sulla trappola. Sono in dubbio però su come procedere. Qual è il nodo migliore da fare? Come possiamo camuffare il tutto? Ho bisogno di un confronto, ma Killian sta ancora imbambolato ad osservare il cielo. Va bene il lutto, ma non possiamo dimenticarci che le nostre vite sono ancora in gioco!
“Hai intenzione di aiutarmi o no?”gli sbraito addosso, forse in maniera più acida di quanto volessi.
Killian mi osserva abilito, quasi offeso “Ho appena scoperto che è morta una mia conoscente. Aveva solo tredicenni” sottolinea con rabbia.
“Ehm... non vorrei dire ma sono morte un sacco di persone qua dentro, anche più giovani. Scommetto che questa Rose era davvero una brava persona, ma non era la sola. Con me è venuta una dodicenne, con i capelli rosso fuoco, molto insicura. Non penso che tu abbia pianto per lei” replico un po' scocciato. Non è il momento di farsi prendere dalla malinconia e dalla paura
“Non è la stessa cosa. Io la conoscevo”
“Cosa avresti fatto se foste rimasti solo voi due? Ti saresti ucciso per permetterle di tornare a casa?
“Io.. non...” balbetta in imbarazzo
“Non facciamo ipocrisie, Killian. Noi gioiamo ad ogni cazzo di morte, ci portano sempre più vicino a casa. Rose è morta, come tanti altri. Piuttosto preditela con Capitol che...” Killian mi zittisce all'istante, mettendomi una mano sopra la bocca. Le telecamere. Per un momento mi ero dimenticato della loro presenza. Ha fatto bene a fermarmi, perché altrimenti quante ne avrei dette! Capitol ha ridotto alla fame i nostri quartieri, le nostre famiglie. Ci ha spinti all'estremo e se non fosse mai esistita, forse i miei genitori....

 

Sei hai idee migliori, dille pure!”
Mi fermo all'istante, nascondendomi dietro all'angolo. Papà non alza mai la voce, preferisce chiudersi in camera sua e non parlare con nessuno quando è arrabbiato. Mamma dice che è un po' orso. Fino a qualche anno fa la cosa mi faceva un po' ridere.

Non alzare la voce! C'è Abe che dorme!” lo sgrida la mamma altrettanto nervosa. È strano, non capisco. Sento il cuore battermi forte, una parte di me vorrebbe scappare in camera , eppure rimango fermo immobile. Sento che sto facendo qualcosa che non dovrei fare, però voglio capire. Non parlano mai con me, temono che non comprenda. Ma io sono intelligente! Posso aiutarli! Perché mi respingono?
Forse dovremmo farlo a breve Tanya! Ti rendi conto che potremmo dover scappare da un momento all'altro?” Scappare? Dove? Perché? Non voglio! Non voglio lasciare casa!
Non farti prendere dal panico Ed! Non è ancora finita!” replica la mamma sulla difensiva
Non è finita? Non è finita?!”Papà si alza di scatto facendo cadere la sedia a terra “Tanya hanno quasi tutte le prove per incastrarci! Ti rendi conto cosa ci farebbe il distretto se scoprissero della nostra truffa? Ci massacrerebbero! Sarebbe la fine! Dobbiamo scappare!”
Ti ho detto di non urlare!” grida la mamma a pieni polmoni. Mi copro le orecchie con entrambe le mani e cerco di farmi piccolo piccolo. Smettetela! Perché state litigando? Basta, vi prego, basta!
Abe è solo un bambino! Non può stare nei boschi!” aggiunge la mamma con un tono di voce più basso, ma non per questo meno acuto
Può sempre stare da tuo fratello” suggerisce papà. No... questo è troppo. Esco fuori dal mio nascondiglio in lacrime, gettandomi fra le braccia della mamma, parecchio sorpresa dalla mia presenza
Non lo zio Harrison, ti prego! È cattivo. E puzza! Non voglio, non voglio! Voglio stare con voi! Mamma, ti prego!” la supplico strattonandole i vestiti. Non replica però; si limita ad abbassarsi ed abbracciarmi
Da quanto tempo origliavi?” mi chiede papà. Sto per balbettargli una risposta, quando avvertiamo rumori confusi provenire fuori dalla porta d'ingresso. In pochi secondi riusciamo a sentire i passi, il vociare, la rabbia. Entrambi i miei genitori si irrigidiscono e mia madre mi stringe talmente forte da togliermi il fiato.
Reed! Figli della merda, venite fuori!” sbraita un omone fuori dalla porta. D'un tratto realizzo cosa sta succedendo, e mi sento talmente male che potrei vomitare.
Mia madre però mi stringe forte, guardandomi dritto dritto negli occhi “Nasconditi, non uscirne fuori per nessun motivo. Non urlare, non piangere, non chiedere pietà per noi. Stai in silenzio, aspetta la fine. Sii forte. Ti ameremo per sempre. Promesso. Ora va'... va'!”

 

Fu l'unica volta che assistetti alla rabbia popolare. Non ho mai visto la stessa ira cieca e sanguinaria rivolta verso i veri colpevoli. Furono le tasse e le imposizioni di Capitol a mandare sul lastrico i miei e a spingerli a fare quello che hanno fatto. O così, o morivamo di fame, non c'erano vie di mezzo. Per questo mi è impossibile avercela con loro. È con il mio distretto che ce l'ho. Se gli avessero aiutati... se si fossero rivoltati contro Capitol... se avessero lottato con maggiore forza vent'anni fa...
Ah! È inutile rimuginare sul passato, ciò che è stato, è stato. I miei non torneranno di certo in vita. Piuttosto è meglio occupare le mie energie fisiche e mentali per cercare di uscirne vivo da qui. Quindi....

“Nodo Savoia o Francescano? Che ne pensi Killian?”

 

Lars Seven, tributo del distretto 4, arena

Ifrit mi porta in regalo un topo appena fatto secco. L'esserino è ricoperto di morsi e di sangue esattamente come lo era il tributo del cinque dopo l'attacco del cerbero. Per un momento mi congelo per il ribrezzo, ma poi accarezzo il gatto tigrato sulla testa, so che il suo è solo un gesto di profondo affetto.
Riprendo l'arco in mano ed osservo di nuovo il bersaglio, lo stesso che mio padre aveva costruito più di dieci anni fa per insegnarmi a tirare. Ricordo che la prima volta che feci centro, ero talmente felice da fare i salti di gioia. Allora, era solo un gioco. Ora invece quest'arma mi riporta solo e solamente in arena, come se non ci fosse mai stato nulla prima. Mi hanno portato via perfino la mia infanzia.

Decido di dedicarmi ad altro: afferro l'accetta e inizio a spaccare un po' di legna. Manca ancora un po' all'inverno, ma non mi piace stare qui a non far nulla.
Pensavo potessi permetterti uno schiavetto che lo facesse al tuo posto”. Mi giro, dal sentiero intravedo Chris, Joshua e Hannan. Nell'ultimo anno non ci siamo visti spessissimo come una volta, ma sono felice che siano ancora nella mia vita.
Non penso che qualcuno massacrerebbe questo pezzo di legno come me” rispondo gettando un leggero gelo nel gruppo. Peccato, non apprezzano l'umorismo nero.
Ti abbiamo cercato in casa, ma non c'eri. Ci siamo fermati un pochino a mangiare una crostata” afferma Chris cercando di recuperare un po' di serenità.
Te ne abbiamo lasciato una fetta” aggiunge in fretta Joshua. Dubito lo stesso che sia rimasto qualcosa con mio fratello nei pareggi, ma li ringrazio comunque. “Tua madre ha detto che eri qui e ti abbiamo raggiunto”.
Non avevo ancora visto la tua nuova casa, è bellissima!” afferma Hannan che osserva per un attimo il fidanzato con un punta di malizia, per poi aggiungere “È ereditabile? No, perché altrimenti potrei sempre mollare Josh e mettermi con te”.
Non lo è, peccato. Ma è mia finché campo, se ci vuoi fare lo stesso un pensierino...” rispondo alludente. In realtà non sono mai stato interessato a lei da quel punto di vista, e dubito seriamente di poterla mai guardare in quel modo, soprattutto dopo l'arena, ma prendere per i fondelli Joshua è sempre piacevole. Hannan sogghigna divertita, e si volta verso il fidanzato per scoprirne la reazione.
Joshua, incrocia le braccia e mette su un broncio che nasconde in realtà un gran sorriso “Vai pure, chi ti trattiene. Ma sappi che ti stai perdendo tutto questo” afferma muovendosi con la stessa sensualità di un tonno. Chris inizia a ridere di gusto, mentre Hannan scuote la testa sconsolata.
Stai solo peggiorando la tua posizione” osservo.
Ehi, almeno io non ho mega cicatrici sul fianco!” dice accennando alla ferita che mi hanno fatto poco prima della vittoria
E' qui che ti sbagli!” replico io sollevandomi la t-shirt. Dopo la vittoria sono stato ricoverato per giorni e l'equipe dei medici di Capitol ha cancellato dal mio corpo ogni traccia dell'arena, senza chiedermi nulla, approfittando del mio stato di semi-incoscienza. Non che la cosa mi sorprenda, è sempre stato il loro modo di agire. Avrei decisamente preferito tenerla però, per non dimenticare quello che ho vissuto, anche se preferirei decisamente farlo. I ricordi vengono a bussarmi prevalentemente di notte, quando sono più indifeso. Nei miei sogni rivivo la paura, la tensione, la puzza, il sudore, l'orrore. Rivedo il sangue, la morte, il dolore, il tradimento. Avverto la mia pelle lacerarsi, il mio cuore spezzarsi, il mio cervello bruciare. Tutto ciò che ero è rimasto congelato nella Giudecca.
I tre osservano il mio fianco da vicino, con Chris che arriva anche a toccare la mia pelle.
È più liscia del culo di un neonato” costata. I miei amici si allontanano e riabbasso nuovamente la maglietta.
Tutta invidia”
A proposito di neonati, hai saputo chi è diventato padre?” Annuisco, ho saputo, ma non mi interessa granché. La vita di Dylan può proseguire dovunque lui voglia, basta che non tocchi più la mia. Non avrebbe dovuto cercare di convincermi ad entrare. Non posso più considerarlo un amico.
Joshua osserva l'orologio distratto “Hannan, è ora, mia madre ci aspetta”. Hannan sbuffa, ma non prova neppure a ribellarsi. Ha un pessimo rapporto con la futura suocera che, per qualche arcana ragione, non è mai riuscita ad accettarla.
Ci vediamo, Lars. Non sparire”. Si raccomanda lei prima di imboccare il sentiero.
Io e Chris rimaniamo da soli, come non accadeva da un sacco di tempo. Il sorriso che c'era nel suo volto sembra essere scomparso d'un tratto, le labbra sono incurvate verso il basso, i suoi occhi mi fissano seri e il suo corpo è rigido come un sasso. Non è un buon segno.
Dillo” gli ordino.
Ho sentito mio padre parlare con alcuni insegnanti dell'accademia. Non hanno intenzione di spingere qualcuno a farsi volontario”. Digrigno i denti in preda alla rabbia. Avrei dovuto immaginarlo. “Mi dispiace Lars”.
Prendo un lungo respiro, e placo i miei demoni interiori. Devo pensare a come agire. So come funziona all'accademia: ogni anno incoraggiano il loro studente migliore a farsi volontario, a meno che Capitol non abbia dato delle direttive diverse. Fratelli, sorelle, cugini e fidanzati hanno seguito in arena il loro amato nelle edizioni immediatamente successive. Nessuno di loro è mai tornato.
L'anno scorso ho fatto faville, i capitolini sono andati pazzi per me. Niente catturerebbe le loro attenzioni quanto l'estrazione di mio fratello. È anche il suo ultimo anno...
Non posso neppure immaginarmelo là dentro, così passionale ed onesto. La sola idea mi fa venire i conati di vomito. Brian in mezzo a quell'inferno? No... non può essere, mi rifiuto! Hanno già avuto me, cosa vogliano da lui!? Lasciatelo in pace! È mio fratello! Maledetti parassiti... io....
Ho pensato che fosse giusto dirtelo, anche se credo l'avessi già immaginato” riprende Chris “Sai meglio di me quanto sappiano essere figli di puttana”.
Anche troppo”. Ricordi della mia arena tornano a vorticare velocemente nella mia mente: il sangue, l'odio, gli squittii dei capitolini e la loro superficialità, le domande idiote, le scommesse sulla tua stessa vita... “Grazie per l'informazione, Chris”.
Il mio amico se ne va poco dopo, credendo che dopo una notizia del genere abbia bisogno di stare da solo. In realtà questo silenzio mi sta snervando. Stare qui in solitudine mi sta facendo sentire inutile e con le mani legate, ma non voglio. Non starò qui a guardare, non sarò passivo. Difenderò mio fratello ad ogni costo.
Un'idea mi balena in testa e per poco non mi fa eccitare: prendere il suo posto alla mietitura. Da bambino ho finto un paio di volte di essere lui; riuscivo a fregare tutti, tranne mamma e papà ovviamente. Potrei riuscirci anche stavolta. Meglio non dire niente a Brian però: sicuramente cercherebbe di vietarmelo.
Potrei anche tornare vivo, ne sono uscito una volta, forse potrei farcela anche una seconda. Con un po' di fortuna potrei anche strappare qualche vita a qualche capitolino.
Dolce, dolcissima vendetta. Non mi importa se quelle morti non mi riporteranno alla vita di prima, voglio solo distruggerli.
In un lampo, afferro l'arco e tirò due frecce contemporaneamente, facendo un perfetto centro.

Sto tornando.

 

Mi tolgo dalle mani i calzini, finalmente il veleno a base di napello è pronto. Devo solo intingervi le frecce e ho finito. La morte sarà lenta, ma inesorabile, sempre che qualche sponsors non si metta in mezzo. Ma chi scommetterebbe su un cavallo malato vicino alla fine? Domani in fondo ci sarà già il festino.
È buffo che conti di vincere proprio su questa pianta, dato che secondo gli antichi greci fu seminata da cerbero stesso. Non buffo. Divertente, ironico. Come se fossi diventato io stesso uno dei guardiani dell'inferno.

Lo adoreranno tutti a casa, tranne i parenti delle persone che sarò costretto ad uccidere, ovviamente.

 

Brian Seven, studente/mentore suo mal grado, Capitol City

Lui non lo sa, e continua a non saperlo, ma ogni volta che si guarda intorno con ansia, io fisso ogni millimetro dello schermo, pollice per pollice. Avverto la sua fame, la sua sete, la sua stanchezza, la sua rabbia, il suo dolore. Forse avverto le cose perfino meglio di lui che si starà sicuramente raccontando un sacco di bugie per andare avanti. Da quando sono iniziati i giochi ho cercato di perderlo di vista il meno possibile. Mangio poco, dormo poco, non mi lavo, non mi cambio. Continuo a pensare che se non si fosse fatto volontario la prima volta non saremmo qui. Probabilmente a quest'ora staremmo a casa, con i nostri gatti appollaiati su di noi, a parlare di cose senza senso, oppure in giardino con lui che si diverte con l'arco e io a leggere un buon libro. Mi sarei accontentato anche di stare io stesso in arena, tutto pur di non sentirmi così di merda. Come farò a vivere se tu morissi laggiù, eh Lars? Non ti è passato neanche per l'anticamera del cervello, ci scommetto, ti conosco troppo bene. Maledetto, stupido idiota.
È peggio dell'altra volta, e sono sicuro che sia così anche per lui in fondo. Certo ha una maggiore esperienza e si fa cogliere meno impreparato di fronte agli imprevisti, ma quello che mi preoccupa è la sua salute mentale. È tornato a vivere nel suo incubo personale e si vede: è più paranoico e più immerso nell'odio. L'ho visto uccidere senza esitazione, di nuovo. Mi fa paura vederlo in quello stato, non ha niente del ragazzo chiacchierone e corretto che ho conosciuto ed amato; a volte mi sembra perfino di non riconoscerlo. Tiro su con il naso, cercando di ricacciare indietro tutta l'angoscia e il dolore che mi sto portando dietro da due anni a questa parte. Ridatemi mio fratello! Lo rivoglio, ridatemelo!

“Brian” una voce femminile gentile mi raggiunge, distogliendomi per un momento dalla mia tortura. Sono sicuro che sarei impazzito se Mags non fosse stata con me per quasi tutto il tempo. Non solo si è occupata di me, ma anche di mio fratello. Faccio schifo come mentore e ci ha pensato lei a dare a mio fratello tutto ciò di cui aveva bisogno, non ultime delle nuove frecce.
“Va' a riposare, stai uno schifo” mi consiglia. È carina tutto sommato, non bellissima, ma almeno carina. Fa strano saperla non sposata e senza figli. Ho sentito dire che rifiuti ogni spasimante. Non le do torto: con tutta la merda che avrà visto, non avrà di certo voglia di mettere al mondo nuovi esseri umani. Anche Lars ha smesso di interessarsi alle ragazze dopo i giochi. Mi domando se durerà per sempre o se un giorno si innamorerà e si sposerà, sempre che torni. I tributi stanno finendo, le mie speranze dovrebbero aumentare e invece....
“Non so cosa provare” le confesso all'improvviso “ Sono talmente arrabbiato che sento quasi di odiarlo, ma il suo pensiero che non possa più tornare...”
Mags mi zittisce e mi accarezza la guancia con dolcezza “Farò ciò che posso per portartelo indietro. Rimani concentrato sull'oggi. Tuo fratello è in gamba, ha concrete possibilità di farcela anche questa volta”
“Ma ai piani alti...”
“Chi se ne frega se sono indispettiti. I giochi servono per distrarre i capitolini e per infondere terrore ai distretti. Lars sta contribuendo a far distrarre il popolo dai veri problemi ed è ciò che vogliono, giusto?” Annuisco, non l'avevo vista da questo punto di vista. Sta facendo un buon lavoro, forse potrebbero anche perdonarlo e limitarsi ad aggiungere una regola che specifici che i vincitori non possono tornare in arena. Eppure il magone al cuore non accenna a diminuire.
“Per quanto mi sforzi continuo non capirlo. Una parte di me non riesce a perdonarlo”
Mags sospira e guarda verso il basso, come se raccogliesse da terra le forze per contrastare alcuni ricordi dolorosi “Sono una mentore da nove anni ormai. Ho visto passare sfilze e sfilze di volontari: alti, forzuti, geni, talenti nati, sadici. Ti giuro che sto ancora cercando di capire. Perdonalo Brian, non per lui, ma quanto per te” Annuisco riconoscente, ma Mags non può capirmi fino in fondo. Lei non sa degli omicidi e dell'angoscia di essere scoperto. Ho paura di non farcela.
Sposto l'attenzione verso la televisione dove sono già iniziate le interviste. Cazzo! Cazzo, cazzo,cazzo! Non posso essermele perse!
Sullo schermo ci sono due adulti con i capelli rossi, dall'aria piuttosto preoccupata, che si identificano come i genitori di Achille. Dicono che hanno paura della trasformazione che sta subendo il figlio, lo pregano di tornare a casa e cose del genere. Più o meno ciò che viene detto all'interno di ogni intervista.
Tiro un sospiro di sollievo, i miei non si sono ancora visti. Non li vedo da due settimane, ci terrei a vederli, anche se solo in video. La scena si sposta verso i miei genitori, appaiono invecchiati di una decina d'anni. Nel solo vederli mi si stringe il cuore, chissà come come stanno, con entrambi i figli lontani. Come mi mancano. Vorrei tanto essere con loro, per piangere insieme. Vorrei i discorsi rassicuranti e filosofici di papà, le energie e la forza della mamma.
È la mamma a guidare quasi tutta l'intervista in quanto più abituata alle telecamere. Papà interviene dalla sua sedia a rotelle solo quando le domande iniziano a diventare spinose e subdole. Entrambi affermano che non sapevano nulla dell'iniziativa del figlio, e che gli organizzatori hanno spiegato loro la messinscena solo un oretta prima della mietitura, specificando che sarebbe avvenuta solo se “per caso” fosse stato estratto il mio nome. Sono entrambi incredibilmente convincenti, soprattutto la mamma, non so dove abbiano tirato fuori queste doti recitative. Adesso capisco da chi abbia preso Lars. La loro intervista termina prima di quanto aspettassi e la scena si sposta verso il distretto 5. Chiudo gli occhi, cercando di rivedere nella mia testa i loro volti ancora una volta, ignorando le altre interviste. Mamma, papà, Lars... cercherò di essere forte come voi.

 

 

Ok ci siamo, a breve festino! Sto ancora aspettando i messaggi per il festino :p Su, muovetevi.

Ah! Per la cronaca gli altri gatti di Lars si chiamano: Ondine, Gelone, Asura e Baffo. Nel prossimo capitolo solo 3 pov. Alla prossima!

 

 

Morti:

8° Emma (tributo del distretto 1, 6 pov) uccisa da Achille

7° Rose (tributo del distretto 12, 5 pov), uccisa da Emma

 

Feriti:

Achille (mentalmente instabile)

 

  
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