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Autore: Nene_92    19/06/2016    12 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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25 - Un giorno di lezioni quasi normale

Specifico una cosa prima di lasciarvi alla lettura: non è mia intenzione mettere in ridicolo nessun personaggio (ormai mi sono affezionata, sono anche creature mie!). Però insomma, ho cercato un po' di sdrammatizzare!


- Un giorno di lezioni quasi normale - 

Lunedì 10 Marzo 2021, Hogwarts



Daniel si svegliò con un peso che gli premeva sul corpo.
Gli servì qualche secondo per capire la situazione, ma quando ci riuscì non osò muoversi di un millimetro.
Aveva il braccio sinistro in preda ad un fortissimo formicolio ma non lo avrebbe spostato neanche se lo avessero pagato oro.
Il peso non era altro che Eleonore: stranamente stava ancora dormendo. 
Avrebbe voluto svegliarla baciandola, ma non sapeva come avrebbe reagito, una volta sveglia.
Così preferì restare fermo. 

Per quale motivo avevano litigato? Come aveva fatto a perderla così facilmente? Davvero le aveva detto di non fidarsi di lei, dopo tutto quello che avevano passato? Come avevano fatto quelle parole ad uscire dalla sua bocca?

Lei è andata con Erik, è per quello che non ti fidi.
Gli fece notare una vocina nella sua testa.
No! Gliel'ho detto prima che me lo dicesse. E lei non è andata con... lui... non è vero, non ci credo. L'ha detto solo per ferirmi, perchè era arrabbiata. Perchè io ho ferito lei per primo. Se l'ho persa è solo colpa mia.
Ma allora dov'è andata quel giorno? Perchè con suo padre non era di sicuro.
Non mi importa, non è importante. Che si tenga i suoi segreti, non mi interessano più. Voglio solo riaverla.
Potrebbe anche succedere. In fondo stanotte non ti ha respinto.

La sera prima non aveva affatto preventivato di arrivare a quel punto. L'aveva vista uscire dal fuoco con un lieve sorriso. E la gelosia l'aveva colto.
Così, l'aveva attirata a sè per baciarla, soltanto per riassaporare quelle labbra. Era certo che tutto si sarebbe concluso lì, che lo avrebbe respinto come al solito. Ma era successo l'esatto contrario. E lui non sapeva più cosa pensare.


"Dan" Lo riportò alla realtà la sua voce. Si era svegliata.
Il ragazzo sentì la gola seccarsi. Cosa poteva mai dirle? Buongiorno? Ciao? Come si salutavano gli ex dopo essere finiti a letto insieme di nuovo? Ma tu non la consideri ancora la tua ex.
Nel frattempo Eleonore si era alzata di scatto, appellando i vestiti della sera prima e iniziando a rivestirsi. Dandogli le spalle.
"Elly..." Iniziò titubante "per favore... possiamo parlarne?" 
"Di cosa?" Domandò gelida.
"Come di cosa? Di que..."
"Non abbiamo niente da dirci." Lo interruppe però lei tagliente. "Siamo stati insieme due anni e l'attrazione fisica è rimasta. Fine." Fece per alzarsi in piedi, ma lui la trattenne per un polso, ritrascinandola accanto a sè.
"Elly, ti prego.
" La supplicò "Per quanto vuoi ancora punirmi per quello che ho detto in un attimo di rabbia? Mi dispiace! Ne sono amaramente pentito. Se avessi una giratempo tornerei indietro per impedire a me stesso di dirti quelle parole!" Le prese il volto tra le mani, costringendola a girarsi. E a guardarlo. "Io mi fido di te, mi fido! Ti affiderei la mia vita!" A quest'ultima frase la vide impallidire di colpo. "Dammi un'altra possibilità! Dimmi cosa devo fare! Sono disposto a tuttoqualsiasi cosa, ti prego! Io ti a..."
Ma non riuscì a concludere. Con uno strattone la Corvonero si liberò dalla sua presa e scattò in piedi. "Tra dieci minuti abbiamo lezione. Muoviti o arriverai in ritardo." Disse prima di scappare fuori dalla stanza.

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Non erano in molti a frequentare le lezioni di Cura delle Creature Magiche. Proprio per questo motivo gli studenti del sesto e del settimo anno erano stati messi insieme.
E ciò poteva essere una grandissima fonte di divertimento, pensò Milly guardando Caos all'opera.
Quel giorno avevano una lezione con gli snasi. E il Tassorosso, senza aspettare che la prof aprisse bocca, si era avvicinato alla cesta e ne aveva preso uno delicatamente tra le mani, avvicinandolo entusiasticamente al viso.
"Ma che creatura dolcissima!" Aveva esclamato felice come un bambino davanti ad un negozio di dolci. "Non li abbiamo mica questi, in Italia!"
La creatura a quanto pare aveva apprezzato, tuffando la testa dietro al suo orecchio ed emettendo gorgoglii soddisfatti per le attenzioni che il ragazzo le stava dedicando.
"Ehm sì Pagano, ma dovremmo iniziare la lezione adesso." Commentò la professoressa con tono rassegnato. Ormai aveva rinunciato a trovare una logica nelle azioni dell'italiano. Anzi, forse quella era una delle cose più tranquille che lui aveva fatto fino a quel momento.
"Se mi consegna i moduli da compilare, lo addotto subito. Perchè si possono adottare vero?" Fu la risposta.

Come non detto.


Davanti a quella affermazione, Milly scambiò un sorrisetto ironico con Brian che fece finta di tossire per soffocare la risata.
"Iniziamo." Sospirò la professoressa alzando gli occhi al cielo.
"Credo che ti chiamerò Charlie, così va bene sia se sei un lui sia se sei una lei. Ti piace il nome Charlie vero?" Iniziò Caos a conversare con l'animale. "A proposito: come faccio per capirlo?" Domandò alzandolo in aria e iniziando a scrutarlo per cercare eventuali segni di riconoscimento. Lo snaso non apprezzò quella mossa e iniziò ad agitarsi.
Il tono della tosse di Brian aumentò di volume. 
"Magari" Gli rispose Milly divertita a mezza voce, avvicinandosi a lui "se tu ascoltassi la lezione lo capiresti."
"E magari mettilo giù. Vedi come si sta agitando? Agli snasi non piacciono le altezze, di solito vivono sotto terra." Gli suggerì Brian, quando riuscì a tornare finalmente serio.

Ormai considerava quel Tassorosso uno spasso... e un piacevole diversivo dalle lezioni. C'era solo da sperare, quando un insegnante diventava troppo noioso, che Caos Pagano fosse nelle vicinanze. Poi il divertimento era assicurato.


"Giusto! Avete ragione." Commentò lui riprendendo la creatura tra le braccia, che sembrò apprezzare smettendo immediatamente di agitarsi. Poi alzò la mano per attirare l'attenzione. "Prof? Come faccio a capire se è un maschio o una femmina? Non voglio dare un nome sbagliato!" Esclamò interrompendo così la lezione che era iniziata da appena cinque minuti. "E si ricordi i moduli per l'adozione!" Ripetè.

La professoressa roteò nuovamente gli occhi prima di rispondere. Se regalargli uno snaso significava tenerlo buono, allora gliene avrebbe regalata volentieri un'intera cucciolata.
Ma, pensandoci meglio, quella non era esattamente una buona idea. Probabilmente si sarebbero ritrovati snasi in giro per tutto il dormitorio dei Tassorosso... e probabilmente anche per il Castello. No, era davvero una pessima idea.

Vedendo l'espressione della donna, Brian non riuscì più a trattenersi e scoppiò apertamente a ridere. Trascinando prima Milly poi buona parte della classe con sè.

Sì, Caos Pagano era davvero uno spasso.

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"Allora? Avete fatto pace finalmente?" Chiese Lex in un sussurro. 
A quelle parole, Eleonore si irrigidì impercettibilmente, invece Gabriela, seduta al suo fianco, sobbalzò.
"Con chi stai parlando?" Domandò alla fine la Grifondoro.
Anche Francisco, seduto accanto alla Serpeverde, si sporse per ascoltare meglio.

Erano tutti e quattro accomodati allo stesso tavolo, nell'aula di Incantesimi, nel pieno svolgimento della lezione. Quel giorno si stavano esercitando con delle rane, i cui gracidii riempivano completamente l'acustica della stanza.
Era la situazione ideale per poter parlare senza essere sentiti. Ma Lex, per maggiori precauzioni, lanciò attorno a loro un muffliato.

"Dalla reazione che avete avuto, direi con entrambe." Continuò la ragazza con un ghigno divertito.

Gabriela l'aveva vista allontanarsi con Raphael a fine partita, ma la Caposcuola era una vera e propria sorpresa. Aveva finalmente capito che la sceneggiata che stava portando avanti con Daniel era un grossissimo errore?

"Diciamo che abbiamo trovato un punto d'incontro." Rispose la bionda, con un piccolo sorriso. La domanda l'aveva presa in contropiede, ma non aveva problemi a parlarne.
"Ottimo. Tu invece Elly?" Chiese la rossa facendo ruotare lo sguardo verso la mora.
"Non so di cosa tu stia parlando." Fu la risposta neutra della Corvonero.
"Ok. Che punto d'incontro avete trovato Gaby?" Domandò a quel punto Lex. Ormai aveva la pulce nell'orecchio e voleva sapere. E doveva distrarre la sua migliore amica, facendole credere di puntare ad altro. 
La Grifondoro fece spallucce prima di rispondere "Abbiamo semplicemente deciso di ripartire da capo. Poi vedremo cosa succederà." Concluse senza riuscire a trattenere un sorrisetto.

In realtà sperava con tutto il cuore che ogni cosa andasse bene quella volta. Raphael in fondo le era mancato in quei mesi.

"Ma gli ho anche detto che se prova a toccare un'altra goccia d'alcool nei prossimi mesi per me è pari ad un uomo morto." Aggiunse con tono minaccioso.
"Io non sono d'accordo. L'hai perdonato troppo in fretta." Intervenne Francisco beccandosi così tre paia di occhiatacce.

Come faceva a dire che l'aveva perdonato 'troppo in fretta' se gli aveva tenuto il muso per quasi due mesi e mezzo? A Gabriela era sembrato un tempo infinitamente lungo.


"Ma se è quello che vuoi, dimmi solo quando cambi idea che vado di nuovo a prenderlo a pugni." Concluse il ragazzo cercando di parare il tiro.
"Attento Fran. Sarai anche un Elterneil, ma lui è pur sempre un lupo mannaro." Lo reguardì Lex. "Comunque Gaby sono felice per te." Aggiunse riprendendo il filo del discorso prima che i due fratelli potessero mettersi a discutere in merito. La sua intenzione era puntare ad un altro obiettivo. "E speriamo che non faccia stronzate, questa volta. Se no mi unisco volentieri a tuo fratello." Fece un attimo di pausa, prima di aggiungere. "E questo ci riporta a... Elly e i suoi segni inequivocabili sul collo. L'euforia del dopo partita ha fatto la sua parte?" 
Se prima la Caposcuola non aveva quasi reagito, all'affermazione di Lex scattò come una molla per sollevare il colletto della camicia, imprecando poco elegantemente in tedesco.
La Serpeverde capì così di avere fatto centro.

"Rilassati, non li hai." Si affrettò a specificare Francisco, divertito dalla piega che stava assumendo la conversazione. Come cavolo aveva fatto Caitriona ad accorgersene?
"Fran! Mi hai rovinato la trappola!" Protestò la rossa.
"Ormai la reazione l'ha avuta. Ho preferito renderglielo noto prima di farla andare in paranoia. Per le altre domande è tutta tua." Comunicò lui facendo spallucce. "Però sono curioso: come hai fatto a capirlo?"
"Se fosse per lei non ci sarei mai riuscita. Sai che è abbastanza impassibile. Ma la faccia di Daniel" e qui la Serpeverde fece un cenno con la testa verso il tavolo dove il Tassorosso era seduto insieme a Michael e Micah "dice tutto."
"Due anni insieme. Attrazione fisica rimasta. E avevo bevuto nei festeggiamenti." Sibilò la Corvonero a denti stretti. Maledizione a Daniel e alla sua espressività! E a Lex che non si faceva mai gli affari suoi.
Le altre due ragazze sbuffarono alzando gli occhi al cielo.
"Non ti ho ancora perdonata per la vittoria sai?" Borbottò invece Francisco. "
Comunque, convinta tu. Però almeno con noi tre potresti ammetterlo."
"Per forza che non mi hai ancora perdonato, ti ho battuto solo ieri. Comunque, meglio che ti abitui Fran: quest'anno il campionato lo vinciamo noi. E stai sbagliando il movimento con la mano, per quello non ti riesce l'incantesimo. Non deve essere una carezza ma una stoccata." Commentò lei, cercando di deviare la conversazione.
Tentativo miseramente fallito. "A proposito di stoccate e carezze: te lo ripeto per l'ennesima volta.
Torna sui tuoi passi prima che sia troppo tardi. Non è il modo corretto di affrontare la cosa." Controbattè la Serpeverde, riportando la discussione all'origine. "Se si stufasse della situazione e iniziasse ad uscire con un'altra?"
Gabriela, che le era seduta di fianco, vide la Corvonero stringere il pugno sulla bacchetta fino a farsi diventare le nocche bianche. "E' quello che spero." Sibilò alla fine.
Poi alzò una mano per attirare l'attenzione di Vitious, che arrivò in pochi secondi. "Ha bisogno, signorina Grimm?"
"Non mi sento molto bene. Posso uscire?" 
Il vice preside la osservò velocemente. In effetti la ragazza era piuttosto pallida. "La congedo per il resto della lezione, non si preoccupi. Tanto sono sicuro che l'incantesimo lo conoscesse perfettamente anche prima di entrare nella mia aula. Ha bisogno di qualcuno che la accompagni in infermeria?" Domandò preoccupato.
"No, la ringrazio. Faccio da sola." Rispose lei prima di alzarsi in piedi ed andarsene.

Appena il piccolo professore si spostò ad un altro tavolo, Francisco si girò arrabbiato verso Lex. "Era proprio necessario dirle l'ultima frase?"
"Sì Fran. Sarebbe l'unica vera cosa in grado di farla reagire, secondo me. Sai quanto è testarda."
"Più di un ippogriffo." Confermò lui. "Ma non sarebbe meglio far sapere a Daniel come stanno le cose, invece?" Propose. "A me piacerebbe essere informato, se la mia fidanzata iniziasse a dare di matto."
"O magari" Intervenne Gabriela a quel punto "la cosa migliore sarebbe farci gli affari nostri e aspettare che risolvano da soli. Nessuno è intervenuto, con me e Raphael, e mi avrebbe dato
molto fastidio se fosse successo, così come so che darebbe molto fastidio anche a lei. Siamo amici di entrambi, quindi preoccuparci è normale. Ma mi sembra che la situazione abbia già iniziato a sbloccarsi da sola. Non è fatta di acciaio - anche se vuole farlo credere - e prima o poi cederà.*"

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Micah alzò gli occhi al cielo sbuffando sonoramente.
Inutile dire che nessuno dei suoi due compagni di tavolo se ne accorse minimamente. Daniel era totalmente perso nel suo mondo. E Michael... pure.


Perchè ad inizio anno aveva accettato di mettersi al tavolo con loro? Perchè?

Perchè non potevi immaginare minimamente che sarebbe scoppiato tutto quel pandemonio, ecco perchè.


Era già molto che il secondo Tassorosso si fosse presentato a lezione. Sembrava volersi impegnare a riprendere in mano la sua vita pian piano, ma il Corvonero sapeva che sarebbe stato un processo parecchio lungo.
Lui non aveva idea di come avrebbe reagito, se si fosse trovato nella medesima situazione. Non voleva neanche pensarci, se un destino simile fosse capitato alla sua Page.

Cercando di ignorare il silenzio insistente che lo circondava - e anche per scacciare via certe immagini dalla sua mente -, il Corvonero tornò a concentrarsi sull'incantesimo che stavano provando quel giorno.
Non era affatto semplice. In pratica, consisteva in una sorta di surrogato dei raggi x babbani: si passava il fascio di luce che fuoriusciva dalla bacchetta su un corpo solido e immediatamente si riusciva a vedere cosa c'era all'interno.

"Radium!" Esclamò con voce limpida.
E finalmente, al quarto tentativo, l'incantesimo gli riuscì perfettamente.
"Ottimo lavoro signor Price!" Lo sorprese la voce del vice preside dietro di lui. "Provi lei adesso, signor Freeman."

Con una certa urgenza, Micah si affrettò a sgomberare il tavolo di tutti i suoi averi - oltre che della rana con cui si era esercitato fino a quel momento.
Aveva paura che uno dei due Tassorosso potesse finire col dare fuoco al tavolo.
 
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"Raphael se la prossima partita contro i Grifondoro perdiamo, sappi che tutte le colpe ricadranno su di te." Minacciò Federica finendo di tagliare le radici di asfodemia ed aggiungendole alla pozione che stava bollendo pigramente sul fuoco.
"Perchè?" Chiese lui sorpreso. "Che ho fatto?" Chiese molto più pacatamente di quanto avrebbe fatto fino a pochi giorni prima.
Era riuscito finalmente a risolvere con la Suarez, perciò girava per il Castello con aria sognante. Probabilmente, se fosse stato un cartone animato, avrebbe avuto gli occhi a cuoricino.
"Hai fatto pace con Gabriela e il tuo gemello fa parte della stessa squadra." Constatò la Serpeverde, continuando la sua opera.
"E allora?" Intervenne Michelangelo, mentre osservava suo fratello fare un sorriso da ebete al sentir nominare la Grifondoro. "Mica l'abbiamo deciso noi di condividere l'utero materno! A volte la cosa infastidisce anche me." Borbottò a mezza voce roteando gli occhi. "Mi ha anche rubato lo spazio, accidenti."
"Io non ti ho rubato un bel niente! Tu hai rubato a me lo spazio vitale!" Brontolò Raphael in risposta. "Sono uscito per primo proprio perchè non ti sopportavo più, là dentro!"
"O magari ti ho buttato fuori io!" 
"Ma sta zitto Ham Ham!" Lo rimbeccò il fratello, utilizzando in chiave ironica il nomignolo che gli aveva affibbiato Caos solo il giorno prima. "Torna a fare compagnia ai criceti!"
"E io stavo parlando con Raphael, non con te!" Riprese il filo della conversazione Federica. "Si trattava di una chiacchierata privata tra capitano e cacciatore! Tu non c'entri."
"Allora non farla nel bel mezzo della lezione!" Esclamarono entrambi in coro.

Una risata allegra interruppe la scenetta.
Quella di Virginia. Stava lavorando con Page alla pozione nel tavolo di fianco e aveva ascoltato l'intera conversazione. "Meglio che smetta di ascoltarvi o finirò per non stare attenta e aggiungerò qualche ingrediente sbagliato!" Esclamò con le lacrime agli occhi.
"Non finchè ci sarò io a controllarti!" Controbattè la seconda, mentre cercava di rimanere seria. Stava tagliando della radice di zenzero. E il taglio doveva essere netto e preciso. Non tremante a causa delle risate.

Le due ragazze erano già arrivate allo stadio che il libro definiva "intermedio" e perciò la loro pozione aveva assunto una vivace colorazione azzurro acceso.
Anche se c'era solo da aspettarselo da loro. Un discendeva da una nota stirpe di alchimisti e l'altra era una Corvonero.

"Però Fede da che pulpito! Non sei tu quella che se la fa con Francisco, il capitano dei Grifoni, nonchè gemello della sopracitata Gabriela?" Non riuscì però a trattenersi dal commentare con un sorrisetto ironico Page.
 

Colpita e affondata.


Federica arrossì di botto e, incapace di dare una risposta coerente, borbottò qualcosa di indefinito. "Io non 'me la faccio' con lui. Siamo felicemente fidanzati da ottobre!" Optò alla fine. "Quindi la nostra situazione è ben diversa. Raphael deve guadagnarsi tutto invece."
Il Serpeverde e Michelangelo non poterono trattenere le risate.

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Crimilde stava camminando velocemente per una stradina laterale di Diagon Alley quando lo sentì.
Una sorta di brusco strappo che le attraversò velocemente tutto il corpo, quasi come se la stessero tagliando a metà. Boccheggiante e senza fiato, in preda ad un dolore atroce, dovette fermarsi all'improvviso. Per poi accasciarsi a terra. Era come se fosse stata privata di colpo di ogni singola briciola di energia. Come se le fosse stata tranciata di netto.

"Crimilde!"
Si accorse solo dopo un bel po' che Nick era al suo fianco, mentre la chiamava preoccupato.

Per qualche minuto aveva completamente perso il contatto con la realtà: non solo era stata attraversata da quel dolore atroce, ma aveva anche smesso di respirare... e vedere. Tutto intorno a lei si era fatto buio.
Quando riuscì finalmente a riprendersi e a visualizzare il viso del detective, si accorse che c'era qualcosa che non andava comunque. Non era stato un semplice mancamento.
Ogni cosa attorno a lei era sfocata. Non solo le immagini, ma anche i suoni e gli odori. E le sensazioni.

Stava perdendo completamente il controllo del corpo che l'aveva ospitata fino a quel momento. E ciò che la lasciava spiazzata, a parte la velocità con cui ciò stava succedendo, era il fatto che non riusciva a capire il perchè. Non poteva fare nulla per impedirlo.
Emily stava riemergendo piano piano e lei... era come se qualcosa nel corpo di quella babbana la stesse respingendo. E distruggendo.

E ogni cosa stava accadendo talmente velocemente che Crimilde aveva ormai una sola paura: non riuscire a sopravvivere ancora per molto. Non riuscire a sopravvivere abbastanza a lungo per poter trovare gli altri Grimm. E sconfiggere Rivus e i suoi dempiries una volta per tutte.
Lei, Crimilde Grimm, sopravvissuta per tre secoli in una gabbia con le creature più pericolose di sempre, rischiava di essere annientata dal corpo di una babbana. E non avrebbe potuto fare nulla per impedirlo.

Cosa stava succedendo?




"Ani!"
Anastasia spalancò gli occhi all'improvviso, richiamata alla realtà dalla voce di Fabian. E si ritrovò di punto in bianco sugli spalti del campo da Quidditch. Come ci era arrivata fin lì?
"Ani tutto bene?" Chiese il Tassorosso.
La ragazza boccheggiò in cerca d'aria, massaggiandosi vigorosamente i fianchi. La sensazione che aveva provato Crimilde, di essere spaccata a metà, l'aveva provata anche lei.
"Ani?" La chiamò nuovamente Fabian preoccupato.
"Sto bene." Rispose con un filo di voce. Anche se non ne era poi così sicura. "Dammi solo un minuto per riprendermi."
Le serviva sempre un minuto, dopo una visione, per riappropriarsi della sua vita. Per ricordare a se stessa che lei non era Crimilde Grimm o Emily Blackwood ma Anastasia Davies. Lentamente, iniziarono a riaffiorarle nella mente i ricordi della giornata. Il risveglio, la colazione, le lezioni... alla fine dell'ultima, si era diretta al campo da Quidditch con Fabian, per la loro chiacchierata settimanale. Ormai era diventata un'abitudine.
Alla fine si girò verso il Tassorosso, che continuava a fissarla preoccupato, mentre il suo respiro si regolarizzava sempre di più.

Sì, lei stava bene. Ma a quanto pare Crimilde no.

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* domanda n°1: quale strategia preferite tra le tre?

Domanda 2: cosa vorreste per il prossimo capitolo?

Altra nota di servizio: NON siamo alle battute finali, ma molto oltre la metà della storia sì. Ho finito di scrivere la storyline esatta e non manca poi così tanto (anche perchè l'anno scolastico si conclude a fine giugno e siamo a metà marzo!). Alcuni di voi credo ormai abbiano capito la verità, altri credo siano ben lontani da essa, perciò, per chi ci è già arrivato, VI CHIEDO di non scrivere nulla al riguardo nelle recensioni  per lasciare con il fiato sospeso chi ancora non ha capito
(insomma, non spoilerate ecco! Al massimo mandatemi un MP se proprio!).

Ci vediamo settimana prossima! ;)


  
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